mercoledì 31 ottobre 2012

(2) XXXI.X.MMXII/ Terroni! per un anno niente pastasciutta con le polpette, pagate il debito sabaudo-padano.===L'Italia risparmia solo meno del 17% del reddito nazionale, una quota ''inferiore alla media europea, circa 4 punti percentuali in meno rispetto alla prima meta' dello scorso decennio, contro il 22% di Germania e il 18% di Francia''. La flessione ''riflette soprattutto il calo del risparmio delle famiglie'', che - da un lato ''possono fare affidamento piu' che in passato sui finanziamenti bancari; dall'altro, a comprimere il risparmio contribuisce soprattutto la caduta del reddito delle famiglie pari al 9% in termini reali nell'ultimo quinquennio, dopo una crescita modesta nel decennio precedente la crisi finanziaria''. Cosi' il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco intervenendo alla Giornata Mondiale del Risparmio organizzata dall'Acri, che si celebra a Palazzo della Cancelleria a Roma.

Foggia. La provocazione di Confagricoltura: prezzi bassi, stop di un anno ai pomodori
Risparmio: Visco, in Italia sceso sotto quota 17%, inferiore a media Ue
Prezzi produzione: Istat, a settembre in crescita al 2,6%
Infrastrutture, cdm approva consultazione pubblica per grandi opere
Grecia: nel 2013 debito pubblico salira' al 189,1%
Bruxelles boccia tagli presidenza a bilancio 2014-2020
Foggia. La provocazione di Confagricoltura: prezzi bassi, stop di un anno ai pomodori
Lo ha annunciato a Foggia il presidente nazionale Guidi
La Capitanata pesa per il 32% sulla produzione nazionale
FOGGIA — «Se per un anno, a partire dalla prossima primavera, non si semina il pomodoro non succede nulla». Da Foggia, dove Confagricoltura ha organizzato un convegno sulla crisi del pomodoro, il presidente nazionale Mario Guidi ha lanciato la provocazione di un anno di stop alla produzione, in assenza di un prezzo equo concordato per tempo con le aziende di trasformazione. Il pomodoro è in crisi anche nella provincia di Foggia, che da sola totalizza, con 17 milioni di quintali all’anno, il 32% della produzione nazionale. Numeri che dopo l’ultima raccolta, a causa della siccità, sono andati al di sotto dei minimi storici, con un calo produttivo che si aggira tra il 25-30%. Il problema è sempre lo stesso, vale a dire il prezzo di mercato, che andrebbe concordato con le industrie prima della semina primaverile, per evitare il rischio che gli stessi industriali prendano tempo e tentino, come quasi sempre accade, di imporre i propri prezzi al ribasso a raccolta cominciata.
«Gli agricoltori — ha spiegato Guidi — sono scettici e stanchi di aspettare qualcosa che non arriva mai. È necessario che il prezzo sia ragionevole e stabilito in base ai reali costi di produzione ed alla capacità produttiva del territorio». Oggi un quintale di pomodoro tondo costa 8 euro, 9 quello lungo. Secondo Confagricoltura il prezzo giusto si avrebbe aumentando di due euro quelli attuali. «Se non si creeranno subito le condizioni affinché gli agricoltori possano programmare adeguatamente la prossima campagna — ha chiarito Guidi — si rischia il collasso del settore, che può determinare un crollo dell’intera filiera produttiva». Di qui la necessità di trovare un interlocutore, un soggetto terzo, magari il ministero dell’Agricoltura o la Regione, che possa fare da intermediario tra produttori e industriali, creando un accordo interprofessionale sul modello di quello adottato al Nord che ha finito con il condizionare anche i mercati del Sud. «Il meridione è andato quest’anno sul mercato senza questo accordo — ha aggiunto Onofrio Giuliano, presidente Confagricoltura Foggia — e pertanto si è basato sulle regole del Nord che prevedono i prezzi attuali che noi vorremmo fossero più onesti. Le industrie stanno giocando d’azzardo, riconoscere un prezzo più equo non sarebbe un grande sforzo»
Marzia Campagna

Risparmio: Visco, in Italia sceso sotto quota 17%, inferiore a media Ue
31 Ottobre 2012 - 12:11
 (ASCA) - Roma, 31 ott - L'Italia risparmia solo meno del 17% del reddito nazionale, una quota ''inferiore alla media europea, circa 4 punti percentuali in meno rispetto alla prima meta' dello scorso decennio, contro il 22% di Germania e il 18% di Francia''. La flessione ''riflette soprattutto il calo del risparmio delle famiglie'', che - da un lato ''possono fare affidamento piu' che in passato sui finanziamenti bancari; dall'altro, a comprimere il risparmio contribuisce soprattutto la caduta del reddito delle famiglie pari al 9% in termini reali nell'ultimo quinquennio, dopo una crescita modesta nel decennio precedente la crisi finanziaria''.
 Cosi' il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco intervenendo alla Giornata Mondiale del Risparmio organizzata dall'Acri, che si celebra a Palazzo della Cancelleria a Roma.
Presenti, tra gli altri, il ministro dell'Economia Vittorio Grilli, il presidente dell'Acri Giuseppe Guzzetti, il presidente dell'Abi Giuseppe Mussari.
 Visco ha sottolineato che le famiglie hanno limitato le ripercussioni della crisi ''attingendo al risparmio accumulato e riducendo quello corrente''. Tuttavia il governatore ha rimarcato che al contrario ''in Francia e in Germania il reddito disponibile e i consumi delle famiglie sono cresciuti, sebbene a ritmi contenuti, nel corso dell'intero periodo''.
 Il governatore ha inoltre messo in luce che alla fine del 2011 il credito al consumo per le famiglie era pari all'11% del reddito disponibile, i mutui ipotecari al 32%, circa 3 volte i rispettivi valori della fine degli anni '90. In Italia il risparmio e' in calo - ha sottolineato Visco - da oltre un ventennio e la flessione si e' accentuata dall'avvio della crisi. ''Aumenta la difficolta' delle famiglie ad accantonare le risorse: rispetto alla prima meta' dello scorso decennio la quota di coloro che dichiarano di voler risparmiare e' aumentata di 15 punti percentuali, al 90%.
Quella di coloro che affermano di poterlo fare e' diminuito di 10 punti, al 26%. Il divario tra le due quote - secondo Visco - e' piu' ampio per gli anziani e per i giovani: tra questi ultimi, soprattutto per quelli con elevata istruzione, con un contratto di lavoro a tempo determinato, che vivono da soli in case in affitto''.
ram/mau

Prezzi produzione: Istat, a settembre in crescita al 2,6%
31 Ottobre 2012 - 12:04
 (ASCA) - Roma, 31 ott - Nel mese di settembre 2012, l'indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali registra una diminuzione dello 0,1% rispetto al mese precedente ed un aumento del 2,6% rispetto a settembre 2011.
 I prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno - spiega l'Istat in una nota - diminuiscono dello 0,1% rispetto ad agosto ed aumentano del 2,8% su base tendenziale. Al netto del comparto energetico si registra un aumento congiunturale dello 0,2% ed uno tendenziale dello 0,9%.
 I prezzi dei beni venduti sul mercato estero diminuiscono dello 0,1% sul mese precedente, con una diminuzione dello 0,1% per l'area euro ed una variazione nulla per l'area non euro. In termini tendenziali si registra un incremento dell'1,0% (+0,8% per l'area euro e +1,4% per quella non euro).
 Il contributo maggiore alla crescita tendenziale dell'indice dei prezzi dei beni venduti sul mercato interno proviene dai prodotti energetici (1,6 punti percentuali). Per il mercato estero i contributi piu' significativi derivano, per l'area euro, dall'energia (0,3 punti percentuali), per quella non euro dai beni intermedi e dall'energia (per entrambi 0,4 punti percentuali).
 Il settore di attivita' economica per il quale si rileva la crescita tendenziale dei prezzi piu' marcata e' quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati, con un incremento dell'11,7% sul mercato interno e del 14,9% su quello estero.
red/glr

Infrastrutture, cdm approva consultazione pubblica per grandi opere
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Roma - Il Consiglio dei Ministri ha approvato il ddl su infrastrutture, trasporti, edilizia e territorio. Il provvedimento, si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi al termine della prima parte della riunione dell'esecutivo, "introduce nel nostro Paese l’istituto della consultazione pubblica per la realizzazione delle opere di interesse strategico, così da consentire il coinvolgimento preventivo delle comunità e dei territori interessati, permettendo una maggiore condivisione delle informazioni e delle finalità dei progetti con le comunità locali. Sempre sul fronte infrastrutturale, sono introdotte nuove misure per agevolare ulteriormente l’utilizzo degli strumenti di partenariato pubblico-privato per la realizzazione delle opere pubbliche, anche attraverso una ulteriore semplificazione e accelerazione delle procedure. Attraverso la proposta di leggi di delega, si intende inoltre ammodernare e semplificare fortemente i quadri normativi complessivi di settori importanti quali: appalti pubblici, edilizia e territorio, trasporto con autobus. La normativa di questi settori, in seguito a diverse modifiche legislative intervenute nel corso degli anni, ha perso organicità, e si è dunque deciso di consolidare le novità legislative, così da dare maggiore stabilità e certezze agli operatori. Il disegno di legge approvato oggi - si legge ancora nella nota - arricchisce ulteriormente il lavoro di produzione normativa in tema di infrastrutture e trasporti svolto dal Governo nell’ultimo anno, sfociato in oltre 120 nuove norme già direttamente operative o la cui attuazione amministrativa è imminente".   (ilVelino/AGV)
(baz) 30 Ottobre 2012 19:28

Grecia: nel 2013 debito pubblico salira' al 189,1%
31 Ottobre 2012 - 12:16
 (ASCA-AFP) - Atene, 31 ott - Il debito pubblico greco salira' nel 2013 dal 175,6% al 189,1% del Pil rispetto al precedente 179,3% che compariva nella bozza di finanziaria varata dal governo. E' quanto si legge nelle previsioni di bilancio depositate stamani in Parlamento dal ministro delle Finanze Yannis Stournaras.
rba/mar/bra

Bruxelles boccia tagli presidenza a bilancio 2014-2020
Proposta riduzione budget di 50 mld, Commissione Ue non ci sta
30 ottobre, 16:30
BRUXELLES - Entra nel vivo la 'guerra del bilancio' Ue per il periodo 2014-2020. La Commissione europea ha bocciato la proposta, presentata ieri dalla presidenza cipriota di turno del Consiglio Ue, che prevede tagli per almeno 50 miliardi di euro rispetto a quanto chiesto dall'esecutivo comunitario (circa 1000 miliardi di euro, pari all'1% del pil Ue).
Quest'ultimo ha subito fatto sapere che ''non sosterra''' la 'negotiating box' di Cipro, in quanto il prossimo quadro finanziario pluriannuale ''deve essere uno strumento per gli investimenti a favore di crescita e occupazione''. ''Non abbiamo nessuna intenzione di ritirare la nostra proposta, anzi, vogliamo difenderla'', in quanto e' ''buon punto di equilibrio'' ha avvertito il portavoce della Commissione Olivier Bailly.
La presidenza cipriota ''crede sia inevitabile che il livello totale di spesa proposto dalla Commissione dovra' essere rivisto al ribasso'', in quanto e' quanto chiedono molti degli stati membri. A partire da domani entreranno nel vivo i negoziati tra i 27 e le istituzioni Ue, per cercare di arrivare a un accordo al vertice del 22 e 23 novembre. ''Noi continueremo a spingere per arrivarci'', ha assicurato Bailly.
PROPOSTO TAGLIO 12 MLD PER REGIONI - Un taglio complessivo di 12 miliardi di euro ai fondi destinati alle regioni europee: questa la proposta avanzata dalla presidenza di turno cipriota dell'Ue che da oggi e' sul tavolo degli altri 26 Paesi membri. Rispetto al progetto di bilancio pluriennale 2014-2020 presentato a suo tempo dalla Commissione europea, i fondi destinati alle regioni sono stati portati da 338 a 326 miliardi di euro. A quanto si e' appreso, 9 dei 12 miliardi di tagli proposti riguardano i programmi per la convergenza economica e quelli per il recupero di competitivita'. Le riduzioni piu' pesanti andrebbero a colpire le regioni piu' ricche. La Commissione europea ha gia' bocciato nel complesso la proposta cipriota, mentre sul fronte opposto la Svezia l'ha giudicata ''irrealistica'' perche' ''deve essere rivista al ribasso''






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