I fondi Ue ci sono, la Campania non li chiede
Un «tesoro» di 4 miliardi resta a Bruxelles
Entro il dicembre 2013 le risorse andranno perse
La Campania ha a
disposizione ha un piccolo tesoro e non lo sa, o peggio, forse lo sa ma non è
capace di utilizzarlo. Sono circa quattro miliardi di euro già pronti per i
campani, che aspettano solo di essere raccolti ma che la Regione finora si è
lasciata scappare. Stiamo parlando di denaro che potrebbe essere utilizzato in
diversi progetti per sostenere imprese, enti, associazioni e quant'altro, una
boccata d'ossigeno non da poco in un momento di crisi come quello attuale. Si
tratta dei Fondi strutturali dell'Unione europea, soldi che ogni sette anni
Bruxelles mette a disposizione dei Paesi membri per interventi sul territorio
ma che devono essere richiesti entro dicembre 2013 altrimenti torneranno nelle
casse della Bce.
29 MILIARDI - Secondo i dati
forniti dal Commissario europeo alle Politiche regionali Johannes Hahn, per il
periodo 2007-2013 l'Europa ha messo a disposizione dell'Italia ben 28,7
miliardi a cui bisogna aggiungere 31,4 miliardi di cofinanziamento dello Stato
italiano. Ma le nostre Regioni, che dovrebbero utilizzare questi soldi e
distribuirli sul territorio, dopo ben sei anni dallo stanziamento ne hanno
spesi solamente sette, cioè meno di un quarto. La Campania nello specifico ha
ricevuto per il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) circa 6 miliardi e
800 di cui finora ne ha richiesti poco più della metà, cioè 3 miliardi e 667
milioni, mentre per il Fondo Sociale Europeo (Fse) ha ricevuto un altro
miliardo e 100 milioni di cui ha impegnato soltanto 386 milioni, un misero 34%.
Insomma le restano da richiedere circa 4 miliardi di euro, una somma pari al
18% dell'intero bilancio regionale (che per il 2012 ammonta a 22 miliardi di
euro).
ANCORA UN ANNO - La Regione
non ha nessuna scusa per non utilizzare questi soldi in quanto grazie a un
provvedimento del Governo Monti i cofinanziamenti nazionali dei fondi
strutturali europei possono essere sottratti dal complesso delle spese finali
rilevanti ai fini del rispetto del patto di stabilità. C'è ancora un anno per
riuscire a fare quello che non si è fatto fino ad ora in sei anni. Non è certo
facile, ma nemmeno impossibile.
Alfonso Bianchi
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