giovedì 13 settembre 2012

(2) XIII.IX.MMXII/ Consumi obbligati ed evasori: i sabaudi della fiat hanno sempre incassato, alla grande, ed ora vanno via. Resta chi deve ripagare lo stato dei finanziamenti accordati a codesta genia padana. Uno che dovra’ pagare e’ il barbiere dei finanzieri di Bari. Che non sa fare i conti.


Bari, faceva il barbiere di tutti i finanzieri ma era evasore totale
Consumi, confcommercio: in 20 anni spese fisse +7%
Italia: peggiora stima Pil 2013, ripresa slitta
Ocse: Pil rallenta, Italia fanalino coda
Bce: debito italia sostenibile purché risanamento continui
Crisi: Grecia; peggiora disoccupazione, 23,6% 2/o trimestre
Milano, padania. Auto, Fiat dice stop alla 'Fabbrica Italia': "Le cose sono profondamente cambiate"


Bari, faceva il barbiere di tutti i finanzieri ma era evasore totale
di Giovanni Longo
BARI - Per quasi 25 anni è stato il loro barbiere di fiducia. Intere generazioni di finanzieri si sono affidati alle sue sapienti mani. Per questo, forse, ha fatto ancora più male alla Guardia di Finanza avere avviato un accertamento proprio su di lui. Ma le fiamme gialle non fanno sconti a nessuno. Così, non appena hanno riscontrato che per cinque anni il barbiere di «fiducia» ha esercitato la sua attività senza partita Iva, è scattato l’accertamento: il barbiere è un presunto «evasore totale».
Tra i 1.400 controlli eseguiti nel periodo estivo in materia di scontrini e ricevute fiscali è incappato anche l’artigiano che, in regime di convenzione con il Corpo, lavorava dal 1987 all’interno della caserma «Macchi», sede del comando Regionale della Guardia di Finanza. Un’attività, quest’ultima, quasi incidentale rispetto al programma di contrasto alla evasione fiscale. Nel dettaglio, le numerose pattuglie di finanzieri sono state impegnate nel controllo della regolare emissione di scontrini e ricevute fiscali da parte di una molteplicità di esercenti delle province di Bari e Bat.
L’obiettivo è utilizzare dati «caldi» acquisiti sul campo per integrare e attualizzare le attività di monitoraggio e analisi del tessuto economico-finanziario.
Su 1.400 controlli eseguiti, la Finanza ha constatato 300 violazioni per mancata emissione del documento, con una percentuale che si attesta intorno al 22%.
Complessivamente, dall’inizio dell’anno, sono stati eseguiti 7.300 controlli con la constatazione di 1.411 mancate emissioni di ricevuta-scontrino fiscale (19%). Sempre nello stesso trimestre estivo, importanti risultati sono stati conseguiti anche nel settore del lavoro sommerso: 500 i soggetti verbalizzati tra lavoratori in nero e lavoratori irregolari.
La Finanza, dunque, non guarda in faccia a nessuno. Neanche a chi per un quarto di secolo ha curato capelli e barba dal piantone in servizio al corpo di guardia sino al al comandante.

Ecco la storia. L’artigiano è entrato in caserma in punta di piedi nel 1987, allestendo il suo piccolo salone. Un taglio di capelli e una barba dopo l’altra, l’artigiano, oggi 56enne, viene apprezzato sempre di più per il suo lavoro oltre a essere considerato un amico dai militari. Chi si siede sulla sua poltrona, sfogliando un giornale sportivo, piuttosto che riviste economiche e finanziarie, trascorre minuti piacevoli sotto le sue sapienti mani.
Nel 1996 entra in vigore il Dpr numero 696 in base al quale non sono soggette all’obbligo di certificazione «le prestazioni effettuate in caserme, ospedali o altri luoghi stabiliti, da barbieri, parrucchieri, estetisti, sarti e calzolai in base a convenzioni stipulate con pubbliche amministrazioni». Il barbiere della caserma, dunque, non rilascia alcuna ricevuta, ma verosimilmente annota a parte i redditi che dichiara al fisco. Il tempo passa. Siamo nel 2006. Sul lungomare di fronte al porto viene inaugurata la sede del comando provinciale. Il personale in servizio nella gloriosa caserma «Macchi» diminuisce, gli affari calano. Il barbiere decide a quel punto di chiudere la partita Iva. Trascorrono cinque anni. Il Corpo decide di bandire una gara per affidare il servizio di barbiere. Il nostro vuole partecipare. Per farlo apre una nuova partita Iva. È a quel punto che si accende la lampadina: sulla carta la sua è un’attività neonata pur avendo lavorato in quella caserma per 25 anni. Qualcosa non torna e sconti non se ne possono fare. Il nucleo di polizia tributaria ha così avviato accertamenti su di lui. Il sospetto (forse qualcosa in più) è di trovarsi di fronte a un evasore totale. Difficilmente l’artigiano potrà continuare a fare barba, capelli e shampoo in caserma. Al momento non è stato sostituito da nessuno. Una cosa è certa: chi entrerà al suo posto, per prima cosa, sistemerà la contabilità. Solo dopo passerà a forbici e schiuma da barba.

Consumi, confcommercio: in 20 anni spese fisse +7%
Ogni anno oltre 6 miliardi di euro vengono spesi per i carburanti pari allo 0,6% del totale dei consumi. L'abitazione assorbe le maggiori quote di consumo
Roma - Negli ultimi 20 anni, la spesa delle famiglie destinata ai consumi obbligati (bollette, affitti, servizi bancari e assicurativi, carburanti, spese sanitarie, trasporti, ecc.) è aumentata di oltre 7 punti percentuali passando dal 32,3 per cento sul totale dei consumi del 1992 al 39,5 per cento del 2011. Questi alcuni dati che emergono da un’analisi dell’ufficio studi Confcommercio sull’evoluzione e l’incidenza delle spese obbligate sui consumi delle famiglie negli ultimi 20 anni. Tra le spese fisse, è l’abitazione ad assorbire - tra affitto, manutenzione e utenze - le maggiori quote di consumo (quasi il 23 per cento contro il 17 per cento del 1992); nello stesso periodo, la quota di consumi “liberi” delle famiglie – quelli cioè per beni e servizi commercializzabili – si è ridotta passando dal 67,7 per cento al 60,5 per cento; all’interno del solo comparto dei beni, i cui consumi sono diminuiti nel complesso di oltre 10 punti percentuali, la spesa per alimentari e bevande si è progressivamente ridimensionata passando dal 19,5 per cento al 15,1 per cento; determinanti, in questo quadro, le dinamiche dei prezzi che, per i beni e i servizi obbligati, risultano più che raddoppiati nel periodo considerato a fronte di un aumento molto più contenuto dei beni e servizi liberi.
 Dal 2010 al 2012 – prosegue Confcommercio – l’aumento del prezzo dei carburanti (mediamente 46 centesimi al litro) ha sottratto risorse per altri consumi pari a oltre 6 miliardi di euro l’anno; tra i servizi pubblici, i maggiori aumenti si registrano per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti (+80 per cento dal 1996 al 2011) e per i servizi di trasporto (+65 per cento circa); gli over 65 che vivono da soli destinano ai “consumi di base” - cioè spese fisse più quelle per l’alimentazione domestica – quasi l’80 per cento del totale delle spese, mentre le famiglie numerose, con 3 o più figli, sono quelle che spendono di più per assicurazioni e trasporti (il 10,4 per cento, un quarto del totale dei propri consumi obbligati).   (ilVelino/AGV)
(red/cos) 13 Settembre 2012 13:34

Italia: peggiora stima Pil 2013, ripresa slitta
Confindustria rivede previsioni crescita da -0,3% a -0,6%
13 settembre, 11:50
(ANSAmed) - ROMA, 13 SET - Confindustria conferma la stima sul Pil 2012, ma peggiora la previsione sul 2013. Stando ai dati del Centro Studi, quest'anno il Pil scenderà del 2,4% (stesso dato di giugno), mentre il prossimo si prevede -0,6%, contro il -0,3% precedente. "In sostanza - si legge - la recessione si prolunga e la ripresa è ritardata alla prossima primavera".

Ocse: Pil rallenta, Italia fanalino coda
La comparazione nel secondo trimestre del 2012
13 settembre, 15:35
(ANSA) - PARIGI, 13 SET - Tra i Paesi del G20, l'Italia si conferma maglia nera sulla crescita economica: e' quanto emerge dagli ultimi dati dell'Ocse. Con un Pil al -0,8 per cento registrato dal nostro Paese nel secondo trimestre 2012, l'Italia si attesta come fanalino di coda dei venti grandi Paesi industrializzati, dietro a Regno Unito (-0,5%) e alla Francia (crescita zero). Quanto alla media di tutti i Paesi del G20, sempre secondo i dati Ocse, il Pil rallenta a +0,6% nel secondo trimestre dal +0,7% del primo.

Bce: debito italia sostenibile purché risanamento continui
L’Eurotower lima le previsioni sul Pil dell’eurozona e prevede inflazione sopra il 2% in tutto il 2012
Roma - Il debito italiano è sostenibile a condizioni che l’Italia continui le politiche di bilancio virtuose e dia un’accelerata alla crescita. Questa la conclusione a cui arriva la Banca centrale europea nel bollettino di settembre. Dopo avere condotto una serie di simulazioni relative all’andamento del rapporto fra debito e Pil in diversi scenari - congiuntura favorevole, congiuntura sfavorevole, tassi sfavorevoli – , l’Eurotower scrive che “nel complesso rapporto debito/Pil risulterebbe sostenibile e si ridurrebbe sia in Spagna sia in Italia”.

 GLI SCENARI - In particolare “nel caso in cui l’Italia centri pienamente gli obiettivi stabiliti nell’aggiornamento del programma di stabilità, il rapporto debito/Pil raggiungerà il 123 per cento nel 2012 per poi scendere al disotto del 100 per cento entro il 2020”. Se invece si ipotizza che la crescita effettiva e quella potenziale del Pil reale sia inferiore di 1 punto percentuale l’anno a quella prevista dallo scenario di base (congiuntura sfavorevole) “il rapporto debito/Pil cala al 111 per cento circa alla fine dell’orizzonte considerato”. Neppure alti tassi di interesse dovrebbero poter interferire con il risanamento perché “se si ipotizza che i tassi di interesse di mercato sul debito pubblico superino di 200 punti base quelli dello scenario di base, il rapporto debito/Pil scende intorno al 106 per cento nel 2020”. Diverso è il caso del risanamento incompleto E la Bce lo scrive chiaramente: “se si assume che il governo consegua soltanto la metà del risanamento strutturale cui si è impegnato per il periodo 2012-2015, il rapporto debito/Pil raggiungerà il 125 per cento nel 2013 e scenderà al 117 per cento circa nel 2020. Un risanamento incompleto di questa entità consentirebbe al massimo di stabilizzare il rapporto debito/Pil ai livelli attuali e non fornirebbe un margine di sicurezza adeguato in caso di andamenti macroeconomici avversi”.

 LE RACCOMANDAZIONI – La premessa principale resta sempre la stessa: l’Italia (con a Spagna) deve mantenere politiche virtuose basate sul pareggio di bilancio. I tagli alla spesa, tuttavia, non possono bastare, tant’è che Francoforte chiede a Roma e Madrid di premere anche il pedale del sostegno alla crescita. “Tali scenari non devono tuttavia essere interpretati come previsioni. In primo luogo, i risultati dello scenario di base e di tutti gli scenari alternativi ad eccezione di quello di risanamento incompleto dipendono in larga misura dall’ipotesi che i governi dei due paesi considerati conseguano il pareggio di bilancio strutturale nel medio termine, come previsto dal Patto di stabilità e crescita. Tale ipotesi è fondamentale per assicurare che il rapporto debito/ Pil ritorni su una traiettoria discendente allorché venga riassorbito l’output gap. Ciò sottolinea l’importanza che i governi rispettino gli impegni presi nell’ambito della governance europea e compiano i progressi necessari verso il pareggio di bilancio strutturale (e corrispondenti avanzi primari). Il mancato raggiungimento di questo obiettivo darà immediatamente luogo a rischi considerevoli per la sostenibilità del debito. “In secondo luogo – raccomanda l’Eurotower - il risanamento dei conti pubblici e il conseguimento di adeguati avanzi primari risulteranno agevolati da misure atte a favorire la crescita del prodotto potenziale. I governi possono infatti influenzare le prospettive di crescita di lungo termine attraverso riforme strutturali di sostegno alla crescita. Tali riforme potrebbero produrre sulla crescita del Pil reale effetti più positivi di quelli ipotizzati nello scenario di base, migliorando così ulteriormente le prospettive per la sostenibilità del debito”.

 L’EUROZONA – Quanto resto dell’eurozona, la Banca centrale europea lima le previsioni sul Pil e conferma che l’inflazione resterà al di sopra del 2 per cento per tutto il 2012. “Nel secondo trimestre del 2012 il Pil in termini reali dell’area dell’euro è diminuito dello 0,2 per cento sul periodo precedente, dopo la crescita pari a zero del primo trimestre. Gli indicatori economici segnalano una protratta debolezza dell’attività nella parte restante dell’anno, a fronte di una maggiore incertezza”.“Su un orizzonte temporale più lungo, il Consiglio direttivo si attende che l’economia dell’area recuperi solo molto gradualmente. Vi è l’aspettativa che la dinamica della crescita continui a essere frenata dal necessario processo di aggiustamento dei bilanci nei settori finanziario e non finanziario, dall’elevata disoccupazione e dalla discontinuità della ripresa mondiale. Le proiezioni macroeconomiche di questo mese – prosegue l’Eurotower – prevedono una variazione annua del Pil in termini reali compresa fra il -0,6 e il -0,2 per cento nel 2012 e fra il -0,4 e l’1,4 per cento nel 2013. Rispetto alle proiezioni dello scorso giugno elaborate dagli esperti dell’Eurosistema, gli intervalli di valori per il biennio considerato sono stati rivisti al ribasso”.
 “L’inflazione dovrebbe mantenersi al di sopra del 2 per cento per tutto il 2012, per effetto delle quotazioni elevate dell’energia e degli incrementi delle imposte indirette in alcuni paesi dell’area dell’euro. Nel corso del prossimo anno dovrebbe riportarsi al di sotto di tale livello e restare in linea con la stabilità dei prezzi nell’orizzonte rilevante per la politica monetaria”. Da Francoforte “ci si attende che l’espansione economica resti debole nell’area dell’euro, in un contesto di persistenti tensioni nei mercati finanziari e maggiore incertezza che gravano sul clima di fiducia. Il riacutizzarsi delle tensioni nei mercati finanziari potrebbe accentuare i rischi sia per la crescita, che per l’inflazione”.   (ilVelino/AGV)
(dam) 13 Settembre 2012 11:11

Crisi: Grecia; peggiora disoccupazione, 23,6% 2/o trimestre
13 settembre, 13:10
(ANSAmed) - ATENE, 13 SET - Il tasso di disoccupazione in Grecia continua a peggiorare e nel secondo trimestre dell'anno ha toccato il 23,6% rispetto al 22,6% dello stesso periodo dell'anno scorso. Lo ha reso notoo l'Istituto ellenico di statistica ElStat. Il tasso di disoccupazione a giugno aveva toccato un nuovo record, arrivando al 24,4% dopo che a maggio aveva segnato il 23,5%. (ANSAmed).

Milano, padania. Auto, Fiat dice stop alla 'Fabbrica Italia': "Le cose sono profondamente cambiate"
ultimo aggiornamento: 13 settembre, ore 18:13
Milano, 13 set. - (Adnkronos) - Le cose, da quando Fiat ha annunciato il progetto Fabbrica Italia, sono "profondamente cambiate", quindi "è impossibile" farvi riferimento. Lo precisa il gruppo automobilistico, dopo dichiarazioni di "alcuni esponenti del mondo politico e sindacale", preoccupati per il futuro del progetto.
"Da quando Fabbrica Italia è stata annunciata nell'aprile 2010 - afferma Fiat - le cose sono profondamente cambiate. Il mercato dell'auto in Europa è entrato in una grave crisi e quello italiano è crollato ai livelli degli anni Settanta. E' quindi impossibile fare riferimento ad un progetto nato due anni e mezzo fa. E' necessario infatti che il piano prodotti e i relativi investimenti siano oggetto di costante revisione per adeguarli all'andamento dei mercati".
Fiat ricorda che "con un comunicato emesso il 27 ottobre 2011 aveva annunciato che non avrebbe più utilizzato la dizione Fabbrica Italia, perché molti l'avevano interpretata come un impegno assoluto dell'azienda, mentre invece si trattava di una iniziativa del tutto autonoma che non prevedeva tra l'altro alcun incentivo pubblico".


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