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Sud: oggi incontro Governo-parti sociali per
documento fondi strutturali
L'UNIONE SARDA - Politica: Ricorso contro il
governo
Consumi petroliferi: Up, a settembre -14,8% ma
gettito fiscale sale
Merkel, Germania risente crisi eurozona
Crisi: Slovenia, Jansa accusa opposizione
blocco riforme
Crisi: Croazia, prima grande protesta contro
austerita'
Marò pugliesi arrestati. L'India rinvia
processo
NEW DELHI – A quasi
otto mesi dall’incidente che li coinvolse in mare al largo delle coste del
Kerala, l'unica notizia che hanno ricevuto i marò Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone in queste ore è l’ennesima decisione del tribunale di primo
grado di Kollam di rinviare l’inizio del loro processo all’8 novembre. Una
situazione, ha tuonato oggi il ministro degli Esteri Giulio Terzi, che
sconcerta l’Italia.
La decisione indiana
era però prevedibile, visto che prima di entrare nel merito di quanto accaduto
fra la petroliera Enrica Lexie e il peschereccio St Anthony quel 15 febbraio,
con la morte di due marinai indiani, il giudice P.D. Rajan vuole attendere la
pubblicazione da parte della Corte Suprema di New Delhi della sentenza sul
ricorso dell’Italia che rivendica la giurisdizione sulla vicenda.
Gli analisti
ricordano che se il verdetto fosse favorevole alle ragioni italiane, il
processo di Kollam cadrebbe immediatamente, mentre una sentenza avversa lo
rimetterebbe subito in moto, generando una “neverending story” che si
trascinerebbe per tempi biblici nei tre gradi del processo indiano.
“Siamo allibiti e
sconcertati” per la questione dei marò, ha detto oggi Terzi, per il fatto che
uno “Stato di diritto come l’India non riesca a esprimere con coraggio un
giudizio in tempi rapidi che li riporti a casa”.
“Il tema – ha
spiegato - è stato portato in tutte le istanze, con oltre 100 interventi
specifici”. In tutti è stato dato “riconoscimento di principio” alla posizione
italiana, che è “chiarissima sul piano giurisdizionale”.
Il titolare della
Farnesina ha aggiunto che all’Assemblea generale dell’Onu è stato fatto un
ulteriore passo avanti. Ma l’Italia, ha ricordato, nella peggiore delle
ipotesi, ovvero qualora la sentenza fosse sfavorevole, “avvierà tutta una serie
di azioni a livello internazionale e a quel punto si aprirebbe anche sul piano
legale una controversia tra Stati”.
“Ma non voglio
neanche immaginare – ha concluso – che questo debba avvenire. Se c'è una
cognizione dei valori fondamentali nel sistema giuridico indiano, deve esserci
una conclusione che vada nel senso a noi favorevole”.
Da parte sua,
intervenendo ad una riunione congiunta delle Commissioni Difesa di Camera e
Senato, il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ha assicurato che Roma
segue “tutti i giorni la sorte dei due marò”, anche “con la presenza costante
dal 15 febbraio di un team di 5-6 persone. Siamo fiduciosi nella Corte Suprema
indiana, che ha i suoi tempi, ma non è che in altri Paesi la giustizia sia alla
fin fine più veloce”.
Dopo il periodo
trascorso in carcere a Trivandrum e nella Borstal School di Kochi, Latorre e
Girone risiedono dal 2 giugno scorso in un albergo di Fort Kochi, godendo di
una libertà dietro cauzione con l’obbligo comunque di presentarsi tutti i
giorni in commissariato.
La loro vicenda è
praticamente scomparsa dai media indiani e questo rende ancora più complessa la
percezione di quanto avviene attorno a loro, anche a livello giudiziario. Il
rinvio del processo di Kollam addirittura di quasi un mese è interpretato da
alcuni come un segnale che per la sentenza della Corte Suprema si dovrà avere
ancora molta, molta pazienza.
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Sud: oggi incontro Governo-parti sociali per
documento fondi strutturali
11 Ottobre 2012 -
20:31
(ASCA) - Roma, 11 ott - Si e' tenuto oggi un
incontro tra i ministri Fabrizio Barca, Elsa Fornero e Corrado Passera, i
sottosegretari Maria Cecilia Guerra, Elena Ugolini e Marco Rossi Doria, con i
rappresentanti di Confindustria, Rete Imprese Italia, Cgil, Cisl, Uil e Ugl, in
cui e' stato esaminato l'aggiornamento del documento ''Strumenti diretti per
Impresa e Lavoro nel Sud'', gia' discusso in una precedente riunione tenuta il
12 settembre scorso.
L'incontro, informa una nota, ha registrato
una larga condivisione di obiettivi e di metodi e altre proposte utili a
realizzare, sulla base di un nuovo documento di prossimo rilancio e, quindi,
attraverso il confronto in corso con le Regioni Convergenza, la terza e ultima
riprogrammazione dei fondi strutturali 2007-2013 che interessa i programmi di
queste Regioni e il Programma Nazionale Reti e Mobilita'.
com-fch
L'UNIONE SARDA - Politica: Ricorso contro il
governo
12.10.2012
Se a Pompei, nel 79
dopo Cristo, avessero votato contro le eruzioni vulcaniche, sarebbe cambiato
qualcosa? La domanda è retorica ma la risposta dà l'idea del sentimento gelido
che anima il Consiglio regionale. Ieri l'aula ha approvato, quasi unanime (61
sì e il no di Claudia Zuncheddu), un ordine del giorno durissimo contro il
governo. Vincola Ugo Cappellacci ad aprire un conflitto con Palazzo Chigi,
impugnando davanti alla Consulta i tagli all'Isola e la riforma che svuota
l'autonomia delle Regioni. Ma il Palazzo del potere teme che sia tutto vano, di
fronte alla colata lavica che, nata da scandali altrui, sta travolgendo la
specialità sarda. Ultimi giorni di Pompei, appunto.
PROPOSTE Il
documento approvato parla di «attacco alla Regione», ricorda che, data
l'insularità, non ci sono «possibilità di sviluppo della Sardegna se non con
politiche a carattere regionale». E affida al governatore il compito di
contestare l'esecutivo Monti «in tutte le sedi politiche e giurisdizionali».
Inoltre l'ordine del giorno richiama «un impegno dei rappresentanti eletti in
Sardegna», e nel dibattito il capogruppo Pdl Pietro Pittalis precisa: «Chiederò
ai parlamentari del mio partito di votare contro i provvedimenti, anche se
fosse posta la fiducia. Lo facciano anche Pd e Udc». Franco Cuccureddu (Mpa)
approva: «Meglio di qualsiasi risoluzione». E il capogruppo Udc Giulio Steri
osserva: «Faccio parte di un partito nazionale ma l'interesse dei sardi
prevale, non possono esserci voci dissonanti».
VIOLARE IL PATTO
Altre proposte dal Pd: Gianvalerio Sanna rilancia quella di «sforare il patto
di stabilità in modo programmato», aprendo un contenzioso sui tetti di spesa
della Regione. «Serve a dare risposte ai sardi», aggiunge Giampaolo Diana, «su
questo sfidiamo la maggioranza». Mario Bruno invoca «una mobilitazione popolare
per salvare l'autonomia», da avviare con un'assemblea straordinaria in
Consiglio, aperta agli enti locali. «Di fatto in Italia sta avvenendo un colpo
di Stato», riflette Mario Diana (Sgd), che stuzzica l'assente Cappellacci:
«Scrive a Napolitano ma dimentica di venire in Consiglio». «Va bene azzerare le
prerogative dei consiglieri», è il ragionamento di Luciano Uras (Sel), «ma
quelle sono norme-civetta che nascondono i tagli sulla povera gente». «E
comunque - esorta il capogruppo Idv Adriano Salis - si vada avanti nel nostro
contenimento dei costi». INDIPENDENTISTI «Usciamo dall'aula e non partecipiamo
al voto per non indebolire l'unità», annuncia per il Psd'Az Giacomo Sanna, «ma
serve una scossa più forte. Domani il nostro congresso dichiarerà
l'indipendenza della Sardegna». Invece resta e vota no Claudia Zuncheddu
(Sardigna libera): «Risoluzione inadeguata, difende un'autonomia già fallita».
PERPLESSI I
Riformatori, che pure esprimono il presidente della commissione Bilancio
(Pietrino Fois) che ha stilato la risoluzione, votano sì con molti dubbi. «Non
accettiamo un'autonomia dimezzata - precisa il capogruppo Attilio Dedoni - ma
qui perdiamo troppo tempo con mozioni, anziché fare riforme». Ancora più amaro
Franco Meloni: «Voto per disciplina di gruppo, non mi sento di condividere
questo grido di dolore. La classe politica non ha risolto i problemi dei sardi:
siamo nella condizione etica per chiedere più poteri alle regioni?»
LA GIUNTA «Forse
no», risponde il vicepresidente della Regione Giorgio La Spisa, «non è solo
colpa dello Stato. Ma continueremo a impugnare ogni atto contro la nostra
autonomia, abbiamo un popolo che ce lo chiede».
Consumi petroliferi: Up, a settembre -14,8% ma
gettito fiscale sale
11 Ottobre 2012 -
19:05
(ASCA) - Roma, 11 ott - Consumi petroliferi in
calo, ma gettito fiscale in crescita in Italia. Secondo i dati dell'Unione
Petrolifera a settembre si registra una ''preoccupante battuta d'arresto per i
consumi petroliferi italiani ammontati a circa 5,3 milioni di tonnellate, con
una diminuzione del 14,8% (-920.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del
2011''.
I prodotti autotrazione - si legge in una nota
-, con due giorni di consegna in meno, hanno rilevato le seguenti dinamiche: la
benzina nel complesso ha mostrato un calo pari al 18,2% (-147.000 tonnellate)
rispetto a settembre 2011, mentre il gasolio autotrazione del 15,6% (- 345.000
tonnellate). A parita' di giorni di consegna, il calo per la benzina sarebbe
stato del 9,9% e per il gasolio del 6,3%.
La domanda totale di carburanti (benzina +
gasolio) nel mese di settembre e' cosi' risultata pari a circa 2,6 milioni di
tonnellate, di cui 0,7 milioni di tonnellate di benzina e 1,9 di gasolio
autotrazione, con un decremento del 16,3% (-492.000 tonnellate) rispetto allo
stesso mese del 2011.
Nel mese considerato
le immatricolazioni di autovetture nuove sono diminuite del 25,5%, con quelle
diesel che hanno rappresentato il 52,7% del totale (era il 55% nel settembre
2011).
Nei primi nove mesi 2012, i consumi sono stati
pari a circa 48,6 milioni di tonnellate, con un calo del 9,3% (-4.977.000
tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2011. La benzina nel periodo
considerato ha mostrato una flessione del 10,7% (-760.000 tonnellate), il
gasolio del 9,9% (-1.903.000 tonnellate). Nel periodo considerato la somma dei
soli carburanti (benzina + gasolio), evidenzia un peggioramento del 10,1%
(-2.663.000 tonnellate). Nei primi nove mesi dell'anno, le nuove
immatricolazioni di autovetture sono risultate in diminuzione del 20,4%, con
quelle diesel a coprire il 53,8% del totale (era il 55,6 nei primi nove mesi
del 2011). Nonostante la forte flessione, nei primi nove mesi del 2012 il gettito
fiscale derivante da benzina e gasolio (accisa + iva) e' stato pari a circa
27,5 miliardi di euro, 3,7 miliardi in piu' rispetto allo stesso periodo del
2011 (+15,6%). red/glr
Merkel, Germania risente crisi eurozona
Cancelliera,
rispetto a eurozona siamo comunque molto avanti
11 ottobre, 18:20
a la foto
1 di 1
(ANSA) - BERLINO, 11 OTT - La Germania non
puo' non risentire della crisi dei paesi euro. Cosi' la cancelliera Angela
Merkel ha commentato i dati degli istituti economici tedeschi che hanno
dimezzato le stime sulla crescita per il 2013 portandole all'1%.
''Rispetto
all'eurozona noi siamo comunque molto avanti. Ma ovviamente avvertiamo che la
contrazione economica di alcuni paesi dell'eurozona ha un effetto anche su di
noi, perche' il 40% del nostro export e' destinato al'eurozona e il 60 ai paesi
dell'Ue'', ha detto.
Crisi: Slovenia, Jansa accusa opposizione
blocco riforme
Premier, governo
vuole evitare richiesta aiuti
11 ottobre, 18:02
(ANSAmed)
– LUBIANA, 11 OTT – Il primo ministro sloveno Janez Jansa,
il cui Paese secondo alcuni esperti potrebbe essere tra quelli che chiederanno
presto aiuti al fondo salva-stati europeo, ha detto che il programma di
stabilizzazione finanziaria proposto dal suo governo ''non ha nessuna
alternativa'', e che non si dimettera' nonostante la pressione dell'opposizione
di centro-sinistra che, secondo Jansa, starebbe facendo tutto il possibile per
bloccare le sue riforme.
''Il mio governo ha una maggioranza, e pensare
che cedera' agli ultimatum dell'opposizione e' un'illusione, un calcolo
sbagliato'', ha affermato il premier sloveno in una lunga intervista alla tv
pubblica, commentando le iniziative referendarie che mirano a fermare alcune
sue riforme chiave. Nei giorni scorsi e' iniziata la raccolta di firme per
abrogare la legge sulla sanzione delle banche e sulla fondazione di una holding
che raggrupperebbe sotto un'unica gestione quasi tutte le societa' pubbliche.
La Camera alta del parlamento sloveno ha gia' messo il suo veto sospensivo
provvisorio su queste leggi e di conseguenza il parlamento dovra' riapprovarle.
''Dietro a queste macchinazioni c'e' l'opposizione che, se continuera' a
bloccare le riforme, trascinera' il Paese verso il punto dove non avra' altra
scelta che chiedere aiuti all'Ue'', ha aggiunto Jansa accusando i partiti di
centro-sinistra ''di sabotare il governo e mettere a repentaglio la sovranita'
nazionale''. ''Il mio governo vuole evitare di rivolgersi per gli aiuti
all'estero – ha spiegato - perche' cio' limiterebbe di molto la
sovranita' finanziaria della Slovenia''. La seconda opzione, secondo Jansa, e'
andare alle elezioni anticipate, ''forse anche due volte, come in Grecia'', che
pero' alla fine produrrebbero ''un governo dipendente dai creditori
internazionali''. (ANSAmed).
Crisi: Croazia, prima grande protesta contro
austerita'
Migliaia in piazza a
Zagabria contestano tagli settore pubblico
11 ottobre, 19:24
(ANSAmed) - ZAGABRIA, 11 OTT - Circa settemila
persone, in maggioranza dipendenti pubblici, hanno manifestato oggi nel centro
di Zagabria contro la misure di austerita' e i tagli nel settore pubblico in
Croazia. Si tratta della prima grande protesta sindacale nel Paese contro il
programma di tagli avviato nei mesi scorsi dal governo socialdemocratico
guidato da Zoran Milanovic.
Alla base della protesta vi e' in particolare
la decisione del governo, presa a settembre, di cancellare unilateralmente i
contratti collettivi nella sanita', istruzione pubblica, ricerca e cultura,
dopo che le parti sociali non sono riuscite a trovare un accordo. La proposta
del governo di rinunciare alla tredicesima e altri benefici in cambio di una
promessa che non ci saranno licenziamenti di nessuno dei circa 200 mila
dipendenti pubblici, non e' stata accettata dai sindacati, che chiedevano un
impegno scritto che dopo la crisi ai lavoratori sarebbero stati restituiti
tutti i soldi ai quali ora avrebbero rinunciato. Il governo ha poi iniziato con
tagli unilaterali agli stipendi degli insegnanti, spiegando che se si vuole
mantenere la stabilita' finanziaria e il rating creditizio del Paese non ci
sono altre opzioni. In questo modo il governo risparmiera' circa 100 milioni di
euro.
''I cittadini e i lavoratori croati si stanno
svegliando e iniziano a battersi per il loro futuro'', ha detto alla
manifestazione Vilim Ribic, uno dei leader sindacali che maggiormente si oppone
alla politica dei tagli. In un'intervista, Ribic ha annunciato di non escludere
scioperi nel settore pubblico, soprattutto a fine anno quando si votera' la
legge finanziaria per il 2013. I sindacalisti hanno accusato il governo di aver
tradito la fiducia dei cittadini e l'idea socialdemocratica, e di aver messo in
atto una politica neoliberista che favorisce le banche, l'unico settore
dell'economia croata che non risente della crisi economica globale.
''Proteste e grandi parole non ci porteranno
fuori dalla crisi'', ha replicato ai manifestanti il premier Milanovic,
invitando i cittadini a comprendere che la ''situazione e' molto grave e ad
avere pazienza e fiducia nell'operato del governo''.
Secondo le stime del Fondo monetario
internazionale (Fmi), l'economia della Croazia vedra' nel 2012 una contrazione
dell'1,1 per cento. La disoccupazione ha raggiunto a settembre il 18 per cento,
il tasso piu' alto in dieci anni. Per il 2013 il governo ha in programma un
ciclo di investimenti pubblici nel settore energetico e nell'infrastruttura
ferroviaria e stradale, che dovrebbe aiutare la ripresa economica. Inoltre,
dopo l'ingresso del Paese nell'Ue, previsto per luglio, si spera che di grande
aiuto potrebbero essere i soldi messi a diposizione dai fondi strutturali
comunitari. Per quest'anno, l'obiettivo strategico del governo e' ridurre il
deficit dei conti pubblici sotto il tre per cento e mantenere il rating
creditizio, che si trova a un punto sopra lo status di spazzatura. (ANSAmed).
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