venerdì 14 settembre 2012

(1) XIV.IX.MMXII Macachi noprofit.


Al Comune di Napoli le utenze «costano due milioni al mese»
Basilicata, crollano i consumi delle famiglie. Record disoccupati
Governo stanzia 37,4 milioni per iniziative noprofit al Sud
Visco: Fondo Salva Stati da solo non basta
Fiat: azienda, nostro diritto fare scelte per crescita in autonomia
Bozen, oltrepadania. Toponomastica: show degli Schützen in consiglio provinciale

Al Comune di Napoli le utenze «costano due milioni al mese»
Lo rivela una «due diligence» redatta dall'amministrazione nel 2011
NAPOLI - Il documento è intitolato «Analisi della situazione economico-finanziaria del Comune di Napoli»; si tratta di una vera e propria due diligence sullo stato dei conti dell'amministrazione. Lo fa redigere, pochi mesi dopo il suo arrivo a Palazzo San Giacomo, l'ex assessore al Bilancio, Riccardo Realfonzo. La relazione, 24 pagine, è datata 29 agosto 2011 e non è mai stata resa nota. Reca in calce le firme dei dirigenti Gaetana Esposito, Rosaria Rossi, Paola Sabadin, oltre a quella dell'allora capostaff di Realfonzo, Stefano D'Ambrosio. Tre giorni più tardi, il primo settembre, il report viene condiviso anche da un quarto dirigente del Comune. «La presente relazione — c'è scritto in apertura del testo — è stata redatta al fine di verificare: 1) l'equilibrio di bilancio del Comune a manovre invariate. Ciò anche al fine di verificare la capacità dell'Ente di far fronte ai pagamenti essenziali; 2) la capacità di rispettare il patto di stabilità 2011 e negli anni successivi, ed effetti in caso di sforamento; 3) gli effetti di una eventuale procedura di dissesto» (!). Per la precisione, «sono stati messi sotto la lente i dati degli ultimi cinque anni relativi alla gestione degli impegni e degli accertamenti di competenza, alle riscossioni e ai pagamenti riferiti allo stesso periodo» (per il 2011 cifre e percentuali sono aggiornate ad agosto e dunque il riscontro complessivo è frutto di una previsione).

Qual è la situazione fotografata all'agosto dello scorso anno? Per rendersene conto basta scorrere il capitolo dedicato alle proposte di «misure da sottoporre all'amministrazione» al fine di generare liquidità e reperire risorse da destinare a coprire cancellazioni di residui attivi (ossia i crediti non riscossi divenuti «inesigibili»): «innalzamento di tariffe e aliquote; istituzione di eventuali nuovi tributi (es. tassa di soggiorno); incremento dei canoni concessori (ad es. quelli per la gestione dei parcheggi, per la gestione delle pubbliche affissioni, per le occupazioni di suolo pubblico); incremento dei canoni di fitto; lotta all'evasione tributaria ed extra-tributaria; rafforzamento delle iniziative finalizzate alle riscossioni, in particolare delle entrate proprie; reperimento di entrate straordinarie da realizzarsi attraverso, ad esempio, alienazione di asset non startegici e/o comunque di asset facilmente monetizzabili». E ancora: «Al fine di contenere le spese fisse mensili incidenti sulle uscite di cassa, l'amministrazione potrà valutare di intraprendere azioni di ristrutturazione delle aziende, di riorganizzazione del lavoro secondo nuovi modelli e di rivisitazione della logistica».

 Alcune di queste proposte si sono nei mesi successivi trasformate in iniziative concrete da parte dell'amministrazione, altre no. Nonostante l'allora assessore Realfonzo le avesse sposate tutte. Anzi, ne avesse sollecitate anche ulteriori tra il giugno precedente — in occasione della redazione del bilancio di previsione 2011 — e l'ottobre seguente, quando in un documento di 40 pagine inviato al sindaco chiariva senza mezze misure la necessità di agire velocemente e incisivamente per risanare i conti del Comune. L'ex titolare del Bilancio, peraltro, aveva sin da subito chiarito — anche pubblicamente, con tanto di interviste — che le due strade da seguire potevano essere la dichiarazione di dissesto o l'adozione di misure radicali per rimettere in equilibrio le casse del Municipio e delle Partecipate. L'elenco delle spese Nella due diligence, a pagina 13, nel capitolo «cassa», c'è un interessante schema così titolato: «Attualmente l'amministrazione provvede al pagamento mensile delle seguenti spese». Entrando nel dettaglio, ecco alcune voci: «Contratto Asìa per circa 14,2 milioni di euro; contratto Napoli Servizi per circa 3,5 milioni di euro; fitti passivi per circa 1 milione di euro; buoni pasto ai dipendenti per circa 2 milioni di euro; utenze per circa 2 milioni di euro; compensi agli amministratori per circa 1 milione di euro». Non è chiarito, va detto, chi sia compreso nel cosiddetto insieme degli amministratori.
Paolo Grassi

Basilicata, crollano i consumi delle famiglie. Record disoccupati
POTENZA – Le famiglie lucane nel 2012 hanno speso il 9,5 in meno del loro “budget” rispetto all’anno precedente, e il potere d’acquisto è diminuito del 5,2 per cento, quasi due punti in più rispetto alla media italiana. In base allo studio realizzato da Unioncamere, tra gennaio e giugno sono anche diminuite le iscrizioni di nuove imprese (fatta eccezione per il settore agricolo) rispetto allo stesso periodo del 2011 (da 1.522 a 1.428, per un decremento relativo del 6,2 per cento) e con un forte incremento delle cessazioni, passate da 1.266 a 1.493 (+17,9). Crolla anche l’occupazione: secondo le ultime rilevazioni dell’Istat i posti di lavoro sono diminuiti del tre per cento circa nel primo trimestre e del 3,7 nel secondo, rispetto agli stessi periodi del 2011, con perdita di circa 6,3 mila posti di lavoro nei primi 6 mesi del 2012. A doppia cifra, invece, gli incrementi della disoccupazione: +29,1 e +41 per cento le variazioni, rispettivamente, nella prima e seconda parte dell’anno.
“Il percorso di uscita dalla crisi – ha detto il presidente di Unioncamere Basilicata, Angelo Tortorelli – si sta rivelando sempre più impegnativo per l’economia lucana. Lo stato di sofferenza dei consumi delle famiglie, penalizzati anche dall’accelerazione dell’inflazione, sta inoltre mettendo a dura prova la tenuta del comparto commerciale, mentre il credito alle imprese viaggia ormai stabilmente in territorio negativo. Le dinamiche imprenditoriali, infine, segnalano un ridimensionamento della base produttiva. In questo contesto, il mercato del lavoro paga un conto molto salato: l’occupazione è in caduta libera mentre la disoccupazione ha raggiunto livelli record’'.

Governo stanzia 37,4 milioni per iniziative noprofit al Sud
ROMA – In Calabria, Campania, Puglia e Sicilia c'è il 28% della popolazione italiana ma più della metà dei giovani disoccupati: parte da questo l’iniziativa dei ministri Andrea Riccardi e Fabrizio Barca di destinare 37,4 milioni di euro a progetti destinati alla popolazione under 35 di queste 4 regioni, attraverso associazioni di volontariato e privato sociale. La filosofia, hanno sottolineato oggi a Palazzo Chigi, non è quella dell’assistenzialismo ma quella di stimolare l’iniziativa delle giovani generazioni.
L'iniziativa, che si chiama "Giovani del non profit per lo sviluppo del Mezzogiorno", è articolata in due sezioni: una volta a promuovere l’offerta di servizi, inclusione sociale, legalità, formazione e istruzione, cittadinanza; l’altra mirata a sostenere il recupero e la valorizzazione di beni e spazi pubblici a vocazione culturale, ambientale e sociale per restituirli al territorio dando impulso all’imprenditoria e all’occupazione giovanile. Uno degli obiettivi, infatti, ha spiegato il ministro Barca, è quello di "far emergere una classe dirigente del Sud". Le risorse sono attinte dal Piano di Azione Coesione, fondi comunitari che sono stati "dirottati" da altri capitoli hanno precisato i due ministri.
"Questi 37,4 milioni di euro non sono molti – ha commentato Barca – ma sono ben spesi, e lo vedremo alla fine della partita. Sono rivolti alla realizzazione di progetti sociali e di valorizzazione del patrimonio ma soprattutto saranno dati a chi propone buoni progetti. Sono destinati alle organizzazioni del terzo settore che hanno dimostrato in questi anni in Italia di essere capaci di produrre buoni progetti e di aggregare giovani attorno a valori e concretezza di azione. La caratteristica peculiare è che nei progetti bisognerà indicare quali sono i risultati attesi in termini di miglioramento della vita dei cittadini in quelle aree".
"I giovani al Sud non chiedono assistenzialismo – ha detto Riccardi – ma vogliono essere messi in condizione di lavorare. Noi vogliamo valorizzare la società civile del Mezzogiorno: l'obiettivo è di trasformare la fragilità di sistema in positività, puntando sullo spirito imprenditoriale dei giovani. L'idea è quella che ciò che si fa per il Sud si fa per l'intero Paese, perchè se il Mezzogiorno cade nel baratro, allora sì che bisogna mettere in atto politiche assistenziali". L'iniziativa prevede l’attivazione di circa 200 progetti che prevedono l’impiego, diretto o indiretto, di under 35 nella loro attuazione. Le risorse saranno destinate per il 60% ai progetti di carattere sociale e il resto alla valorizzazione dei beni pubblici. L’importo massimo del finanziamento pubblico per ogni progetto è di 200 mila euro. Potranno partecipare associazioni di promozione sociale, cooperative sociali, organizzazioni di volontariato, onlus, ong, fondazioni, enti morali, enti ecclesiastici. Il 18 settembre prossimo, a Napoli, prima della pubblicazione degli Avvisi (prevista per l’inizio di ottobre), i contenuti dell’iniziativa saranno discussi con i rappresentanti del non profit.

Visco: Fondo Salva Stati da solo non basta
ultimo aggiornamento: 13 settembre, ore 20:21
Roma, 13 set. - (Adnkronos) - Il nuovo fondo Salva Stati da solo non è sufficiente a fronteggiare le crisi finanziare. A evidenziarlo il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco. Se l'Esm ''fosse l'unico meccanismo per fronteggiare le crisi finaziarie sarebbe insufficiente'', ha detto Visco nel suo intervento al convegno dell'Università Roma tre. Commentando, poi, la sentenza della Consulta tedesca di Karlsruhe, il Governatore ha osservato che questa ''non ha fatto altro che dire che l'Esm è legittimo. Niente di nuovo rispetto al disegno complessivo''.
Riguardo la crisi in Italia, poi, Visco ribadisce quanto detto nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio Mario Monti: l'effetto recessivo delle misure varate dal governo era previsto ma questi interventi erano necessari. "Si sapeva che questo insieme di misure avrebbero ridotto il Pil quest'anno e, forse, il prossimo, ma erano necessarie per le stabilizzazione finanziaria del Paese".
Quello che è chiaro, continua, è che aumentare la produttività non significa "far correre di più sul posto i lavoratori ma creare investimenti sul altri fattori, come legalità e capitale umano, ed eliminare lacci e lacciuoli".
Il tema dell'aumento di produttività ''deve essere concepito e condiviso dalle forze politiche e trovare pronti i cittadini", aggiunge il numero uno di Via Nazionale.
Tornando in Europa, poi, Visco teme che ci sia il "rischio che la costruzione europea sia percepita come non credibile come costruzione politica''. Una costruzione, ha sottolineato, che perl richiede tempo ''per metterla a regime'' e che passa attraverso tre tappe: ''L'unione economica, bancaria e fiscale''.
"A gennaio si comincia, non si finisce" dice quindi il governatore di Bankitalia parlando nel dettaglio del piano della Commissione Ue sulla vigilanza unica bancaria. "Il problema è tra chi opera e chi decide, vedremo da domani", sottolinea, rispondendo a chi evidenzia la difficoltà di vigilare su 6000 banche.

Fiat: azienda, nostro diritto fare scelte per crescita in autonomia
13 Settembre 2012 - 18:02
 (ASCA) - Roma, 13 set - Fiat ricorda che con un comunicato emesso il 27 ottobre 2011 aveva annunciato che non avrebbe piu' utilizzato la dizione 'Fabbrica Italia' perche' molti l'avevano interpretata come un impegno assoluto dell'azienda mentre invece si trattava di una iniziativa del tutto autonoma che non prevedeva tra l'altro alcun incentivo pubblico. E' quanto si legge in un comunicato del Lingotto in riferimento ad alcune dichiarazioni preoccupate per il futuro di 'Fabbrica Italia' fatte nei giorni scorsi da parte di alcuni esponenti del mondo politico e sindacale.
 Il Lingotto sottolinea che ''da quando 'Fabbrica Italia' e' stata annunciata nell'aprile 2010 le cose sono profondamente cambiate'' e ''il mercato dell'auto in Europa e' entrato in una grave crisi e quello italiano e' crollato ai livelli degli anni settanta'' per cui ''e' impossibile fare riferimento ad un progetto nato due anni e mezzo fa'' ed ''e' necessario che il piano prodotti e i relativi investimenti siano oggetto di costante revisione per adeguarli all'andamento dei mercati''.
 Fiat ricorda poi che in occasione dell'incontro con i sindacati a Torino lo scorso 1 agosto il gruppo ha ribadito che ''la delicatezza di questo periodo, di cui e' impossibile prevedere l'evoluzione, impone a tutti la massima cautela nella programmazione degli investimenti'' e che ''informazioni sul piano prodotti/stabilimenti saranno comunicate in occasione della presentazione dei risultati del terzo trimestre 2012''.
 ''Vale la pena di sottolineare - si legge nella nota - che la Fiat con la Chrysler e' oggi una multinazionale e quindi, come ogni azienda in ogni parte del mondo, ha il diritto e il dovere di compiere scelte industriali in modo razionale e in piena autonomia, pensando in primo luogo a crescere e a diventare piu' competitiva. La Fiat ha scelto di gestire questa liberta' in modo responsabile e continuera' a farlo per non compromettere il proprio futuro, senza dimenticare l'importanza dell'Italia e dell'Europa''.
com-fch/mau

Bozen, oltrepadania. Toponomastica: show degli Schützen in consiglio provinciale
Si sono presentati in aula con una maglietta nera in segno di lutto: «Falsificare i nomi non porta fortuna»
Show degli Schützen questa mattina in consiglio provinciale a Bolzano, dove si sta discutendo il disegno di legge sulla toponomastica. I cappelli piumati, guidati dall’ex comandante provinciale Bacher, si sono presentati con una maglietta nera in segno di lutto per - hanno spiegato- condannare “la falsificazione dei nomi tedeschi”.
 Testualmente sulle magliette si leggeva: “Falsificare non porta fortuna”. Si sono schierati nella saletta riservata al pubblico e poi hanno incontrato al margine dei lavori il capogruppo della Svp Elmar Pichler Rolle. Alcune magliette sono state consegnate ai consiglieri della destra etnica tedesca Klotz, Knoll, Poeder e Mair, che, dopo averle indossate nel foyer, le hanno anche portate in aula ed esposte sui banchi.



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