martedì 15 marzo 2011

Federali-Mattino. 15 marzo 2011. Al via scavi fossa comune vittime eutanasia. Contatti tra i vip e i boss. Intrecci tra vip e uomini della ndrangheta, decisioni prese nelle stanze dei presidi sanitari. Il presidente della Giunta provinciale Luis Durnwalder ha ribadito. Depotenziamento. Tutti i nomi della commissione. L'ultima parola spetterà a Durnwalder.

Luis uber alles:
Bozen. Duce a cavallo: il Comune indica Letizia Ragaglia e Hans Karl Peterlini per la commissione selezionatrice.
Bozen. Nazismo: al via scavi fossa comune vittime eutanasia a Hall.
Bozen. Immigrazione: Bolzano chiede 800 permessi stagionali.
Bozen. Nucleare: dopo il sisma in Giappone, Bolzano ribadisce il suo no.
Bozen. Casa: al via programma ceto medio Alto Adige.
Bozen. Duce a cavallo, tutti i nomi della commissione.
Trento. Trentini e canone Rai, non lo paga uno su quattro.

Lombardrangheda':
Milano. La 'ndrangheta attiva Milano.
Padova. Zaia: "Non cerco la rissa sul tricolore".
Padova. La polemica di Zanonato: «Maroni, fermi i militanti leghisti».



Bozen. Duce a cavallo: il Comune indica Letizia Ragaglia e Hans Karl Peterlini per la commissione selezionatrice. BOLZANO. Il Comune ha indicato i suoi due rappresentanti nel comitato provinciale che dovrà scegliere i progetti finalisti per il «depotenziamento» del "Duce a cavallo" di piazza Tribunale. Si tratta della direttrice del Museion Letizia Ragaglia e dello storico-giornalista Hans Karl Peterlini. Oggi anche la giunta provinciale dovrebbe scegliere i propri rappresentanti (uno per gruppo linguistico) nella commissione. Sui progetti che verranno selezionati l'ultima parola spetterà a Durnwalder, sentito il sindaco di Bolzano Spagnolli.

Bozen. Nazismo: al via scavi fossa comune vittime eutanasia a Hall. BOLZANO. Inizia in questi giorni la riesumazione delle vittime del programma d'eutanasia nazista, scoperti lo scorso gennaio in una fossa comune nei pressi dell' ospedale di Hall, in Austria. Della commissione di esperti fa parte la direttrice dell'archivio provinciale di Bolzano, Christine Roilo. Nel cimitero della clinica psichiatrica in Tirolo, nell' ambito dei lavori di ristrutturazione, sono stati ritrovati in una fossa comune 220 cadaveri, testimonianza probabile di una strage compiuta dai nazisti tra il 1942 e il 1945. Vi potrebbero essere anche i resti di pazienti altoatesini. All'epoca, infatti, le persone affette da disturbi psichiatrici venivano ricoverate nella casa di cura di Pergine in Trentino, oppure, in quella di Hall in Tirolo. I primi esiti sulle riesumazioni saranno resi noti mercoledì 30 marzo.

Bozen. Immigrazione: Bolzano chiede 800 permessi stagionali. BOLZANO. Sono 800 i permessi per lavoratori stagionali provenienti da paesi extracomunitari richiesti dalla Provincia di Bolzano. Lo ha annunciato il presidente Luis Durnwalder, sottolineando che la maggior parte del contingente sarà riservato ai settori dell'agricoltura e del turismo. Continua a diminuire la richiesta della Provincia di Bolzano per quanto riguarda il contingente di lavoratori stagionali provenienti dai paesi non facenti parte dell'Unione Europea. "Nel 2009 erano 1.500 - ha ricordato Durnwalder - lo scorso anno sono stati 1.000, e per il 2011 saranno 800. So che alcuni settori spingono per far aumentare il numero di permessi che Bolzano può chiedere a Roma, ma riteniamo che il fabbisogno possa essere tranquillamente coperto con i lavoratori dei paesi neo-comunitari, senza contare che anche in Alto Adige ci sono alcune centinaia di disoccupati disposti ad accettare lavori stagionali".

Bozen. Nucleare: dopo il sisma in Giappone, Bolzano ribadisce il suo no. BOLZANO. Cordoglio e vicinanza al popolo giapponese, così terribilmente colpito dal terremoto, sono stati espressi dalla Giunta provinciale di Bolzano. "La Provincia resta contraria all'energia atomica, al referendum ci pronunceremo in tal senso", ha annunciato il governatore Luis Durnwalder. "Da anni la Provincia di Bolzano è impegnata a garantire un approvvigionamento di energia più pulita e più sicura e a ribadire il suo no a nuove centrali nucelari. Il futuro sta in una produzione di energia sicura, pulita e sostenibile, anche a volte se comporta interventi inevitabili sul paesaggio. Ma non si può avere tutto a costo zero, ha spiegato il presidente Durnwalder". "Per il nucleare sono necessarie enormi somme che invece potrebbero essere investite nel risparmio energetico e nelle fonti di energia rinnovabili. Senza dimenticare i possibili pericoli che la produzione nucleare comporta", ha ricordato Durnwalder".

Bozen. Casa: al via programma ceto medio Alto Adige. BOLZANO. Sta per entrare nel vivo il programma di edilizia a favore del ceto medio: la Giunta provinciale ha dato il via libera a tre bandi per circa 320 alloggi riservati alla Città di Bolzano. Altri 30 alloggi sono previsti a Laives, mentre la settimana prossima dovrebbe essere approvato il programma per il Comune di Merano. Consentire a single e famiglie con un reddito troppo elevato per entrare nelle graduatorie degli alloggi sociali, ma troppo basso per potersi rivolgere al libero mercato, di acquistare un appartamento ad un prezzo accettabile. Questo l'obiettivo del programma per il ceto medio che sta per entrare nel vivo. Dopo l'apertura della graduatoria per gli alloggi da affittare con il sistema della rotazione decennale, la Giunta provinciale ha dato oggi (14 marzo) il via libera all'Ipes per l'indizione dei bandi riguardanti la Città di Bolzano, per un totale di 320 alloggi.
Sono previste tre gare: la prima per l'acquisto di aree e relativa costruzione di 120 alloggi, la seconda per l'acquisto delle aree su cui l'Ipes conta di realizzare 100 appartamenti, e la terza per il reperimento di altri 100 alloggi tra quelli già realizzati e presenti sul mercato. Sempre all'interno del programma per il ceto medio, che prevede la messa a disposizione su tutto il territorio altoatesino di circa un migliaio di alloggi, la Giunta provinciale ha poi autorizzato l'Ipes a progettare e realizzare 30 abitazioni nella zona di espansione "Toggenburg 1" a Laives. La prossima settimana dovrebbe essere la volta di Merano, con l'esecutivo di Palazzo Widmann chiamato a deliberare sui prossimi passi del programma per il ceto medio per quanto riguarda la città in riva al Passirio.

Bozen. Duce a cavallo, tutti i nomi della commissione. Durnwalder ha ribadito che sul progetto per la realizzazione di un museo nella parte inferiore del monumento alla Vittoria vuole procedere a passo spedito. BOLZANO. La Giunta provinciale è tornata ad occuparsi dei monumenti di epoca fascista nominando due commissioni: la prima dovrà avanzare proposte concrete per il museo da realizzare all'interno del monumento alla Vittoria, la seconda dovrà scegliere i cinque migliori progetti fra i 483 presentati per il concorso d'idee sul rilievo con il duce a cavallo di Piazza Tribunale. "Vogliamo creare una struttura che spieghi alla popolazione, in maniera seria e obiettiva, ciò che è accaduto in Alto Adige a cavallo tra le due guerre mondiali e che tante sofferenze ha causato alla nostra popolazione: un museo sul nazi-fascismo che serva a tutti, sopratttutto ai giovani, per imparare dal passato e guardare meglio al futuro".
Il presidente della Giunta provinciale Luis Durnwalder ha ribadito che sul progetto per la realizzazione di un museo nella parte inferiore del monumento alla Vittoria vuole procedere a passo spedito: l'area su cui dovrebbe sorgere la struttura misura 720 metri quadrati, ed è divisa in 13 sale. L'esecutivo di Palazzo Widmann ha nominato oggi i membri di propria competenza all'interno della specifica commissione che, entro un mese, dovrebbe avanzare le prime proposte concrete relative non solo ai contenuti del museo, ma anche ai costi dell'operazione: si tratta della direttrice dell'Archivio provinciale Christine Roilo, e dello storico, sempre dell'Archivio provinciale, Andrea Di Michele. La Roilo e Di Michele si aggiungono a Silvia Spada e Hannes Obermair (nominati dal Comune di Bolzano), nonchè al Soprintendente alle Belle Arti Ugo Soragni, il quale avrà il compito di coordinare i lavori della commissione.
Per quanto riguarda, invece, il rilievo con il duce a cavallo di Piazza Tribunale a Bolzano, Durnwalder si è detto "piacevolmente sorpreso" per il gran numero di proposte avanzate nell'ambito del concorso d'idee indetto dalla Giunta provinciale. In tutto, negli uffici della Ripartizione presidenza, sono arrivate 483 proposte: di queste, 50 sono costituite da modelli e altri 50 da progetti già pronti per l'esecuzione. "Non mi aspettavo questo riscontro - ha sottolineato Durnwalder - ma evidentemente significa che la popolazione altoatesina è interessata a dare il
proprio contributo". Nel frattempo è stata nominata la commissione che dovrà valutare i lavori e selezionare le cinque proposte migliori sulle quali sarà poi chiamata a decidere la Giunta provinciale d'intesa con il sindaco di Bolzano. La commissione sarà composta da cinque membri: due di nomina provinciale (lo storico Giorgio Mezzalira e l'architetto Wolfgang Piller), due di nomina comunale (Letizia Ragaglia e Hans Karl Peterlini), più l'architetto Nadia Moroder per il gruppo linguistico ladino. Ancora più avanti, infine, il progetto riguardante la storicizzazione dei tre ossari realizzati nella seconda metà degli anni '30 dal regime fascista a Burgusio, Colle Isarco e San Candido, che contengono i resti di soldati appartenenti a diversi eserciti e diverse nazionalità. Il testo, in cinque lingue, che analizza le opere dal punto di vista storico, ha già ottenuto il via libera dalla Giunta provinciale, e nelle prossime settimane partiranno materialmente le operazioni di installazione delle tabelle.

Trento. Trentini e canone Rai, non lo paga uno su quattro. Feeling ma non troppo fra i trentini e la tv di stato. Secondo i dati raccolti dal quotidiano di Confindustria «Il Sole 24 Ore» e forniti dalla stessa Rai, in provincia di Trento quasi un quarto delle famiglie non paga il canone (la media nazionale è del 26,5). Con un'evasione stimata che sfiora i 6 milioni di euro (5,86 per la precisione). Una goccia nell'oceano di mancati versamenti a livello italiano calcolati in 638 milioni l'anno che si ottengono sottraendo al totale dei nuclei in possesso di un televisore (22.528.450 nel 2009) il numero di quelli che hanno corrisposto la tassa (16.756.491) e moltiplicando il risultato per l'importo del canone (110,5 euro). Il Trentino si inserisce a metà della classifica dei «pagatori» virtuosi
14/03/2011 17:26 TRENTO - Trentino si inserisce a metà della classifica dei «pagatori» virtuosi. Al nord fanno meglio non solo il Sud Tirolo (81,1%), ma anche Friuli Venezia Giulia (79,3%), Lombaria (76,6%), Valle d'Aosta (77,5%), Liguria (81,2%) ed Emilia Romagna (80,6%, Ferrara è il capoluogo più bravo a quota 78,6%). La regione con la percentuale più elevata di famiglie che pagano il canone è la Toscana: 82,3%.
Al sud si distingue la Puglia (77,3%), ma anche Lazio (78,8%), Marche (79,7%) e Molise (76,8%) evadono meno rispetto al Trentino dove «solo» il 76,1% versa regolarmente quanto dovuto. La Campania è la meno fedele con 55 famiglie su 100 pronte a corrispondere il balzello (Sicilia 58,9% e Calabria 60,9%): a Napoli paga il canone un misero 38,5% dei nuclei. In assoluto il comune più virtuoso è Collobbiano (37 abbonati censiti), nel vercellese, dove la Rai incassa per intero quanto le spetta. Record negativo a San Cipriano d'Aversa (Caserta), 13 mila abitanti, dove paga il 7,2% delle famiglie. L'evasione del canone costa molto alla Rai il cui bilancio 2010 dovrebbe chiudersi con perdite attorno ai 110 milioni di euro. Ma costano anche gli inviti da parte dei politici a rifiutarne il pagamento (in Trentino i primi furono i leghisti), sommati a contenuti sempre più deludenti per una reale offerta di «servizio pubblico», figli di una vergognosa lottizzazione politica e di un impoverimento dei palinsesti frutto dell'inseguimento della tv commerciale. M. E.

Milano. La 'ndrangheta attiva Milano. 35 arresti. Contatti tra i vip e i boss. Intrecci tra vip e uomini della ndrangheta, decisioni prese nelle stanze dei presidi sanitari. Trentacinque le persone finite in manette
14/03/2011 La Guardia di Finanza di Milano con i carabinieri dei Ros e la polizia ha eseguito 35 misure cautelari in carcere disposte dal GIP dott. Giuseppe Gennari nei confronti di altrettanti affiliati alla 'ndrangheta lombarda, indagati a vario titolo per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, minaccia, smaltimento illecito di rifiuti, spaccio di sostanze stupefacenti.
Le indagini, coordinate dalla D.D.A. di Milano hanno permesso di ottenere anche il sequestro di beni per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro.
Le indagini hanno portato alla scoperta di alcune riunioni che si svolgevano negli uffici amministrativi di due funzionari, definiti dagli investigatori «di alto livello» negli ospedali 'Niguarda' e 'Galeazzi, i boss Giuseppe Flachi, Paolo Martino e altre persone coinvolte nell’inchiesta di oggi.
A quanto si è appreso, i due funzionari non sono stati iscritti nel registro degli indagati.
«Questo è un fatto che ci deve allarmare – ha commentato il procuratore aggiunto Ilda Boccassini -. Io non ero in quella stanza e non so cosa si siano detti, ma è evidente che questi incontri sono avvenuti in un periodo topico dell’indagine in cui gli indagati stavano molto attenti a dove si incontravano e non lo facevano mai in strada». Pepè Flachi e Paolo Martino tenevano i loro vertici nell’ufficio messo a disposizione da due funzionari amministrativi del Galeazzi e del Niguarda, approfittando del fatto che Flachi era in cura in quegli ospedali. Prima dei vertici Davide Flachi, figlio del boss, era incaricato di bonificare gli uffici dalla presenza di microspie.

IL RUOLO DELLA FAMIGLIA FLACHI
La famiglia dei Flachi, coinvolta nell’inchiesta, decise di sostenere la candidata Antonella Maiolo alle Regionali. È quanto emerge dall’ordinanza firmata dal gip, Giuseppe Gennari. «Dalle conversazioni e dalle indagini si comprende chiaramente come il gruppo Flachi eserciti il suo pieno controllo del territorio anche attraverso la canalizzazione di preferenze elettorali – in occasione di consultazioni amministrative o politiche – sui candidati che si decide di sostenere».
Alla decisione di supportare la Maiolo «non si arriva per caso, ma attraverso una serie di incontri attentamente pianificati da Massimo Buonocore, figlio d’arte per quanto riguarda la politica, e consapevoli trait d’union tra l’associazione mafiosa e il mondo economico-politico lombardo. Con la candidata Maiolo, Davide Flachi in persona si incontra almeno 2 volte. Il contesto degli incontri, sempre mediati da Buonocore, e i dialoghi svolti prima e dopo gli incontri permettono di affermare con assoluta certezza che il tema in discussione è proprio l’appoggio da dare alla Maiolo». Sintetizza il gip: «in buona sostanza, la Maiolo ricorre ai voti dei calabresi».
Poi osserva: «ora, si avrà come sempre un bel dire che nessuno sapeva o conosceva la fama dei Flachi. Francamente basta scorrere un motore di ricerca web per trovare centinaia di riferimenti ai Flachi... e comunque quando si chiedono voti è perchè si pensa che il destinatario della richiesta sia in grado di procurarne. E Davide Flachi non ha altro titolo, neppure apparente, per potere essere identificato come un collettore di voti, se non il fatto di essere il figlio del padrone mafioso di Bresso e zone limitrofe». Secondo il gip, il gruppo avrebbe anche appoggiato personaggi politicamente minori come Renato Coppola, da sindacalista e candidato in Forza Italia alle Amministrative del 2006.

CONTATTI TRA LELE MORA E IL BOSS PAOLO MARTINO
Dall'indagine emergono anche alcuni contatti tra l'agente dei vip, Lele Mora e il boss della 'ndrangheta Paolo Martino. Il fatto risulterebbe dall’ordinanza firmata dal gip di Milano Giuseppe Gennari. Lo stesso boss, sempre secondo l’inchiesta, sarebbe stato in contatto anche con l'avvocato Giuseppe Giuliante che fu il primo legale di Ruby, Karima El Mahroug. I rapporti tra i due però sembrerebbero riferiti ad un appalto edilizio.
Il boss Paolo Martino comunque, avrebbe avuto contatti con diversi personaggi del mondo dello spettacolo, tra cui l’ex tronista Costantino Vitagliano. Emerge dall’ordinanza con cui il gip di Milano, Giuseppe Gennari, ha disposto l'arresto di 35 persone: «Martino risulta relazionarsi – spiega il gip – con alcuni personaggi del mondo dello spettacolo, alcuni dei quali di fama nazionale, tra cui: Lele Mora, Costantino Vitagliano e Luca Casadei». Inoltre, «è emerso che Martino risulta essere in contatto con imprenditori che operano nel mondo dei locali notturni, tra cui l’imprenditore Vito Cardinale, comproprietario della nota discoteca 'Hollywood’».
Tornando alle relazioni tra il boss, Costantino e Casadei, anch’egli come Mora agente dello spettacolo, emerge l’interesse di Martino «a promuovere la rivista 'Macaò edita dalla società 'Alan Publishing Group'». «Pur apparentemente non figurando in alcuna carica sociale nella società 'Alan Publishing Group', Martino si impegna attivamente nelle attività della predetta, organizzando anche interviste con noti giocatori di poker, tra i quali il campione Salvatore Bonavena».

IL RUOLO DI UNA SUORA
Infine anche una suora dell’Ordine Paolino e vicedirettrice sanitaria di un ospedale romano è presente nelle carte dell’inchiesta che oggi ha portato a 35 arresti tra gli appartenenti del clan della 'Ndrangheta dei Flachi, che si era insediato a Milano.
La religiosa, infatti, secondo quanto emerge da un’intercettazione riportata nell’ordinanza del Gip di Milano Giuseppe Gennari, avrebbe avvertito il fratello, Paolo Martino presunto boss finito oggi in carcere, che qualcuno stava parlando di lui e che dunque poteva essere controllato dagli investigatori.
In una telefonata del 19 marzo 2009, il presunto boss Martino chiede alla sorella, la suora Rosa Alba Maria Martino, se può mettersi in contatto con una «tua consorella».
Il boss infatti è preoccupato perchè «mi hanno aperto la macchina» e teme quindi che qualcuno abbia piazzato delle microspie. In una telefonata del 1° aprile 2009 la suora, che come riporta il Gip è anche «vicedirettore sanitario dell’ospedale 'Regina Apostolorum' di Albano Laziale (Roma)», spiega al fratello: “Ho sentito quella persona lì (...) mi ha detto di stare attenta». Infatti, secondo la religiosa, cè «quel personaggio... che sta a cantà, sta a cantà».
Come spiega il Gip, il colloquio tra Martino e sua sorella verte su Alberto Sarra «politico di spicco dell’area reggina», che attualmente “riveste la carica di capogruppo consiliare regionale del Pdl, nonchè vice coordinatore provinciale» del partito a Reggio Calabria. Per il Gip «è evidente come la condotta di suor Rosa sia pericolosamente vicino al favoreggiamento personale», perchè la suora «si rivolge al fratello con un linguaggio e una consapevolezza della situazione che francamente colpisce in una persona che ha votato la propria vita alla Fede». Il Gip spiega inoltre che al momento non è stato «possibile identificare chi sia stata la 'personà contattata da suor Rosa». Nel suo caso però, scrive ancora il giudice, si può vedere come la «appartenenza ad un medesimo mondo, fatto di valori e regole profondamente radicate», come quello della 'Ndrangheta, «sembra tagliare trasversalmente le vite, superando il ruolo sociale». Insomma, conclude il Gip, «suor Rosa è una suora ma non cessa di essere la sorella del boss Paolo Martino».

Padova. Zaia: "Non cerco la rissa sul tricolore". Il governatore assicura la sua partecipazione al consiglio regionale convocato al Bo a Padova. PADOVA. ''Vedo che spesso viene brandito il tricolore solo per cercare la rissa. Da parte mia non ci sarà''. Così si è espresso il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, rispondendo ad una domanda sulle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell'unità nazionale. ''Andrò al Bo' a Padova il giorno 17, dove è convocato il Consiglio Regionale - ha aggiunto Zaia - ed interverrò come deve fare un presidente di Regione, non ho nessun problema''. ''Anzi - ha concluso - dico che abbiamo due bandiere, una veneta e l'altra tricolore: la bandiera del Veneto ha 1.010 anni e non è la bandiera della contrapposizione al tricolore''.

Padova. La polemica di Zanonato: «Maroni, fermi i militanti leghisti». Il sindaco scrive una lettera aperta al ministro dell'interno: "I suoi militanti sono contro i profughi e anche contro le sue disposizioni". Il caso dopo un banchetto sabato scorso in piazza. PADOVA. Sui banchetti della Lega padovana e sulla raccolta di firme contro la presunta destinazione dei profughi nordafricani nella struttura della caserma Romagnoli, mai confermata né dal prefetto Sodano né dal sindaco, proprio Zanonato indirizza una sua lettera aperta al ministro Maroni. Ecco.
Caro ministro Maroni,
A Padova i rappresentanti del suo partito, la Lega Nord, stanno raccogliendo firme contro il Prefetto e il sottoscritto sindaco, sull'eventualità che vengano accolti profughi in una caserma cittadina. Farebbe bene a spiegare ai suoi militanti che il Prefetto non fa altro che seguire le sue indicazioni. E' un suo dovere non tanto difendere il comune, so arrangiarmi, che nulla c'entra con questa storia, ma il rappresentante del suo Ministero e del governo sul territorio.
A questa autentica vergogna si prestano non solo i militanti tenuti probabilmente nella più cupa ignoranza, ma anche dei vili parlamentari leghisti, che sanno benissimo come stanno le cose e che si comportano in modo strumentale e demagogico.
Davvero non è tollerabile questo doppio gioco; non tanto per me, ma per serietà delle istituzioni e di quella che Lei rappresenta. Si capisce, anche attraverso queste messa in scena, il motivo della scarsa considerazione che il suo Governo gode in Europa. Il dramma del Nord Africa e il vento di libertà che spira dalla Tunisia, dall'Egitto, dalla Libia sono cose troppo serie, epocali, e il triste spettacolo che sta dando il suo partito è assolutamente desolante.
Faccia qualcosa per evitare che continui questa farsa! Abbia almeno il coraggio di difendere i suoi dirigenti che sono sbeffeggiati mentre fanno il loro dovere e eseguono le sue direttive.

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