Fiat Termini Imerese, Crocetta: "Fare auto
del Mediterraneo"
Imprese siciliane al collasso
Imprese siciliane al collasso
Fiat: per Iribus proroga Cig per 1 anno
tramonta ipotesi Lambretta
Calabria. Crolla il turismo a luglio,
ombrelloni chiusi.
Estate, Coldiretti: Ad agosto a casa 2 italiani
su 3
Canton Ticino, Svizzera. Un atto di giustizia
Trst, oltrepadania est. Rovis (Pdl) chiede: «E
ora il Consiglio si esprima sul Tlt”
Taranto. Occupazione: grido di allarme, è
bollino rosso per il terziario
Bollino rosso per
l’occupazione in provincia di Taranto. I dati elaborati dai centri per
l’impiego ed aggiornati al 30 giugno 2013, parlano di numeri sconfortanti. È di
poco superiore al 50% infatti, la soglia degli occupati, mentre sono più di
112mila i disoccupati o inoccupati, quasi il 45% in tutta la provincia. A
risentire maggiormente, i giovani tra i 26 e 35 anni e gli over 40.
a lanciare l’allarme,Giovanni Prudenzano,
presidente dell’ordine professionale dei consulenti del lavoro e Cosimo
Latorre, presidente dell’ordine dei dottori commercialisti ed esperti
contabili, che sulla base di questi indicatori, mostrano profonda
preoccupazione per l’economia del territorio, ormai fortemente compromessa.
«In un periodo storico in cui, a livello
nazionale, cinquanta aziende al giorno chiudono e tanti dipendenti perdono il
proprio posto di lavoro, c’è la necessità di fare progettualità per
fronteggiare questo stato di crisi e c’è la volontà di intervenire per far
ripartire il mercato del lavoro a Taranto. Ma per farlo, – ammonisce Latorre- serve
fare rete. Ordini professionali, associazioni datoriali, le parti sociali, la
politica seria e responsabile, gli imprenditori ed il sistema bancario devono
mettersi a disposizione della comunità e fare sistema. Il nostro obiettivo è
intanto quello di informare sui dati e sui numeri e già da subito intervenire
senza sottovalutare il problema».
A tal scopo la Confcommercio interviene a
sostegno della categoria del terziario e sottoscrive con le sigle sindacali
provinciali di Filcams-Cgil, Fisascat- Cisl e Uiltucs-Uil, un accordo per la
detassazione degli straordinari.
«Sulla scorta dell’accordo stipulato, bisogna
avviare su questo territorio, fortemente penalizzato per tutti gli aspetti
collegati all’occupazione, un percorso virtuoso che possa, cercare di dare
respiro ai lavoratori delle imprese che stringono i denti e rimangono sul
territorio», spiega Prudenzano.
Partendo dalla circolare del Ministero del
Lavoro e delle Politiche sociali n.15 del 3 aprile 2013, si prevede la
possibilità di assoggettare all’imposta sostitutiva del 10% le quote
retributive corrisposte ai lavoratori dipendenti, in funzione di specifiche
prestazioni lavorative diverse da quelle svolte negli orari applicati in
azienda.
Tra le tipologie che pertanto rientrano nel
regime fiscale di vantaggio, le maggiorazioni corrisposte in particolari
sistemi orari adottati in azienda quali, variazioni di turno, indennità di
presenza o reperibilità, oppure compensi derivanti dalla gestione di orario
aggiuntivo o turnazioni per lavoro domenicale, festivo o notturno. Oltre poi al
compenso per straordinario e ferie eccedenti le giornate non godute e lavorate.
«Attraverso questo accordo il messaggio che
vogliamo far passare è che, in questo momento particolare, le imprese vanno
sostenute. Ma è necessario stare insieme per dare il giusto sostegno affinché
riparta l’economia e l’occupazione. – interviene il presidente di Confcommercio
Leonardo Giangrande – I numeri della disoccupazione evidenziano una situazione
drammatica e ritengo che il 2013 sarà l’anno più difficile se si considera che
solo nei primi tre mesi il settore del commercio ha perso 158 imprese, quasi il
doppio rispetto all’intero anno precedente, e ventuno aziende nel turismo. Per
questo motivo- conclude- non possiamo non lanciare un grido d’allarme e
chiedere agli interlocutori politici di collaborare con noi per pianificare
questo territorio per il suo sviluppo. Altrimenti, a catena tutti ne pagheremo
le conseguenze».
Fiat Termini Imerese, Crocetta: "Fare auto
del Mediterraneo"
PALERMO. «Lo stabilimento della Fiat di
Termini Imerese è chiuso, ma è in ottime condizioni, è in grado di costruire
automobili di ottimo livello. Perchè la Fiat non pensa di produrre e vendere
nei paesi dei Medio Oriente? Perchè a Termini Imerese non facciamo una macchina
del Mediterraneo, dove coloro che comprano sono anche quelli che producono e
dove paesi come la Tunisia, la Libia e il Marocco comprano le macchine che loro
stessi producono?». Lo ha detto il governatore della Sicilia Rosario Crocetta
durante l'incontro tra i rappresentanti dei governi di Italia e Libia, in corso
a Palazzo D'Orleans a Palermo, «Costruire la Democrazia: Le Sfide della
Pubblica Amministrazione», al quale stanno partecipando il ministro del lavoro
libico Muhammed Elfituri Ahmed Swelem e il ministro della Pubblica
amministrazione e la Semplificazione, Gianpiero D'Alia.
Imprese siciliane al collasso
Helg: “Siamo ancora
in piena crisi”
31 luglio 2013 -
14:39 - Economia
di Chiara Billitteri
-
Dal “Report 2013” di
Assoconfidi Sicilia, la cooperativa di garanzia per le imprese che richiedono
accesso al credito, emerge un quadro ancora critico per le imprese siciliane.
In sostanza, “siamo
ancora in piena crisi”, come ha detto il presidente di Confcommercio Sicilia
Roberto Helg, e, come sottolineato anche dal segretario regionale della Cna
Sicilia nonché presidente dell’Assoconfidi regionale Mario Filippello, una
grossa fetta di responsabilità ce l’ha anche la Regione, colpevole di “non aver
dato un euro nonostante per i Confidi una norma emanata nel 2011 metteva a
disposizione 10 milioni di euro”.
E’ proprio grazie ai
Confidi, infatti, che nel 2012 è stato possibile erogare circa 3 miliardi a 90
mila imprese siciliane, ma nonostante questo circa il 20 percento di quelle che
hanno ottenuto il credito attraverso la garanzia dell’Assoconfidi ha avuto
difficoltà o ritardi nella restituzione delle somme.
Inoltre, soltanto il
40 per cento delle imprese che hanno richiesto un prestito ha ottenuto l’intera
somma richiesta. “Per questo – ha detto Filippello – ci aspettiamo un
intervento deciso da parte della Regione, anche ricorrendo ai fondi
strutturali, come prevede l’Ue stessa”.
Presente
all’incontro anche il presidente della commissione Attività produttive
all’Assemblea regionale, Bruno Marziano (PD), che reputa i Confidi “l’unica
strada per liberare il mondo dell’artigianato dalle tenaglie del sistema
bancario”. E infatti Marziano pensa ad una legge da presentare all’Ars che
“estenda i compiti della Crias anche al settore delle pmi, e che consenta di
trasportare le garanzie che vengono chieste agli artigiani sui consorzi fidi e
non sulle garanzie reali. La Crias – ha proseguito il presidente della Quarta
commissione del parlamento regionale – potrebbe finanziare così anche la quota
non finanziata a tasso agevolato, con il tasso ordinario bancario con una sola
istruttoria”.
Fiat: per Iribus proroga Cig per 1 anno
tramonta ipotesi Lambretta
Roma | 01/08/2013
ROMA- E' stata
prorogata di un anno la cassa integrazione per i lavoratori dell'Irisbus.
Tramonta cosi' definitivamente l'eventualita' di produrre le lambrette nel sito
campano. La proposta avanzata da Cottone, infatti, e' stata considerata dal
governo "inadeguata" anche se sono all'esame del ministero dello
sviluppo nuove ipotesi che non escludono, per Irisbus, soluzioni industriali
all'interno del settore del trasporto. E' il segretario nazionale Fim,
Ferdinando Uliano, a sintetizzare l'esito del tavolo di confronto con il
ministero dello sviluppo economico, convocato oggi. Per facilitare i processi
di reindustrializzazione percio' verra' predisposto un accordo di programma nel
mese di settembre dove verranno fatte confluire le risorse finanziarie del
Governo e quelle, gia' finanziate, della Regione. "Serve ora un percorso
preciso e concreto che consenta di utilizzare proficuamente questo periododi
tempo per trovare soluzioni industriali e occupazionali per l'area", dice
ancora giudicano "positivo" il ricorso alla cigs con cui sono stati
evitati i licenziamenti per circa 310 lavoratori che saranno in forza al 31
dicembre 2013, viste le disponibilita' di Fiat e le assicurazioni di Governo e
Regione".
Calabria. Crolla il turismo a luglio,
ombrelloni chiusi.
Stabilimenti
balneari segnano -20% in Calabria
I dati sono stati
resi noti dal Sindacato Italiano Balneari (Fipe - Confcommercio). Nella media
nazionale si è registrato un calo di oltre il 10% rispetto allo stesso periodo
dello scorso anno, che si somma alla "debacle" di maggio e giugno,
quando le presenze sono calate in media del 40%. Ma è la Calabria una delle
regioni che più hanno pagato la crisi e il maltempo
CATANZARO - Crollo dei turisti sulle spiagge italiane a
luglio: secondo il Sindacato Italiano Balneari (Fipe - Confcommercio) si è
registrato un calo di oltre il 10% rispetto allo stesso periodo dello scorso
anno, che si somma alla "debacle" di maggio e giugno, quando le
presenze sono calate in media del 40%. Le regioni che più hanno pagato la crisi
e il maltempo di luglio sono state Calabria, Campania, Lazio e Puglia (-20%),
mentre hanno 'rettò di più Marche e Veneto (-5%).
Gli italiani -
spiega il Sib - vanno ormai in spiaggia solo nel fine settimana, cercando di
spendere il meno possibile. Unica speranza sono gli stranieri: "tedeschi,
inglesi, francesi, russi, polacchi, argentini e cinesi sono più numerosi
rispetto allo scorso anno" ma "si concentrano soprattutto nelle
regioni del nord Italia". "Quest’anno il nostro lavoro, di fatto, è
iniziato solo a partire dal mese di luglio - afferma Riccardo Borgo, Presidente
del Sib - A maggio e giugno, infatti, un pò dappertutto le avverse condizioni
atmosferiche e soprattutto le temperature quasi autunnali, ben al di sotto
delle medie stagionali, hanno 'convintò i turisti a non andare in spiaggia, le
presenze, infatti, sono calate mediamente del 40%. Se a questo aggiungiamo la
crisi economica che in sostanza ha obbligato 8 milioni di italiani a rinunciare
alle vacanze, ecco spiegate le difficoltà del turismo balneare italiano.
Speravamo che, come lo scorso anno, luglio segnasse una netta inversione di
tendenza. Purtroppo non è stato così e, malgrado le condizioni atmosferiche
buone per quasi tutto il mese, le differenze in meno rispetto allo scorso anno
rimangono significative".
Secondo il Sib, il
mare rimane la meta preferita di chi va in vacanza, (ancora oggi è scelto da
oltre il 60% dei turisti), ma sarà davvero difficile recuperare il pessimo
inizio di stagione. "A rimetterci non solo gli imprenditori balneari, ma
soprattutto i giovani universitari che in questo periodo scelgono di lavorare sulle
spiagge come camerieri, bagnini, aiutanti in cucina, parcheggiatori ecc.
soprattutto per pagarsi gli studi. Oltre 10.000 di loro quest’anno sono rimasti
casa per mancanza di offerta, ma anche gli altri lavoratori stagionali sono in
forte diminuzione, in molte realtà del Sud d’Italia, poi, il lavoro dei mesi
estivi costituisce l’unica fonte di reddito annuale per tante famiglie".
"Coloro che hanno scelto uno stabilimento balneare, poi - prosegue Borgo -
se è vero che non hanno rinunciato al lettino ed all’ombrellone, (grazie anche
ai prezzi invariati rispetto allo scorso anno), si sono portati tutto il resto
da casa, a partire dalla bottiglia d’acqua minerale fino allo spuntino per i
bambini da consumare dopo il bagno". Il fenomeno per cui nei week-end in
spiaggia si registra il maggior numero di presenze si va sempre di più
accentuando, mentre i clienti nei giorni feriali diminuiscono e ciò malgrado le
molteplici promozioni legate alle tariffe dei servizi di spiaggia: ombrellone
condiviso, 3 lettini al prezzo di 2, sconti fino al 50% dopo le ore 14.00, ecc.
"Non ci resta che confidare in agosto - conclude Borgo - in quanto
continua ad essere il mese preferito dagli italiani per le vacanze".
giovedì 01 agosto
2013 15:50
Estate, Coldiretti: Ad agosto a casa 2 italiani
su 3
Con sos caldo più
botteghe e mercati aperti in città
di com/rog - 02
agosto 2013 10:17
fonte ilVelino/AGV
NEWS
Oltre due italiani
su tre (67 per cento) staranno a casa nel mese di agosto durante il quale non
prevedono di trascorrere neanche un giorno di vacanza. E’ quanto emerge da una
analisi della Coldiretti su dati Ipr marketing dalla quale si evidenzia che nell’estate
2013 le città non si svuoteranno e il traffico sulle strade sarà piu’
contenuto. L’incertezza sul futuro e la pesante crisi economica – sottolinea la
Coldiretti - sono le principali ragioni delle mancate partenze degli italiani
che per la maggioranza si pongono l’obiettivo di risparmiare. I grandi esodi
vacanzieri come pure le città deserte sono dunque un ricordo del passato per
effetto di un crisi che – precisa la Coldiretti - ha modificato gli stili di
vita degli italiani. A cambiare è anche l’organizzazione estiva delle attività
nei centri urbani dove – continua la Coldiretti - è indispensabile garantire
alla popolazione rimasta un maggiore livello di servizi e di prodotti rispetto
al passato . Una necessità dettata anche dall’arrivo del grande caldo con il
pericolo di colpi di calore soprattutto per bambini e anziani che – sostiene la
Coldiretti - rappresentano la popolazione piu’ a rischio. La previsione per
quest’anno è comunque quella di una maggiore presenza di botteghe, negozi e
centri commerciali aperti durante il mese di agosto ai quali si aggiungono –
conclude la Coldiretti - i quasi 1200 mercati degli agricoltori di campagna
amica dove è possibile acquistare senza intermediazioni prodotti alimentari
freschi al giusto prezzo.
Canton Ticino, Svizzera. Un atto di giustizia
di Erminio Ferrari -
08/02/2013
La condanna di
Silvio Berlusconi è un atto di giustizia, pertanto opinabile e, nessuno si
confonda, soggetto allo “spirito del tempo”. Ma certamente “giusto”, nel senso
che per una volta almeno un procedimento a carico del politico di cui gli
ultimi vent’anni di storia italiana portano il marchio è giunto a termine,
senza che prescrizioni, depenalizzazioni, e altri interventi ad hoc ne
impedissero o ne inficiassero la conclusione.
Da questo punto di
vista, sì, si tratta di una sentenza storica. Non politica, come lamentano i
devoti a libro paga di Berlusconi (se non nel senso che tutto è “politica”) ma
certamente dagli effetti politici per ora incalcolabili. Che vanno ben oltre la
durata o il crollo del governo Letta – retto dall’insana alleanza Pd-Pdl – oltre
la rivolta parolaia della destra, i requiem intonati da Grillo e la
prevedibile, consueta confusione in cui precipiterà il Partito democratico.
La portata della
pronuncia della Cassazione (al di là del ricalcolo dell’interdizione dai
pubblici uffici, e in vista dei prossimi giudizi che lo attendono) chiude
infatti, e con ignominia, il tempo di Berlusconi ma non ne apre uno nuovo. Non
spetta peraltro ai giudici farlo. Il problema è semmai che la politica visibile
oggi non è all’altezza del compito che le compete; né la società sembra
esprimere organizzazione, capacità e argomenti che lascino immaginare un
riscatto in tempi brevi (la fasulla rigenerazione di Grillo e il vuoto
pneumatico di Matteo Renzi, sono più una coda del berlusconismo che un’alternativa).
Ci si può chiedere
perché si sia giunti sin qui. Come è stato possibile che la politica italiana
sia dipesa per così tanto tempo dalle sorti, persino quelle amorose (ma la
parola giusta sarebbe un’altra) di un uomo che degli italiani ha dato la rappresentazione
più grottesca. Come è stato possibile che si sia affermato a lungo il pensiero
ben espresso da una Stefania Craxi la quale in tutta serenità affermava che
“non si possono processare i leader vincenti”. Ce lo si deve chiedere.
Il punto è che un
cittadino – l’origine della cui enorme fortuna è ancora dubbia, la cui mancanza
di scrupoli nel corrompere giudici (attraverso un suo legale, tale Cesare
Previti, poi promosso a ministro) è documentata nelle sentenze, il cui
smisurato potere mediatico (televisivo in particolare) prese l’abbrivo grazie a
un colpo di mano dell’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi – il punto
è che questo cittadino ha fatto di questi comportamenti un modello, e per
difendersi dalle loro conseguenze giudiziarie si è proposto come politico.
Riuscendovi, in un
trionfo di consensi, di manipolazioni legislative e di inebetimento collettivo
(anche dei suoi oppositori, parrebbe). Con un’operazione magistrale ha plasmato
la destra più cialtrona d’Europa, imponendole la propria persona come esclusivo
collante ideologico.
Se oggi sono ancora
in molti a sostenere che un eletto da milioni di persone debba per questo
andare esente dal rendere conto alla giustizia, significa che l’effetto
dell’ipnosi dura ancora. E che, peggio, non c’è ancora chi sappia risvegliare
quel Paese dall’incantesimo.
Trst, oltrepadania est. Rovis (Pdl) chiede: «E
ora il Consiglio si esprima sul Tlt”
Su Trieste Libera e
la “questione” del Territorio libero di Trieste spunta un ordine del giorno che
porta la firma di Paolo Rovis (nella foto). «È un argomento sul quale credo
opportuno fare...
Su Trieste Libera e
la “questione” del Territorio libero di Trieste spunta un ordine del giorno che
porta la firma di Paolo Rovis (nella foto). «È un argomento sul quale credo
opportuno fare chiarezza discutendone in consiglio comunale», scrive il
consigliere comunale del Pdl su Twitter. Che infatti chiede di «organizzare un
seduta del consiglio dedicata apposta al tema. È un fenomeno - sostiene Rovis -
che per la quantità di popolazione che coinvolge e le possibili conseguenze si
può definire sociale e come tale non può venire ignorato dalla massima
assemblea elettiva cittadina». Assemblea che «viene disconosciuta dal movimento
così come altri enti ed istituzioni tra i quali lo stesso sindaco». Ora
l’ordine del giorno verrà discusso e votato in Consiglio lunedì 5 agosto.
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