domenica 27 febbraio 2011

Mezzogiorno del Mattino, politica economica e finanza pubblica. 27 febbraio 2011

Pescara. Sì all'estrazione di idrocarburi».

Potenza. La Basilicata e la risorsa del petrolio.

Olbia, in piazza contro i licenziamenti i lavoratori di Meridiana Fly.

Corte dei conti, sanità: “La Sicilia caso emblematico di spreco”

The New York Times. Hoping to Lead Bank, Italian Faces Hurdles

Confindustria, il Sud arranca ancora.

Napoli. Caldoro: «Emergenza rifiuti? No, è solo criticità del ciclo

Chieti. Sul colle la sede dei Monopoli di Stato.

Napoli. «Ci avevano promesso l’università e ora ci rifilano una discarica».

Messina. Gli alluvionati in piazza: 'Siamo stati dimenticati'

Lampedusa, in vigore ordinanza anti accattonaggio.

Napolitano promulga il decreto Milleproroghe.
Pescara. Sì all'estrazione di idrocarburi». I dipendenti Eni di Ortona: l'attività è sicura e aiuta l'Abruzzo. PESCARA. «Le risorse naturali di idrocarburi dell'Abruzzo possono essere prodotte in assoluta sicurezza nel rispetto delle rigide normative di legge e degli standard internazionali attualmente applicati e finalizzati alla salvaguardia delle persone, dell'ambiente e del territorio».
Lo affermano i lavoratori dell'Eni di Ortona e dell'indotto, in un documento congiunto firmato dai rappresentanti delle organizzazioini sindacali di categoria ed Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uilcem Uil, che è di forte difesa dello sviluppo delle attività di ricerca e di estrazione di idrocarburi, contro la quale sono schierati tutti i movimenti ambientalistici e il centrosinistra abruzzesi.
Per i sindacati, «gli idrocarburi, tanto demonizzati dalle associazioni ambientaliste e da alcuni comitati con interessi locali, sono il perno dello sviluppo sociale ed economico dell'Abruzzo in quanto quotidianamente utilizzati da tutti noi, nessuno escluso e i paventati risvolti negativi sulle attività turistiche ed agroalimentari in tutti questi anni non si sono mai manifestati».
«Anzi», aggiungono i sindacati, «l'indotto generato, ha contribuito fattivamente allo sviluppo sia occupazionale, dando lavoro a migliaia di famiglie, sia infrastrutturale con la crescita dell'Aeroporto d'Abruzzo, dei porti e delle strutture alberghiere dell'intera regione».
«Al pari di ogni attività produttiva», sostengono i sindacati, «qualsiasi sviluppo di energie, rinnovabili o meno, comporta un impatto ambientale, evidenziamo che nel corso dei sessant'anni di produzione di idrocarburi in Abruzzo non si è mai verificato alcun danno sia all'ambiente che alle persone. A tale riprova è bene ricordare che dagli anni '70 al Duemila, le attività minerarie in Abruzzo hanno avuto il massimo sviluppo d'investimenti e 
di produzione in concomitanza con la nascita della Regione Abruzzo quale "Regione dei parchi"». 
«Non riusciamo perciò a comprendere», aggiungono i rappresentranti dei lavoratori dell'Eni di Ortona e dell'indotto, «come un valore di rilevanza nazionale come l'energia possa essere condizionato da comportamenti e considerazioni ambigue e faziose manifestate da alcune persone che, senza le adeguate conoscenze tecniche, continuano a confondere lo sviluppo e la produzione di idrocarburi naturali con la costruzione di fantomatici impianti petrolchimici di raffinazione, per niente attinenti all'attività estrattiva».
«Regioni adriatiche a noi vicine, quali Marche, Emilia Romagna e Molise», proseguono, «hanno considerevolmente sviluppato il settore turistico, cresciuto nonostante la presenza delle attività minerarie in terraferma e a mare di fatto, di fronte alle spiagge più rinomate dai turisti, sono produttive oltre settanta piattaforme».
«Con il perdurare del periodo di crisi economica mondiale, che attanaglia pesantemente anche la nostra regione in termini occupazionali ed elevati costi energetici aggravanti i già difficili bilanci familiari», concludono, «l'Abruzzo non può permettersi di rinunciare a questo suo patrimonio energetico naturale che può diventare locomotiva trainante dello sviluppo economico regionale con grandi investimenti e positive ricadute nel campo occupazionale».

Potenza. La Basilicata e la risorsa del petrolio. Confronto tra Regione, governo, compagnie petrolifere e grandi esperti. 26/02/2011 Il governatore De Filippo in conferenza stampa va subito al cuore della questione: «Se c'è una domanda che ritorna più spesso sulla questione petrolio in Basilicata questa è: perché nonostante le risorse di cui è dotata la regione non c'è sviluppo? Ebbene, si tratta di un quesito poco fondato. E' noto che il greggio sviluppa opportunità ancora ridotte per i territori interessati dalle estrazioni, essendo saldamente nelle mani delle compagnie e del Governo». Ma c¹è un però. Chiusa la prima fase, «che possiamo ritenere sufficientemente soddisfacente», si apre un nuovo corso delle estrazioni in Basilicata, «in cui l'obiettivo sarà aumentare le opportunità per il territorio e la sua comunità». La Regione, quindi, chiede di più al petrolio. E primo step di questo percorso sarà la conferenza su Petrolio e Ambiente che si terrà tra Matera e Viggiano il 3 e il 5 marzo. «Un convegno non nato a caso - precisa l'assessore all'Ambiente e vicepresidente della giunta regionale, Agatino Mancusi - di caratura internazionale, primo in Italia e forse anche a livello europeo, per la presenza di ospiti di grande rilievo: importanti esponenti dell'Esecutivo, come il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, l'amministratore delegato dell¹Eni Paolo Scaroni (solo per citarne alcuni) e tanti, tantissimi esperti del settore: organizzazioni internazionali quali l'Osm, l'organizzazione per il programma ambiente delle Nazioni unite, l'organizzazione per il programma di riduzione delle calamità delle Nazioni unite, la conferenza delle nazioni unite sul commercio e lo sviluppo, la Commissione europea ambiente, la Banca europea per gli investimenti. Presenti anche rappresentanti delle più prestigiose università italiane e dei più influenti istituti di ricerca. Petrolio, dunque, ma anche ambiente, salute e soprattutto sviluppo. «Quello che ci sta a cuore con questa iniziativa - prosegue Mancusi - è promuovere vera trasparenza, fare chiarezza per comprendere quale sia lo sviluppo possibile nel rispetto dell'ambiente e della salute. Il governo regionale non ha nulla da nascondere». Ed è per questo motivo che chiamate a confronto sono anche le associazioni ambientaliste, che già nel pomeriggio di ieri hanno tenuto un incontro con l'assessore Mancusi. Il primo appuntamento dell¹importante iniziativa è per giovedì tre marzo alle ore 9, quando a Marsico Nuovo verrà inaugurato l'Osservatorio ambientale. «Non un taglio del nastro simbolico ma una svolta - dice ancora il vicepresidente - Non un semplice centro di raccolta dati, ma strumento della trasparenza a servizio di tutti».
I lavori della conferenza, invece, inizieranno nel pomeriggio a Matera, a partire dalle 16, presso Palazzo Viceconte. Per chiudersi sabato a Viggiano, presso l¹hotel dell¹Arpa. Cinque le sessioni di lavoro previste. «Siamo sensibili alle esigenze nazionali - chiude De Filippo - ma puntiamo a sviluppo e lavoro e non deroghiamo su ambiente e sicurezza. Come Regione vogliamo governare il processo e la Conferenza servirà a comprendere pregi e limiti di quanto è stato fatto ma soprattutto ad andare avanti, mirando a un rapporto più stretto tra estrazioni e sviluppo con un rapporto più forte con Governo e compagnie petrolifere. Per una Basilicata non solo luogo di giacimenti ma polo d'eccellenza energetica con la localizzazione in regione di aziende all'avanguardia nel settore e di centri di formazione internazionale».

Olbia, in piazza contro i licenziamenti i lavoratori di Meridiana Fly. Agli oltre 900 licenziamenti annunciati dalla compagnia dell'Aga Khan, i dipendenti di Meridiana Fly" hanno risposto con un corteo di protesta. I lavoratori hanno invaso il centro di Olbia al grido “Meridiana Fly per Olbia è come la Fiat per Torino”.
I lavoratori di Meridiana Fly hanno invaso il centro di Olbia per partecipare alla manifestazione convocata nel tentativo di scongiurare oltre 900 licenziamenti annunciati dalla compagnia aerea del principe Karim Aga Khan. “Meridiana Fly per Olbia è come la Fiat per Torino” hanno scandito i partecipanti al corteo, che è partito poco dopo le 10 aperto dai trattori di Coldiretti e Confagricoltura. “Ci appelliamo al senso civico del nostro territorio - spiega Marco Barbini della Uil Trasporti gallurese - i grandi assenti sono i politici del partito di governo perché evidentemente non sono interessati a Meridiana Fly mentre sono sbilanciati verso altre Compagnie come Alitalia. A questo punto non possiamo far altro che chiedere alle istituzioni di chiamare in causa la proprietà della Compagnia, l'unica che in questo momento può scongiurare i tagli”.

Corte dei conti, sanità: “La Sicilia caso emblematico di spreco”
di Markez. 26 febbraio 2011 - Assunzioni superiori alle reali esigenze, acquisto di ambulanze non utilizzate, potenziamento immotivato del servizio del 118. La Corte dei conti torna a denunciare uno dei più gravi scandali della sanità in Sicilia diventato, ha detto il procuratore regionale Guido Carlino nella relazione di apertura dell’anno giudiziario, un «caso emblematico di spreco delle risorse pubbliche».
Carlino ha ricordato che l’indagine della Corte dei conti è culminata con la citazione in giudizio di 18 esponenti politici tra cui l’ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, assessori regionali del tempo e componenti della commissione sanità dell’Assemblea regionale siciliana.
A tutti è stato contestato un danno di oltre 37 milioni di euro. È stato accertato che tra il 2005 e il 2006 è stata disposta l’assunzione di oltre 1600 operatori che sono così diventati complessivamente 3300 per un servizio, gestito dalla società Sise (Siciliana servizi emergenza), che costava alle casse regionali oltre 100 milioni di euro all’anno.
Più volte è stato denunciato il carattere “elettorale” delle assunzioni, decise tra il 2005 e il 2006. E ora il pg Carlino ha detto che in quella occasione la giunta e componenti del parlamento siciliano hanno compiuto “scelte gestionali a connotazione politica”.
Carli ha spiegato che, per giustificare le assunzioni, “furono acquistate molte
ambulanze” che non servivano oppure sono state sottoutilizzate. Ma non è l’unica forma di spreco nella sanità.
Lo stesso Carlino ha segnalato il caso di attrezzature sanitarie acquistate, a volte saltando le procedure di evidenza pubblica, e non utilizzate. Come se l’unica ragione a muovere le decisioni di amministratori e dirigenti delle aziende sanitarie fosse quella di spingere la spesa senza alcuna utilità per il servizio.
Ma, nella sanità siciliana non c’è solo lo scandalo delle assunzioni facili per il 118. La Corte dei conti ha riscontrato abusi e gravi illeciti su almeno altri due fronti: quello delle tariffe gonfiate pagate alle cliniche di Michele Aiello, prestanome del boss Bernardo Provenzano, e quello della cosiddetta ”malasanità”.
Nel caso delle cliniche di Aiello – villa Santa Teresa e Atm di Bagheria – il procuratore regionale Guido Carlino ha ricordato nella relazione di apertura dell’anno giudiziario che sono stati citati in giudizio per un danno di oltre 30 milioni gli ex direttori generali dell’Asl 6 di Palermo, Giancarlo Manenti e Guido Catalano, e i dirigenti della stessa Azienda Salvatore Scaduto e Lorenzo Ianni’.
Avrebbero liquidato rimborsi per prestazioni cliniche maggiorati a volte del 400 per cento. Il danno prodotto dalla malasanità nell’ultimo anno è stato quantificato dal procuratore Carlino in quasi 683 mila euro.
Sono le somme che le aziende sanitarie hanno dovuto pagare per gravi errori compiuti dai medici sia nella formulazione delle diagnosi sia nella esecuzione di interventi chirurgici.
E tuttavia, ha avvertito il pg, i danni provocati dalla malasanità sono anche superiori alle cifre contestate. In molti casi gli errori sono infatti coperti dalle assicurazioni che consentono alle amministrazioni e ai medici di ”rimanere indenni da pregiudizi risarcitori”.

The New York Times. Hoping to Lead Bank, Italian Faces Hurdles
By LIZ ALDERMAN and JACK EWING
ROME — He is a familiar face at the European Central Bank. Many economists think he should be the next person to run it.
But among government leaders in Berlin and Paris, where many of Europe’s most important decisions are made, Mario Draghi, the governor of the Bank of Italy, generates a palpable lack of enthusiasm.
A longtime central banker with sterling qualifications, Mr. Draghi has been put forward as a front-runner to succeed Jean-Claude Trichet after he steps down as president of the central bank in October.
But at a pivotal moment for the euro monetary union, France and Germany want to make sure that the bank’s next leader will have as steady a hand at the helm as any German would.
Germany is also reluctant to surrender its de facto right to name the next president. French officials are among those expressing reservations about Mr. Draghi because he was an executive at Goldman Sachs from 2002 to 2005. The investment bank was the lead manager for a 2001 derivatives transaction that allowed Greece to dress up its books in a way that brought it into the euro club.
As he tries to win more support, Mr. Draghi is unequivocal about where his priority lies: fighting inflation.
Monetary policy at the European Central Bank should “first and foremost be geared toward price stability,” Mr. Draghi emphasized in an interview on Thursday. His supporters say that Mr. Draghi seems to be the only one of the candidates mentioned so far who would not face a steep learning curve — a crucial consideration when euro zone countries are besieged by market speculators and Europe could easily fall back into another financial crisis like the one that hit the Continent last year.
As an influential member of the European Central Bank’s governing council and chairman of a panel that is rewriting the rules for global banks, Mr. Draghi is a familiar face at meetings of the Group of 20 leading economies and other international forums. He would have immediate credibility in dealings with his counterparts at the Federal Reserve or the Bank of China.
“Mario Draghi is the most qualified candidate,” said Nouriel Roubini, the economist, expressing a commonly held view in the profession. Mr. Draghi was favored by 29 of 45 economists polled by Reuters this month, compared with just six votes for the No. 2 candidate, Erkki Liikanen, the governor of the Bank of Finland.
Behind the scenes, Mr. Draghi’s supporters have already begun a quiet but determined campaign to make him the default choice.
Romano Prodi, a former prime minister of Italy, described Mr. Draghi as highly discreet. He noted that he was more comfortable in the world of central banking than in the limelight. “As a person, he is reserved,” Mr. Prodi said. “I’m not joking when I tell you he was born a central banker.”
But politics can often trump experience in Europe, which has a history of choosing second-tier candidates, notably Herman Van Rompuy, president of the European Council, who remains little known among the general public.
Baroque political maneuvering is nothing new to Mr. Draghi, who is seen in Italy as rising above any particular interests or political agendas — a consensus-builder who in his understated way has deftly navigated the minefield of Italian power politics.
“Even though he’s a technocrat who has never been involved in politics, he often acts like a politician,” said Massimo Giannini, the business editor of the Rome daily La Repubblica. “He’s seen as a kind of Cardinal Richelieu who knows how to understand certain political dynamics and work inside them in a very intelligent way.”
During an hourlong interview on Thursday in his office in Rome, Mr. Draghi, sitting beneath a tapestry depicting Alexander the Great, displayed a reluctance to ruffle political feathers and a highly institutional approach toward public office. Comfortable with power, he nonetheless refused to speak about himself, instead focusing relentlessly on views that underscored his credentials as an inflation-fighter.
Time and again, Mr. Draghi emphasized that the most important thing for the European Central Bank was to hold down prices even before they started to creep upward. His statements were consistent with warnings by other members of the central bank’s governing council in recent months that rising costs for oil and other commodities are putting pressure on prices. The risk has risen as popular uprisings in Libya and other countries in the Middle East have pushed oil prices sharply higher.
But as a result of the lukewarm attitudes toward Mr. Draghi, analysts say that the contest for the post remains wide open. Angela Merkel, the German chancellor, is loath to squander political capital at home by backing an Italian for the job. President Nicolas Sarkozy of France may see a chance to sideline a rival by supporting Dominique Strauss-Kahn, managing director of the International Monetary Fund, for the post.
But as they hunt for a candidate who offers them more of a political payoff, the leaders face a problem. Can they entrust the euro to a compromise choice?
Central banks around the world are trying to gauge whether the current oil price spike will have “a permanent effect on inflation, or if it’s just a one-off shock,” Mr. Draghi said. Noting that the European Central Bank has not changed interest rates “for a very, very long time,” he said the central bank would have to “guarantee that inflation expectations remain well anchored.”
Whether Mr. Draghi ultimately emerges as Mr. Trichet’s successor will depend on whether his clear qualifications outweigh his two main liabilities: his nationality, and the roughly three years he spent as a vice chairman and managing director of Goldman Sachs International.
Because the vice president of the European Central Bank, Vítor Constâncio, is from Portugal, Mr. Draghi’s candidacy has raised fears in Germany that the euro will be placed in the custody of central bankers from two of Europe’s most indebted countries.
France sees Mr. Draghi as competent and a strong consensus-builder, said a high-ranking French official who spoke on the condition of anonymity. But his links to Goldman, a bank Paris sees as having fueled financial excess, represents what the official described as “a problem” and “a question mark.”
A former Goldman partner with knowledge of the Greek deal said that Mr. Draghi was aware of the derivatives transaction with Greece. But it had already been approved by Goldman’s chief financial officer, David A. Viniar, and was not the kind of thing that someone like Mr. Draghi would have been able to undo easily. The former partner spoke on the condition of anonymity to preserve business relationships.
Mr. Draghi was brought on more as a power broker to get business with major European corporations, another former Goldman banker said.
During the interview, Mr. Draghi said he was not involved in the transactions Goldman devised for Greece, and was unaware of their specific nature because he worked in another part of the bank dealing with corporate clients. “I joined Goldman after these operations had been undertaken, and that’s it,” he said. “I was never involved in this.”
Mr. Draghi’s supporters see the Goldman issue as an excuse to block his candidacy.
“There are all these vague allegations without proof,” said Mr. Roubini, who has known Mr. Draghi for years.
If anything, Mr. Draghi has annoyed many in the banking industry with the positions he has taken as chairman of the Financial Stability Board, which was created by the Group of 20 to work out rules for large international banks. Some American and European bankers do not like the way Mr. Draghi has insisted that large, complex institutions — banks considered too big too fail — be required to keep extra capital in reserve.
Bankers say Mr. Draghi has been inflexible on arguments that large banks would be put at a disadvantage with smaller ones.
“Societies and governments need to be able to let a big institution fail without creating market disruption and using taxpayers’ money,” Mr. Draghi said.
The views on Mr. Draghi’s background have so far overshadowed any debate about where he actually stands on monetary policy.
Mr. Draghi seems concerned about the European Central Bank’s continuing intervention in markets for European government bonds. But he has expressed his reservations much more discreetly than Axel A. Weber, president of the German central bank, who openly criticized the European bank’s move. Mr. Weber took himself out of consideration for the central bank’s top post this month, acknowledging that he had become an outsider on the council.
“He was as uneasy as Axel Weber was with purchase of bonds by the E.C.B.,” said Francesco Giavazzi, who was a classmate of Mr. Draghi in the doctoral program in economics at the Massachusetts Institute of Technology and later served as his deputy in the Italian Treasury. “But he is more of a diplomat.”
During the interview on Thursday, Mr. Draghi emphasized that the intervention was justified only to make sure that the central bank maintained its influence over interest rates, and not as a form of economic stimulus or stealth financing for overindebted governments.
“The initiative of the E.C.B. to buy bonds on the secondary market was justified as a monetary policy decision to restore the functioning of transmission channels of monetary policy,” he said.
“This initiative is temporary, limited in size, and its impact should be compensated for by reducing the amount of money in circulation. And it should never violate the Maastricht Treaty, which is the ultimate guarantee of the independence of the E.C.B.” The treaty in 1992 established the euro.
During his time at the Italian Treasury, Mr. Draghi was sometimes criticized for slow decision making, and even his friends say he is very deliberate.
According to Mr. Giavazzi, Mr. Draghi often retreats to the Bank of Italy to confer with staff members for several days before meetings of the E.C.B. governing council, so he can study briefing documents without distraction, Mr. Giavazzi said. (Mr. Draghi declined to comment on whether this was true.)
The jockeying for the central bank presidency is likely to continue for months. Political leaders do not want to limit their search to members of the central bank’s governing council, nor will they let their choice be dictated by professional economists.
But analysts and insiders say that European leaders should not play down the importance of experience.
“Now is not the right time,” said one high-ranking central banker who spoke on the condition of anonymity because his job requires him to appear neutral, “to be learning on the job.”
Liz Alderman reported from Rome and Jack Ewing from Frankfurt. Rachel Donadio contributed reporting from Rome and Louise Story from New York.

Confindustria, il Sud arranca ancora. Milano al top province, Enna e Vibo Valentia ultime in graduatoria. 26 febbraio, 13:10. ROMA - ''L'elevato divario'' che divide in termini di sviluppo il Sud dal resto del Paese permane ''in tutta la sua gravita''', con un gap che riguarda non solo il pil ma anche gli aspetti sociali del territorio e la qualita' della vita che vi si riscontra. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto di Confindustria sugli 'Indicatori economici e sociali regionali e provinciali', curato annualmente dall'area Mezzogiorno dell'associazione degli industriali.

Posta uguale a 100 la media nazionale del periodo 2008-2009, l'indicatore sintetico elaborato nel volume raggiunge un valore di 113,2 nel Centro Nord, mentre si ferma a 75,0 nel Mezzogiorno. Al top dello sviluppo nazionale di pone Milano, con un valore di 145, mentre all'estremo opposto si piazza Enna, a 61,2, ovvero a 84 punti di distanza dal capoluogo lombardo.
Ecco una tabella, contenuta negli indicatori economici e sociali regionali e provinciali 2010, con le prime dieci province per sviluppo e le ultime dieci.

  PROVINCIA                     INDICE
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1.   MILANO                     145,16
2.   RIMINI                     139,14
3.   TRIESTE                    136,87
4.   VERONA                     135,29
5.   RAVENNA                    134,33
6.   AOSTA                      131,96
7.   BOLOGNA                    125,83
8.   PARMA                      122,35
9.   REGGIO EMILIA              122,04
10.  MANTOVA                    121,81
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97.  OGLIASTRA                   67,07
98.  CATANZARO                   66,78
99.  MEDIO CAMPIDANO             66,40
100. BENEVENTO                   66,15
101. FOGGIA                      65,39
102. CALTANISSETTA               65,37
103. AGRIGENTO                   63,76
104. CASERTA                     62,07
105. CROTONE                     62,07
106. VIBO VALENTIA               61,36
107. ENNA                        61,24


Napoli. Caldoro: «Emergenza rifiuti? No, è solo criticità del ciclo». Il governatore: ««Siamo da dieci giorni con Napoli e Provincia pulite, la situazione non è quindi irreversibile». NAPOLI - «Siamo da dieci giorni con Napoli e Provincia particolarmente pulite, e questo dimostra che avevamo ragione noi e non quelli che trasferivano sui giornali internazionali la situazione come se fosse irreversibile». Lo ha detto oggi il presidente della Regione Stefano Caldoro parlando con la stampa a margine dell’apertura dell’anno giudiziario del Tar Campania. «Non si trattava di un’emergenza - ha detto Caldoro - ma di una criticità del ciclo rifiuti: se Napoli e la Provincia sono pulite da ormai 20 giorni, e dico particolarmente pulite, vuol dire che siamo nella normalità e questo accade quando riuisciamo a gestire bene quella poca impiantistica che abbiamo. Se non ci sono incidenti, quindi, le cose vanno bene. Il problema è che abbiamo una carenza impiantistica che è misurabile intorno a un terzo dell’esigenza, quindi dobbiamo costruire ancora i due terzi dell’impiantistica». «Questa situazione - ha spiegato Caldoro - vuol dire che ce la fai a stento e se ti si inceppa qualche meccanismo la crisi può tornare domani. Per questo è evidente che una discarica risolverebbe tanti problemi».

Chieti. Sul colle la sede dei Monopoli di Stato. Gli uffici si occuperanno di concessioni, tabacchi e lotterie. Di Paolo: «Un successo». CHIETI. Dal primo marzo in città sarà attiva la sede provinciale dei Monopoli di Stato. Un'inversione di tendenza rispetto allo spopolamento istituzionale del colle. Gli uffici si occuperanno di concessione e rivendite di tabacchi, lotto, scommesse e concorsi, bingo e lotterie.
«Un successo ottenuto grazie ad un fattivo lavoro di lobby istituzionale portato avanti presso il ministero dell'Economia e delle finanze», ha detto il vice sindaco Bruno Di Paolo (Giustizia e libertà), «che ci ha permesso di arrivare ad un duplice risultato: la tutela del personale dipendente dell'ex divisione provinciale del Tesoro ormai chiusa, che non sarà più costretto ad allontanarsi dalla propria residenza per raggiungere la sede di lavoro, e la possibilità per gli utenti di beneficiare con maggiore tempestività dei servizi erogati da questo ufficio».
Tra le diverse attività di cui sarà competente l'ufficio dei Monopoli, oltre a tabacchi, lotto e concorsi con pronostici, anche il controllo di legalità e sicurezza in materia di apparecchi e congegni da divertimento e intrattenimento.
«Per questa ragione è prevedibile una forte affluenza da parte dell'utenza commerciale dell'intera provincia, che dovrà raggiungere il colle per gli adempimenti connessi alle proprie attività», aggiunge Di Paolo.
Ma non è l'unica novità. Sempre dal primo marzo infatti, la commissione medica di verifica di Chieti assorbirà, fino a nuove disposizioni, le competenze delle soppresse commissioni di Teramo e di Pescara. Questo organismo si occupa di cause di servizio, inabilità e inidoneità al lavoro per i dipendenti pubblici, ma anche di pensioni dirette e indirette di guerra.
«Siamo orgogliosi della motivazione che è alla base di questa scelta», conclude il vice sindaco, «ovvero il fatto che a Chieti c'è l'archivio storico della documentazione delle attività di istituto delle commissioni mediche di verifiche istituite nella Regione Abruzzo. Oltre all'orgoglio di vedere riconosciuti i meriti derivanti dall'immenso patrimonio storico conservato nella nostra città, sottolineo l'importanza di queste due novità anche in termini di ricaduta economica per il commercio teatino».

Napoli. «Ci avevano promesso l’università e ora ci rifilano una discarica». Scampia, in 300 piazza: «No al sito di trasferenza». NAPOLI - Dopo quarto il fronte anti-discarica si trasferisce a Scampia. Stamane hanno sfilato in 300, sfidando il freddo, per le strade del quartiere della periferia nord. I residenti hanno manifestato contro l’ipotesi di aprire un sito di trasferenza in zona. Un corteo assolutamente pacifico, partito da piazza della Libertà. Il percorso per le strade del quartiere è terminato proprio nei pressi dell’area nella quale potrebbe sorgere il sito poco distante dal campo Rom di Scampia: un nuovo immondezzaio sul territorio dell'area nord, fortemente osteggiato dai cittadini costituitisi da tempo in Comitato. Alla marcia hanno preso parte anche il Gridas, associazione culturale che ha sede nel quartiere, Insurgencia e gruppi di disoccupati di Scampia.
La manifestazione è stata aperta da uno striscione e volontari hanno distribuito volantini che spiegavano le ragioni della protesta: «Ci avevano promesso l’università e ora vi rifilano una discarica. Dobbiamo, invece, essere uniti per la difesa del territorio e della salute dei cittadini, e per un ciclo virtuoso dei rifiuti». Gli abitanti di Scampia - ai quali è andata la solidarietà del comitato di Chiaiano e Marano - chiedono il lancio del raccolta differenziata porta a porta (che dovrebbe partire a marzo, come ha annunciato l'Asìa).

Messina. Gli alluvionati in piazza: 'Siamo stati dimenticati'
Mille persone hanno protestato a Giampilieri, in provincia di Messina, per l'insufficienza dei fondi: "Dal governo promesse non mantenute, siamo considerati un popolo di serie B". MESSINA - Circa mille persone hanno manifestato questa mattina nel villaggio di Giampilieri, a Messina, per protestare contro l'insufficienza dei fondi per la messa in sicurezza del territorio dopo l'alluvione che il primo ottobre del 2009 colpì la città dello Stretto e altri comuni della provincia, provocando 37 morti.
"Nonostante le tante promesse - ha spiegato Corrado Manganaro, presidente del Comitato dei cittadini di Giampilieri - il governo nazionale ha fatto arrivare qui solo pochi fondi e non ha neanche autorizzato la Regione a utilizzare i Fas per aiutare le popolazioni colpite".
"Non siamo un popolo di serie B - ha continuato Manganaro - e pretendiamo la giusta attenzione. Speriamo che questa nostra manifestazione serva a sensibilizzare la classe politica alle esigenze del nostro territorio".

Lampedusa, in vigore ordinanza anti accattonaggio. 26/02/2011. LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - E' entrata in vigore l'ordinanza anti accattonaggio del sindaco di Lampedusa, Dino de Rubeis, che di fatto vieta agli ospiti del centro d'accoglienza dell'isola di lasciare la struttura. Il provvedimento, annunciato ieri dal primo cittadino, impedisce "l'accattonaggio e comportamenti non decorosi" e impone il divieto di utilizzare i luoghi pubblici "come siti di bivacco".
Stamane per le strade di Lampedusa non si è visto nessuno dei 697 immigrati rimasti nel centro, mentre per oggi è stato sospeso il ponte aereo per trasportare i migranti in altri centri del territorio nazionale.
Nel documento il sindaco scrive, tra l'altro, che "gli immigrati continuano a bivaccare nelle piazze e strade principali" e gli uomini "non lasciano più sole le loro donne e i bambini e preferiscono chiudersi in casa come se ci fosse un vero e proprio coprifuoco".

Napolitano promulga il decreto Milleproroghe. di BlogSicilia. 26 febbraio 2011 - Il presidente Napolitano ha promulgato il decreto Milleproroghe, definitivamente approvato oggi in Senato. Il testo e’ stato approvato con 159 voti a favore, 126 contrari e due astensioni.
”Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha oggi promulgato la legge di conversione in legge con modificazioni del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative nonche’ interventi urgenti in materia tributaria e di sostegno alle famiglie e alle imprese”, il ”milleproroghe”, recita il comunicato del Quirinale. “Il Presidente Napolitano – prosegue – ha preso atto dell’impegno assunto dal Governo e dai Presidenti dei gruppi parlamentari di attenersi d’ora in avanti al criterio di una sostanziale inemendabilità dei decreti-legge”
Dall’aumento del biglietto del cinema (escluse le parrocchie), al rinvio per le multe legate alle quote latte, fino alla nuova ‘mission’ di Poste spa che scorporera’ le attivita’ di bancoposta e potra’ assumere anche quote di controllo in Banca del Mezzogiorno. Ma anche stop agli sfratti, foglio rosa per i motorini, anatocismo, tagliola per i precari spostata. Piu’ che ‘l’ippopotamo’ evocato dallo stesso premier, Silvio Berlusconi per definire il milleproroghe, dopo un iter parlamentare assai tortuoso, riceve il via libera definitivo di Palazzo Madama una sorta di ‘ircocervo’ (come definito stavolta da alcuni parlamentari, oppure ‘milletasse’, carrozzone, decreto souffle’). Cioe’ un miscuglio di norme sugli argomenti piu’ disparati. In ogni caso il provvedimento si avvia ora alla firma del Colle giusto a poche ore dalla sua scadenza (domenica a mezzanotte). Poi la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Ecco le novita’ introdotte:
SALTA CONSOB, CAMPIDOGLIO, CAMBIA INCROCI STAMPA-TV: Tagliola alla Camera. L’ultima modifica arrivata riguarda il divieto di incrocio stampa-tv: nella prima versione slittava al 31 dicembre 2012 ma il termine e’ stato riportato al 31 marzo prossimo. Un odg del Pd approvato dal Senato chiede di riportare il divieto al 2012. La proposta e’ ”giusta e ragionevole”, dice Maurizio Gasparri. Salta anche la possibilita’ del Campidoglio di aumentare il numero di assessori. Stop all’assunzione per Provincia e la normativa per la riorganizzazione della Consob; via il ‘salvamento’ acquatico e la norma sugli immobili acquisti a seguito di esproprio per Roma. Salta la proroga della Presidenza dell’Autorita’ di vigilanza sui contratti pubblici e la proroga delle concessioni dei contratti nella zona dell’Etna. Sull’anatocismo: si faranno salve le somme gia’ versate. Ma il ministro Tremonti si impegna con i ‘Responsabili’: modificheremo la norma in un prossimo provvedimento per capire se si puo’ intervenire sulle cause ancora aperte. Previa verifica degli effetti finanziari.

TERREMOTO ABRUZZO, ANCHE VENETO: Si prevede la proroga della riscossione dei tributi al 31 dicembre 2011. Ma e’ previsto anche lo slittamento della riscossione delle rate dei premi assicurativi al 31 ottobre 2011. La giornata della memoria per le vittime del sisma sara’ il 6 aprile. Per il Veneto viene prorogata al 30 giugno la sospensione dei tributi. Inoltre le regioni colpite da calamita’ naturali potranno aumentare tributi e accise sui carburanti.

FONDI PER ALLUVIONI: Sono previsti finanziamenti per Liguria (45 milioni), Veneto (30 milioni), Campania (20 milioni) e ai comuni della provincia di Messina (5 milioni).

STOP TAGLIOLA PRECARI: Non si applica fino a fine 2011 la ‘tagliola’ per impugnare i licenziamenti dei contratti a termine.

5 PER 1000: In tutto 400 milioni che comprendono anche gli interventi (fino a 100 milioni) per i malati di Sla.

CINEMA PIU’ CARO: Dal primo luglio il biglietto costera’ un euro in piu’. Escluse le sale parrocchiali.

3 MLN A SCALA E ARENA VERONA: Arrivano 3 milioni per la Scala e l’Arena di Verona.

FONDI EDITORIA: Ripristinato in parte il taglio: 30 milioni per l’editoria e 15 milioni per radio e Tv locali.

STOP A SFRATTI FINO A DICEMBRE: Riguarda le categorie disagiate. Stop fino al 31 dicembre 2011.

CARTA D’IDENTITA’ CON L’IMPRONTA: L’impronta digitale dovra’ essere inserita dal 31 marzo 2011.

TORNA SOCIAL CARD: Ci sara’ una fase sperimentale affidata agli enti caritativi. Fondo da 50 milioni.

FOGLIO ROSA PER MOTO E MINICAR: Arrivera’ dal 31 marzo 2011 ma la norma potra’ essere rinviata a fine anno.

FONDO UNICO UNIVERSITA’: Arrivano le risorse per il Fondo unico.

SANATORIA MANIFESTO ‘SELVAGGIO’: Riguarda le violazioni compiute dai partiti con manifesti politici. Bastera’ versare 1000 euro entro il 31 maggio di quest’anno

MULTE QUOTE LATTE: Slitta di sei mesi il pagamento.

ECOBONUS AUTOTRASPORTO: Viene prorogato (30 milioni).

PIU’ TEMPO A PROPRIETARI CASE FANTASMA: C’e’ tempo fino al 30 aprile per sanare la situazione.

BANCHE E FONDAZIONI: Si prevede la proroga (2014) del termine entro il quale le fondazioni bancarie dovranno scendere sotto il tetto dello 0,5% nelle popolari. Inoltre Per rispondere meglio ai nuovi parametri di Basilea 3 le banche potranno usare in compensazione il credito d’imposta insieme alle attivita’ immateriali e valori d’avviamento.

FONDI INVESTIMENTO: Si passa alla tassazione del maturato in capo ai sottoscritti delle quote.

AZIONISTI PARMALAT: Agli azionisti non potra’ andare piu’ del 50% degli utili.

POSTE IN BANCA MEZZOGIORNO: Poste potra’ acquistare partecipazioni nella Banca per il Mezzogiorno. Si scorpora l’attivita’ di bancoposta.

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