giovedì 11 ottobre 2012

(3) XI.X.MMXII/ Ut sementem feceris ita metes (Mieterai ciò che avrai seminato, Cicerone).===Massimo Brancati: Il Governo centrale intende sottrarre alle Regioni la competenza in materia di energia. Un cambiamento, quello voluto dal disegno di legge costituzionale di modifica del titolo V, che tocca da vicino la Basilicata, il serbatoio petrolifero d’Italia. Se dovesse andare in porto l’iter di revisione della Costituzione (difficile che si raggiunga l’obiettivo entro la fine di questa legislatura), la Basilicata perderebbe qualsiasi margine di trattativa con le compagnie petrolifere, alle quali basterà bussare a Roma per poter perforare nel territorio lucano.

«Stop devolution» In Basilicata si teme una nuova Scanzano
Grilli, sudare ancora per crescita
Costruzioni: Ance, fatturato estero imprese oltre 7,8 mld nel 2011
Crisi: Batelli (Acer), siamo disorientati, non e' il Paese che volevamo
Crisi: Grecia; Coca-Cola lascia e va in Svizzera
Crisi: Spagna, -2,7% finanziamenti Bce a banche a settembre
Serbia: Banca centrale, Pil -1,5% in 2012, inflazione al 12%

«Stop devolution» In Basilicata si teme una nuova Scanzano
di MASSIMO BRANCATI
Il Governo centrale intende sottrarre alle Regioni la competenza in materia di energia. Un cambiamento, quello voluto dal disegno di legge costituzionale di modifica del titolo V, che tocca da vicino la Basilicata, il serbatoio petrolifero d’Italia. Se dovesse andare in porto l’iter di revisione della Costituzione (difficile che si raggiunga l’obiettivo entro la fine di questa legislatura), la Basilicata perderebbe qualsiasi margine di trattativa con le compagnie petrolifere, alle quali basterà bussare a Roma per poter perforare nel territorio lucano. Diventerebbero «carta straccia» tutti gli accordi presi dal Governo regionale con Eni e Total e, soprattutto, perderebbe di efficacia la «moratoria» delle trivelle votata all’unanimità dal Consiglio regionale. Insomma, non ci sarebbe alcuna condivisione con il territorio e tutte le decisioni verrebbero centralizzate sulla scia della cosiddetta «clausola di supremazia» contenuta nel disegno di legge.

Uno scenario che preoccupa il presidente della Giunta regionale, Vito De Filippo, il quale condensa nelle sue dichiarazioni il pensiero dei colleghi della conferenza Stato-Regioni: «Non pensiamo che l’ipotesi di modifica del titolo V possa portare a concreti sviluppo in tempi brevi - dice il governatore lucano - ma vogliamo contrastare i germi di una cultura di mancanza di dialogo verso la quale non solo esprimiamo poco apprezzamento ma anche preoccupazione, non rinunciando a pensare che non sia frutto di una posizione di chi ha responsabilità di governo, ma solo degli affanni del momento. Un momento che, dopo la stagione del federalismo a tutti i costi e contro ogni ragionevolezza - spiega De Filippo - con questo ultimo ddl del Governo sembra figlio di una repentina conversione emozionale alla cieca osservanza di un centralismo che va dal turismo ai trasporti dalle comunicazioni, appunto all’energia».
De Filippo sottolinea che, come la storia recente insegna (la rivolta di Scanzano su tutti), quando scelte a forte impatto sui territori, come sicuramente sono le estrazioni ma anche i rigassificatori e le rilevanti reti di trasporto, vengono fatte senza un percorso di condivisione con le popolazioni che quel territorio lo abitano, «non ci sono solo rischi per la qualità della democrazia, con l’affermazione di una sorta di colonialismo centralista, ma anche rischi per la riuscita degli stessi progetti che troverebbero la contrarietà delle popolazioni locali portando addirittura all’esasperazione di posizioni di negazione totale che potrebbero essere conciliate su punti di equilibrio».
Progetti di rigassificatori condivisi con i territori - rileva De Filippo - pure ne esistono e vanno avanti, e anche le scorie nucleari, dopo la protesta per il sito unico geologico, non sono scomparse, ma stanno trovano una sistemazione d’intesa con tutti i territori interessati. «Nel voler salvaguardare salute, ambiente e sicurezza energetica - conclude il governatore lucano - non posso non difendere un bastione fondamentale, ossia la necessità della fiducia nello Stato inteso in tutte le sue articolazioni. E questa fiducia verrebbe meno, con conseguenze nefaste e difficilmente contenibili, se i territori si sentissero traditi e sopraffatti sapendo che prima o poi potrebbe toccare a tutti». De Filippo parla del rischio di reazioni anche dure da parte dei vari segmenti territoriali del Paese. Al di là delle collocazioni geografiche e delle appartenenze politiche.

Grilli, sudare ancora per crescita
Strategia rigore giusta, inevitabile, senza alternative
11 ottobre, 17:11
(ANSA) - TOKYO, 11 OTT - ''Per ritrovare la crescita bisogna ancora sudare'', per l'Italia e' importante proseguire col rigore dei conti pubblici, perche' le condizioni finanziarie ''sono migliorate a livello globale ma la crescita e' ancora tutta da cogliere''. Lo ha detto Vittorio Grilli definendo questa strada ''giusta, inevitabile, e senza alternative''.
Sulla legge di stabilita', ha aggiunto, ''abbiamo ricevuto molto supporto e complimenti'' ai lavori del Fmi ''per la coerenza che stiamo dimostrando''.

Costruzioni: Ance, fatturato estero imprese oltre 7,8 mld nel 2011
11 Ottobre 2012 - 14:36
 (ASCA) - Roma, 11 ott - Le imprese di costruzione, nel 2011, hanno realizzato un fatturato estero di oltre 7,8 miliardi di euro, una volta e mezzo quello realizzato nel 2004. E' quanto emerge dal Rapporto 2012 dell'Ance sulla presenza delle imprese di costruzione italiane nel mondo.
 In particolare, le attivita' oltreconfine per le imprese del settore rappresentano oggi il 53,8% del totale, superando per il terzo anno consecutivo la quota di attivita' nel mercato italiano. Negli ultimi 7 anni (2004-2011) il business all'estero e' cresciuto a un ritmo del 15% medio ogni anno, mentre nello stesso periodo il fatturato prodotto in Italia e' aumentato dello 0,4% annuo. In altre parole, a fronte di una preoccupante debolezza del mercato interno, il mercato estero ha assunto un ruolo sempre piu' centrale per le imprese italiane. Le imprese italiane sono presenti in 85 Paesi, di cui 5 nuovi (Portogallo, Ungheria, Gabon, Singapore e Guatemala).
Il Sud America continua a essere il primo mercato per le imprese di costruzione italiane, con il 32% dell'importo totale delle commesse in corso. A seguire ci sono il Nord Africa e l'Africa Sub-Sahariana, con rispettivamente il 12% e il 13%, e Unione Europea, Europa extra-Ue e Medio oriente, che costituiscono ognuno l'11%.
 La presenza all'estero delle imprese italiane risulta sempre piu' stabile e strutturata, infatti i 40 gruppi italiani oggetto dell'indagine hanno creato e controllano oltre 230 imprese di diritto estero in 73 Paesi.
 Solo lo scorso anno, sono stati firmati 239 nuovi contratti, del valore complessivo di 12,5 miliardi di euro.
Si attesta cosi' a 58 miliardi di euro il valore totale delle commesse acquisite dalle imprese nazionali.
sen/

Crisi: Batelli (Acer), siamo disorientati, non e' il Paese che volevamo
11 Ottobre 2012 - 14:48
 (ASCA) - Roma, 11 ott - ''In un momento particolarmente difficile per il nostro Paese, sia per gli effetti della crisi economica epocale che ci sta travolgendo, sia per il decadimento dei valori della politica a cui stiamo assistendo, mentre noi difendiamo con le unghie e con i denti le nostre imprese, ci siamo accorti che il problema non riguardava solo la nostra regione ma tutta l'Italia: siamo disorientati perche' non e' il Paese che volevamo. Non e' il Paese che vogliamo''. Lo ha detto il Presidente dell'Acer, Eugenio Batelli, in occasione dell'assemblea annuale dell'Associazione dei costruttori edili di Roma e Provincia.
''Oggi non puo' essere solo il momento delle lamentele, oggi e' soprattutto il momento della rabbia'', ha affermato Batelli nella sua relazione, perche' ''siamo di fronte all'annientamento di migliaia di aziende, che hanno dovuto soccombere non per colpa loro, ma per inadempienze e responsabilita' di altri''.
 Per dare una risposta alla crisi bisogna cambiare radicalmente la gestione della cosa pubblica, secondo Batelli, perche' ''solo cosi' possiamo invertire la rotta e imboccare la strada che ci permettera' di vivere nel Paese che vogliamo, quello dove la cosa pubblica e' gestita nel rispetto assoluto del bene comune''.
bet/sam/

Crisi: Grecia; Coca-Cola lascia e va in Svizzera
11 ottobre, 15:30
(ANSAmed) - ATENE, 11 OTT - Anche la Coca-Cola Hellenic (CCH), la piu' grande azienda di imbottigliamento della Grecia, rimane vittima della grave crisi economica che attanaglia il Paese: decide cosi' di trasferirsi in Svizzera e far quotare le proprie azioni alla Borsa di Londra.
 A dare notizia di questo nuovo, duro colpo all'economia della Grecia - in recessione ormai da cinque anni consecutivi - e' stata oggi la stessa CCH in un annuncio alla Borsa di Atene.
L'impatto materiale sulla Grecia sara' probabilmente limitato - le fabbriche greche continueranno a lavorare - mentre la CCH, da parte sua, ha assicurato che il 5% della sua attività complessiva, ovvero quanto la seconda compagnia di imbottigliamento del mondo ha in Grecia, resterà inalterato. Ma diversi analisti hanno subito interpretato questo annuncio come una brutta notizia per una nazione che sta disperatamente lottando per restare nell'eurozona.
 La Coca-Cola Hellenic, che ha già quotazioni secondarie di mercato alle Borse di Londra e New York, ha annunciato che i suoi azionisti - la maggior parte dei quali si trovano all'estero - scambieranno tutte le loro azioni con azioni della Coca-Cola HBC AG, con sede in Svizzera. Questi titoli avranno una quotazione primaria sulla Borsa di Londra. "Una quotazione primaria nella Borsa più grande e con piu' liquidita' d'Europa riflette meglio il carattere internazionale degli affari e della base degli azionisti della Coca Cola Hellenic", ha detto la CCH nella sua odierna dichiarazione alla Borsa di Atene. L'azienda, nella quale la Coca-Cola Co. degli Stati Uniti possiede una quota del 23%, imbottiglia Coca-Cola e altre bevande destinate a 28 Paesi dalla Russia alla Nigeria, ma circa il 95% dei suoi azionisti e attività commerciali si trovano fuori della Grecia.
 La CCH è diventata la più grande azienda della Grecia con una capitalizzazione di borsa di circa sei miliardi di euro, pari a circa un quinto del valore totale della Borsa di Atene. La società di recente si era lamentata per le nuove tasse imposte al settore nel quadro delle misure di austerità del governo.
Dopo l'annuncio odeirno, le azioni della CCH sono diminuite del 5,8% scendendo a 15,49 euro. (ANSAmed).

Crisi: Spagna, -2,7% finanziamenti Bce a banche a settembre
11 ottobre, 11:41
(ANSAmed) - MADRID, 11 OTT - I finanziamenti chiesti alla Bce dalle banche spagnole segnano un calo a settembre del 2,7%, fino a 378,176 miliardi, dopo undici mesi consecutivi di aumenti, secondo i dati diffusi oggi dalla Banca di Spagna. La riduzione e' pari a 10,56 miliardi rispetto al mese di agosto. Si tratta del saldo vivo che gli enti finanziari spagnoli devono restituire all'istituto europeo, per i finanziamenti ricevuti. I finanziamenti richiesti dalle banche iberiche alla Bce si e' moltiplicato per cinque rispetto a quello registrato nel settembre 2011, di 69,299 miliardi, evidenziando le difficolta' degli enti spagnoli a finanziarsi sul mercato interbancario. (ANSAmed).

Serbia: Banca centrale, Pil -1,5% in 2012, inflazione al 12%
11 ottobre, 15:19
(ANSAmed) - BELGRADO, 11 OTT - Il Pil in Serbia registrera' quest'anno un calo dell'1,5%, mentre l'inflazione si attestera' entro la fine dell'anno al 12%. Lo ha detto il vicegovernatore della Banca nazionale serba (Nbs), Veselin Pjescic. L'alto livello dell'inflazione, ha precisato, e' dovuto in primo luogo all'aumento dei prezzi dei generi alimentari causato dalla prolungata siccita' dei mesi scorsi.
 Nel 2013, ha aggiunto Pjescic, in Serbia si registrera' una crescita economica del 3%, con l'export di Fiat Srbija che coprira' uno di tali tre punti percentuali. (ANSAmed).


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