venerdì 14 settembre 2012

(2) XIV.IX.MMXII/ Inflazione, Crediti, Disoccupazione, Tassazione, Sfiducia: stagflazione.


Puglia. Turismo, le presenze calano del 20%
L'UNIONE SARDA - Economia: L'inflazione corre nell'Isola
L'UNIONE SARDA - Ambiente e territorio: Nel golfo cozze al petrolio
Crisi, Draghi: ''Primi segni di normalità ma è ancora lunga la strada da fare''
Ue-17:occupazione II trimestre stabile (2)
Crisi: Grecia; pronta lista isole in affitto, sono 40

Puglia. Turismo, le presenze calano del 20%
Federalberghi fa una prima stima dell'andamento estivo:
il sistema Puglia non ha funzionato
TARANTO - Nel 2012, secondo le prime stime, la Puglia perde il 6 per cento del turismo estivo, Taranto tra il 10 e il 20 per cento arretrando rispetto al resto della regione. Già a metà estate era questa la valutazione fatta dal presidente provinciale di Federalberghi, Francesco Palmisano, che ieri ha riunito i gestori degli stabilimenti balneari per un primo esame dell’andamento della stagione che sta concludendosi. Oggi è in programma una riunione della Consulta provinciale del turismo, allargata alle delegazioni di Manduria, Pulsano ed Avetrana, per analizzare le situazioni problematiche che hanno compromesso il flusso degli arrivi nelle varie località. Al di là della motivazione di carattere generale legata alla crisi economica, esistono anche componenti specifiche collegate al territorio ionico e alla «politica turistica» sviluppata e alle singole realtà locali. In sostanza la categoria si domanda se non siano state adottate «politiche di settore poco accorte e lungimiranti».
Se in Sicilia, Emilia Romagna e Campania l’andamento non è stato negativo vuol dire che qui «qualcosa non ha funzionato e che il sistema Puglia non è riuscito a riconfermare quella posizione di vantaggio competitivo che lo aveva contraddistinto negli ultimi anni nel mercato delle vacanze». Secondo Francesco Palmisano, di fronte a questi primi risultati poco confortanti, «sarebbe opportuno che la Regione Puglia e gli enti locali avviassero una seria fase di analisi e di confronto con l’obiettivo di individuare le cause che hanno determinato tale criticità ed i percorsi da mettere in pista per recuperare le posizioni perse». In base alle prime analisi sul territorio tarantino «pesa come un macigno la questione del degrado ambientale e da quest’anno la storia dei depuratori e dell’inquinamento marino». Sulle prime pagine dei giornali, sottolinea Vincenzo Leo (Sib), è passato il messaggio «devastante del nostro territorio percepito come un’area fortemente inquinata, devastata nel suolo e nell’aria ed ora anche dagli scarichi a mare. La Regione deve adottare un programma di gestione delle acque e dei reflui che tenga conto della salvaguardia della risorsa mare».
Cesare Bechis

L'UNIONE SARDA - Economia: L'inflazione corre nell'Isola
14.09.2012
I prezzi crescono in tutta Italia, ma in Sardegna, da un mese all'altro (luglio-agosto), ancor più della media italiana. Come rileva l'Istat ad agosto l'inflazione è salita, a livello nazionale, al 3,2% su base annua (dal 3,1%) e allo 0,4% mensile (rispetto a luglio 2012). Se a livello territoriale sono Genova (+4,3%), Trieste (+4,1%), Venezia e Trento (+3,8%) le città con i rincari più consistenti rispetto ad agosto dello scorso anno, la Sardegna non resta immune dalla corsa dei prezzi. Come riferisce il Centro studi L'Unione Sarda le due città in cui si effettua la rilevazione dei prezzi al consumo, Cagliari e Sassari, sono in linea con la media nazionale solo sul fronte della variazione annuale: questa risulta inferiore nel capoluogo, dove l'inflazione è cresciuta del 2,9%, mentre a Sassari l'incremento è lo stesso italiano (+3,2%). Al contrario, rispetto allo scorso luglio, nell'Isola i prezzi sono aumentati più che in Italia, con una variazione dello 0,5% a Cagliari e dello 0,6% a Sassari, contro quella nazionale mensile pari a +0,4%.
SETTORI In Sardegna - rileva il Centro studi - le voci che, nell'anno, subiscono le variazioni più elevate sono abitazione, acqua, elettricità e combustibili, che rappresentano anche il capitolo che incide di più nel bilancio familiare (pesano per il 27% contro il 29% nazionale) e i trasporti («terza voce di spesa»). I prodotti alimentari e le bevande (+2,6% a Cagliari, +2,8% a Sassari contro il 2,5% in Italia), come i servizi ricettivi e di ristorazione (rispettivamente +3% e 2,5% contro il 2,2% nazionale) crescono nell'Isola di più. A Sassari anche l'abbigliamento e le calzature registrano dei rincari più elevati della media (+4,4% contro un +2,9%) assieme ai mobili e agli articoli e servizi per la casa (+3,2% a fronte di una media del 2,1%). Tra luglio e agosto, invece, l'incremento maggiore - a seguito del caro-carburanti - avviene nei trasporti cresciuti in un mese del 2,9% nelle due città sarde contro il 2,7% nazionale. Anche i prezzi dei servizi ricettivi e di ristorazione, in calo a livello nazionale su base mensile (-0,1%), nell'Isola risultano in crescita dello 0,1%.
CARRELLO SPESA A preoccupare il Codacons è soprattutto il carrello della spesa, che vola al 4,2% su base annua. «Un fatto molto grave, dato che i rincari colpiscono beni acquistati con maggiore frequenza da chi oggi già fatica ad arrivare alle fine del mese». Tradotto in termini di costo della vita significa - secondo il Codacons - che una famiglia di 3 persone spenderà, solo per la spesa di tutti i giorni, 567 euro in più all'anno, mentre per una famiglia di 4 persone la stangata sarà di 613 euro. Un pensionato single spenderà 340 euro in più all'anno, 28,30 euro in più al mese. (c.ra.)

L'UNIONE SARDA - Ambiente e territorio: Nel golfo cozze al petrolio
14.09.2012
Le acque della costa tra Capoterra e Sarroch contengono, in alcuni tratti, sostanze inquinanti legate principalmente alla lavorazione del petrolio. Lo riporta una consulenza degli esperti dell'Università di Cagliari e consegnata alla Procura della Repubblica che, da qualche mese, ha avviato un'imponente indagine per verificare la presenza di eventuali tracce di inquinamento ambientale in una delle aree più dense di attività industriali della Sardegna. Le quantità di elementi nocivi segnalati in mare, scoperti dall'analisi di cozze e altri organismi viventi campionati e studiati dai ricercatori, non sarebbero tali da generare un allarme o un'ipotesi di disastro ambientale, ma il sostituto procuratore Emanuele Secci, titolare del fascicolo, ha ordinato un ulteriore approfondimento.
L'INDAGINE L'inchiesta dura ormai da mesi, aperta lo scorso anno contro ignoti dopo la diffusione del film “Oil” di Massimiliano Mazzotta (film-inchiesta che ruota attorno alla raffineria Saras di Sarroch) e, soprattutto, dopo alcune segnalazioni arrivate in Procura da parte degli uomini della Capitaneria di Porto. Un lavoro difficile che ha costretto i magistrati a riunire una vera e propria task force per analizzare l'area interessata all'inchiesta che si estende dal Casic sino ai pontili della raffineria di Sarroch. Ma se il documentario (contestato dalla famiglia Moratti) si era concentrato sulla Saras, l'indagine della Procura sembra ben più vasta, rivolta all'intero polo industriale dove numerose aziende, regolarmente autorizzate, rilasciano in aria o in acqua fumi filtrati o sostanze depurate, legate ai cicli di produzione.
NESSUN INDAGATO Al momento non risultano esserci indagati: il fascicolo aperto dal pm (su specifici reati ambientali) è ancora iscritto nel registro delle notizie relative a ignoti. Le prime indiscrezioni sull'inchiesta erano filtrate e un anno fa, a luglio, dopo un vertice segreto che si era tenuto in Procura con militari della Capitaneria ed esperti dell'università. Alla fine, il sostituto procuratore Secci ha chiesto una consulenza al docente universitario Marco Schintu, professore associato di Igiene e tra i responsabili del Dipartimento di Sanità Pubblica.
LA CONSULENZA L'esperto, assieme ad altri ricercatori e agli investigatori della Capitaneria, ha controllato le acque del Golfo, prelevando lungo la costa anche cozze e altri organismi viventi che filtrano l'acqua e dal cui studio è possibile cogliere eventuali tracce d'inquinamento. E proprio la relazione consegnata di recente al magistrato ha fatto emergere che, in alcune zone tra Capoterra e Sarroch, sarebbero presenti sostanze pericolose e inquinanti, derivate dalla lavorazione del petrolio.
LA PROCURA Esclusa al momento qualsiasi emergenza, gli inquirenti non avrebbero mosso accuse esplicite dirette nei confronti della Saras, ma la Procura sembra intenzionata a proseguire l'inchiesta per cercare di capire la ragione della presenza di sostanze inquinanti in quel tratto di costa e risalire agli autori. Ma l'inchiesta, proprio per lo specifico livello di difficoltà, è ancora alle fasi iniziali. Dopo l'esame delle acque da parte della task-force di ricercatori guidata dal professor Mario Schintu, i magistrati sarebbero intenzionati all'analisi della qualità dell'aria attorno alla zona di Macchiareddu e Sarroch. Un polo industriale di prima grandezza, dove oltre alla raffineria della famiglia Moratti operano un gran numero di aziende legate alla petrolchimica e alla trasformazione. In Procura vige il più stretto riserbo, ma il sostituto Emanuele Secci avrebbe già ordinato analisi più specifiche dopo gli esiti della consulenza. Francesco Pinna

Crisi, Draghi: ''Primi segni di normalità ma è ancora lunga la strada da fare''
ultimo aggiornamento: 14 settembre, ore 13:23
Nicosia, 14 set. (Adnkronos) - Nella crisi dell'eurozona, si intravvedono "i primi segni di un lavoro più normale, ma è ancora lunga la strada da fare, dobbiamo continuare a lavorare". E' il monito rivolto dal presidente della Bce Mario Draghi, che ha parlato in una conferenza stampa a Nicosia al termine della riunione informale dell'Eurogruppo.
Non è solo merito della Bce se i mercati stanno andando bene, ha detto Draghi: "C'è troppa enfasi su quello che abbiamo fatto, perché molto sta nei significativi progressi della governance dell'eurozona", ha sottolineato.

Ue-17:occupazione II trimestre stabile (2)
Totale occupati 223,4 milioni
14 settembre, 12:01
(ANSA) - BRUXELLES, 14 SET - Eurostat stima in 223,4 milioni il numero di persone occupate nell'Ue, di cui 146,4 milioni nell'eurozona. Il settore in cui il tasso di occupazione e' salito di piu' e' quello dell'immobiliare (+0,75 nell'eurozona e +1,4% nell'Ue), mentre e' diminuito soprattutto nel settore finanziario e assicurativo (-0,8% nei 17 e -0,7% nei 27).

Crisi: Grecia; pronta lista isole in affitto, sono 40
Vicine a coste e con infrastrutture,si punta a 50 mld entro 2020
14 settembre, 11:45
(ANSAmed) - ATENE, 14 SET - Lo Stato greco ha approntato una lista di 40 tra isole e isoloti disabitati da concedere in affitto a privati o imprese per un periodo da 30 a 50 anni. Lo ha detto, in un'intervista a Bloomberg, il direttore esecutivo dell'Ente ellenico per la privatizzazione delle proprietà statali (Taiped), Andreas Taprantzis. La lista comprende isole di una superficie che varia dai 500mila ai tre milioni di metri quadri che potrebbero essere valorizzate come località turistiche di alto livello. Le privatizzazioni hanno lo scopo di recuperare 19 miliardi di euro entro il 2015 e 50 miliardi entro il 2020. Sinora, pero', il Taiped ha recuperato soltanto 1,8 miliardi suscitando cosi' non poche perplessita' circa le sue reali capacita'.
 "Abbiamo scelto - ha detto Taprantzis - delle località che si trovano vicino alla terra ferma, che dispongono di infrastrutture e che non costituiscono alcun problema per la sicurezza nazionale".
 La vendita delle isole, secondo il responsabile del Taiped, è stata esclusa prima di tutto perché lo Stato non avrebbe guadagnato di più e, in secondo luogo, perché con l'affitto la Grecia attirerà maggiori investimenti. Nella lista delle 40 isole sono inclusi i nomi di Fleves, al largo di Vouliagmeni, sulla costa a sud di Atene; Neon Styron, presso Evia, e altre isolette vicine a Zakynthos, Alonisos e Skiathos. (ANSAmed).


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