lunedì 21 febbraio 2011

Politica economica e Finanza pubblica, 21 febbraio 2011

1. Burocrazia. Secondo un'indagine di Kpmg l'Italia ha il sistema più complesso del mondo
2. Italia secondo tradizione. E' la prima a frenare e l'ultima a ripartire.
3. Inps: i falsi invalidi pesano dieci miliardi l’anno.
1. Burocrazia. Secondo un'indagine di Kpmg l'Italia ha il sistema più complesso del mondo - Il paese più complesso? Per i top manager è l'Italia. di Netti Enrico. Sole 24 Ore di lunedì 21 febbraio 2011, pagina 18. Burocrazia. Secondo un'indagine di Kpmg l'Italia ha il sistema più complesso del mondo pag.18 Fare business. Uno studio comparativo di Kpmg Il paese più complesso? Per i top manager è l'Italia Enrico Netti ifat: Primo posto all'Italia che batte sul filo di lana due colossi del Far East: Cina e Corea del Sud. È italiano il sistema paese più complesso del mondo. A conquistare questo primato negativo è il nostro paese dove il macigno della complessità non si sbriciola ma diventa sempre più pesante. Una zavorra per chi fa impresa, zavorra che addirittura si è accentuata nell'ultimo biennio. A dirlo è lo studio «Confronting complexity», una ricerca internazionale realizzata da Kpmg coinvolgente un panel di i400 amministratori delegati e top manager di grandi aziende di 22 nazioni. Per il 78% degli intervistati che operano lungo la penisola negli ultimi due anni c'è stato un significativo aumento della complessità. Tra le concause, a dirlo sono due imprenditori su tre, ci sono l'eccessivo impianto normativo, il sistema dei controlli e quello tributario, la difficoltà a operare in più paesi Fattori che si aggiungono al clima recessivo scatenato dalla crisi economica. «È lo stratificarsi di una serie di fattori che fanno diventare la gestione della complessità una priorità per le aziende» avverte Michele Parisatto, managing partner di Kpmg Advisory. Sul domani c'è però un certo ottimismo. Per il 2012 si prevede un calo del fenomeno del 14ab in Italia mentre agli antipodi, dall'Australia alla Cina, dal Sud Africa al Brasile e gli Usa, sono La top ten Risposte alla domanda «Il livello di complessità nell'attività imprenditoriale è aumentata nell'ultimo biennio?».In percentuale Italia Corea del Sud Singapore 70 68 64 Cina Sud Africa Australia 69 68 64 Usa Giappone 63 61 Brasile Germania 62 61 attesi forti aumenti. Viene vista in crescita, ma più contenuta, la complessità in diversi paesi europei, come Germania, Svizzera, Regno Unito e Francia. L'accentuarsi della variabile complessità è aumentata, finora, soprattutto nelle Americhe e nell'area Asia-Pacifico: i sistemi economici in via di sviluppo, però, riescono a reagire in maniera più flessibile. Per 1174% delle imprese c'è poi un filo conduttore comune: la convinzione che dalla complessità si creino nuove opportunità. «Serve una regolamentazione "leggera" sui grandi principi di fondo e una maggiore armonizzazione delle piattaforme regolamentari a livello internazionale - suggerisce Parisatto -. I governi devono lavorare insieme per semplificare le norme anche con processi di convergenza perché la creazione di posti di lavoro passa dalle imprese e le leggi devono favorire il business, non ostacolarlo». Inoltre gestire questa sfida fa lievitare i costi e richiede competenze e agilità. Le soluzioni intraprese dalle aziende per combattere la complessità sono nel miglioramento dei sistemi per la gestione delle informazioni, nella riorganizzazione di tutto e di parte del business e nel dare una svolta significativa nella gestione delle risorse umane.
2. Italia secondo tradizione. E' la prima a frenare e l'ultima a ripartire. di Turani Giuseppe. Italia secondo tradizione E' la prima a frenare e l'ultima a ripartire • di GIUSEPPE TURANI Le automobili vanno a benzina (o a gasolio), le economie a soldi. E quella italiana (poiché di soldi nuovi non ce ne sono), va piano. E continuerà così, senza accelerazioni. Nel quarto trimestre dell'anno scorso po' tutti i paesi dell'area Ocse hanno rallentato, ma l'Italia è arrivata ultima in classifica, come crescita. Il fenomeno durerà qualche trimestre. 112011, infatti, è l'anno del rallentamento. L'America non scatta e l'Asia rallenta. E l'Italia non può che seguire questo trend. La domanda in tema non sale perché non c'è aumento dei posti di lavoro e nemmeno delle paghe. La domanda estera scende invece di salire. Potremmo avere nel 2011 un'altra verifica del noto detto: l'Italia è la prima a frenare e l'ultima a accelerare. E questo non per una maledizione, ma perché per quanto riguardala congiuntura siamo nel giro turistico lungo: prima deve ripartire bene l'America, che si porta dietro la Germania e infine arriviamo noi. Insomma, le prime nubi sono arrivate. Il governo rilancia (a parole) la congiuntura, ma la congiuntura per ora frena. E il' 2011, secondo tutte le previsioni, avrà una chiusura, a consuntivo, più bassa addirittura del 2010, quando la crescita è stata appena dell'1,1 percento.
Riti ambrosiani. Quella che una volta era la capitale morale d'Italia, Milano, manda segnali preoccupanti. AI Pio Albergo Trivulzio, che dovrebbe occuparsi di fornire una serena vecchiaia a quelli meno abbienti, si scopre che ci sono case affittate a prezzi di favore. E persino i vigili urbani, i famosi "ghisa", adesso anche armati di pistola (ma molti saggiamente lasciano a casa i proiettili) sono sospettati (alcuni di loro) di conciliare le multe sottobanco: a un terzo del loro valore. Milano affonda nella corruzione e scopre il mercato nero delle multe gestito dai popolari "ghisa"
Operai. Una volta era conosciuta come la Stalingrado d'Italia, tanti erano gli operai (e tutti di sinistra). Solo Breda e Falck, da sole, occupavano quasi 40mila persone. Adesso, una bella inchiesta del "Sole 24 ore" ha scoperto che in tutto le tute blu di Sesto sono un migliaio appena, e questo grazie a alcuni complessi stranieri che continuano la loro attività, altrimenti sarebbero anche meno. In più si è visto che sta nascendo una nuova generazione di artigiani. Ma si tratta di extra-comunitari: egiziani, rumeni, sudamericani, filippini, cinesi, albanesi, marocchini, ucraini. Oggi nella ex-Stalingrado d'Italia un ottavo della popolazione è fatta da immigrati. E, se vi serve un idraulico, è molto probabile che arrivi un egiziano.
Marchionne. E' euforico Marco Lorenzi, quarantacinque anni, bergamasco, da venticinque nel mondo dell'abbigliamento informale con un'azienda di tipo artigianale, la Duelle, 25 dipendenti, con un fatturato annuo di cinque milioni e mezzo di euro, sede a Zanca, in provincia di Bergamo. I suoi blouson, le sue maglie, i suoi giubbini morbidi - linea Capo-bianco -, confezionati con tessuti di qualità e curatissimi nei dettagli e nel design, hanno conquistato Sergio Marchionne. Il supermanager ha acquistato personalmente due capi da Polimpic, una boutique trendy, nel centro di Torino.
3. Inps: i falsi invalidi pesano dieci miliardi l’anno. February 21, 2011. Continuano i controlli dell’Inps sulle pensioni d’invalidità iniziati circa due anni fa, con il fenomeno ‘falsi invalidi’ che va acquisendo sempre più una sua dimensione ben definita.
Da questo primo ciclo di controlli verrebbe fuori uno scenario in cui circa il 30% dei beneficiari di pensione di invalidità ne usufruiscono senza averne diritto, ma la percentuale nazionale è distribuita in proporzioni decisamente diverse da luogo a luogo. In Lombardia e Emilia Romagna le pensioni da ‘cancellare’ rappresentano meno del 10% del totale, mentre la percentuale salta al 53% in Sardegna e al 47% in Umbria. In provincia di Sassari le falsi pensioni ammonterebbero al 76%, percentuale che diventa 26% a Roma e il 3% a Milano.
Al Corsera, Antonio Mastropasqua, presidente dell’Inps, ha dichiarato che ai 200 mila controlli del 2009, se ne sono aggiunti altri 250 mila nel 2010, e altrettanti sono previsti sia in questo, sia nel prossimo anno. In totale, dunque, la probabilità di subire un accertamento, raro fino a qualche tempo fa, arriverà al 30% in 4 anni di verifiche.
Nel complesso, i dati dell’Inps confermano i risultati di alcuni studi, portati avanti dalla stesso istituto previdenziale coadiuvato dall’Istat, dove si era cercato di stimare il numero di ‘falsi invalidi’ regione per regione e su base provinciale. Ad oggi le stime iniziano a delineare uno scenario davvero devastante, sia dal punto di vista economico, sia da quello della giustizia sociale. Le sole prestazioni di coloro che hanno solo una pensione di invalidità ammontano a circa 15 miliardi di euro all’anno, che diventano 30 prendendo in considerazione anche coloro che cumulano la pensione di invalidità con altri tipi di pensione. In totale stiamo parlando circa 5-6 milioni di persone, a un terzo delle quali dovrebbe essere revocata la prestazione previdenziale/assistenziale, con un risparmio complessivo di 8-10 miliardi di euro all’anno.
Il piano di controlli Inps esplicato dal presidente dell’ente, per quanto fuori dalle tradizioni nostrane e fino ad oggi molto efficace, prevede, però,  ‘soltanto’ 250 mila controlli l'anno, per cui, come fanno notare gli esperti, solo un flusso di 1 miliardo di euro ogni anno, anziché gli 8-10 recuperabili se, teoricamente, le verifiche fossero svolte su tutti, beneficiari puri e multipli di pensione d’invalidità, e fossero complete, anziché a campione.
Ma anche questa somma, come molti addetti ai lavori fanno notare, non è irrilevante e sono tante le cose, di competenza Inps o meno, che potrebbero finanziarsi con essa. Marco Notari

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