domenica 27 febbraio 2011

Mezzogiorno della Sera, politica economica e finanza pubblica. 27 febbraio 2011

Chieti. La scala mobile deve tornare a funzionare.

San Benedetto del Tronto. Rinnovamento del Mercato Ittico.

Catania, sequestrati 1400 chili di pesce cinese.
Basilicata, la piaga è il lavoro nero.

Napoli. «Roma pensa troppo al Nord».

Se vince l'egoismo leghista il nuovo sistema parte monco.

Larino. Molise. 27/02/2011 - comitato pro vietri: "tagli sanita’, investimenti in politica".

Mazara del Vallo. Ancora ambulanti che minacciano il suicidio.

Molise. 27/02/2011 - statuto, d’Ascanio: "sì all’abrogazione della legge regionale".
Chieti. La scala mobile deve tornare a funzionare. Questa volta a chiedere la riparazione della struttura è Confcommercio.
di Jari Orsini. CHIETI. Scala mobile ferma da giugno, si susseguono le proteste. Questa volta è Confcommercio a lanciare l'allarme. «In tutti questi mesi abbiamo pazientato e siamo rimasti in silenzio nella speranza che il Comune facesse ciò che era stato promesso. Purtroppo - lamenta Angelo Allegrino, presidente provinciale Confcommercio Chieti - si continua a rinviare la ristrutturazione della scala mobile creando disagi alla città e ai commercianti che la popolano».  In effetti il perdurante immobilismo della scalinata a motore che collega il terminal bus di via Gran Sasso al centro storico ha mandato in ambasce la mobilità del colle. Gli automobilisti non parcheggiano più al terminal per evitare di sobbarcarsi un'impervia salita a piedi, le macchine si ammassano lungo le anguste vie del centro ostruendo spesso il transito dei mezzi pubblici, e i commercianti denunciano una preoccupante fuga della clientela che, ovviamente, preferisce la comodità dei centri commerciali, dove i parcheggi abbondano.  La situazione, secondo Confcommercio, si è fatta insostenibile. Per questo l'associazione di categoria chiede al Comune di affrettare i tempi di ripristino delle rampe a motore della scala mobile.  L'amministrazione comunale dovrebbe appaltare il restyling della scala a giorni. Ma Confcommercio ricorda come siano in arrivo manifestazioni e ricorrenze che riversano ogni anno sul colle migliaia di persone.  E' il caso, ad esempio, della solenne processione del Venerdì Santo che si svolgerà tra meno di due mesi. Senza una scala mobile funzionante, sostiene Confcommercio, potrebbe essere problematico accogliere i visitatori al meglio considerando l'annosa carenza di posti auto sulla parte alta della città.  Bisogna fare in fretta, quindi, evitando di temporeggiare ancora. «Sappiamo che i lavori di ristrutturazione della scala verranno affidati a breve. Però - riprende Allegrino - vogliamo conoscere il reale crono programma degli interventi da eseguire che dovranno essere rapidi ed efficienti».



San Benedetto del Tronto. Rinnovamento del Mercato Ittico. San Benedetto del Tronto | La proposta di un rinnovamento della gestione del Mercato Ittico è dettata dalla assoluta necessità di far fronte alla grave crisi che da anni attanaglia le nostre marinerie. di Nazzareno Torquati. Crisi dovute a tante concause che sono ormai conosciute da tutti e che non sono qui nuovamente ad elencare. Lo stock adriatico dei prodotti ittici al pari di quasi tutti i mari del mondo è seriamente intaccato e solo un grande sforzo di sostenibilità della risorsa potrà garantire un riequilibrio del settore.
Oggi, in attesa che vengano intraprese azioni concrete a sostegno del settore, urge la necessità di affrontare la crisi con tutte le iniziative possibili e la nostra Associazione, con il suo presidente Pietro Merlini, ha individuato tre forme di intervento da mettere immediatamente in campo se si vuole salvare le imprese ed evitare un tracollo.
Una prima iniziativa riguarda un' azione di grande risparmio sulla gestione contrattando i servizi e le forniture ed ottenere così una forte riduzione dei costi senza mettere a repentaglio la sicurezza in mare. La seconda è quella di riuscire a vendere bene il pescato riducendone la cattura con iniziative volte ad arrivare al consumatore accorciando la filiera e con operazioni di asta che fissino i prezzi minimi e pratichi il rialzo del prezzo.
La terza è quella di difesa del nostro pescato dalla fortissima concorrenza del pescato similare di importazione che porta ad una disturbativa di mercato non più tollerabile. Così come è organizzato il nostro Mercato questo tipo di operatività a carattere imprenditoriale è impossibile da realizzare e per questo risulta urgentissimo provvedere ad una nuova riorganizzazione con un intervento, non di immediata privatizzazione dell' intera struttura come è stato male interpretato, di una società quale la Multiservizi, che è al 100% pubblica, con la quale potremo nel giro di pochi mesi mettere in campo, insieme ai commercianti, azioni fortemente incisive ed innovative senza un peso opprimente della burocrazia comunale.
Dichiarazioni come quelle rilasciate da altre organizzazioni sulla tempistica elettorale sono insensate e fuori luogo considerando le emergenze in atto.
Per questo contiamo sulla solidarietà ed attenzione del sindaco, che in ogni occasione ribadisce la centralità del lavoro in mare,al quale abbiamo chiesto un incontro risolutore nella prossima settimana. Ora bisogna dimostrarlo nei fatti. 25/02/2011

Catania, sequestrati 1400 chili di pesce cinese. di Markez. 26 febbraio 2011 - Sequestrati, in pessimo stato di conservazione  dai carabinieri di Catania, millequattrocento chilogrammi di prodotti ittici e alimentari provenienti dalla Cina,  in un deposito della Zona Industriale di Catania. Denunciate quattro persone, due italiani e due cinesi.  I militari sono arrivati ad un negozio all’ingrosso denominato “Cina mercato” seguendo un autoarticolato proveniente da Prato. A compiere l’operazione sono stati i carabinieri della compagnia di Fontanarossa in collaborazione con il Nucleo antisofisticazione e sanità, il nucleo carabinieri presso l’Ispettorato del Lavoro ed i veterinari dell’Asp 3 di Catania.
I denunciati sono i due gestori dell’esercizio commerciale e i due autotrasportatori, bloccati mentre stavano scaricando la merce, che era occultata tra capi di abbigliamento.
Nei confronti dei gestori sono state elevate sanzioni amministrative per 18 mila euro. Tra la merce sequestrata 42 chilogrammi di meduse, 1.200 chilogrammi tra pesce e carne dei quali non è stato possibile individuare la provenienza perché privi di etichetta, e 130 chilogrammi di generi alimentari con indicazioni in cinese e prodotti con etichette contraffatte. La merce, molto deteriorata, è stata distrutta su disposizione dell’autorità giudiziaria.

Basilicata, la piaga è il lavoro nero. POTENZA – “La Basilicata, secondo l’Istat, è la seconda regione italiana nella poco onorevole classifica del lavoro sommerso”. Lo ha detto, in una dichiarazione, il segretario regionale della Cisl, Nino Falotico, sottolineando che “il 20,4 per cento delle cosiddette unità di lavoro sono nella nostra regione irregolari (riferito al 2008), un dato che classifica la Basilicata dietro la sola Calabria (26,6%) e che è superiore sia alla media nazionale (11,9%) sia a quella delle regioni meridionali (18,3%)”.
“Il settore dove è maggiormente diffuso il ricorso al lavoro sommerso – ha continuato – è sempre l’agricoltura dove circa un quarto della manodopera è irregolare. Rispetto al 2007, rivela sempre l’Istat, in Basilicata il ricorso al lavoro irregolare è aumentato di oltre un punto percentuale. Per Falotico, si tratta “di una piaga sociale che tiene sotto scacco i lavoratori e danneggia le imprese che rispettano le regole. Il triste primato vantato dalla Basilicata in fatto di lavoro nero e grigio pone un serio interrogativo sulla reale efficacia dei controlli preventivi e del sistema sanzionatorio. La crisi economica – ha proseguito il segretario della Cisl - non può essere usata a pretesto per aggirare le regole e inquinare il mercato con pratiche di dumping sociale. La rimodulazione delle attività di ispezione e controllo avviata negli ultimi tempi è una condizione necessaria ma non sufficiente per contrastare un fenomeno che sta assumendo un carattere strutturale. Servono più risorse e più personale altrimenti le buoni intenzioni restano solo sulla carta”. Secondo Falotico, “è necessario intensificare qualità e quantità dell’azione ispettiva e creare allo stesso tempo le giuste misure disincentivanti per favorire l’emersione e la regolarizzazione del lavoro irregolare. In questo senso sarebbe utile attivare uno specifico credito d’imposta per le aziende che emergono e regolarizzano le posizioni lavorative nell’ambito di una più generale e strutturale riforma del fisco che riduca la pressione fiscale sul lavoro, così come più volte auspicato dalla Cisl, non ultimo nel corso della recente mobilitazione dello scorso 11 febbraio. Un fisco che – ha concluso Falotico - ambisca ad essere più equo e selettivo deve premiare chi rispetta le regole e punire pesantemente chi le aggira per procurarsi un indebito vantaggio sul mercato”.

Napoli. «Roma pensa troppo al Nord». NAPOLI. «I tagli lineari e le delibere del Cipe, che in periodo di crisi si sono indirizzate tutte al Nord, penalizzano il Sud e la Campania». Il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, è duro contro il Governo e ricorda che «stiamo compiendo uno sforzo notevole per risanare i conti. Il Piano per il Sud? Uno strumento fondamentale, ma oltre alle risorse ci vogliono anche i progetti. E noi lavoriamo per questo». Poi, sul federalismo: «Può essere importante se tutti partono alla pari». E sui rifiuti: «Napoli ora è pulita, ma ha ragione Cesaro quando dice che è difficile trovare discariche in provincia ». Oggi, intanto, parte la maratona per l’approvazione del bilancio regionale. Nel maxiemendamento, pur snellito, restano i contributi a pioggia. E Caldoro non esclude, come anticipato dal Roma qualche giorno fa, il ricorso alla fiducia.

Se vince l'egoismo leghista il nuovo sistema parte monco. Int. Giuseppe Scopelliti [Turno Roberto] INTERVISTA. Giuseppe Scopelliti, governatore della Calabria, non esita a contestare il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, che non
accetta di cambiare il metodo di riparto dei fondi - 106,5 miliardi per il 2011 - ad asi e ospedali oggi conteggiato in base
alla pesatura dell'eta’ della popolazione. Ma sulla partita della sanita’ - snodo cruciale del federalismo - tutto il sud anche
con i suoi parlamentari, assicura Scopelliti, sara’ compatto: Subito nuove regole o sara’ rottura.
Presidente Scopelliti, fisco regionale e costi standard sanitari sono in bicamerale. Preoccupazioni?
Il grande problema oggi la carenza di
dialogo e di disponibilita’ nella conferenza dei presidenti da parte di alcune regioni su temi fondamentali. Questo crea
fibrillazioni e lascia campo a conflitti anche all'interno del parlamento. I parlamentari calabresi, come quelli campani,
sanno bene che oggi ci stiamo giocando una partita che non e’ piu’ quella di un tempo, quando si diceva: "Accontentiamo
le regioni del sud perche’ hanno bisogno". Qui non e’ un fatto di bisogno: c'e’ la necessita’, subito, di riscrivere le regole
perche’ quelle di oggi sono a tutto vantaggio del Nord. Vanno ritrovati il dialogo e una nuova stagione di concertazione.
Parla soprattutto del rebus della sanita’?
Certo, ma non solo. C'e’ una tendenza a mostrare piu’ una posizione di arroganza che di capacita’ di dialogo. E questo non aiuta nel suo complesso il federalismo.
Nomi e cognomi: chi si mette di traverso?
Oggi il problema rappresentato dalla posizione del presidente Zaia che non mette il Veneto nella posizione
di fare squadra e che neppure trova grande condivisione. I criteri di riparto per la sanita’ aiutano scandalosamente il
nord. Ne servono di nuovi, a cominciare dalla deprivazione, come ha detto l'Oms e ha riconosciuto l'Agenas. Ora
vanno riscritte le regole.
Non e’ che il sud, e la Calabria in partcolare, sulla sanita’ si presenti esattamente con le carte in regola.
La Calabria si presentera’ con le carte in regola. Entro un mese chiuderemo sei ospedali e altri sei tra un anno. La
posizione di Zaia. Un passaggio storico. Dimostreremo sprechi e sperperi che abbiamo tagliato e i risparmi realizzati senza nulla togliere ai cittadini. Nella proposta di riparto del governo abbiamo
955mila euro in meno del 2010. E intanto col piano di rientro il governo ci chiede 80 milioni in piu’. Come la mettiamo? E
che dire del business del nord sui fondi, un miliardo l'anno, per la mobilita’ sanitaria?
E se sul riparto non si cambia, che farete?
Per noi sarebbe l'inizio di una rottura. Senza un accordo serio e giusto il federalismo partirebbe monco.
Ma non e’ curioso che la Lega, vostra alleata al governo, si metta di traverso?
Io credo che ci sia una buona parte della Lega che comprende la necessita’ di dialogare. Le riforme e le regole si riscrivono insieme. Le fughe in avanti non servono a nessuno e non pagano.
Festeggera’ i 150 anni dell'unita’ d'Italia?
E come no. Con grande entusiasmo. Noi al sud siamo convinti sostenitori dell'unita’ e dell'identita’ nazionale.
E cosa pensa di chi, alleato al governo, dice che non festeggera’?
Che continua a fare la sua parte. Ma la trovo ancora una volta una scelta fuori luogo, che rappresenta una
parte minima del paese. La maggioranza deve essere maggioranza sempre nel paese.
IL SOLE 24 ORE

Larino. Molise. 27/02/2011 - comitato pro vietri: "tagli sanita’, investimenti in politica". Larino. Tagli alla sanità, il Comitato Pro Vietri sferra un nuovo attacco al presidente della Regione Michele Iorio. «Il disastro della Sanità molisana, la catastrofe della ricostruzione, la gestione clientelare della cosa pubblica nonché la recessione economica che ha caratterizzato i governi Iorio, escludono lo stesso dalla classe degli “Uomini di Stato”. Le consulenze spropositate nella Sanità e non solo, la conservazione di reparti ospedalieri inutili e “spreconi” a scapito di quelli virtuosi e di eccellenza smantellati senza scrupoli, la ricostruzione post-sisma dedicata a case agibili fuori dal cratere sismico, i finanziamenti destinati al rilancio economico delle aree terremotate inviati a fabbriche di auto e a navi di privati, con sprezzo delle necessarie priorità e di qualunque graduatoria, le operazioni di facciata come l’inaugurazione di strutture delle quali restano solo nastri tagliati in pompose cerimonie di propaganda, portano a grandi fortune elettorali - affermano i componenti del comitato - Di qui l’appartenenza di Michele Iorio alla categoria degli “uomini politici”. Purtroppo, la permanenza di un “uomo politico” piuttosto che di un “Uomo di Stato” al governo della Regione Molise, non può che perpetrare un sistema teso alla riaffermazione dell’uomo politico a discapito del Territorio che governa. L’esasperazione e le scarse risorse del Molise, oggi sono tali da non poterci permettere un’altra legislatura di un politicante al posto di un Uomo di Stato. Paradossalmente, infatti, i costi abnormi della Sanità, i fondi per la Ricostruzione non utilizzati per le case dei terremotati, i tagli ai servizi a causa dei quali i bambini nascono in ambulanza, ecc., hanno messo in ginocchio la nostra Regione ma hanno fatto tanto bene all’uomo politico. Non a caso Iorio ricorda ogni giorno di piů il personaggio interpretato da Charlie Chaplin ne “Il Grande Dittatore”, magistrale opera Cinematografica nella quale Adenoyd Hynkel, parodia di Adolf Hitler, gioca con il Mondo che ad un tratto gli scoppia tra le mani. Nel film di Chaplin c’è una sola differenza: Hynkel piange a dirotto nel vedersi dissolvere il Mondo tra le mani. Il suo giochino preferito si è rotto! Da noi in Molise il “giochino” viene blindato: è stato, infatti, approvato il nuovo statuto in base al quale le poltrone per il “parlamento” della regione potranno essere addirittura 40. In questo “il Grande Dittatore” non è stato solo: preponderanti sono stati i quaquaraquà di destra e di sinistra. Difficile, dunque, pensare a Iorio che piange di fronte allo “scoppio” di Agnone, Comune nel quale il Sindaco, “tradito” dal Governatore amico in merito alla sopravvivenza dell’Ospedale Caracciolo (presidio prezioso per un territorio montano), è stato costretto a gettare la spugna e ad ammainare la bandiera dalle irrevocabili dimissioni di nove consiglieri, 5 appartenenti alla stessa maggioranza, che così hanno voluto difendere la dignità della loro comunità defraudata di servizi indispensabili per la salute dei cittadini e per l’economia del territorio alto-molisano. A tale levatura vorremmo che arrivassero anche il Sindaco e l’Amministrazione tutta di Larino per lo scempio fatto anche del nostro “Vietri”. Ma queste sono pie illusioni!».

Mazara del Vallo. Ancora ambulanti che minacciano il suicidio. Aumentano i casi in Sicilia: stavolta due venditori abusivi, in municipio a Mazara per un incontro con il sindaco, sono saliti su un cornicione. Poi hanno accettato la proposta del primo cittadino
MAZARA DEL VALLO (TRAPANI) - Momenti di tensione ieri, nel Palazzo dei Carmelitani, sede del municipio di Mazara del Vallo (Tp). Durante un incontro tra il sindaco Nicola Cristaldi e i venditori abusivi di frutta e verdura, due ambulanti hanno raggiunto il cornicione dell'immobile e hanno minacciato di gettarsi nel vuoto.
Sul posto sono intervenuti i vigili urbani e la polizia. Uno dei due ambulanti abusivi, poco dopo, si è convinto a scendere; l'altro, il 53enne Giuseppe Aliseo, che lunedì scorso aveva già tentato di darsi fuoco in piazza della Repubblica, è pericolosamente rimasto in bilico, rischiando di cadere; sul posto sono dovuti intervenire anche i vigili del fuoco e un'ambulanza del 118.
L'uomo, poi, si è convinto a scendere e l'allarme è rientrato. Ai venditori ambulanti abusivi, nei giorni scorsi, è stata sequestrata la merce. All'amministrazione comunale hanno chiesto di lavorare per sfamare le proprie famiglie; quando il sindaco Cristaldi ha detto che, per i pregiudicati, ci sarebbero state delle difficoltà nel rilascio di regolari licenze di vendita, Aliseo e un altro manifestante sono saliti sul cornicione. La protesta è rientrata quando il primo cittadino di Mazara del Vallo ha valutato la possibilità che il Comune diventi garante di una cooperativa costituita da ex detenuti.
E' di circa due settimane fa l'episodio del ventottenne marocchino che si è dato fuoco a Palermo dopo il sequestro della sua merce ed è morto qualche giorno più tardi. Sempre a Palermo recentemente un commerciante è entrato nella sede dei vigili urbani e si è cosparso di benzina minacciando il suicidio dopo il sequestro di un furgone. 

Molise. 27/02/2011 - statuto, d’Ascanio: "sì all’abrogazione della legge regionale". Nuove critiche allo stato approvato dal Consiglio regionale. Questa volta arrivano dal presidente della Provincia Nicola D’Ascanio: «Alla mia disapprovazione, già annunciata nei giorni scorsi, intendo aggiungere, con la presente dichiarazione, la piena disponibilità, anche come Presidente della Provincia di Campobasso, ad aderire alla annunciata ed augurabile attivazione delle procedure referendarie previste per richiedere l’abrogazione della legge regionale di approvazione dello Statuto della Regione Molise.
Ciò desidero farlo e mi auguro di poterlo fare in uno scatto di orgoglio di appartenenza politica insieme ai consiglieri regionali del centrosinistra non solo per corrispondere al comune sentire che sempre piů spontaneamente, ma rabbiosamente, sta lievitando nel tessuto sociale e culturale per le conseguenze legate alla scellerata decisione di portare i componenti degli organi regionali da 30 a 40 unità, con il relativo affronto di tipo politico, etico e finanziario che per brevità non oso commentare. A questo proposito, ritengo utile ricordare che gli amministratori provinciali hanno ridotto da 25 a 20 il numero di consiglieri ed azzerato ogni forma di spreco delle finanze pubbliche.
Aggiungo in modo piů sommesso che la disapprovazione verso l’operato legislativo regionale risiede anche nel mancato riscontro nel testo statutario di temi da me piů volte proposti e riproposti che rientrano nei principi della sussidiarietà e del trasferimento amministrativo, della gestione trasparente delle risorse pubbliche, del rapporto tra federalismo ed enti locali, del coordinamento del territorio per le infrastrutture, lo sviluppo locale, la sicurezza, la tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
Non da ultimo, mi permetto di annotare una considerazione secondo cui questo tipo di statuto, dal mio punto di vista, presenta anche elementi di antistoricità derivanti dallo stravolgimento palpabile della ratio voluta dal costituente in sede di riforma del Titolo V. In particolare, per aver riconfermato, se non addirittura rafforzato, uno schema verticistico della regione rispetto al sistema delle autonomie locali, nonché centralistico rispetto all’ordinamento delle funzioni e dei compiti loro assegnati».

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