venerdì 12 ottobre 2012

(2) XII.X.MMXII/ Bozen, oltrepadania, Maurizio Dallago: «Le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano provvedono ad adeguare i propri ordinamenti a quanto previsto dal comma 1 (i vari tagli, ndr), compatibilmente con i propri Statuti d’autonomia e con le relative norme d’attuazione».


Inflazione: consumatori, ricadute di oltre 1.391 euro a famiglia
Italia:Bankitalia, 300.000 famiglie faticano a pagare debiti
Fisco: meno detrazioni e retroattive
Crisi: Schauble, no alternative a riduzione debito Stati zona euro
Fmi: debito al top da 2a guerra mondiale
Ombudsman Ue accusa, Commissione discrimina lingue
Bozen, oltrepadania. L’autonomia si salva dai tagli di Monti

Inflazione: consumatori, ricadute di oltre 1.391 euro a famiglia
ultimo aggiornamento: 12 ottobre, ore 12:22
Roma, 12 ott. - (Adnkronos) - Le ricadute dell'aumento dell'inflazione sulle tasche dei cittadini ''saranno pesantissime'': si tratta 1.391 euro annui in piu' a famiglia, di cui oltre 263 euro solo nel settore alimentare. A sostenerlo sono Adusbef e Federconsumatori in un comunicato congiunto commentando i dati sull'inflazione che si conferma al +3,2% su base annua, e al +4,7% quella relativa al carrello della spesa.

Italia:Bankitalia, 300.000 famiglie faticano a pagare debiti
Metà sono sovraindebitate, giovani 'scoraggiati' su prestiti
12 ottobre, 09:53
(ANSAmed) - ROMA, 12 OTT - Trecento mila famiglie italiane faticano a pagare i debiti e 160 mila sono sovra-indebitate. E' quanto risulta da un occasional paper della Banca d'Italia su "L'indebitamento delle famiglie italiane dopo la crisi del 2008", che fotografa la situazione al 2010, precisando che la percentuale di famiglie vulnerabili, con un'alta incidenza sul reddito, è rimasta invariata tra il 2008 e il 2010, mentre simulazioni per il biennio 2011-2012 indicano "variazioni contenute" della vulnerabilità. Le famiglie in ritardo da oltre 90 giorni nel rimborso di un prestito, presentando cioé "un'oggettiva incapacità di adempiere le obbligazioni assunte", si legge nello studio, nel 2010 erano circa 300 mila, cioé il 5,5% delle famiglie indebitate e l'1,2% di quelle totali. Centosessantamila sono invece quelle sovra-indebitate, quelle cioé che non riescono più ad assolvere, in maniera continua, le obbligazioni connesse con il proprio debito: pari al 3% delle famiglie indebitate e allo 0,6% di quelle totali. Questa condizione di sovra-indebitamento è caratterizzata, oltre che dal ritardo di oltre 90 giorni nel rimborso del prestito, anche da un "perdurante squilibrio tra obbligazioni assunte e patrimonio liquidabile". Tutte le famiglie sovra-indebitate "arrivano con difficoltà alla fine del mese con il reddito a disposizione", si legge nello studio: nell'85% dei casi con "molta difficoltà o con difficoltà" e nel restante 15% dei casi "con qualche difficoltà".
 La gran parte delle famiglie, circa il 70%, si trova nella condizione di sovra indebitamento per aver contratto un credito al consumo oppure un mutuo. Meno del 40% delle famiglie sovra-indebitate ha un servizio del debito elevato in percentuale del reddito: ciò è indicativo del fatto - spiega lo studio - che per molte famiglie con reddito basso anche un onere del servizio del debito inferiore al 30% del reddito può costituire un problema. Nel complesso, tra il 2008 e il 2010, tuttavia, si è registrato un calo della percentuale delle famiglie indebitate, che ha riguardato esclusivamente i mutui: meno famiglie hanno chiesto prestiti sia per il calo della domanda di finanziamenti, sia per le condizioni di offerta più restrittive. La maggior selettività nella concessione di credito ha riguardato tutte le classi di reddito, ad eccezione della più elevata, e in particolare gli autonomi. In particolare, per i nuclei con capofamiglia giovane (under 35) si è osservato un "incremento considerevole" della percentuale di 'scoraggiati', che hanno cioé rinunciato all'idea di chiedere un prestito pensando che la loro richiesta non sarebbe stata accolta.
(ANSAmed).

Fisco: meno detrazioni e retroattive
Nella Legge di stabilità diminuiscono gli “sconti” già sui redditi di quest'anno, ma i tagli Irpef partiranno solo da gennaio
Roma - La franchigia di 250 euro prevista dalla legge di stabilità per deduzioni e detrazioni sui redditi oltre 15mila euro si applicherà a quasi tutte le agevolazioni e avrà efficacia retroattiva: scatterà dalle prossime dichiarazioni dei redditi per l'anno d'imposta 2012. Sono alcune delle principali novità, anticipate da IL SOLE 24ORE, presenti nell'ultima bozza del ddl sulla stabilità 2013 che il governo presenterà alle Camere lunedì prossimo e su cui i tecnici sono ancora al lavoro. I contribuenti saranno dunque chiamati a farci i conti fin da subito, ovvero già a partire dalla dichiarazione dei redditi 2012 (730 e Unico 2013). Ma non è tutto. A rendere più amara la pillola sul giro di vite applicato agli sconti Irpef c'è anche il fatto che la franchigia di 250 euro si applica anche alle detrazioni d'imposta (fanno eccezione i bonus per sordomuti e non vedenti) previste dal Testo unico. E se da una parte è confermato che le spese sanitarie non concorrono alla detrazione d'imposta massima di 3mila euro, è anche vero che con questo intervento la franchigia sotto la quale non è possibile ottenere benefici fiscali sale dagli attuali 129,11 euro (le vecchie 250mila lire) ai 250 euro generalizzati.
 Fatta eccezione per lavoratori dipendenti e pensionati, i quali potranno beneficiare già nelle buste paga e nei ratei di pensione della riduzione delle aliquote Irpef di un punto percentuale (da 23 a 22 e da 27 a 26) se hanno redditi, rispettivamente fino a 15mila e fino a 28mila euro, per i lavoratori autonomi dei primi due scaglioni il Fisco con una mano prenderà subito (taglio delle agevolazioni) e con l'altra restituirà soltanto dopo (riduzione Irpef), ovvero quando si dovranno pagare nel 2014 le imposte sui redditi 2013 (acconti esclusi). Il saldo finale per il singolo contribuente dipenderà, dunque, dall'incrocio dei due interventi.   (ilVelino/AGV)
(red/glv) 12 Ottobre 2012 08:25

Crisi: Schauble, no alternative a riduzione debito Stati zona euro
12 Ottobre 2012 - 10:12
 (ASCA-AFP) - Tokyo, 12 ott - ''Non c'e' alcuna alternativa alla riduzione del debito degli Stati della zona euro''. Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, nel corso di un dibattito a Tokyo con il direttore del Fmi, Christine Lagarde.
rba/mau

Fmi: debito al top da 2a guerra mondiale
Lagarde, in economie avanzate rapporto su pil circa a 110%
12 ottobre, 12:48
(ANSA) - TOKYO, 12 OTT - Il rapporto debito-pil nelle economie avanzate ha ormai raggiunto ''il livello piu' alto dalla seconda guerra mondiale''. Lo afferma Christine Lagarde d.g. Fmi aprendo l'assemblea del Fondo. ''Forse il piu' grande ostacolo'' alla crescita ''sara' il pesante debito pubblico nelle economie avanzate stimato a circa il 110%''

Ombudsman Ue accusa, Commissione discrimina lingue
Europa-Babele, ma Bruxelles preferisce inglese in consultazioni
11 ottobre, 14:39
BRUXELLES - Riparte la polemica sul multilinguismo in Europa e nelle istituzioni europee. Sulla carta sono 23 le lingue ufficiali della Babele-Europa ma la Commissione europea, rifugiandosi dietro la necessita' di contenere i costi di traduzione, raramente le usa tutte per le consultazioni pubbliche che dovrebbero essere alla base delle sue iniziative legislative. Molto spesso i testi sono solo in inglese. Un comportamento che oggi l'Ombudsman europeo, Nikiforos Diamandouros, ha messo sotto accusa esprimendosi sul ricorso che tre anni fa e' stato presentato da un avvocato spagnolo.
In una nota Diamandouros ha definito, ''ristrettiva'', ''arbitraria'', ''contraria ai principi di apertura, buona amministrazione e non-discriminazione'' la politica della Commissione. Per l'Ombudsman ''i cittadini europei non possono effettivamente esercitare il loro diritto di partecipare al processo decisionale quando i documenti delle consultazioni pubbliche non sono disponibili in tutte le lingue ufficiali dell'Unione''.
Il ricorso dell'avvocato spagnolo e' stato condiviso dall'Ombudsman che ha chiesto all'esecutivo di rispettare l'uso di tutte le 23 lingue ufficiali. Ma la Commissione ''ha rifiutato di seguire la raccomandazione argomentando che il principio del multilinguismo dipende dalla ristrettezza di tempo e dalla risorse disponibili''.
L'Ombudsman ha dichiarato di condividere pienamente la risoluzione, approvata nel giugno scorso, con cui anche il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione ri rivedere la sua politica sul multilinguismo. Questione, quest'ultima, che e' alla base del rifiuto di Italia e Spagna di aderire al sistema di brevetto europeo fondato sul trilinguismo (inglese, francese, tedesco) avviato dalla 'cooperazione rafforzata' cui aderiscono 25 paesi e contro la quale pende il ricorso del nostro paese alla Corte di Giustizia europea.

Bozen, oltrepadania. L’autonomia si salva dai tagli di Monti
Il decreto legge del governo sui costi della politica a livello regionale salvaguarda la specialità di Bolzano e Trento
di Maurizio Dallago
BOLZANO. Ecco pronto il salvagente per le autonomie speciali. Un comma di 3 righe contenuto nel decreto-legge di Palazzo Chigi sulla riduzione dei costi della politica nelle regioni, aggiunto dal governo su pressione degli enti interessati e finito nel testo finale già pubblicato in Gazzetta ufficiale. Il testo recita: «Le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano provvedono ad adeguare i propri ordinamenti a quanto previsto dal comma 1 (i vari tagli, ndr), compatibilmente con i propri Statuti d’autonomia e con le relative norme d’attuazione». Se Bolzano e Trento vorranno mantenere il numero di 35 consiglieri provinciali a testa, potranno dunque farlo. Resta aperto il discorso sull’opportunità, quando in tutta Italia si riduce il numero dei consiglieri. A rendere pubblica la notizia è stato a Bolzano il siciliano Francesco Cascio, coordinatore della Conferenza dei presidenti dei consigli regionali di tutto lo Stivale, riunita ieri proprio nel capoluogo altoatesino. «Facciamo nostra l’esortazione del presidente della Repubblica e siamo tutti favorevoli ai tagli», ancora Cascio.
«Parte da Bolzano un chiaro messaggio sulla comune volontà dei presidenti dei consigli regionali di marciare unitariamente sulla strada della riduzione dei costi della politica, sottolineando nello steso tempo la necessità che il governo riconosca il ruolo istituzionale delle Regioni e le peculiarità delle autonomie speciali», così il presidente del consiglio provinciale altoatesino, Mauro Minniti, nelle funzioni di «padrone di casa».
Nel corso dell'assemblea, i presidenti dei consigli si sono confrontati sul decreto legge relativo alla riduzione dei costi della politica per gli enti territoriali approvato dal governo.Dopo i vari casi - dal Lazio alla Lombardia - di «spese folli» da parte dei consiglieri regionali, un po’ di orgoglio non è comunque mancato ai presidenti giunti in Alto Adige. «La storia quarantennale delle Regioni - ha detto a questo proposito il vicepresidente Eros Brega (Umbria) - non può essere sporcata da 10 mascalzoni». Il vicepresidente Clodovaldo Ruffato (Veneto), dal canto suo, ha ribadito la piena sintonia tra consigli e giunte nella volontà di attuare il decreto velocemente. A questo scopo sarà al lavoro dalla prossima settimana a Roma il tavolo tecnico composto proprio da presidenti di consigli e di giunte regionali, al quale èdelegato anche il compito di verificare i punti poco chiari del provvedimento governativo. Tra questi, hanno sottolineato ieri i presidenti, le disposizioni relative ai vitalizi, i controlli della Corte dei Conti e la tutela dei dipendenti dei gruppi consiliari. Cascio ha anche evidenziato che i vitalizi sono già stati aboliti, a partire dalla prossima legislatura, da tutti i consigli regionali, e che essi si sono già mesi in moto per la riduzione del numero dei consiglieri, già attuata da alcuni.
«A breve - riferisce ancora Minniti - ci sarà anche un incontro dei presidenti delle Province e Regioni con autonomia speciale, per valutare come marciare in sintonia con le Regioni ordinarie alla luce delle nostre particolari prerogative».
«Ribadiamo l’impegno a definire, entro il prossimo 30 ottobre, i parametri necessari all’individuazione della Regione più virtuosa - hanno affermato i presidenti - nonché, entro il 30 novembre, all’adeguamento di ciascuna Regione a quanto indicato dal decreto stesso».
I presidenti delle assemblee regionali affronteranno presto anche la questione sollevata dalla proposta di legge costituzionale di modifica del Titolo V della Costituzione approvata dal governo.


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