mercoledì 23 marzo 2011

Mezzogiorno-Sera. 23 marzo 2011.

Abruzzo. Giornate Fai alla riscoperta del sito archeologico

Abruzzo. Da Moody's il rating A3 ad Acea

Abruzzo. Targa blu di sicurezza stradale

Abruzzo. L'Abruzzo potrebbe non accogliere i profughi sbarcati a Lampedusa

Sicilia. Fotovoltaico, il sole tramonta

Sicilia. Atenei: bassi tassi di occupabilità

Scopelliti scaccia ogni dubbio: la Calabria dice no al nucleare

Calabria. Multiservizi, risparmio e servizio migliorato nel 2010

Lampedusa, è arrivata la San Marco: trasporterà 700 migranti

Sindaci sì, sindaci no. Come gradimento Emiliano 8° in italia

Roccella Ionica (Rc): soccorsi dalla Guardia Costiera settanta immigrati                         
Benevento. L'Aglianico del Taburno «diventa» D.O.C.G.

Napoli. 6 mila rifugiati arrivano in Campania, le regioni pronte ad accogliere i migranti

Palermo. Amat al verde, servono 2 milioni e mezzo per pagare dipendenti e spese aziendali

Tecnocasa «analizza» il mercato dei mutui





Abruzzo. Giornate Fai alla riscoperta del sito archeologico
Silvio Volpe AVEZZANO Un fine settimana dedicato alla cultura, alla riscoperta e alla valorizzazione di due dei beni monumentali che fanno parte del patrimonio storico e culturale della Marsica: gli scavi archeologici di epoca romana e l'antico borgo medioevale di Alba Fucens. L'iniziativa, promossa a livello nazionale nell'ambito delle «Giornate di Primavera Fai 2011», che si svolgerà nei giorni 25, 26 e 27 marzo prossimi, è stata presentata nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sede di Avezzano della Provincia di L'Aquila dal presidente della stessa Amministrazione Antonio Del Corvo, dal capo delegazione del Fai (Fondo Ambiente Italiano) per la provincia aquilana Andrea Tatafiore e dal delegato Fai di Avezzano Raffaello Di Domenico. «Si tratta di un'iniziativa - ha detto il presidente Antonio Del Corvo - con la quale vogliamo contribuire a far conoscere sempre più i beni culturali, storici e monumentali presenti sul nostro territorio. Un territorio che ha un notevole patrimonio in tal senso e che purtroppo non è valorizzato come dovrebbe». Un'opportunità notevole, dunque, quella offerta dal Fai, che nella «tre giorni» si avvarrà della collaborazione, in veste di ciceroni, degli studenti delle scuole di Avezzano. La manifestazione sarà occasione, ha precisato Tatafiore, per far conoscere e diffondere il Fai e raccogliere adesioni.

Abruzzo. Da Moody's il rating A3 ad Acea
Moody's ha assegnato per la prima volta ad Acea il rating «A3» con outlook stabile, «in considerazione del suo solido business e della capacità di garantire previdibilità e trasparenza degli utili futuri». È quanto comunica Acea in una nota. Sempre ieri la società, «Standard and Poor's ha confermato il rating A sul lungo termine e A-1 sul breve, con outlook negativo, che riflette «sia il solido business, sia la forte situazione finanziaria e patrimoniale». «Acea, fra le poche aziende europee a poter vantare il rating di tre agenzie nell'area A, ottiene un grande risultato che porta con sè importanti benefici finanziari» ha afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. «Stiamo oggi registrando i primi effetti di un piano industriale solido e di un management competente, insieme ad alcune decisioni strategiche come quella di risolvere il rapporto, in ambito energia, con i francesi. Desidero ringraziare per questo riconoscimento - conclude il sindaco - il management e tutti i collaboratori di Acea»

Abruzzo. Targa blu di sicurezza stradale
La Provincia di Chieti ha ottenuto anche quest'anno il riconoscimento della Targa Blu per i meriti conseguiti nel settore della sicurezza stradale e della qualità della mobilità. Il premio, ritirato dal comandante della Polizia Provinciale, Armando Ferrante, è stato conferito ìa giusto riconoscimento dei risultati conseguiti relativamente alla costante riduzione della mortalità sulle strade del proprio territorio nell'arco del biennio 2008-2009, rispetto ai dati relativi all'anno 2007”, rilevati in base alla speciale graduatoria pubblicata da ACI-ISTAT, che hanno consentito alla stessa di classificarsi al 4° posto tra le Province d'Italia. «Questo riconoscimento attesta la bontà del lavoro che abbiamo svolto sin dall'insediamento – dichiara il presidente Di Giuseppantonio – pur tra enormi difficoltà finanziarie e di gestione, per la sicurezza stradale. Le nostre azioni mirano a un miglioramento complessivo della mobilità, con risultati lusinghieri». Sim.Ber.

Abruzzo. L'Abruzzo potrebbe non accogliere i profughi sbarcati a Lampedusa
PESCARA L'Abruzzo potrebbe essere una delle poche regioni in cui non saranno indirizzati i flussi dei profughi provenienti dal Nord Africa. Ieri il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, al termine di una riunione al Viminale con i presidenti delle Regioni, delle Province e dell'Anci, ha annunciato la redazione a giorni di un piano di emergenza per accogliere fino a 50mila immigrati: «Regioni, Province e Comuni devono sentirsi coinvolti in questa azione umanitaria», ha detto Maroni. Ogni territorio dunque dovrà fare la sua parte, partendo dal principio di solidarietà. Il piano del ministero terrà conto del numero di abitanti di ogni regione e soprattutto - ha precisato Maroni - «inserirà dei correttivi per Puglia, Sicilia e Calabria, sottoposte a più pressioni, e per l'Abruzzo colpito dal terremoto dell'Aquila».

Sicilia. Fotovoltaico, il sole tramonta
di Rosario Battiato. Energia. Gli effetti del D.Lgs sulle rinnovabili.
La decisione. Il Consiglio dei ministri ha varato il nuovo decreto legislativo sulle energie rinnovabili. Esso mira a rimodulare le soglie e gli incentivi a scalare. Scompare il tetto degli 8.000 Mw agli aiuti al fotovoltaico.
La conseguenza. Per chi deve tirare fuori i soldi il quadro è di massima incertezza. Molti investimenti programmati sono stati congelati; anche in Sicilia, dove il settore stava finalmente crescendo dopo ritardi nell’avvio.
PALERMO – Potrebbe essere la catastrofe per la rivoluzione energetica siciliana. Il decreto Romani sulle rinnovabili andrebbe ad abbattersi su un settore fortemente in crescita in una regione che mira a divenire la regina del fotovoltaico.
A rischio non ci sono solo grandi progetti, come la joint venture di Catania tra Sharp, Enel ed St, ma anche tante imprese isolane che nelle rinnovabili, ed in particolare nel fotovoltaico, hanno investito. In bilico  almeno 10 mila posti di lavoro, tra diretto e indotto.
Anche gli altri nodi del settore energetico isolano stentano a sciogliersi: Piano energetico e velocizzazione delle autorizzazioni. E intanto scoppia il caso delle speculazioni sulle autorizzazioni e il rischio di una tangentopoli solare, dopo quella già conclamata nell’eolico.

Sicilia. Atenei: bassi tassi di occupabilità
di Vanessa Paradiso
Diminuiscono i finanziamenti destinati al sistema universitario siciliano: 35 mln in meno l’ultimo anno. L’assessorato Istruzione si accorda col Cnr per potenziare la ricerca nell’Isola. PALERMO - “Il sistema universitario siciliano pubblico ha perso in quest’ultimo anno 35 milioni di euro di finanziamento statale” ha dichiarato il Magnifico Rettore dell’Università di Messina, Francesco Tomasello.
Difatti, buona parte di queste risorse è stata trasferita agli Atenei del Nord nonostante i giovani meridionali continuino a pagare i costi sociali di un crescente divario Nord-Sud. La creazione di una rete di Atenei meridionali non è riuscita, sino ad ora, a stabilire nuove forme di collaborazione per dare risposte concrete alla domanda di formazione e alla richiesta di nuove competenze professionali che possano offrire maggiori certezze ai giovani in un nuovo scenario del mercato del lavoro. L’occupabilità dei laureati deve essere il primo degli obiettivi strategici delle Università siciliane che registrano un tasso di disoccupazione giovanile allarmante.
Tomasello ha spiegato che “serve un’azione concreta di orientamento al lavoro fondato su una indagine accurata delle professionalità che sono necessarie già oggi e nell’imminente futuro. Occorre un impegno straordinario finalizzato a far emergere le migliori energie, puntando sulla innovazione delle facoltà universitarie per attrarre risorse finanziarie esterne per l’alta formazione e la ricerca scientifica”.
Solo l’anno scorso, secondo i dati raccolti dall’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero), sono stati 22.982 gli “under 40” emigrati in altri Paesi europei, in prevalenza uomini. Oltre 4 milioni sono gli italiani di tutte le età iscritti all’Aire e, di questi, più di un milione hanno tra i 20 e i 40 anni. Tra le regioni italiane più toccate dal fenomeno nel 2010, vi è la Lombardia, con 3.560 “under 40” che si sono trasferiti in Unione Europea e 361 negli Usa e, a seguire, Sicilia, Lazio e Campania.
Oltre 330 mila sono i giovani, tra i 20 e i 40 anni, emigrati dal Paese negli ultimi dieci anni e la Sicilia nello stesso periodo si pone capolista, con 40.281 giovani “under 40” emigrati all’estero, seguita dalla Lombardia e dalla Calabria.
Ora l’Assessorato per l’Istruzione e la formazione professionale della Regione siciliana ha sottoscritto un accordo quadro con il Consiglio nazionale delle Ricerche per una durata di tre anni teso al potenziamento della capacità di ricerca scientifica a livello regionale attraverso il reclutamento di giovani ricercatori e alla promozione di interventi di formazione professionale e alta formazione e alla valorizzazione delle competenze del personale in organico.
L’obiettivo è quello di sviluppare le infrastrutture di ricerca di livello europeo anche consorziando realtà già presenti sul territorio, favorendo in tal modo l’internazionalizzazione delle attività di ricerca e innovazione degli Istituti siciliani del Consiglio nazionale delle ricerche attraverso azioni mirate nell’ambito di accordi quadro: scambi di ricercatori, progetti bilaterali, stage di ricercatori stranieri presso le strutture del Cnr in Sicilia, stage e tirocini formativi di personale Cnr presso organismi di eccellenza esteri.

L’approfondimento. Investimenti per la ricerca nel territorio siciliano
 “In Sicilia il Consiglio nazionale delle ricerche svolge attività scientifica di primario livello e, grazie alla propria struttura, è in grado di trasferire sul territorio regionale le competenze dislocate nel resto del Paese”, ha spiegato il presidente del Cnr, Luciano Maiani. “Il maggior ente di ricerca italiano è dunque una ricchezza per le istituzioni e le imprese regionali, oltre che per la società, e vuole rappresentare in misura crescente quel motore di sviluppo e conoscenza indispensabile al rilancio del Mezzogiorno e a trattenere i migliori cervelli”. I distretti tecnologici del Cnr presenti nel territorio siciliano sono tre e si occupano di trasporti navali commerciali e da diporto, micro e nano sistemi, agro-bio e pesca ecocompatibile. Questi uniti ai restanti istituti (4 sedi principali, 17 secondarie e un’area di ricerca), “costituiscono un riferimento importante per la Regione, oltre che un concentrato di competenze ad altissima qualificazione. Sono certo che la collaborazione con la Regione siciliana – ha concluso Maiani – potrà contribuire a creare nuove opportunità di sviluppo per tutti i siciliani”. L’Ente è presente in Sicilia con 505 dipendenti di cui 444 (88%) personale di ricerca, al quale si aggiungeranno 47 posti messi a bando nel 2010-2012 e con un investimento di risorse full cost di 38,8 milioni di euro.
Articolo pubblicato il 23 marzo 2011

Scopelliti scaccia ogni dubbio: la Calabria dice no al nucleare
Mercoledì 23 Marzo 2011 07:46 Redazione desk
Giuseppe Scopelliti
CATANZARO - No al nucleare. Lo dichiara il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti che, in merito al dibattito nazionale e regionale sulla tematica della denuclearizzazione del territorio, ha diffuso una nota stampa ufficiale. «La Regione Calabria - è scritto nel documento - già in fase di Conferenza dei Presidenti delle Regioni, ha manifestato chiaramente il proprio no alla realizzazione di centrali nucleari nel territorio calabrese». Una dichiarazione che sembra mettere la parola fine alle discussioni politiche degli ultimi giorni. Anche se il segretario regionale del Pdci, Michelangelo Tripodi, ha tenuto a rimarcare la netta contrarietà del suo partito rispetto al piano energetico del governo nazionale. «Mentre in tutto il mondo ha dichiarato - specie a seguito della catastrofe giapponese e dell’emergenza nucleare che si è determinata, crescono dubbi, perplessità e contrarietà nei confronti dell’energia nucleare, il governo italiano continua la sua marcia inesorabile contro la produzione di energia da fonti rinnovabili. E’ davvero incredibile che tutto questo accada mentre in tutti i paesi dell’Unione europea si accelera in questa direzione e aumenta la produzione di energia pulita, anche per i vincoli stringenti che gli stati membri debbono osservare (ricordiamo a tal proposito che occorre. ridurre la dipendenza dalle fonti combustibili fossili e le emissioni di Co2 e che le direttive comunitarie impongono all’Italia l’obbligo di raggiungimento degli obiettivi del 17 per cento di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2020). Purtroppo, il neo ministro dello sviluppo economico Romani si è fatto subito conoscere con due provvedimenti che sono uno peggio dell’altro: con il primo ha messo il sigillo sulla devastante centrale a carbone di Saline Joniche a cui si vuole dare il via libera con una scelta grave ed in netto contrasto con il territorio, con il secondo provvedimento lo stesso ministro, in virtù della sua dichiarata fede nuclearista, ha stampato il suo nome su un decreto iniquo, assurdo e incostituzionale che passerà alla storia come il decreto "Romani/ Enel/ Petrolieri". Si tratta del famigerato decreto del 3 marzo 2011 che, negando il buonsenso e l’evidenza, segna la fine dell’energia fotovoltaica e delle energie rinnovabili in Italia, eliminando gli incentivi statali e lasciando centinaia di migliaia di persone senza lavoro. Quindicimila famiglie rischiano di perdere in pochi mesi il posto di lavoro, un indotto che occupa altre 100.000 persone sarà colpito. E’ un prezzo altissimo, in termini sociali ed economici, che verrà pagato da uno dei pochissimi settori produttivi non colpiti dalla crisi e da un numero importante di lavoratori e famiglie. Per una regione come la Calabria oltre al danno si aggiunge la beffa. Innanzitutto, perché noi siamo potenzialmente una delle regioni italiane più produttive di energia solare e fotovoltaica e, quindi, il decreto Romani ci taglia le gambe e rappresenta una forte penalizzazione per la nostra regione che potrebbe vedere in questo settore uno dei fattori del proprio rilancio. In secondo luogo perché lo sviluppo e la promozione degli investimenti nelle energie rinnovabili potrebbe innnescare una spinta propulsiva per la crescita dell’economia e dell’occupazione, coniugando sviluppo, sostenibilità ambientale e valorizzazione delle risorse naturali e favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro stabili e puliti in una regione che ha il tasso di disoccupazione più alto d’Italia.Chiediamo, pertanto, che il ministro Romani e il governo Berlusconi fermino questo scempio, revocando il decreto antirinnovabili del 3 marzo 2011. E’ un’altra la strada da percorrere. Vengano finanziati i progetti strategici per far crescere in Calabria e in Italia la produzione di energia da fonti rinnovabili. Si faccia un grande investimento a sostegno del progetto sperimentale dell’Autostrada Solare tra Scilla e Bagnara che ho lanciato alcuni anni fa nella mia qualità di Assessore Regionale all’Urbanistica. Esso potrebbe costituire - conclude Michelangelo Tripodi - la più grande centrale nazionale diffusa sul territorio per la produzione di energia fotovoltaica».

Calabria. Multiservizi, risparmio e servizio migliorato nel 2010
Mercoledì 23 Marzo 2011 07:50 Redazione desk
LAMEZIA TERME - La Lamezia Multiservizi, che dal novembre 2000 gestisce il servizio idrico e fognario nel territorio comunale ed eroga il servizio di fornitura dell’acqua a oltre 30.000 utenze con una rete distributiva superiore ai 350 Km, servendo circa 72.00 residenti, partecipa domani alla Giornata mondiale dell’acqua. «L’acqua è una risorsa limitata - è detto in un comunicato della società - pertanto è necessario non sprecarla. In quest’ottica la Multiservizi, ha intrapreso una serie di iniziative importanti tendenti al potenziamento e miglioramento delle condotte idriche esistenti, alla costruzione delle nuove, oltre ad una continua e costante lotta all’evasione. Il tutto ha contribuito a contenere i costi delle tariffe per gli utenti nonostante la SoRiCal negli ultimi quattro anni abbia costantemente applicato un aumento del 5% annuale. Anche in questo settore, le attività previste nel piano industriale della nostra società stanno consentendo di raggiungere gli obiettivi previsti. Lo scorso anno, in particolare - prosegue la nota - sono stati acquistati dalla SoRiCal poco meno di 10 milioni di metri cubi d’acqua anziché 13 milioni e mezzo per l’espletamento del servizio con una diminuzione secca di quasi quattro milioni di metri cubi. Non si tratta, ovviamente, di un effetto estemporaneo e casuale ma è il risultato concreto dell’azione programmatica - aziendale della Multiservizi. Infatti, tutte le misure adottate in ordine all’adeguamento, potenziamento e realizzazione di nuove tratte di rete idrica hanno consentito la sensibile riduzione delle perdite con contestuale miglioramento dell’erogazione presso le abitazioni. La giornata mondiale dell’acqua - conclude la nota - è l’occasione utile per ricordare a tutti i cittadini che si tratta di un bene inestimabile, di una indispensabile fonte di vita e che deve essere usata in maniera intelligente, senza sprechi inutili e questo non sempre accade».

Lampedusa, è arrivata la San Marco: trasporterà 700 migranti
Patto di solidarietà tra Maroni e gli enti locali:
i governatori si impegano ad accogliere 50mila profughi
LAMPEDUSA - È arrivata poco fa al largo di Lampedusa la San Marco, la nave della Marina militare che sarà utilizzata per trasferire gli immigrati sbarcati sull'Isola. La nave non entrerà in porto ed il trasbordo dei migranti dalla banchina sarà effettuato con i mezzi da sbarco a bordo della nave. Sulla San Marco dovrebbero salire circa 700 migranti.
Patto «nel nome della solidarietà» tra il ministro dell'Interno Roberto Maroni e gli enti locali. Se dalla Libia dovessero arrivare flussi massicci di profughi, i governatori si impegnano ad accoglierne fino a 50 mila: il principio è di assegnare 1.000 profughi a Regione ogni milione d'abitanti. Il piano sarà presentato nei prossimi giorni. Rinviato il viaggio di Maroni previsto per oggi in Tunisia su un un'intesa anti-sbarchi. Il governo terrà nel pomeriggio nell'aula della Camera un'informativa urgente sulla situazione a Lampedusa.

Sindaci sì, sindaci no. Come gradimento Emiliano 8° in italia
ROMA - Matteo Renzi ripete l’exploit di sei mesi fa e si riconferma in testa alla classifica nazionale dei sindaci più graditi d’Italia; ora però deve dividere il gradino più alto del podio con il suo collega di Verona Flavio Tosi, che lo raggiunge al primo posto: è quanto decreta la 14/ma edizione di «Monitor Città» per quanto riguarda il secondo semestre del 2010. Secondo la ricerca, Renzi incassa dai suoi concittadini il 68,1% del gradimento, facendo segnare addirittura un incremento dell’1,3% rispetto alla rilevazione precedente. Ma va a gonfie vele anche Flavio Tosi (era risultato secondo nel primo semestre 2010), forte di un aumento del 2,2% di apprezzamento. Nella graduatoria dei sindaci Dopo Renzi e Tosi c’è il sindaco di Torino (e presidente dell’Anci) Sergio Chiamparino (con il 65,9% di gradimento grazie anche a un +1,7 di gradimento), seguito dal neosindaco di Sassari Gianfranco Ganau, eletto nella primavera scorsa e al suo secondo mandato (65%).

Per quanto riguarda i sindaci pugliesi e lucani il più in alto nella classifica è quello di Bari, Michele Emiliano, salito dal dodicesimo all’ottavo posto con il 61,7% (+2,8% rispetto alla precedente rilevazione), al 24° posto c’è il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero con il 58,6% (-1,2%), 30° è Ippazio Stefàno, primo cittadino di Taranto, con il 56,3% (-1,2%).

Secondo quanto segnalato da Monitor Città (lo studio viene realizzato ogni 6 mesi e rappresenta solo gli amministratori che hanno superato la soglia del 55% di gradimento), nella seconda metà del 2010 nessun sindaco donna ha superato la soglia minima di gradimento. Inoltre, i 42 primi cittadini in classifica sono 27 di centrosinistra e 15 di centrodestra; 19 del Nord, 9 del Centro e 14 del Sud. In termini complessivi, sottolineano gli autori dello studio, il dato medio, calcolato sul livello di soddisfazione espresso dai cittadini sull'operato dei sindaci di tutti i comuni capoluogo, ha fatto segnare una flessione rispetto al semestre precedente, passando dal 54,8 al 54,2%.

Tra i sindaci che guadagnano posizioni oltre a quello di Bari c’è quello di Salerno, Vincenzo De Luca, salito dal decimo al nono posto; scivola in basso invece di 16 posizioni il primo cittadino di Roma Gianni Alemanno, che passa dal terzo al diciannovesimo posto (-5,1% al 59,1%). Il capitolo del gradimento sulla qualità dei servizi erogati vede riconfermata al primo posto Bolzano (76,3%), seguita da Trento (71,5%) e Belluno (66,1%). Ad eccezione di Siena, i primi 20 posti di questa classifica sono tutti occupati da città del Nord.

Roccella Ionica (Rc): soccorsi dalla Guardia Costiera settanta immigrati                         
Mercoledì 23 Marzo 2011 09:25
Settanta clandestini, tra i quali anche una partoriente, che erano a bordo di un catamarano in avaria sono stati soccorsi dalla Guardia costiera al largo di Roccella Ionica, in provincia di Reggio Calabria. I clandestini - 46 uomini, 12 bambini e 12 donne di nazionalita' curda, afghana e pakistana - sono stati individuati nella notte da un Atr 42 della Guardia costiera in volo di ricognizione, a 60 miglia a sud della costa calabrese. I clandestini, che avevano lanciato un sos, sono stati soccorsi dalla motovedetta 308 della Guardia costiera e da una della guardia di finanza. I migranti sono stati trasbordati sulle unita' militari che poi li hanno trasportati nel porto di Roccella Ionica dove sono state prestate loro le prime cure. Il trasbordo e' stato reso difficoltoso per le cattive condizioni del mare. L'imbarcazione, ormai irrecuperabile, e' stata lasciata alla deriva.

Benevento. L'Aglianico del Taburno «diventa» D.O.C.G.
Il disciplinare della denominazione di origine Aglianico del Taburno prevede la categoria vino tranquillo e tre tipologie (rosato, rosso e rosso riserva)
Fonte: © SAMNIUM.eu - Pubblicata il 23/03/2011
BENEVENTO - Nella giornata odierna dal Comitato Nazionale Vini è giunto il definitivo parere positivo in merito al disciplinare di produzione Aglianico del Taburno Docg, proposto dal Consorzio tutela vini Samnium. Si tratta della prima Denominazione di Origine Controllata e Garantita per la terra sannita, un risultato di indubbio valore per l'intero comparto vitivinicolo. Il disciplinare della denominazione di origine Aglianico del Taburno prevede la categoria vino tranquillo e tre tipologie (rosato, rosso e rosso riserva).
Si chiude in maniera positiva la prima parte dell'impegnativo percorso che vede protagonista il Consorzio Samnium, in attesa del via libera anche per quel che concerne i disciplinari a denominazione di origine Sannio e Falanghina del Sannio, all'esame del Comitato Nazionale nella prossima seduta.

I tre disciplinari di produzione rientrano in un unico disegno che si pone l'obiettivo di dotare la viticoltura sannita di una regolamentazione basata su regole semplici, chiare ed efficaci. La Doc Sannio, la Doc Falanghina del Sannio e la Docg Aglianico del Taburno sostituiranno, inserendole come menzioni geografiche, le denominazioni esistenti - Sannio, Solopaca e Solopaca Classico, Taburno e Aglianico del Taburno, Guardiolo o Guardia Sanframondi, Sant'Agata dei Goti o Sant'Agata de’ Goti - semplificando in maniera ottimale lo scenario dei vini di qualità a denominazione di origine della provincia di Benevento.

«Il risultato di oggi - spiega Libero Rillo, presidente del Consorzio tutela vini Samnium - è un giusto riconoscimento alle eccellenze raggiunte dalla denominazione Aglianico del Taburno. Ma si tratta solo del primo obiettivo di un progetto più articolato e rivolto al futuro. Infatti, la nuova regolamentazione dei vini sanniti permetterà di superare il problema della frammentazione di denominazioni e produzioni. L'obiettivo è quello di accrescere la competitività dei produttori di vino della provincia di Benevento, consolidare la reputazione dei vini e conquistare nuove quote di mercato. Gli effetti benefici saranno percettibili anche oltre la produzione, visto che il nuovo scenario permetterà di concentrare gli investimenti sull'attività promozionale del territorio e guardare alla denominazioni come fattore di successo, ottimizzando risorse e ritorni. Tutto questo - conclude il presidente Rillo - garantendo maggiore tutela ai consumatori, grazie ad un'immediata riconoscibilità di vini di qualità certificata con caratteristiche ben identificabili, che lasciano poco spazio a prodotti sostitutivi».

Napoli. 6 mila rifugiati arrivano in Campania, le regioni pronte ad accogliere i migranti
Caritas e Croce Rossa disponibili solo 500 posti, alleggerite dal carico Puglia, Calabria, Sicilia
NAPOLI - Mille profughi per ogni milione di abitanti. È questo il criterio di distribuzione proposto dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ai rappresentanti delle Regioni che ieri hanno partecipato alla riunione convocata per prepararsi ad accogliere la massiccia ondata di migranti proveniente dai paesi del Nord Africa.

I POSTI DISPONIBILI - Per la Campania, il calcolo porta considerare una disponibilità prevista di circa 6 mila posti. Il piano elaborato dal Viminale prevede un esodo di circa 50 mila persone fino al prossimo giugno. E le Regioni dovranno essere attrezzate per accogliere i migranti. Le uniche che saranno alleggerite dalla maxi-operazione di accoglienza saranno Sicilia, Puglia e Calabria, già sotto pressione a causa dei flussi di immigrati che sono costrette a ricevere quasi quotidianamente. E poi, l’Abruzzo, ancora alle prese con l’impegno della ricostruzione.

IL PIANO - Maroni ha annunciato che presenterà il piano, nei dettagli, nei prossimi giorni «per l’approvazione definitiva» da parte di Regioni, Province e Comuni. Per quanto riguarda il finanziamento dell’operazione, il consiglio dei ministri ha già rifinanziato con 500 milioni di euro il «fondo della Protezione civile con le risorse necessarie per gestire l’emergenza umanitaria» . Insomma, è la Campania che destinata a fare uno sforzo in più. Tra l’altro, il Consiglio atlantico ha dato il via libera formale per l’entrata nello scenario operativo delle unità schierate nel Mediterraneo centrale. Il comando delle operazioni dovrebbe essere affidato all’ammiraglio della Us Navy James G. Stavridis e salvo imprevisti sarà localizzato proprio nel Quartier generale della Componente marittima Nato dell’isolotto di Nisida, a Napoli.

LE STRUTTURE - Il delegato campano della Caritas, don Vincenzo Federico, spiega che, tuttavia, soltanto con le strutture religiose non si riuscirà mai a soddisfare una richiesta così massiccia di ospitalità. «Attualmente— afferma— possiamo contare su 90 posti disponibili nella diocesi di Teggiano-Policastro; una decina in quella di Salerno; 50 a Napoli; 20 ad Aversa; 10 a Caserta. Insomma, arriviamo a 200 posti. Non di più. Del resto, la Campania è già una regione di approdo per migliaia di migranti. Qui insiste una comunità di immigrati di circa 210 mila persone. E i centri di accoglienza come il Fernandes di Castelvolturno o la Tenda di Abramo di Caserta già sono occupati, con oltre un centinaio di immigrati» . Anche la Croce rossa italiana è pronta a fare la sua parte con i suoi circa 5 mila volontari campani. «Siamo pronti e attrezzati — dice il capo della Cri di Napoli e provincia, Paolo Monorchio — per fornire il nostro contributo» . Su Napoli potrebbero essere utilizzate la struttura della Croce rossa italiana di Pozzuoli, una scuola dismessa di Chiaiano e un immobile di proprietà comunale di Piscinola. Tre strutture che, da sole, potrebbero accogliere circa 300 migranti. Ma al vaglio dei tecnici delle prefetture sono anche caserme dismesse e strutture pubbliche in disuso, per le quali, tuttavia, occorrerebbero mesi per rimetterle a posto. «C’è già un elenco di siti possibili per accogliere gli immigrati — ha commentato il governatore della Campania, Stefano Caldoro —. Dal ministro è arrivata una proposto molto equilibrata, legata all’appello arrivato dal Capo dello Stato di promuovere un lavoro coordinato. La richiesta è già arrivata a tutti i prefetti, i quali hanno avviato una valutazione tecnico-operativa sui vari siti prendendo in considerazione alcuni parametri: la grandezza delle regioni, i siti già disponibili e situazioni particolarmente impegnative su questo fronte come si trovano a vivere la Puglia e la Sicilia. C’è stata la disponibilità di tutti a collaborare -ha proseguito Caldoro -e dal prossimo incontro entreremo nel merito delle questioni» . Caldoro ha chiarito che i costi dell’accoglienza saranno a carico della Protezione Civile, «il prefetto di Catania, Caruso, avrà le risorse necessarie» . Infine, in Basilicata, il presidente Vito De Filippo ha offerto la disponibilità dell’ex caserma Lucania a Potenza, in grado di accogliere fino a 400 rifugiati
Angelo Agrippa

Palermo. Amat al verde, servono 2 milioni e mezzo per pagare dipendenti e spese aziendali
Si attende l'erogazione dei fondi dal Comune. La crisi interessa anche partecipate come Gesip e Amiaessemme
PALERMO - Situazione borderline per l'Amat, la società comunale che gestisce il trasporto pubblico a Palermo. Le casse sono vuote e per il pagamento degli stipendi i vertici dell'azienda attendono due milioni e 600 mila euro, senza i quali non soltanto non verranno garantite le buste paga ma non si potrà fare fronte a spese improrogabili a cui la partecipata del Comune deve far fronte. Uno stillicidio che va avanti già da alcuni mesi, il denaro viene erogato con il contagocce e anche questo mese si ripete quanto avvenuto a febbraio: «Attendiamo due milioni e 600 mila euro», spiega il presidente dell'Amat, Mario Bellavista, «Abbiamo ricevuto assicurazione dall'amministrazione comunale che i fondi verranno erogati mensilmente con maggiore regolarità».

Un problema che dovrebbe essere tamponato nell'imminente ma che in prospettiva non sembra di facile soluzione. L'Amat è investita dai medesimi problemi di carenze fondi di altre società come Gesip, Amiaessemme. È quest'ultima infatti a ricevere un milione di euro in meno al mese rispetto a quelli che sono i suoi reali bisogni e a sentire il peso del giudice fallimentare che dovrà decidere se commissariarla come già è stato fatto per Amia.

L'assessore comunale al Bilancio, Giuseppe Genco, fa il punto sulla situazione di Amat ma anche delle altre partecipate: «Il problema con Amat», spiega, «sarà risolto perché sta arrivando la prima tranche di fondi statali che ammonta a 70 milioni di euro con cui potremo garantire un'erogazione mensile più regolare e rispettare il contratto di servizio. Per quanto riguardo il debito pregresso che ammonta a 135 milioni di euro», aggiunge, «ci siamo impegnati con il prossimo bilancio 2012 a pagare così come abbiamo fatto con Amia». Per quanto riguarda Amiaessemme secondo l'assessore il «rischio di commissariamento esiste ma in questo caso il problema è legato ad Amia che non trasferisce i fondi alla società. Di 24 milioni fino a questo momento Amiaessemme ne ha ricevuti solo 10». Il grosso punto interrogativo riguarda la Gesip che ha disponibilità di fondi fino al 30 aprile prossimo: «Di questa questione in particolare», conclude Genco, «se ne sta occupando personalmente il sindaco che in settimana ha in programma degli incontri a Roma per cercare di risolvere la questione».
Fonte Italpress

Tecnocasa «analizza» il mercato dei mutui
Analizzando il campione (6.200 mutui) nel periodo di riferimento (II semestre 2010), è emerso che nell’48% dei casi si è optato per un profilo di rischio più alto, scegliendo il «tasso variabile puro»
Fonte: © TECNOCASA.it - Pubblicata il 23/03/2011
ROMA - Proseguono le nuove ed inedite rilevazioni dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa - sezione mediazione creditizia - sul mercato dei mutui per approfondire in modo scientifico e dettagliato la situazione italiana ed individuarne caratteristiche e tendenze.
Tali analisi sono possibili grazie alla capillarità delle agenzie di mediazione creditizia Kìron ed Epicas, presenti in buona parte delle province italiane, per un totale di 330 agenzie affiliate.

Giunti al secondo appuntamento dell’Osservatorio Creditizio del Gruppo Tecnocasa, dopo esserci concentrati sulle caratteristiche del mutuatario tipo, passiamo ad analizzare due elementi del «prodotto» mutuo, ovvero «tipologia» e «durata» per capire quali tipologie di tasso sono le preferite dalla clientela e tendenzialmente per quanto tempo un mutuatario intende accollarsi l’impegno economico della rata di mutuo. I risultati permettono così di delineare il profilo di rischio delle famiglie che hanno avuto accesso al finanziamento casa.

TIPOLOGIA DI PRODOTTO
Vista la molteplicità di prodotti offerti al dal mercato del credito ipotecario, questi sono stati raggruppati in quattro categorie:
• Il prodotto di tipo «variabile puro» prevede una rata collegata nel tempo ad un tasso di riferimento (solitamente il tasso Euribor, oppure il tasso BCE): per questa tipologia di finanziamento ogni variazione positiva o negativa del tasso si traduce automaticamente in un aumento o in una diminuzione della rata del mutuo;
• Il prodotto di tipo «variabile con CAP» che è anch’esso caratterizzato da una rata collegata nel tempo ad un tasso di riferimento come il variabile puro ma con una particolare opzione contrattuale per mezzo della quale il tasso non può mai superare un parametro definito in fase di stipula del contratto; per questo ogni variazione positiva o negativa del tasso di riferimento si traduce automaticamente in un aumento o in una diminuzione della rata del mutuo fino al raggiungimento del tetto massimo.
• Il prodotti a «tasso fisso» nei quali la rata non varia durante l’intera durata dell’operazione in quanto il tasso applicato, e dunque la rata, sono definiti nel momento in cui viene sottoscritto il contratto in funzione del parametro di riferimento (generalmente il tasso Eurirs).
• Infine i prodotti a «tasso misto» che hanno come peculiarità la possibilità per il mutuatario di scegliere il tasso da applicare al mutuo (fisso o variabile) a scadenze prefissate al momento della stipula.

Analizzando il campione (6.200 mutui) nel periodo di riferimento (II semestre 2010), qui di seguito le tendenze e le preferenze in relazione all’elemento «tasso».
Nell’48% dei casi si è optato per un profilo di rischio più alto, scegliendo il «tasso variabile puro»; si sono colte così le opportunità di un tasso Euribor e BCE a minimi storici abbinate a un costo del prodotto (spread) contenuto. Caratteristiche che hanno permesso di avere una rata mensile più bassa assumendosi però il rischio di un rialzo dei tassi di riferimento.
Il 32% delle preferenze sono andate verso il prodotto variabile con CAP; unendo alla bassa quotazione dei parametri di riferimento del prodotto la possibilità di definire un tetto massimo di tasso. Quest’ultima opzione comporta però una maggiorazione del costo prodotto. Questa tipologia ha sottratto importanti quote di preferenze alle tipologie di prodotto rimanenti, quindi ai prodotti a tasso fisso e a tasso misto.
Il 18% dei mutuatari è stato invece più attento a una programmazione certa e sicura del proprio impegno economico, accollandosi il maggior costo di un operazione a tasso fisso a fronte della certezza e stabilità della rata per tutta la durata del finanziamento. Da notare che nell’intero anno 2009 la preferenza sulla stessa tipologia di prodotto si attestava al 29%. La differenza risulta anche di maggior rilievo se confrontata con il valore del 2008 che era pari a 72%. Solo il 2% dei mutuatari ha deciso nel secondo semestre 2010 una soluzione di tipo misto (l’8% nel 2009).

Suddividendo il campione nelle cinque Macroaree, emergono sostanziali differenze in merito al comportamento dei mutuatari nel territorio nazionale. Si nota la tendenza delle regioni del Nord ad una maggiore propensione al rischio; nella Macroarea Nord Orientale infatti il 65% del campione ha scelto un mutuo a tasso variabile senza protezione CAP e solo il 16% ha inserito tale opzione nel proprio finanziamento. Nella Macroarea Nord Occidentale l’84% delle preferenze è stata accordata ai prodotti di tipo variabile (il 27% di questi con CAP). Nelle Macroaree Centrale, Meridionale ed Insulare le scelte sono state indirizzate verso prodotti a tasso fisso e variabili con protezione CAP, mostrando una minore propensione al rischio.

DURATA
Passiamo ora ad analizzare i risultati dell’indagine soffermandoci sulla durata del finanziamento. A livello nazionale emerge che un mutuo ha una durata media di 25,5 anni.
Incrociando l’elemento «durata» con la «tipologia prodotto», risultano interessanti fenomeni. Mediamente chi sottoscrive un mutuo ipotecario a tasso fisso si impegna per un periodo inferiore, ovvero circa 24 anni. La tipologia di prodotto abbinato a una durata media più lunga è quella a tasso misto che ha fatto registrare 28 anni. La tipologia variabile ha una durata media in linea con la media complessiva, 25,5 anni e il mutuo variabile con CAP lievemente superiore, 26,5 anni.

Dal punto di vista geografico si evince come tendenzialmente nelle Macroaree Meridionale ed Insulare la durata media sia inferiore rispetto alla media Italia; in queste due Macroaree infatti i mutuatari assumono impegni di mutuo per una durata media di 24 anni. Nella Macroarea Nord Orientale la durata media risulta essere quella più lunga con 26,5 anni. Seguono la Macroarea Nord Occidentale, 26 anni, e la Macroarea Centrale che registra un dato in linea con la media nazionale, 25,5 anni.

Se incrociamo poi la durata media riferita alle Macroaree con la durata media «per tipologia di prodotto» il fenomeno si conferma in maniera più o meno accentuata su tutte le tipologie di prodotto. La durata media più bassa registrata è quella del prodotto a tasso fisso nella Macroarea Meridionale. La durata media più alta in assoluto quella del prodotto a tasso misto nella Macroarea Nord Occidentale. Da notare come in tutte le aree il prodotto variabile con Cap fa registrare durate più lunghe rispetto al prodotto variabile puro. Si va da uno scostamento di 0,5 anni nella Macroarea Nord Orientale e Occidentale (che sono quelle che meno hanno optato per la tipologia di prodotto) ai 2,5 anni della Macroarea Meridionale. Mentre il prodotto a tasso variabile con CAP mantiene una certa linearità nella durata media a livello nazionale con uno scostamento massimo di 1,5 anni tra Macroarea Nord Orientale e Macroarea Insulare, il prodotto variabile puro fa registrare ben 3 anni di differenza tra quanto rilevato nelle Macroaree Meridionale e Insulare e la Macroarea Nord Orientale.

Si nota come nelle Aree Settentrionali l’assunzione del rischio mercato è mediamente maggiore sia in termini di scelta prodotto che in termini di durata all’esposizione del rischio. La tendenza scema man mano che si scende la penisola con una propensione più moderata nell’Italia Centrale, che diventa inferiore nelle Aree Meridionale e Insulare.

NOTA METODOLOGICA
BASE STATISTICA E MODALITA’ DI INDAGINE
L’indagine parte dai dati provenienti dalle agenzie di tutta Italia che, attraverso una piattaforma informatica, pervengono all’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa.
E’ stato selezionato un campione di circa 6.200 mutui erogati in Italia nel II semestre 2010.
Si tratta quindi di dati reali, in quanto riferiti a situazioni concrete di migliaia di individui che hanno fatto ricorso ad un finanziamento; capillari poiché sono oltre 330 le agenzie sul territorio nazionale che partecipano all’invio dei dati sul mercato; scientifici perché vengono raccolti ed analizzati da esperti in maniera puntuale e metodica.
Il campione, rappresentativo dell’universo famiglie, è nazionale e stratificato per macroaree (Nord Occidentale, Nord Orientale, Centrale, Meridionale, Insulare). Vengono prese in esame solo pratiche erogate e certificate dalla società franchisor. In alcuni casi una pratica di finanziamento può essere intestata a due soggetti; volendo tracciare l’identikit di chi ha acceso un mutuo ipotecario nel periodo analizzato, l’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa ha preso in considerazione il solo primo intestatario. Attorno a tale soggetto, definito dunque «mutuatario tipo», verranno analizzate le caratteristiche socio-demografiche che lo caratterizzano.
TEMI OGGETTO DI ANALISI
Periodicamente vengono analizzate le informazioni riguardanti le operazioni di finanziamento erogate attraverso le reti di mediazione creditizia Kìron ed Epicas per realizzare rapporti trasversali su argomenti quali caratteristiche del mutuatario, tipologia di prodotto, durata media, importi richiesti, tracciando un quadro aderente all’attualità socio-economica del nostro Paese. Tali indagini avranno carattere nazionale, con un approfondimento per macroaree.
Le informazioni ricavate, proprio perché rilevate sulla base di dati concreti, possono fornire preziose indicazioni sulle scelte operate dalle famiglie italiane in fatto di finanziamento.

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