Grilli, sudare ancora per crescita
Costruzioni: Ance, fatturato estero imprese
oltre 7,8 mld nel 2011
Crisi: Batelli (Acer), siamo disorientati, non
e' il Paese che volevamo
Crisi: Grecia; Coca-Cola lascia e va in
Svizzera
Crisi: Spagna, -2,7% finanziamenti Bce a banche
a settembre
Serbia: Banca centrale, Pil -1,5% in 2012,
inflazione al 12%
«Stop devolution» In Basilicata si teme una
nuova Scanzano
di MASSIMO BRANCATI
Il Governo centrale
intende sottrarre alle Regioni la competenza in materia di energia. Un
cambiamento, quello voluto dal disegno di legge costituzionale di modifica del
titolo V, che tocca da vicino la Basilicata, il serbatoio petrolifero d’Italia.
Se dovesse andare in porto l’iter di revisione della Costituzione (difficile
che si raggiunga l’obiettivo entro la fine di questa legislatura), la
Basilicata perderebbe qualsiasi margine di trattativa con le compagnie
petrolifere, alle quali basterà bussare a Roma per poter perforare nel
territorio lucano. Diventerebbero «carta straccia» tutti gli accordi presi dal
Governo regionale con Eni e Total e, soprattutto, perderebbe di efficacia la
«moratoria» delle trivelle votata all’unanimità dal Consiglio regionale.
Insomma, non ci sarebbe alcuna condivisione con il territorio e tutte le
decisioni verrebbero centralizzate sulla scia della cosiddetta «clausola di
supremazia» contenuta nel disegno di legge.
Uno scenario che
preoccupa il presidente della Giunta regionale, Vito De Filippo, il quale
condensa nelle sue dichiarazioni il pensiero dei colleghi della conferenza
Stato-Regioni: «Non pensiamo che l’ipotesi di modifica del titolo V possa
portare a concreti sviluppo in tempi brevi - dice il governatore lucano - ma
vogliamo contrastare i germi di una cultura di mancanza di dialogo verso la
quale non solo esprimiamo poco apprezzamento ma anche preoccupazione, non
rinunciando a pensare che non sia frutto di una posizione di chi ha
responsabilità di governo, ma solo degli affanni del momento. Un momento che,
dopo la stagione del federalismo a tutti i costi e contro ogni ragionevolezza -
spiega De Filippo - con questo ultimo ddl del Governo sembra figlio di una repentina
conversione emozionale alla cieca osservanza di un centralismo che va dal
turismo ai trasporti dalle comunicazioni, appunto all’energia».
De Filippo
sottolinea che, come la storia recente insegna (la rivolta di Scanzano su
tutti), quando scelte a forte impatto sui territori, come sicuramente sono le
estrazioni ma anche i rigassificatori e le rilevanti reti di trasporto, vengono
fatte senza un percorso di condivisione con le popolazioni che quel territorio
lo abitano, «non ci sono solo rischi per la qualità della democrazia, con
l’affermazione di una sorta di colonialismo centralista, ma anche rischi per la
riuscita degli stessi progetti che troverebbero la contrarietà delle
popolazioni locali portando addirittura all’esasperazione di posizioni di
negazione totale che potrebbero essere conciliate su punti di equilibrio».
Progetti di
rigassificatori condivisi con i territori - rileva De Filippo - pure ne
esistono e vanno avanti, e anche le scorie nucleari, dopo la protesta per il
sito unico geologico, non sono scomparse, ma stanno trovano una sistemazione
d’intesa con tutti i territori interessati. «Nel voler salvaguardare salute,
ambiente e sicurezza energetica - conclude il governatore lucano - non posso
non difendere un bastione fondamentale, ossia la necessità della fiducia nello
Stato inteso in tutte le sue articolazioni. E questa fiducia verrebbe meno, con
conseguenze nefaste e difficilmente contenibili, se i territori si sentissero
traditi e sopraffatti sapendo che prima o poi potrebbe toccare a tutti». De
Filippo parla del rischio di reazioni anche dure da parte dei vari segmenti
territoriali del Paese. Al di là delle collocazioni geografiche e delle
appartenenze politiche.
Grilli, sudare ancora per crescita
Strategia rigore
giusta, inevitabile, senza alternative
11 ottobre, 17:11
(ANSA) - TOKYO, 11
OTT - ''Per ritrovare la crescita bisogna ancora sudare'', per l'Italia e'
importante proseguire col rigore dei conti pubblici, perche' le condizioni
finanziarie ''sono migliorate a livello globale ma la crescita e' ancora tutta
da cogliere''. Lo ha detto Vittorio Grilli definendo questa strada ''giusta,
inevitabile, e senza alternative''.
Sulla legge di
stabilita', ha aggiunto, ''abbiamo ricevuto molto supporto e complimenti'' ai
lavori del Fmi ''per la coerenza che stiamo dimostrando''.
Costruzioni: Ance, fatturato estero imprese
oltre 7,8 mld nel 2011
11 Ottobre 2012 - 14:36
(ASCA) - Roma, 11 ott - Le imprese di
costruzione, nel 2011, hanno realizzato un fatturato estero di oltre 7,8
miliardi di euro, una volta e mezzo quello realizzato nel 2004. E' quanto
emerge dal Rapporto 2012 dell'Ance sulla presenza delle imprese di costruzione
italiane nel mondo.
In
particolare, le attivita' oltreconfine per le imprese del settore rappresentano
oggi il 53,8% del totale, superando per il terzo anno consecutivo la quota di
attivita' nel mercato italiano. Negli ultimi 7 anni (2004-2011) il business
all'estero e' cresciuto a un ritmo del 15% medio ogni anno, mentre nello stesso
periodo il fatturato prodotto in Italia e' aumentato dello 0,4% annuo. In altre
parole, a fronte di una preoccupante debolezza del mercato interno, il mercato
estero ha assunto un ruolo sempre piu' centrale per le imprese italiane. Le
imprese italiane sono presenti in 85 Paesi, di cui 5 nuovi (Portogallo, Ungheria,
Gabon, Singapore e Guatemala).
Il Sud America continua a essere il primo
mercato per le imprese di costruzione italiane, con il 32% dell'importo totale
delle commesse in corso. A seguire ci sono il Nord Africa e l'Africa
Sub-Sahariana, con rispettivamente il 12% e il 13%, e Unione Europea, Europa
extra-Ue e Medio oriente, che costituiscono ognuno l'11%.
La
presenza all'estero delle imprese italiane risulta sempre piu' stabile e
strutturata, infatti i 40 gruppi italiani oggetto dell'indagine hanno creato e
controllano oltre 230 imprese di diritto estero in 73 Paesi.
Solo
lo scorso anno, sono stati firmati 239 nuovi contratti, del valore complessivo
di 12,5 miliardi di euro.
Si attesta cosi' a 58 miliardi di euro il
valore totale delle commesse acquisite dalle imprese nazionali.
sen/
Crisi: Batelli (Acer), siamo disorientati, non
e' il Paese che volevamo
11 Ottobre 2012 - 14:48
(ASCA) - Roma, 11 ott - ''In un momento
particolarmente difficile per il nostro Paese, sia per gli effetti della crisi
economica epocale che ci sta travolgendo, sia per il decadimento dei valori
della politica a cui stiamo assistendo, mentre noi difendiamo con le unghie e
con i denti le nostre imprese, ci siamo accorti che il problema non riguardava
solo la nostra regione ma tutta l'Italia: siamo disorientati perche' non e' il
Paese che volevamo. Non e' il Paese che vogliamo''. Lo ha detto il Presidente
dell'Acer, Eugenio Batelli, in occasione dell'assemblea annuale
dell'Associazione dei costruttori edili di Roma e Provincia.
''Oggi non puo' essere solo il momento
delle lamentele, oggi e' soprattutto il momento della rabbia'', ha affermato
Batelli nella sua relazione, perche' ''siamo di fronte all'annientamento di
migliaia di aziende, che hanno dovuto soccombere non per colpa loro, ma per
inadempienze e responsabilita' di altri''.
Per
dare una risposta alla crisi bisogna cambiare radicalmente la gestione della
cosa pubblica, secondo Batelli, perche' ''solo cosi' possiamo invertire la
rotta e imboccare la strada che ci permettera' di vivere nel Paese che
vogliamo, quello dove la cosa pubblica e' gestita nel rispetto assoluto del
bene comune''.
bet/sam/
Crisi: Grecia; Coca-Cola lascia e va in
Svizzera
11 ottobre, 15:30
(ANSAmed) - ATENE,
11 OTT - Anche la Coca-Cola Hellenic (CCH), la piu' grande azienda di
imbottigliamento della Grecia, rimane vittima della grave crisi economica che
attanaglia il Paese: decide cosi' di trasferirsi in Svizzera e far quotare le
proprie azioni alla Borsa di Londra.
A dare notizia di questo nuovo, duro colpo
all'economia della Grecia - in recessione ormai da cinque anni consecutivi - e'
stata oggi la stessa CCH in un annuncio alla Borsa di Atene.
L'impatto materiale
sulla Grecia sara' probabilmente limitato - le fabbriche greche continueranno a
lavorare - mentre la CCH, da parte sua, ha assicurato che il 5% della sua
attività complessiva, ovvero quanto la seconda compagnia di imbottigliamento
del mondo ha in Grecia, resterà inalterato. Ma diversi analisti hanno subito
interpretato questo annuncio come una brutta notizia per una nazione che sta
disperatamente lottando per restare nell'eurozona.
La Coca-Cola Hellenic, che ha già quotazioni
secondarie di mercato alle Borse di Londra e New York, ha annunciato che i suoi
azionisti - la maggior parte dei quali si trovano all'estero - scambieranno
tutte le loro azioni con azioni della Coca-Cola HBC AG, con sede in Svizzera.
Questi titoli avranno una quotazione primaria sulla Borsa di Londra. "Una
quotazione primaria nella Borsa più grande e con piu' liquidita' d'Europa
riflette meglio il carattere internazionale degli affari e della base degli
azionisti della Coca Cola Hellenic", ha detto la CCH nella sua odierna
dichiarazione alla Borsa di Atene. L'azienda, nella quale la Coca-Cola Co.
degli Stati Uniti possiede una quota del 23%, imbottiglia Coca-Cola e altre
bevande destinate a 28 Paesi dalla Russia alla Nigeria, ma circa il 95% dei
suoi azionisti e attività commerciali si trovano fuori della Grecia.
La CCH è diventata la più grande azienda della
Grecia con una capitalizzazione di borsa di circa sei miliardi di euro, pari a
circa un quinto del valore totale della Borsa di Atene. La società di recente
si era lamentata per le nuove tasse imposte al settore nel quadro delle misure
di austerità del governo.
Dopo l'annuncio
odeirno, le azioni della CCH sono diminuite del 5,8% scendendo a 15,49 euro.
(ANSAmed).
Crisi: Spagna, -2,7% finanziamenti Bce a banche
a settembre
11 ottobre, 11:41
(ANSAmed) - MADRID, 11 OTT - I
finanziamenti chiesti alla Bce dalle banche spagnole segnano un calo a
settembre del 2,7%, fino a 378,176 miliardi, dopo undici mesi consecutivi di
aumenti, secondo i dati diffusi oggi dalla Banca di Spagna. La riduzione e'
pari a 10,56 miliardi rispetto al mese di agosto. Si tratta del saldo vivo che
gli enti finanziari spagnoli devono restituire all'istituto europeo, per i
finanziamenti ricevuti. I finanziamenti richiesti dalle banche iberiche alla
Bce si e' moltiplicato per cinque rispetto a quello registrato nel settembre
2011, di 69,299 miliardi, evidenziando le difficolta' degli enti spagnoli a
finanziarsi sul mercato interbancario. (ANSAmed).
Serbia: Banca centrale, Pil -1,5% in 2012,
inflazione al 12%
11 ottobre, 15:19
(ANSAmed) - BELGRADO, 11 OTT - Il Pil in
Serbia registrera' quest'anno un calo dell'1,5%, mentre l'inflazione si
attestera' entro la fine dell'anno al 12%. Lo ha detto il vicegovernatore della
Banca nazionale serba (Nbs), Veselin Pjescic. L'alto livello dell'inflazione,
ha precisato, e' dovuto in primo luogo all'aumento dei prezzi dei generi
alimentari causato dalla prolungata siccita' dei mesi scorsi.
Nel
2013, ha aggiunto Pjescic, in Serbia si registrera' una crescita economica del
3%, con l'export di Fiat Srbija che coprira' uno di tali tre punti percentuali.
(ANSAmed).
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