mercoledì 10 luglio 2013

X.VII.MMXIII — Domenico Menniti arriva da Catanzaro ed è cofondatore e presidente del marchio partenopeo del bassotto che fattura 100 milioni ed è noto in tutto il mondo. In una lettera racconta: "Siamo testardamente attestati nel Mezzogiorno d’Italia, a confrontarci con un player internazionale che fattura 6 miliardi di dollari"

«Vuitton compra? L'Italia resterà guscio vuoto» 
Politica - L'UNIONE SARDA: Premiate ditte “Soldi a perdere”
Crisi: allarme di Visco, nel 2013 contrazione vicina al 2%
Visco: Pil 2013 -2%,ripresa da fine anno
Banche: Visco, sofferenze al 14% del complesso dei prestiti
Banche: Visco, valutare misure per ridurre spese del personale
Abi: Visco, la politica monetaria sosterra' la ripresa

«Vuitton compra? L'Italia resterà guscio vuoto»
L'amaro sfogo del calabrese re della moda di lusso
Domenico Menniti arriva da Catanzaro ed è cofondatore e presidente del marchio partenopeo del bassotto che fattura 100 milioni ed è noto in tutto il mondo. In una lettera racconta: "Siamo testardamente attestati nel Mezzogiorno d’Italia, a confrontarci con un player internazionale che fattura 6 miliardi di dollari"
"L'acquisizione di Loro Piana da parte di LVHM è solo l'ultimo esempio in ordine di tempo di quello che sta avvenendo ormai da troppi anni: è la logica conclusione dell’assenza di una seria politica di sviluppo industriale dell’Italia". A scriverlo, in una lettera all'Huffington Post, è un top manager della moda italiana, un uomo che è arrivato  dalla Calabria e che ha portato il suo marchio del bassotto sui mercati di tutto il mondo. Domenico Menniti è presidente e amministratore delegato di Harmont & Blaine spa, azienda che produce, commercializza e distribuisce abbigliamento sportivo di classe. L'ha fondata nel 1986 insieme al fratello Enzo e a Paolo e Massimo Montefusco.
Partirono a Napoli con le cravatte della tradizione partenopea. Poi l'abbigliamento da mare, camicie, pantaloni e i caratteristici golf. E oggi fatturano quasi 100 di milioni di euro con circa 500 dipendenti diretti, presenza in quattro continenti. "Testardamente attestati nel Mezzogiorno d’Italia, a confrontarci quotidianamente con un player internazionale che fattura 6 miliardi di dollari", scrive Menniti all'Huffington.
Una sfida nella quale l'imprenditore va avanti con testardaggine calabrese. Anche su twitter rivendica le sue origini a Catanzaro, dove è nato nel 1947. Ma davanti all'ultima mossa del mercato della moda, con l'acquisizione da parte dei francesi di Luis Vuitton del marchio Loro Piana, proprio sui social scrive: "Vuitton conquista LoroPiana dopo Cova e Bulgari. Imprenditori Italiani stanchi di combattere. Politica resta a guardare".
E nella lettera all'Huffington  (LEGGI IL TESTO INTEGRALE) lancia l'interrogativo: "Come potremmo noi non comprendere il travaglio dei fratelli Loro Piana nell’assumere la più difficile ed irreversibile decisione della storia centenaria dell’azienda. Resistere portando avanti la bandiera della Italianità totale o trovare alleanze per garantire la continuità dello storico brand, il rafforzamento dell’azienda ed una migliore capacità di penetrare i mercati mondiali?".
La risposta è articolata: "Forse la sicurezza che poi le bellezze naturali, il patrimonio artistico più importante del mondo ci hanno cullato nella certezza che tutto si sarebbe risistemato, che le nostre inefficienze sarebbero state compensate da altri valori che solo noi italiani possedevamo. No, non è così. Lo shopping continua, la produzione resterà forse in Italia ma altrove andrà il valore aggiunto, quello che genera capacità di comunicazione e di investimento". Da qui l'appello: "Facciamo qualcosa, tutti assieme, se non vogliamo che l’Italia resti un guscio vuoto, una bella conchiglia su una spiaggia deserta".
Redazione web
mercoledì 10 luglio 2013 09:57

Politica - L'UNIONE SARDA: Premiate ditte “Soldi a perdere”
10.07.2013
Nei pozzi diventati senza fondo delle miniere la Regione rischia di pagare caro i soldi concessi per tenerle aperte. Nero su bianco: «Tale perdurante stato di cose non può non suscitare forti preoccupazioni per le possibili procedure di infrazione che potrebbero essere avviate dalla Comunità europea con gravi ripercussioni non solo per la Regione ma per le stesse società alle quali potrebbero essere imposti ingenti oneri di restituzione». Lo scrive la Corte dei Conti, sezione speciale, incaricata di controllare le spese di viale Trento e dintorni. Basta con le elargizioni, dice in sostanza, altrimenti sono guai seri.
ABITUDINE Quello che i giudici contabili definiscono «perdurante stato di cose» non è nient'altro che l'abitudine di trasferire denaro pubblico in società che hanno i conti in rosso o sono in liquidazione. Collaudata prassi di governo e sottogoverno diventata di fatto fuorilegge con le normative degli ultimi anni adottate sull'onda delle prescrizioni anti-monopolistiche targate Bruxelles.
L'EUROPA Aiuti di Stato sono al bando, ma il divieto resta solo sulla carta, dice la relazione stilata dalla sezione di controllo sull'attività degli enti partecipati. Con un'aggravante, quella della beffa. Nel 2011 la Regione ha varato una legge che in sostanza non autorizza più «aumenti di capitale, trasferimenti e aperture di credito a favore di società partecipate che abbiano registrato per tre esercizi consecutivi perdite di esercizio». Chiaro? Fino a un certo punto: «Nell'ambito del medesimo testo normativo la Regione da un lato disponeva il divieto di trasferimenti a favore di società partecipate e in perdita e contestualmente autorizzava finanziamenti di società partecipate da tempo esposte negativamente». Quello che toglieva con una mano, lo restituiva con l'altra: i magistrati contabili non hanno nascosto lo «sconcerto» nel Rendiconto annuale del 2011.
LE MINIERE Tre società nel mirino, Igea, Carbosulcis e Fluorite Silius: gestiscono attività minerarie che la Regione ha preso in carico per evitare di vedere sulla strada centinaia di minatori. La Corte dei Conti non prende in esame drammi sociali, va dritto al cuore della legittimità degli atti amministrativi. E da questo punto di vista «non può passare inosservato» il fatto che società in rosso hanno ricevuto più soldi delle perdite effettive: stanziamenti a perdere, al di fuori dei contratti di servizio. L'Igea (la società che cura il patrimonio immobiliare delle miniere) ha incassato quasi venti milioni di euro tra i 2011 e il 2012, «pur avendo maturato una perdita nel 2011 pari a euro 10 milioni e 434 mila». Ancora non si conoscono i risultati del bilancio 2012.
I BILANCI La Carbosulcis ha invece beneficiato di finanziamenti ancora più consistenti: nel 2011 ha maturato una perdita «pari a euro 25 milioni e 091 mila», ma allo stesso tempo ha «ricevuto risorse non per contratti di servizio pari a euro 30 milioni nel 2011 e 18 milioni e 700 mila nel 2012». Anche in questo caso, conclude la relazione, non «si conosce il risultato di esercizio del 2012». La Fluorite Silius (ha in carico l'omonima miniera del Gerrei) si è accontentata di meno: a fronte di un segno meno di quasi due milioni, ha ricevuto più di sette milioni in due anni «pur essendo in stato di liquidazione».
ANOMALIE Elargizioni che la Corte dei Conti definisce «anomalie», rilanciando un avvertimento che «potrebbero anche contravvenire al sistema comunitario di tutela della concorrenza». Con tutto quel che poi potrebbe arrivare se l'Europa dovesse bollarle come «aiuti di Stato»: un'istruttoria è già aperta e riguarda proprio i contributi concessi alle miniere di carbone.
REPLICA La Regione non tace, comunque. L'assessorato all'Industria (cui fanno capo le tre società minerarie) ha fatto sapere in via ufficiale che i finanziamenti sono stati concessi con scopi ben precisi: non somme usate per ripianare perdite ma per finanziare lavori di manutenzione, pena seri problemi per l'ambiente e le persone. L'Igea per esempio ha ricevuto in eredità la miniera d'oro di Furtei e nel lascito c'è anche un bacino di acqua avvelenata dal cianuro che va tenuto sotto controllo. Idem per la Fluorite Silius che ha in custodia il sito minerario di Genna Tres Montis: deve pagare le spese fino a quando non sarà operativo un nuovo concessionario dell'attività di estrazione. Anche la Carbosulcis la sicurezza del cantiere minerario è un obbligo. «Non sono stati soldi buttati al vento». Antonio Martis

Crisi: allarme di Visco, nel 2013 contrazione vicina al 2%
11:30 10 LUG 2013
(AGI) - Roma, 10 lug. - L'economia italiana potrebbe contrarsi di quasi il 2% quest'anno. Lo ha detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco intervenendo all'assemblea dell'Abi.
   "Nelle nostre previsioni, che saranno pubblicate nel Bollettino economico tra una settimana, la contrazione del prodotto nell'anno in corso sarebbe vicina ai due punti percentuali", ha sottolineato. La ripresa potrebbe arrivare a fine anno con un Pil che dovrebbe superare lo 0,5% nel 2014. "L'attivita' economica - ha sottolineato Visco - tornerebbe ad espandersi a ritmi moderati dalla fine dell'anno, con una crescita complessiva superiore al mezzo punto percentuale nel 2014. Nel breve termine, la domanda interna dovra' trovare sostegno nella tempestiva esecuzione del pagamento dei debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche". Visco ha aggiunto che "I margini di incertezza sono elevati". "Sui tempi e sull'intensita' della ripresa - ha spiegato Visco - gravano i rischi di un rallentamento dell'economia mondiale, in particolare nelle economie emergenti, oltre che quelli relativi all'evoluzione dei mercati finanziari". Secondo il ministro, "Non vanno sottovalutati i timori degli analisti internazionali sulla solidita' dei bilanci delle banche italiane, anche se non sempre ben motivati". "Non possiamo rischiare di perdere la fiducia degli investitori, fragile ed esposta alle mutevoli valutazioni degli analisti. Le politiche di bilancio - ha ammonito Visco - devono rimanere responsabili; le riforme gia' definite e quelle da attuare vanno collocate in un disegno organico, enunciando con chiarezza le finalita'".

Visco: Pil 2013 -2%,ripresa da fine anno
Margini incertezza elevati, fondazioni allentino legami banche
10 luglio, 10:51
(ANSA) - ROMA, 10 LUG - La contrazione del Pil per il 2013 'sarebbe vicina ai due punti percentuali. L'attività economica tornerebbe a espandersi a ritmi moderati da fine anno con una crescita superiore al mezzo punto percentuale nel 2014'. Lo ha detto il governatore di Bankitalia Visco per il quale 'i margini di incertezza sono elevati'. Visco invita poi le fondazioni a 'diversificare i portafogli per allentare i legami, talvolta troppo stretti con i risultati della banca di riferimento'.

Banche: Visco, sofferenze al 14% del complesso dei prestiti
10 Luglio 2013 - 11:40
 (ASCA) - Roma, 10 lug - Banche appesantite dalle sofferenze. ''A mantenere elevata la consistenza delle partite deteriorate, che a marzo scorso ha raggiunto il 14 per cento del complesso dei prestiti, contribuisce la lentezza delle procedure di recupero dei crediti''. Lo ha detto il governatore della banca d'Italia Ignazio Visco, nel corso dell'assemblea dell'Abi. Visco ha sottolineato che ''vi concorre l'eccezionale lunghezza della diluizione nel tempo della deducibilita' fiscale delle svalutazioni su crediti''. Inoltre, ''la rappresentazione in bilancio della qualita' dei prestiti riflette una definizione di partite deteriorate prudente nel confronto internazionale''. Alla meta' degli anni novanta, quando in rapporto agli impieghi le sofferenze si collocavano su valori piu' elevati di quelli attuali, la riduzione della consistenza dei crediti deteriorati venne - ha detto - favorita dallo sviluppo di un mercato di queste attivita', con la partecipazione di investitori esteri. Iniziative analoghe possono avere oggi successo a condizione di garantire trasparenza e piena coerenza dei meccanismi di trasferimento dei rischi dalle banche agli investitori con le normative prudenziali e contabili, cosi' da consentire la definitiva cancellazione dall'attivo delle banche delle partite deteriorate cedute''. Inoltre visco ha rilevato che deve proseguire l'azione di rafforzamento dei patrimoni delle banche.Con un richiamo all'Unione Bancaria europea e a Basilea 2, Visco spiega che il rafforzamento patriimoniale e' stato 'rilevante', la ''capacita' di resistere a shock avversi e' migliorata''. ram/mau

Banche: Visco, valutare misure per ridurre spese del personale
10 Luglio 2013 - 11:18
 (ASCA) - Roma, 10 lug - Per accrescere la redditivita' delle banche, la loro capacita' di generare risorse per rafforzare il patrimonio e il finanziamento all'economia si dovra' lavorare anche sul fronte del contenimento dei costi. E' quanto emerge dall'intervento del governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, all'assemblea annuale dell'Abi. ''Nell'industria bancaria, ad alta intensita' di lavoro i livelli e la dinamica delle retribuzioni vanno resi pienamenti coerenti con l'obiettivo di preservare la stabilita' degli intermediari. Vanno valutate con attenzione misure, anche di natura temporanea, volte a ridurre in maniera significativa le spese per il personale in rapporto ai ricavi. Occorre piena consapevolezza dei vincoli posti dalle difficolta' che il sistema bancario si trova ad affrontare, un cambio di passo per far fronte alle difficolta' contingenti degli intermediari, per salvaguardare l'occupazione'', ha sottolineato Visco. men/mau

Abi: Visco, la politica monetaria sosterra' la ripresa
10 Luglio 2013 - 11:14
 (ASCA) - Roma, 10 lug - ''La politica monetaria sosterra' la ripresa''. Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco nel corso della assemblea annuale dell'Abi, ricordando quanto affermato dal presidente della Bce Mario Draghi. ''Lo scorso 4 luglio il Consiglio direttivo della BCE - ha affermato Visco - ha annunciato che le condizioni monetarie rimarranno accomodanti per tutto il tempo necessario. Ha adottato modalita' di comunicazione innovative, specificando che i tassi ufficiali saranno mantenuti a livelli pari o inferiori a quelli attuali per un periodo di tempo prolungato, in ragione delle condizioni di bassa inflazione, di debolezza congiunturale e di dinamiche monetarie contenute nell'area dell'euro''. Per Visco, ''il sistema bancario italiano e' stato messo a dura prova dalla crisi finanziaria, da una doppia recessione, dalle tensioni sul debito sovrano. La capacita' degli intermediari di generare reddito si e' assottigliata; in assenza di adeguate risposte sarebbe ulteriormente ridotta dal protrarsi della crisi, dal manifestarsi di nuovi shock avversi'', ha detto in ultimo. ram/mau

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