venerdì 25 febbraio 2011

Federali del Mattino. La percentuale di successo per gli esami di bi- e trilinguismo nel corso del 2010 è aumentata, rispetto al 2009, per le carriere A e D, mentre per le tipologie B e C ha subito una flessione. Le sue terribili parole non si fermano a questo. Don Gallo specula politicamente ed economicante su dei disperati. Mi sono chiesto anche cosa pensa Rea. Festeggiamo due volte. Ciao Gino. 25 febbraio 2011.

Sezione Forza Oltre padania:
Bozen. Bilinguismo: in Alto Adige crollano i promossi per il patentino B e C.
Bozen. Unità d'Italia: a Bolzano il Pd festeggia anche l'autonomia.
Trento. La Provincia aiuta tutti i tipi di famiglia.

Sezione padana:
Nord est. Il Nordest si candida a capitale europea 2019.
Milano. Berlusconi: «Avrei voluto fare il carabiniere».
Modena. Il Comune paga 3 milioni per le consulenze esterne «Ma le stiamo tagliando».
Veneto. Veneto: persi in due anni 61 mila posti di lavoro.
Genova.  Rixi (Lega): «Don Gallo specula sui disperati»

Sezione lo scirocco debilita:
Roma. Deputato Pd: offerti soldi per passare ai "Responsabili".
Palermo. I treni più lenti d'Italia? Quelli che passano per Palermo.
Reggio Calabria. Il vento della democrazia e l’indifferenza europea.
Bozen. Bilinguismo: in Alto Adige crollano i promossi per il patentino B e C. BOLZANO. La percentuale di successo per gli esami di bi- e trilinguismo nel corso del 2010 è aumentata, rispetto al 2009, per le carriere A e D, mentre per le tipologie B e C ha subito una flessione.
Lo dice l'istituto statistico Astat. La percentuale di successo per la carriera A è stata pari al 53,6%, per la carriera B pari al 21,1%.
La carriera C nel 2010 ha registrato una percentuale di successo pari al 34,3% e la D pari al 78,1%. Analizzando i valori a partire dal 1999 risulta che il valore fatto registrare nell'ultimo anno per le carriere B e C è il più basso dell'intero periodo.
Bozen. Unità d'Italia: a Bolzano il Pd festeggia anche l'autonomia. BOLZANO. Se il governatore Luis Durnwalder non prende parte alle celebrazioni per l'Unita' d'Italia, lo fa invece il vice-presidente Christian Tommasini, ricordando - assieme al suo partito, il Pd - anche l'autonomia speciale. ''150 d'Unità d'Italia - 40 anni di Autonomia provinciale: festeggiamo due volte'', è il tema dell'iniziativa, promossa, oltre che da Tommasini, anche dal segretario Antonio Frena e dall'assessore altoatesino Roberto Bizzo.
Trento. La Provincia aiuta tutti i tipi di famiglia. 24/02/2011 14:59. TRENTO - Con il voto finale previsto di oggi il consiglio provinciale ha approverato, dopo anni di tentativi abortiti, una legge che sostiene la famiglia e - per l'appunto - la natalità. Si tratta di un testo che fonde insieme diversi disegni di legge della maggioranza (giunta, Pd e Patt) ma anche del Pdl, che lo ha condiviso dopo una mediazione con l'assessore Ugo Rossi e un confronto durato otto mesi nella quarta commissione presieduta da Mattia Civico (Pd) con il coinvolgimento delle associazioni delle famiglie e del terzo settore durato otto mesi. Una sintesi che è stata possibile dopo la rinuncia - a destra come a sinistra - alle affermazioni più ideologiche.
Non c'è un solo modello di famiglia.
La legge prevede un coordinamento delle politiche in favore della famiglia e l'introduzione di nuovi interventi di sostegno dei progetti di vita delle famiglie e cioè delle famiglie in formazione, attraverso i prestiti d'onore, la concessione di un contributo per il primo anno di vita del bambino, gli interventi a favore delle famiglie numerose. Si rinuncia a dare una definizione di famiglia, limitandosi a richiamare quanto previsto dalla Costituzione, mentre si precisa che hanno diritto ai sostegni economici previsti dalla legge «nubendi, giovani coppie, famiglie numerose e comunque di nuclei familiari nei quali siano presenti uno o più figli minori». In sostanza, non si va a sindacare se una famiglia è composta da due adulti di sesso diverso e uno o più bambini oppure due adulti anche dello stesso sesso.
Sostegni economici.
I sostegni economici (a bilancio 5 milioni nel 2011 e annunciati 16 milioni dal 2012) riguardano la concessione di prestiti da parte della Provincia «di importo non inferiore a 1.000 euro»; la concessione di un contributo mensile per il genitore che si astiene temporaneamente dall'attività lavorativa per dedicarsi alla cura del figlio nel suo primo anno di vita; il sostegno delle famiglie numerose. Infine si prevede di accorpare in un unico assegno familiare i diversi interventi oggi erogati dalla Provincia.
Famiglie numerose: bastano tre figli.
Particolari agevolazioni saranno previste per le famiglie numerose, che in Trentino vengono definite quelle con almeno tre figli (a livello nazionale sono quattro). Le agevolazioni riguarderanno i servizi di mensa scolastica e trasporto scolastico, costi per l'educazione dei figli, spese mediche e la Provincia potrà prevedere anche un «ticket sanitario familiare». Si conta, per avere alcune agevolazioni, anche il nascituro non solo i figli già nati.
Nord est. Il Nordest si candida a capitale europea 2019. Parte da Bolzano la fase operativa, capofila è Venezia. BOLZANO - E' partita da Bolzano la candidatura del Nordest a Capitale europea della cultura 2019. E' stato dato il via formale al Comitato fondatore, composto dalle Province autonome di Bolzano e di Trento, le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, la Provincia di Venezia e il Comune di Venezia, capofila dell'operazione.
L'iniziativa intende valorizzare la ricchezza, la diversita' e le caratteristiche comuni delle culture europee e contribuire a migliorare la comprensione tra i cittadini. In base alla rotazione annuale tra Stati decisa dall'Unione, nel 2019 la Capitale europea spettera' all'Italia e il Nordest si candida per conquistare la nomina, forte di un bacino di 7 milioni di abitanti, di una capofila come Venezia e, tra le sue peculiarita', di una terra plurilingue come la Provincia di Bolzano.
La Capitale europea dovra' organizzare lungo tutto il 2019 un programma di manifestazioni culturali per promuovere il patrimonio esistente e favorire cooperazioni durature in ambito culturale.
''Questa sfida - ha detto il vice-presidente altoatesino Christian Tommasini - e' un'opportunita' di crescita attraverso gli investimenti nella cultura con l'impegno ad aumentare la partecipazione dei cittadini agli eventi culturali, perche' la cultura crea benessere sociale ed economico''.
Oltre a Tommasini, hanno sottoscritto l'atto il vice-presidente Marino Zorzato (Veneto), gli assessori Elio De Anna (Friuli), Lia Giovanazzi Beltrami (Trentino), Pier Francesco Ghetti (Comune di Venezia) e Raffaele Speranzon (Provincia di Venezia.)
Milano. Berlusconi: «Avrei voluto fare il carabiniere». Il presidente ai cadetti della Scuola ufficiali: «Avete fatto una scelta giusta e uscirete come donne e uomini veri» MILANO - «Vi faccio gli auguri più sinceri» per il vostro futuro, auguri «di un padre e di un nonno che se non avesse fatto ciò che ha fatto gli sarebbe piaciuto fare il carabiniere». Con queste parole il premier Silvio Berlusconi si è rivolto ai cadetti della Scuola ufficiali dei carabinieri durante il discorso che il presidente del Consiglio ha tenuto in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico in corso.
I SONDAGGI - Nel suo intervento, Berlusconi ha citato i sondaggi in base ai quali l'Arma «è sempre indiscutibilmente e con grande distacco in testa nel gradimento dei cittadini». I carabinieri, ha aggiunto, lavorano per «la tutela della serena vita civile» dentro e fuori l'Italia. Il premier ha riferito di sentirsi «sempre pieno di orgoglio quando si parla di Afghanistan o di altri paesi dove si sono aperte delle piaghe» che i carabinieri cercano di ricucire, sottolineando che tutti rendono «omaggio» al lavoro dell'Arma. Poi, rivolgendosi agli allievi carabinieri, Berlusconi ha aggiunto: «Voi ragazze e ragazzi siete giustamente orgogliosi e avete fatto una scelta giusta e uscirete come donne e uomini veri». E anche nel caso in cui, ha aggiunto, la vostra carriera non dovesse concludersi nell'Arma grazie a questa esperienza avrete «una vita colma di successi». Poco prima Berlusconi aveva sottolineato come nel suo passato da imprenditore, durante i colloqui per l'assunzione di personale, «quando nel curriculum vedevo un nonno o un papà carabiniere non leggevo oltre e davo il mio benestare». (fonte: Ansa)
Modena. Il Comune paga 3 milioni per le consulenze esterne «Ma le stiamo tagliando». Al 14 febbraio, risultano 631 gli incarichi affidati dal Comune a personale esterno, trasmessi e registrati all'Anagrafe delle prestazioni. Servizi nei quali l'amministrazione è dovuta ricorrere - per scelta o necessità - a prestazioni di personale non dipendente. MODENA. Consulenze e collaborazioni esterne: al 14 febbraio, risultano 631 gli incarichi affidati dal Comune a personale esterno, trasmessi e registrati all'Anagrafe delle prestazioni. Servizi nei quali l'amministrazione è dovuta ricorrere - per scelta o necessità - a prestazioni di personale non dipendente. I dati sono resi noti dal Ministero per la pubblica amministrazione, nell'ambito dell'Operazione trasparenza avviata nel 2008 dal ministro Renato Brunetta. La spesa delle esternalizzazioni sarà discussa oggi in Consiglio, in occasione della presentazione del bilancio.
Più di 200 consulenze esterne del settore cultura, una sessantina quelle legate alle politiche sociali, una ventina rispettivamente per i servizi di traffico, per quelli di urbanizzazione, per la gestione del personale: nella giungla delle oltre 600 consulenze esterne trasmesse dall'amministrazione all'Anagrafe delle prestazioni, si va da incarichi retribuiti con poche centinaia di euro ad altri affidati per centinaia di migliaia di euro. Alcuni risalgono al 2006, la maggior parte riguarda l'ultimo triennio e si estende su lassi di tempo variabili. Contratti di un giorno o di diversi mesi.
Spulciando tra i dati ministeriali, si scopre che negli enti pubblici della regione sono stati assegnati incarichi esterni per 231.400.733 euro (di cui 83.318.784 euro già erogati): numeri e cifre che, secondo il Ministero, saranno destinati ad aumentare fino al 30 giugno (termine ultimo per le comunicazioni del secondo semestre 2010) ma che, per quanto riguarda spese e consulenze del modenesi, saranno invece destinate a diminuire. Almeno stando a quanto afferma l'assessore al bilancio Alvaro Colombo: «Nell'ultimo assestamento, le spese legate alle consulenze esterne ammontavano a 2 milioni e 800 mila euro. Tra il 2010 e il 2011 ci sarà un calo complessivo di 700 mila euro». Una mannaia di tagli e risparmi nei conti del Comune che, sempre secondo Colombo, è iniziata già nel recente passato, quando «la riduzione della spesa per le consulenze è scesa di 600 mila euro»: «É prevista anche una riduzione per le spese del personale di 1 milione e 300 mila euro».
Ma sono tutte consulenze indispensabili? Il Comune non dispone nel proprio organico di personale al quale internalizzare gli incarichi oggi affidati ad esterni? Tra i dati diffusi, spicca una consulenza per "Attività di ricerca e rilevazione della soddisfazione dell'utenza": il Comune di Modena spende dal primo ottobre 2009 al 31 dicembre 2011 una cifra pari a circa 130 mila euro per sapere se i cittadini siano o meno soddisfatti dei servizi comunali. Ma non è l'unica spesa "milionaria": altri incarichi onerosi sono stati assegnati, ad esempio, per progettazioni urbanistico-edilizie.
«Bisogna distinguere tra consulenze temporanee, specialistiche e collaborazioni coordinate e continuative», fanno sapere dalla direzione generale di piazza Grande. Nel calderone del Ministero, infatti, sarebbero finite anche quelle collaborazioni, «come le docenze nelle scuole, che non rappresentano vere consulenze». Quanto al servizio di rilevazione della soddisfazione dell'utenza, da piazza Grande sottolineano che «questo tipo di attività è previsto espressamente dalla riforma Brunetta e da altre circolari ministeriali già dal 2002, secondo le quali i Comuni devono misurare le loro "perfomance". Una spesa troppo elevata? É legata al fatto che il nostro servizio è molto professionale e accurato: più di cento ricerche che hanno testimoniato un buon gradimento nei servizi da parte dei cittadini».
«Stiamo riducendo le esternalizzazioni e valorizzando al massimo le risorse interne all'ente - conclude Colombo - Ci sono consulenze legate a interventi complessi però che non possono essere eseguiti da personale comunale. L'ideale, su cui stiamo lavorando, è trovare un giusto equilibrio tra lavoro dipendente ed esternalizzazione».
Veneto. Veneto: persi in due anni 61 mila posti di lavoro. I DATI DEFINITIVI. C'è stato un aumento di nuovi contratti, soprattutto per maschi e stranieri. Nel 2010 saldo cessazioni/assunzioni a -15 mila: peggio del previsto. 24/02/2011. In due anni, guardando al saldo tra cessazioni e nuove assunzioni, il Veneto ha perso 61 mila posti di lavoro dipendente, di cui 46 mila nel 2009 e - questo è il dato nuovo - 15 mila nel corso del 2010. L'ultimo anno infatti non è riuscito a mantenere in tutto le promesse di una svolta che sembravano essere emerse. È il quadro tracciato da Veneto lavoro, l'agenzia della Regione con lo studio "Il mercato del lavoro veneto: un primo bilancio 2010».
NEGATIVO L'ULTIMO QUADRIMESTRE 2010. L'analisi congiunta di assunzioni e cessazioni ha evidenziato per gli ultimi tre mesi del 2010 «un risultato pesantemente negativo di -59 mila, com'è fisiologico a conclusione d'anno a seguito delle chiusure amministrative dei contratti soprattutto temporanei. Il saldo trimestrale risulta peggiorato rispetto a quello dell'anno precedente (-55 mila) ma comunque meno negativo di quello del quarto trimestre 2008 (-64 mila)». Veneto lavoro sottolinea che «le promesse di più consistente recupero che si erano manifestate nella prima metà dell'anno sono state depotenziate dagli andamenti degli ultimi mesi, in particolare dicembre. La caduta occupazionale è stata comunque ancora frenata dal largo impiego della Cig (cassa integrazione) in tutte le sue forme.
TANTE CESSAZIONI, MA PIÙ ASSUNZIONI. La differenza tra il 2010 e il 2009 «è stata determinata soprattutto dalla ripresa delle assunzioni (+6%) mentre le cessazioni sono rimaste pressoché al medesimo livello (+1%)». Le assunzioni però hanno riguardato più maschi (+11,5%) e stranieri (+13,5%), anche se le donne hanno comunque registrato una minore intensità anche nelle cessazioni. L'aumento di assunzioni risulta maggiore nel manifatturiero e a Vicenza e a Treviso, e cioè nelle aree in cui più aveva pesato il calo del 2009. Il metalmeccanico chiude l'anno con -4 mila unità, e l'intero terziario «registra un saldo appena negativo e generalizzato, con l'unica eccezione dei servizi alla persona, per i quali il saldo risulta positivo».
MENO POSTI DI LAVORO SICURI. Come già emerso nei giorni scorsi, calano i contratti a tempo indeterminato: -5,2% «con un saldo negativo nel 2010 di ben 12 mila 400 unità, nonostante la leggera ripresa delle trasformazioni (che continuano a crescere in proporzione, come modalità di accesso al lavoro tendenzialmente più stabile)». I contratti a tempo determinato, che già avevano avuto un calo minore nel 2009, sono invece aumentati del 3,6%: «Il bilancio dell'ultimo anno risulta comunque positivo per quasi 5mila unità».
I SETTORI CHE DANNO LAVORO. Il recupero delle assunzioni «appare guidato da manifatturiero e servizi alle imprese, in particolare dai comparti più reattivi rispetto ai mutamenti della congiuntura internazionale»: l'industria metalmeccanica che è in consistente recupero sull'ultimo anno, le lavorazioni del "made in Italy" (segna una crescita in tutto il 2010 che oscilla tra il 13% e il 16%), i servizi di commercio all'ingrosso-logistica e quelli del terziario avanzato. Più modesto il recupero nelle costruzioni, mentre tiene sempre il settore dei servizi alla persona. Il boom in particolare, soprattutto per commercio-turismo, riguarda il lavoro intermittente «che sempre attende una verifica dell'effettiva concretizzazione in quantificabili prestazioni lavorative»: il tasso di crescita è del 42%.P.E.
Genova.  Rixi (Lega): «Don Gallo specula sui disperati» 24 febbraio 2011. «Don Gallo specula politicamente ed economicante su dei disperati e questo è a dir poco immorale». Lo ha dichiarato il capogruppo della Lega Nord in Regione Liguria, Edoardo Rixi, commentando, a margine della seduta odierna del consiglio regionale le recenti dichiarazioni del sacerdote genovese contro il ministro delle riforme Umberto Bossi che aveva espresso la volontà di bloccare l’attuale ondata migratoria.
«Don Gallo - ha aggiunto Rixi - dovrebbe riflettere prima di parlare e quando parla lo fa sempre col secondo fine di ottenere finanziamenti pubblici per la sua comunità». «Bossi - ha sottolineato l’esponente leghista - ha solo detto, con moderazione, che per fronteggiare l’imminente invasione dal Nord Africa occorre una politica comune a livello europeo».
«La risposta di Don Gallo sull’impossibilità di fermare i flussi migratori è falsa - ha aggiunto Rixi - perché il ministro Maroni ha già dimostrato che i respingimenti funzionano e sono perfettamente attuabili e perché evidenzia la volontà di far invadere il nostro territorio da orde di disperati col duplice fine di ottenere fondi pubblici e sovvertire la composizione dell’elettorato» ha concluso il capogruppo della Lega.

Roma. Deputato Pd: offerti soldi per passare ai "Responsabili". ROMA. «“Ciao Gino, ho un progetto importante di cui parlarti...”. Il fatto che mi desse del “tu” mi ha spiazzato. Ho pensato magari lo conoscerò e così ho accettato di incontrarlo il giorno dopo a Piazza San Silvestro...». Il deputato del Pd eletto nella circoscrizione Estero (America settentrionale e centrale) Gino Bucchino racconta così, in una conferenza stampa a Montecitorio, come hanno tentato di “adescarlo” circa tre settimane fa per farlo entrare nel gruppo dei “Responsabili”. «La persona che mi ha contattato - racconta ancora il parlamentare - mi ha detto di essere di “Rifondazione socialista” e di aver parlato fino a poco prima con Denis Verdini e che dunque per il mio passaggio nelle file della maggioranza era tutto a posto. Mi hanno offerto di ricandidarmi per la prossima legislatura e mi hanno promesso 150mila euro a titolo di rimborso delle spese elettorali che avrei dovuto sostenere...». «Ma io ho detto “no” - assicura Bucchino - e ho deciso di fare questa denuncia politica perchè penso che non sia giusto questo mercato di parlamentari». Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini aggiunge: «Perché vi stupite. Se volete vi porto altri 20 di questi esempi...». Ma il coordinatore del Pdl, Denis Verdiin, smentosce tutto: «Non so chi sia l'onorevole Bucchino, non so quindi chi possa averlo contattato e avvicinato a mio nome. Di certo la notizia di denaro offerto in cambio di adesioni a gruppi che sostengono la maggioranza di governo è totalmente destituita di fondamento. E avverto fin d'ora che denuncerò chiunque propaghi certe menzogne». Verdini aggiunge: «Ancora una volta si cerca di trasformare quello che dal 14 dicembre scorso è un problema politico per l'opposizione in un inesistente caso di compravendita di parlamentari. Prima ha tentato Fini, seguito a ruota dalla sinistra, oggi Gino Bucchino, cui ha subito fatto seguito Casini. Quanto a Casini, faccia i 20 nomi che dice. Sono qui che aspetto di leggerli».
Palermo. I treni più lenti d'Italia? Quelli che passano per Palermo. Primato negativo nell'indagine di Altroconsumo. Seguono Roma Termini, Bari Centrale e Reggio Calabria. PALERMO - Nuovo triste traguardo per la città di Palermo che conquista, suo malgrado, il primo posto per quanto riguarda il ritardo dei treni. A emettere il «verdetto» è un'indagine di Altroconsumo, secondo cui su 510 tratte monitorate, il 100 per cento dei convogli non in orario si è registrato nel capoluogo siciliano. Seguono Roma Termini, Bari Centrale e Reggio Calabria. A livello nazionale i dati parlano di un ritardo del 57 per cento di treni in ritardo.
L'inchiesta ha monitorato 510 tratte, dalle 7 alle 20 in periodi a ridosso delle festività, a dicembre e gennaio scorsi. I risultati parlano di un paese spaccato in due con ritardi medi di 13 minuti. Le corse che partono da Nord verso Sud si fanno attendere più spesso (nel 65 per cento dei casi). I treni che da Sud verso Nord ritardano sono il 48%.
Tra le tratte a maggior rischio c'è anche l'espresso Torino-Palermo (con 39 minuti di ritardo medio). «Purtroppo la questione la conosciamo bene - spiega Giosuè Malaponti coordinatore del Comitato Pendolari Siciliani, «Il mancato rinnovo del contratto di servizio di certo non aiuta, poi mancano i mezzi o in alcuni casi sono desueti e vecchi nonostante i 43 treni 'Minuetto' entrati in attività». «I problemi», conclude Malaponti, «riguardano anche i servizi per gli utenti. Lo scorso sabato gli utenti sono stati avvertiti della soppressione del treno Catania - Messina con moltissimo ritardo. Questi disservizi non sono comprensibili». Tra le tratte in cui si registrano maggiori ritardi, secondo il coordinamento Pendolari, c'è la Palermo - Messina. Fonte Italpress
Reggio Calabria. Il vento della democrazia e l’indifferenza europea. 24/02/2011 di ENNIO STAMILE. Quella che si sta vivendo in Nord Africa ed in Medio Oriente, è senza alcun dubbio una pagina importante della storia. Anche se qualche studioso propone un paragone, a mio avviso piuttosto azzardato, con ciò che accadeva in Europa nel 1848, credo che mai a memoria d'uomo tanti cittadini di diversi stati, contemporaneamente o quasi, stanno lottando contro sistemi dittatoriali che hanno posto in essere corruzione, mancanza di libertà di pensiero e religiosa, sfruttamento, torture, provocando tra l'altro un grande flusso di profughi e di rifugiati costretti dai vari regimi a lasciare la propria terra. Francamente, ciò che più sconcerta, è il fatto che tutto questo è accaduto tra l'indifferenza, o quasi, dell'Europa e del mondo perché l'interesse era rivolto più all'economia che alla democrazia. Ora, il vento della democrazia soffia inesorabile spazzando via quelle nefandezze, lasciando sulle strade e sulle piazze tracce indelebili di quel sangue innocente, prezzo imposto dai regimi totalitari di ogni epoca. Chi si era illuso che gli scambi economici e delle merci potessero attraversare le frontiere, ma non altrettanto le idee e gli stili di vita si è dovuto ricredere. Per anni anche a causa della teocrazia iraniana, abbiamo creduto e temuto una sorta di scontro di civiltà. I fatti di questi giorni ci stanno mettendo dinnanzi alla drammatica realtà di persone che lottano perché semplicemente vogliono avere un lavoro dignitoso ed uno stipendio altrettanto dignitoso, formare una famiglia crescere i figli in pace ed assicurare loro un futuro. È un'elementare questione di buon governo che l'analfabetismo di pochi dittatori ha sempre ignorato. Come si spiega altrimenti che l'Iran, che è tra i Paesi più ricchi di petrolio al mondo, conta il 15% di disoccupati e il 20% della popolazione sotto la linea della povertà? Probabilmente perché il regime per potersi reggere deve foraggiare a forza di sussidi «una pletora di parassiti di Stato e miliziani di regime». Credo che l'aspetto più paradossale è l'atteggiamento dell'Europa di fronte al genocidio che sta accadendo in questo ore in Libia sotto i nostri occhi. La linea scelta da parte dei ministri degli esteri, dopo aver pronunciato le solite condanne formali, è quella della prudenza, per rimanere inchiodati al muro dell'inerzia sotto la minaccia da parte di Gheddafi di dare via libera a nuovi flussi migratori verso le coste italiane. Addirittura il ministro della Repubblica Ceca Karel Schvarzenberg, ha affermato che la caduta di Gheddafi «sarebbe una catastrofe». Non sono una catastrofe, invece, quelle sventagliate di mitra e quelle bombe lasciate cadere sulla folla inerme. Uno dei figli del rais, Saif Gheddafi, pare stia recitando il ruolo di portavoce del governo, a tal punto che afferma: «la Libia è a un bivio. Se non arriviamo ad un accordo sulle riforme, non ci saranno solo 84 morti da piangere, ma in Libia scorreranno fiumi di sangue». Le sue terribili parole non si fermano a questo. Nel tentativo di calmare i rivoltosi, probabilmente, lo stesso Saif annuncia che si procederà ad una riforma del codice penale, all'interno del Parlamento libico, il Congresso generale del popolo. Non so voi, ma personalmente non posso fare a meno di pensare quando appena pochi mesi fa il colonnello Gheddafi veniva ricevuto nel nostro Paese con tutti gli onori riservati ad un capo di Stato. Inoltre, gli si concedeva anche il lusso di poter insegnare il Corano a qualche centinaio di hostess ben pagate per recitare la parte delle brave allieve. Mi sono chiesto anche cosa pensa Rea, quell'unica hostess «convertita» che aveva definito il colonnello «un uomo ed intelligente». Anche le famiglie che regnano - con poca parsimonia e molta incapacità - in Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti, dovranno fare i conti con le sempre crescenti aspirazioni dei popoli, ormai votati alla democrazia ed alla giustizia sociale. Si illude chi ancora continua a credere che il progresso possa essere arrestato dalla repressione. La storia ci ha insegnato che i regimi totalitari hanno bisogno di soldati, che vengono appunto «assoldati» per uccidere i nemici interni ed esterni e mantenere così lo status quo. L'esercito egiziano e quei due ufficiali dell'aeronautica della libica atterrati a Malta perché si sono rifiutati di sparare sulla folla - per cortesia non chiamiamoli disertori - ci offrono segnali concreti di poter sperare (nonostante le crudeltà e l'infamia di molti soldati libici) ad un esercito teso a costruire e mantenere la pace e non la guerra fratricida.
 

Nessun commento: