mercoledì 3 ottobre 2012

(2) III.X.MMXII/ A Strasburgo qualcuno intende partorire un mostro giuridico: l'Europarlamento proposto come Parlamento dell'Euro. Nel mentre a Sassari qualcun altro usa il cervello: «Il sentimento di rabbia e di ingiustizia, sempre più diffuso nell’intera comunità isolana – ha detto il primo firmatario Pierpaolo Panu – per come lo Stato si è comportato nei confronti della Sardegna sulla vertenza entrate, impone a tutte le istituzioni una decisa presa di posizione perché venga restituito all’isola il maltolto e perché venga predisposto un nuovo sistema di gestione delle entrate e di riscossione, che non conceda più a nessuno di impadronirsi delle risorse altrui».


Ilva, Riva a processo per 15 operai uccisi dal cancro ai polmoni
Taranto. I medici: «Grave il peso dell’inquinamento sulla salute, nessuno lo sottovaluti»
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Dall’isola al Nord Africa, il 4,7% dell’export totale
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: No a Equitalia, sì all’Agenzia sarda
Riforma eurozona, sì Parlamento a superministro Tesoro
Consiglio Europa: Italia cambi legge finanziamento partiti

Ilva, Riva a processo per 15 operai uccisi dal cancro ai polmoni
di MIMMO MAZZA
TARANTO - Decine di operai dell’Italsider-Ilva morti a seguito dell’esposizione alle fibre di amianto presenti nello stabilimento siderurgico. Approda stamattina dinanzi al giudice monocratico Massimo De Michele il procedimento nei confronti dei 28 imputati rinviati a giudizio dal gup Giuseppe Tommasino, tutti accusati di omicidio colposo per la morte di 15 operai dell’Ilva deceduti dal 2004 al 2010 per malattia professionale. Nell’elenco degli imputati ci sono il patron Emilio Riva, suo figlio Fabio, il direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso (Emilio Riva e Luigi Capogrosso sono agli arresti domiciliari dal 26 luglio scorso) e poi coloro i quali hanno traghettato l’acciaio di stato nelle mani della famiglia Riva dal 1975 al 1995, anno della privatizzazione, compresi personaggi noti come Giorgio Zappa, già direttore generale di Finmeccanica, in forza all’Ilva dal 1988 al 1993 quale vice prima e direttore generale poi.
Ma quali sono i reati contestati? Per tutti gli imputati è stato ipotizzato il disastro colposo e l’omissione dolosa di cautele sul luogo di lavoro, in quanto «omettevano nell’esercizio ovvero nella direzione dell’impresa, nell’ambito delle rispettive attribuzioni e competenze, di adottare cautele che secondo l’esperienza e la tecnica sarebbero state necessarie a tutelare l’integrità fisica dei prestatori di lavoro, in particolare impianti di aspirazione nonché sistemi di abbattimenti delle polveri- fibre contenenti amianto idonei a salvaguardare l’ambiente di lavoro dall’agg ressione del suddetto materiale cancerogeno, nonché omettevano di far eseguire in luoghi separati le lavorazioni afferenti al rischio di inalazione delle polveri-fibre di amianto, unitamente ad altre adeguate misure di prevenzione ambientali e personali atte a ridurre la concentrazione e la diffusione delle polveri- fibre di amianto generatesi durante le lavorazioni a tutela dei lavoratori dipendenti dello stabilimento Ilva ripetutamente esposti ad amianto durante lo svolgimento di attività lavorative. In tal modo».
Il procedimento di stamattina è destinato ad essere riunito a quello che conta 18 imputati (ma posizioni e nomi si sovrappongono nei due fascicoli), ritenuti responsabili del decesso di altri 16 operai, riunione che sarà varata in occasione dell’udienza straordinaria che si terrà il prossimo 23 novembre dinanzi al giudice monocratico Simone Orazio, assegnatario del primo procedimento. Oltre ai parenti delle vittime delle malattie professionali, parte civile nel corso dell’udienza preliminare si sono costituiti la Fiom-Cgil, la Uil e l’associazione Contramianto. Dei 34.000 esposti all'amianto a Taranto la parte più consistente riguarda lavoratori della siderurgia. Sono 962 le malattie professionali Inail denunciate a Taranto nel periodo 2003-2009 e legate all'amianto, polveri e altri cancerogeni, con 308 casi di cancro polmonare, 85 tumori della vescica, 316 broncopatie, 201 asbestosi, 52 mesotelioma, il tumore alla pleura provocato dall'amianto. Tra il 1998 e il 2010 sono state 234 le denunce di malattie amianto correlate (asbestosi, neoplasie e pleuropatie) di lavoratori Ilva di Taranto con un dato percentuale nel periodo 2006-2010 del 21,6% della totalità delle malattie professionali denunciate rispetto al 7,2%del dato nazionale. Delle 93 neoplasie indennizzate dall'Inail di Taranto nel periodo 2004 -2008 quasi il 50% sono legate al comparto siderurgico. Il medesimo trend si rileva dalle 364 patologie dovute all'amianto registrate dal 1995 al 2007 dalla Medicina del Lavoro del Policlinico di Bari in lavoratori dell'area jonica dove il 60% è correlabile all'Ilva-Italsider.
Le malattie professionali costituiscono una dura e amara realtà per la provincia di Taranto, da anni e anni. E periodicamente la Procura della repubblica avvia inchieste per fare chiarezza su cause e origini, e dare giustizia alle vittime, dipendenti della grande industria che hanno contratto malattie durante il lavoro quotidiano in fabbrica, e ai loro familiari.

Taranto. I medici: «Grave il peso dell’inquinamento sulla salute, nessuno lo sottovaluti»
E’ grave la situazione ambientale e sanitaria in cui versa Taranto. Ed a questo punto c’è una «indifferibile e urgente necessità, nell’in - teresse primario della tutela della salute dei cittadini, che tale situazione sia considerata da tutti gli attori di questa dolorosa vicenda con coraggio, trasparenza e determinazione, ed affrontata e risolta in tempi brevi, evitando pericolose, parziali e al momento poco attendibili sottovalutazioni». E’ l’Ordine dei medici di Taranto, attraverso la commissione Ambiente, a lanciare questo nuovo e pressante allarme. Per i medici non c’è spazio a dubbi di sorta: la situazione è grave ed a dirlo chiaramente sono anche le recenti informazioni sullo stato di salute della popolazione tarantina esposta all’inquinamento industriale. Informazioni fornite dai media e che i medici giudicano «contrastanti» tanto da spingere gli stessi medici a fare alcuni chiarimenti e fornire punti fermi.

Uno: lo studio recentemente pubblicato sulla rivista «Epidemiologia e Prevenzione» a cura di Mataloni, Biggeri, Forastiere e Triassi documenta un aumento della mortalità e delle ospedalizzazioni per tumori e per malattie dell'apparato respiratorio e cardiovascolare nei quartieri più vicini alla zona industriale (Tamburi, Borgo, Paolo VI e Statte).
Due: lo studio Sentieri documenta un eccesso di mortalità per la città di Taranto per il periodo 1995-2002. Per gli incrementi di mortalità per tumore polmonare e malattie respiratorie non tumorali è stato, tra l’altro, possibile attribuire un ruolo eziologico all’esposizione ambientale associata alle emissioni di impianti specifici, ed in particolare a Taranto un ruolo delle emissioni degli stabilimenti metallurgici. Ed ancora: l’incremento di mortalità documentato dallo studio Sentieri relativo agli anni 1995-2002 è confermato dal successivo studio 2003 e 2006-2008, preso in visione direttamente dalla commissione Ambiente. C’era stata, come si ricorderà, qualche anticipazione e qualche equivoco su tali dati la cui preentazione è ststa rinviata dal ministero della Salute al prossimo 12 ottobre.

Tre: la gravità della situazione - commenta sempre la commissione Ambiente dell’Ordine dei medici di Taranto - è peraltro riconosciuta dalle autorità politiche locali e nazionali che nelle premesse al documento «Protocollo d’intesa per interventi di bonifica ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto» del 26 luglio scorso parlano di «una forte connessione tra le criticità ambientali e sanitarie presenti nell’area industriale e gli elevati livelli emissivi complessivamente presenti nell’area industriale».
Quattro: è del 7 agosto scorso il disegno di legge regionale n. 129 su «Disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto». Anche qui si parla di «gravi situazioni di criticità ambientale e sanitaria accertate in relazione al sito di bonifica di interesse nazionale di Taranto» che richiedono disposizioni di «straordinaria necessità ed urgenza».

Cinque: solo pochi giorni fa - siamo al 26 settembre scorso - l’Ares, l’Agenzia regionale sanitaria Puglia, e Arpa Puglia nel «Rapporto Arpa Puglia su riesame Aiaper lo stabilimentoIlva di Taranto» parlano di «rilevanti criticità nel profilo di salute delle popolazioni ivi residenti ed in particolare a carico dell’area urbana del capoluogo di provincia rispetto alla quale diversi studi hanno dimostrato chiaramente il ruolo dell’inquinamento di origine industriale».

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Dall’isola al Nord Africa, il 4,7% dell’export totale
03.10.2012
CAGLIARI Si rafforzano gli scambi commerciali della Sardegna con i Paesi del Maghreb anche se la cosiddetta primavera araba ha in parte interrotto il trend crescente dei vari paesi. E ha fatto slittare l’introduzione della «libera area di scambio nel Mediterraneo» che era molto attesa anche nell’isola. In termini assoluti l’Italia ha il maggior volume di interscambio con gli altri Paesi del Mediterraneo con 57,7 miliardi di euro nel 2011 e un saldo positivo del 55 per cento. Dopo l’Italia ci sono Germania (56,6 miliardi) e Francia (47 miliardi). Al netto dei prodotti petroliferi, però, i rapporti cambiano: l’Italia, infatti, scambia oltre 37 miliardi di euro rispetto ai 50 della Germania e i 371 della Francia. Nel 2011, il 22 per cento dell’interscambio totale dell’Italia ocn l’Area Med ha riguardato il Mezzogiorno rispetto al 65% del Centro Nord. La Sicilia incide per circa il 10% del totale, la Sardegna per il 4,7 per cento. Seguela Campania (3,2%); ma sono le regioni del Centro Nord a vantare quote ben più rilevanti: Lombardia 21 per cento, Veneto 10%. Più in particolare, il Mezzogiorno si presenta maggiormente integrato con i paesi del Sud del Mediterraneo, con il 22% dell’interscambio commerciale mentre è il Nord rd Est a concentrare gli scambi commerciali (41%) con il Mediterraneo orientale. Quando all’interscambio di prodotti energetici, sono le regioni meridionali a ricoprire un ruolo da protagoniste con i Paesi mediterranei con la Sardegna e la Sicilia che incidono rispettivamente per il 12 e per il 24 per cento sul totale italiano. Considerando l’interscambio commerciale non energetico nel 2011, è la Turchia a registrare il valore più alto di integrazione con il Mezzogiorno d’Italia (1,7 miliardi di euro) seguita dalla Tunisia (701 miliardi di euro). Secondo l’African Economic Outlook, il Pil del Nord Africa nel 2011 ha perso poco meno dell’1% ma ora, si apure nell’incertezza, è attesa una crescita del 5%.

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: No a Equitalia, sì all’Agenzia sarda
03.10.2012
SASSARI La riscossione delle entrate e la fiscalità mette d’accordo tutti: il Consiglio ha infatti approvato all’unanimità (astenuti solo gli esponenti del Pdl) una mozione che riguardava la richiesta di costituzione dell’Agenzia Sarda delle Entrate. «Il sentimento di rabbia e di ingiustizia, sempre più diffuso nell’intera comunità isolana – ha detto il primo firmatario Pierpaolo Panu – per come lo Stato si è comportato nei confronti della Sardegna sulla vertenza entrate, impone a tutte le istituzioni una decisa presa di posizione perché venga restituito all’isola il maltolto e perché venga predisposto un nuovo sistema di gestione delle entrate e di riscossione, che non conceda più a nessuno di impadronirsi delle risorse altrui». Facendo leva dunque sullo statuto speciale della Regione autonoma della Sardegna, i consiglieri chiedono al governo regionale di istituire l’Agenzia sarda delle Entrate. Alla quale sarà affiancata una società partecipata alla quale assegnare le funzioni oggi svolte da Equitalia. «E’ un provvedimento necessario – dicono i consiglieri – perché in una situazione di forte crisi gli attuali sistemi di riscossione non sono adeguati: troppo onerosi perché impongono tassi di interesse, penali di ritardato pagamento e un agio di riscossione che aumentano a dismisura il debito capitale, fino a renderne impossibile il pagamento». Quindi l’impegno che l’assemblea civica chiede al sindaco è questo: sollecitare la Regione ad approvare una legge per l’attivazione dell’Agenzia sarda delle Entrate. Chiedere al governo di sospendere tutte le azioni esecutive che riguardino situazioni eccezionali. Chiedere sempre al Governo di attuare subito una moratoria non onerosa dei debiti che le attività produttive operanti in Sardegna hanno maturato per le imposte Ires e Irap e per i contributi dovuti all’Inps. Infine la totale corresponsione delle entrate che spettano all’isola. «Questa mozione dovrebbe essere discussa da tutti i comuni sardi in modo da costituire un fronte unico per la vertenza entrate».

Riforma eurozona, sì Parlamento a superministro Tesoro
Ok a eurobond e tobin tax. Domani prima riunione gruppo lavoro
03 ottobre, 13:01
BRUXELLES - C'e' la figura di un superministro del Tesoro unico della Ue, tra le proposte di riforma che i negoziatori dell'Europarlamento porteranno domani al tavolo della prima riunione del 'working group' sul progetto di nuova Eurozona fondato sul documento dei 4 presidenti (Van Rompuy-Barroso-Juncker-Draghi). Nelle 5 pagine del documento (in allegato) si propone anche emissione di bond a breve, introduzione della tobin tax, superamento della regola dell'unanimita' e elezione diretta del presidente della Commissione.  
I negoziatori del Parlamento (l'italiano Roberto Gualtieri, il belga Guy Verhofstadt, il tedesco Elmar Brok, gli stessi che all'inizio dell'anno hanno lavorato sul 'fiscal compact') partono da tre principi: indivisibilita' della Ue, definizione dell' Europarlamento come 'Parlamento dell'Euro', rinforzo del 'metodo comunitario. Nel documento affrontano i quattro 'pilastri' della nuova costruzione europea (Unione bancaria, unione di bilancio, Unione economica e Unione politica) e fanno le proposte di quanto possibile fare senza cambiare i Trattati, prospettiva comunque considerata ''necessaria a medio termine''.
* Unione bancaria: propone il controllo parlamentare sulle attivita' di supervisione bancaria, comprese audizioni del presidente e procedura di consenso per la sua nomina.
* Unione di bilancio: ''Una unione di bilancio piu' forte e integrata - e' scritto - deve includere diverse forme si solidarieta' fiscale, da strumenti di finanziamento a breve termine su basi limitate e condizionate, ad un graduale passaggio ad un fondo di redenzione''. Inoltre, per il Parlamento, ''il Commissario per gli affari economici e monetari deve essere sempre un vicepresidente della Commission e presidente dell'Eurogruppo. Inoltre deve diventare Monistro del Tesor della Ue con uno status specifico''.
* Unione economica: ''tutte le misure devono avere lo scopo di cionservare l'economia sociale di mercato ed il modello sociale europeo''; uso sistematico dello strumento della 'cooperazione rafforzata' e abbandono del principio dell'unanimita' per snellire le procedure nell'Eurozona; aumento delle capacita' di bilancio europeo con una Tobin Tax; creazione di nuove linee guida ''che comprendono benchmark sociali ed economici con standard minimi vincolanti''.
* Unione politica: i parlamentari danno indicazioni per un ''rafforzamento del processo democratico'' proponendo di porre sotto il controllo le Troika; il Consiglio Ue deve diventare ''la seconda Camera nel processo legislativo dell'Unione''; il presidente della Commissione europea puo' essere eletto direttamente; i partiti politici europei devono presentare capilista; deve essere rafforzata la cooperazione tra Parlamento europeo e Parlamenti nazionali.

Consiglio Europa: Italia cambi legge finanziamento partiti
Approvata risoluzione Strasburgo: "Intervenire è prioritario"
03 ottobre, 13:14
STRASBURGO - L'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha votato a larga maggioranza, e con il voto favorevole dei 3 parlamentari italiani presenti, Pietro Marcenaro (Pd), Federica Mogherini (Pd) e Giacomo Santini (Pdl), una risoluzione in cui si chiede ai 47 Paesi membri dell'organizzazione di introdurre legislazioni sul finanziamento delle campagne elettorali e dei partiti. Nel documento che accompagna la risoluzione l'Italia viene citato come uno dei paesi che ''ha ancora diverse importanti deficienze in questo ambito che devono essere affrontate come priorita'''.
Nella risoluzione 'Per elezioni piu' democratiche' l'assemblea sottolinea di essere ''particolarmente preoccupata per il perdurare, in diversi Stati membri'' di una serie di violazioni elettorali, tra cui l'abuso delle risorse amministrative e l'opacita' del finanziamento delle campagne elettorali e altri problemi relativi al finanziamento dei partiti politici.
Quello che viene chiesto e' che la legislazione sul finanziamento di campagne elettorali e partiti non regoli solo l'origine dei fondi e fissi un massimale di spesa, ma dia anche modo a tutti gli elettori di accedere alle informazioni riguardanti la natura e l'importo delle spese della campagna e dei partiti. Inoltre viene specificato che affinche' la legge sia applicata con rigore, ogni infrazione dovra' incorrere in sanzioni commisurate.
I partiti poi devono rafforzare la loro democrazia interna, mediante l'adozione di un apposito quadro legislativo, per quanto riguarda la selezione dei candidati. Infine il sistema elettorale deve essere scelto in modo da rispecchiare al meglio l'opinione dei cittadini e la composizione politica dell'elettorato, tenendo conto anche di elementi come il sesso e l'appartenenza etnica.

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