giovedì 30 dicembre 2010

Un imperatore romano in agonia

Articolo di Personaggi d'Italia, pubblicato lunedì 13 dicembre 2010 in Germania.
[Articolo originale ""Ein römischer Imperator in seinen letzten Zügen"" di Joachim Frank, Martin Scholz]
[Berliner Zeitung]

E comunque un caso esemplare per altri stati
Quasi nessun altro intellettuale italiano negli anni passati è stato così energicamente contro Silvio Berlusconi come Umberto Eco. Giovedì il parlamento porrà la fiducia al discusso primo ministro: nel caso di sconfitta dovrà lasciare la carica. Parliamo con Umberto Eco di populismo mediatico, menzogne in politica e del pericolo del sistema Berlusconi per il resto del mondo.


Signor Eco, una volta, in un libro, ha reso merito al significato culturale delle liste. Diceva di vederci il tentativo di cogliere l’incomprensibile. Se dovesse formare una lista con le caratteristiche di Berlusconi, cosa troveremmo?

Non mi dovrei sforzare molto. Berlusconi è in un certo qual senso la sua lista in carne ed ossa, basta elencare ciò che lui ha sempre detto, i passi falsi che si è permesso di fare, e la lista è lunga. Ma sparare su Berlusconi è un po’ come sparare sulla croce rossa.

Come scusi?

Mi conceda una piccola provocazione. Noi tutti sappiamo che è pericoloso. Ma è fin troppo facile criticarlo. Ogni giorno si permette un passo falso.

Domani, 14 Dicembre, il parlamento italiano porrà la fiducia a Berlusconi. Potrebbe annunciare la fine del suo governo. Cosa si aspetta?

Per quello che conosco Berlusconi non sarà facile allontanarlo dalla scena politica, in ogni caso non prima che abbia fatto fuori almeno altri dieci funzionari intorno a lui. Al momento mi ricorda un imperatore romano pronto a incendiare Roma. Berlusconi è qualcuno che non riesce a immaginarsi di aver perso. Ha lo stesso atteggiamento di un regnante, non di uno democratico. Anche se io, adesso, non appartengo a quegli avversari che gli rinfacciano di continuo di aver riportato il fascisimo in Italia. Non l’ha fatto. Non ha mica sbattutto l’opposizione in carcere. Ha invece introdotto una nuova forma di populismo mediatico, che potrebbe diventare una forma di democrazia non-rappresentativa.

Cosa intende dire esattamente?

Il governo viene scelto dal popolo, ma non c’è più un parlamento che possa controllare il governo. Berlusconi non è mai riuscito ad accettare la divisione dei poteri. Ha lottato sempre strenuamente contro la magistratura e il parlamento.

Nel resto d’Europa ci si chiede da anni come abbia fatto a cavarsela. E com’è possibile che gli italiani lo abbiano seguito per così tanto tempo?

Perché gli italiani hanno seguito Mussolini e i tedeschi Hitler? In certi periodi i paesi possono ammalarsi a tal punto. Molti italiani ammirano Berlusconi perché, per esempio, mette in mostra ciò che ogni maschio italiano vorrebbe fare: scopare le donne e non pagare le tasse. Berlusconi rappresenta il loro sogno più selvaggio.

Il giornale inglese Guardian si è preso recentemente la briga di elencare di nuovo tutti gli scandali di Berlusconi: corruzione di avvocati, sesso con teenager, fino ai presunti affari con la mafia. Per qualsiasi altro capo di stato europeo, uno solo di questi reati sarebbe bastato a farlo allontanare dal suo incarico. Berlusconi non solo non è stato scalfito da questi scandali, ma ne ha forse guadagnato in popolarità. Ogni tanto non dubita dei suoi connazionali?

Constato come prima cosa che Berlusconi continua ad interessare enormemente soprattutto i giornalisti di altri paesi come lei. Credo che ciò non abbia a che fare solo con le preoccupazioni per l’Italia, ma con la paura che un politico di tale stampo possa un giorno minacciare anche voi.

Non starà esagerando un po’?

Per niente. Berlusconi dimostra come potrebbero apparire i governi nei prossimi 20 anni. Il modo in cui ha sviluppato questa nuova forma di guida dello stato democratico-popolare si potrebbe chiamare avanguardia. Tutto ciò ha direttamente a che fare con il tramonto della democrazia rappresentativa. Dibattiti e udienze, come se fosse scontato, si tengono per prima in tv e solo dopo in Parlamento e nelle aule dei tribunali. Anche qui Berlusconi dimostra tutto il suo disprezzo nei confronti della magistratura e del potere legislativo. Questa forma di nuovo populismo che funziona grazie ai mezzi mediatici e all’infuenza esercitata sulle masse e che spinge ai margini gli strumenti della democrazia rappresentativa diventerà probabilmente presto normale anche in altri paesi.

Uno scenario raccapricciante che fa paura.

Berlusconi ricorda un po’ Napoleone III. Dopo essere diventato presidente della seconda repubblica francese ha esteso il diritto di voto alle zone rurali. Questo perché sapeva che gli abitanti di quelle zone non sapevano niente di politica e si fidavano dei consigli dei preti che, a loro volta, gli erano fedeli. Grazie proprio all’aiuto di queste masse popolari venne nominato imperatore. Organizzò un referendum sulla nuova costituzione, che gli diede il potere dittatoriale. Quindi utilizzò mezzi democratici per diventare dittatore, un po’ come fece anche Hitler. Pero’ Napoleone III lo fece prima di lui. Berlusconi intanto sta diventando un simbolo di come si arriva al potere con questi metodi e si governa.

Non crede che il voto di fiducia possa arrestare la sua inarrestabile ascesa?

Non e’ questo il punto. Berlusconi potrebbe morire domani, ma il sistema Berlusconi va oltre i confini italiani. Il prossimo Berlusconi potrebbe essere Murdoch o chi per esso. Ma non sono un profeta io, perciò, per il momento, mi occupo del Berlusconi reale.

Nonostante i parallelismi storici, il sistema Berlusconi si spiega soprattutto attraverso un cambio nella comunicazione politica, o sbaglio?

Sì, il processo di comunicazione che incorpora in sé contenuto politico e, quindi, un significato particolare è cambiato. Tutto ha avuto inizio dalla campagna elettorale negli anni ’60 tra Kennedy e Nixon. Kennedy ha vinto, perché aveva l’aspetto migliore, mentre Nixon duranti i confronti televisivi se la cavava male perché non si rasava. Fino a quel momento i capi di stato erano figure piuttosto astratte che si conoscevano principalmente in foto. Nixon più tardi diventò presidente, ma venne scalzato perché mentì. Clinton ebbe rapporti di sesso orale con una stagista, mentì, ma restò comunque al potere. Tra Nixon e Clinton c’e’ meno di una generazione: 50 anni prima una bugia in campo politico era uno scandalo non tollerabile. Avere rapporti sessuali con una stagista ai tempi di Nixon era intollerabile, i media lo avrebbero danneggiato. Oggi funziona all’inverso: tutte queste ragazze diventate famose per aver dormito con Berlusconi si fanno intervistare e fotografare come vanno in discoteca. Questa forma di pubblicità è diventata un valore a sé e una comparsa pubblica del genere diventa auspicabile. Il prossimo Berlusconi potrebbe dunque essere anche peggiore, ma la gente lo accetterebbe comunque. Qualcosa è profondamente cambiato nella nostra società. Ce ne accorgiamo anche al di fuori dell’ambito politico.

Potrebbe concretizzare questa affermazione?

In Italia poco fa e’ stato arrestato un pezzo grosso della camorra. In foto e in tv appare sorridente: era evidentemente felice, perché era in tv e malgrado gli spetti un ergastolo a vita.

Suona un po’ moralista. La società ha bisogno di un rinnovamento morale?

Sì. Il nostro sistema di valori è cambiato radicalmente. Abbiamo bisogno di uno shock, qualcosa che ci obblighi a dire: ma siamo diventati pazzi?

Ora parla come la chiesa che, per convincere la gente a cambiare vita, la minaccia utilizzando i temi del diavolo e della morte.

Non ho parlato di diavolo, ma di uno shock. C’è una differenza. Fenomeni come tsunami o inondazioni hanno solo effetti transitori: alcuni pensano un po’ di più all’ecologia. Ci fanno dire: saremmo veramente pazzi a continuare come prima.

La crisi finanziaria fu anche uno shock, che pero’ non è durato a lungo. Intanto a Wall Street e in altre borse è tornato il principio del “business as usual”.

Ci sono stati anche shock che hanno scatenato risentimenti come la guerra al terrore che si è scatenata dopo l’11 settembre. Non sto dicendo che qualsiasi shock sia giusto. Non mi chieda, la prego, di mettere ordine nel mondo. Mi ha continuato a chiedere come possa essere successo in Italia quel che è successo. In una società mediatica come la nostra, ci sono tendenze che possono portare al fenomeno Berlusconi. Se sapessi come impedirlo, diventerei presidente degli Stati Uniti d’America.

Anni fa ha detto che lascierebbe l’Italia, nel caso Berlusconi fosse rimasto al potere. Ci ha ripensato?

Potrei senz’altro emigrare. Ho un appartamento a Parigi, ma sarebbe troppo facile. Voglio restare qui, capire cosa succede.

Ha ripetutamente scritto saggi e pamphlet su Berlusconi. Le spiace che il suo paese sia diviso?

Certo che lo sono. Non sono contento della situazione in Italia anche se non mi riguarda più così tanto personalmente, essendo troppo vecchio. Ma per i miei figli e nipoti mi auguro altro. Sa una cosa: Lei deve sapere che io sono nato sotto il fascismo, e mi auguro di non morire sotto Berlusconi.
 

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