L'UNIONE SARDA - Economia: Liberalizzare i
vigneti, è scontro
Alcoa: ok Ue a sconti tariffe fino 2015
Crisi, Inps: "Cig a settembre + 3,6 annuo.
Aumento dell'8,9% nei primi 9 mesi
Crisi: Inps, domande disoccupazione +1,34% ad
agosto. In 8 mesi +16,2%
Def: Bankitalia, meno tasse per crescita
Banche: Ue, separare attività a rischio da
depositi
Crisi: Spagna; Rajoy, richiesta aiuti non e'
imminente
Grecia, è stallo con la troika. Ancora
congelati aiuti per 31,5 mld
L'UNIONE SARDA - Economia: Liberalizzare i
vigneti, è scontro
03.10.2012
Chi vuole iniziare a
produrre vino dovrà avere la licenza ed essere il titolare del vigneto. Niente
di nuovo, quindi, dopo che ieri l'Unione europea ha bocciato la
liberalizzazione dei vigneti. A confermarlo, dopo settimane di incertezze, è
stato lo stesso commissario europeo all'agricoltura, Dacian Ciolos: «La
liberalizzazione dei vigneti non è un'opzione». D'accordo sullo stop, oltre ai
produttori, anche il ministro italiano Mario Catania che però sottolinea la
necessità «di correttivi tecnici alla regolamentazione esistente».
ASSICURAZIONE Niente
libero mercato, quindi, e niente concorrenza. Oggi i diritti di impianto
prevedono che la licenza di produzione sia posseduta dal titolare del vigneto.
L'Ue aveva proposto una deregulation ma dopo la ferma opposizione dei grandi
Paesi produttori (tra i primi la Francia) aveva fatto un passo indietro sino
allo stop di ieri. «Il vino con o senza indicazione geografica (Ig) ha bisogno
di una regolamentazione. La liberalizzazione non è un'opzione», ha ribadito
senza mezzi termini Ciolos. La regolamentazione, ha precisato, deve introdurre
«una rete di sicurezza europea, una gestione nazionale delle autorizzazioni per
tutti i vini, con un maggiore supporto di esperti, in particolare per i vini
Ig». La decisione era stata anticipata qualche giorno fa da Catania: «Siamo
riusciti a spostare la Commissione che adesso è d'accordo con l'Italia e con i
Paesi produttori che hanno fatto questa crociata. Ora si discute di dettagli
tecnici importanti, ma pur sempre dettagli tecnici, in un quadro di regime di
controllo e non di liberalizzazione del vigneto», aveva detto.
PRODUTTORI Per i
produttori lo stop salva il mercato e la qualità. «Sono già tanti gli imprenditori
agricoli che rinunciano a coltivare le vigne perché poco conveniente. Con la
liberalizzazione sarebbe stata una moria», ha commentato Gigi Picciau,
presidente del consorzio di vini di Sardegna. «Non riusciamo a vendere ciò che
produciamo». Sulla stessa linea Antonio Pasadinu, direttore delle relazioni
esterne di Sella&Mosca: «Preferirei parlare di aggregazione, di favorire le
associazioni di imprenditori nel territorio, per vitigni o per regioni, con
l'obiettivo di fare sistema e rafforzare il mercato». La posizione delle
cantine «non è protezionistica, anche perché gli svantaggiati sarebbero gli
ultimi arrivati sul mercato». «Siamo già in tanti a produrre e imbottigliare
vino», ha confermato anche Ercole Iannone, enologo della Cantina di Dolianova.
Chi poi ha già provato la liberalizzazione «come l'Australia», ha detto
Valentina Argiolas, responsabile dell'Ufficio marketing della cantina di
famiglia, «ora sta facendo i conti con le eccedenze di produzione, nonostante
quel Paese, a differenza del nostro, investa molto in promozione e marketing».
Annalisa Bernardini
Alcoa: ok Ue a sconti tariffe fino 2015
Compensazione
interrompibilita' non e' aiuto di Stato
03 ottobre, 12:08
(ANSA) - BRUXELLES,
3 OTT - La Commissione europea ha dato oggi il suo via libera alla proroga sino
al 2015 del regime di compensazione tariffario per le imprese che, come Alcoa,
offrono servizi di interrompibilita' istantanea in Sardegna e in Sicilia. Secondo
Bruxelles, dato che questi servizi vengono remunerati a valore di mercato, non
costituiscono aiuti di Stato.
Crisi, Inps: "Cig a settembre + 3,6 annuo.
Aumento dell'8,9% nei primi 9 mesi
(Xinhua)
ultimo
aggiornamento: 03 ottobre, ore 13:14
Roma, 3 ott.
(Adnkronos/Ign) - Continua a crescere il ricorso alla cassa integrazione. A
settembre sono state autorizzate 86,4 milioni di ore: rispetto allo stesso mese
del 2011, quando furono autorizzate 83,4 milioni di ore, si registra un aumento
del 3,6%. Complessivamente, nei primi nove mesi dell'anno si e' giunti a quota
792,9 milioni, contro i 727,8 milioni del 2011 (+8,9%). E' quanto comunica
l'Inps.
Il dato
congiunturale rispetta l'andamento degli ultimi anni, che vede in settembre un
aumento fisiologico della cassa integrazione rispetto ad agosto, mese che fa
registrare normalmente il numero piu' basso di ore autorizzate nell'anno: nel
2012 l'aumento e' stato del 28,8% (86,4 milioni di ore autorizzate in
settembre, contro 67 milioni di agosto). Nel 2011, l'aumento era stato del 47,7%
(83,4 milioni di ore a settembre contro 56,5 milioni ad agosto).
Passando al
dettaglio per tipologia di prestazione, si registra un forte aumento degli
interventi ordinari (CIGO), che a settembre sono aumentati del 202,4% rispetto
ad agosto (anche se il confronto congiunturale puo' essere meno significativo),
essendo passati da 10,9 a 33 milioni di ore. Il dato tendenziale - con il
confronto rispetto al mese di settembre del 2011, quando furono autorizzate
21,1 milioni di ore - e' piu' interessante e rileva un incremento pari al
56,6%. L'aumento e' determinato in maggior misura dalle autorizzazioni
riguardanti il settore industria (26,7 milioni), aumentate del 66,3% rispetto
ad un anno fa (16,1 milioni), mentre piu' contenuto, rispetto a settembre 2011,
e' l'aumento relativo al settore edile (25,2 %).
Gli interventi
straordinari (CIGS) di settembre ammontano a 24,5 milioni di ore, con una
diminuzione del 26,4% rispetto a settembre 2011 (33,3 milioni), e del 6,3%
rispetto ad agosto 2012 (26,2 milioni). La variazione complessiva del periodo
gennaio-settembre 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011 risulta pari a
-10,3%.
Per quanto riguarda
gli interventi in deroga (CIGD), non si registrano variazioni significative sia
rispetto al mese precedente, sia rispetto a settembre 2011. I 28,8 milioni di
ore autorizzate nel mese di settembre 2012, rispetto ai 28,9 milioni di
settembre 2011, attestano una diminuzione dello 0,6%, mentre rispetto ad agosto
2012, quando le ore autorizzate erano state 29,9 milioni, la diminuzione e' del
3,9%.
Passando ai dati
relativi a disoccupazione e mobilita', ad agosto 2012 - ultimo mese
disponibile, in questo caso - le domande di disoccupazione presentate sono
state 72.213 , con un incremento dell'1,34% rispetto ad agosto 2011, quando le
domande erano state 71.261. Le domande di mobilita' presentate ad agosto 2012
sono state 6.486: -31,29% rispetto al mese di agosto 2011 (9.440). Nel periodo
gennaio-agosto 2012 sono state presentate complessivamente 855.958 domande di
disoccupazione, il 16,2% in piu' rispetto allo stesso periodo 2011 (736.581), e
88.577 domande di mobilita', con un incremento del 6,46% rispetto alle 83.200
richieste dei primi otto mesi del 2011.
Crisi: Inps, domande disoccupazione +1,34% ad
agosto. In 8 mesi +16,2%
03 Ottobre 2012 -
12:38
(ASCA) - Roma, 3 ott - Nell'agosto scorso le
domande di disoccupazione presentate sono state 72.213 , con un incremento
dell'1,34% rispetto ad agosto 2011. Lo rende noto l'Inps.
Le domande di mobilita' presentate ad agosto
2012 sono state 6.486: -31,29% rispetto al mese di agosto 2011 (9.440).
Nel periodo
gennaio-agosto 2012 sono state presentate complessivamente 855.958 domande di
disoccupazione, il 16,2% in piu' rispetto allo stesso periodo 2011 (736.581), e
88.577 domande di mobilita', con un incremento del 6,46% rispetto alle 83.200
richieste dei primi otto mesi del 2011. com-fgl/
Def: Bankitalia, meno tasse per crescita
Rossi, misure
correttive per preaggio bilancio anche dopo 2013
02 ottobre, 21:10
(ANSA) - ROMA, 2 OTT
- Per riavviare la crescita serve ''ridurre l'insieme delle spese, spostarsi da
quelle meno produttive verso quelle che rafforzano il potenziale dell'economia,
abbassare la pressione fiscale sui contribuenti in regola, sul lavoro, sulle
imprese''. E' quanto chiede il vice direttore generale della Banca d'Italia
Salvatore Rossi, che chiede l'inserimento nel prossimo Def ''misure correttive
tali da assicurare il pareggio in terministrutturali anche dopo il 2013''.
Banche: Ue, separare attività a rischio da
depositi
Entità legalmente
divise ma dentro stesso gruppo bancario
02 ottobre, 18:39
E' ''necessaria''
una ''separazione legale'' all'interno dei gruppi bancari delle attivita' piu'
a rischio da quelle meno a rischio come i depositi. E' la conclusione a cui
giunge il Rapporto sulla riforma del sistema bancario Ue realizzato per la
Commissione Ue dal gruppo di alto livello di esperti guidato dal governatore
della Banca centrale finlandese Erkki Liikanen, pubblicato oggi. In questo modo
le banche sarebbero ''piu' trasparenti'' e anche piu' facile effettuarne la
vigilanza e gestirne le crisi.
Durante la crisi
finanziaria, secondo l'analisi degli esperti, non c'e' stato ''nessun modello''
di affari che abbia mostrato performance particolarmente negative o positive,
ma sono emersi invece ''un'eccessiva assunzione di rischi, spesso nel trading
di strumenti altamente complessi o prestiti legati all'immobiliare'' e un
''eccessivo affidamento sul finanziamento a breve termine'' nel periodo
precedente la crisi. Quanto fatto finora dalal Commissione Ue, in particolare
le direttive sui requisiti di capitale e sulla gestione e risoluzione delle
crisi vanno nella giusta direzione.
Ma per rendere il
sistema bancario Ue piu' resistente a nuove crisi, ''la conclusione del Gruppo
e' che e' necessario richiedere la separazione legale di alcune attivita'
finanziarie particolarmente a rischio dalla raccolta di depositi all'interno
dello stesso gruppo bancario''. Le attivita' da separare dovrebbero essere il
'proprietary trading' di titoli e derivati, e altre attivita' strettamente
legate a questi mercati.
Questo
provvedimento, suggerisce il rapporto, dovrebbe essere applicato a ''tutte le
banche a prescindere dal loro modello di business, incluse le banche
mutualistiche e cooperative'', ma in base alla quota che queste attivita'
rappresentano nel giro d'affari della banca e il loro impatto sulla stabilita'
finanziaria. La soglia dovrebbe essere fissata da Bruxelles, ed essere in ogni
caso superiore al 15-25% e/o ai 100 miliardi di euro.
Crisi: Spagna; Rajoy, richiesta aiuti non e'
imminente
Fonti Ue, piu'
probabile a fine mese; verso sciopero generale
02 ottobre, 20:13
BRUXELLES - Continua
l'incertezza sulla richiesta di salvataggio europeo da parte della Spagna,
mentre la protesta sociale non si placa e i sindacati spagnoli annunciano il
ritorno nelle piazze lunedi' prossimo e la preparazione di uno sciopero
generale prima di Natale.
La domanda di aiuti da parte della Spagna non
e' ''imminente'', ha scandito oggi in una conferenza stampa il premier spagnolo
Mariano Rajoy smentendo le indiscrezioni lanciate ieri sera dall'agenzia
Reuters sulla possibile presentazione della richiesta entro questo fine
settimana. Diverse fonti comunitarie, interpellate dall'ANSA a Bruxelles,
escludono la possibilita' che Madrid presenti la richiesta entro questo fine
settimana, mentre scommettono su fine mese. ''Lo scenario piu probabile e' che
sia fatta dopo le elezioni regionali anticipate del 21 ottobre'', riferiscono
le fonti, smentendo che la domanda possa essere gia' discussa all'Eurogruppo di
lunedi' prossimo a Lussemburgo.
''Madrid sta
cercando di riottenere la fiducia dei mercati dimostrando che, con le misure
prese, non ha bisogno di salvataggi'', rilevano le fonti. ''Ma se non ce la fa,
lo scenario piu' probabile e' che per la richiesta si aspetti il risultato
delle elezioni del 21 ottobre'', aggiungono le fonti. L'incertezza comunque
resta alta: il portavoce del commissario Ue Olli Rehn definisce pura
speculazione'' le indiscrezioni sulla presentazione di una richiesta entro
domenica. ''Se e quando la richiesta spagnola arrivera', noi saremo pronti ad
agire'', precisa Simon O'Connor, lasciando cosi' aperta la porta. Diversi
osservatori ritengono che Madrid stia giocando con il fuoco, mentre sulla
Spagna incombe il rischio di un declassamento del suo rating al livello 'junk'
(spazzatura) da parte dell'agenzia Moody's, che sta ancora valutando i
requisiti di ricapitalizzazione delle banche iberiche, la finanziaria 2013 e i
meccanismi di salvataggio europei. Questo clima di attesa crea irritazione e
nervosismi.
Per il governo tedesco Madrid non sta inviando
''segnali chiari'' sulla sua volonta' di fare una domanda ufficiale di aiuti
europei. Del resto - sottolineano fonti governative tedesche - ''non abbiamo
l'impressione che si possa costruire un caso molto convincente per una
richiesta di aiuti alla Spagna in un momento in cui il paese puo' finanziarsi
sui mercati''. Dieci giorni fa la Spagna e' riuscita a collocare con successo
titoli di stato strappando tassi piu' bassi. Ed ora gli occhi sono puntati
sulla nuova emissione prevista giovedi'. Madrid - assicurano poi all'ANSA fonti
governative spagnole - ''non e' a conoscenza di veti della Germania'' su un
possibile intervento di salvataggio.
Grecia, è stallo con la troika. Ancora
congelati aiuti per 31,5 mld
L'incontro tra il
premier Samaras e i rappresentanti dei creditori non ha sbloccato l'impasse.
Per Ue, Bce e Fmi Atene deve prima implementare le riforme e chiarire alcuni
aspetti della nuova manovra
Roma - La Grecia
torna sotto pressione dopo i dubbi palesati dai rappresentanti della Troika
(Ue, Fmi, Bce) durante l’incontro con il premier Antonis Samaras. Le
indiscrezioni uscite tra la serata di ieri e la mattinata di oggi riferiscono
della sfiducia dei creditori nei confronti di alcuni provvedimenti varati dal
governo ellenico e volti a sbloccare la tranche da 13,5 miliardi di euro
prevista dal secondo piano di salvataggio europeo ma congelata in seguito ai
ritardi di Atene nell’implementazione delle riforme. I dubbi della Troika
riguardano l’effettiva possibilità da parte del governo greco di realizzare
tagli per 1,5 miliardi tra sanità, difesa e riforma delle autonomie locali.
Inoltre, sono sotto scrutinio altri provvedimenti che riguardano i tagli alla
spesa pubblica per due miliardi che dovrebbero essere attuati entro il 2014. I
rappresentanti della Troika hanno chiarito a Samaras che lo sblocco degli aiuti
può avvenire solo dopo che queste perplessità saranno state fugate. Inoltre,
Atene dovrà provvedere a varare quelle misure rinviate in seguito alla doppia
tornata elettorale di maggio e giugno, tra le quali spiccano la
liberalizzazione delle professioni, la deregulation dei mercati energetici e
delle merci, nonché la fusione dei frammentati e dispendiosi servizi di sanità
pubblica.
Secondo alcune fonti, la Troika avrebbe anche
affrontato con il ministro del Lavoro Yiannis Vroutsis punti sensibili come il
salario minimo e le compensazioni da parte dei servizi di previdenza sociale
per i lavoratori che verranno licenziati. I delegati della Troika avrebbero
spinto per una riduzione del 30 per cento di queste sovvenzioni ma il ministro
avrebbe risposto che “non è il momento appropriato per tirare fuori certe
proposte”. Sta di fatto che per la Grecia si allontana la possibilità di
approvare in Parlamento le misure concordate con la Troika prima del Consiglio
europeo del 18 ottobre a Bruxelles. Con il rischio che, qualora la
corresponsione di questa tranche di aiuti verrà ulteriormente rinviata, il Paese
si trovi nella drammatica condizione di non poter far fronte alle spese
essenziali, tra le quali gli stipendi dei dipendenti pubblici e le
pensioni. (ilVelino/AGV)
(gda) 03 Ottobre
2012 13:23
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