domenica 13 marzo 2011

Mezzogiorno del Mattino. 13 marzo 2011.

Il governatore: "Per lui non vota neppure la moglie"

Palermo. Strade «colabrodo»: il Comune ha speso circa 900mila euro per risarcire i cittadini

Micciché alla ricerca di intese con Schittulli e Adriana Poli Bortone.

Il piccolo fotovoltaico giova alla Sicilia. Il governo nazionale smetta di disincentivarlo.

Corte dei conti denuncia sistema di consulenze e parentopoli.

Fiscalità di vantaggio per lo sviluppo della Sicilia

Federalismo, la Cgil denuncia: “Tasse più alte per il 44% dei Comuni”

Confindustria (e sindacati) in Sicilia chiedono una zona franca per lo sviluppo e la legalità

Sanità pugliese,  per la Corte dei Conti i "tagli" sono tardivi.


Il governatore: "Per lui non vota neppure la moglie"
PALERMO - "E' dimostrato che il senatore Enzo Bianco senza le truppe del senatore Pino Firrarello non riuscirebbe a portare a votare neanche sua moglie". Pesante attacco del governatore della Sicilia Raffaele Lombardo all'ex sindaco di Catania, indiziato di una nuova candidatura per la poltrona di primo cittadino sotto l'Etna.
Il presidente della Regione commenta poi le cinquemila firme raccolte da alcuni dirigenti Pd, tra i quali lo stesso Bianco, per indire il referendum sull'appoggio del partito al suo governo: "Il Pd ha istinti da suicida. Mi chiedo che regole segua, che senso abbia che una dirigenza si assuma un impegno per poi essere messa in discussione da una piccola parte. Si vogliono fare del male a tutti i costi, ma non mi interessa: sono affari loro". 12/03/2011

Palermo. Strade «colabrodo»: il Comune ha speso circa 900mila euro per risarcire i cittadini
Il dato si riferisce al 2010. L’Amia ha eseguito 17 mila interventi d'urgenza per rattoppare strade e marciapiedi
PALERMO – Le strade di Palermo sono un colabrodo e l’ amministrazione comunale, solo nel 2010, ha dovuto pagare circa 900 mila euro per le richieste di risarcimento per danni subiti a causa del manto stradale cittadino dissestato. Una vera doccia fredda per le magre casse del Comune. Per la precisione sono stati spesi per le sentenze 869.877 euro. Risarcimenti da record. L’Amia, la società che si occupa della manutenzione, ha dovuto eseguire oltre 17 mila interventi d'urgenza per rattoppare strade e marciapiedi. È stata costretta a mettere una toppa 17.020 volte in un anno. Ed è stato calcolato che nel 2010 si sono registrati 46 scavi quotidiani.
Dai cavi telefonici ai tubi per l'acqua, dalle prese elettriche alle condotte del gas. Lo scorso anno nel capoluogo siciliano ci sono state 1.836 richieste di risarcimento per danni subiti a causa del manto stradale dissestato, oltre a 583 atti di citazione. Nel 2009 le richieste furono 2.072 e 695 gli atti di citazione, mentre nel 2008 le richieste furono ancora di più, esattamente 2.798, e 557 gli atti di citazione. «Le strade di Palermo – dicono i responsabili del Movimento consumatori - sono un colabrodo. In media riceviamo 5-6 richieste la settimana da parte dei cittadini danneggiati, istanze che poi giriamo all’ufficio legale. Il valore medio delle richieste va dai 5 ai 20 mila euro». Il problema, spiegano, è legato anche al fatto che non viene più effettuata con regolarità la manutenzione di strade e marciapiedi perché non ci sono soldi . E cosi il risultato è sotto gli occhi di tutti, E più tempo passa prima dell´intervento di manutenzione maggiori saranno i costi per rimetterli a posto.
Fonte Italpress

Micciché alla ricerca di intese con Schittulli e Adriana Poli Bortone. di FELICE SALVATI
BARI - Il leader di «Forza del Sud» e sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianfranco Miccichè, è stato ieri a Bari per incontrare, tra gli altri, Adriana Poli Bortone, leader di «Io Sud». Con la Poli,e probabilmente anche con Francesco Schittulli (presidente della Provincia di Bari), Miccichè in Puglia vuol trovare intese per le prossime elezioni amministrative. Non nasconde la sua convinzione che il governo di cui lui stesso fa parte è in debito verso il Sud.
«Non è un mistero - afferma - che si tratta di un governo a guida leghista, lo stesso Berlusconi ne è oramai convinto, tanto che guarda con simpatia alla nascita del nostro movimento ed alle stesse intese che stiamo cercando in tutte le regioni, non solo in Puglia. Niente di diverso di quanto fece la Lega una ventina di anni fa, quando costruì il suo patrimonio elettorale proprio cercando di mettere insieme gli interessi del Nord».
A che punto è l'intesa con la Poli Bortone?
«Con la Poli abbiamo ottimi rapporti e, forse, lei ha cominciato prima di noi questa battaglia per il Sud. Stiamo ragionando e cercando di mettere in campo una contrapposizione netta alle ragioni della Lega. Non posso escludere di poter arrivare ad una assemblea costituente anche con tutti gli altri partiti che rappresentano le esigenze del Mezzogiorno di questo Paese».
Alle Amministrative farete liste autonome?
«Siamo pronti a farle dove riusciremo ad arrivarci, considerato il poco tempo a disposizione. Stiamo parlando con tutti gli altri movimenti autonomi e, qui in Puglia, ce ne sono diversi, Ad esempio stiamo cercando di avviare un discorso con Francesco Schittulli che a Bari ha ottenuto un grosso risultato personale».
Quali sono i temi più importanti delle vostre ragioni?
«La lotta alla criminalità organizzata è la questione principale. Poi c'è il discorso delle autorizzazioni che bloccano qualunque tipo di attività. C'è stato già un primo passo con il cambio costituzionale dell'art. 41, cioè consentire alle Regioni di scegliersi il proprio modello amministrativo. Una corsa verso la sburocratizzazione. Una specie di sanatoria che consentirà lo sblocco di tanti lavori, specie al Sud. Uno sblocco che serve all'intera economia del Mezzogiorno, anche alla luce della scarsità degli investimenti messi dal governo a disposizione del Meridione».
Si riferisce al piano presentato da Fitto?
«Non sono una novità le critiche a quel piano. Al Sud servono ben altri investimenti per rilanciare l'economia delle nostre regioni».
In che maniera il Federalismo potrà essere riequilibrato a favore del Sud?
«Il nostro errore è stato forse quello di pensare solo a combatterlo, più che a trovare le soluzioni che lo potessero rendere meno pericoloso per le nostre amministrazioni locali. Ora, così come è, questo federalismo fa male al Sud. Dobbiamo appunto trovare le soluzioni per riequilibrarlo».
Nei giorni scorsi avete preso una posizione molto critica (con minaccia di dimissioni) sul decreto che stabilisce nuove direttive sulle fonti rinnovabili. Migliaia di posti di lavoro sono in pericolo soprattutto in Puglia, Sicilia e Calabria.
«Sì, sono 160mila posti di lavoro in pericolo. Decine di aziende che producono energia fotovoltaica ed eolica soprattutto, minacciano la chiusura. Si tratta di un errore clamoroso. Tutto a danno del Sud, perché qui c'è il sole. L'idroelettrica, che si trova solo al Nord, non risulta toccata dal decreto. Abbiamo avuto assicurazioni solo verbali, ma se alle parole non seguiranno i fatti noi siamo in grado anche di far cadere il governo. I numeri risicati in Parlamento dovrebbero consigliare a tutti di darci ascolto».

Il piccolo fotovoltaico giova alla Sicilia. Il governo nazionale smetta di disincentivarlo. scritto da Raffaele Lombardo
L’arresto di Gaspare Vitrano è una cosa molto spiacevole. Non credevo alle mie orecchie quando me lo hanno comunicato. Oggi tutti danno addosso a Vitrano. Sentiremo nei prossimi giorni anche lui, mi pare che abbia almeno il diritto di dire cosa sia successo dal suo punto di vista.
Sul fotovoltaico vorrei che i siciliani apprezzassero una scelta, che non è stata fatta per impedire fatti di corruzione o concussione ma perché serviva ai siciliani. Ho fatto la scelta di puntare sul piccolo fotovoltaico e di tagliare con l’eolico. Il grande fotovoltaico e l’eolico vogliono dire centinaia di milioni di euro di investimenti dove si può annidare il malaffare, la corruzione e la mafia.
Aver puntato sul piccolo fotovoltaico, che non interessa nessun grande costruttore e nessun grande investitore, serve al portafoglio dei siciliani. Il governo nazionale la smetta di disincentivarlo forse perché si illude di puntare sul nucleare.
Il governo nazionale eviti di farci fare manifestazioni per impedirgli di fare sbarcare il nucleare in Sicilia. Non ero pregiudizialmente contrario all’energia nucleare ma dopo quello che sta succedendo in Giappone con il pericolo reale di radiazioni, in una terra a rischio sismico altissimo come la Sicilia soggetta a terremoti, non esiste parlare di nucleare. Se la vadano a fare altrove e il governo nazionale punti sulle energie alternative, che non risolvono certo il problema energetico, ma dalle nostre parti è una grande risorsa per le famiglie. E ripristini gli incentivi altrimenti ci sarebbe da fare una Marcia su Roma.
Noi abbiamo preposto poi l’ex prefetto antiracket Marino come assessore e credo che sia una scelta molto importante. Qualcuno si è lamentato perché avevamo cambiato un dirigente dopo molti anni ma, senza nulla togliere a nessuno, credo sia necessario fare qualche rotazione in settori delicati e importanti da cui dipendono centinaia di milioni di euro di investimenti.

Corte dei conti denuncia sistema di consulenze e parentopoli. “Le modalità con le quali gli enti pubblcii del Molise affidano consulenze esterne tracciano uno scenario preoccupante di sprechi e violazioni delle normative che regolano l’affidamento degli incarichi, spesso dati e rinnovati baipassando le motivazioni e le limitazioni imposte”: questo il senso della relazione della Corte dei Conti Regionale, che punta il dito contro le consulenze esterne, definite “impressionanti e anomale” e collegate, secondo il monitoraggio dell’Organismo preposto a verificare sui conti pubblici, anche a parentopoli e a giri di clientele. Lo ha detto il Procuratore Regionale della Corte dei Conti Francesco Paolo Romanelli nella sua relazione inaugurale dell’Anno Giudiziario 2011, denunciando la sistematica violazione delle norme di legge in materia di assunzioni, consulenze, incarichi tecnici e collaborazioni.
Una conferma del fatto che ingegneri, architetti, commercialisti, figli, amici, fratelli, parenti e affini di varia natura, vengono premiati da amministratori coi soldi di tutti attraverso un mastodontico sistema politico-clientelare con prebende, opportunità e affari, che poco hanno a che fare con l’interesse pubblico e col bene comune.
Il consigliere regionale Michele Petraroia, in una nota, riflette: «questa autorevole conferma, evidenzia lo scivolamento progressivo della nostra comunità regionale verso pratiche feudali e mostra i limiti di un sistema democratico che viene falsato dall’arbitrarietà di chi governa. Attraverso la gestione delle pubbliche amministrazioni si offrono posti di lavoro, aumenti salariali, prestazioni straordinarie non dovute, contratti di collaborazione, incarichi, opportunità di carriere, consulenze e assunzioni, in barba alla legge. Il sistema garantisce impunità perché la Magistratura ha problemi di mezzi, personale e di leggi che rendono sempre piů difficile indagare. Basta vedere i mille trucchi degli avvocati difensori per giungere alle prescrizioni dei reati per farsi un’idea di quel che accade in Molise».

Fiscalità di vantaggio per lo sviluppo della Sicilia
scritto da Raffaele Lombardo. A Caltanissetta c’è una bellissima manifestazione alla quale stanno partecipando sia il governo sia esponenti del Mpa. Sacrosanta non solo la manifestazione ma anche la rivendicazione e cioè la creazione di una zona franca che dovrà espandersi a tutta la Sicilia. La crisi finanziaria, e quindi lo spazio in più che si crea per la criminalità e la mafia, vanno battute non solo con la repressione ma anche con lo sviluppo.
Lo sviluppo in Sicilia non si realizza solo con i finanziamenti. I fondi strutturali, che si sono spesi tutti in passato, non hanno alzato nemmeno di un punto il Pil e neppure l’occupazione o, se lo hanno fatto, è stato un fuoco di paglia.
Ci vuole la fiscalità speciale o di vantaggio che funziona come a Malta, ad esempio, dove tante piccole imprese siciliane si sono trasferite. Anzicché farli andare via, facciamo in modo che grossi imprenditori di altre parti d’Europa e del mondo vengono in Sicilia non dandogli soldi, che non serve, ma riducendo tasse che comunque non fanno venir meno nemmeno un euro dalle casse della Regione.
Non vedo perché, oltre che dichiararlo, il nostro governo nazionale non si faccia valere in sede europea e si attivi nell’interesse dei siciliani.

Federalismo, la Cgil denuncia: “Tasse più alte per il 44% dei Comuni”
March 12, 2011
"Aumento delle tasse in vista per oltre 16 milioni di cittadini. E ad essere colpiti saranno, ancora una volta, i lavoratori dipendenti e i pensionati dei circa 3.500 Comuni che dovranno, soffocati dai tagli, aumentare le addizionali Irpef, così come previsto dal federalismo municipale". E' la denuncia che emerge da uno studio condotto dal Dipartimento politiche economiche della Cgil sugli effetti derivati dall'entrata in vigore del decreto sul federalismo fiscale municipale. Il provvedimento, approvato con voto di fiducia, si legge nella nota della Cgil, "prevede infatti la possibilità per i Comuni di aumentare le addizionali Irpef ovvero l'imposta sul reddito delle persone fisiche. Una possibilità però, come prevede il decreto, non concessa a tutti i Comuni ma solo a quelli che attualmente applicano un'aliquota addizionale inferiore allo 0,4%. A questi infatti il decreto sul federalismo municipale dà una possibilità di incremento annuo dello 0,2% (potenzialmente per due anni fino allo 0,4%, che sembra rappresentare il tetto del massimo aumento possibile). Una eventualità concessa ai soli Comuni che non hanno sforato già tale tetto perché in tanti hanno già deliberato addizionali superiori allo 0,4% (fino allo 0,9%, come per il comune di roma) e quindi non hanno la possibilità di incremento nè tantomeno l'obbligo di riduzione".
Tutto ciò, a detta della Cgil, comporterà un "ovvio consolidamento delle addizionali comunali in ogni Comune d'italia senza nessuna prospettiva di risparmio fiscale per i cittadini e, soprattutto, in modo del tutto disparato e diseguale".
Pertanto, "tra aumenti e mancate riduzioni, si tratta di una misura che interessa tutti i Comuni", fanno sapere dal più grosso sindacato italiano, che proprio in questi giorni è impegnato a promuovere su tutto il territorio nazionale lo sciopero generale del 6 maggio incentrato, non a caso, sui temi del fisco e del lavoro.
Alla luce dei tagli realizzati dal governo, e puntando il dito soprattutto contro l'ultima manovra estiva (pari a 1,5 miliardi di euro nel 2011 e 2,5 miliardi nel 2012 solo per i municipi), la Cgil sostiene che "i Comuni si avvarranno di questa facoltà per recuperare almeno parte di queste minori entrate". In particolare, saranno circa 3.500 quelli che con ogni probabilità aumenteranno le addizionali. Una cifra enorme, pari al 44% del totale dei comuni italiani e riguardante non meno di 16 milioni di cittadini.

Confindustria (e sindacati) in Sicilia chiedono una zona franca per lo sviluppo e la legalità
«Quella di oggi è una manifestazione di straordinaria importanza, perchè testimonia l'impegno ed il coraggio di tutta la società civile a favore dello sviluppo. Siamo qui in 10mila». Lo dice Antonello Montante, vicepresidente di Confindustria con delega alla legalità, che ha preso parte al corteo 'Contro la mafia e per il lavoro', promosso da Cgil, Cisl e Uil, con il sostegno del tavolo per lo sviluppo della Provincia di Caltanissetta.
«Le parole pronunciate ieri dal governatore Draghi, che ha sottolineato l'urgenza di strumenti per rendere ancora più forte l'azione di contrasto alle mafie, devono farci riflettere - ha aggiunto Montante-. Anche per questo oggi, da questa piazza piena di gente, chiediamo l'istituzione di una zona franca per lo sviluppo e la legalità; sarebbe una grande opportunità per questa terra e per l'intero Paese. Basti pensare che un intervento del genere porterebbe un imprenditore a realizzare un investimento qui in Sicilia, utilizzandola poi anche come base logistica per raggiungere gli altri paesi del Mediterraneo. È una chance importante: i governi, sia a livello regionale che nazionale, devono intervenire in maniera concreta e raccogliere la voce di questa piazza che chiede un sano sviluppo economico».
La manifestazione è partita dal monumento ai caduti in guerra e ha attraversato il centro storico, per fermarsi nel cuore della città, in piazza Garibaldi. «Dal 2005 Confindustria Caltanissetta ha intrapreso con coraggio un percorso innovativo di legalità. Vogliamo che, proprio nella città in cui è nato il movimento di rivolta degli imprenditori nei confronti della mafia e contro la distorsione dei mercati, nella città in cui è nato il modello poi esportato in tutta Italia, questa manifestazione possa diventare un evento tale da suscitare l'attenzione dei governi regionale e nazionale», ha precisato Antonello Montante, durante la manifestazione che si è svolta nel capoluogo nisseno.
Per Salvatore Pasqualetto, segretario della Uil nissena e presidente del Tavolo unico per la legalità, «da Caltanissetta è partito un nuovo binomio legalità-sviluppo. La magistratura ha lavorato bene per ripulire il territorio dal malaffare, Confindustria e sindacati di categoria adesso hanno l'obbligo di progettare lo sviluppo ed evitare che, nel degrado, la gente possa reclamare una sottocultura che era quella mafiosa. La cultura della mafia che dà lavoro è comunque sempre dietro l'angolo».
Per il segretario della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava, la manifestazione di oggi è «un valore aggiunto per la società, perchè crea un clima di fiducia negli investimenti», aggiungendo che «la larga alleanza di forze sociali e dell'economia farà della mobilitazione per la legalità una
leva di sviluppo». Al corteo ha partecipato anche il presidente della Commissione regionale antimafia, Lillo Speziale, che ha sottolineato come «le manifestazioni antimafia siano il simbolo della nostra resistenza allo strapotere criminale ed è un dovere sostenerle».
Nel corso della manifestazione gli organizzatori hanno incontrato il Prefetto di Caltanissetta, Umberto Guidato, per rappresentare le ragioni del corteo. 12 marzo 2011

Sanità pugliese,  per la Corte dei Conti i "tagli" sono tardivi. BARI – L'attività del legislatore regionale all’indomani della tornata elettorale, che ha interessato il primo semestre del 2010, si è “quasi totalmente incentrata sulla ricerca di adeguati strumenti e misure di contenimento della spesa sanitaria, che pure egli stesso aveva concorso a dilatare oltre ogni misura”. Lo ha detto a Bari il procuratore regionale facente funzioni della Corte dei conti di Puglia, Carmela de Gennaro, nella relazione annuale alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2011.
Alla cerimonia, presieduta dal presidente della sezione giurisdizionale della Puglia della Corte dei Conti, Eugenio Francesco Schlitzer, sono presenti tra gli altri il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, e il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. “La riorganizzazione della rete ospedaliera – ha aggiunto il procuratore regionale – e la conseguente revisione dei criteri e dei requisiti per l’accreditamento delle strutture private convenzionate” era “in verità ritenuta altamente necessaria già da diversi anni, ma mai fino ad ora attuata”.

PROCURATORE: COPRIRE SEMPRE SPESA SANITA'
Un richiamo al legislatore regionale perchè tenga conto sempre delle coperture di spesa in materia sanitaria è stato fatto dal procuratore regionale facente funzioni della Corte dei Conti di Puglia, Carmela de Gennaro, nella relazione annuale alla cerimonia per l’inaugurazione del nuovo anno giudiziario.
Riferendosi alle norme regionali della Puglia censurate dalla Corte Costituzionale in alcune sentenze, il procuratore ha specificato che tali norme “non solo si pongono in contrasto con principi fondamentali”, ma “in specifiche ipotesi contravvengono anche all’obbligo di copertura finanziaria in virtù del quale le leggi istitutive di nuove o maggiori spese debbono recare una 'esplicita' indicazione del relativo mezzo di copertura, obbligo a cui il legislatore regionale non può certo sottrarsi”.

ORE 12.42 - PROCURATORE: OK SFORZO REGIONE SU SANITA'
“Non può non rilevarsi l’intento del legislatore regionale, riscontrabile in diverse disposizioni della legge n.4/10 (sulle internazionalizzazioni, ndr), di garantire una maggiore correttezza, economicità ed efficacia alle procedure di acquisto di beni, servizi e forniture adottate dalle strutture sanitarie”. Lo sottolinea il procuratore regionale facente funzioni della Corte dei Conti di Puglia, Carmela de Gennaro, nella relazione alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
Procedure, ha aggiunto il procuratore, che “troppo spesso, unitamente agli affidamenti di incarichi e consulenze e alle transazioni con il contesto economico, come anche riferito lo scorso mese di luglio alla Commissione parlamentare di inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, si trovano al centro di indagini da parte di questa Procura, con conseguente esercizio dell’azione di responsabilità a carico della dirigenza e del management delle aziende sanitarie e/o ospedaliere”. A proposito degli sforzi positivi avviati dalla Regione in materia sanitaria, il procuratore vicario ha indicato “l'introduzione di nuovi criteri di nomina dei direttori generali delle Asl, che possano garantire una maggiore professionalità e capacità manageriale degli stessi”, e “la costituzione di una Centrale di acquisto territoriale (la EmPuglia), cui sono attribuite funzioni di committenza a favore di tutti gli enti regionali e anche del Servizio sanitario regionale, di un Osservatorio regionale dei prezzi, delle tecnologie e dei dispositivi medici e protesici e degli investimenti in sanità, nonchè di un Nucleo regionale per la verifica dei contratti e degli appalti”.

ORE 13.26 - PROCURATORE PUGLIA: NOI TUTORI FINANZA PUBBLICA
La Corte dei Conti «può e deve assumere, in via esclusiva, il ruolo di istituto tutore della finanza pubblica e, quanto meno per gli aspetti riflessi, anche dell’economia nazionale, soprattutto in relazione alla nuova caratterizzazione in senso 'federalistà che il nostro Paese viene ad assumere». Lo ha detto il procuratore regionale vicario della Corte dei Conti di Puglia, Carmela de Gennaro, nella relazione alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
Un carattere federalista del Paese, ha aggiunto il procuratore, che arriva «a conclusione di un processo normativo che ha visto attuare un trasferimento sempre maggiore di funzioni dallo Stato alle Regioni, in cui però il conferimento a queste ultime di ampi poteri non sembra essere adeguatamente bilanciato dalla previsione di validi strumenti di controllo».

ORE 17:57 - VENDOLA: UNA DESCRIZIONE PRECISA
«E' stata una descrizione precisa e puntuale delle cose che sono accadute, quindi nessun elemento di meraviglia. Sono molto contento dei giudizi positivi sull' inversione della tendenza». Così il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha commentato con i giornalisti la relazione del procuratore regionale vicario della Corte dei Conti di Puglia, Carmela de Gennaro, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
«Il procuratore – ha proseguito Vendola – dice che la modalità con la quale stiamo immaginando formazione e selezione del management sanitario va nella direzione giusta. Io aggiungo: non solo lo stiamo completando, ma è l’unico esperimento che si sia fatto in Italia. Mentre dappertutto si chiacchiera su come allontanare la politica dal management sanitario, noi siamo gli unici che hanno guardato questa situazione e hanno provato a correggerla. Così come il procuratore ci riconosce gli sforzi fatti per accentrare i controlli, per provare a mettere in trasparenza il flusso della spesa sanitaria».
Vendola ha poi riservato una battuta all’opposizione di centrodestra alla Regione. «Mi fa piacere scoprire da parte dei miei avversari – ha dichiarato – un attaccamento per quella Corte Costituzionale che poi si tende a bombardare nei giorni dispari. Legiferare su quella materia è complicato, tanto è vero che molte delle norme che la Corte Costituzionale ci ha bocciato, noi le abbiamo votato all’unanimità nei consigli regionali. Significa che i beni in gioco erano rilevanti. Il bene del diritto al lavoro e il male della precarietà del lavoro hanno bisogno probabilmente che il Parlamento nazionale cambi le regole maledette che stanno affondando i destini di un’intera generazione, compreso il mercato del lavoro nella sanità».
«La Corte Costituzionale – ha sottolineato il governatore pugliese – si esprime sulle competenze. Io, diciamo, ho invaso competenze del legislatore nazionale e per questo sono stato punito. Per questo chiedo che il legislatore nazionale si accorga che la gente crepa di precarietà e che la precarietà nel sistema sanitario significa non soltanto avere lavoratori della sanità demotivati, ma arrecare anche un pregiudizio al servizio reso ai cittadini. Io continuerò ad alzare la bandiera della lotta contro la precarietà».

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