Giovedì 17 Marzo 2011 16:53
Scritto da redazione
I rappresentanti del Governo, con in testa il presidente di questa
repubblica, oggi 17 marzo hanno attribuito gli onori ai garibaldini ungheresi.
E’ davvero una cosa vergognosa far finta di non sapere cosa hanno fatto questi
criminali nella Napolitania.
Ecco gli episodi più significativi:
Nel 1859 si rifugiano a
Torino i massoni ungheresi Gyorgy Klapka, Jhasz, Alessandro Teleki, Stefano
Türr e anche Eber, Erbhardt, Tukery, Teloky, Magyarody, Figgelmesy, Czudafy,
Frigyesy e Winklen con un folto gruppo di ungheresi, circa 3.000 che
costituiscono una legione poi utilizzata dai Savoja per l’invasione delle Due
Sicilie colla spedizione garibaldesca. Tra gli episodi più rilevanti sono da
ricordare:
Il 26 settembre 1860, il
Garibaldi invia il gruppo dell’ungherese Türr formato da 1.500 armati ad
assalire Ariano Irpino sguarnita di soldati napolitani. Gli ungheresi,
massacrato un centinaio di abitanti, saccheggiano la cittadina e ne incendiano
le case.
Il 9 luglio 1861, un gruppo
di 500 uomini comandato dal La Gala costringe le truppe piemontesi a sgomberare
dal beneventano, ma due colonne formate da 200 mercenari ungheresi, dotati di
quattro cannoni rigati, un battaglione piemontese e 800 guardie nazionali
assaltano nuovamente Montefalcione. La cittadina è circondata e dopo
un’accanita resistenza è presa, saccheggiata e data alle fiamme. Sono assassinati
oltre 150 abitanti, altre centinaia sono deportati. Il maggiore ungherese
Girczy, comandante del reparto, è decorato con la croce di cavaliere
dell’ordine militare di Savoja e la medaglia di bronzo al valor militare. A
quattro ufficiali piemontesi è data la medaglia d’argento.
L’11 luglio 1861 le truppe
ungheresi sono inviate a Lapio, Montemiletto e Montefusco: anche qui si fanno
uccisioni, saccheggi e incendi. Numerosi abitanti riescono a salvarsi con la
fuga verso le vicine montagne. A Volturara impiccano un popolano lo lasciano
appeso per molti giorni nella piazza del paese per ammonimento.
Il 4 agosto 1861 ad Auletta,
per sedare la rivolta, gli ungheresi uccidono 45 persone, tra le quali quattro
sacerdoti, seviziati con coltelli. Altri 100 sono deportati nelle carceri di
Salerno. Il paese è saccheggiato e dato alle fiamme.
All'alba del 14 agosto 1861,
gli ungheresi partecipano alla strage di Pontelandolfo. Con i bersaglieri
piemontesi, fucilano chiunque capiti a tiro: preti, uomini, donne, bambini. Le
case sono saccheggiate e tutto il paese dato alle fiamme e raso al suolo.
Particolarmente feroci sono le truppe ungheresi che compiono vere e proprie
atrocità.
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