Drone contro criminalità e abusi edilizi realizzato da tre
"cervelli" baresi, di Tommaso Forte
Genio siciliano conquista
Facebook. Da Biancavilla a Zuckerberg. (GG)
19
luglio 2013 - 10:49 - Economia,Società
(GG) Da
Biancavilla al cuore di Facebook. Dopo Andrea Giarrizzo, lo studente ennese
inventore di un app da record, un altro cervello siciliano ha macinato
megabyte, salendo ai vertici del mercato informatico. Il colosso di Mark
Zuckerberg ha acquistato la “Monoidics” del piccolo “Steve Jobs” siciliano Dino
Distefano. Il suo è un sogno che si avvera: partito da Biancavilla, in
provincia di Catania, vola a Londra, snobbato dalle università italiane. Adesso
insegna alla Queen Mary University e ha il suo quartier generale nell’East, la
“Silicon Valley” londinese.
Ad
attirare le attenzioni dei cervelloni di Facebook è stato “Infer”, il “software
dei software” sviluppato da Distefano. Si tratta di un programma che dà la
possibilità di monitorare preventivamente i sistemi tecnologici, correggendo in
tempo gli errori e impedendone il default. “Infer” aveva già fatto gola anche
ad altre multinazionali, come Mitsubishi e Airbus, ma adesso con Facebook ha
fatto il salto definitivo. “Monoidics – fanno sapere i responsabili del social
network – produce il migliore software di analisi di altri software, in grado
di identificare ed eliminare i bug. Ed è ciò che noi intendiamo utilizzare per
le nostre applicazioni destinate ai dispositivi mobili”. E il gioco è fatto.
A
questo punto una domanda è d’obbligo: quanti altri Distefano ci faremo
sfuggire? La Sicilia, come il resto d’Italia, sforna cervelli costretti a
emigrare perché in patria non vengono valorizzati. Non entrano nelle “grazie”
dei baroni all’università, non hanno sufficienti aiuti da parte dello Stato per
avviare i loro progetti o semplicemente non viene letto il loro potenziale.
Così, il grande esodo continua e l’Italia diventa sempre più vecchia.
Drone contro criminalità e abusi edilizi realizzato da tre
"cervelli" baresi, di Tommaso Forte
BARI - Un
drone vigilerà sulla sicurezza ambientale e sarà di supporto qualora fosse
necessario al contrasto della criminalità. Il veicolo ultraleggero, senza
pilota, sarà in grado di trasmettere in tempo reale filmati e informazioni sul
territorio. Potrà essere utilizzabile in diversi impieghi, come ad esempio il
monitoraggio dei fumi, il controllo di aree a rischio incendi e perfino la
ricerca di persone disperse. Non solo: con le adeguate applicazioni, si potrà
avere anche una «istantanea» dell’inquinamento e degli abusi edilizi.
Un
progetto ambizioso che vede impegnati «geni» di terra nostra. L’idea nasce
dalla collaborazione di tre talenti, Michele Fazio, 29 anni di Bitetto,
laureato in Ingegneria aerospaziale alla Cittadella della Ricerca di Brindisi,
Luigi De Cesare, 30 di Bari, ingegnere gestionale e Pier Giacomo Squiccimarri,
29 anni di Bitritto, esperto in fonti rinnovabili. Tre creativi che hanno
deciso di competere con la scommessa della ricerca scientifica e del lavoro.
Infatti,
di lavoro si tratta e l’idea progettuale è senz’altro un’occasione per crescere
e confrontarsi. Innovazione e creatività che porterà, di sicuro, gratificazioni
sul piano professionale. L’idea c’è e l’entusiasmo pure. Il progetto ha già
avuto l’adesione della Protezione Civile, del Parco Nazionale del Gargano, del
Parco Nazionale dell’Alta Murgia, dell’Università del Salento, dei Comuni di
Bitetto, Alberobello, Putignano, Locorotondo e del GAL Conca Barese.
«L’idea è
nata la scorsa estate, periodo in cui l’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione
Civile) - spiega il progettista Fazio - ha aperto un corridoio per il rilascio
di permessi di volo e l’Unione Europea ha avviato un importante programma di
lavoro (WG93 Program) per la determinazione delle linee guida e dei regolamenti
nazionali per il volo di Mini-UAV con peso inferiore ai 150 Kg. L’applicazione
degli UAV al settore civile mostra una enorme versatilità: dalla rilevazione e
gestione degli incendi al controllo del territorio, all’analisi del
riversamento in mare di idrocarburi, dal controllo di ordine pubblico
all’assistenza alle forze dell’ordine, dall’intervento in caso di calamità
naturali e numerose altre applicazioni. Tutto ciò è strettamente connesso alla
versatilità di un dispositivo di questo tipo, che permette l’installazione di
differenti tipologie di sensori. In particolare, in questo momento si sta
procedendo alla realizzazione di due dispositivi, il primo ad ala fissa, con
raggio d’azione pari a 10 Km e autonomia pari a circa 90 minuti, incrementabili
a 150 minuti in caso di installazione delle ali solari, e una seconda
configurazione elicotteristica per operazioni di ispezione strutturale o
monitoraggio di eventi, con raggio operativo di 500 metri».
«Vanno
ricordati i numerosi enti - aggiunge De Cesare - che hanno manifestato
interesse allo sviluppo del velivolo con differenti finalità, su tutti è la
Protezione Civile della Regione Puglia. Il progetto ha ricevuto la partnership
del Parco Nazionale dell’Alta Murgia con particolare attenzione rivolta alla prevenzione
degli incendi. L’obiettivo, dunque, è quello di avviare, attraverso un
colloquio continuo e costruttivo con le amministrazioni comunali e forze
dell’ordine, un programma che possa accogliere le esigenze del territorio e
produca strategie di tutela della sicurezza. Il progetto mira, infine, a
raggiungere mete importanti quali: la conquista di una segmento dell’ambito
dell’aerospazio pugliese e lo sviluppo di nuove tecnologie al servizio della
comunità e dell’industria».
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