venerdì 2 agosto 2013

II.VIII.MMXIII – Inebetimento italidiota, ed il siculo far sorridere i cammelli.===Perchè a Termini Imerese non facciamo una macchina del Mediterraneo, dove coloro che comprano sono anche quelli che producono e dove paesi come la Tunisia, la Libia e il Marocco comprano le macchine che loro stessi producono?---Oltre due italiani su tre (67 per cento) staranno a casa nel mese di agosto durante il quale non prevedono di trascorrere neanche un giorno di vacanza.

Taranto. Occupazione: grido di allarme, è bollino rosso per il terziario
Fiat Termini Imerese, Crocetta: "Fare auto del Mediterraneo"                                                    
Imprese siciliane al collasso 
Fiat: per Iribus proroga Cig per 1 anno tramonta ipotesi Lambretta
Calabria. Crolla il turismo a luglio, ombrelloni chiusi.
Estate, Coldiretti: Ad agosto a casa 2 italiani su 3
Canton Ticino, Svizzera. Un atto di giustizia
Trst, oltrepadania est. Rovis (Pdl) chiede: «E ora il Consiglio si esprima sul Tlt”

Taranto. Occupazione: grido di allarme, è bollino rosso per il terziario
Bollino rosso per l’occupazione in provincia di Taranto. I dati elaborati dai centri per l’impiego ed aggiornati al 30 giugno 2013, parlano di numeri sconfortanti. È di poco superiore al 50% infatti, la soglia degli occupati, mentre sono più di 112mila i disoccupati o inoccupati, quasi il 45% in tutta la provincia. A risentire maggiormente, i giovani tra i 26 e 35 anni e gli over 40.
 a lanciare l’allarme,Giovanni Prudenzano, presidente dell’ordine professionale dei consulenti del lavoro e Cosimo Latorre, presidente dell’ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili, che sulla base di questi indicatori, mostrano profonda preoccupazione per l’economia del territorio, ormai fortemente compromessa.
 «In un periodo storico in cui, a livello nazionale, cinquanta aziende al giorno chiudono e tanti dipendenti perdono il proprio posto di lavoro, c’è la necessità di fare progettualità per fronteggiare questo stato di crisi e c’è la volontà di intervenire per far ripartire il mercato del lavoro a Taranto. Ma per farlo, – ammonisce Latorre- serve fare rete. Ordini professionali, associazioni datoriali, le parti sociali, la politica seria e responsabile, gli imprenditori ed il sistema bancario devono mettersi a disposizione della comunità e fare sistema. Il nostro obiettivo è intanto quello di informare sui dati e sui numeri e già da subito intervenire senza sottovalutare il problema».
 A tal scopo la Confcommercio interviene a sostegno della categoria del terziario e sottoscrive con le sigle sindacali provinciali di Filcams-Cgil, Fisascat- Cisl e Uiltucs-Uil, un accordo per la detassazione degli straordinari.
 «Sulla scorta dell’accordo stipulato, bisogna avviare su questo territorio, fortemente penalizzato per tutti gli aspetti collegati all’occupazione, un percorso virtuoso che possa, cercare di dare respiro ai lavoratori delle imprese che stringono i denti e rimangono sul territorio», spiega Prudenzano.
 Partendo dalla circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali n.15 del 3 aprile 2013, si prevede la possibilità di assoggettare all’imposta sostitutiva del 10% le quote retributive corrisposte ai lavoratori dipendenti, in funzione di specifiche prestazioni lavorative diverse da quelle svolte negli orari applicati in azienda.
 Tra le tipologie che pertanto rientrano nel regime fiscale di vantaggio, le maggiorazioni corrisposte in particolari sistemi orari adottati in azienda quali, variazioni di turno, indennità di presenza o reperibilità, oppure compensi derivanti dalla gestione di orario aggiuntivo o turnazioni per lavoro domenicale, festivo o notturno. Oltre poi al compenso per straordinario e ferie eccedenti le giornate non godute e lavorate.
 «Attraverso questo accordo il messaggio che vogliamo far passare è che, in questo momento particolare, le imprese vanno sostenute. Ma è necessario stare insieme per dare il giusto sostegno affinché riparta l’economia e l’occupazione. – interviene il presidente di Confcommercio Leonardo Giangrande – I numeri della disoccupazione evidenziano una situazione drammatica e ritengo che il 2013 sarà l’anno più difficile se si considera che solo nei primi tre mesi il settore del commercio ha perso 158 imprese, quasi il doppio rispetto all’intero anno precedente, e ventuno aziende nel turismo. Per questo motivo- conclude- non possiamo non lanciare un grido d’allarme e chiedere agli interlocutori politici di collaborare con noi per pianificare questo territorio per il suo sviluppo. Altrimenti, a catena tutti ne pagheremo le conseguenze».

Fiat Termini Imerese, Crocetta: "Fare auto del Mediterraneo"                                                                                                                                            
PALERMO. «Lo stabilimento della Fiat di Termini Imerese è chiuso, ma è in ottime condizioni, è in grado di costruire automobili di ottimo livello. Perchè la Fiat non pensa di produrre e vendere nei paesi dei Medio Oriente? Perchè a Termini Imerese non facciamo una macchina del Mediterraneo, dove coloro che comprano sono anche quelli che producono e dove paesi come la Tunisia, la Libia e il Marocco comprano le macchine che loro stessi producono?». Lo ha detto il governatore della Sicilia Rosario Crocetta durante l'incontro tra i rappresentanti dei governi di Italia e Libia, in corso a Palazzo D'Orleans a Palermo, «Costruire la Democrazia: Le Sfide della Pubblica Amministrazione», al quale stanno partecipando il ministro del lavoro libico Muhammed Elfituri Ahmed Swelem e il ministro della Pubblica amministrazione e la Semplificazione, Gianpiero D'Alia.

Imprese siciliane al collasso
Helg: “Siamo ancora in piena crisi”
31 luglio 2013 - 14:39 - Economia
di Chiara Billitteri -
Dal “Report 2013” di Assoconfidi Sicilia, la cooperativa di garanzia per le imprese che richiedono accesso al credito, emerge un quadro ancora critico per le imprese siciliane.
In sostanza, “siamo ancora in piena crisi”, come ha detto il presidente di Confcommercio Sicilia Roberto Helg, e, come sottolineato anche dal segretario regionale della Cna Sicilia nonché presidente dell’Assoconfidi regionale Mario Filippello, una grossa fetta di responsabilità ce l’ha anche la Regione, colpevole di “non aver dato un euro nonostante per i Confidi una norma emanata nel 2011 metteva a disposizione 10 milioni di euro”.
E’ proprio grazie ai Confidi, infatti, che nel 2012 è stato possibile erogare circa 3 miliardi a 90 mila imprese siciliane, ma nonostante questo circa il 20 percento di quelle che hanno ottenuto il credito attraverso la garanzia dell’Assoconfidi ha avuto difficoltà o ritardi nella restituzione delle somme.
Inoltre, soltanto il 40 per cento delle imprese che hanno richiesto un prestito ha ottenuto l’intera somma richiesta. “Per questo – ha detto Filippello – ci aspettiamo un intervento deciso da parte della Regione, anche ricorrendo ai fondi strutturali, come prevede l’Ue stessa”.
Presente all’incontro anche il presidente della commissione Attività produttive all’Assemblea regionale, Bruno Marziano (PD), che reputa i Confidi “l’unica strada per liberare il mondo dell’artigianato dalle tenaglie del sistema bancario”. E infatti Marziano pensa ad una legge da presentare all’Ars che “estenda i compiti della Crias anche al settore delle pmi, e che consenta di trasportare le garanzie che vengono chieste agli artigiani sui consorzi fidi e non sulle garanzie reali. La Crias – ha proseguito il presidente della Quarta commissione del parlamento regionale – potrebbe finanziare così anche la quota non finanziata a tasso agevolato, con il tasso ordinario bancario con una sola istruttoria”.

Fiat: per Iribus proroga Cig per 1 anno tramonta ipotesi Lambretta
Roma | 01/08/2013
ROMA- E' stata prorogata di un anno la cassa integrazione per i lavoratori dell'Irisbus. Tramonta cosi' definitivamente l'eventualita' di produrre le lambrette nel sito campano. La proposta avanzata da Cottone, infatti, e' stata considerata dal governo "inadeguata" anche se sono all'esame del ministero dello sviluppo nuove ipotesi che non escludono, per Irisbus, soluzioni industriali all'interno del settore del trasporto. E' il segretario nazionale Fim, Ferdinando Uliano, a sintetizzare l'esito del tavolo di confronto con il ministero dello sviluppo economico, convocato oggi. Per facilitare i processi di reindustrializzazione percio' verra' predisposto un accordo di programma nel mese di settembre dove verranno fatte confluire le risorse finanziarie del Governo e quelle, gia' finanziate, della Regione. "Serve ora un percorso preciso e concreto che consenta di utilizzare proficuamente questo periododi tempo per trovare soluzioni industriali e occupazionali per l'area", dice ancora giudicano "positivo" il ricorso alla cigs con cui sono stati evitati i licenziamenti per circa 310 lavoratori che saranno in forza al 31 dicembre 2013, viste le disponibilita' di Fiat e le assicurazioni di Governo e Regione". 

Calabria. Crolla il turismo a luglio, ombrelloni chiusi.
Stabilimenti balneari segnano -20% in Calabria
I dati sono stati resi noti dal Sindacato Italiano Balneari (Fipe - Confcommercio). Nella media nazionale si è registrato un calo di oltre il 10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che si somma alla "debacle" di maggio e giugno, quando le presenze sono calate in media del 40%. Ma è la Calabria una delle regioni che più hanno pagato la crisi e il maltempo
CATANZARO  - Crollo dei turisti sulle spiagge italiane a luglio: secondo il Sindacato Italiano Balneari (Fipe - Confcommercio) si è registrato un calo di oltre il 10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che si somma alla "debacle" di maggio e giugno, quando le presenze sono calate in media del 40%. Le regioni che più hanno pagato la crisi e il maltempo di luglio sono state Calabria, Campania, Lazio e Puglia (-20%), mentre hanno 'rettò di più Marche e Veneto (-5%). 
Gli italiani - spiega il Sib - vanno ormai in spiaggia solo nel fine settimana, cercando di spendere il meno possibile. Unica speranza sono gli stranieri: "tedeschi, inglesi, francesi, russi, polacchi, argentini e cinesi sono più numerosi rispetto allo scorso anno" ma "si concentrano soprattutto nelle regioni del nord Italia". "Quest’anno il nostro lavoro, di fatto, è iniziato solo a partire dal mese di luglio - afferma Riccardo Borgo, Presidente del Sib - A maggio e giugno, infatti, un pò dappertutto le avverse condizioni atmosferiche e soprattutto le temperature quasi autunnali, ben al di sotto delle medie stagionali, hanno 'convintò i turisti a non andare in spiaggia, le presenze, infatti, sono calate mediamente del 40%. Se a questo aggiungiamo la crisi economica che in sostanza ha obbligato 8 milioni di italiani a rinunciare alle vacanze, ecco spiegate le difficoltà del turismo balneare italiano. Speravamo che, come lo scorso anno, luglio segnasse una netta inversione di tendenza. Purtroppo non è stato così e, malgrado le condizioni atmosferiche buone per quasi tutto il mese, le differenze in meno rispetto allo scorso anno rimangono significative".
Secondo il Sib, il mare rimane la meta preferita di chi va in vacanza, (ancora oggi è scelto da oltre il 60% dei turisti), ma sarà davvero difficile recuperare il pessimo inizio di stagione. "A rimetterci non solo gli imprenditori balneari, ma soprattutto i giovani universitari che in questo periodo scelgono di lavorare sulle spiagge come camerieri, bagnini, aiutanti in cucina, parcheggiatori ecc. soprattutto per pagarsi gli studi. Oltre 10.000 di loro quest’anno sono rimasti casa per mancanza di offerta, ma anche gli altri lavoratori stagionali sono in forte diminuzione, in molte realtà del Sud d’Italia, poi, il lavoro dei mesi estivi costituisce l’unica fonte di reddito annuale per tante famiglie". "Coloro che hanno scelto uno stabilimento balneare, poi - prosegue Borgo - se è vero che non hanno rinunciato al lettino ed all’ombrellone, (grazie anche ai prezzi invariati rispetto allo scorso anno), si sono portati tutto il resto da casa, a partire dalla bottiglia d’acqua minerale fino allo spuntino per i bambini da consumare dopo il bagno". Il fenomeno per cui nei week-end in spiaggia si registra il maggior numero di presenze si va sempre di più accentuando, mentre i clienti nei giorni feriali diminuiscono e ciò malgrado le molteplici promozioni legate alle tariffe dei servizi di spiaggia: ombrellone condiviso, 3 lettini al prezzo di 2, sconti fino al 50% dopo le ore 14.00, ecc. "Non ci resta che confidare in agosto - conclude Borgo - in quanto continua ad essere il mese preferito dagli italiani per le vacanze".
giovedì 01 agosto 2013 15:50

Estate, Coldiretti: Ad agosto a casa 2 italiani su 3
Con sos caldo più botteghe e mercati aperti in città
di com/rog - 02 agosto 2013 10:17
fonte ilVelino/AGV NEWS
Oltre due italiani su tre (67 per cento) staranno a casa nel mese di agosto durante il quale non prevedono di trascorrere neanche un giorno di vacanza. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Ipr marketing dalla quale si evidenzia che nell’estate 2013 le città non si svuoteranno e il traffico sulle strade sarà piu’ contenuto. L’incertezza sul futuro e la pesante crisi economica – sottolinea la Coldiretti - sono le principali ragioni delle mancate partenze degli italiani che per la maggioranza si pongono l’obiettivo di risparmiare. I grandi esodi vacanzieri come pure le città deserte sono dunque un ricordo del passato per effetto di un crisi che – precisa la Coldiretti - ha modificato gli stili di vita degli italiani. A cambiare è anche l’organizzazione estiva delle attività nei centri urbani dove – continua la Coldiretti - è indispensabile garantire alla popolazione rimasta un maggiore livello di servizi e di prodotti rispetto al passato . Una necessità dettata anche dall’arrivo del grande caldo con il pericolo di colpi di calore soprattutto per bambini e anziani che – sostiene la Coldiretti - rappresentano la popolazione piu’ a rischio. La previsione per quest’anno è comunque quella di una maggiore presenza di botteghe, negozi e centri commerciali aperti durante il mese di agosto ai quali si aggiungono – conclude la Coldiretti - i quasi 1200 mercati degli agricoltori di campagna amica dove è possibile acquistare senza intermediazioni prodotti alimentari freschi al giusto prezzo.

Canton Ticino, Svizzera. Un atto di giustizia
di Erminio Ferrari - 08/02/2013
La condanna di Silvio Berlusconi è un atto di giustizia, pertanto opinabile e, nessuno si confonda, soggetto allo “spirito del tempo”. Ma certamente “giusto”, nel senso che per una volta almeno un procedimento a carico del politico di cui gli ultimi vent’anni di storia italiana portano il marchio è giunto a termine, senza che prescrizioni, depenalizzazioni, e altri interventi ad hoc ne impedissero o ne inficiassero la conclusione.
Da questo punto di vista, sì, si tratta di una sentenza storica. Non politica, come lamentano i devoti a libro paga di Berlusconi (se non nel senso che tutto è “politica”) ma certamente dagli effetti politici per ora incalcolabili. Che vanno ben oltre la durata o il crollo del governo Letta – retto dall’insana alleanza Pd-Pdl – oltre la rivolta parolaia della destra, i requiem intonati da Grillo e la prevedibile, consueta confusione in cui precipiterà il Partito democratico.
La portata della pronuncia della Cassazione (al di là del ricalcolo dell’interdizione dai pubblici uffici, e in vista dei prossimi giudizi che lo attendono) chiude infatti, e con ignominia, il tempo di Berlusconi ma non ne apre uno nuovo. Non spetta peraltro ai giudici farlo. Il problema è semmai che la politica visibile oggi non è all’altezza del compito che le compete; né la società sembra esprimere organizzazione, capacità e argomenti che lascino immaginare un riscatto in tempi brevi (la fasulla rigenerazione di Grillo e il vuoto pneumatico di Matteo Renzi, sono più una coda del berlusconismo che un’alternativa).
Ci si può chiedere perché si sia giunti sin qui. Come è stato possibile che la politica italiana sia dipesa per così tanto tempo dalle sorti, persino quelle amorose (ma la parola giusta sarebbe un’altra) di un uomo che degli italiani ha dato la rappresentazione più grottesca. Come è stato possibile che si sia affermato a lungo il pensiero ben espresso da una Stefania Craxi la quale in tutta serenità affermava che “non si possono processare i leader vincenti”. Ce lo si deve chiedere.
Il punto è che un cittadino – l’origine della cui enorme fortuna è ancora dubbia, la cui mancanza di scrupoli nel corrompere giudici (attraverso un suo legale, tale Cesare Previti, poi promosso a ministro) è documentata nelle sentenze, il cui smisurato potere mediatico (televisivo in particolare) prese l’abbrivo grazie a un colpo di mano dell’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi – il punto è che questo cittadino ha fatto di questi comportamenti un modello, e per difendersi dalle loro conseguenze giudiziarie si è proposto come politico.
Riuscendovi, in un trionfo di consensi, di manipolazioni legislative e di inebetimento collettivo (anche dei suoi oppositori, parrebbe). Con un’operazione magistrale ha plasmato la destra più cialtrona d’Europa, imponendole la propria persona come esclusivo collante ideologico.
Se oggi sono ancora in molti a sostenere che un eletto da milioni di persone debba per questo andare esente dal rendere conto alla giustizia, significa che l’effetto dell’ipnosi dura ancora. E che, peggio, non c’è ancora chi sappia risvegliare quel Paese dall’incantesimo.

Trst, oltrepadania est. Rovis (Pdl) chiede: «E ora il Consiglio si esprima sul Tlt”
Su Trieste Libera e la “questione” del Territorio libero di Trieste spunta un ordine del giorno che porta la firma di Paolo Rovis (nella foto). «È un argomento sul quale credo opportuno fare...                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          
Su Trieste Libera e la “questione” del Territorio libero di Trieste spunta un ordine del giorno che porta la firma di Paolo Rovis (nella foto). «È un argomento sul quale credo opportuno fare chiarezza discutendone in consiglio comunale», scrive il consigliere comunale del Pdl su Twitter. Che infatti chiede di «organizzare un seduta del consiglio dedicata apposta al tema. È un fenomeno - sostiene Rovis - che per la quantità di popolazione che coinvolge e le possibili conseguenze si può definire sociale e come tale non può venire ignorato dalla massima assemblea elettiva cittadina». Assemblea che «viene disconosciuta dal movimento così come altri enti ed istituzioni tra i quali lo stesso sindaco». Ora l’ordine del giorno verrà discusso e votato in Consiglio lunedì 5 agosto.


Nessun commento: