venerdì 25 febbraio 2011

Politica economica e Finanza pubblica. 25 febbraio 2011

Viaggi di stato da 100 mln di euro.

Ue: Pil regioni, Londra piu' ricca. Tra le top 20 non c'e' nessuna regione italiana.

Fondi Ue: Sicilia, “Siamo in grado di spendere fino all’ultimo euro”

Libia: la rivolta delle tribù.

Germania: Pil quarto trimestre +0,4%.

Un Putin battagliero incontra a Bruxelles i vertici dell'Ue per discutere di energia e Wto.

Bce: Visco, Draghi fuoriclasse.

Gas, Eni: Perforato nuovo pozzo nell’offshore del Venezuela

Romania, Van Rompuy: Bene i conti e il cammino verso Schengen

L'Ue sdogana l'olio "taroccato".

La crisi libica fa volare il prezzo del petrolio.

Napolitano: "Draghi alla Bce".

Mille proroghe. Le norme sopravvissute ai tagli.

Fiat Industrial: S&P assegna rating BB+/B, outlook negativo.
Viaggi di stato da 100 mln di euro. In ballo fino a 3,2 mln di prenotazioni per le trasferte della Pa. di Stefano Sansonetti  
Le cifre in gioco fanno tremare i polsi. Per trasportare la pubblica amministrazioni italiana, tra viaggi e trasferte varie di lavoro, potrebbero essere necessarie fino a 3,2 milioni di transazioni. Il tutto a un costo, per le casse dello stato, che sfiora i 100 milioni di euro. Ebbene sì, la Consip, la società del Tesoro guidata da Danilo Broggi che si occupa di approvvigionamento di beni e servizi per la pubblica amministrazione nostrana, ha appena aggiudicato una maxicommessa a un drappello di società che si occuperanno proprio dei «viaggi di stato».
Ad aver vinto la ghiotta gara sono state la Carlson Wagonlit Italia, che dipende da un gruppo estero, la Seneca spa, la Cisalpina Tours, una società che indirettamente fa capo alla DeA Capital (del gruppo De Agostini), e un raggruppamento temporaneo di imprese costituito dalla Alessandro Rosso Incentive (nata dalle ceneri della Francorosso), dalla srl La Fabbrica Mice, sempre appartenente al gruppo Alessandro Rosso, e dalla Jet*Viaggi 3000 srl.
Sono queste le aziende che firmeranno l'accordo quadro con la Consip, spartendosi la bellezza di 96 milioni e 600 mila euro, per una dorata complessivo dell'accordo prevista in 24 mesi.
La dicitura del bando di gara originario non lascia dubbi. L'oggetto dell'attività, si apprende dalla lettura del documento, è la «fornitura dei servizi di gestione integrata delle trasferte di lavoro per le pubbliche amministrazioni». Dalla scheda di aggiudicazione definitiva, invece, emergono i dettagli numerici delle prestazioni. In sostanza, sulla base dell'accordo quadro, «i quantitativi da fornire saranno determinati in appalto specifico sulla base delle transazioni effettuate da ciascuna amministrazione». Infine, «tali transazioni potranno essere emesse nei limiti e fino alla concorrenza del quantitativo massimo di 3 milioni e 220 mila». Queste potranno essere fruite nell'arco dei 24 mesi previsti, prorogabili di ulteriori 12 mesi.
Insomma, appare evidente che le aziende che si sono aggiudicate la ricca commessa avranno il loro bel da fare. Ma allo stesso tempo si troveranno a incassare un bottino piuttosto ricco.
Leggendo il capitolato tecnico, invece, si ha modo di capire in che modo si dovrà realizzare praticamente il servizio. Gestione integrata delle trasferte di lavoro, infatti, significa gestire tutte le fasi dell'organizzazione del viaggio, «dalla richiesta di prenotazione alla sua fatturazione». Naturalmente i viaggi possono essere di vario tipo, da quelli in treno a quelli in aereo. I servizi base, come si apprende sempre dal capitolato tecnico, dovranno essere i seguenti: «prenotazione, emissione, consegna documenti (elettronici e cartacei), cambio prenotazione, cancellazione e rimborso, rilascio visti, business travel center (Btc), controllo tariffe di listino aeree/alberghiere con gestione autonoma, customer satisfaction strutturata, reportistica».

Ue: Pil regioni, Londra piu' ricca. Tra le top 20 non c'e' nessuna regione italiana. (ANSA) - BRUXELLES, 24 FEB - Le regioni europee piu' ricche si confermano quelle di Londra e del granducato del Lussemburgo, mentre nessuna italiana figura tra le 'top 20'. E' quanto rileva Eurostat, l'ufficio europeo di statistica, che aggiorna i dati (2008) relativi al prodotto interno lordo per abitante, espresso in standard di potere di acquisto, nelle 271 regioni europee. In Italia, i territori piu' ricchi si confermano la provincia di Bolzano (137%) e la Lombardia (134%), seguiti dall'Emilia Romagna (127%).

Fondi Ue: Sicilia, “Siamo in grado di spendere fino all’ultimo euro”
23 febbraio 2011. Con una nota diffusa a conclusione dell’incontro istituzionale tra il Ministro Fitto e il presidente della regione Raffaele Lombardo, che si e’ svolto questa mattina a Palermo, l’amministrazione siciliana illustra in profondita’ i dati enunciati nel corso della conferenza stampa.
1)La dotazione complessiva FAS per il periodo compreso tra il 2000 e il 2006 ammonta a 4,067 miliardi. Il disimpegno e’ stimato in 105 milioni di euro: si tratta di risorse per cui e’ mancata l’assunzione di obbligazioni giuridicamente vincolanti entro i termini stabiliti. In particolare, 62,7 milioni sono relativi a disimpegni che derivano da delibere del 2002 e del 2005 per opere mai realizzate; 42,5 milioni si riferiscono ad una delibera del 2006 che riguarda la piattaforma logistica di Tremestieri (20 milioni circa) e l’autoporto di Vittoria (22 milioni circa). In questi casi l’impegno giuridicamente vincolante e’ stato fatto con qualche mese di ritardo rispetto alla tempistica obbligatoria. Le opere sono in fase di realizzazione e si e’ quindi convenuto con il Ministro Fitto di considerarle risorse da recuperare in fase di riprogrammazione. Risorse non spese e da riprogrammare pari a 341 milioni di euro: si tratta di accantonamenti, la maggior parte dei quali relativi all’ Accordo di programma quadro per il Sistema idrico. Con il Ministro Fitto si e’ stabilito di riprogrammarli, per con la finalita’ di recuperare le infrazioni comunitarie sulla depurazione che sono quindi vincoli obbligatori. Economie da verificare pari a 96 milioni: si procedera’ in tempi stringenti ai necessari approfondimenti tra l’amministrazione regionale e il Ministero. Risorse da verificare pari a 180 milioni: si procedera’ in tempi rapidi ai necessari approfondimenti tra l’amministrazione regionale e il Ministero. I dati della Regione risultano, tuttavia, sensibilmente ridotti rispetto alla stima di 180 milioni di euro. Avanzamento della spesa stimato al 26%: il dato si riferisce ad una stima ferma a fine del 2009. Si e’ in attesa del dato del 2010, non ancora disponibile poiche’ il sistema di monitoraggio e validazione della spesa prevede delle procedure complesse.

2)POR 2000-2006.Risorse liberate pari a 2,367 miliardi. Da questo dato risultano almeno 1,2 miliardi disponibili da riprogrammare e 300 milioni da sottoporre a verifica. Non e’ stato possibile riprogrammare sino ad oggi questi fondi perche’ le regole comunitarie prevedono che le stesse siano rese disponibili solo all’atto della chiusura definitiva delle procedure di audit del programma; una volta chiusa la procedura contabile prevista dall’ordinamento comunitario, le stesse saranno prontamente oggetto di immediata riprogrammazione.

3)POR 2007-2013. La dotazione finanziaria complessiva del programma e’ pari a 6,5 miliardi di euro.L’ obiettivo di spesa al 31 dicembre 2011 e’ di 1,431 miliardi di euro. La spesa effettuata al 31 dicembre 2010 e’ pari a 500 milioni di euro. La spesa da effettuare entro la fine del 2011 (a eventuale rischio di disimpegno in caso di mancato rispetto del termine) e’ pari a 930 milioni di euro. L’obiettivo e’ realizzabile, considerato che buona parte di queste risorse sono concentrate in 10 “Grandi Progetti”, il cui valore complessivo distribuito su piu’ annualita’ e’ superiore a 1,5 miliardi di euro. In particolare a valere sui “Grandi progetti” la stima di spesa al 31 dicembre del 2011, considerato lo stato di avanzamento delle opere, e’ ad oggi di 335 milioni di euro. Si tratta di spese certe, poiche’ i lavori sono in fase di realizzazione e dunque si tratta di stati di avanzamento lavori.

La riunione si e’ quindi conclusa con l’impegno a sedersi al piu’ presto ad un tavolo per riprogrammare le risorse disponibili, puntando alla concentrazione delle risorse in pochi interventi strategici di rilievo per l’economia territoriale, previa verifica condivisa delle voci di bilancio ancora incerte. Il Ministero ha quindi assicurato che entro la fine di marzo saranno rese finalmente disponibili le risorse del PAR FAS 2007-2013.

Relativamente al PO FESR 2007-2013, malgrado il dato della spesa possa sembrare allarmante, le condizioni create, come i grandi progetti ed altre specifiche misure di accelerazione che il governo regionale ha messo in moto, non pregiudicano in alcun modo la realizzabilita’ dell’obiettivo di spesa.

Libia: la rivolta delle tribù. di Cristiano Tinazzi. Limes - rivista italiana di geopolitica. La scissione del paese. Il ruolo dei clan tribali nella ribellione. Le divisioni dei comitati rivoluzionari. L'influenza dei figli del Qaid. L'opposizione dei riformisti. Quale sarà il futuro di Tripoli?
Nessuna previsione, neanche la più negativa, poteva avvicinarsi a quello che la Libia sta vivendo.
Una rivolta inizialmente circoscritta che si è estesa in tutto il paese, portando al collasso lo Stato delle Masse, la Jamahiriya, rivela quello che in sostanza era.
Il frutto di una suddivisione dei poteri secondo linee tribali, gestita attraverso questi 40 anni in un dosato equilibrio di benefici e punizioni, puntellata da un misto di socialismo e statalismo.
Dove una vera e propria borghesia conservatrice di stato, ad onta della retorica sulla democrazia diretta, è maturata ai vertici di quel paese.
Sono le tribù a essersi sollevate in Libia, non i giovani intellettuali né le masse operaie, che nel paese sono perlopiù composte da lavoratori stranieri.
E l’utilizzo dei cyberguerrieri della rete, chimera elettronica di questa rivoluzione permanente che sta attraversando il mondo arabo, non è stato fondamentale come in Tunisia.
Niente di tutto questo ha avuto una funzione catalizzatrice. Tanto meno l’esercito, vero artefice della caduta di Mubarak e di Ben Ali, che o ha solidarizzato con i rivoltosi o ha mostrato fedeltà al Qaid.
È la tribù la madre di tutto. Nella società libica sono oltre cento le appartenenze e, spesso, danno il nome alle città da cui provengono.
Se Gheddafi e la sua tribù resisteranno, e se quest’ultima non lo scaricherà, difficilmente potrà prospettarsi uno scenario unitario del paese.
Oggi la Libia è scissa in due. Da una parte, ciò che resta della Jamahiriya, nelle regioni della Tripolitania e del Fezzan.

Dall’altra, la Cirenaica, senza ordinamento statale, dove sono subentrati comitati popolari, gruppi islamici e bande armate che controllano porzioni di territorio. Gruppi che avrebbero creato emirati islamici ad Al Baida e Derna.
Questa scissione potrebbe portarne altre, creando così zone territoriali sotto controllo tribale, come in Afghanistan o in Somalia. Previsioni negate dai membri dell’opposizione all’estero.
Lo stesso principe Idris, il cui nonno, Idris al-Senussi, è stato il primo e unico re di Libia, dichiara che ci sono «elementi che vogliono dichiarare l’emirato di Senussia, altri la repubblica di Cirenaica», ma che questo non avverrà «confidando nella fratellanza del movimento religioso senussita, l’unico unitario nel paese».
Il secondo scenario porta la firma della tribù Gheddafi e dei fedelissimi del Libro Verde.

Il ruolo dei comitati rivoluzionari
I comitati rivoluzionari, nocciolo duro della rivoluzione libica, hanno preso ufficialmente posizione con un comunicato apparso sulle pagine del giornale la Marcia Verde.
Minacciano una «risposta affilata e violenta agli avventurieri che manifestano contro il regime. Il potere del popolo, la Jamahiriya, la rivoluzione e il leader sono tutte linee rosse. Chi cerca di superarle o di avvicinarle gioca con il fuoco e compie un suicidio».
Una chiamata alle armi intertribale della struttura politica dei Comitati rivoluzionari che può contare, sempre che non si dissolva, su decine di migliaia di persone.
Fino a pochi giorni prima della rivolta, venivano organizzati convegni dedicati alla diffusione del Libro Verde nel mondo, come la sesta convention dei membri del movimento europeo per la democrazia diretta.
Il tema era «la diffusione del pensiero Jamahiriano nel mondo» e presenti erano delegati da diversi paese europei.
La struttura era ramificata a livello mondiale. Per ogni nazione, vi era un esponente dei comitati rivoluzionari che seguiva e curava lo sviluppo del gruppo.
Nei comitati si è verificata una spaccatura: diversi si erano già avvicinati al campo riformista, e l’uscita di alcuni membri storici, probabilmente dal Consiglio del comando rivoluzionario (formato da coloro che sono ancora in vita dei dodici presenti all’atto della sua costituzione nel 1969), per protesta contro il pugno di ferro usato dai militari, ne ha decretato la fine come struttura monolitica di potere.

Se cadesse Tripoli, uno scenario ipotetico futuro, confermato da alcuni colloqui con responsabili del movimento, potrebbe essere uno spostamento in massa in una zona circoscritta, con una milizia territoriale e un autogoverno su una parte della Libia.
Una base di partenza su cui giocare nuovamente un ruolo politico nella Libia dopo-Gheddafi, affidato a uno dei figli non compromessi con la repressione. Tribù Gheddafi più elementi politici fedeli al Libro Verde.

I gruppi di potere
Sostanzialmente erano tre i gruppi di potere in Libia: i riformisti, capitanati da Seif al Islam Gheddafi, i conservatori, depositari del Libro Verde e i tecnocrati, una casta di tecnici prestati alla politica, ma più interessati agli accordi con le multinazionali e alla sfera economica che alla redistribuzione delle ricchezze nel paese.
L’attuale primo ministro, Baghdadi Ali al Mahmoudi, in carica dal 2006 dopo essere subentrato a Sukri Ghanem, passato a dirigere la National oil company of Libya (Noc), è un tecnocrate, come il suo predecessore Sukri Ghanem.
Proveniente dall’Alto consiglio per il petrolio e il gas, Mahmoudi è considerato l’alter ego di Ghanem. L’uno conservatore, l’altro riformista.
Ma forse il termine è leggermente diverso da quello che intende Seif, il figlio del colonnello. L’esercito non ha un peso sostanziale. Anche qui la presenza tribale determina il controllo o meno delle forze armate e il Qaid ha sempre tenuto sotto controllo i vertici militari.
Nell’aviazione, per esempio, non son presenti tribù in contrasto con il clan Gheddafi. Il colonnello ha due figli in posizioni chiave: Moutassim, capo del Consiglio nazionale per la sicurezza, e Khamis, comandante di una brigata delle forze armate.
Su circa 150 mila effettivi, circa la metà sono soldati di leva. Una cifra che oscilla tra i cinque e i diecimila sarebbero rimasti fedeli al governo.

I riformisti
Se c’era un’opposizione all’interno della Libia, capace di portare dei cambiamenti strutturali, era quella dei cosiddetti riformisti, guidati da Seif Al-Islam Gheddafi, trentottenne figlio del Qaid. Una corrente che si muoveva soprattutto su due campi: i diritti umani e l’informazione. Uno strappo alla regola ai dettami della Jamahiriya e del Libro Verde, che non prevedeva l’utilizzo di voci difformi se non quelle presenti nel dibattito interno ai comitati popolari, organismi di base che regolavano la vita politica del paese, e ai loro mezzi di informazione.
Un’opposizione interna però, che non voleva mettere in discussione il sistema, ma riformarlo. Con la compagnia Al Ghad, proprietaria dei quotidiani Oea e Qurina, Seif aveva portato una ventata di novità nel panorama ristretto e stagnante dell’informazione libica.
Denunce per corruzione nei confronti del procuratore generale e delle autorità locali di Bengasi hanno avuto risposte dure da parte di conservatori e tecnocrati: la chiusura del canale satellitare Al Libya e la sua nazionalizzazione nel 2009.
Lo scorso 7 novembre dieci giornalisti dell’agenzia Libya Press, sempre sotto controllo della Al Ghad Company, vengono arrestati con l’accusa di aver fornito false informazioni. Per far uscire i cronisti dal carcere interviene personalmente il Colonnello.
Libya Press intanto chiude i battenti. Seif aveva aperto una stagione di riforme graduali, il cui obbiettivo principale era la riforma della costituzione, e quella del codice e della procedura penale.
Ma anche qui la fedeltà al padre e all’appartenenza tribale ha prevalso. I Gheddafi, prima l’uno contro l’altro, si sono riuniti attorno al capofamiglia.

Germania: Pil quarto trimestre +0,4%. Confermata lettura preliminare diffusa lo scorso 15 febbraio. (ANSA) - ROMA, 24 FEB - L'economia della Germania e' cresciuta dello 0,4% su mese e del 4% tendenziale nel quarto trimestre 2010. Lo dicono i dati finali dell'Ufficio federale di statistica, che confermano la lettura preliminare diffusa lo scorso 15 febbraio. E' stato il commercio estero a dare il contributo piu' forte alla crescita del trimestre con un +0,7%, seguito dagli investimenti in macchinari (+0,2%), dai consumi privati (+0,1) e dalla spesa pubblica (+0,1%).

Un Putin battagliero incontra a Bruxelles i vertici dell'Ue per discutere di energia e Wto. di Vladimir Sapozhnikov. Il sole 24 Ore. MOSCA - Il primo ministro russo, Vladimir Putin, è arrivato ieri a Bruxelles affiancato da un'impressionante delegazione, composta dal vicepremier Igor Shuvalov e da 11 ministri, che oggi discuteranno a porte chiuse con il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso e con i Commissari (dei 27 all'incontro con la delegazione russa si sono presentati 23) una serie di problemi urgenti, che vanno dalla Terza carta energetica della Ue (la Russia fa resistenza), all'Unione doganale tra la Russia, Bielorussia e Kazakhstan (Putin cercherà di mettere in evidenza i benefici che la cooperazione con l'Unione doganale può portare alla Ue), all'adesione della Russia all'Organizzazione mondiale del commercio e all'abolizione reciproca dei visti d'ingresso per i russi che si recano nei paesi europei e per i cittadini della Ue che visitano la Russia. Gli incontri bilaterali si concluderanno oggi con una sessione plenaria nella quale Barroso e Putin tireranno le somme del summit.
«I problemi nelle relazioni bilaterali tra Mosca e Bruxelles non sono pochi, ma l'agenda dei colloqui sarà dominata dai temi legati all'export di energia dalla Russia verso i paesi dell'Unione europea e dall'ingresso della Russia nella Wto», ha dichiarato ai giornalisti il vice direttore dell'Amministrazione di Putin, Jurij Ushakov, secondo cui la Russia cercherà di bloccare la Terza carta energetica dell'Unione europea, volta a demonopolizzare il mercato energetico del Vecchio continente. Al Cremlino sostengono che la realizzazione pratica della Carta metterà in caos il mercato dell'energia, mentre al Forum economico di Berlino lo scorso novembre lo stesso Putin aveva bollato la Carta energetica come un «brigantaggio»: «Non capisco chi e come possa riuscire a obbligare la Russia a vendere una parte dei propri gasdotti, oppure di farne dei buchi per collegare la concorrenza», ha dichiarato il premier russo. Nei tre mesi passati Mosca e Bruxelles non hanno registrato alcun progresso tangibile sul tema della Carta energetica: «Le parti sono ancora molto lontane da un compromesso costruttivo», ha dichiarato prima di partire alla volta di Bruxelles un membro della delegazione russa. Per sbloccare la situazione a fianco di Putin a Bruxelles è arrivato il capo del monopolio statale Gazprom, Aleksej Miller, che ai colloqui con i vertici europei rappresenterà anche gli interessi del grande business russo, scontento della politica "discriminatoria" condotta nei loro confronti dalla Ue.

Sul piano dell'adesione della Russia alla Wto Putin spera di ottenere da Barroso delle nuove e quanto esplicite garanzie di sostegno europeo in questo processo che dura ormai da 17 anni. Il Cremlino non si sbilancia: «È difficile indicare la data esatta, ma speriamo di portare a termine le trattative sull'adesione per il mese di luglio di quest'anno», ha sottolineato Ushakov, secondo cui il principale ostacolo resta la posizione intransigente della Georgia, che protesta contro «l'occupazione russa dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia».

Proprio oggi a Tbilisi il sottosegretario di Stato americano, James Steinberg, incontra il presidente georgiano, Mikhail Saakashvili, per discutere di problemi della sicurezza regionale del Caucaso e delle prospettive di normalizzazione delle relazioni con la Russia.
Infine nel corso dei colloqui con la delegazione di Mosca, i rappresentanti dell'Unione europea solleveranno la questione del rispetto dei diritti umani in Russia e, in questo contesto, della presunta dipendenza del sistema giudiziario russo dal regime politico. A una settimana dalla visita di Putin a Bruxelles, il Parlamento europeo aveva infatti approvato una risoluzione che denunciava la politica del Cremlino nel campo dei diritti umani, senza però approvare il regime delle rigide sanzioni (vietare l'ingresso nella Ue ai rappresentanti ufficiali della Russia che siano legati al "caso Magnitskij" e al processo contro Khodorkovskij) su cui stavano insistendo alcuni parlamentari europei. «Non ci facciamo illusioni e ci aspettiamo che gli attuali colloqui a Bruxelles siano difficili, complicati e per modo di dire "vischiosi"», ha dichiarato infine Ushakov. La visita di Putin a Bruxelles si concluderà con un incontro con il presidente dell'Unione europea, Herman Van Rompuy, che interromperà la propria visita in Bulgaria per ricevere il premier russo.

Bce: Visco, Draghi fuoriclasse. 'Il piu' bravo tra i candidati possibili sulla piazza'. (ANSA) - BOLOGNA, 24 FEB - Mario Draghi 'e' di gran lunga il piu' bravo tra i candidati possibili sulla piazza. Sarebbe uno scandalo se non lo nominassero'. A quotare con convinzione il governatore della Banca d'Italia per la presidenza della Bce e' Vincenzo Visco. 'Se ci sono ancora dubbi, resistenze, ostacoli e se questo non avverra' dipendera' soltanto dal disdoro in cui e' caduto il paese. Non sara' certo colpa di Draghi, che ha tutti i titoli. E' un fuoriclasse', aggiunge l'ex viceministro dell'Economia.

Gas, Eni: Perforato nuovo pozzo nell’offshore del Venezuela
Roma, 24 feb (Il Velino) - Eni ha perforato con successo il pozzo Perla 4, situato nel blocco Cardón IV nell’offshore del Golfo del Venezuela. Con questo pozzo le stime associate al volume di gas in posto aumentano a oltre 450 miliardi di metri cubi (2,9 miliardi di barili equivalenti), confermando Perla come un campo super-giant e una delle maggiori scoperte a gas degli ultimi anni. Perla 4 è stato perforato in 60 metri di profondità d’acqua, e durante il test di produzione il pozzo ha prodotto circa 500mila metri cubi di gas e 560 barili di condensato al giorno. Il blocco di Cardón IV è operato dalla Joint Venture Cardón IV S.A., composta al 50% da Eni e al 50% da Repsol. La compagnia statale venezuelana Petróleos de Venezuela S.A. (PDVSA) detiene il diritto di entrare nella società durante la fase di sviluppo con una partecipazione del 35%. Quando PDVSA eserciterà quest’opzione, Eni e Repsol manterranno entrambe una quota del 32,5% nel progetto, che sarà operato congiuntamente dalle tre compagnie. Eni e Repsol hanno finalizzato lo studio di ingegneria (FEED) per la prima fase accelerata di produzione (early production) del campo, con avvio previsto nel 2013 con una portata di circa 10 milioni di metri cubi al giorno di gas.

Lo sviluppo iniziale prevede l’utilizzo dei pozzi già perforati e l’installazione di quattro piattaforme leggere collegate da un gasdotto a una centrale di trattamento del gas situata a terra. Lo sviluppo del giacimento di Perla continuerà con la fase full field che include ulteriori pozzi produttori e l’upgrade della centrale di trattamento per raggiungere un plateau di produzione di circa 35 milioni di metri cubi al giorno di gas. Il mercato domestico venezuelano ha la capacità di assorbire il gas prodotto da Perla data la richiesta di gas sia per impianti di generazione elettrica e petrolchimici che in progetti per migliorare il recupero e la qualità degli oli pesanti. Si stanno comunque valutando anche opzioni di esportazione del gas, che saranno analizzate congiuntamente con le autorità locali, al fine di valorizzare al massimo il valore commerciale del gas di Perla. In Venezuela Eni ha anche una partecipazione nel giacimento offshore di Corocoro (operato da Petrosucre, compagnia mista PDVSA 74%, Eni 26%). Lo scorso novembre Eni ottenuto la licenza per sviluppare il campo a olio pesante Junín 5, ubicato nella Faja dell’Orinoco, che detiene 35 miliardi di barili di olio in posto certificati. PDVSA detiene il 60% ed Eni 40% del blocco Junin-5 che sarà operato congiuntamente attraverso 2 imprese miste: PetroJunín per lo sviluppo e produzione del campo, e PetroBicentenario per la costruzione di una raffineria.
 (red/fch) 24 feb 2011 13:01

Romania, Van Rompuy: Bene i conti e il cammino verso Schengen
Da Bucarest il presidente del Consiglio europeo chiede più integrazione per i Rom. Roma, 24 feb (Il Velino) - La governance economica europea, l’area Schengen, il dossier Rom e l’apertura dell’Unione europea verso est. Questi i principali temi toccati dal presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, nel suo incontro a Bucarest con il presidente romeno Traian Basescu. Il rappresentante dell’Ue ha ricordato il lavoro del Consiglio europeo per il rafforzamento della moneta comune, un’attività che prevede “la consultazione della Romania e degli altri Paesi non appartenenti all’eurozona”. “Nel frattempo – ha dichiarato Van Rompuy – do il benvenuto al vigoroso piano di applicazione del programma congiunto Fmi-Ue per la Romania” che prevede una crescita del Pil pari all’1,5 per cento nel 2011 e al 4,5 per cento l’anno successivo. Il presidente europeo ha riconosciuto “la stabilizzazione dell’economia, il consolidamento delle finanze e il rafforzamento del quadro macroenomico” operati da Bucarest e ha ricordato che i progetti in cantiere – riforma fiscale, dei salari e del sistema previdenziale - “saranno cruciali per riportare il deficit al 3 per cento del Pil entro il 2012”.
 (dam) 24 feb 2011 13:23

L'Ue sdogana l'olio "taroccato". Aumentati limiti per i "deodorati". L'Ue ha definito nuovi limiti per la concentrazione degli alchil esteri stabilendo delle soglie massime, superate le quali un olio non potrà essere etichettato come extravergine. La norma, che in teoria dovebbe garantire la qualità del prodotto e dei consumatori europei, è stata contestata in Italia perché permetterebbe la vendita di un prodotto non di qualità.
Tutto ruota intorno alla deodorazione, un'operazione di rettifica dell'olio di oliva che consente di trasformare oli di oliva non commestibili di scarsa qualità in oli di oliva senza difetti. Una volta subito questo trattamento non possono più essere commercializzati come oli di oliva extravergine. I limiti introdotti prevedono che un extravergine è tale se la somma degli esteri etilici e metilici da acidi grassi è inferiore a 75 milligrammi per chilo. L'introduzione di tali parametri chimici consentirà di scoprire se il tipico condimento mediterraneo è genuino oppure se è stato ottenuto da olive di scarsa qualità o se è stato miscelato con oli deodorati.
La deodorazione diventa quasi obbligatoria quando passa molto tempo tra la raccolta dell'oliva e la sua trasformazione, visto che potrebbero insorgere fermentazioni dannose alla qualità del prodotto, o in caso di super-maturazione delle olive o ancora nei casi di cattiva conservazione delle stesse.

La crisi libica fa volare il prezzo del petrolio. Paolo Tosatti. RISORSE. Le quotazioni del greggio toccano valori record da oltre due anni. L’Agenzia internazionale dell’energia rassicura gli investitori, che però restano preoccupati dalla chiusura dei rubinetti libici.

È il cigolio di un rubinetto che viene chiuso il rumore di sottofondo che accompagna le rivolte che infiammano la Libia e il Nordafrica. Più forte delle urla che riecheggiano nelle strade e nelle piazze, il rombo crescente di un possibile crack petrolifero in stile 2008 preoccupa mercati e investitori, timorosi di vedere il terzo produttore di greggio del continente africano ridurre drasticamente le proprie esportazioni. Sui mercati asiatici l’oro nero ha superato ormai i 96 dollari a barile, la quotazione più alta da oltre due anni. E anche il petrolio europeo (Brent) ha toccato il suo massimo dal settembre del 2008, raggiungendo quasi i 110 dollari.

Membro dell’Opec, l’Organizzazione dei Paesi produttori di petrolio, la Libia ha una produzione complessiva di 1,6 milioni di barili al giorno, pari al 2 per cento del totale mondiale, con riserve valutate intorno ai 44 miliardi di barili. Secondo le stime degli esperti, il taglio delle attività all’interno del Paese annunciato dalle compagnie straniere (come Eni, Total, Wintershall e Repsol) comporterà una contrazione di circa 300mila barili al giorno. Una cifra considerata nettamente al di sotto del livello di allarme da Nobuo Tanaka, direttore dell’Aie, l’Agenzia internazionale dell’energia, che ha più volte assicurato le scorte strategiche a disposizione dell’organizzazione sono più che sufficienti a impedire una crescita eccessiva dei prezzi.

Sostituire il greggio libico tuttavia non è così semplice, visto che si tratta di petrolio sweet light, molto ricercato per il suo basso contenuto di zolfo. Nella migliore delle ipotesi il settore della raffinazione è dunque destinato a subire ripercussioni pesanti, che si aggiungono alle paure diffuse nei mercati sulla reale portata delle “misure di contenimento” annunciate dall’Aie.
Non a caso è un caso che a correre sia soprattutto il petrolio europeo: l’85 per cento della produzione della Libia finisce infatti in Europa. Secondo i dati della Reuters, le importazione dal Paese nordafricano consentono all’Italia di soddisfare il 23 per cento del proprio fabbisogno; per la Germania la percentuale scende al 14 e per la Francia al 10. Dall’inizio della rivolta, tuttavia, le esportazioni sono già calate del 6 per cento, mentre secondo alcune agenzie di stampa, il regime di Gheddafi avrebbe dichiarato lo stato di forza maggiore sui contratti in modo da potersi liberare di una parte degli obblighi previsti dagli accordi sottoscritti con gli altri Paesi.
Questo stato di forte incertezza si è andato ad aggiungere alle previsioni non certo ottimistiche sulla crescita globale, determinando una frenata dei prezzi dei generi alimentari dopo la corsa al rialzo degli ultimi mesi, alimentata dalla siccità cinese e da quella russa della scorsa estate, nonché dai disastri naturali che hanno colpito il Brasile e l’Australia devastandone i raccolti. Escluso il petrolio, la crisi nordafricana ha avuto sulle altre commodities un effetto in prevalenza ribassista, perché gli investitori, non sapendo quale futuro li attende, preferiscono non esporsi a rischi e limitare le contrattazioni.
Le quotazioni dei semi hanno perso dunque 67 centesimi e mezzo arrivando a 13 dollari e un quarto a bushel, l’olio è in ribasso di 244 punti a 54,06 centesimi a pound e la farina è in calo di 14,30 dollari a 347,6 dollari a tonnellata. Anche per il frumento i contratti sono in dicesa, seguendo l’andamento negativo degli altri cereali: quelli con scadenza a marzo sono in calo di 60 centesimi a bushel. Dati che dimostrano inequivocabilmente come le rivolte nordafricane siano destinate a produrre effetti nel lungo periodo di cui è ancora difficile valutare con esattezza la portata.

Napolitano: "Draghi alla Bce". ultimo aggiornamento: 24 february 2011 18:40. Berlino. Al momento in cui saranno prese le decisioni sulle nomine ai vertici della Bce, questo dovrà avvenire "sulla base delle qualifiche degli eventuali candidati. Il governatore della Banca d'Italia è anche presidente della commissione per la stabilità finanziaria, ed è di grande qualità. Mi auguro che la discussione sia libera da pregiudizi sulla base della nazionalità di provenienza".
Lo ha detto Giorgio Napolitano al termine di un colloquio con l'omologo tedesco Christian Wullf. Anche quest'ultimo si è detto d'accordo sul fatto che la "nazionalità non deve giocare alcun ruolo" al momento delle nomine.
Napolitano ha sottolineato di aver discusso, nel colloquio con il presidente tedesco Wulff, "della necessità di rafforzare l'Eurozona, del nuovo patto di stabilità e di crescita, del patto per la competitività". Ma la successione al vertice della Bce, per cui è in corsa anche il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, non è un tema rientrato nella conversazione.
"Non abbiamo parlato della questione - spiega il presidente - perchè non solo non ci compete ma è una cosa ancora prematura". "Io auspico - aggiunge Napolitano - che quando verrà il momento si prendano in considerazione le candidature sulla base delle qualifiche dei candidati". Per quanto lo riguarda Napolitano nè "convinto che il governatore della Banca d'Italia sia un uomo di grandi qualità" e che nè su di lui nè su altri debba pesare "la nazionalità di provenienza".

Mille proroghe. Le norme sopravvissute ai tagli. Dal primo aprile stop divieto incroci tv-stampa. 24 febbraio, 20:21.
Biglietti del cinema piu' cari, fondi al 5 per mille, foglio rosa per i motorini, slittamento delle multe per le quote latte (ma con meno fondi). Fino all'ultima novita' arrivata in nottata alla Camera: dal primo aprile salta il divieto di incroci tv-stampa, tranne un decreto che proroghi la misura che potrebbe essere deciso dal Presidente del Consiglio. Nonostante i tagli della Camera, dopo i rilievi arrivati dal Colle, il milleproroghe sul quale domattina si votera' la fiducia uscira' dal Parlamento comunque abbastanza 'ippopotamo', come l'ha definito lo stesso Premier. Ma le cancellazioni annunciate dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, alleggeriscono un po' il peso: va via ad esempio la norma molto contestata sulle demolizioni in Campania, o quella che consentiva di aumentare il numero di assessori a Roma e Milano.

Ecco in sintesi alcune delle principali misure varate e alcuni dei tagli della Camera:

SALTA CONSOB, CAMPIDOGLIO, CAMBIA INCROCI STAMPA-TV: Tagliola alla Camera. L'ultima modifica arrivata riguarda il divieto di incrocio stampa-tv: nella prima versione slittava al 31 dicembre 2012 ma il termine e' stato riportato al 31 marzo prossimo. Salta anche la possibilita' del Campidoglio di aumentare il numero di assessori. Stop all'assunzione per Provincia e la normativa per la riorganizzazione della Consob; via il 'salvamento' acquatico e la norma sugli immobili acquisti a seguito di esproprio per Roma. Salta la proroga della Presidenza dell'Autorita' di vigilanza sui contratti pubblici e la proroga delle concessioni dei contratti nella zona dell' Etna. Sull'anatocismo: si faranno salve le somme gia' versate.

TERREMOTO ABRUZZO - VENETO: Si prevede la proroga della riscossione dei tributi al 31 dicembre 2011. Me e' previsto anche lo slittamento della riscossione delle rate dei premi assicurativi al 31 ottobre 2011. La giornata della memoria per le vittime del sisma sara' il 6 aprile. Per il Veneto viene prorogata al 30 giugno la sospensione dei tributi. Inoltre le regioni colpite da calamita' naturali potranno aumentare tributi e accise sui carburanti. - FONDI PER ALLUVIONI: Sono previsti finanziamenti per Liguria (45 milioni), Veneto (30 milioni), Campania (20 milioni) e ai comuni della provincia di Messina (5 milioni).

STOP TAGLIOLA PRECARI: Non si applica fino a fine 2011 la 'tagliola' per impugnare i licenziamenti dei contratti a termine. - 5 PER 1000: In tutto 400 milioni che comprendono anche gli interventi (fino a 100 milioni) per i malati di Sla.

CINEMA PIU' CARO: Dal primo luglio il biglietto costera' un euro in piu'. Escluse le sale parrocchiali.

3 MLN A SCALA E ARENA VERONA: Arrivano 3 milioni per la Scala e l'Arena di Verona.

FONDI EDITORIA: Ripristinato in parte il taglio: 30 milioni per l'editoria e 15 milioni per radio e Tv locali.

STOP A SFRATTI FINO A DICEMBRE: Riguarda le categorie disagiate. Stop fino al 31 dicembre 2011.

CARTA D'IDENTITA' CON L'IMPRONTA: L'impronta digitale dovra' essere inserita dal 31 marzo 2011.

TORNA SOCIAL CARD: Ci sara' una fase sperimentale affidata agli enti caritativi. Fondo da 50 milioni.

FOGLIO ROSA PER MOTO E MINICAR: Arrivera' dal 31 marzo 2011 ma la norma potra' essere rinviata a fine anno.

FONDO UNICO UNIVERSITA': Arrivano le risorse per il Fondo unico.

SANATORIA MANIFESTO 'SELVAGGIO': Riguarda le violazioni compiute dai partiti con manifesti politici. Bastera' versare 1000 euro entro il 31 maggio di quest'anno.

MULTE QUOTE LATTE: Slitta di sei mesi il pagamento.

ECOBONUS AUTOTRASPORTO: Viene prorogato (30 milioni).

PIU' TEMPO A PROPRIETARI CASE FANTASMA: C'e' tempo fino al 30 aprile per sanare la situazione.

BANCHE E FONDAZIONI: Si prevede la proroga (2014) del termine entro il quale le fondazioni bancarie dovranno scendere sotto il tetto dello 0,5% nelle popolari. Inoltre Per rispondere meglio ai nuovi parametri di Basilea 3 le banche potranno usare in compensazione il credito d'imposta insieme alle attivita' immateriali e valori d'avviamento.

FONDI INVESTIMENTO: Si passa alla tassazione del maturato in capo ai sottoscritti delle quote.

AZIONISTI PARMALAT: Agli azionisti non potra' andare piu' del 50% degli utili.

POSTE IN BANCA MEZZOGIORNO: Poste potra' acquistare partecipazioni nella Banca per il Mezzogiorno. Si scorpora l'attivita' di bancoposta.

Fiat Industrial: S&P assegna rating BB+/B, outlook negativo. MILANO (MF-DJ)--S&P ha assegnato a Fiat Industrial rating BB+ sul rating a lungo termine, una valutazione che e' in linea con il rating preliminare assegnato lo scorso 4 novembre. Contestualmente, e' stato assegnato rating B al credito di breve termine, mentre l'outlook e' negativo.
"Il giudizio riflette la nostra visione sul rischio industriale e su quello finanziario, che abbiamo rispettivamente valutato 'convincente' e 'significativo'", ha spiegato Barbara Castellano, credit analyst di S&P.
La valutazione 'convincente' per il rischio industriale riflette la nostra opinione sulla ciclicita' delle vendite e della profittabilita' di Fiat Industrial, oltre che le difficolta' dovute alla forte competitivita' per i camion Iveco e per le macchine agricole e da costruzione prodotte da Cnh. Questi fattori sono peraltro mitigati dal buon posizionamento di entrambe le societa' nei rispettivi segmenti di mercato, da buoni prodotti creati, da una positiva diversificazione attuata a livello geografico e dalla possibilita' di migliorare il margine operativo dal 5,1% del 2010.
"L'outlook negativo riflette infine il rischio che i miglioramenti dei ratio di profittabilita' e dei ratio finanziari non siano sufficienti a sostenere la valutazione BB+", ha concluso Castellano. red/est/ofb

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