domenica 26 dicembre 2010

Il vento giusto

Sì al federalismo, ma con un percorso perequativo
di Antonella Folgheretti - 26 dicembre 2010 - 
Lavorare per costruire un percorso perequativo che, a costi standard e al netto di sprechi ed inefficienze, metta tutti i cittadini in condizione di essere uguali.


È la ricetta sul federalismo dell’assessore all’Economia della Regione siciliana Gaetano Armao. Blogsicilia lo ha intervistato sull’argomento, per spiegare agli utenti i punti salienti del federalismo in chiave siciliana.
Assessore Armao, il federalismo, così com’è, danneggia il Sud?
Il federalismo come ce lo aveva consegnato il governo Berlusconi era pericolosissimo per la Sicilia, perchè tagliava, sostanzialmente, tutti i margini di autonomia della Regione, eliminava implicitamente le prerogative che lo Statuto assegna all’Isola e la trasformava in una propaggine di un’Italia che vuol dividere i cittadini in quelli di serie A e quelli di serie B. La lotta che ha posto in essere il governo regionale, con l’appoggio dell’Ars, è riuscita ad arginare il progetto. E, dopo un confronto durato mesi, il governo nazionale ha dovuto riconoscere alle regioni a Statuto speciale la loro autonomia. Questo vuol dire partire per il federalismo fiscale non dalla legge attuativa, che comprime il Mezzogiorno, ma dal nostro Statuto, che consente di rivendicare che tutte le ricchezze prodotte in Sicilia affluiscano nelle casse della Sicilia stessa.
Quali sono gli errori più evidenti del federalismo italiano?
Il federalismo come lo si vuole impostare non tiene conto del divario fra Nord e Sud. Noi stiamo applicando il federalismo nell’area d’Europa dove maggiore è la divaricazione sociale. Ebbene, realizzare il federalismo in tali condizioni impone i cosiddetti meccanismi perequativi per non allontanare ancora di più il nord e il sud del Paese. Le perequazioni sono di due tipi: fiscale e infrastrutturale. Le aree più deboli debbono essere messe in grado di recuperare il gap che le opprime. Ma su questo punto, è strano che molti politici del Sud fanno finta di niente perchè hanno qualcuno cui devono molto. Prima di tutto, però, dovrebbero essere in contrasto con un federalismo che vuole lasciare il Mezzogiorno sempre più debole. Il Piano per il Sud, ad esempio, non solo le risorse le diminuisce, ma con esso, addirittura, lo Stato scarica alcune politiche nazionali sui Fas.
Quali sono le correzioni inecessarie?
Partono da una considerazione dei livelli differenziati dei servizi che ci sono nel nostro Paese. La Sicilia, con il proprio Statuto, ha introdotto il federalismo per la prima volta nel dibattito di questo Paese. Ma lo Stato ci ha negato l’applicazione di quello Statuto. Occorre dare ora attuazione all’articolo 37, che prevede che il gettito delle aziende che producono in Sicilia rimanga nellIsola. Per non parlare delle accise, ovvero il preliveo fiscale applicato alla raffinazione (pari a 9 miliardi di euro), che consertirebbe di abbattere l’Irap e l’Irpef.


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