Mutui, nel quarto trimestre 2012 in Calabria
erogazioni scese del 41 per cento
L'UNIONE SARDA - Economia: Vendono la Sardegna sapendo di mentire
L'UNIONE SARDA - Economia: Vendono la Sardegna sapendo di mentire
L'UNIONE SARDA - Economia: Bollette, pagano
solo i sardi
Fondi Ue a rischio, la Sicilia deve spendere
100 milioni al mese
Pil pro capite italia - 10% media Ue
L'UNIONE SARDA - Economia: Stretta delle banche
sui mutui
19.06.2013
CREDITO. Aumentano
in tutta Italia le sofferenze, cala il sostegno a famiglie e imprese
L'indagine: in Sardegna accolte solo 4 domande su 100 Il mutuo è un'impresa
ardua per gli italiani. Ma ancora di più per i sardi. Mutui.it, in
collaborazione con Facile.it, ha analizzato oltre 5.000 fra richieste di finanziamento
presentate e mutui erogati nel periodo gennaio-maggio 2013, rilevando un
leggero aumento della percentuale di ottenimento del finanziamento a livello
nazionale. Rispetto alla rilevazione precedente si passa dal 5% al 7%. Seppur
in salita continua però ad essere molto basso il numero delle domande
presentate che si concretizza in un mutuo casa. E, come detto, il problema
riguarda soprattutto le famiglie dell'Isola. Basti pensare che su cento
richieste di prestito appena quattro vengono accolte. Peggio della Sardegna fa
solo la Calabria col 3,8%.
L'INDAGINE Il dato,
ovviamente, varia guardando alle regioni di residenza di chi fa la richiesta.
«L'analisi della distribuzione dei finanziamenti per l'acquisto della casa
lungo il territorio nazionale», spiega Lorenzo Bacca, responsabile business
unit mutui dell'azienda di Mutui.it, «è uno specchio delle differenze tra gli
italiani in termini di distribuzione di lavoro, risorse e opportunità: il Sud
si trova ad avere un terzo delle già scarse possibilità di ottenere un mutuo
per l'acquisto di una casa rispetto a quelle che si hanno nel Nord del Paese.
Il fenomeno rappresenta la prova del fatto che l'Italia continua a viaggiare a
due velocità».
IL CONFRONTO I più
avvantaggiati sono i cittadini delle Marche, della Lombardia e della Liguria:
qui ci si trova al di sopra della media nazionale, con percentuali di
approvazione prossime o superiori al 10%. Seguono regioni come Piemonte (8,7%),
Lazio e Umbria (entrambe al 7,5%). Per trovare una regione del Mezzogiorno occorre
andare oltre la metà della classifica e scendere sotto la media italiana: in
Campania ottiene il mutuo solo il 5% dei richiedenti, in Basilicata il 4,8%, in
Puglia il 4,7%, mentre il fanalino di coda della classifica è rappresentato
dalla Calabria, dove nemmeno quattro richieste su cento vengono accordate.
LE SOFFERENZE La
difficoltà di accesso al credito, spiegano dall'Abi, si legge anche nel
rapporto fra gli impieghi e le sofferenze, che segna il 6,8% ad aprile 2013
(5,5% un anno prima) e che vale il 12,5% per i piccoli operatori economici
(10,4% ad aprile 2012), il 10,6% per le imprese (8,1% un anno prima) e il 5,9%
per le famiglie consumatrici (5%). Anche in questo caso il Mezzogiorno supera
la media nazionale (6,5%), con un punte del 16% in Molise e in Basilicata fino
ad arrivare all'11% della Calabria e della Campania e al 10,9% della Sardegna.
IL CREDITO Se
aumentano le sofferenze, parallelamente diminuiscono i prestiti bancari.
Secondo l'Abi, a maggio i finanziamenti a famiglie e imprese sono scesi di
nuovo, per la tredicesima volta consecutiva, a 1.455,5 miliardi (-3,1% come ad
aprile). Il totale degli impieghi è invece calato per il decimo mese a 1.893,5
miliardi (-2,7%).
Mutui, nel quarto trimestre 2012 in Calabria
erogazioni scese del 41 per cento
18 giugno 2013
CATANZARO. Nel
quarto trimestre del 2012, le famiglie calabresi hanno ricevuto finanziamenti
per l’acquisto di un’abitazione per 71,69 milioni di euro, con una variazione
negativa delle erogazioni pari a -41,02% rispetto allo stesso periodo del 2011,
per un controvalore di -49,86 milioni di euro. È quanto emerge da un’analisi
dell’Ufficio Studi Tecnocasa (sezione mediazione creditizia) sull’andamento dei
finanziamenti per l’acquisto della casa concessi alle famiglie residenti nella
regione. Rispetto al quarto trimestre del 2011, la flessione percentuale più
consistente è stata registrata nella provincia di Crotone, con una variazione
negativa dei finanziamenti pari a -60,26% e volumi erogati pari a 3,8 milioni
di euro. Seguono la provincia di Cosenza (-50,24% e 24,36 milioni di euro
erogati), Catanzaro (-42,05% e 16,79 milioni di euro), Reggio Calabria (-23,73%
e volumi erogati per 21,24 milioni) e Vibo Valentia (-11,42% e volumi per 5,51
milioni). Secondo i dati di Tecnocasa, nel terzo trimestre del 2012, l’importo
medio di mutuo concesso in Calabria (media ponderata a 12 mesi) è stato pari a
112.400 euro, in aumento rispetto a quanto rilevato durante il trimestre
precedente quando il ticket medio ammontava a 111.100 euro. Lo studio
evidenzia, inoltre, che chi sottoscrive un mutuo nella regione viene finanziato
per quasi il -10% in meno rispetto al mutuatario medio italiano. Dall’analisi
delle erogazioni sull’intero anno solare 2012, emerge per la Calabria una
variazione negativa pari a -50,73% per un controvalore di -286,15 milioni di
euro: in dodici mesi sono stati concessi mutui per 277,96 milioni di euro,
volumi che collocano la regione al 17 posto tra tutte in Italia per quantità
totale di volumi erogati con un incidenza pari a 1,06% (0,96% nel quarto
trimestre del 2012).
L'UNIONE SARDA - Economia: Vendono la Sardegna
sapendo di mentire
19.06.2013
I furbetti delle
frodi alimentari Emanuele Dessì Peste suina, agalassia, brucellosi, mucca
pazza, blue tongue, scrapie, aviaria, febbre del Nilo. O, se preferite,
peronospora, virus giallo del pomodoro, mal secco degli agrumi, psilla, ragno
rosso… Non ci siamo fatti mancare nulla sotto il sole di Sardegna. Un'isola che
ha sempre tenuto spalancate le porte all'invasore di turno. E che ha dovuto
combattere, negli ultimi decenni, battaglie titaniche contro pestilenze di
importazione. Ma la guerra, la vera guerra da vincere, non si combatte a colpi
di vaccini e di fitosanitari. Il nemico da sconfiggere è la mentalità di chi
pensa (e non è una specie in via di estinzione) di stare sul mercato
dell'agroalimentare frodando il suo unico e vero azionista: il consumatore. La
vicenda della carne di maiale spacciata per cinghiale - in attesa che gli
ispettori del ministero delle Politiche agricole facciano piena luce - è solo
un nervo (scoperto) di un malcostume diffuso. Che passa anche attraverso la
tavola di tanti, troppi agriturismo che, con i prezzi talvolta fuori controllo,
propinano nel menù fisso prodotti che non nascono, come dovuto, in azienda o
nei dintorni. Per dare fondamenta allo slogan preso in prestito dal settore
automobilistico, "chilometri zero", la Regione, incalzata dalle
associazioni agricole, ha varato tre anni fa una legge che ha portato in dote
l'albo dei fornitori. Cos'è? Un elenco blindato di aziende di prodotti agroalimentari
sardi dal quale gli agriturismo devono obbligatoriamente rifornirsi.
L'applicazione - e i controlli - sono però slittati al 15 ottobre. Speranza
diffusa è che non ci siano altre dilazioni, nell'interesse degli ospiti paganti
ma anche delle tante aziende serie che già oggi, senza che la Forestale bussi
alla porta, mettono nei piatti il territorio. La Sardegna può fregiarsi di
sette bollini comunitari per le denominazioni d'origine tra Dop e Igp (tre
formaggi più olio, agnello, carciofo spinoso e zafferano), un mondo che tra
regole e controlli dovrebbe garantire trasparenza. Per il resto,
dall'ortofrutta al pane carasau, dalle carni agli insaccati, molto è lasciato
al libero arbitrio del produttore. Che, oggi anche con l'alibi della crisi,
dice di vendere Sardegna sapendo di mentire. E, purtroppo, con buone
probabilità di farla franca.
L'UNIONE SARDA - Economia: Bollette, pagano
solo i sardi
19.06.2013
Dal primo luglio rincari
dell'1-2%. Ma nel resto d'Italia si risparmia sul gas Nell'Isola 5 euro in più
per l'energia elettrica Da una parte tagli, dall'altra aumenti. Alla fine però
si pagherà più di prima. E la Sardegna pagherà più di tutti. Il costo
dell'energia elettrica continua a essere un'ossessione, soprattutto per i sardi
che la pagano più dei loro connazionali. Manco il tempo di assaporare quella
che pareva una bella notizia (taglio di 550 milioni del prezzo dell'energia
elettrica su 10 miliardi che si spendono) e che farebbe risparmiare alle
famiglie circa 5 euro all'anno (su una spesa media di 550 euro), ed ecco che
l'allarme-bollette riprende a suonare: dal primo luglio aumento dell'1-2%,
ossia aggravio di spesa di 10 euro all'anno per le famiglie. A dare la “cattiva”
notizia è il presidente di Nomisma, Davide Tabarelli: sono queste le stime
calcolate dal suo istituto sugli incrementi che saranno decisi dall'Authority a
partire dal primo luglio. Aumenti che dunque affossano quel piccolo risparmio
che il governo ha appena introdotto nel decreto “Fare”. Tirando le somme,
infatti, il rincaro (10 euro) supera la prevista riduzione della bolletta (5
euro) con il conseguente aggravio di 5 euro all'anno per le famiglie. INCOGNITA
SARDA La salvezza, ma non per i sardi, arriverà dalla bolletta del gas che già
dal primo luglio verrà ridotta dello 0,5-0,8%, «facendo risparmiare alle
famiglie circa 12 euro all'anno», è il calcolo di Nomisma Energia. E chi il gas
non ce l'ha? Il caso della Sardegna «è paradossale», dice Tabarelli. «È assurdo
che in un'isola dove c'è una vocazione mineraria legata al carbone e dove si
consuma tanto per generare elettricità, i prezzi siano così alti. Si potrebbe
fare molto di più, guardando anche alle offerte del libero mercato». Sta di
fatto che la Sardegna, che da decenni attende il metano, sarà l'unica regione
italiana in cui si pagheranno i 5 euro in più effettivi sulla bolletta
elettrica, non potendo compensare quest'incremento con la riduzione del gas.
LIBERO MERCATO Le tariffe regolamentate dall'Authority sono quelle del mercato
tutelato. Perché allora non guardare altrove? Secondo uno studio che Nomisma
Energia presenterà oggi a Roma «non è vero che il mercato libero non è
conveniente: su 82 offerte analizzate, tenendo conto di tutti gli aspetti e non
solo del prezzo, più di 70 si sono dimostrate più vantaggiose del mercato
tutelato», spiega Tabarelli. Risultato: su 1700 euro di bolletta (gas e luce)
media a famiglia si può risparmiare più della metà. Tanti consumatori lo stanno
sperimentando: sono più di 6 milioni le famiglie che hanno cambiato operatore.
Altroconsumo lancia la sua controffensiva con www.abbassalabolletta.it, un'asta
(il 19 settembre) aperta a tutti i fornitori di energia per ottenere la
migliore offerta di luce, gas o entrambi.
Fondi Ue a rischio, la Sicilia deve spendere
100 milioni al mese
Dall'inizio
dell'anno a ora la spesa è stata di soli 10 milioni mensili. L'affondo di
Bianchi: colpa dei dirigenti
PALERMO – La Sicilia
dovrà spendere da qui a dicembre circa 100 milioni di euro al mese. In caso
contrario, la Regione potrà dire addio ai fondi Ue. Dall'inizio dell'anno a ora
la spesa è stata infatti, di appena 10 milioni mensili. E' questo il quadro
emerso dalla riunione del Comitato di sorveglianza sullo stato di attuazione
del Pon-Fesr 2007-2013, in corso a Palermo, alla presenza dei dirigenti della
Regione e dei componenti ministeriali della task-force. Da gennaio a giugno, la
Sicilia ha certificato 122 milioni di euro, l'obiettivo è di arrivare a 425 a
fine ottobre e a 763 a fine dicembre.
FINANZIAMENTI -
Rispetto al finanziamento complessivo del programma pari a 4,9 miliardi, la
Regione ha finora certificato 1,1 miliardi, pari al 22 per cento, dato in 4
punti superiore rispetto a quanto risulta alla task-force ministeriale, con una
percentuale pari a 18,8 punti. Il differenziale sarebbe determinato da diversi
sistemi di caricamento della spesa. La Regione avrebbe calcolato anche gli
interventi sui fondi Jessica e Jeremy, che in realtà presenterebbero gravi
criticità, al vaglio del Comitato di sorveglianza.
SICILIA INDIETRO -
La Sicilia, comunque, in termini di certificazione della spesa è indietro
rispetto ad altre aree dell'Europa, nei Paesi sottosviluppati il dato medio è
del 30 per cento, mentre quello degli impegni di spesa è del 77 contro il 52
dell'isola.
L'ACCUSA DI BIANCHI
- Se il governo Crocetta non ha raggiunto l'obiettivo di spesa previsto al 31
maggio pari a 1,256 miliardi (60 mln di euro in meno) «la responsabilità è dei
dipartimenti della Regione, perchè sono stati centrati appena il 20-30% degli obiettivi».
L'atto d'accusa porta la firma dell'assessore all'Economia, Luca Bianchi.
L'affondo arriva nella prima delle due giornate di riunioni del Comitato di
sorveglianza sullo stato di attuazione del Po-Fesr, i cui lavori, a Palermo,
sono stati aperti dal neo dirigente della Programmazione della Regione,
Vincenzo Falgares, che ha presentato i dati aggiornati sulla spesa certificata
e sugli impegni. Dopo aver sottolineato che il governo ha fatto la propria
parte concordando la riprogrammazione della spesa con la task-force voluta
dall'ex ministro per la Coesione Barca e ponendo le basi per l'accelerazione
delle procedure, Bianchi ha puntato il dito contro i dirigenti della Regione,
buona parte dei quali presenti alla riunione del Comitato. «I risultati degli
ultimi mesi sono stati assolutamente insoddisfacenti - ha detto l'assessore -
C'è stata una scarsa risposta dei Dipartimenti in termini di capacità di
spesa». «La valutazione sui singoli dirigenti si baserà proprio sui risultati
conseguiti dai Dipartimenti nella spesa dei fondi Ue».
FOLGARES: BISOGNA
CAMBIARE MARCIA - «Deve cambiare l'approccio di noi tutti dirigenti», bisogna
superare «l'inerzia di alcuni Dipartimenti della Regione». È l'appello fatto
dal neo dirigente della Programmazione della Regione, Vincenzo Falgares.
Pil pro capite italia - 10% media Ue
Nel 2012 leggermente
piu' basso anche di media dei 27
19 giugno, 13:17
(ANSA) - BRUXELLES,
19 GIU - Il pil pro capite dell'Italia e' inferiore del 10% alla media
dell'eurozona e leggermente inferiore anche alla media Ue. E' quanto emerge
dalla prima stima Eurostat per il 2012, dove, posta pari a 100 la media dei 27
espressa in termini di potere d'acquisto, l'Italia e' a 98 punti, contro la
media di 108 dei 17.
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