Inflazione: Istat, prezzi freddi a ottobre e
retromarcia al 2,6%
Disoccupazione giovanile da record. L'Istat:
"E' salita al 35,1% a settembre"
Bozen, oltrepadania. Durnwalder su tutela
austriaca: «Avrei preferito protesta ufficiale»
Parma, padania. Pomodoro, tempo di bilanci
L'UNIONE SARDA - Economia: «Bandi complessi,
troppo lenta la spesa sui fondi agricoli»
31.10.2012
L'inadeguata
programmazione, il mal funzionamento del sistema (assessorato e agenzie) e la
complessa formulazione dei bandi che non tiene conto delle reali necessità
delle imprese sono le cause che mettono a rischio la spesa dei fondi
comunitari. Secondo Confagricoltura, il countdown implacabile è iniziato e si
concluderà allo scoccare dell'anno. La Sardegna ha soli due mesi e mezzo di
tempo per spendere 40 milioni di euro, la dotazione finanziaria del Fondo
europeo agricolo per lo Sviluppo Rurale (Feasr), che potrebbe svanire nell'oblio
del disimpegno automatico. I RITARDI La situazione dunque è preoccupante. Per
Confagricoltura, è necessaria un'analisi attenta delle cause, che vanno
ricercate prima di tutto in una «programmazione sballata», confermata ogni anno
da una corsa all'ultimo minuto per la spesa dei fondi. Anche lo scorso
dicembre, la relazione annuale di esecuzione del Psr (il Piano di sviluppo
rurale) segnava un livello di spesa pari al 37% di avanzamento, con 478 milioni
di euro in totale. LA BUROCRAZIA Ma le criticità sono generate dalle lacune
presenti in tutto il sistema organizzativo, dall'assessorato alle agenzie che
funzionano con «estrema lentezza». Le carenze emergono nel Sian (sistema
informativo agricolo nazionale) e nel Sin (la società che gestisce il Sian) con
particolare riferimento agli applicativi informatici gestiti da Sardegna.it,
responsabili dei ritardi nei pagamenti, rallentati anche da una burocrazia
farraginosa. I BANDI I vertici di Confagricoltura, riuniti nel direttivo
regionale, denunciano anche il complesso iter istruttorio dei bandi, spesso
troppo complicati e di difficile interpretazione, tanto da scoraggiare gli
imprenditori ad accedervi. «I bandi non vengono calibrati sulle reali esigenze
delle imprese sarde e sono pertanto slegati dal tessuto produttivo», dichiara
il presidente di Confagricoltura Sardegna, Elisabetta Falchi, «quando invece
basterebbe concertarne la formulazione con le associazioni agricole, come
avviene in altre regioni (si pensi all'Emilia Romagna) che riescono ad essere
più efficaci nella spesa delle risorse finanziarie». I GIOVANI «Se poi pensiamo
all'importanza della misura 112, destinata all'insediamento dei giovani»,
commenta Falchi, «dobbiamo rilevare che a giungo 2012 il tasso di esecuzione
finanziaria di questa misura era di appena il 26% con 18 milioni di euro spesi,
a fronte di una dotazione complessiva di 70 milioni. Ma ancora più anomalo»,
conclude il presidente di Confagricoltura Sardegna, «è il dato sull'avanzamento
procedurale, secondo cui il 43% delle domande non risultano ammesse al
finanziamento e presentano un elevato tasso di mortalità che è davvero
singolare. Insomma, la riforma degli enti regionali è un'esigenza non più
rinviabile». Lanfranco Olivieri
Inflazione: Istat, prezzi freddi a ottobre e
retromarcia al 2,6%
31 Ottobre 2012 -
11:18
(ASCA) - Roma, 31 ott - Frena l'inflazione in
Italia. Nel mese di ottobre - secondo le stime preliminari dell'Istat -
l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettivita' (NIC),
comprensivo dei tabacchi, registra una variazione congiunturale nulla e un
aumento del 2,6% nei confronti di ottobre 2011 (era +3,2% a settembre).
Il rallentamento della crescita su base annua
dei prezzi al consumo coinvolge gran parte delle diverse tipologie di prodotto,
scontando sia effetti di riduzione congiunturale in diversi comparti dei beni e
dei servizi, sia un favorevole confronto con ottobre 2011, mese caratterizzato
da forti rialzi congiunturali dei prezzi, ai quali aveva in parte contribuito
l'aumento dal 20% al 21% dell'aliquota IVA ordinaria.
L'inflazione acquisita per il 2012 si conferma
al 3,0%.
L'inflazione di
fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi,
scende all'1,5% (dall'1,9% di settembre). Al netto dei soli beni energetici, la
crescita tendenziale dell'indice dei prezzi al consumo rallenta all'1,6% (+2,0%
nel mese precedente). Rispetto a un anno prima il tasso di crescita dei prezzi
dei beni scende al 3,3%, dal 4,1% del mese precedente, e quello dei prezzi dei
servizi rallenta all'1,7% (era +1,9% a settembre). Di conseguenza, il
differenziale inflazionistico tra beni e servizi si riduce di sei decimi di
punto percentuale rispetto al mese di settembre.
Quanto all'area euro, secondo le indicazioni
flash di Eurostat, sempre relative a ottobre l'inflazione e' scesa al 2,5%, dal
2,6% del mese precedente.
glr/fch/mau
Disoccupazione giovanile da record. L'Istat:
"E' salita al 35,1% a settembre"
ultimo
aggiornamento: 31 ottobre, ore 10:31
Roma, 31 ott.
(Adnkronos/Ign) - Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l'incidenza
dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari a settembre al
35,1%, in aumento di 1,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,7
punti nel confronto tendenziale. Lo rileva l'Istat.
Anche a livello
generale vola la disoccupazione. Secondo l'Istat a settembre sono 2,774 mln
disoccupati, il 2,3% in più rispetto ad agosto (62 mila unità). La crescita
riguarda prevalentemente gli uomini. Su base annua si registra una crescita
pari al 24,9% (554 mila unità).
Mentre gli occupati
sono 22.937 mila, in diminuzione dello 0,2% rispetto ad agosto (-57 mila
unità). Il calo riguarda esclusivamente la componente maschile. Il numero di
occupati è invariato su base annua. Il tasso di occupazione è pari al 56,9%, in
diminuzione di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale ma è stabile
nei dodici mesi.
Bozen, oltrepadania. Durnwalder su tutela
austriaca: «Avrei preferito protesta ufficiale»
Il governatore
altoatesino interviene dopo il chiarimento tra il premier Monti e il
cancelliere Faymann
«Avrei preferito una
protesta ufficiale»: lo ha detto il governatore altoatesino Luis Dunrwalder
dopo l’intervento del cancelliere austriaco Werner Faymann sul chiarimento con
il premier Mario Monti per la vicenda del ruolo dell’Austria a tutela della minoranza
altoatesina. Gli fa eco il segretario Svp Richard Theiner: «Monti si è espresso
contro l’autonomia non solo con le parole, ma anche con i fatti e non dobbiamo
chiudere gli occhi di fronte a questa circostanza».
Parma, padania. Pomodoro, tempo di bilanci
Mara Troni
La campagna di
raccolta e trasformazione del pomodoro da industria si è conclusa, rispetto
allo scorso anno, con un calo produttivo
del 7,5% e con una diminuzione del 5%
dei quantitativi contrattati con le fabbriche di lavorazione.
A divulgare i dati è
l’Organizzazione interprofessionale del Distretto del pomodoro da industria –
Nord Italia, che, in un secondo tempo, renderà noti anche quelli relativi ai
prodotti finiti ottenuti dalla trasformazione industriale.
«Nonostante le
difficoltà che hanno contrassegnato la campagna e su tutte, la siccità,
l’impegno è quello di continuare a perseguire il miglioramento della qualità,
elemento distintivo delle nostre produzioni», così ha commentato la fine della
campagna, il presidente Pierluigi Ferrari.
Nel 2012 la
superficie coltivata a pomodoro da industria, dalle aziende riunite nelle
organizzazioni associate al distretto, è stata di 33.464 ettari. La regione
Emilia-Romagna si è confermata leader per la coltivazione con 22.144 ettari,
seguita dalla Lombardia, con 6.507 ha, dal Veneto con 2.258 ha e dal Piemonte
con 1.562 ha.
Il quantitativo
finale di materia prima prodotta è stata pari a 2.370.917 tonnellate. La resa
media si è attestata a 70,85 t/ha, in linea con la resa del 2011 (71,24 t/ha).
La campagna che si è chiusa verrà ricordata
per la siccità prolungata e per le temperature torride ma, nonostante le
condizioni climatiche avverse, si è distinta per l’aumento della superficie
media dedicata dalle aziende alla coltivazione del pomodoro (17,5 ha), oltre che
per l’elevata diffusione della microirrigazione, condizioni che hanno permesso
di raggiungere buone medie produttive. E’ opinione diffusa che la pratica della
microirrigazione debba essere ulteriormente divulgata, perché punto di forza
per il futuro della coltivazione del pomodoro anche nelle zone in cui l’acqua
non è mai stata un fattore limitante della produzione.
Nella campagna 2012
il contenuto zuccherino del pomodoro è risultato buono pari a 4,84 gradi Brix,
leggermente in calo rispetto al 4,94
registrato nel 2011.
Lo scarto medio si è
attestato a 4,48% ed è in linea con il dato dell’anno precedente (4,32%).
Il calo del prezzo
medio e le maggiori spese sostenute, specie per l’approvvigionamento
energetico, connesso alla necessità di praticare un maggior numero di
irrigazioni, hanno determinato una significativa diminuzione del reddito dei
produttori agricoli rispetto allo scorso anno.
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