L'UNIONE SARDA - Economia: Rc auto, tariffe
sempre più care
Realizzazione di infrastrutture per la banda
ultralarga nella Regione Campania
Istat. Commercio al dettaglio
Trentino-Südtirol, oltrepadania nord. Scoperti
121 evasori totali in cinque mesi
Padua, padania est. Finanza: in cinque mesi accertati
25 mln di evasione Iva
Petrolio, ora anche l'Eni punta sullo Jonio
Arriva una nuova
richiesta di trivellazione nello specchio di mare del Golfo di Taranto. Pronto
all'apposizione il Comitato "No Triv"
di ANTONIO CORRADO
POLICORO – Non si
ferma l'assalto delle compagnie petrolifere allo specchio di mare del golfo di
Taranto.
Ad oggi sono ben 11
le istanze di ricerca di idrocarburi, da parte di molte società petrolifere
interessate alle estrazioni nel mar Jonio, anche nell'area lucana. Qualora se
ne trovasse, c'è la certezza si tratti di fossile di scarsa qualità, seppur
piuttosto conveniente, perchè in italia le Compagnie possono pagare royalties e
compensazioni ambientali particolarmente basse, rispetto a quelle pagate nel
resto del mondo.
E' notizia recente
che, dopo l'Appenine Energy Srl e la Shell, anche l'Eni ha presentato, con
l'istanza d 67, richiesta di cercare idrocarburi nello Jonio; ma in questo
caso, rispetto a tutte le altre società petrolifere, l'Eni ha ricevuto anche
l'esclusione Via (Valutazione d'Impatto Ambientale) per la fase iniziale.
«L'esclusione della
Via -fanno sapere dal comitato civico “No Triv” tramite la portavoce Giovanna
Bellizzi- preclude ai comitati di cittadini di partecipare attivamente a una
fase amministrativa importantissima, escludendo, di fatto, la possibilità di
presentare osservazioni ed esprime parere negativo alla ricerca di idrocarburi
in mare, a causa del grave pericolo di danno ambientale che tale attività
industriale comporta».
E' per questo
motivio che il Comitato mediterraneo No Triv, ha deciso di inviare al Ministero
dell'Ambiente, richiesta di motivazione della esclusione Via per l'istanza
dell'Eni.
«In effetti
-spiegano ancora da No Triv- per la prima volta un comitato di cittadini si
avvale di una direttiva della Corte di giustizia Comunità europea, che nel 2009
ha indicato l'obbligo delle autorità amministrative competenti di comunicare ai
cittadini che ne hanno fatto richiesta, dei motivi per i quali la decisione di
esclusione della valutazione degli impatti ambientali è stata assunta. Inoltre,
il Comitato mediterraneo No Triv chiede che il Ministero dell'Ambiente non si
limiti a considerare ogni singola istanza delle società petrolifere
separatamente ma di valutarle complessivamente. Se una sola richiesta di
ricerca e poi di estrazione di petrolio in mare può avere conseguenze anche
gravi sull'ambiente e la salute dei cittadini, appare quantomeno necessario
considerare tali effetti moltiplicati per ogni singola autorizzazione richiesta
dalle società petrolifere. La Comunità europea -ricorda ancora No Triv- ha assunto
un indirizzo di tutela ambientale molto forte, con la decisione del Consiglio
del 17 dicembre 2012 e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea
il 9 gennaio 2013. L'Ue ha così aderito al protocollo relativo alla protezione
del mare Mediterraneo dall'inquinamento derivante dall'esplorazione e dallo
sfruttamento della piattaforma continentale, del fondo del mare e del
sottosuolo. La Comunità europea -concludono da No Triv- si impegna, quindi, a
proteggere il mare Mediterraneo dalla attività petrolifere offshore, mentre
l'Italia disattende nei fatti tali principi, autorizzando un numero
esoribitante di ricerca petrolifera in mare».
E' per questi motivi
che il Comitato mediterraneo No Triv ha anche deciso di sottoporre la questione
alla Comunità europea con una formale denuncia, illustrando la necessità di
agire con tempestività per fermare una politica di sfruttamento intensivo in un
golfo come quello di Taranto a forte vocazione turistica.
L'UNIONE SARDA - Economia: Rc auto, tariffe
sempre più care
25.06.2013
Un'indagine di
Cittadinanzattiva evidenzia gli aumenti. Costi alle stelle per i neopatentati
Tra Sardegna e Lombardia anche 200 euro di differenza Le assicurazioni
continuano a pesare sui bilanci delle famiglie sarde. Un assicurato sardo di 40
anni che possiede un'auto 1.300 di cilindrata, in prima classe di merito, paga
in media 600 euro, poco sotto la media nazionale di 661 euro ma quasi cento
euro in più di regioni come la Lombardia o il Piemonte. A pagare di più sono
però i neopatentati (classe 14ª), che corrispondono premi che variano tra i
2.828 euro (media nazionale, per un'auto di 1.300 cc) e i 2.724 euro (media
sarda). È il quadro che viene fuori dall'indagine condotta a livello nazionale
dall'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, basata sui dati del
2012 dell'ex Isvap (attuale Ivass, Istituto per la vigilanza sulle
assicurazioni). Il progetto “Rc auto. Quanto mi costi?” è stato realizzato in
collaborazione con Adiconsum, Asso-consum e Centro tutela consumatori e utenti
dell'Alto Adige.
POCA CONCORRENZA
Dall'analisi emerge un dato emblematico: il costo delle polizze auto sembra
essere condizionato soprattutto dalla scarsa concorrenza sul territorio tra le
compagnie assicurative. La frequenza dei sinistri, secondo i rappresentanti
delle associazioni dei consumatori, non sarebbe la causa principale
dell'aumento delle tariffe Rca. Basta prendere in esame alcune tabelle (fonte
ex Isvap): la frequenza degli incidenti è maggiore in Lombardia con il 17,1%
del totale e un importo medio pagato per sinistro di 3.903 euro, nel Lazio con
il 12,8% (4.175 euro) e in Piemonte con l'8,3% (3.817 euro), mentre in Sardegna
il dato si attesta sul 2,8% (3.966 euro per sinistro). Nonostante tutti questi
fattori, si scopre che un assicurato adulto in Lombardia paga un premio annuo
medio di 525 euro, nel Lazio di 674 euro, in Piemonte 498 euro e in Sardegna di
600 euro.
LE CITTÀ SARDE Se si
controllano i dati locali, risulta che in provincia di Cagliari un assicurato
adulto (applicando gli stessi parametri dell'indagine nazionale) paga un premio
che varia da un minimo di 562 euro a un massimo di 811 euro. In provincia di
Sassari le tariffe oscillano tra i 562 e i 935 euro, in quella di Nuoro dai 426
agli 844 euro e in provincia di Oristano variano dai 407 ai 619 euro. Un
neopatentato paga un premio annuo che va dai 2.142 ai 3.953 euro in provincia
di Cagliari, dai 1.790 ai 4.049 euro nel Sassarese, dai 1.636 ai 3.850 euro a
Nuoro e dai 1.505 ai 3.850 euro in provincia di Oristano.
DONNE E MOTO
Intanto, a fine dicembre 2012 sono entrate in vigore le norme europee sulla
tariffazione “unisex”, che vietano alle compagnie di assicurazioni di applicare
tariffe differenti in base al sesso dell'assicurato. Un discorso a parte
meritano i premi delle compagnie per le “due ruote”. Secondo quanto riportato
nelle tabelle dell'indagine sui prezzi Rca dell'Ivass, rese note alcuni giorni
fa a Roma (aggiornate al primo aprile scorso), i diciottenni di sesso maschile
con ciclomotori con cilindrata 50, in 14ª classe di merito nel 2012 a Cagliari
pagavano in media 716 euro, a fronte dei 740 euro di quest'anno (+3,40%). Le
ragazze, al contrario, nel 2012 avevano un premio di 638 euro che quest'anno si
è livellato sui 740 euro (+16%). Un assicurato 40enne, di sesso maschile, con
moto 200 di cilindrata e in classe 4ª, ad aprile 2012 nel capoluogo sardo,
pagava 303 euro, contro i 330 euro dell'aprile scorso (+8,96%). Un incremento
della tariffa (6,67%) l'hanno avuto anche le quarantenni: lo scorso anno il
premio era di 309 euro, mentre quest'anno si è attestato a 330 euro.
Realizzazione di infrastrutture per la banda
ultralarga nella Regione Campania
24 giugno 2013
Il Ministero dello
sviluppo economico, per il tramite della sua società in house - Infratel Italia
- ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, il primo
bando per la concessione di un contributo ad un Progetto di investimento
finalizzato alla realizzazione di nuove infrastrutture ottiche passive
abilitanti alle reti NGAN in grado di erogare servizi alle pubbliche amministrazioni,
alle imprese e ai cittadini (http://www.infratelitalia.it).
Le attività di
Realizzazione del Programma di Interventi per lo sviluppo della Banda
UltraLarga nella regione Campania si inquadrano nel Progetto Strategico
Nazionale per la Banda UltraLarga approvato dalla Commissione europea con
Decisione C(2012) 9833 del 18 dicembre 2012 (Regime d’aiuto n. SA34199
-2012/N). Il contributo pubblico ammonta a 122,4 milioni di euro a valere sui
fondi POR-FESR 2007-2013 Campania.
Per partecipare alla
procedura di selezione, gestita mediante Piattaforma Telematica, gli operatori
economici interessati dovranno preventivamente registrarsi sul portale di
accesso https://www.gareinfratel.it, seguendo le istruzioni disponibili sulla
pagina “Registrazione”. Si consiglia di ultimare l’abilitazione al Portale con
24 ore di anticipo rispetto al termine per la presentazione delle offerte
fissata alle ore 13:00 del giorno 23 settembre 2013.
Per effetto di
questo intervento, entro il 2015, il 32% del totale delle unità immobiliari
campane saranno connesse ad almeno 30 Mbps, a questo dato occorre
aggiungere i piani autonomi degli
Operatori privati che prevedono la copertura di un ulteriore 21%. La Campania
nel 2015 potrà dunque vantare una diffusione e velocità di banda totale del 53%
dei cittadini: una percentuale degna di competere con i Paesi più avanzati. Nei
60 Comuni oggetto di intervento saranno connessi ospedali e scuole permettendo
così la realizzazione dei principali pilastri dell’agenda digitale.
Il beneficio
occupazionale è elevato: certamente vedrà l'impiego diretto di circa 1.000
occupati per quasi tre anni nei settori impiantistico, civile, elettronico
e telecomunicazioni - ma la vera risorsa
del progetto è l'indotto a lungo termine che le infrastrutture di rete sono in
grado di creare, a partire dai produttori di apparati, agli operatori di TLC e
a tutti i nuovi lavori che richiedono competenze ICT.
Istat. Commercio al dettaglio
Ad aprile 2013
l'indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio (valore corrente che
incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) diminuisce dello 0,1%
rispetto al mese di marzo. Nella media del trimestre febbraio-aprile 2013
l'indice registra una flessione dello 0,8% rispetto ai tre mesi precedenti.
Nel confronto con
marzo 2013, diminuiscono le vendite di prodotti alimentari (-0,7%) e aumentano
quelle di prodotti non alimentari (+0,2%).
Rispetto ad aprile
2012, l'indice grezzo del totale delle vendite segna una flessione del 2,9%,
sintesi di una diminuzione del 4,5% delle vendite di prodotti alimentari e
dell'1,9% di quelle di prodotti non alimentari.
Le vendite per forma
distributiva mostrano, nel confronto con il mese di aprile 2012, una
diminuzione sia per la grande distribuzione (-3,9%) sia per le imprese operanti
su piccole superfici (-2,1%).
Nei primi quattro
mesi del 2013 l'indice grezzo diminuisce del 3,4% rispetto allo stesso periodo
del 2012. Le vendite di prodotti alimentari segnano una flessione del 2,1% e
quelle di prodotti non alimentari del 4,2%.
Trentino-Südtirol, oltrepadania nord. Scoperti
121 evasori totali in cinque mesi
L’attività
investigativa della Guardia di finanza in materia fiscale: scoperti anche 165
lavoratori completamente in nero in Trentino Alto Adige
Ecco il bilancio
delle attività poste in essere dalle “Fiamme Gialle” del Trentino-Alto Adige in
questa prima parte dell’anno per quel che riguarda l’evasione fiscale (dati
resi noti dalla Guardia di Finanza in occasione dell’odierna festa per
l’anniversario di Fondazione del Corpo).
Nei primi cinque
mesi del 2013, è proseguita, senza soluzione di continuità e con un approccio
“trasversale”, tipico della polizia investigativa, l’azione di contrasto ai
fenomeni evasivi più gravi, complessi ed insidiosi, specie quelli a carattere
internazionale.
In particolare:
- sono stati
denunciati 77 responsabili di frodi e reati fiscali, per aver utilizzato o
emesso fatture false (9 violazioni), per aver omesso di presentare la
dichiarazione dei redditi (7 violazioni), per averla presentata in modo
fraudolento o infedele (16 casi), per aver distrutto/occultato la contabilità
(8 casi);
- sul fronte
dell’evasione fiscale internazionale, i ricavi non dichiarati ed i costi
indeducibili scoperti ammontano ad oltre 126 milioni di euro. A finire sotto la
lente del Corpo sono stati, principalmente, i trasferimenti “di comodo” delle
residenze di persone e società (c.d. esterovestizione), le stabili
organizzazioni non dichiarate in Italia di società estere e le operazioni di
“transfer pricing”;
- sono stati
scoperti 121 evasori totali e 12 evasori paratotali, che hanno occultato
redditi al fisco per circa 182 milioni di euro nelle più importanti categorie
economiche: costruzioni, attività finanziarie ed assicurative, commercio e
riparazione auto e beni casa, alberghi e ristoranti, attività manifatturiera ed
attività immobiliare;
- sono stati individuati
165 lavoratori completamente “in nero” e 76 lavoratori irregolari;
- è risultato
irregolare circa il 23% dei 3.600 controlli sul rilascio di scontrini e
ricevute fiscali.
Sono stati
sequestrati “per equivalente”, inoltre, beni mobili, immobili, valuta e conti
correnti per quasi 4 milioni di euro ai responsabili di reati tributari.
Padua, padania est. Finanza: in cinque mesi accertati
25 mln di evasione Iva
I dati sull’attività
emersi stamattina in occasione della festa delle Fiamme Gialle. Cinquantadue
mln di euro nascosti al fisco da grandi gruppi imprenditoriali
PADOVA - Si è svolta
questa mattina alla caserma Polcaro di Padova la celebrazione del 239esimo
anniversario dalla fondazione della Guardia di Finanza. Con l’occasione è stato
fatto un bilancio dei primi cinque mesi di attività del 2013 con 255 verifiche
fiscali e 1663 controlli strumentali (scontrini e ricevute fiscali) eseguiti
dall’inizio dell’anno. Il tutto per l’accertamento di oltre 134 milioni di
imponibile non tassato, 25 milioni di evasione Iva e 40 denunce. Nel dettaglio
i reparti del Comando provinciale di Padova hanno inoltre scoperto “frodi
carosello” per un’evasione Iva da 7,7 milioni di euro, 3,5 milioni di euro di
redditi non dichiarati da professionisti e 52 milioni di euro nascosti al fisco
da alcuni grandi gruppi imprenditoriali. Alla luce delle difficoltà
dell’attuale situazione economica le fiamme gialle di Padova hanno puntato, è
stato sottolineato. in questi cinque mesi soprattutto alle attività di
intelligence e di contrasto dell’evasione.
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