Politica - L'UNIONE SARDA: Premiate ditte
“Soldi a perdere”
Crisi: allarme di Visco, nel 2013 contrazione
vicina al 2%
Visco: Pil 2013 -2%,ripresa da fine anno
Banche: Visco, sofferenze al 14% del complesso
dei prestiti
Banche: Visco, valutare misure per ridurre spese
del personale
Abi: Visco, la politica monetaria sosterra' la
ripresa
«Vuitton compra? L'Italia resterà guscio vuoto»
L'amaro sfogo del
calabrese re della moda di lusso
Domenico Menniti
arriva da Catanzaro ed è cofondatore e presidente del marchio partenopeo del
bassotto che fattura 100 milioni ed è noto in tutto il mondo. In una lettera
racconta: "Siamo testardamente attestati nel Mezzogiorno d’Italia, a
confrontarci con un player internazionale che fattura 6 miliardi di
dollari"
"L'acquisizione
di Loro Piana da parte di LVHM è solo l'ultimo esempio in ordine di tempo di
quello che sta avvenendo ormai da troppi anni: è la logica conclusione
dell’assenza di una seria politica di sviluppo industriale dell’Italia". A
scriverlo, in una lettera all'Huffington Post, è un top manager della moda
italiana, un uomo che è arrivato dalla
Calabria e che ha portato il suo marchio del bassotto sui mercati di tutto il
mondo. Domenico Menniti è presidente e amministratore delegato di Harmont &
Blaine spa, azienda che produce, commercializza e distribuisce abbigliamento
sportivo di classe. L'ha fondata nel 1986 insieme al fratello Enzo e a Paolo e
Massimo Montefusco.
Partirono a Napoli
con le cravatte della tradizione partenopea. Poi l'abbigliamento da mare,
camicie, pantaloni e i caratteristici golf. E oggi fatturano quasi 100 di
milioni di euro con circa 500 dipendenti diretti, presenza in quattro
continenti. "Testardamente attestati nel Mezzogiorno d’Italia, a
confrontarci quotidianamente con un player internazionale che fattura 6
miliardi di dollari", scrive Menniti all'Huffington.
Una sfida nella
quale l'imprenditore va avanti con testardaggine calabrese. Anche su twitter
rivendica le sue origini a Catanzaro, dove è nato nel 1947. Ma davanti
all'ultima mossa del mercato della moda, con l'acquisizione da parte dei
francesi di Luis Vuitton del marchio Loro Piana, proprio sui social scrive:
"Vuitton conquista LoroPiana dopo Cova e Bulgari. Imprenditori Italiani
stanchi di combattere. Politica resta a guardare".
E nella lettera
all'Huffington (LEGGI IL TESTO
INTEGRALE) lancia l'interrogativo: "Come potremmo noi non comprendere il
travaglio dei fratelli Loro Piana nell’assumere la più difficile ed
irreversibile decisione della storia centenaria dell’azienda. Resistere
portando avanti la bandiera della Italianità totale o trovare alleanze per
garantire la continuità dello storico brand, il rafforzamento dell’azienda ed
una migliore capacità di penetrare i mercati mondiali?".
La risposta è
articolata: "Forse la sicurezza che poi le bellezze naturali, il
patrimonio artistico più importante del mondo ci hanno cullato nella certezza
che tutto si sarebbe risistemato, che le nostre inefficienze sarebbero state
compensate da altri valori che solo noi italiani possedevamo. No, non è così.
Lo shopping continua, la produzione resterà forse in Italia ma altrove andrà il
valore aggiunto, quello che genera capacità di comunicazione e di investimento".
Da qui l'appello: "Facciamo qualcosa, tutti assieme, se non vogliamo che
l’Italia resti un guscio vuoto, una bella conchiglia su una spiaggia
deserta".
Redazione web
mercoledì 10 luglio
2013 09:57
Politica - L'UNIONE SARDA: Premiate ditte
“Soldi a perdere”
10.07.2013
Nei pozzi diventati
senza fondo delle miniere la Regione rischia di pagare caro i soldi concessi
per tenerle aperte. Nero su bianco: «Tale perdurante stato di cose non può non
suscitare forti preoccupazioni per le possibili procedure di infrazione che
potrebbero essere avviate dalla Comunità europea con gravi ripercussioni non
solo per la Regione ma per le stesse società alle quali potrebbero essere
imposti ingenti oneri di restituzione». Lo scrive la Corte dei Conti, sezione
speciale, incaricata di controllare le spese di viale Trento e dintorni. Basta con
le elargizioni, dice in sostanza, altrimenti sono guai seri.
ABITUDINE Quello che
i giudici contabili definiscono «perdurante stato di cose» non è nient'altro
che l'abitudine di trasferire denaro pubblico in società che hanno i conti in
rosso o sono in liquidazione. Collaudata prassi di governo e sottogoverno
diventata di fatto fuorilegge con le normative degli ultimi anni adottate
sull'onda delle prescrizioni anti-monopolistiche targate Bruxelles.
L'EUROPA Aiuti di
Stato sono al bando, ma il divieto resta solo sulla carta, dice la relazione
stilata dalla sezione di controllo sull'attività degli enti partecipati. Con
un'aggravante, quella della beffa. Nel 2011 la Regione ha varato una legge che
in sostanza non autorizza più «aumenti di capitale, trasferimenti e aperture di
credito a favore di società partecipate che abbiano registrato per tre esercizi
consecutivi perdite di esercizio». Chiaro? Fino a un certo punto: «Nell'ambito
del medesimo testo normativo la Regione da un lato disponeva il divieto di trasferimenti
a favore di società partecipate e in perdita e contestualmente autorizzava
finanziamenti di società partecipate da tempo esposte negativamente». Quello
che toglieva con una mano, lo restituiva con l'altra: i magistrati contabili
non hanno nascosto lo «sconcerto» nel Rendiconto annuale del 2011.
LE MINIERE Tre
società nel mirino, Igea, Carbosulcis e Fluorite Silius: gestiscono attività
minerarie che la Regione ha preso in carico per evitare di vedere sulla strada
centinaia di minatori. La Corte dei Conti non prende in esame drammi sociali,
va dritto al cuore della legittimità degli atti amministrativi. E da questo
punto di vista «non può passare inosservato» il fatto che società in rosso
hanno ricevuto più soldi delle perdite effettive: stanziamenti a perdere, al di
fuori dei contratti di servizio. L'Igea (la società che cura il patrimonio
immobiliare delle miniere) ha incassato quasi venti milioni di euro tra i 2011
e il 2012, «pur avendo maturato una perdita nel 2011 pari a euro 10 milioni e
434 mila». Ancora non si conoscono i risultati del bilancio 2012.
I BILANCI La
Carbosulcis ha invece beneficiato di finanziamenti ancora più consistenti: nel
2011 ha maturato una perdita «pari a euro 25 milioni e 091 mila», ma allo
stesso tempo ha «ricevuto risorse non per contratti di servizio pari a euro 30
milioni nel 2011 e 18 milioni e 700 mila nel 2012». Anche in questo caso,
conclude la relazione, non «si conosce il risultato di esercizio del 2012». La
Fluorite Silius (ha in carico l'omonima miniera del Gerrei) si è accontentata
di meno: a fronte di un segno meno di quasi due milioni, ha ricevuto più di
sette milioni in due anni «pur essendo in stato di liquidazione».
ANOMALIE Elargizioni
che la Corte dei Conti definisce «anomalie», rilanciando un avvertimento che
«potrebbero anche contravvenire al sistema comunitario di tutela della
concorrenza». Con tutto quel che poi potrebbe arrivare se l'Europa dovesse
bollarle come «aiuti di Stato»: un'istruttoria è già aperta e riguarda proprio
i contributi concessi alle miniere di carbone.
REPLICA La Regione
non tace, comunque. L'assessorato all'Industria (cui fanno capo le tre società
minerarie) ha fatto sapere in via ufficiale che i finanziamenti sono stati
concessi con scopi ben precisi: non somme usate per ripianare perdite ma per
finanziare lavori di manutenzione, pena seri problemi per l'ambiente e le
persone. L'Igea per esempio ha ricevuto in eredità la miniera d'oro di Furtei e
nel lascito c'è anche un bacino di acqua avvelenata dal cianuro che va tenuto
sotto controllo. Idem per la Fluorite Silius che ha in custodia il sito
minerario di Genna Tres Montis: deve pagare le spese fino a quando non sarà
operativo un nuovo concessionario dell'attività di estrazione. Anche la
Carbosulcis la sicurezza del cantiere minerario è un obbligo. «Non sono stati
soldi buttati al vento». Antonio Martis
Crisi: allarme di Visco, nel 2013 contrazione
vicina al 2%
11:30 10 LUG 2013
(AGI) - Roma, 10
lug. - L'economia italiana potrebbe contrarsi di quasi il 2% quest'anno. Lo ha
detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco intervenendo all'assemblea
dell'Abi.
"Nelle nostre previsioni, che saranno
pubblicate nel Bollettino economico tra una settimana, la contrazione del
prodotto nell'anno in corso sarebbe vicina ai due punti percentuali", ha
sottolineato. La ripresa potrebbe arrivare a fine anno con un Pil che dovrebbe
superare lo 0,5% nel 2014. "L'attivita' economica - ha sottolineato Visco
- tornerebbe ad espandersi a ritmi moderati dalla fine dell'anno, con una
crescita complessiva superiore al mezzo punto percentuale nel 2014. Nel breve
termine, la domanda interna dovra' trovare sostegno nella tempestiva esecuzione
del pagamento dei debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche".
Visco ha aggiunto che "I margini di incertezza sono elevati".
"Sui tempi e sull'intensita' della ripresa - ha spiegato Visco - gravano i
rischi di un rallentamento dell'economia mondiale, in particolare nelle economie
emergenti, oltre che quelli relativi all'evoluzione dei mercati
finanziari". Secondo il ministro, "Non vanno sottovalutati i timori
degli analisti internazionali sulla solidita' dei bilanci delle banche
italiane, anche se non sempre ben motivati". "Non possiamo rischiare
di perdere la fiducia degli investitori, fragile ed esposta alle mutevoli
valutazioni degli analisti. Le politiche di bilancio - ha ammonito Visco -
devono rimanere responsabili; le riforme gia' definite e quelle da attuare
vanno collocate in un disegno organico, enunciando con chiarezza le
finalita'".
Visco: Pil 2013 -2%,ripresa da fine anno
Margini incertezza
elevati, fondazioni allentino legami banche
10 luglio, 10:51
(ANSA) - ROMA, 10
LUG - La contrazione del Pil per il 2013 'sarebbe vicina ai due punti
percentuali. L'attività economica tornerebbe a espandersi a ritmi moderati da
fine anno con una crescita superiore al mezzo punto percentuale nel 2014'. Lo
ha detto il governatore di Bankitalia Visco per il quale 'i margini di
incertezza sono elevati'. Visco invita poi le fondazioni a 'diversificare i
portafogli per allentare i legami, talvolta troppo stretti con i risultati
della banca di riferimento'.
Banche: Visco, sofferenze al 14% del complesso
dei prestiti
10 Luglio 2013 -
11:40
(ASCA) - Roma, 10 lug - Banche appesantite
dalle sofferenze. ''A mantenere elevata la consistenza delle partite
deteriorate, che a marzo scorso ha raggiunto il 14 per cento del complesso dei
prestiti, contribuisce la lentezza delle procedure di recupero dei crediti''.
Lo ha detto il governatore della banca d'Italia Ignazio Visco, nel corso
dell'assemblea dell'Abi. Visco ha sottolineato che ''vi concorre l'eccezionale
lunghezza della diluizione nel tempo della deducibilita' fiscale delle
svalutazioni su crediti''. Inoltre, ''la rappresentazione in bilancio della
qualita' dei prestiti riflette una definizione di partite deteriorate prudente
nel confronto internazionale''. Alla meta' degli anni novanta, quando in
rapporto agli impieghi le sofferenze si collocavano su valori piu' elevati di
quelli attuali, la riduzione della consistenza dei crediti deteriorati venne -
ha detto - favorita dallo sviluppo di un mercato di queste attivita', con la
partecipazione di investitori esteri. Iniziative analoghe possono avere oggi
successo a condizione di garantire trasparenza e piena coerenza dei meccanismi
di trasferimento dei rischi dalle banche agli investitori con le normative
prudenziali e contabili, cosi' da consentire la definitiva cancellazione
dall'attivo delle banche delle partite deteriorate cedute''. Inoltre visco ha
rilevato che deve proseguire l'azione di rafforzamento dei patrimoni delle
banche.Con un richiamo all'Unione Bancaria europea e a Basilea 2, Visco spiega
che il rafforzamento patriimoniale e' stato 'rilevante', la ''capacita' di
resistere a shock avversi e' migliorata''. ram/mau
Banche: Visco, valutare misure per ridurre spese
del personale
10 Luglio 2013 -
11:18
(ASCA) - Roma, 10 lug - Per accrescere la
redditivita' delle banche, la loro capacita' di generare risorse per rafforzare
il patrimonio e il finanziamento all'economia si dovra' lavorare anche sul
fronte del contenimento dei costi. E' quanto emerge dall'intervento del
governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, all'assemblea annuale
dell'Abi. ''Nell'industria bancaria, ad alta intensita' di lavoro i livelli e
la dinamica delle retribuzioni vanno resi pienamenti coerenti con l'obiettivo
di preservare la stabilita' degli intermediari. Vanno valutate con attenzione
misure, anche di natura temporanea, volte a ridurre in maniera significativa le
spese per il personale in rapporto ai ricavi. Occorre piena consapevolezza dei
vincoli posti dalle difficolta' che il sistema bancario si trova ad affrontare,
un cambio di passo per far fronte alle difficolta' contingenti degli
intermediari, per salvaguardare l'occupazione'', ha sottolineato Visco. men/mau
Abi: Visco, la politica monetaria sosterra' la
ripresa
10 Luglio 2013 -
11:14
(ASCA) - Roma, 10 lug - ''La politica
monetaria sosterra' la ripresa''. Lo ha detto il governatore della Banca
d'Italia Ignazio Visco nel corso della assemblea annuale dell'Abi, ricordando
quanto affermato dal presidente della Bce Mario Draghi. ''Lo scorso 4 luglio il
Consiglio direttivo della BCE - ha affermato Visco - ha annunciato che le
condizioni monetarie rimarranno accomodanti per tutto il tempo necessario. Ha
adottato modalita' di comunicazione innovative, specificando che i tassi
ufficiali saranno mantenuti a livelli pari o inferiori a quelli attuali per un
periodo di tempo prolungato, in ragione delle condizioni di bassa inflazione,
di debolezza congiunturale e di dinamiche monetarie contenute nell'area
dell'euro''. Per Visco, ''il sistema bancario italiano e' stato messo a dura
prova dalla crisi finanziaria, da una doppia recessione, dalle tensioni sul
debito sovrano. La capacita' degli intermediari di generare reddito si e'
assottigliata; in assenza di adeguate risposte sarebbe ulteriormente ridotta
dal protrarsi della crisi, dal manifestarsi di nuovi shock avversi'', ha detto
in ultimo. ram/mau
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