mercoledì 23 marzo 2011

Fratelli d’Italia, uniti per un giorno

di Gerhard Mumelter – 19 marzo 2011
Pubblicato in: Austria
[Articolo originale "Fratelli d'Italia, vereint für einen Tag" di Gerhard Mumelter]
Traduzione di ItaliaDallEstero.info

A 150 anni dalla sua unificazione, oggi l’Italia è più divisa che mai.
Le identità regionali sono da sempre più importanti, e Silvio Berlusconi divide ancora di più la nazione.


L’Italia è tutta un tricolore. La pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori giovedì mattina sotto la pioggia ha dipinto il grigio cielo romano con i colori della bandiera. L’inno nazionale con il verso “Già l’Aquila d’Austria: le penne ha perdute” ha risuonato per due minuti nel traffico rumoroso della capitale. La prima pagina del Corriere della Sera è stata illustrata dall’artista Mimmo Paladino e sono stati pubblicati sul quotidiano alcuni testi patriottici tra cui la poesia di Giacomo Leopardi “O patria mia”.

L’Italia ha celebrato in questi giorni i 150 anni della sua unificazione, con fuochi d’artificio, cerimonie, concerti di Verdi e sfarzo dal carattere sentimentale. Il monumento ai caduti “Altare della Patria”, noto comunemente come “Il Vittoriano”, – rifulgeva dei colori del tricolore e Sofia Loren si è fatta ritrarre vestita tutta di bianco, come una madre della nazione, davanti ad una Ferrari rossa.

Tuttavia i festeggiamenti imbevuti di retorica patriottica sono riusciti a malapena a nascondere che, al di là dell’unità manifestata con tanta euforia, l’Italia resta un paese profondamente diviso.
Persino la spaccatura tra nord e sud oggi è più profonda che mai. E’ vero che secondo i sondaggi l’89% “è orgoglioso di essere italiano”, tuttavia un sentimento unitario di identità si manifesta più che altro in occasione di una partita di calcio ai mondiali. Il fatto che questa giornata di festa nazionale, celebrata solo per quest’anno, sia stata deliberata solo dopo molte discussioni con decreto d’urgenza, non è certo un caso. Ancor più imbarazzante è stato il boicottaggio alle celebrazioni ufficiali in Parlamento da parte della Lega Nord, partito della coalizione al governo. Secondo Umberto Bossi, leader della lega, i tricolori che hanno sventolato a milioni, servono solo a “pulirsi il culo”.

La reputazione dell’Italia soffre anche per gli scandali del premier, che spacca la nazione in due inconciliabili fazioni. Silvio Berlusconi è stato fischiato perfino in occasione della cerimonia presso l’Altare della patria.

A Torino, la prima storica capitale dell’Italia unita, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con calorosa commozione, trattenendo le lacrime, ha invocato all’unità il paese. Egli soprattutto rappresenta l’unica personalità, tra le tante, capace di integrazione, in un paese per molti aspetti lacerato, dalle cui finestre oggi sventola solo qualche tricolore isolato.

Una valanga di novità editoriali, mostre e programmi televisivi tenta di riportare alla memoria degli italiani gli eroi risorgimentali, che per molti oggi non sono altro che nomi insignificanti a cui sono intitolate le vie cittadine. Una misera e disperata impresa in un paese, i cui abitanti devono ancora decidersi se l’unità della nazione sia da considerarsi come una fatalità o una fortunata coincidenza. Fino a quando non verrà chiarito questo dilemma il Corriere si consola con un minimo comune denominatore: “Almeno per un giorno l’Italia è stata unita”.


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