mercoledì 19 settembre 2012

(3) XIX.IX.MMXII/ Monti, il Pifferaio Magico: "Non sempre come generazione abbiamo lavorato per lasciare ai giovani l'Italia che avremmo voluto".===La Germania ha venduto tutti i 5 miliardi di euro di titoli messi in offerta, con un rendimento medio in rialzo allo 0,06% dallo 0,0% dell'asta di agosto.


Ilva: pm Taranto, problema che durava da 30 anni
Monti a studenti brindisi:non vi abbiamo lasciato italia che volevamo
Vendola: i parchi di Puglia esempio di buona economia
Basilicata. Il paniere dei prodotti compresi nel menu ad «origine controllata»
Germania:asta bond 2 anni,tassi positivi
Spagna: fuga di cervelli all'estero, 350mila emigrati da 2009
Spagna, decisione aiuti dopo esame piano
Bozen, oltrepadania. Thaler: puniti per aver detto no alla Svp

Ilva: pm Taranto, problema che durava da 30 anni
18 Settembre 2012 - 16:11
 (ASCA) - Roma, 18 set - Il problema dell'inquinamento prodotto, con gravissimi danni alla popolazione, dall'impianto Ilva di Taranto data almeno 30 anni. A ricostruire la vicenda e' stato oggi il procuratore capo di Taranto Franco Sebastio, ascoltato in audizione dalla commissione parlamentare sulle eco-mafie.
 Sebastio ha infatti fatto risalire la prima inchiesta al lontano 1982 quando, ha ricordato, ''si era gia' a conoscenza della situazione di pericolo''. Una realta' che anche sotto l'aspetto giudiziario, ha comportato procedimenti penali che hanno dovuto affrontare, ha detto, una ''crescente qualita' di reati che sono via via saliti di livello''. Lo stesso magistrato ha poi rivelato che la procura ha ricevuto centinaia di esposti da singoli cittadini mentre fu, ha detto, lo stesso sindaco di Taranto a chiedere: ''Datevi da fare perche' qui la gente muore''.
 Rispondendo alla domanda sul perche' non si sia intevenuti prima, il magistrato ha risposto: ''Con il senno di poi si potrebbe dire cosi' ma si doveva, certamente, avere una maggior presa di coscienza dopo processi celebrati in aule praticamente deserte e senza l'attenzione della stampa''. Lo stesso Sebastio ha quindi accennato alla persistente pericolosita' degli impianti, che, nel tempo hanno riversato ''centinaia di tonnellate di polveri nocive sui quartiere''.
gc/mau

Monti a studenti brindisi:non vi abbiamo lasciato italia che volevamo
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Roma - "Non sempre come generazione abbiamo lavorato per lasciare ai giovani l'Italia che avremmo voluto". Così il presidente del Consiglio, Mario Monti, si è rivolto agli studenti della scuola Morvillo-Falcone di Brindisi, teatro dell’attentato esplosivo che lo scorso maggio ha ucciso la giovane Melissa Bassi, ricevuti oggi pomeriggio a Palazzo Chigi. Il premier ha risposto ad alcune domande degli studenti e ha ripercorso con loro i momenti più drammatici della vicenda. Inevitabile anche un riferimento al problema della disoccupazione giovanile. Il presidente del Consiglio avrebbe esortato i ragazzi a non avere paura del futuro, assicurando che "il governo ha lavorato per questo".   (ilVelino/AGV)
(baz) 14 Settembre 2012 16:32

Vendola: i parchi di Puglia esempio di buona economia
BARI – “Questi parchi da oggi prendono, di fronte alla comunità europea, l’impegno di realizzare buone azioni che rendono il parco sempre più vitale, sempre più luogo di organizzazione di buona vita e di buona economia”. Così il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha presentato, oggi a Bari, l’attribuzione della Carta europea per il turismo sostenibile (Cets) a sette aree protette pugliesi: il Parco Dune costiere (da Torre Canne a Torre S. Leonardo) e il sistema dei parchi regionali del Salento. Sono intervenuti, fra gli altri, l’assessore regionale alla Qualità del territorio, Angela Barbanente, e il presidente nazionale di Federparchi, Giampiero Sammuri.
E’ stato quest’ultimo a sottolineare che “ottenere la Cets non è facile ma bisogna seguire un percorso che poi è verificato da esperti indipendenti europei: qui in Puglia – ha aggiunto – dove l'economia sostenibile è un dato di fatto, è stata sorprendente la partecipazione degli operatori che hanno accolto l'approccio al turismo sostenibile andando anche oltre i parchi”.
“Il percorso – ha spiegato Barbanente – è durato più di un anno nel corso del quale abbiamo condiviso, con gli attori del territorio, azioni per la tutela della biodiversità e per la visione di un futuro che veda i parchi capaci di mettere in campo azioni concrete per un turismo sostenibile”.
“Dobbiamo essere contenti – ha detto infine Vendola – a condizione che il bel parco e la buona sostenibilità che realizziamo non sia mai una consolazione rispetto alle violenze” al paesaggio “che dobbiamo poter stigmatizzare” perchè “dobbiamo chiudere con la stagione degli abusi, con l'idea che la biodivesità lungo la costa possa essere una dolce preda per la stagione di caccia dei cementificatori”.

IL RISPETTO PER L'AMBIENTE PRECONDIZIONE PER LO SVILUPPO
“Noi abbiamo diritto di entrare in un’epoca in cui il rispetto dell’ambiente è la precondizione di qualsiasi attività antropica, incluse le ovvie attività di sviluppo economico”, ha spiegato il presidente Vendola “il legislatore nazionale dovrebbe compiere una riflessione molto seria sul fatto che i danni ambientali sono considerati minori e sanzionati in maniera assolutamente inefficace: chi devasta una duna o chi sversa rifiuti illegali in una discarica, magari abusiva, non rischia molto”.
Su questo - ha aggiunto - “dovremmo fermarci e riflettere con serietà” perchè “la crisi ambientale è la scena su cui programmare le nostre azioni e ricostruire il nostro senso di responsabilità”. “La repressione – ha rilevato - è intervenire quando il danno è stato compiuto, invece noi dobbiamo soprattutto ricostruire l’integrità di sistemi ambientali preziosi, fare un lavoro di cura, manutenzione e messa in sicurezza del territorio. Un lavoro di tutela e valorizzazione del nostro paesaggio”. “E da questo punto di vista – ha proseguito - i parchi sono una esperienza pilota” perchè “sono ripensamento di modelli di sviluppo, di significazione del territorio, di riqualificazione del modello economico. I parchi pugliesi sono esempi forti di una relazione tra buona economia e razionale ecologia”.
“Noi – ha spiegato - dobbiamo scansare l’isteria sia quando pronunciamo la parola economia sia quando pronunciamo la parola ecologia”. “L'isteria – ha concluso - è nemica dell’una e dell’altra” e “propone un approccio economicistico che è indifferente alla perdita di pezzi di biodiversità, alla crisi dell’ecosistema che è invece la crisi su cui costruire le politiche pubbliche con senso di responsabilità che riguarda noi e le future generazioni”.

Basilicata. Il paniere dei prodotti compresi nel menu ad «origine controllata»
Arrivederci cotoletta alla milanese e cordon bleu, benvenuti mischiglio e rafanata. Per ottenere l’ambito marchio con i rebbi della forchetta e l’occhiolino, scelto dalla Camera di Commercio per rappresentare l’iniziativa «Io mangio lucano», i ristoratori della provincia di Potenza dovranno proporre ai propri clienti un’ampia scelta di prodotti e di ricette tipici della provincia di Potenza (anche se con qualche «incursione» della provincia di Matera, come il pane Igp e le olive di Ferrandina). Come primo requisito gli chef dovranno attingere alla materia prima certificata.
Innazitutto i prodotti dop e Igp, dal caciocavallo silano, al pecorino di Filiano al canestrato di moliterno, dai fagioli di Sarconi e di Rotonda al peperone di Senise e alla melanzana rossa. poi i prodotti tradizionali, dove per tradizionale si intende un «prodotto agroalimentare le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultino consolidate nel tempo, omogenee per il territorio interessato, secondo regole tradizionali per un periodo non inferiore ai 25 anni. Alcuni di questi sono già oggetto di certificazione volontaria come l’agnello delle Dolomiti Lucane o comunque godono di una certa popolarità, come la carne podolica, i salumi (preferibilmente di suino nero lucano), i caprini, i lampascioni, la strazzata, i mostaccioli, i peperoni cruschi, i pomodori secchi di Tolve, il rafano.
Altri ancora tutti da scoprire, come u’ zuzumagliu, la riscicola, la rosacatarra, la ndussa, la ‘ncandarata, la shtridhla. Tra i vini e le bevande non dovranno mancare i vini doc della regione, Aglianico, grottino, Matera e Val d’Agri, e i rosoli tradizionali della provincia di Potenza , ai sapori di alloro, finocchietto, liquirizia, more e così via.
Per quanto riguarda l’acqua, invece, l’iniziativa strizza l’occhio alle campagne promozionali di Legambiente sull’acqua di rubinetto (al naturale o con aggiunta di gas). Ma le materie prime sono solo uno step. Il disciplinare del marchio, infatti, comprende anche tutta una serie di ricette che non dovranno mancare nei menu dei ristoranti aderenti all’iniziativa. possono essere ricette e piatti tipici della provincia di Potenza oppure ricette e piatti tipici «rivisitati» in chiave moderna o ancora piatti moderni realizzati con prodotti tipici. Tra le ricette tipiche troviamo, ad esempio, i fusilli alla rafanata, il mischiglio della contea di Chiaromonte, gli strascinati con la menta, l’a gnello di Pasquetta, il bollito dei pastori, la ciambottella, le cartellate, i dolci di noci. Tra i piatti rivisitati, i cavatelli con fagioli di Sarconi, i fusilli con peperone crusco di Senise, la rafanata con pezzente, il capretto «cacio e uova». Infine, gli chef lucani potranno far galoppare la fantasia con piatti come la finissima di baccalà all’arancia staccia e olive nere, le cortecce con ragù bianco di podolica e provolone, le polpette di maiale nero lucano con fagioli bianchi di Rotonda.

Germania:asta bond 2 anni,tassi positivi
E' prima volta da giugno. Assegnati tutti i 5 mld in offerta
19 settembre, 11:49
(ANSA) - ROMA, 19 SET - Tornano positivi i rendimenti dei titoli di Stato tedeschi a 2 anni per la prima volta dal 20 giugno. La Germania ha venduto tutti i 5 miliardi di euro di titoli messi in offerta, con un rendimento medio in rialzo allo 0,06% dallo 0,0% dell'asta di agosto. Sostenuta la domanda che ha raggiunto gli 8,446 miliardi di euro.

Spagna: fuga di cervelli all'estero, 350mila emigrati da 2009
19 settembre, 12:51
(ANSAmed) – MADRID, 19 SET – Oltre 350.000 spagnoli sono emigrati dalla Spagna dal 2009 ad oggi, alla ricerca di opportunita’ di lavoro, e oltre 6 studenti su 10 sarebbero pronti a trasferirsi in un altro paese in cambio di un impiego.
Dai dati del sondaggio realizzato da Adecco Professional e Infoempleo, diffusi oggi, si evince un cambiamento nei comportamenti degli spagnoli, provocato dalla grave crisi economica. Di fatto, è scalata al 64% la percentuale dei giovani pronti a cercare all’estero occasioni di lavoro o ampliare l’esperienza professionale, in mancanza di opportunita’ in Spagna, a fronte di un tasso di disoccupazione che sfiora il 25% della popolazione, secondo gli ultimi indici dell’Istituto Nazionale di Statistica (Ine). Negli ultimi tre anni, sono emigrati circa 350.000 spagnoli, secondo i dati dell’Anagrafe degli spagnoli residenti all’estero dell’Ine, dei quali 114.057 dall’inizio del 2012. Di questi ultimi, la maggior parte ha scelto come Paese di destinazione la Francia (8.273) per la sua vicinanza; seguita dalla Germania (3.262) e dalla Svizzera (3.141). Oltre Oceano, la gran parte degli emigranti iberici si e’ trasferita in Argentina (22.073), ma anche a Cuba (13.890), che rappresenta la seconda opzione, preferita a Paesi come Brasile (8.362), Messico (7.959) e Stati Uniti (7.134). L’identikit dei nuovi emigranti e’ quello di giovani neolaureati o professionisti fra i 25 e i 35 anni, senza responsabilita’ familiari e con un’elevata formazione o fortemente qualificati.
Fuga all’estero di cervelli gia’ formati in Spagna, in particolare biologi, ricercatori, medici, ma anche chimici, ingegneri, architetti e informatici, i cui frutti saranno raccolti oltre le frontiere spagnole.
(ANSAmed) YK8

Spagna, decisione aiuti dopo esame piano
Necessario analizzare tutti i dettagli del salvataggio
19 settembre, 11:17
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(ANSA) - ROMA, 19 SET - La Spagna decidera' se richiedere il salvataggio e far scattare l'intervento della Bce con gli acquisti di debito spagnolo, solo dopo aver analizzato tutti i dettagli del piano di aiuti. Lo ha detto la vicepremier e portavoce del governo Rajoy, Soraya Saenz de Santamaria durante il question time in Parlamento - secondo quanto riferisce Bloomberg - facendo riferimento al nodo delle condizioni imposte dall'Europa a Madrid per accedere al programma Bce.

Bozen, oltrepadania. Thaler: puniti per aver detto no alla Svp
Il comandante degli Schützen attacca Durnwalder: «Ci hanno tagliato i soldi perché non siamo entrati nel partito»
di Massimiliano Bona
 BOLZANO. «Il taglio dei contributi agli Schützen ha tanto il sapore di una ripicca della Volkspartei ai nostri danni»: Elmar Thaler, comandante provinciale dei cappelli piumati, non va per il sottile e fa intendere a chiare lettere che la decisione presa dal governatore altoatesino Luis Durnwalder (che ha ridotto gli stanziamenti da 180 a 85 mila euro) possa essere imputata a vecchi (e mai sopiti) rancori e soprattutto al «no» pronunciato dai “tiratori” alla richiesta di entrare nell’organismo culturale del partito.
«L’invito - spiega Thaler - risale al 3 agosto 2010, quando a capo della nostra associazione c’era il mio predecessore Paul Bacher. A scriverci fu Ingeborg Bauer Polo che, dopo aver definito lo Schützenbund un importante sodalizio culturale, ci chiese di indicare un nostro rappresentante per l’organismo interno alla Volkspartei che si occupa di Heimat, scuola, cultura e sport».
All’epoca, ricorda Thaler, ci fu un confronto serrato all’interno dei cappelli piumati, ma poi prevalse a larga maggioranza il gruppo dei contrari. «L’indipendenza - sottolinea Thaler - non ha prezzo. Anche per questo trovo davvero paradossale che prima la Volkspartei ci chieda di entrare ufficialmente in un organismo di partito e poi ci tagli improvvisamente i contributi sostenendo che facciamo troppa politica».
Gli Schützen, dunque, avrebbero pagato a caro prezzo il rifiuto di adeguarsi alla linea imposta dal partito di maggioranza. «Cosa che non si può affermare per molte altre associazioni del gruppo tedesco che, così facendo, si sono precluse la possibilità di dissentire. Noi, al contrario, continueremo a far sapere esattamente come la pensiamo ma non intendiamo prendere la tessera della Svp, dei Freiheitlichen, di Südtiroler Freiheit o di BürgerUnion».
Thaler vuole fare, poi, alcune precisazioni sui conti. «Non so da chi sia stato informato il presidente della giunta provinciale ma i numeri che ha fornito alla stampa sul nostro conto non sono veritieri. Nel 2011 abbiamo incassato 134.003,42 euro mentre per il 2012 ce ne sono stati promessi 111.358. Forse l’esecutivo ha tenuto conto anche dei fondi erogati alle singole compagnie per eventi culturali e ricreativa ma queste sono le cifre, al centesimo, erogate o promesse allo Schützenbund».
I numeri. In realtà secondo Thaler i “tiratori” stanno crescendo, anche numericamente, grazie ad una linea decisa e a prese di posizione molto forti, come quella sul tema toponomastica. «Siamo più di 5 mila e tra pochi giorni il numero delle compagnie salirà a quota 141 grazie a quella di Avigna. Non abbiamo pertanto necessariamente bisogno della sponda Svp per restare in linea di galleggiamento».
Gli italiani. Secondo Thaler il presidente della giunta provinciale avrebbe annunciato pubblicamente il taglio dei contributi agli Schützen per fare contenti gli italiani. «Questi ultimi sono delusi dal compromesso raggiunto da Svp e Pd sulla toponomastica e l’idea di colpire i cappelli piumati sembra un regalino ad hoc per le destre che certo non ci apprezzano molto...». Quasi come la Volkspartei, verrebbe ora da aggiungere.


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