martedì 15 marzo 2011

Mezzogiorno-Sera. 15 marzo 2011.

Regione, 2 assessori in più. E arrivano i sottosegretari

Allegria, il Comune  di Palermo ‘minaccia’ nuove assunzioni

Federalismo fiscale: Armao fa appello alla deputazione siciliana

Pazienti pugliesi curati altrove: ecco quanto spendiamo. I

Lavoro, Manpower avverte: «In Calabria cala l’occupazione»

L'UNIONE SARDA - Economia: Boom dell'export ma cresce soltanto il petrolio raffinato

L'UNIONE SARDA - Politica: «Spese della presidenza per fini sociali»

L'UNIONE SARDA - Economia: Tubercolosi bovina, 300 mila euro

In Molise il lavoro sommerso è doppio rispetto al nord

E la nave marocchina aspetta

Termini Imerese, operai della Fiat occupano l’autostrada. di

In Bassomolise sempre piů poveri: caritas presenta rapporto.

Basilicata in ginocchio servono 240 milioni.

Palermo. Forza e coraggio che dopo aprile c’è il… diluvio


Regione, 2 assessori in più. E arrivano i sottosegretari
NAPOLI. Due assessori in più per la giunta Caldoro (nella foto il governatore)
e altrettanti sottosegretari. È quanto prevede una proposta di legge del Pdl approvata ieri in commissione Affari regionali in consiglio regionale.
L’aumento, è chiarito nel provvedimento, è a costo zero perché l’incremento del numero dei componenti dell’Esecutivo regionale sarà finanziato riducendo le indennità di quelli che attualmente ne fanno parte. Ma l’opposizione non ci
sta e annuncia una conferenza stampa per oggi. «Con questi provvedimenti
si aumentano le spese in barba alla crisi», denunciano Idv e Pse. Ma Alleanza per l’Italia si dissocia: «Il nostro dissenso verso la proposta lo manifesteremo in Aula».

Allegria, il Comune  di Palermo ‘minaccia’ nuove assunzioni
di Giulio Ambrosetti 14 marzo 2011 -
Una nuova pioggia di assunzioni presso qualche società al Comune di Palermo? La notizia, dai contorni ancora poco chiari, circola con insistenza da qualche giorno. Ovvero, da venerdì scorso, quando il consiglio comunale della città ha approvato una delibera che riguada la Sispi.
La Sispi, per la cronaca, è una società fondata dal Comume di Palermo negli anni in cui era sindaco Leoluca Orlando. Una società per azioni pubblica partecipata interamente dallo stesso Comune. Con la delibera approvata qualche giorno fa, sarà proprio la Sispi a gestire il servizio di notifica delle contravvezioni.
Fino ad oggi questo servizio è stato gestito dalle Poste italiane. Con un costo, per il Comune, pari a circa 6 milioni di euro. Proprio per ‘risparmiare’ questi soldi il consiglio comunale ha votato la delibera per far gestire il servizio a una società partecipata dallo stesso Comune, cioè la già citata Sispi.
Ora, però, stando alla denuncia di Nadia Spallitta, consigliere comunale di Sel (Sinistra ecologia e libertà, partito fondato da Niki Vendola), che, insieme con la collega Antonella Mostra di Un’altra storia, ha votato contro la delibera, si profilerebbe una nuova pioggia di assunzioni. Si tratterà di assunzioni alla ‘siciliana’, cioè per chiamata diretta (dai politici di turno, secondo ‘rigide’ regole di appartenenza clienetalare), in barba a quel ‘superato’ articolo della Costituzione (97) che prevede ‘barbosi’ concorsi pubblici per entrare nella pubblica amministrazione? Chissà.
Di sicuro c’è soltanto che tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione presenti a Sala delle Lapidi, la sede del consiglio comunale di Palermo (compresi il Pd e Italia dei Valori, con la sola ‘pecora nera’ di Sel che, come già accennato, ha votato contro), non sapendo né leggere né scrivere l’hanno votata e approvata. Tutti insieme appassionatamente con la formula dell’esecutività immediata. Della serie, ci sono le elezioni, sbrighiamoci a pilotare queste nuove assunzioni?
Non siamo ancora riusciti a rintracciare la congliera comunale, Nadia Spalitta, che ha messo in giro a mezzo stampa queste ipotesi. Della vicenda si parlerà mercoledì prossimo, alle 12,00, nel corso di una conferenza stampa convocata a Sala delle Lapidi da Sel insieme con la Cgil e altri esponenti della società civile.

Federalismo fiscale: Armao fa appello alla deputazione siciliana
"Dobbiamo prendere atto che la forza politica dei siciliani, che in passato e' riuscita a conseguire importanti risultati nella nascita della Repubblica, a partire dalle norme dello Statuto, oggi e' messa pesantemente in crisi dalla scarsa coesione della classe politica siciliana: la prova e' il federalismo fiscale. A causa, anche, di una legge elettorale che rende Senatori e Deputati piu' sensibili alle direttive di chi li ha portati a Roma, piuttosto che alle richieste che vengono dal territorio dove sono stati eletti, la battaglia sul federalismo fiscale rischia di essere persa, malgrado l'impegno del Governo regionale e di pochi parlamentari, pur in presenza di tutti gli elementi utili per conseguire un positivo risultato".
Cosi' l'assessore regionale per l'Economia, Gaetano Armao, al convegno organizzato dall'Udc siciliana sul tema: "Federalismo municipale e regionale: quali prospettive per la Sicilia?"
"Per questo motivo - ha aggiunto Armao - faccio appello alla classe politica siciliana e alla deputazione nazionale, affinche' si costituisca un fronte comune in questo importante momento per la definizione concreta del federalismo fiscale da applicare alla Sicilia. Cosi' come qualche mese fa il Parlamento siciliano ha approvato all'unanimita' un testo che salvaguardava le prerogative autonomiste e ci metteva al riparo da decisioni penalizzanti per la Sicilia, allo stesso modo oggi e' necessario ritrovare la stessa compattezza e unita' nella trattativa col Governo nazionale".
"Un ulteriore motivo per imboccare questa strada - ha proseguito l'assessore - ci viene dai dati che l'istituto Prometeia ha elaborato sugli scenari delle economie regionali, e pubblicate su 'Il Mondo' di questa settimana, dai quali si evince che il Mezzogiorno restera' incollato al palo della recessione ancora a lungo. Dall'indagine emerge che il divario Nord Sud in termini di Pil pro capite tende ad aumentare, ritornando ai livelli degli anni settanta. Il tasso di disoccupazione tocchera' nel 2012 il 16% in tre regioni, Sicilia, Campania e Basilicata e non basteranno 10 anni per fermare questa emorragia di posti di lavoro".
"Di fronte alla desertificazione economica e sociale - ha aggiunto Armao - occorre reagire in modo forte e unitario, a partire da coloro che ci rappresentano a Roma per evitare che questa deriva faccia della Sicilia un luogo per vecchi, disoccupati, pensionati e dipendenti pubblici. Una Regione in cui nessun imprenditore avra' interesse a venire ad investire a causa degli alti oneri finanziari e da cui i giovani andranno via".
"Per questi motivi - ha concluso Armao - l'attuazione del federalismo fiscale e' una occasione unica dalla quale deriveranno le sorti per molti anni della nostra economia e dei siciliani. Non possiamo perdere questa sfida, per far pagare alle giovani generazioni costi pesantissimi".

Pazienti pugliesi curati altrove: ecco quanto spendiamo. I governatori delle Regioni italiane hanno trovato l’accordo sul riparto delle somme destinate alla mobilità sanitaria regionale. Si tratta di 1,2 miliardi di euro per finanziare le cure fornite a quei pazienti che si sono spostati da una regione all’altra nel 2010. La Puglia ha speso 178 milioni, la Basilicata 37.
PIEMONTE 1.505.784
VALLE D’AOSTA -16.185.808
LOMBARDIA 444.127.581
P.A.BOLZANO 4.169.728
P.A. TRENTO -15.781.718
VENETO 97.458.848
FRIULI V.GIULIA 24.368.227
LIGURIA -26.949.361
EMILIA R. 358.392.929
TOSCANA 113.720.766
UMBRIA 10.193.762
MARCHE - 32.790.208
LAZIO - 75.884.286
ABRUZZO - 67.544.678
MOLISE 26.793.209
CAMPANIA -318.362.570
PUGLIA -178.138.547
BASILICATA - 37.252.249
CALABRIA - 240.146.813
SICILIA - 209.534.603
SARDEGNA - 57.927.490
OSP.BAMBINO GESU' 161.265.808
ORDINE DI MALTA 34.501.690

«La Puglia paga un conto salatissimo e da profondo rosso (-178 milioni di euro) alla mobilità interregionale, avendo fatto aumentare a dismisura negli ultimi anni la cosiddetta mobilità passiva, una voce che incide in maniera significativa sui conti della regione e va ad ingrossare, invece, i bilanci delle altre, come Lombardia ed Emilia Romagna, a cui i pazienti pugliesi ricorrono per ottenere, evidentemente, cure che nella nostra regione diventa sempre più difficile ottenere», è quanto commenta il sen. Luigi D’Ambrosio Lettieri : «Vendola farebbe bene a fare del piano di rientro una opportunità vera per il sistema sanitario pugliese e ad individuare, con l’aiuto del Governo, i nodi da sciogliere».

Lavoro, Manpower avverte: «In Calabria cala l’occupazione»
Martedì 15 Marzo 2011 07:25 Redazione desk
CATANZARO - Battuta d’arresto delle assunzioni, in calo rispetto al trimestre precedente, ma la previsione migliora in confronto al 2010. È quanto emerge nel secondo trimestre del 2011 secondo l’indagine di Manpower. «Le intenzioni di assunzione - è scritto in un comunicato della società - espresse dai datori di lavoro calabresi coinvolti nell’indagine di Manpower, ai quali è stato chiesto di indicare le variazioni del proprio organico aziendale nel periodo tra aprile e giugno, prospettano infatti un mercato del lavoro che rallenta ancora il passo rispetto al primo trimestre dell’anno, che aveva già fatto registrare segno negativo». A seguito degli aggiustamenti legati a fattori stagionali il dato previsionale sull’occupazione rilevato dall’indagine è pari a -8%, in flessione di 3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente ma anche insignificativa crescita di 11 punti rispetto a un anno fa. L’indagine realizzata da Manpower si basa sulle risposte di un panel statisticamente significativo composto da datori di lavoro di aziende della regione, e rappresenta a livello mondiale la più estesa inchiesta previsionale sul mercato del lavoro. Pur registrando un rafforzamento rispetto al 2010 come già accaduto anche nel primo trimestre la previsione occupazionale in Calabria mantiene dunque segno negativo per i tre mesi a venire. Questo significa che la percentuale dei datori di lavoro della regione che hanno espresso intenzione di assumere nuovo personale è minore della percentuale di quanti hanno invece previsto di ridurre il proprio organico. Analizzando l’andamento dei singoli settori, dall’indagine di Manpower emerge che chi è in cerca di un nuovo lavoro dovrebbe puntare al settore finanziario, assicurativo, immobiliare e dei servizi alle imprese, dove le intenzioni di assunzione espresse dai datori di lavoro per il trimestre a venire determinano la previsione occupazionale più ottimista tra i comparti oggetto dell’indagine. Manpower, come noto, è uno dei principali datori di lavoro privati al mondo e garantisce un’occupazione a 2 milioni di persone ogni anno. Con 21 miliardi di dollari di fatturato, la società si conferma leader nell’industria dei servizi per il lavoro e supporta le aziende nella gestione dell’intero ciclo occupazionale in ogni fase della loro attività. Opera in 82 Paesi e fornisce personale a oltre 400.000 aziende clienti. È presente in Italia dal 1994 e oggi opera come Agenzia per il Lavoro attraverso una rete di oltre 430 filiali e uno staff di 2.000 dipendenti.

L'UNIONE SARDA - Economia: Boom dell'export ma cresce soltanto il petrolio raffinato15.03.2011
Nel 2010 la Sardegna ha esportato prodotti per più di 5 miliardi di euro, quasi due miliardi in più del 2009 (+59,4%). Questo rilevante incremento è dovuto, come sempre, alle vendite di prodotti petroliferi raffinati che rappresentano per l'Isola la quasi totalità (più dell'80%) degli scambi con l'estero. Anche nel resto dell'Italia c'è stato un aumento delle vendite all'estero rispetto all'anno precedente, ma la variazione registrata è stata di 15 punti percentuali (15,7%). Neanche la Sicilia - altra regione esportatrice insieme alla Sardegna di prodotti petroliferi - raggiunge lo stesso incremento sardo e si ferma al 48%. I dati, rielaborati dal Centro studi dell'Unione Sarda, arrivano dall'Istat che sottolinea cone «particolarmente elevato è stato l'aumento registrato per l'Italia insulare (+51,7%)». Anche il Centro e il Sud registrano aumenti superiori alla media nazionale (+17,2 e + 15,9%).
LA MERCE Nell'Isola le esportazioni si possono scomporre in tre componenti: i prodotti petroliferi e i prodotti chimici che assieme rappresentano il 90% del totale e la parte rimanente, relativa alle vendite degli altri settori (560 milioni di euro circa). Tra questi ultimi, che singolarmente considerati non raggiungono percentuali rilevanti, si ritrovano i prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere (sono il 1,51%) e le cui vendite sono aumentate nell'ultimo anno da 29 a 79 milioni di euro, e i prodotti alimentari e le bevande (di cui i prodotti lattiero caseari sono il 66%) che invece hanno subìto un leggero calo nelle vendite rispetto al 2009. In più le vendite di metalli di base preziosi e altri prodotti in metallo, i macchinari e apparecchi e i mezzi di trasporto. Le vendite estere al netto dei prodotti petroliferi e chimici, hanno registrato un incremento di 3 punti percentuali. Se nel 2010 l'export sale a oltre 5 miliardi di euro (ossia +59,4%), l'import aumenta comunque del 36,3% con un saldo della bilancia commerciale che rimane stabile rispetto al 2009: -2,4 miliardi di euro.
ESTERO Anche tra gli acquisti internazionali hanno un peso rilevante i prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere (84%) che si riferiscono quasi interamente a petrolio greggio e sono aumentati del 45%. Escludendo perciò tali prodotti - a cui sommando la chimica si raggiunge il 90% del totale - l'incremento annuo degli acquisti esteri si ferma a 14 punti percentuali.

L'UNIONE SARDA - Politica: «Spese della presidenza per fini sociali»
15.03.2011
Le chiamano spese di rappresentanza, in ogni istituzione finanziano quelle attività al tempo stesso superflue e inevitabili: regali agli ospiti illustri in visita, qualche mostra, qualche targa commemorativa. Nel bilancio 2010 del Consiglio regionale c'erano a disposizione 200mila euro (erano 250mila, poi tagliati con l'assestamento di agosto): ma stavolta la somma andrà, quasi interamente, a coprire interventi di utilità sociale nel campo della sanità.
«UN SEGNALE» La scelta è stata illustrata ieri alla stampa dalla presidente dell'assemblea Claudia Lombardo, che l'ha proposta all'ufficio di presidenza (cui competono le spese di rappresentanza) ottenendo un sì unanime. Per le finalità consuete resta il 20 per cento: i restanti 160mila euro saranno destinati a otto interventi (tutti da 20mila euro), uno per ogni Asl sarda. «Non sono grandi cifre, ma volevamo dare un segnale e migliorare l'immagine dell'istituzione consiliare», ha spiegato la presidente: «Spesso la politica è lontana dai problemi comuni, ma il parlamento dei sardi è invece molto sensibile al contesto socioeconomico di grande difficoltà che coinvolge tutta la popolazione». Una novità che si affianca alla riduzione delle spese di funzionamento del Consiglio: «In questa legislatura sono passate da 85 milioni a 72, il 15,2% in meno», ha precisato Lombardo, «e calcolando i tagli dei due anni precedenti si arriva al 23,8%. Infatti l'inversione di tendenza è iniziata dopo il 2007, quando i costi totali erano arrivati a 94,5 milioni. In Italia non c'è un'altra assemblea legislativa che abbia realizzato un così drastico contenimento delle spese, neppure le Camere». In questi anni sono state anche limate le indennità dei consiglieri: restano però voci meno virtuose, come i contributi di segreteria, 3.352 euro mensili percepiti senza obbligo di documentare le spese sostenute (per esempio depositando regolari contratti per i collaboratori). «Il regolamento in materia è ispirato alle norme in vigore alla Camera», ha fatto notare Claudia Lombardo, «ma è all'attenzione dell'ufficio di presidenza la possibilità di prevedere una rendicontazione».
GLI INTERVENTI I 160mila euro del Consiglio andranno alla sanità per i bambini o le donne. Nell'Asl di Cagliari sarà creato uno spazio giochi all'aperto nell'ospedale Microcitemico. Per quella del Sulcis, si finanzierà l'acquisto di arredi nel reparto Pediatria del Santa Barbara di Iglesias. Nel Medio Campidano arriverà, all'ospedale di San Gavino, un'incubatrice di ultima generazione. Si acquisteranno strumenti di diagnostica pediatrica, utilizzabili con tecniche meno invasive e dolorose, per il reparto di Pediatria del San Martino di Oristano, per la Terapia intensiva neonatale del San Francesco di Nuoro e per la Clinica neonatologica dell'azienda mista di Sassari. Invece ai reparti di Ostetricia e ginecologia del presidio ospedaliero Nostra Signora della Mercede (Lanusei) e dell'ospedale Giovanni Paolo II di Olbia saranno consegnate apparecchiature per gli esami ecografici in sala parto, e altra strumentazione.
DONNE E POLITICA Nell'occasione, la presidente Lombardo ha ribadito l'auspicio di una maggiore presenza femminile nelle istituzioni, «magari attraverso una legge elettorale che preveda la doppia preferenza di genere, come ha fatto la Campania». Il vicepresidente Michele Cossa, presente insieme ai segretari della presidenza Claudia Zuncheddu, Giannetto Mariani e Paolo Dessì, ha annunciato che la Sardegna sarà capofila di un'iniziativa nazionale di tutte le elette nelle assemblee legislative, ideata proprio per favorire il ruolo delle donne nella politica. GIUSEPPE MELONI

L'UNIONE SARDA - Economia: Tubercolosi bovina, 300 mila euro
15.03.2011
Sul piatto trecentomila euro a sostegno degli allevatori per le perdite di reddito derivanti dalla tubercolosi bovina (nell'ambito del piano di eradicazione previsto dalla legge regionale 8 dell'11 marzo 1998, articolo 23). Possono beneficiare degli aiuti le aziende (a cui siano state applicate per ordine dell'autorità sanitaria pubblica le misure di restrizione tra il primo gennaio 2009 e il 31 dicembre 2010 in base ai piani di eradicazione della tubercolosi bovina) che producono vitelli da ristallo e li mantengono fino all'età di sei-nove mesi per poi venderli ai centri di ingrasso regionali e nazionali, sede di focolaio tubercolosi bovina.
I FONDI L'obiettivo dei finanziamenti regionali è quello di rimborsare gli allevatori delle perdite subite in seguito alla tubercolosi bovina. Hanno requisiti per inoltrare la domanda gli allevatori ai quali è intestato il registro di stalla. E, in alternativa, i detentori dell'allevamento che siano stati autorizzati per iscritto dal titolare del registro di stalla a richiedere e riscuotere il contributo. Le domande d'indennizzo dovranno essere presentate entro oggi all'Area di Coordinamento Istruttorie e Attività Ispettive Argea Sardegna, in viale Adua 1, 07100 Sassari. La relativa modulistica potrà essere scaricata attraverso il sito internet ufficiale della Regione Sardegna www.regione.sardegna.it e www.sardegnaagricoltura.it sezione bandi e gare. Per ottenere ulteriori delucidazioni sull'argomento è possibile contattare il numero telefonico dell'ufficio di Argea Sardegna 0792068400. ALESSIA CORBU

In Molise il lavoro sommerso è doppio rispetto al nord
Benedetto Onorato Nonostante tutti gli sforzi effettuati in questi ultimi anni, la nostra economia non riesce a raggiungere la media europea. In rapporto all'Europa, l'economia italiana risulta essere attualmente la più bassa, nel senso della crescita; tale livello è anche legato al mancato sviluppo del Mezzogiorno, che ancora non riesce a risolvere la sua annosa questione civile, sociale ed economica. Secondo noti studiosi sulla disuguaglianza tra nord e sud durante il periodo 1955-1970, i tassi di crescita del nostro sistema meridionale, sono stati assai inferiori a quelli raggiunti dalle aree arretrate esistenti in altri paesi della Comunità Europea. Per quanto attiene poi il dissesto del territorio meridionale (il Molise, la Calabria e la Basilicata) sono le regioni più a rischio idrogeologico, nelle quali il 100% dei comuni sono nell'area di frane o inondazioni (fronte:Cresme). Il quadro di una Italia poco moderna, passa attraverso l'enorme ritardo del Sud, che si può osservare nei vari e molteplici aspetti politici-amministrativi-sociali ed etici (fonte: Bankitalia). Per la ripresa futura del Mezzogiorno e del Molise in particolare, il rilancio dovrà basarsi sullo sviluppo sostenibile e dovrà puntare verso un differente scenario globale. Il ruolo della politica pubblica per l'innovazione, la ricerca e quant'altro, non ha mai avuto, da noi, un indirizzo prioritario; mentre negli Stati della Comunità (Francia, Germania, Islanda, Svezia, Estonia, ecc.) la collaborazione è un fatto naturale, che si estrinseca col trasferimento alla produzione delle conoscenze nuove e delle tecnologie moderne. Il Sud procede oggi con enorme difficoltà, costretto a fare i conti con un'economia instabile, una struttura produttiva precaria nei consumi interni e nell'accesso al credito bancario. Il limitato flusso delle nostre produzioni dipende principalmente dall'arretrato assetto del sistema produttivo, che risulta a tutt'oggi poco aggregato e caratterizzato da localismi del passato, che nulla o poco hanno in comune con i moderni criteri di «Organizzazione Aziendale». Nell'ambito dell'Unione Europea, il complesso delle imprese industriali del nostro meridione, escluse alcune eccellenze che pure esistono, risulta oggi il meno adeguato allo sviluppo e l'area più svantaggiata dell'unione (fonte: Svimez). L'occupazione arretra sempre più, il divario con il resto del Paese aumenta. I servizi pubblici lasciano a desiderare, il lavoro sommerso è il doppio del centro-nord e il lavoro giovanile e femminile segnano il passo. Ciò che oggi manca al Meridione, è una politica attenta e in grado di dare nuovo vigore e impulso alla innovazione sociale e alla crescita economica.

E la nave marocchina aspetta
ROMA - Alla nave marocchina con oltre 1.800 persone a bordo, partita dalla Libia e diretta nel porto siciliano di Augusta per fare rifornimento, è stato comunicato via radio la scorsa notte di non entrare nelle acque territoriali italiane dalla corvetta della marina militare Sfinge, dopo che il Viminale aveva chiesto alla Difesa di evitare l'avvicinamento della nave prima che fosse stata fatta chiarezza sulle persone a bordo e sulle loro reali intenzioni.
Il comandante del traghetto si è adeguato a quanto disposto e tutt'ora la nave sta 'pendolando' fuori dalle acque territoriali, a una quindicina di miglia dalle coste siciliane, in attesa che la situazione si sblocchi. La nave stracarica di immigrati, battente bandiera marocchina, si chiama 'Mistral Express' e risulta partita domenica pomeriggio da Tripoli con a bordo 1.836 extracomunitari, oltre a 83 uomini di equipaggio.
Secondo le informazioni fornite dalla stessa unità, che ha chiesto di sostare nel porto siciliano di Augusta per fare rifornimento prima di ripartire alla volta del Marocco, si tratterebbe di 1.715 marocchini, 39 libici, 35 algerini, 26 egiziani, 7 tunisini, 6 maliani, 4 sudanesi, 2 sudanesi e 2 mauritani.
Sarebbe stato lo stesso governo del Marocco a prendere in affitto la nave per riportare a casa i connazionali in fuga dalla Libia, ma in realtà non è ancora chiaro quali siano le reali intenzioni degli immigrati imbarcati e, proprio per avere ulteriori "elementi di certezza", il Viminale ha chiesto ieri al ministero della Difesa e a quello dei Trasporti di evitare l'ingresso del traghetto in acque territoriali italiane - considerando eventualmente la possibilità di fare rifornimento in mare - e al ministero degli Esteri di contattare le autorità marocchine per cercare di sbrogliare la matassa.
15/03/2011

Termini Imerese, operai della Fiat occupano l’autostrada. di BlogSicilia 15 marzo 2011 -
Operai in corteo lungo l’autostrada A19 Palermo-Catania, all’altezza dell’agglomerato industriale di Termini Imerese.
Conseguenti disagi per gli automobilisti rimasti bloccati.
A protestare sono i lavoratori dello stabilimento Fiat e delle aziende dell’indotto che aderiscono allo sciopero di due ore per turno indetto per oggi dalle segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm.
“È la prima – spiega all’ITALPRESS il segretario provinciale Uilm di Palermo, Vincenzo Comella - di una delle tante manifestazioni che attueremo nei prossimi giorni. Dopo la firma dell’accordo di programma con la Regione, noi segretari provinciali avevamo richiesto al ministero dello Sviluppo economico la convocazione di un incontro, ma non abbiamo avuto risposte. Organizzeremo altre iniziative di protesta per promuovere un tavolo presso il ministero con tutte le parti perché ci informino dei piani industriali, degli investimenti e di quanto lavoratori verranno occupati”.

In Bassomolise sempre piů poveri: caritas presenta rapporto. Termoli. Aumentano i poveri, e in maniera impressionante. La disoccupazione, il costo della vita, i fenomeni di migrazione e immigrazione e soprattutto lo stallo dell’economia costringono centinaia di famiglie a chiedere con sempre maggiore frequenza aiuto. E non solo: il Molise registra uno dei piů alti tassi di diseguaglianza sociale d’Italia. Sono alcuni dei dati che emergono dal dettagliato rapporto sulle povertà 2010 nella diocesi di Termoli-Larino, che verrà presentato questo pomeriggio presso l’Istituto Gesů e Maria della Cittadella della Carità in piazza Bisceglie alle 17 e 30.
“Quanto manca della notte. Rapporto sulle povertà 2010”: questo il tema, durante il quale saranno resi noti i dati diocesani sulla povertà. L’evento è organizzato in collaborazione con la Consulta diocesana delle Aggregazioni Laicali e l’Ufficio diocesano della Pastorale sociale e del lavoro, e vedrà la partecipazione di Walter Nanni (Ufficio studi di Caritas italiana), il quale presenterà il “Rapporto Italiano 2010 su povertà ed esclusione sociale” dal titolo “In caduta libera”, cui affiancherà la lettura dei dati rilevati dal Centro di ascolto diocesano che vanno a formare il rapporto “Quanto manca della notte” sulle povertà nel territorio della Diocesi di Termoli-Larino. «La pubblicazione del Dossier diocesano – dice don Ulisse Marinucci, direttore della Caritas di Termoli-Larino – mostra una realtà critica. Alla Caritas si rivolgono sempre piů nuclei familiari affaticati da problemi economici che scivolano sempre piů verso la cronicizzazione e quindi verso una potenziale irrisolvibilità. Agli interventi volti a garantire un minimo di stabilità familiare deve essere data precedenza assoluta».

Basilicata in ginocchio servono 240 milioni.
di ANTONELLA INCISO
Un bollettino di guerra, un dramma che rischia di avere ripercussioni per molto tempo sulle aziende agricole, sulle imprese turistiche, sulle infrastrutture. In poche parole sulla quotidianità dei lucani. Una parte della Basilicata è in ginocchio. Ferita gravemente dall’alluvione dei giorni scorsi. E la gravità della situazione emerge in tutta la sua drammaticità dai numeri che evidenziano i danni subiti. Per fronteggiare la situazione servono, infatti, 240 milioni di euro. Una cifra sostanziosa che è utile da un lato, per fronteggiare l’emergenza nel mondo agricolo, dall’altra per porre rimedio ai danni alle infrastrutture. Per i danni al mondo agricolo servono, infatti, 31 milioni di euro, per le infrastrutture, invece, 112 milioni di euro per i danni al territorio e 97 milioni di euro per rimuovere i rischi. E al conto mancano ancora decine di milioni di euro.
A spiegarlo gli assessori alle infrastrutture, Rosa Gentile, all’agricoltura, Wilma Mazzocco, e alle attività produttive Erminio Restaino durante le relazioni tenute nel corso del Consiglio regionale straordinario convocato sulla questione, a cui ha partecipato una folta delegazione degli agricoltori lucani. In particolare, l’assessore Gentile ha spiegato che «il bollettino del meteo per i gironi dell’allu - vione riportava una “moderata criticità” in riferimento ai bacini dei quattro principali fiumi lucani, e quindi non induceva a ritenere particolarmente gravi gli effetti dei fenomeni previsti».
Detto questo, però, l’assessore ha sostenuto come l'Anas, abbia stimato «in dieci milioni di euro gli interventi urgenti per ripristinare la transitabilità di varie arterie, mentre per i casi di dissesto idrogeologico segnalati dai Comuni c’è un fabbisogno di 3,2 milioni per i centri potentini e di nove per quelli materani». Per la sola città di Matera, e in particolare per scongiurare cedimenti nel rione Sassi, la stima dei danni, così come comunicato dall’amministrazione comunale, è «di 27 milioni di euro, oltre a 2,2 solo per gli interventi urgenti». A fronte dei danni subiti, poi, ci sono anche i numeri sulla messa in sicurezza delle persone e sulla loro assistenza. «Trentacinque sono le persone sgomberate dalle abitazioni dell’area del Metapontino - aggiunge Gentile - mentre altri nuclei familiari, circa 60, sono stati sgomberati con ordinanze del sindaco di Bernalda ed hanno trovato autonomamente altra sistemazione. Assicurato, poi, il servizio mensa ad altri 70 nuclei familiari».
Ma se ci sono i numeri e le cose fatte, è altrettanto vero che ci sono anche le cose da fare. A cominciare dalla necessità di procedere ad un intervento di manutenzione ordinaria e straordinaria dei fiumi lucani» passando, poi, per la revisione di tutto il sistema delle concessioni dei terreni appartenenti al demanio fluviale, ricorrendo, dove necessario anche alla delocalizzazione». Dalle infrastrutture al mondo agricolo.
«L'alluvione ha prodotto oltre 31 milioni di euro di danni alle aziende agricole lucane - sottolinea l’assessore Mazzocco - ma si tratta di una stima provvisoria perchè gli accertamenti sono ancora in corso e i risultati dell’attività sono parziali e, in quanto tali, vanno interpretati come suscettibili di ulteriore aggiornamento. I comuni in cui si registrano i maggiori danni sono quelli di Matera, Montescaglioso, Bernalda, Scanzano Jonico, Policoro, Tursi, Montalbano, Rotondella, Grottole, Grassano, Nova Siri, Irsina, e San Mauro Forte ma non si escludono danni anche nella provincia di Potenza».
L’assessore, poi, ha illustrato i danni economici per le diverse coltivazioni: 5,7 milioni di euro per frutteti da reimpiantare, 160 mila euro per frutteti da pulire, 3 milioni e 600 mila euro sugli ortaggi, tre milioni per i cereali, 250 mila euro per l’uva e 120 mila euro danno per le fragole. «Servono poi oltre nove milioni di euro – ha aggiunto – per ripristinare i piazzali, 4,2 milioni per i capannoni danneggiati, 1,8 per ripristinare le case rurali, altri 800 mila euro per le serre, e un milione ancora per i capi bovini morti». Per quanto riguarda il settore industriale, l’assessore alle attività produttive, Erminio Restaino, ha evidenziato, invece, che «i danni sono enormi ma non quantificabili, poichè si tratta di danni di immagine alle strutture ricettive del Metapontino a un passo dalla stagione estiva, mentre gli impianti industriali non hanno subito danni rilevanti».

Nonostante questo l’assessore ha spiegato che tra le prime misure a sostegno del turismo c’è la proroga dei termini di scadenza del bando Piot, e la rateizzazione dell’acqua che le imprese utilizzeranno per la rimozione del fango dalle proprie attività e l’avvio di una campagna di rassicurazione sul fronte turistico».

Palermo. Forza e coraggio che dopo aprile c’è il… diluvio
di Giulio Ambrosetti 15 marzo 2011 -
L’appuntamento è domani pomeriggio alle 16,00. All’ordine del giorno c’è il disegno di legge che proroga al 30 aprile la gestione del bilancio della Regione in dodicesimi. Si tratta, in pratica, del quarto mese consecutivo di esercizio provvisorio. Dovrebbe essere l’ultimo, perché dopo il parlamento dell’Isola dovrà varare comunque un bilancio per evitare il verificarsi di un evento, come dire?, sgradevole: lo scioglimento anticipato dell’Assemblea regionale siciliana.
Anche quest’anno, insomma, l’Ars, per l’approvazione del bilancio ‘viaggia’ in ‘zona Cesarini’. Ma se l’anno scorso, bene o male, il conto economico è stato approvato con il solito ricorso ad artifizi più o meno contabili, quest’anno gli alti burocrati della Regione dovranno sfoderare tutta la fantasia contabile di cui dispongono.
A conti fatti (è proprio il caso di dirlo), rispetto a gennaio lo scenario dei conti della Regione è rimasto praticamente lo stesso. Rispetto all’anno scorso, però, ci sono due novità. Anzi, due nuovi ‘paletti’. Il primo è che, tra le entrate, non potrà essere inserita la solita “valorizzazione” del patrimonio immobiliare della Regione. La manovra, infatti, è stata ormai ‘sgamata’ e tutti hanno capito che queste entrate sono rigorosamente fittizie. Della serie, fine della ‘farsa’ contabile.
La seconda novità è che, per quest’anno, si dovrà fare a meno del ricorso ai fondi di riserva, ovvero agli accantonamenti che, fino ad oggi, sono stati utilizzati per tappare i ‘buchi’ creati dalle entrate fasulle. Stando a indiscrezioni, sembra infatti che il commissario dello Stato non gradirebbe il ricorso sistematico ai fondi di riserva. Insomma: alle uscite, che nel bilancio regionale sono terribilmente certe, bisognerà fare fronte con entrate altrettanto certe. Probabile il ricorso al mercato finanziario (leggere prestito) le cui modalità, allo stato attuale dei fatti, restano ancora sconosciute.
Stamattina, intanto, si riunisce la commissione Finanze dell’Ars. All’ordine del giorno il parere vincolante sul piano di riordino delle società collegate della Regione. Un tema scottante, dal momento che il presidente della stessa commissione legislativa, Riccardo Savona, ha più volte espresso perplessità su questo progetto che dovrebbe mettere ordine nella babele delle società collegate.
Il tema, tanto per cambiare, è sempre quello: il reperimento delle risorse finanziarie. In assenza delle quali risulta praticamente impossibile pagare il personale. Il piano di riordino, in altre parole, non potrà certo ignorare il tema delle commesse da affidare a queste società dopo il riordino.
Dalla finanza alla riforma della burocrazia. E’ il tema che viene affrontato dalla prima commissione legislativa (Affari istituzionali). Dove è ‘ritornato’ il disegno di legge sulla ‘Semplificazione amministrativa’. Si dovrebbe trattare dell’ultimo passaggio in commissione, se è vero che la prossima settimana, incrociando le dita, l’Ars dovrebbe finalmente approvare un provvedimento atteso da anni dalle famiglie e dalle imprese.
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