Inflazione: consumatori, ricadute di oltre
1.391 euro a famiglia
Italia:Bankitalia, 300.000 famiglie faticano a
pagare debiti
Fisco: meno detrazioni e retroattive
Crisi: Schauble, no alternative a riduzione
debito Stati zona euro
Fmi: debito al top da 2a guerra mondiale
Ombudsman Ue accusa, Commissione discrimina
lingue
Bozen, oltrepadania. L’autonomia si salva dai
tagli di Monti
Inflazione: consumatori, ricadute di oltre
1.391 euro a famiglia
ultimo aggiornamento:
12 ottobre, ore 12:22
Roma, 12 ott. -
(Adnkronos) - Le ricadute dell'aumento dell'inflazione sulle tasche dei
cittadini ''saranno pesantissime'': si tratta 1.391 euro annui in piu' a
famiglia, di cui oltre 263 euro solo nel settore alimentare. A sostenerlo sono
Adusbef e Federconsumatori in un comunicato congiunto commentando i dati
sull'inflazione che si conferma al +3,2% su base annua, e al +4,7% quella
relativa al carrello della spesa.
Italia:Bankitalia, 300.000 famiglie faticano a
pagare debiti
Metà sono
sovraindebitate, giovani 'scoraggiati' su prestiti
12 ottobre, 09:53
(ANSAmed) - ROMA, 12
OTT - Trecento mila famiglie italiane faticano a pagare i debiti e 160 mila
sono sovra-indebitate. E' quanto risulta da un occasional paper della Banca
d'Italia su "L'indebitamento delle famiglie italiane dopo la crisi del
2008", che fotografa la situazione al 2010, precisando che la percentuale
di famiglie vulnerabili, con un'alta incidenza sul reddito, è rimasta invariata
tra il 2008 e il 2010, mentre simulazioni per il biennio 2011-2012 indicano
"variazioni contenute" della vulnerabilità. Le famiglie in ritardo da
oltre 90 giorni nel rimborso di un prestito, presentando cioé
"un'oggettiva incapacità di adempiere le obbligazioni assunte", si
legge nello studio, nel 2010 erano circa 300 mila, cioé il 5,5% delle famiglie
indebitate e l'1,2% di quelle totali. Centosessantamila sono invece quelle
sovra-indebitate, quelle cioé che non riescono più ad assolvere, in maniera
continua, le obbligazioni connesse con il proprio debito: pari al 3% delle
famiglie indebitate e allo 0,6% di quelle totali. Questa condizione di
sovra-indebitamento è caratterizzata, oltre che dal ritardo di oltre 90 giorni
nel rimborso del prestito, anche da un "perdurante squilibrio tra
obbligazioni assunte e patrimonio liquidabile". Tutte le famiglie
sovra-indebitate "arrivano con difficoltà alla fine del mese con il
reddito a disposizione", si legge nello studio: nell'85% dei casi con
"molta difficoltà o con difficoltà" e nel restante 15% dei casi
"con qualche difficoltà".
La gran parte delle famiglie, circa il 70%, si
trova nella condizione di sovra indebitamento per aver contratto un credito al
consumo oppure un mutuo. Meno del 40% delle famiglie sovra-indebitate ha un
servizio del debito elevato in percentuale del reddito: ciò è indicativo del
fatto - spiega lo studio - che per molte famiglie con reddito basso anche un
onere del servizio del debito inferiore al 30% del reddito può costituire un
problema. Nel complesso, tra il 2008 e il 2010, tuttavia, si è registrato un
calo della percentuale delle famiglie indebitate, che ha riguardato
esclusivamente i mutui: meno famiglie hanno chiesto prestiti sia per il calo
della domanda di finanziamenti, sia per le condizioni di offerta più
restrittive. La maggior selettività nella concessione di credito ha riguardato
tutte le classi di reddito, ad eccezione della più elevata, e in particolare
gli autonomi. In particolare, per i nuclei con capofamiglia giovane (under 35)
si è osservato un "incremento considerevole" della percentuale di
'scoraggiati', che hanno cioé rinunciato all'idea di chiedere un prestito
pensando che la loro richiesta non sarebbe stata accolta.
(ANSAmed).
Fisco: meno detrazioni e retroattive
Nella Legge di
stabilità diminuiscono gli “sconti” già sui redditi di quest'anno, ma i tagli
Irpef partiranno solo da gennaio
Roma - La franchigia
di 250 euro prevista dalla legge di stabilità per deduzioni e detrazioni sui
redditi oltre 15mila euro si applicherà a quasi tutte le agevolazioni e avrà
efficacia retroattiva: scatterà dalle prossime dichiarazioni dei redditi per l'anno
d'imposta 2012. Sono alcune delle principali novità, anticipate da IL SOLE
24ORE, presenti nell'ultima bozza del ddl sulla stabilità 2013 che il governo
presenterà alle Camere lunedì prossimo e su cui i tecnici sono ancora al
lavoro. I contribuenti saranno dunque chiamati a farci i conti fin da subito,
ovvero già a partire dalla dichiarazione dei redditi 2012 (730 e Unico 2013).
Ma non è tutto. A rendere più amara la pillola sul giro di vite applicato agli
sconti Irpef c'è anche il fatto che la franchigia di 250 euro si applica anche
alle detrazioni d'imposta (fanno eccezione i bonus per sordomuti e non vedenti)
previste dal Testo unico. E se da una parte è confermato che le spese sanitarie
non concorrono alla detrazione d'imposta massima di 3mila euro, è anche vero
che con questo intervento la franchigia sotto la quale non è possibile ottenere
benefici fiscali sale dagli attuali 129,11 euro (le vecchie 250mila lire) ai
250 euro generalizzati.
Fatta eccezione per lavoratori dipendenti e
pensionati, i quali potranno beneficiare già nelle buste paga e nei ratei di
pensione della riduzione delle aliquote Irpef di un punto percentuale (da 23 a
22 e da 27 a 26) se hanno redditi, rispettivamente fino a 15mila e fino a
28mila euro, per i lavoratori autonomi dei primi due scaglioni il Fisco con una
mano prenderà subito (taglio delle agevolazioni) e con l'altra restituirà
soltanto dopo (riduzione Irpef), ovvero quando si dovranno pagare nel 2014 le
imposte sui redditi 2013 (acconti esclusi). Il saldo finale per il singolo
contribuente dipenderà, dunque, dall'incrocio dei due interventi. (ilVelino/AGV)
(red/glv) 12 Ottobre
2012 08:25
Crisi: Schauble, no alternative a riduzione
debito Stati zona euro
12 Ottobre 2012 -
10:12
(ASCA-AFP) - Tokyo, 12 ott - ''Non c'e' alcuna
alternativa alla riduzione del debito degli Stati della zona euro''. Lo ha
dichiarato il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, nel corso di
un dibattito a Tokyo con il direttore del Fmi, Christine Lagarde.
rba/mau
Fmi: debito al top da 2a guerra mondiale
Lagarde, in economie
avanzate rapporto su pil circa a 110%
12 ottobre, 12:48
(ANSA) - TOKYO, 12
OTT - Il rapporto debito-pil nelle economie avanzate ha ormai raggiunto ''il
livello piu' alto dalla seconda guerra mondiale''. Lo afferma Christine Lagarde
d.g. Fmi aprendo l'assemblea del Fondo. ''Forse il piu' grande ostacolo'' alla
crescita ''sara' il pesante debito pubblico nelle economie avanzate stimato a
circa il 110%''
Ombudsman Ue accusa, Commissione discrimina
lingue
Europa-Babele, ma
Bruxelles preferisce inglese in consultazioni
11 ottobre, 14:39
BRUXELLES - Riparte
la polemica sul multilinguismo in Europa e nelle istituzioni europee. Sulla
carta sono 23 le lingue ufficiali della Babele-Europa ma la Commissione
europea, rifugiandosi dietro la necessita' di contenere i costi di traduzione,
raramente le usa tutte per le consultazioni pubbliche che dovrebbero essere
alla base delle sue iniziative legislative. Molto spesso i testi sono solo in
inglese. Un comportamento che oggi l'Ombudsman europeo, Nikiforos Diamandouros,
ha messo sotto accusa esprimendosi sul ricorso che tre anni fa e' stato
presentato da un avvocato spagnolo.
In una nota
Diamandouros ha definito, ''ristrettiva'', ''arbitraria'', ''contraria ai
principi di apertura, buona amministrazione e non-discriminazione'' la politica
della Commissione. Per l'Ombudsman ''i cittadini europei non possono
effettivamente esercitare il loro diritto di partecipare al processo
decisionale quando i documenti delle consultazioni pubbliche non sono
disponibili in tutte le lingue ufficiali dell'Unione''.
Il ricorso
dell'avvocato spagnolo e' stato condiviso dall'Ombudsman che ha chiesto
all'esecutivo di rispettare l'uso di tutte le 23 lingue ufficiali. Ma la
Commissione ''ha rifiutato di seguire la raccomandazione argomentando che il
principio del multilinguismo dipende dalla ristrettezza di tempo e dalla
risorse disponibili''.
L'Ombudsman ha
dichiarato di condividere pienamente la risoluzione, approvata nel giugno
scorso, con cui anche il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione ri
rivedere la sua politica sul multilinguismo. Questione, quest'ultima, che e'
alla base del rifiuto di Italia e Spagna di aderire al sistema di brevetto
europeo fondato sul trilinguismo (inglese, francese, tedesco) avviato dalla
'cooperazione rafforzata' cui aderiscono 25 paesi e contro la quale pende il
ricorso del nostro paese alla Corte di Giustizia europea.
Bozen, oltrepadania. L’autonomia si salva dai
tagli di Monti
Il decreto legge del
governo sui costi della politica a livello regionale salvaguarda la specialità
di Bolzano e Trento
di Maurizio Dallago
BOLZANO. Ecco pronto
il salvagente per le autonomie speciali. Un comma di 3 righe contenuto nel
decreto-legge di Palazzo Chigi sulla riduzione dei costi della politica nelle
regioni, aggiunto dal governo su pressione degli enti interessati e finito nel
testo finale già pubblicato in Gazzetta ufficiale. Il testo recita: «Le Regioni
a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano provvedono ad
adeguare i propri ordinamenti a quanto previsto dal comma 1 (i vari tagli,
ndr), compatibilmente con i propri Statuti d’autonomia e con le relative norme
d’attuazione». Se Bolzano e Trento vorranno mantenere il numero di 35
consiglieri provinciali a testa, potranno dunque farlo. Resta aperto il
discorso sull’opportunità, quando in tutta Italia si riduce il numero dei
consiglieri. A rendere pubblica la notizia è stato a Bolzano il siciliano
Francesco Cascio, coordinatore della Conferenza dei presidenti dei consigli
regionali di tutto lo Stivale, riunita ieri proprio nel capoluogo altoatesino.
«Facciamo nostra l’esortazione del presidente della Repubblica e siamo tutti
favorevoli ai tagli», ancora Cascio.
«Parte da Bolzano un
chiaro messaggio sulla comune volontà dei presidenti dei consigli regionali di
marciare unitariamente sulla strada della riduzione dei costi della politica,
sottolineando nello steso tempo la necessità che il governo riconosca il ruolo
istituzionale delle Regioni e le peculiarità delle autonomie speciali», così il
presidente del consiglio provinciale altoatesino, Mauro Minniti, nelle funzioni
di «padrone di casa».
Nel corso
dell'assemblea, i presidenti dei consigli si sono confrontati sul decreto legge
relativo alla riduzione dei costi della politica per gli enti territoriali
approvato dal governo.Dopo i vari casi - dal Lazio alla Lombardia - di «spese
folli» da parte dei consiglieri regionali, un po’ di orgoglio non è comunque
mancato ai presidenti giunti in Alto Adige. «La storia quarantennale delle
Regioni - ha detto a questo proposito il vicepresidente Eros Brega (Umbria) -
non può essere sporcata da 10 mascalzoni». Il vicepresidente Clodovaldo Ruffato
(Veneto), dal canto suo, ha ribadito la piena sintonia tra consigli e giunte
nella volontà di attuare il decreto velocemente. A questo scopo sarà al lavoro
dalla prossima settimana a Roma il tavolo tecnico composto proprio da
presidenti di consigli e di giunte regionali, al quale èdelegato anche il
compito di verificare i punti poco chiari del provvedimento governativo. Tra
questi, hanno sottolineato ieri i presidenti, le disposizioni relative ai
vitalizi, i controlli della Corte dei Conti e la tutela dei dipendenti dei
gruppi consiliari. Cascio ha anche evidenziato che i vitalizi sono già stati
aboliti, a partire dalla prossima legislatura, da tutti i consigli regionali, e
che essi si sono già mesi in moto per la riduzione del numero dei consiglieri,
già attuata da alcuni.
«A breve - riferisce
ancora Minniti - ci sarà anche un incontro dei presidenti delle Province e
Regioni con autonomia speciale, per valutare come marciare in sintonia con le
Regioni ordinarie alla luce delle nostre particolari prerogative».
«Ribadiamo l’impegno
a definire, entro il prossimo 30 ottobre, i parametri necessari
all’individuazione della Regione più virtuosa - hanno affermato i presidenti -
nonché, entro il 30 novembre, all’adeguamento di ciascuna Regione a quanto
indicato dal decreto stesso».
I presidenti delle
assemblee regionali affronteranno presto anche la questione sollevata dalla
proposta di legge costituzionale di modifica del Titolo V della Costituzione
approvata dal governo.
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