Crisi: fatturato tessile-moda -4,4%
Infrastrutture: Ciaccia, puntiamo a Cipe
'robusto' entro fine mese
Crisi: Terzi, vince chi ha sistema Paese coeso
ed efficiente
Ocse: Pil rallenta a +0,2% nel 2* trim. Frena
export Italia e Germania
Grecia: a luglio disoccupazione sale al 25,1%
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Un’offerta dal
Texas: «La nostra centrale può salvare l’Alcoa»
11.10.2012
La salvezza, o
quantomeno un barlume di speranza, per il polo industriale di Portovesme,
potrebbe arrivare ancora una volta dall’America. Ma questa volta non da
Pittsburgh, sede di Alcoa, ma da Dallas, centro politico e finanziario del
Texas. A farsi promotore di un complesso progetto industriale è la Triencon
Service, società con sede principale nel Texas ma con sedi anche in Italia,
Lussemburgo e Brasile. La Tsi da tempo ha presentato un progetto industriale al
Ministero dello Sviluppo che prevederebbe quattro punti fermi: la costruzione
di una centrale elettrica da 500 megawatt, la vendita della elettricità alle
imprese dell’alluminio a un costo uguale a quello indicato dal governo come
fattibile per l’acquisto di Alcoa (33 euro a megawatt), l’impegno ad acquistare
una tonnellata di carbone estratto dalla miniera di Nuraxi Figus, da associare
alle biomasse come materia prima, occupazione prevista tra diretti e indiretti
per 600 persone con un picco nel cantiere di costruzione di 2000 persone. Tutto
ciò con un tecnologia che partirebbe da impianti addirittura in funzione al
tempo della Germania nazista, implementata con altre tecnologie di nuova
generazione «in parte applicate in alcuni stati degli Stati Uniti, come Oregon,
Utah, Kentucky e Colorado – ha detto Giovanni D’Urso, portavoce dell’azienda,
con un passato nella Legacoop e nel sindacato – dalla nostra società. Il
progetto industriale prevede la realizzazione di una serie di prodotti finiti
dall’impianto come il diesel sintetico, i gas industriali come azoto e argo,
l’anidride carbonica e gli inerti di fine processo. L’intero progetto –
conclude D’Urso – sarà finanziato attraverso il project-financing (operazione
di finanziamento di lungo termine il cui utile è dato dai flussi di cassa
previsti dalla gestione dell’opera, in questo caso dalla vendita di energia,
ndr) con banche d’affari statunitensi e investitori specializzati
d’Oltreoceano, già presentati e conosciuti dal Ministero per lo Sviluppo». Il
progetto così illustrato risulta accattivante, se non altro perchè risolverebbe
in un colpo solo l’emergenza costi energetici+uso della miniera di Nuraxi
Figus, ma sino a oggi non avrebbe incontrato la benevolenza dei tecnici di via
Veneto. Da ambienti vicini al ministero dello Svilupo Economico emergono infatti
forti perplessità sia sulla consistenza finanziaria dell’intervento,
nell’ordine delle diverse centinaia di milioni di euro, sia nella tecnologia
usata, che risulterebbe poco chiara. »Analoga attività è stata avviata negli
Stati Uniti pochi anni fa – ribatte indirettamente D’Urso e siamo in grado dopo
tre anni dalle autorizzazioni a mettere in marcia l’impianto». La lista delle
società che in qualche modo hanno presentato proposte industrial-finanziarie al
ministero retto da Corrado Passera, in relazione alla vicenda Alcoa è molto più
lunga di quanto è emerso dalla stampa. Oltre ai piemontesi della Kitegen (con
il loro progetto energetico con l’eolico ad alta quota) e ai texani della
Triencon ci sarebbero infatti altre società che hanno avanzato progetti con una
forte dose di apparente innovazione e qualche incertezza dal punto finanziario.
Proprio questi due elementi avrebbero fatto storcere il naso a più di un
tecnico ministeriale, alla ricerca di una soluzione tradizionale per un
impianto così complesso come quello di Portovesme. E cioè l’acquisizione da
parte di un soggetto che abbia riconosciute e verificabili capacità tecniche e
finanziarie per rilevare la fabbrica e continuarne le produzioni. «Se non
dovessimo trovare questo soggetto – ha detto più volte Passera – dovremmo
pensare ad altro. Ma per adesso battiamo con convinzione questa strada».
Crisi: fatturato tessile-moda -4,4%
Tronconi (Smi), a
rischio 16.000 posti lavoro, come 2 Ilva
11 ottobre, 13:27
(ANSA) - MILANO, 11
OTT - La crisi colpisce il settore tessile-moda, che chiudera' il 2012 con un
fatturato in calo del 4,4% a 50,5 miliardi di euro. E' quanto emerge da una
ricerca condotta da Sistema Moda Italia (Smi) in collaborazione con
l'Universita' Liuc di Castellanza (Varese), che prevede una crescita del 25,5%
del saldo commerciale, grazie al rialzo delle esportazioni (+0,7%). Previsto
invece un calo di 16.000 posti di lavoro, pari, secondo al presidente di Smi
Michele Tronconi, ''alla perdita di 2 Ilva''.
Infrastrutture: Ciaccia, puntiamo a Cipe
'robusto' entro fine mese
11 Ottobre 2012 -
13:12
(ASCA) - Roma, 11 ott - Oggi ci sara' un pre
Cipe e un altro la prossima settimana, per arrivare, entro la fine del mese, a
un Cipe ''molto robusto''. Lo ha detto il viceministro alle Infrastrutture e
Trasporti, Mario Ciaccia, a margine di un Rapporto Ance
sull'internazionalizzazione delle imprese.
''Oggi c'e' un pre cipe - ha detto Ciaccia -
in cui si dovranno esaminare diverse cose, tra cui lo stato della Orte-Mestre.
Speriamo di riuscire in tempi ragionevoli a definire l'opera, che cuba circa 10
miliardi''.
''Probabilmente - ha aggiunto Ciaccia - ci
sara' un altro pre Cipe la prossima settimana, perche' si possa arrivare, entro
fine mese, a un Cipe molto robusto''.
Sull'entita' del Cipe di fine mese, Ciaccia
non si e' sbilanciato per ''non suscitare attese''. Limitandosi comunque a dire
che ci saranno ''importi estremamente rilevanti''.
sen/rf/ss
Crisi: Terzi, vince chi ha sistema Paese coeso
ed efficiente
11 Ottobre 2012 -
13:37
(ASCA) - Roma, 11 ott - In un sistema
globalizzato, vince solo chi ha alle spalle un sistema Paese coeso ed
efficiente.
Lo ha detto il
ministro degli Esteri, Giulio Terzi, alla presentazione, alla Farnesina, del
rapporto Ance sull'internazionalizzazione delle imprese di costruzioni.
''Nel mondo globalizzato - ha detto il
ministro - vince solo chi ha alle spalle un sistema Paese coeso ed efficiente:
non singole realta' piu' o meno capaci, ma l'insieme dei soggetti attivi che
collaborano con coerenza e unitarieta' di visione all'elaborazione e attuazione
di strategie economiche''.
''L'obiettivo fondamentale per il Paese - ha
aggiunto il ministro - e' quello di riprendere a crescere: una sfida che il
governo Monti ha raccolto e che vogliamo vincere anche con la forte azione di
promozione e sostegno all'estero delle nostre eccellenze''.
sen/sam/
Ocse: Pil rallenta a +0,2% nel 2* trim. Frena
export Italia e Germania
11 Ottobre 2012 -
12:11
(ASCA) - Roma, 11 ott - Il prodotto interno
lordo dell'area Ocse e' rallentato in termini reali nel secondo trimestre a
+0,2% rispetto al +0,4% dei tre mesi precedenti. E' quanto segnala
l'Organizzazione nel suo rapporto ''Quarterly National Accounts''.
La causa principale della frenata, segnala
l'Ocse, e' da ricercare nell'andamento dei consumi privati che ha contribuito
per solo 0,1 punti al Pil rispetto agli 0,3 punti garantiti nei primo
trimestre. In calo anche il contributo della spesa pubblica (da 0,1 punti a
zero), stabile quello delle esportazioni nette a 0,1 punti mentre sale l'effetto
delle scorte (+0,1 punti).
L'Ocse rileva come sia in Germania che in
Italia le esportazioni continuino a dare un contributo positivo alla crescita
del Pil anche se questo si e' ridotto da 0,7 a 0,3 punti per Berlino e da 1,1 a
0,2 punti per Roma.
fgl/
Grecia: a luglio disoccupazione sale al 25,1%
ultimo aggiornamento:
11 ottobre, ore 12:47
Atene, 11 ott. -
(Adnkronos) - La disoccupazione in Grecia sale a luglio al 25,1% dal 24,8% di
giugno. Un anno fa il tasso di disoccupazione era del 17,8%. Lo rende noto
El.Stat, l'istituto di statistica greco precisando che il numero di disoccupati
ammonta a 1.261.604 mentre quello degli inattivi a 3.356.276.
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