venerdì 12 ottobre 2012

(1) XII.X.MMXII/ Vocabolario del governo padano per il Mezzogiorno.===L'incontro, informa una nota, ha registrato una larga condivisione di obiettivi e di metodi e altre proposte utili a realizzare, sulla base di un nuovo documento di prossimo rilancio e, quindi, attraverso il confronto in corso con le Regioni Convergenza, la terza e ultima riprogrammazione dei fondi strutturali 2007-2013 che interessa i programmi di queste Regioni e il Programma Nazionale Reti e Mobilita'.---(ASCA) - Roma, 11 ott - Consumi petroliferi in calo, ma gettito fiscale in crescita in Italia.

Marò pugliesi arrestati. L'India rinvia processo
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Sud: oggi incontro Governo-parti sociali per documento fondi strutturali
L'UNIONE SARDA - Politica: Ricorso contro il governo
Consumi petroliferi: Up, a settembre -14,8% ma gettito fiscale sale
Merkel, Germania risente crisi eurozona
Crisi: Slovenia, Jansa accusa opposizione blocco riforme
Crisi: Croazia, prima grande protesta contro austerita'

Marò pugliesi arrestati. L'India rinvia processo
NEW DELHI – A quasi otto mesi dall’incidente che li coinvolse in mare al largo delle coste del Kerala, l'unica notizia che hanno ricevuto i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in queste ore è l’ennesima decisione del tribunale di primo grado di Kollam di rinviare l’inizio del loro processo all’8 novembre. Una situazione, ha tuonato oggi il ministro degli Esteri Giulio Terzi, che sconcerta l’Italia.
La decisione indiana era però prevedibile, visto che prima di entrare nel merito di quanto accaduto fra la petroliera Enrica Lexie e il peschereccio St Anthony quel 15 febbraio, con la morte di due marinai indiani, il giudice P.D. Rajan vuole attendere la pubblicazione da parte della Corte Suprema di New Delhi della sentenza sul ricorso dell’Italia che rivendica la giurisdizione sulla vicenda.
Gli analisti ricordano che se il verdetto fosse favorevole alle ragioni italiane, il processo di Kollam cadrebbe immediatamente, mentre una sentenza avversa lo rimetterebbe subito in moto, generando una “neverending story” che si trascinerebbe per tempi biblici nei tre gradi del processo indiano.
“Siamo allibiti e sconcertati” per la questione dei marò, ha detto oggi Terzi, per il fatto che uno “Stato di diritto come l’India non riesca a esprimere con coraggio un giudizio in tempi rapidi che li riporti a casa”.
“Il tema – ha spiegato - è stato portato in tutte le istanze, con oltre 100 interventi specifici”. In tutti è stato dato “riconoscimento di principio” alla posizione italiana, che è “chiarissima sul piano giurisdizionale”.
Il titolare della Farnesina ha aggiunto che all’Assemblea generale dell’Onu è stato fatto un ulteriore passo avanti. Ma l’Italia, ha ricordato, nella peggiore delle ipotesi, ovvero qualora la sentenza fosse sfavorevole, “avvierà tutta una serie di azioni a livello internazionale e a quel punto si aprirebbe anche sul piano legale una controversia tra Stati”.
“Ma non voglio neanche immaginare – ha concluso – che questo debba avvenire. Se c'è una cognizione dei valori fondamentali nel sistema giuridico indiano, deve esserci una conclusione che vada nel senso a noi favorevole”.
Da parte sua, intervenendo ad una riunione congiunta delle Commissioni Difesa di Camera e Senato, il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ha assicurato che Roma segue “tutti i giorni la sorte dei due marò”, anche “con la presenza costante dal 15 febbraio di un team di 5-6 persone. Siamo fiduciosi nella Corte Suprema indiana, che ha i suoi tempi, ma non è che in altri Paesi la giustizia sia alla fin fine più veloce”.
Dopo il periodo trascorso in carcere a Trivandrum e nella Borstal School di Kochi, Latorre e Girone risiedono dal 2 giugno scorso in un albergo di Fort Kochi, godendo di una libertà dietro cauzione con l’obbligo comunque di presentarsi tutti i giorni in commissariato.
La loro vicenda è praticamente scomparsa dai media indiani e questo rende ancora più complessa la percezione di quanto avviene attorno a loro, anche a livello giudiziario. Il rinvio del processo di Kollam addirittura di quasi un mese è interpretato da alcuni come un segnale che per la sentenza della Corte Suprema si dovrà avere ancora molta, molta pazienza.
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Sud: oggi incontro Governo-parti sociali per documento fondi strutturali
11 Ottobre 2012 - 20:31
 (ASCA) - Roma, 11 ott - Si e' tenuto oggi un incontro tra i ministri Fabrizio Barca, Elsa Fornero e Corrado Passera, i sottosegretari Maria Cecilia Guerra, Elena Ugolini e Marco Rossi Doria, con i rappresentanti di Confindustria, Rete Imprese Italia, Cgil, Cisl, Uil e Ugl, in cui e' stato esaminato l'aggiornamento del documento ''Strumenti diretti per Impresa e Lavoro nel Sud'', gia' discusso in una precedente riunione tenuta il 12 settembre scorso.
 L'incontro, informa una nota, ha registrato una larga condivisione di obiettivi e di metodi e altre proposte utili a realizzare, sulla base di un nuovo documento di prossimo rilancio e, quindi, attraverso il confronto in corso con le Regioni Convergenza, la terza e ultima riprogrammazione dei fondi strutturali 2007-2013 che interessa i programmi di queste Regioni e il Programma Nazionale Reti e Mobilita'.
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L'UNIONE SARDA - Politica: Ricorso contro il governo
12.10.2012
Se a Pompei, nel 79 dopo Cristo, avessero votato contro le eruzioni vulcaniche, sarebbe cambiato qualcosa? La domanda è retorica ma la risposta dà l'idea del sentimento gelido che anima il Consiglio regionale. Ieri l'aula ha approvato, quasi unanime (61 sì e il no di Claudia Zuncheddu), un ordine del giorno durissimo contro il governo. Vincola Ugo Cappellacci ad aprire un conflitto con Palazzo Chigi, impugnando davanti alla Consulta i tagli all'Isola e la riforma che svuota l'autonomia delle Regioni. Ma il Palazzo del potere teme che sia tutto vano, di fronte alla colata lavica che, nata da scandali altrui, sta travolgendo la specialità sarda. Ultimi giorni di Pompei, appunto.
PROPOSTE Il documento approvato parla di «attacco alla Regione», ricorda che, data l'insularità, non ci sono «possibilità di sviluppo della Sardegna se non con politiche a carattere regionale». E affida al governatore il compito di contestare l'esecutivo Monti «in tutte le sedi politiche e giurisdizionali». Inoltre l'ordine del giorno richiama «un impegno dei rappresentanti eletti in Sardegna», e nel dibattito il capogruppo Pdl Pietro Pittalis precisa: «Chiederò ai parlamentari del mio partito di votare contro i provvedimenti, anche se fosse posta la fiducia. Lo facciano anche Pd e Udc». Franco Cuccureddu (Mpa) approva: «Meglio di qualsiasi risoluzione». E il capogruppo Udc Giulio Steri osserva: «Faccio parte di un partito nazionale ma l'interesse dei sardi prevale, non possono esserci voci dissonanti».
VIOLARE IL PATTO Altre proposte dal Pd: Gianvalerio Sanna rilancia quella di «sforare il patto di stabilità in modo programmato», aprendo un contenzioso sui tetti di spesa della Regione. «Serve a dare risposte ai sardi», aggiunge Giampaolo Diana, «su questo sfidiamo la maggioranza». Mario Bruno invoca «una mobilitazione popolare per salvare l'autonomia», da avviare con un'assemblea straordinaria in Consiglio, aperta agli enti locali. «Di fatto in Italia sta avvenendo un colpo di Stato», riflette Mario Diana (Sgd), che stuzzica l'assente Cappellacci: «Scrive a Napolitano ma dimentica di venire in Consiglio». «Va bene azzerare le prerogative dei consiglieri», è il ragionamento di Luciano Uras (Sel), «ma quelle sono norme-civetta che nascondono i tagli sulla povera gente». «E comunque - esorta il capogruppo Idv Adriano Salis - si vada avanti nel nostro contenimento dei costi». INDIPENDENTISTI «Usciamo dall'aula e non partecipiamo al voto per non indebolire l'unità», annuncia per il Psd'Az Giacomo Sanna, «ma serve una scossa più forte. Domani il nostro congresso dichiarerà l'indipendenza della Sardegna». Invece resta e vota no Claudia Zuncheddu (Sardigna libera): «Risoluzione inadeguata, difende un'autonomia già fallita».
PERPLESSI I Riformatori, che pure esprimono il presidente della commissione Bilancio (Pietrino Fois) che ha stilato la risoluzione, votano sì con molti dubbi. «Non accettiamo un'autonomia dimezzata - precisa il capogruppo Attilio Dedoni - ma qui perdiamo troppo tempo con mozioni, anziché fare riforme». Ancora più amaro Franco Meloni: «Voto per disciplina di gruppo, non mi sento di condividere questo grido di dolore. La classe politica non ha risolto i problemi dei sardi: siamo nella condizione etica per chiedere più poteri alle regioni?»
LA GIUNTA «Forse no», risponde il vicepresidente della Regione Giorgio La Spisa, «non è solo colpa dello Stato. Ma continueremo a impugnare ogni atto contro la nostra autonomia, abbiamo un popolo che ce lo chiede».

Consumi petroliferi: Up, a settembre -14,8% ma gettito fiscale sale
11 Ottobre 2012 - 19:05
 (ASCA) - Roma, 11 ott - Consumi petroliferi in calo, ma gettito fiscale in crescita in Italia. Secondo i dati dell'Unione Petrolifera a settembre si registra una ''preoccupante battuta d'arresto per i consumi petroliferi italiani ammontati a circa 5,3 milioni di tonnellate, con una diminuzione del 14,8% (-920.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2011''.
 I prodotti autotrazione - si legge in una nota -, con due giorni di consegna in meno, hanno rilevato le seguenti dinamiche: la benzina nel complesso ha mostrato un calo pari al 18,2% (-147.000 tonnellate) rispetto a settembre 2011, mentre il gasolio autotrazione del 15,6% (- 345.000 tonnellate). A parita' di giorni di consegna, il calo per la benzina sarebbe stato del 9,9% e per il gasolio del 6,3%.
 La domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) nel mese di settembre e' cosi' risultata pari a circa 2,6 milioni di tonnellate, di cui 0,7 milioni di tonnellate di benzina e 1,9 di gasolio autotrazione, con un decremento del 16,3% (-492.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2011.
Nel mese considerato le immatricolazioni di autovetture nuove sono diminuite del 25,5%, con quelle diesel che hanno rappresentato il 52,7% del totale (era il 55% nel settembre 2011).
 Nei primi nove mesi 2012, i consumi sono stati pari a circa 48,6 milioni di tonnellate, con un calo del 9,3% (-4.977.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2011. La benzina nel periodo considerato ha mostrato una flessione del 10,7% (-760.000 tonnellate), il gasolio del 9,9% (-1.903.000 tonnellate). Nel periodo considerato la somma dei soli carburanti (benzina + gasolio), evidenzia un peggioramento del 10,1% (-2.663.000 tonnellate). Nei primi nove mesi dell'anno, le nuove immatricolazioni di autovetture sono risultate in diminuzione del 20,4%, con quelle diesel a coprire il 53,8% del totale (era il 55,6 nei primi nove mesi del 2011). Nonostante la forte flessione, nei primi nove mesi del 2012 il gettito fiscale derivante da benzina e gasolio (accisa + iva) e' stato pari a circa 27,5 miliardi di euro, 3,7 miliardi in piu' rispetto allo stesso periodo del 2011 (+15,6%). red/glr

Merkel, Germania risente crisi eurozona
Cancelliera, rispetto a eurozona siamo comunque molto avanti
11 ottobre, 18:20
a la foto
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 (ANSA) - BERLINO, 11 OTT - La Germania non puo' non risentire della crisi dei paesi euro. Cosi' la cancelliera Angela Merkel ha commentato i dati degli istituti economici tedeschi che hanno dimezzato le stime sulla crescita per il 2013 portandole all'1%.
''Rispetto all'eurozona noi siamo comunque molto avanti. Ma ovviamente avvertiamo che la contrazione economica di alcuni paesi dell'eurozona ha un effetto anche su di noi, perche' il 40% del nostro export e' destinato al'eurozona e il 60 ai paesi dell'Ue'', ha detto.

Crisi: Slovenia, Jansa accusa opposizione blocco riforme
Premier, governo vuole evitare richiesta aiuti
11 ottobre, 18:02
(ANSAmed) – LUBIANA, 11 OTT – Il primo ministro sloveno Janez Jansa, il cui Paese secondo alcuni esperti potrebbe essere tra quelli che chiederanno presto aiuti al fondo salva-stati europeo, ha detto che il programma di stabilizzazione finanziaria proposto dal suo governo ''non ha nessuna alternativa'', e che non si dimettera' nonostante la pressione dell'opposizione di centro-sinistra che, secondo Jansa, starebbe facendo tutto il possibile per bloccare le sue riforme.
 ''Il mio governo ha una maggioranza, e pensare che cedera' agli ultimatum dell'opposizione e' un'illusione, un calcolo sbagliato'', ha affermato il premier sloveno in una lunga intervista alla tv pubblica, commentando le iniziative referendarie che mirano a fermare alcune sue riforme chiave. Nei giorni scorsi e' iniziata la raccolta di firme per abrogare la legge sulla sanzione delle banche e sulla fondazione di una holding che raggrupperebbe sotto un'unica gestione quasi tutte le societa' pubbliche. La Camera alta del parlamento sloveno ha gia' messo il suo veto sospensivo provvisorio su queste leggi e di conseguenza il parlamento dovra' riapprovarle. ''Dietro a queste macchinazioni c'e' l'opposizione che, se continuera' a bloccare le riforme, trascinera' il Paese verso il punto dove non avra' altra scelta che chiedere aiuti all'Ue'', ha aggiunto Jansa accusando i partiti di centro-sinistra ''di sabotare il governo e mettere a repentaglio la sovranita' nazionale''. ''Il mio governo vuole evitare di rivolgersi per gli aiuti all'estero – ha spiegato - perche' cio' limiterebbe di molto la sovranita' finanziaria della Slovenia''. La seconda opzione, secondo Jansa, e' andare alle elezioni anticipate, ''forse anche due volte, come in Grecia'', che pero' alla fine produrrebbero ''un governo dipendente dai creditori internazionali''. (ANSAmed).

Crisi: Croazia, prima grande protesta contro austerita'
Migliaia in piazza a Zagabria contestano tagli settore pubblico
11 ottobre, 19:24
 (ANSAmed) - ZAGABRIA, 11 OTT - Circa settemila persone, in maggioranza dipendenti pubblici, hanno manifestato oggi nel centro di Zagabria contro la misure di austerita' e i tagli nel settore pubblico in Croazia. Si tratta della prima grande protesta sindacale nel Paese contro il programma di tagli avviato nei mesi scorsi dal governo socialdemocratico guidato da Zoran Milanovic.
 Alla base della protesta vi e' in particolare la decisione del governo, presa a settembre, di cancellare unilateralmente i contratti collettivi nella sanita', istruzione pubblica, ricerca e cultura, dopo che le parti sociali non sono riuscite a trovare un accordo. La proposta del governo di rinunciare alla tredicesima e altri benefici in cambio di una promessa che non ci saranno licenziamenti di nessuno dei circa 200 mila dipendenti pubblici, non e' stata accettata dai sindacati, che chiedevano un impegno scritto che dopo la crisi ai lavoratori sarebbero stati restituiti tutti i soldi ai quali ora avrebbero rinunciato. Il governo ha poi iniziato con tagli unilaterali agli stipendi degli insegnanti, spiegando che se si vuole mantenere la stabilita' finanziaria e il rating creditizio del Paese non ci sono altre opzioni. In questo modo il governo risparmiera' circa 100 milioni di euro.
 ''I cittadini e i lavoratori croati si stanno svegliando e iniziano a battersi per il loro futuro'', ha detto alla manifestazione Vilim Ribic, uno dei leader sindacali che maggiormente si oppone alla politica dei tagli. In un'intervista, Ribic ha annunciato di non escludere scioperi nel settore pubblico, soprattutto a fine anno quando si votera' la legge finanziaria per il 2013. I sindacalisti hanno accusato il governo di aver tradito la fiducia dei cittadini e l'idea socialdemocratica, e di aver messo in atto una politica neoliberista che favorisce le banche, l'unico settore dell'economia croata che non risente della crisi economica globale.
 ''Proteste e grandi parole non ci porteranno fuori dalla crisi'', ha replicato ai manifestanti il premier Milanovic, invitando i cittadini a comprendere che la ''situazione e' molto grave e ad avere pazienza e fiducia nell'operato del governo''.
 Secondo le stime del Fondo monetario internazionale (Fmi), l'economia della Croazia vedra' nel 2012 una contrazione dell'1,1 per cento. La disoccupazione ha raggiunto a settembre il 18 per cento, il tasso piu' alto in dieci anni. Per il 2013 il governo ha in programma un ciclo di investimenti pubblici nel settore energetico e nell'infrastruttura ferroviaria e stradale, che dovrebbe aiutare la ripresa economica. Inoltre, dopo l'ingresso del Paese nell'Ue, previsto per luglio, si spera che di grande aiuto potrebbero essere i soldi messi a diposizione dai fondi strutturali comunitari. Per quest'anno, l'obiettivo strategico del governo e' ridurre il deficit dei conti pubblici sotto il tre per cento e mantenere il rating creditizio, che si trova a un punto sopra lo status di spazzatura. (ANSAmed).


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