domenica 27 febbraio 2011

Federali del Mattino. Nella diffusa insicurezza in cui si trova la nostra società che si accinge a celebrare i 150 anni dell'unità d'Italia, e alla luce degli accadimenti in atto nel nord Africa, è necessario restituire efficacia sostanziale allo Statuto speciale. Il dipendente diventa anche padrone. Sono dati che fanno riflettere e che richiamano con forza la necessità di carburare il motore imballato delle politiche di riequilibrio territoriali, ridefinendo a concentrando le priorità di intervento, riqualificando procedute e meccanismo di progettazione. Glockenkarkopf sarebbe la modifica più logica e riparatrice. In Italia troppi handicap. 27 febbraio 2011.

Sezione Forza Oltre padania, ma dov’e’ Luis?:
Bozen. Pdl: sui monumenti La Russa «smentisce» Bondi.
Bozen. Forum Pace: Vetta d'Italia diventi Vetta d'Europa.
Trento. Carne d'orso nel menù.
Aosta. L'autonomia incompiuta della Valle d'Aosta.

Sezione mini top ten bonus e handicap:
Pavia. I mini affitti delle case Asp.
Venezia. Il Veneto aiuterà le ditte in cui il dipendente diventa anche padrone.
Parma.  Indicatori economici: Parma è nella top ten. Il Mezzogiorno continua ad arrancare.
Firenze. Ferrovie: 'bonus neve' in pagamento dal 25 marzo.
Roma. Berlusconi: in Italia troppi handicap.
Bozen. Pdl: sui monumenti La Russa «smentisce» Bondi. BOLZANO. L'accordo Bondi-Durnwalder sui monumenti d'epoca fascista in Alto Adige "è inattuabile, eccetto per il bassorilievo di Mussolini, senza l'intesa del ministero della Difesa". Lo afferma il deputato del Pdl, Giorgio Holzmann, primo firmatario di un'interrogazione al ministro della cultura, sottoscritto da cinquanta parlamentari del suo partito. "Il ministro della difesa - riferisce Holzmann - mi ha assicurato di non avere alcuna intenzione di rilasciare permessi per l'installazione di targhe che non rispettivo la verità storica e siano solo mezzo di speculazione politica". "Non condivido e non comprendo la necessità di apporre una targa presso gli ossari, che sono luoghi in cui si ricordano i caduti, anche austriaci - prosegue il deputato - semmai se di storicizzazione si vuole parlare, questa può andare bene per il bassorilievo".
Holzmann annuncia che una soluzione potrebbe, invece, essere in vista per il monumento all'alpino di Brunico: "Il comune sta pensando alla costruzione di un nuovo monumento ed il presidente Durnwalder mi ha detto che la Provincia potrebbe anche finanziarlo. Il vecchio monumento ricorda gli alpini caduti in Abissinia. Se ne potrebbe costruire uno nuovo, più attuale, per onorare gli alpini che sono stati inviati in missioni di pace in numerosi Paesi e sono intervenuti in aiuto alla popolazione in occasioni di catastrofi naturali".
Un "no" Holzmann lo riserva, infine, alla proposta di realizzare al monumento alla Vittoria un museo dell'antifascismo: "Sarebbe un messaggio negativo, di divisione fra gli italiani fascisti e cattivi e i sudtirolesi vittime e buoni. Meglio pensare ad un museo sulla prima guerra mondiale. In questo caso il messaggio sarebbe positivo, perchè diremmo che qui ci sono due popoli che si sono combattuti ma oggi convivono pacificamente".
Bozen. Forum Pace: Vetta d'Italia diventi Vetta d'Europa. BOLZANO. Lanciata dai Verdi altoatesini, trentini e tirolesi, la proposta di rinominare "Vetta d'Europa" la Vetta d'Italia trova l'appoggio dell'Anpi del Trentino e dell'Alto Adige, del Forum trentino per la pace e del Punto Pax Christi di Bolzano. In un documento congiunto, le quattro organizzazioni, auspicando che si ponga "rimedio alla volontà sopraffattrice della dannosa dottrina del fascista Tolomei", affermano di trovare "apprezzabile la proposta dei Verdi di concludere positivamente ogni disputa sui toponimi, cambiando anche il nome alla Vetta d'Italia con Vetta d'Europa - Europas Gebirge". Vetta d'Italia è l'unico toponimo, su oltre cinquecento, sul quale non è stato trovato un accordo nella commissione incaricata di esaminare i toponimi da porre sui sentieri di montagna dell'Alto Adige. "Il ritorno al nome originario della montagna di Glockenkarkopf sarebbe la modifica più logica e riparatrice - si legge nel documento dell'Anpi, del Forum per la Pace e di Pax Christi - ma sarebbe comunque un bene che si trovasse una soluzione unificante, denominando la vetta con un nome di pace".
Trento. Carne d'orso nel menù. Lav sul piede di guerra. 26/02/2011 16:32. LEDRO - La carne d'orso (evidentemente d'importazione) fa capolino nel menù di un ristorante ledrense. E la Lav, la Lega antivivisezione, critica duramente la scelta del ristoratore ledrense.
 «Nonostante la grande varietà di piatti vegetariani e vegani, tradizionali e non, che un locale può offrire, un ristorante propone addirittura carne di orso nel proprio menù. L'orso bruno è una specie a "basso rischio". Tuttavia ciò non significa che il rischio di estinzione sia nullo: vi sono specie il cui declino è però rapidissimo, e l'orso bruno sembra rientrare in questa categoria.
L'orso, originariamente diffuso in tutta Europa, ora è presente solo in alcune zone dell'Europa continentale in gruppi isolati. La maggior parte di questi animali si concentra in Slovenia e in Croazia, dove gli orsi sono uccisi a centinaia ogni anno.
La Lav del Trentino teme che l'importazione di carne d'orso possa favorire pratiche di bracconaggio, che potrebbero essere letali per una specie già pesantemente cacciata nelle poche aree in cui ancora ha una presenza consistente. L'orso nella cultura europea è simbolo di forza e potenza. Tuttavia, di fronte al fucile di un cacciatore, egli è inerme come tutti gli altri animali; questo tipo di caccia è particolarmente innaturale, poiché prende di mira un animale che mai e poi mai é stato preda in natura».
«Purtroppo quasi tutti i ristoranti presenti nel nostro territorio propongono pietanze contenenti carne, pesce e derivati animali - conclude Silvia Gelmini, responsabile Lav del Trentino - tale abitudine rischia di ridurre tutto il mondo faunistico in una semplice risorsa alimentare per l'uomo. Sarebbe auspicabile che i ristoranti sostituissero i piatti a base di carne con alimenti vegetariani e vegani».
Aosta. L'autonomia incompiuta della Valle d'Aosta. 26/02/2011. AOSTA. L'autonomia speciale della Valle d'Aosta compie 65 anni, mentre lo Statuto - vale a dire la Costituzione valdostana - di anni ne compie 63. Scrivere oggi dei due anniversari inevitabilmente si diventa ripetitivi perché l'autonomia non è ancora stata completata. Per dirla alla Begnini è ancora minorenne. Fino a qualche anno fa, più che una Regione a Statuto Speciale per retaggio culturale la Regione era considerata un supercomune. E' dunque necessario, come fa intendere il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, che l'autonomia valdostana sia riletta in una chiave modernizzatrice che, fermi restando i suoi punti qualificanti, permetta di far inserire compiutamente e propositivamente la Valle d'Aosta nell'Europa. Ricordare le due date significa, anche oggi che si parla di federalismo fiscale e comunale o meglio ancora di Stato federale, riaffermare i capisaldi del nostro autogoverno e la validità della nostra specificità.
Nel 1948 l'Assemblea Costituente e il Ministro Luigi Einaudi, in rappresentanza del Governo, vollero decretare e costruire un'autonomia totale, finanziaria e non solo amministrativa come quella stabilita nel '45. "Ma una vera autonomia - come disse un Presidente della Giunta - deve essere anche morale e basata sulla coscienza profonda della nostra identità e delle nostre tradizioni culturali, politiche e religiose".
Nella diffusa insicurezza in cui si trova la nostra società che si accinge a celebrare i 150 anni dell'unità d'Italia, e alla luce degli accadimenti in atto nel nord Africa, è necessario restituire efficacia sostanziale allo Statuto speciale, riformare le istituzioni e le strutture della Repubblica, ma occorre pure guardare all'Europa: non ad un'Europa delle imposizioni, dei tagli (come è avvenuto con i buoni benzina), degli interventi dirigistici, ma all'Europa capace di consentire un'effettiva partecipazione, organizzativamente garantita, delle varie realtà regionali e nazionali, e capace di interventi razionali che impediscano ai grandi interessi consolidati una politica di rapina a danno dei più piccoli e dei meno forti.
Aostaoggi.tv ha voluto contribuire alla conoscenza della Carta Costituzionale valdostana con la realizzazione del programma, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio Valle: "Pillole di Statuto" che, con la consulenza di Fabrizio Gentile e Silvia Carrel, rispettivamente, Direttore dell'Ufficio legislativo e Capo Ufficio stampa del Consiglio, ha l'obiettivo di diffondere tra le giovani generazioni il valore dello Statuto Speciale della Valle d'Aosta. Il programma sarà in rete nei prossimi giorni.
Pavia. I mini affitti delle case Asp. Trilocale in piazza S. Teodoro, meno di 500 euro al mese. PAVIA. Venti appartamenti in una palazzina dei primi del Novecento di proprietà del Pertusati (e oggi dell'Asp). Con vista sui binari e sul deposito delle Ferrovie, gomito a gomito con la stazione degli autobus. Ma con affitti bassi. Convenientissimi se si considera che viale Trieste è praticamente centro. E per 120 euro di canone mensile su 73 metriquadri si chiude anche un occhio quando i pullman sbuffano nuvole nere di gasolio.
«Certo, l'affitto è basso - ammette un residente - ma la manutenzione è inesistente. L'ho sempre fatta io, pagando di tasca mia. Qui comunque non ci sono personaggi di spicco come accade a Milano al Trivulzio, c'è solo gente comune».
Una buona parte dipendenti dell'ente in pensione che hanno diritto a qualche punto in più nella "graduatoria" per l'assegnazione. Sono venti gli appartamenti nello stabile di inizio secolo, con 7 garage, a un passo dai treni in viale Trieste. In una zona dove un bilocale, sul mercato immobiliare cittadino, arriva anche a 500-600 euro. La palazzina è una fetta del patrimonio immobiliare dell'Azienda servizi alla persona che, tra lasciti di privati a Pertusati e Gerolamo Emiliani e immobili dell'ex Ipab, gestisce qualcosa come 57 case e un terreno in quel di Montescano.
La casa più prestigiosa è in piazza San Teodoro 2, nel seicentesco palazzo Sfondrini che occhieggia sullo slargo davanti alla basilica con il suo androne dal soffitto a cassettoni. Centometriquadrati a 5.738 euro di canone annuo, poco più di 478 euro al mese. «L'inquilino è ancora lo stesso che avevamo trovato al momento del lascito, nel '96 - dice Maurizio Niutta, direttore generale dell'Asp -. E abbiamo ritoccato di poco l'affitto, ma le condizioni interne non sono cambiate, non c'è stata ristrutturazione».
«I nostri affitti troppo bassi? Non direi - prosegue - Applichiamo un accordo tra Comune, sindacati degli inquilini e proprietà per avere uno sconto su Ici e Ires».
«Se fosse sul mercato un trilocale in centro oscillerebbe tra gli 800 e i 1000 euro» dice Davide Bisi, vicepresidente della Fimaa, la federazione delle agenzie immobiliari della provincia. Ma è vero, spiega, che sempre più proprietari, condizionati dal mercato in flessione, sono inclini a sottoscrivere questo patto. In piazza San Teodoro il Pertusati aveva ereditato anche un alloggio di 30 metriquadri (1895 euro all'anno) e un magazzino, ricavato da un bagno in comune, di poco più piccolo.
Scade tra un anno l'affitto di un monolocale di via Marconi 8: 44 mq a circa 160 euro al mese. Tra i canoni più bassi dell'Asp. Cifre che, invece, per l'Aler rappresentano le vette del massimo imponibile: per 70 metriquadri in porta Calcinara una famiglia con un solo componente che lavora (e che raggiunge un reddito di 17-18mila euro) paga 210 euro al mese. Al Vallone, sempre in alloggi Aler a canone Erp, un pensionato con 14mila euro di reddito versa per un bilocale di 50 metriquadri circa 80 euro. Ma la media è di 30-40 euro di canone mensile.
«Abbiamo un alloggio sfitto in via Amati e non abbiamo ancora trovato l'inquilino - dice Niutta -. Forse perché chi ha disponibilità cerca di acquistare e chi invece non ne ha se può si orienta su prezzi ancora più bassi». Per trovare altre proprietà dell'Azienda servizi alla persona (proventi del centro per disabili Gerolamo Emiliani di via Vivai) bisogna comunque cambiare quadrante. In zona viale Cremona. In via Amati l'ente dispone di 9 appartamenti in una costruzione a "vela", realizzata nel 1975. Qui per 73 metriquadri e un box di 13 si sborsano circa 350 euro mensili. Ed è qui che l'Asp ha l'unico alloggio ancora libero con box a un canone annuo di circa 6mila euro.
In via Nepote, piccola traversa di viale Cremona, l'azienda possiede tre palazzine gemelle, che facevano parte del patrimonio del Gerolamo Emiliani. In tutto 16 appartamenti dove chi paga di più versa 373 euro per 83 metriquadri e il box per l'auto.
«Dal 2004 la gestione del patrimonio è trasparente per tutti i cittadini - dice il presidente dell'Asp Sergio Contrini -. Tutto quello che è stato incamerato è stato reinvestito. Rimane solo una porzione di 218 metri quadrati all'interno dell'ex Santa Margherita per la quale abbiamo già presentato richiesta di variazione di destinazione d'uso». Un passaggio necessario per la vendita. Rimangono poi altre 2 case in strada Vigne di Mirabello, una in viale Matteotti ristrutturata nel'94 (70 metri per 6mila euro annui il cui contratto scade a dicembre di quest'anno) e un edificio in via Vivai affittato all'Azienda ospedaliera per 104mila euro all'anno.
Venezia. Il Veneto aiuterà le ditte in cui il dipendente diventa anche padrone. LA SENTENZA. Bocciato il ricorso dello Stato. Bonfante (Pd): «Adesso Roma faccia lo stesso» La Corte costituzionale approva la legge varata un anno fa in Regione Zaia: «È federalismo concreto: agiremo così anche coi nuovi tributi» 26/02/2011. VENEZIA
La Corte costituzionale ha detto sì: la Regione Veneto può concedere agevolazioni e sconti fiscali alle aziende in cui i dipendenti partecipano «alla proprietà e alla gestione d'impresa». Il Governo aveva fatto ricorso, ma ieri la sentenza ha dato il via libera alla Regione.
La legge, approvata un anno fa (era Galan), offre aiuti sia per le aziende, sia per i lavoratori, nel caso in cui appunto i dipendenti siano stati coinvolti nella proprietà dell'azienda stessa: sono previste varie modalità possibili di farli diventare "soci". Per le imprese sono previste agevolazioni creditizie, esenzioni e vantaggi fiscali, per i lavoratori la possibilità di accedere a prestiti agevolati e ottenere esenzioni e riduzioni tributarie, oltre che una garanzia assicurativa o bancaria in grado di proteggerli dal possibile rischio di insolvenza o fallimento dell'impresa. La norma però impone che «l'offerta di partecipazione finanziaria dei lavoratori non può essere inferiore a un decimo del capitale delle società o imprese», che l'offerta di partecipazione va fatta a tutti i dipendenti e che il numero di lavoratori coinvolti nella gestione «non può essere inferiore a un decimo dei soggetti occupati nella società o l'impresa».
«Con questa sentenza - sottolinea il governatore Luca Zaia - l'Alta Corte va nella direzione da noi auspicata a più riprese della maggiore autonomia possibile dei territori. In questo caso nel sostegno allo sviluppo economico e imprenditoriale e al coinvolgimento dei lavoratori nei processi produttivi e gestionali. È un passo avanti importante verso quello che io amo definire il federalismo sostanziale».
La Corte riconosce al Veneto la volontà «di operare nell'ambito della propria competenza», offrendo agevolazioni sui tributi solo quando c'è riconosciuta competenza regionale. E poi anche, «si badi bene - rimarca Zaia - riguardo a "tributi propri della Regione", quelli cioè che potranno essere istituiti e disciplinati con legge regionale. Quest'ultima precisazione sta a confermare che nel momento in cui si concretizzerà il federalismo fiscale la Regione potrà finalmente godere di piena autonomia anche nel concedere agevolazioni tributarie ai lavoratori veneti».
Sulla vicenda interviene anche il Pd con Franco Bonfante, oggi vicepresidente del Consiglio regionale che - afferma una nota diffusa dal partito - è stato «un padre ispiratore della legge stessa, pensata per favorire la partecipazione diretta dei dipendenti anche nelle piccole e medie imprese venete ed aumentarne la produttività e la competitività».
Il Veneto adesso si trova ad essere l'unica Regione ad aver introdotto questa norma e «a questo punto oltre ad essere riconosciuta la piena legittimità della normativa, si apre la strada per l'adozione della legge anche a livello nazionale» dice Bonfante, che sfida il Governo ad agire. «La normativa tra le altre cose stabilisce che ad avere diritto ad intraprendere questa strada non saranno esclusivamente i dipendenti stabilizzati, ma anche quelli con contratto a tempo determinato, quelli interinali e gli atipici, oltre che i lavoratori a riposo e quelli delle società collegate».P.E.
Parma.  Indicatori economici: Parma è nella top ten. Il Mezzogiorno continua ad arrancare. Il divario rispetto al Centro-Nord rimane «elevato» ed emerge, con la crisi economica, «in tutta la sua gravità». A fotografare il gap di sviluppo del Sud Italia sono gli 'Indicatori economici e sociali regionali e provinciali' elaborati dall’area Mezzogiorno di Confindustria.
Gli indicatori dell’associazione degli industriali non lasciano spazio a dubbi. Le prime posizioni della graduatoria - elaborata tenendo conto del pil procapite ma anche degli aspetti sociali e di qualità delle vita delle province italiane (dall’occupazione ai depositi bancari, dagli anni di studio ai consumi di energia) – sono occupate quasi esclusivamente da città del Nord. Mentre all’estremo opposto si trovano solo città del Sud.
 Posta uguale a 100 la media nazionale del periodo 2008-2009, l'indicatore sintetico raggiunge un valore di 113,2 nel Centro Nord, mentre si ferma a 75,0 nel Mezzogiorno. Al vertice dello sviluppo nazionale si trova Milano, con un valore del 45% rispetto alla media (145,16 punti). Seguono nella top ten Rimini, Trieste, Verona, Ravenna, Aosta, Bologna, Parma, Reggio Emilia e Mantova.
Firenze e Roma, rispettivamente al quindicesimo e al sedicesimo posto, guidano invece la pattuglia delle province del Centro Italia, seguite da Lucca (22esima) e Ancona (23esima).
All’estremo opposto della graduatoria ben 15 province, tutte del Mezzogiorno, presentano valori dell’indicatore inferiore di 30 punti alla media nazionale e di oltre 43 punti rispetto alla media del Centro Nord. Fino ad arrivare ai casi quasi limite di Enna e Vibo Valentia che raccolgono solo 61 punti, 84 in meno rispetto a Milano.
Complessivamente emerge un ritardo del Mezzogiorno rispetto al Centro Nord di poco inferiore ai 40 punti percentuali, «a riprova – commenta la vicepresidente di Confindustria Cristiana Coppola – della severità con la quale la recessione ha colpito il Sud: in questa parte del Paese – continua – il prodotto lordo misurato nel 2009 risultava infatti ancora inferiore dello 0,3% al livello raggiunto all’inizio del decennio».
«Sono dati che fanno riflettere e che richiamano con forza la necessità di carburare il motore imballato delle politiche di riequilibrio territoriali, – sollecita ancora Coppola - ridefinendo a concentrando le priorità di intervento, riqualificando procedute e meccanismo di progettazione, puntando ad una rapida attuazione degli interventi»
Firenze. Ferrovie: 'bonus neve' in pagamento dal 25 marzo. Dei cosiddetti 'bonus neve' potranno beneficiare i pendolari toscani che a causa della tempesta dello scorso 17 dicembre hanno subito disagi. Il bonus avrà un valore crescente fino a un massimo di 25 euro. Firenze, 26 febbraio 2011 - I rimborsi ferroviari straordinari per i disservizi causati dalla nevicata del 17 dicembre scorso, andranno in pagamento dal prossimo 25 marzo. Dei così detti 'bonus neve' potranno beneficiare i pendolari toscani che a causa della neve hanno subito disagi.
Il bonus, che avrà un valore crescente fino a un massimo di 25 euro in base alla fascia chilometrica di destinazione, potrà essere richiesto in tutte le biglietterie ferroviarie e avrà la forma di uno sconto sull'acquisto di nuovi biglietti ferroviari o dell'abbonamento per il mese di aprile.
Le stime indicano che complessivamente potranno usufruirne circa 60.000 cittadini. Dopo l'accordo raggiunto tra il presidente della Regione Enrico Rossi e l'ad delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, il rimborso è a carico della Regione Toscana, ma resta aperto il contenzioso tra la stessa Regione e le Fs sulla multa di 1.300.000 mila euro inflitta dalla Regione a Ferrovie per i ritardi e i disagi del 17 e 18 dicembre. Per la prima volta, ricorda una nota della Regione, viene rimborsato non solo il valore del danno subito per le corse perse, ma vengono considerati anche se parzialmente i disagi causati dall'interruzione del servizio ferroviario.
''E' un segno di attenzione finalmente concreto verso i pendolari, che in quei due giorni hanno dovuto sopportare interminabili ore di attesa e disagi notevolissimi'' ha commentato il presidente Rossi. E resta in piedi anche l'azione avviata dalle Associazioni dei consumatori contro le Fs: un nuovo incontro tra Associazioni, Regione, Rfi e Trenitalia si svolgerà nei prossimi giorni.
Roma. Berlusconi: in Italia troppi handicap. 'Dobbiamo restare al governo, con elezioni i Bot sono a rischio'. (ANSA) - ROMA, 26 FEB - La crescita bassa dell'Italia e' dovuta ai 'molti handicap' del Paese, come il debito pubblico, una pubblica amministrazione e una giustizia civile inefficienti o la mancanza di centrali nucleari che fanno salire il costo dell'energia. Lo ha detto Berlusconi, spiegando che sono tutti problemi rispetto ai quali 'il governo non ha la bacchetta magica'. 'Noi dobbiamo restare a governare perche' le elezioni sarebbero negative anche per i 250 miliardi di debito in titoli', ha aggiunto il premier.
 

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