Consumi, in Calabria non ci sono soldi per gli
svaghi
Bozen, oltrepadania nord. Knoll (Sf): «Per il
doppio passaporto ci serve l’appoggio della Svp»
Trënt, oltrepadania nord. Consumi delle
famiglie, lieve calo
Estate 2013, c’è la crisi al posto dell’esodo
06
luglio 2013
Roma - Code e ingorghi sulle strade delle
vacanze con gli automobilisti e famiglie al seguito inferociti sotto il sole?
Da quest’anno potrebbero diventare solo un pallido ricordo, colpa o merito della
crisi. Il nuovo scenario è quasi una certezza, visto che a delinearlo è
Viabilità Italia, il Centro di coordinamento del Viminale che si occupa della
gestione delle situazioni di crisi legate alla circolazione stradale: per la
prima volta, dopo anni, per l’estate 2013 non è prevista nessuna giornata di
traffico da “bollino nero”, cioè con code di chilometri su tratti lunghissimi e
tempi di percorrenza tra Nord e Sud maggiorati di ore.
Non ci sono più dunque giornate topiche per
le partenze perché sono finite le vacanze lunghe, a favore di quelle mordi e
fuggi, scaglionate nei diversi fine settimana. E il calendario con le date a
rischio, messo a punto da Viabilità Italia, ha tenuto conto proprio di questo
cambiamento, che porterà a flussi di traffico meno concentrati in una sola
giornata e invece distribuiti nei week end di tutta la stagione estiva con
destinazione le località turistiche.
La maggiore intensificazione del traffico è
attesa a partire dall’ultimo week end di luglio. E il clou si dovrebbe registrare
sabato 3 agosto, giornata nella quale, sulla base di quanto registrato negli
anni precedenti, si prevedono volumi di traffico molto sostenuti in alcune aree
con possibili code;niente a che vedere però con gli esodi da «bollino nero»
degli anni passati.
Che a cambiare le abitudini degli italiani
in fatto di vacanze sia la crisi lo rivela anche un’analisi della Coldiretti
basata su un’ indagine di Ipr marketing: rispetto allo scorso anno quasi 2
milioni di italiani rinunciano a partire a luglio, che resta comunque il mese
più scelto dalle famiglie (lo preferisce una su 3) per le ferie 2013, per il
semplice fatto che consente di risparmiare un pò rispetto all’altissima
stagione. E in tutto il periodo estivo saranno meno di 32 milioni gli adulti che
si concederanno almeno un giorno di vacanza fuori casa. Si taglia sulla durata
della vacanza (lo fa il 25%) e sulla distanza delle mete (32%), e in tanti
vanno alla caccia dei saldi con le offerte last minute. Il 18% parte in bassa
stagione, mentre solo il 34% dichiara che non modificherà le proprie abitudini.
Tra le spese da tagliare in vacanza per far
quadrare i conti, ci sono per il 33% quelle dei divertimenti come cinema,
parchi giochi, discoteche, ma c’è anche un consistente 25% che abbassa il livello
degli alloggi scelti, rinunciando ad una stella o più.
Motori ibridi, Bari diventa centro di ricerca
mondiale
Magneti Marelli
presenta progetto da 40 milioni
Vendola: «Effetti
positivi anche nell'indotto»
BARI - Dopo
settimane di pressing per evitare la «fuga» in altre regioni d’Italia, la
Puglia - beffando Piemonte e Emilia Romagna - si aggiudica un investimento che
è destinato rinvigorire l’alta tecnologia nel settore automobilistico. Magneti
Marelli, leader nella progettazione e produzione di sistemi per autoveicoli, ha
presentato la domanda per sottoscrivere un nuovo contratto di programma. Si
tratta di un piano complesso da circa 40 milioni che prevede la fabbricazione
di motori ibridi e l’avvio a Bari del centro mondiale per la ricerca
tecnologica in questa specializzazione. Si tratta di un passaggio fondamentale
per l’industria di settore in Puglia. Basti pensare che, dopo anni di
difficoltà, la controllata del gruppo Fiat conta nel mondo 34mila dipendenti,
83 unità produttive, 12 centri di ricerca e sviluppo e 26 centri applicativi.
Il gruppo, inoltre, è presente direttamente in 18 nazioni e fornisce tutti i
maggiori produttori in Europa, Nord e Sud America, Asia.
«È sicuramente una
notizia che aspettavamo da tempo — afferma Nichi Vendola, governatore della
Puglia — perché così si conclude un iter complesso che ha visto i tecnici della
società e della Regione lavorare alla definizione dell’intesa. La Puglia
dimostra di essere una realtà attrattiva nonostante la crisi stia mettendo in
ginocchio diversi comparti produttivi». Vendola nei mesi scorsi ha incontrato
più volte Eugenio Razelli, amministratore delegato di Magneti Marelli
confermando la disponibilità a supportare le iniziative industriali. Il progetto
prevede una componente di investimenti industriale e uno di ricerca. Per il
primo ambito l’impegno finanziario è di 30 milioni di cui circa 9 milioni messi
a disposizione dalla Regione. Si tratta di soldi che saranno utilizzati per
l’acquisto di macchinari necessari alla produzione dei motori ibridi (ovvero a
doppia alimentazione). La domanda è già stata presentata, mentre per la
componente di ricerca l’istanza sarà inviata a breve. L’obiettivo è creare un
centro all’avanguardia in cui sviluppare le tecnologie legate proprio ai motori
ecologici. L’impegno economico, in questo ambito, andrebbe tra i 6 e i 10
milioni di cui il 15% sostenuto da fondi pubblici. «Stiamo lavorando — prosegue
Vendola — per imprimere una svolta nell’ambito delle eccellenze. L’intento è di
spostare fasce produttive su livelli sempre più d’innovazione e competitività.
Il nostro sistema d’incentivazione produce effetti perché punta a sostenere
prettamente la fase produttiva evitando speculazioni nell’ambito di
investimenti sul versante immobiliare».
Dal punto di vista
occupazionale l’iniziativa di Magneti Marelli, che dovrebbe partire già prima
della pausa estiva, riuscirà a consolidare almeno 170 posti di lavoro. Al
termine dell’investimento la fabbrica barese avrà un organico di mille
dipendenti. Solo pochi mesi fa (l’azienda ha già sottoscritto altri 2 contratti
di programma) gli occupati erano meno di 700. «L’auspicio — conclude Vendola —
è che dall’attività di ricerca si possano creare effetti positivi su tutto
l’indotto. Qui in Puglia c’è un sistema universitario di altissimo livello».
Vito Fatiguso
Consumi, in Calabria non ci sono soldi per gli
svaghi
Le famiglie devono
puntare sulle prime necessità
I dati elaborati
dall'Istat nell'ambito del report sui consumi delle famiglie italiane pongono
al penultimo posto con una spesa media di 1.762 euro a famiglia. La situazione
economica non consente ai calabresi di poter spendere costringendoli a dover
scegliere e conseguentemente tagliare le spese meno necessarie
di FRANCESCO RIDOLFI
SECONDO i dati
elaborati dall'Istat nell'ambito del report sui consumi delle famiglie italiane
nel corso del 2012 la Sicilia è la regione che fa registrare la spesa media più
bassa d'Italia pari a 1.628 euro per famiglia. Ma la Calabria non sta certo
meglio classificandosi al penultimo posto con una spesa media di 1.762 euro a
famiglia e questo ulteriore dato mette in luce le difficoltà di una regione che
da tempo ormai non guarda al futuro con l'ottimismo di un rilancio e di uno
sviluppo stabile. In particolare, secondo quanto rilevato dall'Istat l'economia
della punta estrema della Penisola non consente alle famiglie calabresi di
poter spendere costringendole a dover scegliere e conseguentemente tagliare le
spese meno necessarie. Il dato strettamente numerico pone le famiglie calabresi
in una situazione di estrema inferiorità in termini di capacità di spesa
rispetto alle connazionali, e ciò non solo se paragonate con le famiglie del
Trentino Alto Adige, regione più ricca con i suoi 2.919 euro spesi a famiglia,
o della Lombardia dove si spendono in media 2.866 euro a famiglia. Anche in
Basilicata, ad esempio, la spesa delle famiglie è superiore attestandosi a
1.908 euro.
Se poi si va a
vedere la media nazionale si scopre che la Calabria viaggia molto al di sotto
del livello medio fissato a 2.419 euro. Ciò significa che se in media una
famiglia italiana spende 2.419 euro nel dettaglia una famiglia calabrese ne
spende solo 1.762, ossia quasi 700 euro in meno. Ma le sorprese non finiscono
certo qui. Andando a scomporre la spessa totale in categorie si scopre che la
minore spesa dei calabresi non è assoluta e riguardante tutte le categorie. In
realtà oltre ad essere diverso (leggi inferiore) il livello di spesa totale
anche la sua distribuzione per settori appare profondamente diversa
specialmente rispetto alla regioni del nord. Così se in Piemonte ad alimentari
e bevande è riservato il 17,9% del totale in Calabria tale percentuale sale
fino al 27,4%. Ma bisogna stare attenti a non farsi ingannare dalle percentuali
perché se è vero che in punti percentuali lo scostamento per l'acquisto di cibo
appare nettamente superiore per la Calabria, traducendo tale valore in euro si
scopre che la spesa è pressoché uguale ossia 471,13 euro per il Piemonte e
482,79 euro per la Calabria. Tuttavia, siccome il livello di spesa è più basso,
nella Regione dei Bronzi di Riace l'incidenza percentuale è maggiore sottraendo
risorse per altri tipi di spesa. In particolare, a pagare lo scotto sono i
soldi spesi per tempo libero e cultura cui i piemontesi (scelti a titolo di
esempio ma il paragone è simile anche per le altre regioni del nord) dedicano
il 4,9% della spesa pari a 128,97 euro mentre i calabresi dedicano il 3,3% pari
ad appena 58,15 euro.
Evidente che per la
Calabria lo stato di prostrazione economica inibisce la capacità di spesa delle
famiglie costringendole ad investire la maggior parte della loro spesa nei
bisogni essenziali dovendo rinunciare al resto. Nello specifico, la spesa delle
famiglie calabresi è ripartita in questo modo: 27,4% alimentari e bevande, 1,1%
tabacchi, 6,4% abbigliamento e calzature, 22,3% abitazione, 7,7% combustibili
ed energia, 4,5% arredamenti, 3,7% sanità, 13,2% trasporti, 2,2%
comunicazioni,1,1% istruzione, 3,3% tempo libero e cultura, 7,2% altri beni e
servizi.
domenica 07 luglio
2013 19:47
Bozen, oltrepadania nord. Knoll (Sf): «Per il
doppio passaporto ci serve l’appoggio della Svp»
Il consigliere provinciale non si rassegna
nemmeno alla bocciatura della mozione da parte del Parlamento austriaco
Al doppio passaporto (italiano e austriaco)
per gli altoatesini non si arriva attraverso l’iter di un solo partito, ci va
un’azione congiunta. A dirlo, dopo la bocciatura di una mozione dei liberali
del Fpoe al Parlamento di Vienna, è Sven Knoll della Süd-Tiroler Freiheit.
Knoll invita, pertanto, la Svp a collaborare in vista del comune obiettivo e a
mettere da parte ripensamenti di natura partitica.
Trënt, oltrepadania nord. Consumi delle
famiglie, lieve calo
I dati Istat: in Trentino si spendono 40
euro in meno al mese rispetto al 2011
TRENTO. Consumi in lieve contrazione nel
2012 per le famiglie del Trentino, ma i dati regionali del report dell’Istat ci
pongono comunque ai vertici nazionali. In media, rispetto al 2011, ogni nucleo
familiare spende 40 euro in meno al mese (2.736 contro 2.776).Un calo non
drastico, se si confronta il dato con quello della Lombardia (nel 2011 la
regione con la più alta spesa media mensile), che ha visto una diminuzione di
168 euro ed è scivolata alle spalle del Trentino Alto Adige, che ha la media di
2919 euro. In Alto Adige addirittura la spesa media mensile è passata da 2.941
a 3.119 euro (+178 euro). In Trentino invece si assiste a un lieve calo che nei
dettagli si riversa su una minor spesa in tabacchi (-0,2%), abbigliamento e
calzature (-0,1%), abitazione (-0,3%), combustibili ed energia (-0,5%),
arredamento (-0,8%), sanità (-0,8%), comunicazioni (-0,2%), altri beni e
servizi (-0,8%) mentre aumentano le spese per l’istruzione (0,8%), tempo libero
e cultura (0,3%). Questi valori vanno fatti reagire con la media nazionale, che
è di 2.419 euro. Rispetto al resto d’Italia, le famiglie trentine spendono meno
per alimentari e bevande (16,6% contro la media nazionale di 19,4%), per
combustibili ed energia (4,8% contro il 5,6% di media), mentre spendono di più
in arredamenti (6,3% contro 4,8%), sanità (5,1% contro 3,6%). Per le restanti
voci siamo abbastanza allineati alla media nazionale: le variazioni sono di un
paio di punti decimali o poco più. In regione invece, spendiamo più di tutti
gli altri italiani in tempo libero, cultura e altri beni e servizi: 16,8%.
Estate 2013, c’è la crisi al posto dell’esodo
06
luglio 2013
Roma - Code e ingorghi sulle strade delle
vacanze con gli automobilisti e famiglie al seguito inferociti sotto il sole?
Da quest’anno potrebbero diventare solo un pallido ricordo, colpa o merito della
crisi. Il nuovo scenario è quasi una certezza, visto che a delinearlo è
Viabilità Italia, il Centro di coordinamento del Viminale che si occupa della
gestione delle situazioni di crisi legate alla circolazione stradale: per la
prima volta, dopo anni, per l’estate 2013 non è prevista nessuna giornata di
traffico da “bollino nero”, cioè con code di chilometri su tratti lunghissimi e
tempi di percorrenza tra Nord e Sud maggiorati di ore.
Non ci sono più dunque giornate topiche per
le partenze perché sono finite le vacanze lunghe, a favore di quelle mordi e
fuggi, scaglionate nei diversi fine settimana. E il calendario con le date a
rischio, messo a punto da Viabilità Italia, ha tenuto conto proprio di questo
cambiamento, che porterà a flussi di traffico meno concentrati in una sola
giornata e invece distribuiti nei week end di tutta la stagione estiva con
destinazione le località turistiche.
La maggiore intensificazione del traffico è
attesa a partire dall’ultimo week end di luglio. E il clou si dovrebbe registrare
sabato 3 agosto, giornata nella quale, sulla base di quanto registrato negli
anni precedenti, si prevedono volumi di traffico molto sostenuti in alcune aree
con possibili code;niente a che vedere però con gli esodi da «bollino nero»
degli anni passati.
Che a cambiare le abitudini degli italiani
in fatto di vacanze sia la crisi lo rivela anche un’analisi della Coldiretti
basata su un’ indagine di Ipr marketing: rispetto allo scorso anno quasi 2
milioni di italiani rinunciano a partire a luglio, che resta comunque il mese
più scelto dalle famiglie (lo preferisce una su 3) per le ferie 2013, per il
semplice fatto che consente di risparmiare un pò rispetto all’altissima
stagione. E in tutto il periodo estivo saranno meno di 32 milioni gli adulti che
si concederanno almeno un giorno di vacanza fuori casa. Si taglia sulla durata
della vacanza (lo fa il 25%) e sulla distanza delle mete (32%), e in tanti
vanno alla caccia dei saldi con le offerte last minute. Il 18% parte in bassa
stagione, mentre solo il 34% dichiara che non modificherà le proprie abitudini.
Tra le spese da tagliare in vacanza per far
quadrare i conti, ci sono per il 33% quelle dei divertimenti come cinema,
parchi giochi, discoteche, ma c’è anche un consistente 25% che abbassa il livello
degli alloggi scelti, rinunciando ad una stella o più.
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