lunedì 21 febbraio 2011

Federali della Sera. Hofer è un mio eroe fin da quando ero bambino. Asili plurilingui e immersione sono un errore. Ultima notte per i cassonetti del vecchio sistema di raccolta rifiuti. Urla di vendetta. 21 febbraio 2011.

Sezione Forza Oltre padania:
1. Bozen. Anche il sindaco di Bolzano commemora Hofer: "Mio eroe fin da bambino".
2. Aosta. Gressan, da marzo attivo il servizio cortesia per gli anziani.
3. Aosta. L'identikit: impiegati od operai, sposati tra i 25 e i 29 anni, senza figli, chiedono l'annullamento a meno di 10 anni dalle nozze.
4. Gressan. Aosta. Flop dei monumenti valdostani tra "I luoghi del cuore" 2010.
5. Friuli Venezia Giulia. Garlatti: costi record per i dipendenti regionali.
6. Trieste. Graduatorie congelate, è caos docenti.
7. Pordenone. Pordenone: al voto anche duemila immigrati.

Sezione ma quando ve ne andate?:
8. Verona. Protesti: torna di moda il «pagherò».
9. Mantova. Buco da sei milioni di euro.
10. Modena. Computer gratis alle scuole.
11. Modena. Un apparecchio salvavita in municipio.
12. Ferrara. Ma la mafia è anche a Ferrara.
13. Guglionesi. Da oggi via i cassonetti: scene di inciviltà in paese.
14. San Lorenzo del Vallo. Cosenza. Madre e figlia uccise, ai funerali urla di vendetta.

1. Bozen. Anche il sindaco di Bolzano commemora Hofer: "Mio eroe fin da bambino". Schützen davanti alla lapide di Peter Mayr. Walcher duro: via i relitti fascisti, no alla scuola bilingue. BOLZANO. C'era anche il sindaco di Bolzano, ieri alla commemorazione in onore di Andreas Hofer. «Ma non voglio fare confronti con Durnwalder», spegne subito ogni polemica Spagnolli. Davanti al Duomo ha usato parole dure il presidente del consiglio comunale Luis Walcher: «No a falsi compromessi, via i relitti fascisti. E sulla toponomastica diciamo basta a questi continui rinvii». Feste e celebrazioni in tutto l'Alto Adige, ieri, in ricordo di Andreas Hofer. A 201 anni dalla morte dell'eroe tirolese, si è svolta una commemorazione anche a Bolzano. Messa in Duomo officiata dal decano Bernhard Holzer, poi la compagnia dei cappelli piumati di Bolzano si è schierata accanto alla lapide di Peter Mayr. Accanto agli Schützen un centinaio di persone, tra i quali diversi turisti incuriositi, lo stato generale della Volkspartei bolzanina (il vicesindaco Klaus Ladinser con la divisa degli Schützen, l'assessore Judith Kofler-Peintner, il presidente del consiglio comunale Luis Walcher e il leader dell'ala sociale cittadina Christoph Buratti) ma anche il sindaco Luigi Spagnolli: «Andreas Hofer è un mio eroe fin da quando ero bambino. È giusto essere qui, io vado dove mi invitano ma sarebbe un errore fare confronti con la mancata partecipazione di Durnwalder alla festa dell'unità d'Italia». Il discorso ufficiale è stato affidato a Luis Walcher, che ha usato toni molto decisi, ricordando «gli eroi che hanno combattuto per noi, Andreas Hofer, Peter Mayr ma anche gli attivisti degli anni Sessanta» e intervenendo sui temi politici degli ultimi giorni in modo duro: «Appena da Roma è arrivata la notizia dell'accordo per eliminare i relitti fascisti, anche tra di noi si è levata qualche voce critica che si chiedeva se aveva ancora senso. Basta coi tentennamenti, dico no ai falsi compromessi. Abbiamo combattuto 65 anni per togliere questi simboli, la convivenza può funzionare solo se nessun gruppo linguistico si identifica con i relitti fascisti». Critiche a Benussi («mai porteremo i fiori al Duce»), e una scossa al partito su toponomastica («è un tema che va finalmente affrontato, non accetteremo più altri rinvii alle calende greche»), scuola («asili plurilingui e immersione sono un errore, dobbiamo innanzitutto fare in modo che i nostri giovani imparino bene la prima lingua») e amministrazione («il bilinguismo è un diritto da pretendere ovunque»). La celebrazione si è poi conclusa con la salva d'onore da parte degli Schützen bolzanini guidati dal comandante Arthur Bacher.
2. Aosta. Gressan, da marzo attivo il servizio cortesia per gli anziani. 21/02/2011. GRESSAN. Sarà attivo dall'1 marzo il "servizio cortesia" per gli anziani di Gressan, che impegnerà quattro agenti della Polizia locale. Gli spostamenti verranno effettuati utilizzando le vetture di servizio i martedì (ore 8.50 l'andata e ore 11.00 il ritorno) e venerdì (ore 8.50 l'andata e ore 10 il ritorno) da frazione Moline al vecchio centro storico e fino al piazzale delle scuole del capoluogo. Per usufruirne non è necessaria prenotazione in quanto il servizio è sempre attivo, tranne durante le festività.
3. Aosta. L'identikit: impiegati od operai, sposati tra i 25 e i 29 anni, senza figli, chiedono l'annullamento a meno di 10 anni dalle nozze. 21/02/2011. AOSTA. Nel 2010 il Tribunale ecclesiastico piemontese, la cui competenza si estende anche alla diocesi di Aosta, ha annullato 125 matrimoni celebrati con rito cattolico mentre non ne ha permesso la cancellazione a 27. Un andamento che non si distanzia da quello degli anni passati, anche se va considerato il dimezzamento delle nozze religiose negli ultimi quindici anni, come ha spiegato sabato all'inaugurazione del 72esimo anno giudiziario a Torino il vicario giudiziale don Ettore Signorile, sottolineando inoltre che «tra annullamenti e divorzi c'è un rapporto davvero esiguo, quattro ogni cento». A far richiesta al Tribunale ecclesiastico sono in maggioranza impiegati, operai e liberi professionisti sposati da un periodo che va dai due ai dieci anni. Si giurano fedeltà tra i 25 e i 29 anni e al momento della richiesta di annullamento hanno tra i 35 e i 39 anni. Nell'80% dei casi non hanno figli. Nel 2010 per la diocesi aostana sono state due le cause concluse e una soltanto quella introdotta. Mediamente il processo dura da 14 mesi a due anni e mezzo e le spese processuali a carico di chi intenta l'azione sono di 525 euro. Tra i 1.575 euro e i 2.992 euro invece l'onorario fissato dalla Cei (Conferenza episcopale italiana) per l'avvocato di fiducia delle parti. "Incapacità consensuale per grave difetto di discrezione di giudizio circa i diritti e i doveri matrimoniali essenziali", "Incapacità di assumere gli obblighi essenziali del matrimonio" e "Simulazione per esclusione dell'indissolubilità del vincolo" sono i capi di nullità principali esaminati nelle 152 cause decise nel 2010. Dal 1993 al 2009 i matrimoni di rito cattolico celebrati nell'arcidiocesi di Torino sono passati da 7.418 a 3.514 annui, a fronte di un trend piuttosto costante per le richieste di annullamento, che si attestano ogni anno intorno alle cento unità. Al Tribunale regionale piemontese competono in prima istanza le diciassette diocesi piemontesi e valdostane mentre in qualità di Tribunale di appello le sette della Liguria. Thierry Pronesti
4. Gressan. Aosta. Flop dei monumenti valdostani tra "I luoghi del cuore" 2010. Al Fai solo 3 segnalazioni per l'Arco d'Augusto; uniche eccezioni le aree naturali, con l'Alpe Cortlys che supera quota 2mila. 21/02/2011. GRESSAN. Oltre 464 mila segnalazioni da tutta Italia ma meno di 3mila dalla Valle d'Aosta, concentrate perlopiù su di un unico luogo. A emergere è quantomeno un disinteresse per il patrimonio storico-artistico valdostano. Nonostante il successo nazionale dell'edizione 2010 de "I luoghi del cuore", il censimento dei luoghi più cari e importanti ideato dal Fai (Fondo ambiente italiano) che ne ha elaborato i risultati nelle scorse settimane, gran parte dei più importanti siti della nostra regione è stata ignorata.
Eccezion fatta per la conca di Cheneil a Valtournenche e l'Alpe Cortlys-Sikken-Salzen a Gressoney-La-Trinité - considerata strategica per gli studi sul cambiamento del clima e a rischio di diventare il cantiere di una centrale idroelettrica - le indicazioni per ciascuno dei 99 tra beni, luoghi e monumenti che sono stati segnalati in Valle si contano sulle dita di una mano. Rispetto alle 110 mila del 2009, le segnalazioni a livello italiano sono più che quadruplicate. Il 41% è stato fatto tramite le delegazioni Fai, il 26 % via internet, il 22% dalle filiali della banca sponsor e l'11% dai comitati spontanei. Le donne e gli uomini votanti, divisi pressoché equamente per genere, hanno un'età media di 47 anni. In ordine per numero di indicazioni troviamo chiese, edifici civili, abbazie e conventi, palazzi, castelli, aree naturali, parchi, ville, oratori, statue e monumenti. Tra le regioni più attive nel censimento - dopo la Puglia che con ben 106mila segnalazioni ospita anche il primo classificato tra "I luoghi del cuore" 2010, gli Eremi dell'abbazia di Santa Maria Pulsano - c'è il Piemonte con 81mila preferenze. I numeri dei nostri vicini non sembrano tuttavia aver influenzato la situazione valdostana. Solo 3 segnalazioni per l'Arco d'Augusto, 4 per il Santuario di Voury a Gaby, la Val d'Ayas, Cogne e il vallone di San Grato a Issime, 5 per la Val Ferret e 35 per la conca di Cheneil di Valtournenche. Si classifica invece al 46esimo posto in Italia con 2mila e 346 indicazioni l'Alpe Cortlys-Sikken-Salzen a Gressoney-La-Trinité (foto da iluoghidelcuore.it). Situata ai piedi del ghiacciaio del Monte Rosa e nel cuore di un paesaggio incontaminato, i molti segnalatori spiegano l'importanza di "questa zona di fondamentale interesse dove è possibile effettuare importanti studi sui cambiamenti climatici". Attualmente l'area è però al centro di un progetto per la costruzione di una centrale idroelettrica privata la cui realizzazione "opprimerebbe l'agricoltura e il turismo dell'Alpe". Thierry Pronesti
5. Friuli Venezia Giulia. Garlatti: costi record per i dipendenti regionali. di Paolo Mosanghini. L’assessore in commissione per avviare il dibattito sulla riorganizzazione I Comuni ogni anno impegnano 500 milioni per i 16 mila del comparto unico. UDINE. Il costo dei dipendenti regionali in Friuli Venezia Giulia è stato - nel 2009 - di 202 milioni 344 mila e 121 euro, 14 milioni più della Lombardia, 32 più dell’Emilia Romagna. Un costo superiore anche a quello della Toscana e pure del vicino Veneto. Per questo e anche per dare una maggiore efficienza alla “macchina” l’assessore regionale alla Funzione pubblica e al coordinamento delle Riforme, Andrea Garlatti, ha avviato un percorso che porterà alla riforma del pubblico impiego.
Le spese per i dipendenti sono diventate insostenibili soprattutto per i Comuni; e anche se gli enti locali hanno mantenuto nei bilanci i 450 milioni di finanzimenti annuali, va sottolineato che solo per il personale spendono ogni anno ben 500 milioni di euro. Il costo medio di un dipendente pubblico in Friuli Venezia Giulia è di circa 55 mila euro, una cifra superiore a quelle delle altre regioni a statuto speciale.
Ma anche per numero di dipendenti il Friuli Venezia Giulia è ai primi posti. A fine 2010 i dipendenti regionali erano 2.892 a fronte dei 3.169 della Lombardia, dei 2.841 della Toscana, dei 3.076 del Veneto. Regioni che contano una popolazione molto superiore a quella del Friuli Venezia Giulia.
Garlatti, che domani in commissione illustrerà la situazione del Comparto unico e la riorganizzazione della “macchina regionale”, ha elaborato la riforma che modificherà gli uffici pubblici. «Bisogna incidere sulla pubblica amministrazione per aumentare la competitività, lo faremo agendo su tre punti: rendendo minore il fabbisogno strutturale, applicando il principio di sussidiarietà e attraverso l’ammodernamento tecnologico», illustra l’assessore-professore, chiamato dal presidente Tondo prima a verificare i bilanci lasciati dal centro-sinistra poi a sedersi nella giunta regionale. Ma va cambiata anche la cultura dell’appartenenza al pubblico impiego, è l’obiettivo dell’assessore. Come pure il “reclutamento” dei nuovi dipendenti. La soluzione potrebbe essere quella di avviare una scuola per la formazione dove verrebbero preparati i futuri dipendenti regionali.
Attualmente i “regionali” sono meno di tremila, e complessivamente i dipendenti del comparto unico sono sedici mila. Da mesi è in atto una polemica sugli aumenti previsti per il personale pubblico. La Regione ha accantonato, nella finanziaria 2011, 19 milioni di euro per garantire gli aumenti del 3,2 per cento ai sedicimila dipendenti degli enti pubblici, ma a firmare sono state soltanto Cisl e Csa, mentre Cgil, Cisal, Uil e Ugl non hanno siglato l’accordo rendendolo fino a ora di fatto inapplicabile. Intanto sta andando avanti una consultazione tra i dipendenti. E sul tema delle retribuzioni l’assessore Garlatti spiega: «Noi abbiamo una grande quantità di dipendenti e retribuzioni sensibilmente elevate. Per continuare a mantenere alte le mensilità va ridotto il numero del personale. Ma su questo punto abbiamo forti resistenze». Ma cosa prevede la riforma allo studio? In futuro il dipendente dopo aver vinto il concorso entrerebbe nel sistema pubblico degli enti regionali e non in un ente stabilito in precedenza; ma la “rivoluzione” prevede anche l’istituzione di un albo unico per la dirigenza e la vicedirigenza, affrontando così anche il nodo dei segretari comunali. Inoltre, i Comuni potranno associarsi per lo svolgimento di alcune funzioni, ma è prevista anche l’istituzione di una banca dati che comprenda le competenze. Infine, si cercherà di valorizzare il personale puntando molto di più sul merito.
6. Trieste. Graduatorie congelate, è caos docenti. di Silvia Zanardi. Dopo l'approvazione di un emendamento leghista nel decreto milleproroghe si prospettano giorni di caos per gli insegnanti del Friuli Venezia Giulia. TRIESTE Tutto fa pensare che, per gli insegnanti del Friuli Venezia Giulia, saranno giorni di caos. Chi si trova ai primi posti delle graduatorie scolastiche, in attesa di supplenze o dell’entrata in ruolo, rischia di vedersi sorpassare da un numero indefinito di aspiranti maestri e professori.
L’EMENDAMENTO Il 12 febbraio scorso, infatti, è stato approvato l’emendamento leghista al decreto Milleproroghe che chiede di ”congelare” le attuali graduatorie degli insegnanti fino al 31 agosto del 2012: dead line per la presentazione (e si suppone l’approvazione) della nuova legge sul reclutamento di maestri e professori. In seguito a una sentenza della Corte Costituzionale del 9 febbraio, però, questo blocco avverrà solo in seguito a un lungo rimescolamento di nomi e cognomi che farà scivolare verso il fondo delle liste chi, fino a oggi, si trovava ai primi posti.
I PRECEDENTI Da parte dell’opposizione si tratta di un emendamento che la Lega usa per tamponare gli effetti del decreto 42 del 2009 che, inizialmente, permetteva agli insegnanti di iscriversi nella graduatoria di una sola provincia e, successivamente, ha subito delle modifiche. «È stato concesso l’ingresso nelle liste di altre tre province purché, su proposta della Lega, chi ne facesse richiesta finisse in coda», spiega il consigliere regionale del Pd Franco Codega. Il provvedimento era stato voluto dal Carroccio per penalizzare, di fatto, gli insegnanti del Sud, già in graduatoria nelle loro province, in cerca di occupazione al Nord. In sintesi, dunque, ciascun insegnante poteva figurare nella graduatoria ”a pettine” (cioè in base ai punti e ai titoli di studio) della sola provincia di residenza. Nelle altre tre, sarebbe finito in coda agli elenchi.
I RICORSI A livello nazionale, un numero rappresentativo di insegnanti ha però fatto ricorso al Tar, ottendendo, grazie al suo esito positivo, che anche nelle tre province aggiuntive fosse permesso l’inserimento ”a pettine” in graduatoria. Nel frattempo è arrivata la riforma Gelmini e l’art.1 comma 4ter del decreto ”salvaprecari” (il 134/2009), che doveva togliere l’appiglio giuridico a chi aveva fatto ricorso, è stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale assieme al provvedimento del partito di Bossi.
IL RISULTATO Con l’emendamento leghista al Milleproroghe il governo aggira, di fatto, la sentenza della Consulta, congelando le graduatorie per un altro anno. «Ora ci troviamo nel caos più totale - dice il consigliere democratico Codega -. In seguito alla sentenza, tutti gli insegnanti attualmente in coda alle graduatorie possono essere inseriti in quelle a pettine di quattro province, stravolgendo le liste. In Friuli Venezia Giulia parliamo di circa 3 mila docenti». «La Lega - continua Codega - si vanta dell’emendamento al Milleproroghe perché, con il blocco, molti precari del Sud del Paese non possono più inserirsi nelle liste provinciali del Nord. Ma il rimescolamento coinvolgerà comunque migliaia di persone, non vedo dove sia il successo. Ricordiamoci anche che, nel 2011, in Friuli Venezia Giulia sono previsti circa 300 tagli di posti».
LA LEGA Altro disincentivo per gli insegnanti del Sud è l’impossibilità, inserita nell’emendamento, di richiedere supplenze in province diverse da quelle permanenti. Una possibilità finora accettata e grazie alla quale tanti precari, specialmente del Sud Italia, riscivano a sbarcare il lunario e ad accumulare punteggi. Dal canto suo, il senatore Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in commissione Istruzione del Senato e primo firmatario dell'emendamento, commenta: «È il massimo che possiamo fare in questo momento. Ancora non è chiaro quanti insegnanti potranno inserirsi a scavalco nelle graduatorie. È certo però che molti docenti, non solo del Centro-Nord, che negli ultimi anni, pur precari, hanno lavorato in maniera continuativa, perderanno il posto. Conseguenza di punteggi abnormi maturati in alcune aree del Paese da molti di coloro ai quali è stato consentito di iscriversi come riserva nelle graduatorie di altre province».
LA CGIL «Siamo di fronte a un vero pasticcio - afferma Natalino Giacomini, segretario generale della Flc-Cgil Friuli Venezia Giulia -. Se il congelamento serve a evitare, dal punto di vista della Lega, che docenti del Nord salgano al Sud, lo stesso vale per un isegnante di Gorizia che ora, in seguito all’emendamento, non può iscriversi nelle liste di Udine, per esempio. Siamo all’assurdo.»
IL RECLUTAMENTO Per Pittoni, l’unica strada per uscire dall’inghippo è accelerare la nuova legge sul reclutamento: «Ve fatta subito, con la massima urgenza».
7. Pordenone. Pordenone: al voto anche duemila immigrati. di Stefano Polzot. In gran parte romeni, sono il 5% del corpo elettorale. L’iscrizione nell’elenco è facoltativa. PORDENONE. Tra stranieri comunitari e quelli che hanno acquisito la cittadinanza italiana si stima che a Pordenone siano 2 mila gli immigrati che potrebbero votare alle comunali di primavera. Si tratta del 5 per cento del corpo elettorale, in grado, se si muovesse compatto, cosa tutta da dimostrare, di influire sul risultato del voto.
Al di là di coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana, come a esempio l’imam della comunità pordenonese, Mohamed Ouatiq, è poco noto ai più che tutti i cittadini comunitari possono sia votare, sia essere candidati in lista alle comunali (non alle provinciali, regionali e politiche). Per farlo è necessario presentare, entro il quarantesimo giorno dalla data delle elezioni, fissate per il 15 maggio, quindi per i primi giorni di aprile, una apposita istanza in municipio con la quale si chiede l’iscrizione nelle liste elettorali aggiunte. Il modulo è una autocertificazione nella quale si dichiara la cittadinanza di provenienza, l’indirizzo dove si abita e che non sussistano provvedimenti giudiziari o penali, in Italia o nello Stato di origine, che facciano venir meno l’elettorato attivo.
Ebbene la rivoluzione demografica che ha coinvolto Pordenone nell’ultimo decennio, unita all’ampliamento dell’Unione europea, fa diventare questa opportunità un fattore politico rispetto al quale i riflettori delle forze politiche potrebbero accendersi.
Considerando i dati disaggregati più recenti, ovvero quelli del primo gennaio 2010, gli stranieri residenti erano 7 mila 989 (alla fine dell’anno sono diventati 8 mila 412) su 51 mila 404 abitanti in città. Di questi gli immigrati provenienti da Paesi comunitari sono mille 976. Tolta la quota di minori (circa il 22 per cento del totale) si arriva a mille 500 aventi diritto al voto, ai quali si aggiungono coloro che italiani lo sono diventati nel tempo.
La comunità più numerosa è di gran lunga quella della Romania, con mille 579 iscritti all’anagrafe. Seguono i polacchi (55), i francesi (30), gli inglesi (25), i tedeschi (21), gli sloveni, gli spagnoli e gli svedesi (18 residenti per ciascuna nazionalità), gli ungheresi (13), i cechi (12), gli austriaci (12) e i belgi (11).
Dal punto di vista dell’incidenza sul corpo elettorale, considerando aventi diritto, in quanto provenienti da Nazioni comunitarie, e coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana, ammonta all’incirca al 5 per cento degli iscritti nei registri elettorali (40 mila 252 persone alle consultazioni provinciali del 2009).
Come accennato, per gli stranieri comunitari vale anche l’elettorato passivo, quindi possono candidarsi ed essere eletti in consiglio comunale. Hanno diritto a poter entrare a far parte della giunta, ma non possono candidarsi a primo cittadino e ricoprire la carica di vice sindaco. Contro la mancata ammissione nella lista aggiunta, è possibile presentare ricorso alla commissione elettorale circondariale.
8. Verona. Protesti: torna di moda il «pagherò». Dai 40 milioni di assegni e cambiali andati a vuoto del 2009 ai 32 del 2010. Le aziende respirano, ma si impennano le cambiali. VERONA - Da 39,5 milioni a 31,9: protesti in vistoso calo l'anno scorso, dopo il brusco aumento del 2009. Un annus horribilis, il 2009 durante il quale assegni, cambiali e tratte sono aumentati del 38,2% secondo i dati elaborati dal Registro Protesti della Camera di Commercio di Verona. I dati relativi alla provincia veronese indicano un rientro verso la normalità dopo la brusca impennata che ha coinciso con il picco della crisi economica.
«E' riduttivo associare al calo dei protesti la tanto auspicata ripresa economica - commenta il segretario generale della Camera di Commercio, Cesare Veneri - ma è un segnale dell'inversione di tendenza in corso. Tanto più se lo associamo all'andamento dei fallimenti: sono quasi raddoppiati lo scorso anno, ma tenuto conto dei tempi tecnici delle procedure fallimentari si riferiscono a situazioni di crisi creatisi negli anni precedenti».
I fallimenti sono passati, infatti, dai 99 del 2009 ai 185 del 2010. Assegni, cambiali e tratte protestate sono, invece, titoli di credito, il cui andamento riflette in tempo quasi reale il trend economico in corso. Essi hanno subito un impenno già negli ultimi due mesi del 2008 (a novembre 2,54 milioni e a dicembre 3), rispetto alla media di 1,7-2,5 degli altri mesi per poi balzare ai 4,9 milioni di gennaio e ai 5,3 di febbraio 2009. La media mensile annua del 2009 è stata di 3,29 milioni contro i 2,38 del 2008 e i 2,66 del 2010.
Analizzando l'andamento delle singole poste, risulta singolare come si sia tornati all'emissione delle cambiali che sono aumentate del 78,9% tra il 2008 e il 2009 e, se pur con un modesto incremento, sono cresciute anche nel 2010: nel 2010 rappresentavano oltre la metà degli importi protestati. In tre anni è quasi raddoppiato il volume delle cambiali protestate: «i pagherò» hanno superato gli assegni. «Un fenomeno forse dovuto alle tensioni di liquidità delle aziende e al generale allungamento dei tempi di pagamento» conclude Veneri. VR.CAMCOM.it Lunedì 21 febbraio 2011
9. Mantova. Buco da sei milioni di euro. Creditori all'attacco, la Barim liquida edifici e terreni. Buco da sei milioni di euro per la Barim srl, una società che per cinque anni ha operato nel settore immobiliare. La crisi economica e il blocco dei finanziamenti da parte delle banche l'ha messa in ginocchio. Nel novembre scorso ha chiesto di essere ammessa al concordato preventivo e il tribunale lo ha concesso.  L'amministratore unico della società è Mattia Bardini, noto per essere proprietario di importanti negozi d'abbigliamento nel cuore del centro storico. Da chiarire, a scanso di equivoci, che i negozi sono esclusi dalla procedura. Ora il destino della Barim, che non ha dipendenti, dipende dai creditori che dovranno decidere se accettare la proposta o aprire la strada al fallimento. La proposta, così com'è stata redatta, prevede il recupero di almeno quattro dei sei milioni di euro che hanno trascinato l'azienda nel vortice dell'insolvenza. La Barim, che ha sede in via Mazzini, ha investito principalmente nel settore immobiliare, anche se è proprietaria di alcuni terreni, non ancora edificabili, nella zona di Cerese. Nell'area di Belfiore aveva iniziato a costruire una palazzina da adibire ad uffici e a Mantovanella sono ancora da ultimare alcuni immobili. E' andata male. La crisi del settore e il blocco degli affidamenti da parte di Mantovabanca che non ha più finanziato l'avanzamento dei lavori, ha decretato l'insolvenza della Barim che dipendeva per il 95 per cento dal credito concesso dalla banca. Proprio Mantovabanca è la maggiore creditrice, a cui fanno seguito i progettisti e i fornitori. L'obiettivo è riuscire a liquidare i beni il cui valore si aggira sui quattro milioni di euro, per evitare il fallimento. Una decisione definitiva sarà presa dall'adunanza dei creditori prevista il 23 marzo. Decisione che ovviamente terrà conto della relazione del commissario giudiziale. In caso positivo la proposta della società immobiliare potrà concretizzarsi, in caso negativo, lo ricordiamo, il fallimento è inevitabile. Il 2010 è stato l'anno record dei fallimenti: 108 aziende si sono arrese e hanno portato i libri contabili in tribunale. Più del doppio rispetto al 2008 e di quasi cinque volte superiore al dato del 2007, quando gli imprenditori che avevano gettato la spugna erano stati soltanto ventisette. (go)
10. Modena. Computer gratis alle scuole. Assemblati e donati da Coop Estense e Adriatica. Coop Estense e Coop Adriatica donano 60 computer destinati ai progetti promossi dall'assessorato alle Politiche giovanili del Comune per diffondere il cosiddetto 'open source', cioè il software libero che permette l'applicazione gratuita di tutti i programmi.  Grazie a una collaborazione con le aziende cooperative si recuperano strumenti preziosi destinati alla rottamazione. Tornano a nuova vita i computer donati alla rete dei 'Net Garage' dell'assessorato delle Politiche Giovanili.  È questo il destino riservato ai 50 personal computer appena ricevuti da coop Estense e ai 10 computer portatili provenienti da coop Adriatica.  Negli ultimi due anni, altri 100 personal computer sono arrivati allo stesso modo tra le mani degli operatori che li hanno ricostruiti di nuovo dopo averli svuotati, scomposti e riassemblati.  Dopo l'installazione dei software liberi da licenze commerciali, le nuove macchine sono state pronte per il riutilizzo nelle scuole modenesi.  Due le destinazioni.  Da una parte, gli undici 'Net Garage' dove i personal computer vengono usati per i corsi di alfabetizzazione informatica e per la navigazione on line dei ragazzi che familiarizzano con le nuove tecnologie, dall'altra le scuole medie inferiori della città.  Negli ultimi tre anni, infatti, i laboratori informatici di diversi istituti scolastici hanno ricevuto decine di pc e in tutti è stato installato il sistema operativo Linux, che consente di utilizzare programmi aggiornati senza gravare sui bilanci scolastici essendo un sistema libero da licenze commerciali.  Il progetto, intitolato il 'Pinguino tra i banchi' e ispirato all'animale simbolo di Linux, è promosso dall'assessorato alle Politiche Giovanili in collaborazione con l'Università di Modena e dagli alunni e docenti dell'Istituto Tecnico Corni.
11. Modena. Un apparecchio salvavita in municipio. Gli "Amici del cuore" hanno consegnato al sindaco Pighi il defibrillatore. Un apparecchio salvavita è stato donato al Comune dall'associazione "Amici del cuore". La consegna è avvenuta in municipio alla presenza del sindaco Giorgio Pighi, dell'assessore Francesca Maletti, del presidente dell'associazione Giovanni Spinella e dei vice Giuliano Alessandrini e Roberto Gatti. Il defibrillatore automatico, che spiega attraverso una voce automatica cosa si deve fare quando una persona viene colta da arresto cardio-polmonare, consente attraverso una scarica elettrica di ristabilire il battito regolare del cuore. L'apparecchio sarà utilizzato nel palazzo municipale e l'amministrazione sta individuando i dipendenti che seguiranno un corso gratuito per imparare ad utilizzare lo strumento ed effettuare massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca. "Quando una persona va in arresto cardio-polmonare, bisogna intervenire entro i primi 5 o 6 minuti altrimenti perde le capacità cognitive o muore. È importante quindi poter intervenire in tempi rapidi" ha affermato Spinella. "È importante l'impegno del presidente Spinella e degli Amici del cuore su un problema che ogni anno provoca la morte di 60mila persone, di cui non poche giovani", ha osservato Pighi. "L'associazione forma cittadini competenti, in grado di intervenire quando si verifica un evento traumatico - ha aggiunto la Maletti - impensabile che l'ambulanza raggiunga in 5 minuti ogni luogo della città".
12. Ferrara. Ma la mafia è anche a Ferrara. La lezione agli studenti di Vincenzo Ciconte, esperto di 'ndrangheta. Vincenzo Ciconte, autore di libri sulla 'ndrangheta nonché deputato del Pci-Pds nella X legislatura, ha incontrato ieri alcuni alunni dell'Iti. «Pure nella provincia di Ferrara c'è la mafia - ha esordito -, anche se oggi il mafioso è una persona apparentemente normale che movimenta una gran quantità di soldi, e non il burbero con coppola e lupara».  «Le mafie - ha proseguito Ciconte - non sono rimaste confinate alle regioni del Sud, ma, specie negli ultimi quarant'anni hanno raggiunto altre zone d'Italia e del mondo. Fino a metà Novecento le attività erano legate all'agricoltura: i mafiosi rubavano, taglieggiavano, facevano pagare il pizzo, un po' come fa lo Stato con le tasse, e i grandi proprietari terrieri mettevano dei mafiosi a guardia delle loro terre». E quando la società si è industrializzata, la mafia ha iniziato ad interessarsi prima di edilizia, poi del traffico di sigarette, infine di droga. «Ogni grammo di droga acquistato - ha messo in guardia i ragazzi - è un finanziamento ad un mafioso».  Ma se la si legalizzasse? ha chiesto un alunno. «E' un'idea, ma non mi convince: c'è il rischio che si passi dalle droghe leggere alle pesanti, e poi le mafie riuscirebbero in ogni caso ad offrire un prodotto migliore».  Lei ha paura? E' stata la domanda di un altro ragazzo. «Ho preoccupazione - ha risposto lo scrittore - ma l'importante è evitare di fare gli smargiassi. Il compito non dev'essere provocare i mafiosi, ma fare in modo che rimangano soli, staccare i collusi. La mia paura è quella di non riuscire a separare dalla 'ndrangheta la maggioranza dei calabresi».  Anche una professoressa ha posto un quesito: come si fa ad avvicinare i ragazzi alla politica? «E'vero che quella di oggi è lontana dalla gente - han detto Ciconte -, ma non è vero che sono tutti uguali: io questa solfa la sentivo alla vostra età da chi aveva interesse a non cambiare le cose». Ciconte ha infine parlato del suo ultimo libro, «'Ndrangheta padana», edito da Rubbettino: «Racconto cosa è successo negli ultimi quindici anni in Lombardia, la regione con l'infiltrazione mafiosa più robusta. Là, alcuni imprenditori edili hanno fatto affari con la criminalità e alcuni consiglieri regionali hanno ricevuto le preferenze di mafiosi».  L'incontro di ieri è stato promossi da Comune, Provincia, Ufficio scolastico e dalle associazioni Avviso pubblico e Libera Ferrara.
13. Guglionesi. Da oggi via i cassonetti: scene di inciviltà in paese. Guglionesi. Ultima notte per i cassonetti del vecchio sistema di raccolta rifiuti, e la gente ne ha approfittato prima dell’entrata in vigore delle nuove regole che impongono di separare gli scarti a seconda della tipologia per liberarsi di tutto. Contenitori stracolmi, con sacchetti di immondizia traboccanti, ma anche materiali ingombranti e rifiuti di ogni genere accanto ai cassonetti che da questa mattina dovrebbero scomparire, finendo per sempre in soffitta, per fare spazio alla raccolta differenziata "porta a porta". Da ieri pomeriggio Guglinesi, ricalcando la prassi degli altri Comuni bassomolisani dove nelle ultime settimane è scattata la differenziata, sembra un quartiere campano in piena emergenza. Non solo rifiuti domestici, ma anche ingombranti, abiti dismessi, materassi, cuscini, mobili, damigiane, giocattoli e chi piů ne ha piů ne metta: montagne di scarti sono state accumulate dalla popolazione a ridosso de cassonetti. «Abbiamo deciso di fare una buttata generale - ammettono alcuni residenti - prima di cominciare a separare vetro, plastica, organico eccetera». In barba alla civiltà, visto che a finire nei contenitori che oggi vanno in pensione ci sono anche scarti irregolari, per i quali i cittadini avrebbero dovuto chiamare il servizio di trasporto e smaltimento ingombranti.
14. San Lorenzo del Vallo. Cosenza. Madre e figlia uccise, ai funerali urla di vendetta. Lunedì 21 Febbraio 2011 07:25 Redazione desk. San Lorenzo del Vallo - Si sono svolti in un clima di grande tensione i funerali di Rosellina Indrieri, di 45 anni, e la figlia Barbara, di 26, uccise nei giorni scorsi a San Lorenzo del Vallo. Nel corso della cerimonia Gaetano De Marco, marito e padre delle due donne uccise, ha urlato frasi di vendetta contro gli autori del duplice omicidio. Il rito funebre, al quale hanno partecipato poche persone, si é svolto nella chiesa di San Lorenzo Martire. Il parroco della chiesa, padre Francesco Visciano, nel corso della sua omelia ha detto che «bisogna perdonare perché la vendetta colpisce persone innocenti. L’omicidio di Rosellina e Barbara ha colpito tutta la comunità e non solamente i familiari». Le parole del parroco sono state più volte interrotte da Gaetano De Marco, scampato all’agguato, il quale ha urlato la sua rabbia e, rivolgendosi agli autori del duplice omicidio, ha detto che "farò vendetta». Nell’agguato compiuto a San Lorenzo del Vallo sono sfuggiti alla morte un altro figlio di Rosellina, Silos De Marco, di 24 anni, ferito all’inguine e alla spalla sinistra, ed il capofamiglia, Gaetano De Marco, che dormiva in una stanza diversa da quella in cui si trovavano le due donne. Il commando armato che ha portato a termine il duplice omicio  ha fatto irruzione in casa delle vittime dopo aver sfondato la porta del loro appartamento. I killer hanno inseguito le vittime nelle loro stanze sparando all’impazzata uccidendole. I sicari, molto probabilmente, hanno raggiunto il posto a bordo di un’Audi. Il paese attonito ha potuto vedere gli effetti devastanti della tragedia guardando la macabra scena di un corpo di donna penzolante dalla ringhiera di un balcone, esito, molto probabilmente, di un disperato tentativo di fuga. La pista privilegiata dagli investigatori è una vendetta maturata negli ambienti della ’ndrangheta. Un mese fa a Spezzano Albanese, il figlio del boss latitante Franco Presta, Domenico, di 22 anni, è stato ucciso al termine di una lite da un commerciante, Aldo De Marco, che è il cognato e lo zio delle vittime.
 

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