venerdì 25 febbraio 2011

Politica economica e Finanza pubblica. 25 febbraio 2011

Piano del Lavoro da 340 milioni per la Puglia.

Puglia, ecco cosa prevede il Piano straordinario per il Lavoro.

Milleproroghe più furbo che colto.

Effetto Libia sui carburanti, aumento record al Sud.

Libia: Tripoli annuncia aiuti al popolo e aumento salari.

Lavoro, occupazione giù in grandi imprese.

Confcommercio: tasse al 51% se si pesano anche servizi pubblici.
Piano del Lavoro da 340 milioni per la Puglia. BARI - «Le nostre comunità sono ferite dalla crisi e devono affrontare con spirito comunitario questa drammatica crisi sociale »: così il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha commentato ieri la firma del protocollo di intesa con i sindacati e le associazioni di categoria per la partenza della cabina di regia sul Piano straordinario per il lavoro con il quale la giunta mette in campo 340 milioni di euro per creare e salvaguardare posti di lavoro.
«Credo che ha aggiunto Vendola - tutte le sigle che rappresentano l'intera rappresentanza delle forze sociali che hanno sottoscritto questo protocollo di intesa e la partenza della cabina di regia, abbiano espresso un grado di condivisione importante: primo perché non stiamo annunciando una cosa che faremo ma stiamo ratificando una cosa che abbiamo cominciato a fare con un approfondimento straordinario».
«Ogni sindacato e ogni forza datoriale - ha rilevato il governatore - è una competenza, perché quotidianamente si confronta con le problematiche e le criticità del mercato del lavoro. E allora porta al nostro tavolo e al nostro cantiere un sapere pratico utile perchè noi possiamo calibrare le misure da mettere a bando esattamente sui bisogni».
«Su quella domanda di lavoro - ha continuato - che è quasi indice di una crisi latente che è molto forte in Italia». «Poi - ha sottolineato - c'è un fatto storico: non è soltanto il rapporto con il partenariato, ma il fatto che avviene su un terreno sul quale le politiche per il lavoro, per la formazione, per lo sviluppo e la crescita si incrociano».
E «intrecciare competenze, farlo con tutti gli attori della società - ha concluso Vendola - è recitare non sul teatrino della concertazione una specie di minuetto, ma parlare come comunità regionale. Soddisfazione è stata espressa dagli assessori coinvolti nella cabina di regia del Piano del lavoro.
«La collaborazione con le parti economiche e sociali - ha commentato la vice presidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone - è il segno del legame che gli interventi del Piano vogliono avere con il territorio, con tutti gli attori dello sviluppo economico e con tutti i cittadini della Puglia».

Per l’assessore al Welfare Elena Gentile «la cabina di regia mette in atto una strategia che ci permette di non trascurare nessuno dei soggetti in difficoltà, dalle donne, ai giovani, ai precari, a chi è privo di occupazione». «Il legame forte che la cabina di regia crea con le parti economiche e sociali - ha detto l’assessore alla Formazione Alba Sasso - ci assicura scelte efficaci sotto il profilo della formazione».
«Siamo di fronte ad un esperimento di collaborazione che inaugura un nuovo metodo di lavoro», ha concluso l’assessore alle Politiche giovanili e all’Attuazione del Programma Nicola Fratoianni. Soddisfatti anche i sindacati. «Parte la cabina di regia dopo un intenso lavoro di merito in cui abbiamo anche provato a velocizzare il percorso e a dare vita concretamente ai bandi», è il commento di Francesca Abbrescia della Cgil Puglia.
«Dopo la firma si è aperto un cantiere che ora deve diventare una opportunità per un sistema di impresa, sempre più in affanno », ha sottolineato il segretario regionale della Cisl Puglia, Giulio Colecchia. «Ora bisogna lavorare per creare nuovi posti di lavoro in una Puglia dove abbiamo il 34% dei giovani che sono disoccupati e le donne sono nella stessa condizione. Dobbiamo risolvere subito il problema dei giovani e delle donne», ha detto il segretario regionale della Uil Puglia, Aldo Pugliese.
«Ci impegneremo per la concreta realizzazione di obiettivi come il rilancio dell’occupazione femminile, in particolare delle donne over 45, e quella dei giovani attraverso l'auto- imprenditorialità, apprendistato e la formazione », ha affermato il segretario di Ugl Puglia Giuseppe Carenza.

Puglia, ecco cosa prevede il Piano straordinario per il Lavoro. Il Piano straordinario per il lavoro è un grande programma progettato per risollevare l’occupazione. Trecentoquaranta milioni le risorse disponibili, divise originariamente in 43 interventi (ma, per gli accordi presi, senza alcuna rigidità nel numero delle misure), rivolti a 52.035 potenziali destinatari. In particolare alla nuova occupazione sono riservati 269,8 milioni di euro (per 38.335 nuovi posti di lavoro), mentre per la salvaguardia dell’occupazione i milioni di euro impiegati sono 70.9 (per 13.700 potenziali fruitori).
Sei le linee di intervento: Il lavoro dei giovani, Il lavoro delle donne, Il lavoro per l’inclusione sociale; il lavoro per la qualità della vita; Il lavoro per lo sviluppo e l’innovazione; più qualità al lavoro.
Il Piano si rivolge a lavoratori in cassa integrazione, occupati, lavoratori atipici, imprese, disoccupati, donne disoccupate, donne imprenditrici, donne occupate, giovani disoccupati, apprendisti, persone disabili disoccupate, immigrati e richiedenti asilo, ultracinquantenni, lavoratori socialmente utili (LSU), giovani laureati, ricercatori, manager e imprenditori. È stato presentato dalla Regione Puglia l’11 gennaio 2011.
Ad una settimana di distanza, il 18 gennaio, si è svolto l’incontro con le organizzazioni sindacali e il giorno successivo con le associazioni di categoria. Esito di queste riunioni, l’idea di una cabina di regia.

Milleproroghe più furbo che colto. di Gioacchino Lanza Tomasi. Il milleproroghe ha ormai destato perplessità fin nella suprema magistratura. La parte riguardante lo spettacolo conferma in generale quel che si può dire del resto. L'elaborato legislativo non risponde alle necessità del settore, e al suo posto il problema viene rinviato a tempi migliori; nel caso in esame, di due anni.
Le fondazioni liriche, come ho scritto altre volte, non contemplano distinzioni di ruolo fra direzioni e sindacati. Né i soprintendenti né i sindacati possono esser definiti controparte del governo.
Il sistema spettacolo, in particolare quello delle fondazioni lirico-sinfoniche (le sole prese in considerazione dal milleproroghe) è di fatto un sistema di partecipate comunali. E la partecipata comunale, anche dove la Lega impera, nel nostro paese è sovente in odore di clientelismo. Quanto è venuto alla luce nelle opere pie milanesi non è molto differente da quanto si verifica correntemente a Roma (Atac) e nell'Italia meridionale (Napoli servizi o Gesip a Palermo).
Un po' di storia e un po' di cifre. La riforma Dini-Veltroni, passata poi come riforma Melandri (1996), ha trasformato gli enti lirico-sinfonici in fondazioni lirico-sinfoniche, aprendo contestualmente la porta alla dismissione del settore. L'organico e i Ccnl degli enti lirici, allora di diritto pubblico, dovevano esser approvati dal ministero vigilante. Nell'approvare organico e contratti, il Mibac assumeva di riflesso una corresponsabilità nella voce principale di spesa. Le fondazioni sono istituzioni di diritto privato, anche se il consiglio d'amministrazione prevede una maggioranza pubblica e il sindaco ne è presidente per statuto. Allo stesso tempo l'ipotesi salvifica dei soci privati finiva col deresponsabilizzare lo Stato. In breve giro di tempo i fondi privati invece che integrativi furono considerati sostitutivi. Già nel primo anno del nuovo ordinamento (1996) il settore musica subì un taglio dell'8,2% da 325 milioni di euro a 312 milioni. E negli esercizi 2010 e 2011, si è passati da 210 a 129 milioni. A prescindere dal taglio numerario del 60% sul 1996, il taglio comprensivo di svalutazione raggiungeva già il 35% nel 1996 rispetto alla base 1985, oggi sarebbe sull'80 per cento. Chiaramente il recupero di differenze così elevate non sarebbe stato possibile senza un incremento consistente del supporto da parte degli enti locali. Questi hanno per molto tempo fornito una quota ingente di quanto lo Stato toglieva. Quanto ai privati, il recupero è stato vistoso soltanto alla Scala. Sta di fatto che nel 2010 si calcola che le fondazioni lirico-sinfoniche abbiano aumentato la loro esposizione di circa 70 milioni. E si parla di una esposizione totale sui 200 milioni.
I beneficati del milleproroghe sono 13 fondazioni che percepiranno 15 milioni secondo la ripartizione del Fus. Ma quel che ha fatto discutere sono i 3 milioni a testa assegnati a tre istituzioni del lombardo-veneto: L'Orchestra Verdi, la fondazione Teatro alla Scala, la fondazione Arena di Verona. E anche qui la procedura e le motivazioni sono differenti e diverse dall'apparenza.
L'Orchestra Verdi ha una cospicua esposizione con l'Enpals per contributi non corrisposti, e questa somma servirà ad avviare un concordato. È sostanzialmente un contributo di salvataggio. E in tal senso con vari precedenti.
Nel caso della Scala i 3 milioni si tradurranno in un incremento della disponibilità con forbice di 40-400mila euro. Perché se la Scala avesse partecipato a un fondo di 21 milioni assegnato a tutte le fondazioni ne sarebbe uscita con un 14%, o poco meno, atteso che quest'anno si debbono trovare circa 2 milioni per il Petruzzelli di Bari, fino al 2010 sovvenzionato a parte. E il 14% di 21 milioni fa 2 milioni 940mila euro! Il 14% di 19 milioni fa 2,6 milioni. Ora i casi sono due. O la mano destra del legislatore non sa cosa fa la sinistra, oppure si costruisce un appiglio per sanare ipso facto il bilancio 2010 e consentire alla Scala di accedere subito al Pin, la sigla che definirà i teatri di Primario interesse nazionale, quelli che dovranno esser salvati destinando loro una quota maggiore del Fus, nel qual caso gli altri saranno abbandonati agli enti locali. E, in cauda venenum, la Scala potrà motivare a decreto approvato l'aumento dell'integrativo al personale e nuove assunzioni a tempo indeterminato. Gli scaligeri, guarda caso, nell'attesa non scioperano.
L'Arena di Verona sui 3 milioni ne porterà netti a casa 2. Il motivo è qui politico. I meriti artistici dell'Arena appartengono al tempo che fu. Gli spettacoli del 2010 si sono retti su Franco Zeffirelli (la sua regia di Turandot era la zampata di un vecchio leone), le compagnie erano spesso deboli, e il festival infarcito da cantautori è stato presentato da «Lo spettacolo sta per iniziare», una serata dissennata, con arie liriche e altro a volte affidate a dilettanti, massima fra questi Carmen Masola, così celebrata da Antonella Clerici, ideatrice dell'"evento": «La serata vedrà anche il debutto in Arena di Carmen Masola, che interpreterà l'Ave Maria di Schubert. Per la vincitrice di Italia's got talent, amante dell'opera fin da piccola è la realizzazione di un sogno». A norma della legislazione autoritaria la serata è stata trasmessa dalla Rai. I have a dream è stata la parola vincente di Obama. Ma al momento i sogni delle adolescenti italiane hanno corto respiro.

Effetto Libia sui carburanti, aumento record al Sud. di BlogSicilia. 25 febbraio 2011 - L’effetto Libia si abbatte in maniera sempre più pesante sui carburanti nazionali con Eni che rincara i prezzi raccomandati di benzina e diesel di due centesimi.
La benzina ha raggiunto i 975,50 dollari/ton (+11,50), il diesel i 963,25 (poco meno di 20 dollari in più rispetto alla precedente quotazione).
È quanto emerge dal consueto monitoraggio di quotidianoenergia.it, che spiega: “I prezzi praticati sono in forte salita con fisiologici sfalsamenti fra brand in funzione dei reciproci rincari. Oggi restano competitive Totalerg e IP. Intanto, la benzina al Sud è arrivata a 1,565, oltre il record del 2008″.
Nel dettaglio, la media dei prezzi praticati della benzina (in modalità servito) va dall’1,521 euro/litro degli impianti IP e Tamoil all’1,536 dei punti vendita Eni (no-logo a 1,445 euro/litro).
Per il diesel si passa dall’1,410 euro/litro delle stazioni di servizio Tamoil all’1,426 rilevato negli impianti Eni (le no-logo a 1,355).
Il Gpl, infine, si posiziona tra lo 0,789 euro/litro registrato nei punti vendita Eni allo 0,799 euro/litro degli impianti Q8 (0,771 euro/litro le no-logo).

Libia: Tripoli annuncia aiuti al popolo e aumento salari. 10:04 25 FEB 2011. (AGI) - Tripoli, 25 feb. - Il governo libico, che tenta disperatamente di aggrapparsi al potere e fronteggiare la rivolta popolare, ha deciso di aumentare i salari, concedere aiuti alimentari e assegni famigliari. Lo ha annunciato la televisione di Stato. Ogni famiglia -ha precisato l'emittente- ricevera' 500 dinari libici (290 euro), per fronteggiare l'aumento dei prezzi del cibo e gli stipendi di alcune categorie del settore pubblico aumenteranno del 150%.

Lavoro, occupazione giù in grandi imprese. Nel 2010 è diminuita dell'1,6% rispetto al 2009. Lo rileva l'Istat, senza cassa integrazione il calo è dell'1%. ROMA  - L'occupazione nelle grandi imprese nel 2010 è diminuita dell'1,6% rispetto al 2009. Lo rileva l'Istat precisando che il dato è al lordo della cassa integrazione. Al netto della cassa l'occupazione nel complesso delle imprese con oltre 500 dipendenti è diminuita dell'1%.
L'occupazione nelle grandi imprese a dicembre è rimasta invariata rispetto a novembre ed è diminuita dell'1,1% su dicembre 2009 rispetto a dicembre 2009. Lo comunica l'Istat precisando che il dato è al lordo della cassa integrazione. Al netto della cassa integrazione l'occupazione è aumentata dello 0,2% rispetto a novembre ed è diminuita dello 0,6% rispetto a dicembre 2009.

Confcommercio: tasse al 51% se si pesano anche servizi pubblici.
25 febbraio, 11:12. ROMA - La pressione fiscale italiana si è attestata sotto il 43% nel 2010, anche se rimane su quei livelli già dal 2007. Ma, se si misurano anche i servizi forniti dal settore pubblico, a parità di performance di spesa, l'Italia balza al primo posto tra 17 grandi paesi di tutto il mondo, con una "pressione fiscale comparabile" che si attesta al 51%, il doppio di Giappone e Stati Uniti. E' quanto calcola l'Ufficio Studi di Confcommercio nel rapporto "Economia, lavoro e fiscalità nel terziario di mercato" nel quale si propone la ricetta di "meno fisco e più lavoro". L'osservatorio, esaminando le dinamiche dell'occupazione nel paese, mette in risalto che il settore dei servizi privati ha consentito di assorbire manodopera e di cedere solo minime quote di occupazione, grazie a quasi 70 mila posti di lavoro in più ottenuti nel primo semestre del 2010.

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