lunedì 15 ottobre 2012

(3) XV.X.MMXII/ Escape from.

Edilizia, la crisi penalizza la Puglia
Alimentazione: salgono a 3,3 mln gli affamati in Italia
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica i dati di sintesi del conto del settore statale del mese di agosto 2012
Crisi: Slovenia emettera' titoli in dlr per evitare aiuti Ue
Crisi: Spagna; un milione di persone emigrate nel 2011
Germania: record occupati ad agosto
Visti Balcani in mirino Bruxelles, Paesi prendano misure

Edilizia, la crisi penalizza la Puglia
In 5 anni spariti 13mila posti di lavoro
Allarme dei sindacati: perse anche 3.500 imprese
Crollano gli investimenti: meno 4,3 miliardi
BARI - Negli ultimi cinque anni in Puglia sono stati persi circa 13mila occupati e 3.500 imprese, il valore più preoccupante, secondo i dati raccolti da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil. I sindacati delle costruzioni (che comprende anche il comparto del legno-arredo) hanno lanciato l’allarme sulla grave crisi economica e occupazionale che vive tutto il settore.
I DATI - In cinque anni è stato perso più di un quarto degli investimenti, ovvero 4,3 miliardi in meno riportandosi ai livelli di produzione del 1992, allo stesso modo i lavori pubblici si sono contratti attestandosi a 37,5 % con una flessione di circa sette punti percentuali rispetto alla condizione pre-crisi.
IL LAVORO - Sull'occupazione i dati delle casse edili con i relativi aggiornamenti al primo semestre 2012 confermano il trend fortemente negativo che ha caratterizzato il passato quinquennio evidenziando un ulteriore calo del 25% degli addetti e 15% per le imprese rispetto allo stesso periodo del 2011. Dall’inizio della crisi al 2012 il settore ha perso circa 13mila occupati. Il ricorso alla Cig da parte delle imprese di costruzioni continua a rimanere elevato ed in parte attutisce la grave emorragia occupazionale determinatasi. Nel 2011 sono state autorizzare 5.486.994 ore di cassa integrazione guadagni per i lavoratori del settore, quota pur considerevole ma già superata a agosto del 2012.

Alimentazione: salgono a 3,3 mln gli affamati in Italia
ultimo aggiornamento: 15 ottobre, ore 16:46
Roma, 15 ott. (Adnkronos) - Sono 3, 3 milioni gli italiani che hanno chiesto un pacco alimentare o un pasto gratuito ai canali no profit che distribuiscono le eccedenze alimentari.

Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica i dati di sintesi del conto del settore statale del mese di agosto 2012
Fabbisogno del settore statale del mese di agosto 2012
                                                                                                                  Milioni di euro
Formazione del fabbisogno                                                                             
Entrate                                                                                                                 41.870
Spese                                                                                                                 47.856
di cui: spesa per interessi                                                                                                                 10.819
                                                                                                                              
Fabbisogno (-) / Disponibilità (+)                                                                                                                            -5.986
                                                                                                                              
Copertura                                                                                                            
Totale                                                                                                                   5.986
Titoli a breve termine                                                                                                                            -752
Titoli a medio-lungo termine                                                                                                                            -1.240
Titoli esteri                                                                                                                            -709
Altre operazioni (1)                                                                                                                   8.687
(1) Comprendono la raccolta postale e la variazione del conto di disponibilità.
In conformità al programma Special Data Dissemination Standard (SDDS) del Fondo Monetario Internazionale, il calendario delle pubblicazioni dei dati sopraesposti è disponibile sul sito (http://dsbb.imf.org).
15 ottobre 2012

Crisi: Slovenia emettera' titoli in dlr per evitare aiuti Ue
Trattative per piazzare su mercato ordinario 1,5 mld dlr
15 ottobre, 15:46
(ANSAmed) – LUBIANA, 15 OTT – La Slovenia ha iniziato oggi una serie di discussioni con diversi investitori, principalmente negli Stati Uniti, per piazzare sul mercato ordinario circa 1,5 miliardi di dollari di titoli di Stato, ed evitare in questo modo di chiedere aiuto all'Ue. Lo ha annunciato il ministero delle Finanze di Lubiana.
 Le trattative si terranno nei prossimi giorni a Boston, New York e a Londra con la Deutsche Bank, la francese BNP Paris e la JP Moragn americana. Il ministro delle Finanze, Janez Sustercic, ha fatto sapere che ''alcune banche di investimento hanno mostrato un notevole interesse per i titoli di Stato sloveno, in particolare per una emissione denominata in dollari'', e non in euro, come era consuetudine per il Paese che ha aderito alla moneta unica europea nel 2007. Secondo il governo di Lubiana, l'indebitamento in dollari garantira' un tasso di interesse minore di quello in euro, ora intorno al sei per cento. I critici di questo intervento sostengono invece che il Paese, gia' molto esposto alla crisi dell'euro, si esporra' anche a un rischio valutario che si voleva evitare proprio aderendo alla moneta europea.
 Ad agosto, le tre principali agenzie di rating internazionali hanno declassato il debito sovrano della Slovenia, in passato considerata come modello di sviluppo per i Paesi dell'est europeo. (ANSAmed).

Crisi: Spagna; un milione di persone emigrate nel 2011
Piu' 21,58% rispetto a stesso periodo scorso anno
15 ottobre, 16:23
  (ANSAmed) - MADRID - Non si ferma l'esodo degli spagnoli alla ricerca di un posto di lavoro. Quasi un milione di persone e' emigrato dalla Spagna dal 1 gennaio 2011, e oltre 420.000 persone hanno lasciato il Paese nei primi nove mesi dell'anno, delle quali 52.912 erano spagnoli e 365.238 erano stranieri, secondo i dati diffusi oggi dall'Istituto nazionale di Statistica. Le cifre segnano un aumento del 21,58% rispetto allo stesso periodo del 2011. Catalogna, Madrid, Andalusia e Paese Basco, le regioni che hanno registrato i maggiori flussi migratori. La dimensione dell'esodo e' stimata in 203 persone che ogni giorno lasciano il paese alla ricerca di un'opportunita' di lavoro all'estero. Con questi movimenti migratori mobilitati dalla crisi e la mancanza di lavoro, l'Ine stima che la popolazione residente in Spagna questo mese di ottobre sia di 46. 116.000 persone, quando a gennaio scorso la popolazione era di 46.196.000 persone. A fronte di un tasso di disoccupazione che supera il 25%, il 60,9% dei disoccupati vede poco o per nulla probabile trovare un lavoro nei prossimi dodici mesi, secondo il Barometro di settembre del Centro di Ricerche sociologiche (Cis), pari a un 6,5% in piu' che un anno fa. (ANSAmed) YK8

Germania: record occupati ad agosto
Oltre 5,3mln dipendenti, 113mila in piu' rispetto 2012
15 ottobre, 18:20
(ANSA) - BERLINO, 15 OTT - In Germania il numero degli occupati nell'industria e' salito al valore piu' alto registrato negli ultimi quattro anni, dal crack della banca statunitense Lehman Brothers. Lo ha reso noto oggi l'Ufficio di statistica federale Destatis. Nonostante il recente indebolimento congiunturale, alla fine di agosto oltre 5,3 milioni di tedeschi erano impiegati in aziende manifatturiere con piu' di 50 dipendenti, 113mila persone o il 2,2% in piu' rispetto allo stesso mese del 2011.

Visti Balcani in mirino Bruxelles, Paesi prendano misure
Sei stati membri, adottare meccanismo salvaguardia
15 ottobre, 17:59
Nuovo allarme a Bruxelles per il flusso di ''domande di asilo infondate'' in alcuni Paesi Ue da parte di cittadini di Serbia, Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro ed ex Repubblica jugoslava di Macedonia. La Commissione europea e' infatti ''estremamente preoccupata'', ha spiegato oggi Michele Cercone, portavoce del commissario Ue agli affari interni, Cecilia Malmstrom, per il trend che ha assunto il fenomeno.
Il messaggio di Malmstrom ai Paesi dei Balcani interessati e' chiaro: ''La liberalizzazione dei visti e' una grande conquista - ha detto il suo portavoce - e concede una grande liberta', ma allo stesso tempo comporta anche un'enorme responsabilita', non solo dei governi ma dei cittadini''. Malmstrom chiede quindi ''misure forti'' in cambio della possibilita' di circolare liberamente nell'area di Schengen, per un periodo temporaneo di tre mesi.
A sollevare il problema sono adesso sei Stati membri dell'Ue (Belgio, Lussemburgo, Germania, Francia, Austria e Olanda) in una lettera, ''in cui chiedono di affrontare la questione in occasione del prossimo Consiglio affari interni dell'Ue del prossimo 25 ottobre'' ha confermato Cercone. Nel testo ''i ministri degli interni di questi Paesi - ha aggiunto il portavoce - hanno domandato di trovare al piu' presto possibile un accordo per l'adozione entro la fine dell'anno del 'meccanismo di salvaguardia', cioe' la reintroduzione dei visti in condizioni eccezionali''.
La clausola di salvaguardia consentirebbe cosi' ad uno Stato membro di dare lo stop al regime di liberalizzazione dei visti nei confronti di un altro Paese, ''secondo criteri specifici''. La situazione delle false domande di asilo all'Ue, che arrivano soprattutto per motivi economici, e' monitorata dalla Commissione europea dopo una precisa richiesta del Consiglio nel 2010 e da allora diversi sono stati gli appelli alle autorita' di Serbia, Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro ed ex Repubblica jugoslava di Macedonia, evidentemente senza ottenere i risultati voluti.
Richiedere asilo senza le necessarie condizioni ''crea un problema al sistema e ostacola chi ne ha veramente diritto'' ha detto Cercone, che non ha voluto puntare il dito su nessuno dei cinque Paesi dei Balcani in particolare. Non avrebbe peso il fatto che la maggioranza dei richiedenti asilo 'abusivi' siano rom, visto che gli Stati membri dell'Ue ''sono tenuti a rispondere a tutte le domande, indipendentemente dalla provenienza etnica''. Intanto pero' il 'caso visti' dei Balcani e' tornato a farsi sentire e il rischio e' che la porta dell'Ue, faticosamente aperta negli ultimi tre anni ai cittadini serbi, albanesi, bosniaci, montenegrini e macedoni, torni a richiudersi.


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