mercoledì 13 aprile 2011

Federali-Mattino. 14 aprile 2011. Arriva in Valle d'Aosta l'infermiere di famiglia, tra i suoi compiti quello di promuovere la salute.-----Bologna. Dormitorio Capo di Lucca, 40 nuovi ospiti anziani e malati.----Il Belgio blinda le frontiere.

Far ridere la Merkel, e sorridere il mondo:
Conti pubblici, Tremonti: debito della Germania superiore al nostro
Le imprese italiane alla conquista della Romania

Infermieri di famiglia:
Arriva in Valle d'Aosta l'infermiere di famiglia, tra i suoi compiti quello di promuovere la salute.
Parma. Gli sbocchi all'estero fanno la differenza nei risultati delle piccole e medie imprese
Bologna. Dormitorio Capo di Lucca, 40 nuovi ospiti anziani e malati

Aspiranti emigranti:
Il Belgio blinda le frontiere.
Aoste'. Emergenza immigrati: nel pomeriggio incontro tra i soggetti interessati nell'accoglienza
Trento. Dorigatti: «In Trentino arriveranno 225 profughi»
Ferrara. Pronti a riceverne 40 da stasera
Bologna. Profughi, Piazza Grande: «Una trentina già in strada»
Bologna. Emergenza profughi: nel fine settimana 173 arrivi
Genova. Profughi, Burlando al governo: «Rivediamo i numeri»


Conti pubblici, Tremonti: debito della Germania superiore al nostro
Nessuna misura "lacrime e sangue"
Roma, 13 apr (Il Velino) - “Verso il 2014 o 2015 il deficit dovrebbe essere ‘close to balance’, ovvero vicino al pareggio. Noi non siamo più il terzo debito pubblico del mondo, siamo stati superati dalla Germania. Adesso siamo quarti”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. “Il nostro debito pubblico è salito perché è sceso il Pil. In altri paesi è cresciuto molto di più perché è sceso il Pil e hanno fatto un enorme quantità di spesa pubblica”. Ora, ha aggiunto il ministro, “dobbiamo essere convincenti e camminare sul sentiero di riduzione del debito pubblico”. Con il Patto di stabilità approvato meno di un mese fa dall'Ue, ha ricordato, "abbiamo definito che si tenga conto di altri fattori rilevanti. Su quella base noi manteniamo l'impegno a ridurre il debito, ma crediamo di avere un logico spazio di flessibilità".

 Il governo, ha aggiunto il ministro, dovrà “gestire il 2012 e il 2013 sul sentiero del pareggio di bilancio già tracciato”. Ovviamente, ha sottolineato Tremonti, anche interventi “sullo sviluppo possono e devono essere fatti”. Un processo che “può avvenire senza un impatto drammatico su persone e famiglie”. Insomma, tiene a precisare Tremonti, nessuna misura “lacrime e sangue”, negli interventi fatti dall’esecutivo, ha ricordato, “non abbiamo lasciato nessuno indietro” per garantire la spesa “per il sociale, le pensioni, la sanità”.
(red/cos) 13 apr 2011 17:33

Le imprese italiane alla conquista della Romania
Roma, 13 apr (Il Velino) - Ventimila imprese operative, tra cui grandi gruppi come Astaldi, Pirelli e Impregilo, che danno lavoro a circa 800mila persone. Il costo del lavoro più conveniente dopo Cina e India. Investimenti in numerosi settori, e in particolare quello delle infrastrutture, con l’aggiudicazione, ultima in ordine di tempo, di quattro gare d’appalto su cinque per la realizzazione di altrettanti lotti autostradali. La presenza italiana in Romania è in continua espansione e coinvolge le grandi aziende, così come le piccole e medie imprese. Qui operano gruppi bancari come Unicredit e Banca Intesa, l’Enel, la Pirelli, che ha il più grande stabilimento di pneumatici dell’est Europa, Parmalat, ci sono gradi investitori nel settore dell’agricoltura e della viticoltura. E gli ultimi progetti, dalla realizzazione della metropolitana di Bucarest alla costruzione dei lotti autostradali, sono testimonianze di un rapporto di stretta cooperazione economica tra i due Paesi. In questa dinamica, la nostra ambasciata gioca un ruolo centrale, con attività di orientamento e promozione. “Svolgiamo attività di orientamento per i singoli imprenditori che vogliano investire qui e organizziamo incontri con le autorità, oltre ad eventi ad hoc in collaborazione con l’Ice e la Camera di commercio”, spiega l’ambasciatore Mario Cospito, annunciando in particolare una missione Ance a luglio con oltre un centinaio di imprenditori e un foro, ancora da calendarizzare, interamente dedicato all’agricoltura e a cui dovrebbe partecipare anche il ministro Saverio Romano. La Romania presenta però anche problematiche, che riguardano l’eccessiva burocratizzazione, fenomeni di corruzione, anche se concentrati ad un livello basso più che decisionale. E ancora, una certa inesperienza nel reperire e fondi strutturali e soprattutto la carenza di manodopera specializzata. “Ma l’ingresso della Romania nell’Ue ha attenuato tali problemi”, osserva il diplomatico, sottolineando che gli investitori si muovono in un sistema di regole ben definito e in un contesto stabile.
(bic) 13 apr 2011 18:34

Arriva in Valle d'Aosta l'infermiere di famiglia, tra i suoi compiti quello di promuovere la salute.
Aosta - Il progetto, sperimentale, è stato approvato recentemente dalla Giunta regionale e rientra tra le azioni del piano socio-sanitario regionale. L’obiettivo generale del progetto è di mantenere la persona a domicilio, ridurre gli accessi alle strutture.
Entro l’estate arriverà in Valle d’Aosta l’infermiere di famiglia. Il progetto è stato approvato recentemente dalla Giunta regionale e rientra tra le azioni del piano socio-sanitario regionale 2011/2013.
L’iniziativa prevede l’adozione, inizialmente in una determinata zona montana, di "nuovo modello assistenziale per la presa in carico “proattiva” dei cittadini ed un nuovo approccio organizzativo che assume il bisogno di salute prima dell’insorgere della malattia, o prima che essa si manifesti o si aggravi, prevedendo ed organizzando le risposte assistenziali".

Protagonista di questo nuovo modello assistenziale è l’infermiere di famiglia.  “Questa nuova figura professionale - spiega Giuliana Vuillermin, referente del progetto – si discosta dalla figura dell’infermiere tout court in quanto opera nell’ambito della prevenzione primaria, secondaria e terziaria, rispetto ai fattori di rischio per la salute, nei confronti del cittadino e della famiglia, attraverso interventi di educazione sanitaria”.

L’infermiere di famiglia, dotato di una formazione specifica post laurea, è in grado di agire sul territorio, instaurare un rapporto diretto, non solo con il malato, ma anche con la persona sana, occupandosi delle sue necessità, e aiutandolo insieme con la sua famiglia ad evitare rischi sanitari. Gli infermieri di famiglia in particolare avranno il compito di facilitare le dimissioni precoci dagli ospedali, fornire assistenza infermieristica a domicilio; agire da tramite tra la famiglia e il medico di base, sostituendosi a quest’ultimo quando i bisogni identificati sono di carattere prevalentemente infermieristico.
L’obiettivo generale del progetto è di mantenere la persona a domicilio, ridurre gli accessi alle strutture o i ricoveri.  Spiega ancora la Vuillermin “nel caso ad esempio di una persona infartuata l’infermiere di famiglia opera andando ad analizzare quali possono essere state le cause scatenanti dell’infarto, ad esempio stili di vita non corretti e suggerisce dei correttivi”.

La sperimentazione del progetto durerà 6 mesi e nel caso di risposte positive l’infermiere di famiglia potrà essere attivato a tutti i distretti del territorio regionale.
di Silvia Savoye
13/04/2011

Parma. Gli sbocchi all'estero fanno la differenza nei risultati delle piccole e medie imprese
L’internazionalizzazione è la grande opportunità che le piccole imprese di Parma possono e devono cogliere per rilanciare l’economia del territorio. E' questo uno dei risultati emersi dal settimo Rapporto sulle Piccole Imprese di UniCredit, i cui dettagli a livello locale sono stati presentati oggi a Parma da Luca Lorenzi, Responsabile del Territorio Centro Nord UniCredit, Stefano Rossetti, Responsabile del Network Famiglie e Pmi dell’Emilia Romagna, e Fabrizio Simonini, Direttore d’Area Commerciale Famiglie e Pmi Parma di UniCredit.
 All’incontro, che si è svolto in Camera di commercio ed è stato aperto dal presidente Andrea Zanlari, hanno preso parte i rappresentanti dell’Unione Parmense Industriali, CNA, Apla - Confartigianato, Gruppo Imprese Artigiane, Unifidi, Fidindustria, Coldiretti, CIA, Unione Agricoltori, Agrifidi, Ascom, Confesercenti, Confcommercio, Coop Garanzia Commercianti.
 L’indagine approfondisce tematiche relative alle aspettative dei piccoli imprenditori del territorio e fornisce indicazioni circa le azioni da sviluppare per avere successo sui mercati internazionali, sia nell’esercizio dell’attività di impresa sia nel rapporto con banche e istituzioni.

In un contesto economico generale caratterizzato da una domanda interna che stenta a ripartire sia sul versante privato che su quello pubblico, l’export si configura come opportuna strategia per le piccole imprese di Parma. Soprattutto le esportazioni e la scoperta di nuovi mercati costituiscono al contempo una via per uscire dalla crisi e un trampolino per sviluppare nuove politiche di crescita. Secondo i risultati emersi dal Rapporto, tra le piccole imprese locali, è diffusa l’opinione che il processo di internazionalizzazione abbia risvolti positivi per il sistema microimprenditoriale locale.

In particolar modo il 37,9% degli imprenditori parmensi intervistati segnala, come conseguenza positiva dei processi di internazionalizzazione, una maggiore richiesta di personale qualificato, dimostrando così di capire che le sfida sui mercati internazionali si giocherà per lo più sul terreno di un miglioramento qualitativo dei prodotti offerti.

Numerose anche le risposte riferite a una maggiore tendenza all’aggregazione tra piccole imprese (33,6%): il dato, superiore a quello regionale, indica che le imprese locali hanno percepito l’importanza di una crescita dimensionale funzionale alla penetrazione sui mercati esteri.

Bologna. Dormitorio Capo di Lucca, 40 nuovi ospiti anziani e malati
Durante i 4 mesi di apertura, al dormitorio di via Capo di Lucca, sono state accolte 207 persone, sono stati distribuiti 3.700 pasti, sono state raccolte 400 coperte ed e’ stata data assistenza sanitaria e legale
Bologna, 13 aprile 2011 - Era stato aperto lo scorso inverno per fare fronte all’emergenza freddo, ma ora ospita 40 persone con bisogni indifferibili. Il dormitorio di Capo di Lucca e’ stato riaperto lo scorso 8 aprile (dopo una chiusura di una settimana), grazie a una mobilitazione collettiva e all’intervento del Comune, ma l’accoglienza non e’ piu’ generalizzata. “Gli ingressi sono stati decisi in base a una lista stilata tenendo conto di tutte le persone accolte anche negli altri dormitori durante l’emergenza freddo- spiega Daniela Ghinello, responsabile per Capo di Lucca dell’Antoniano- Si tratta di persone anziane, o con problemi indifferibili di salute o segnalate dai servizi sociali dei quartieri con cui hanno gia’ attivo un progetto”.


Nei giorni scorsi molti degli ospiti di Capo di Lucca e degli altri dormitori aperti durante l’inverno per l’emergenza freddo si erano accampati in piazza Maggiore per chiederne al Comune la riapertura e che non vi fosse distinzione tra residenti e non. In un primo tempo, sembrava, infatti, che a Capo di Lucca sarebbero stati disponibili solo posti per residenti a Bologna. “In realta’ non e’ cosi’- spiega Ghinello- anche se non si tratta piu’ di un’accoglienza generalizzata, la residenza non era tra i requisiti richiesti per l’accoglienza, ma si e’ tenuto conto dell’eta’ e dei bisogni di salute”.

Durante i 4 mesi di apertura, al dormitorio di via Capo di Lucca, sono state accolte 207 persone, sono stati distribuiti 3.700 pasti, sono state raccolte 400 coperte ed e’ stata data assistenza sanitaria e legale.
 L’esperienza dell’accoglienza e’ stata raccontata in un video “Capo di Lucca 37: vita in un dormitorio del Piano Freddo 2010/11” realizzato dal centro di produzione dell’Antoniano in cui si mostra il lavoro svolto all’interno del dormitorio gestito dal 29 novembre 2010 al 31 marzo 2011 da Antoniano e amici di Piazza Grande. Il video sara’ presentato domani alle 18.30 allo Spazio Verde Granarolo all’interno del Parco della Montagnola.
 Oltre al video sara’ allestita una mostra di fotografie che la fotografa Michela Zucchini ha scattato all’interno della struttura.

Il Belgio blinda le frontiere. Maroni: i permessi temporanei sono validi, questa può essere la fine di Schengen
Non bastavano Francia e Germania. Ci si mette anche il Belgio, che ha dichiarato di volere controllare «severamente» gli arrivi dall'Italia. Lo ha riferito il quotidiano Le Soir in un articolo sull'immigrazione e sul permesso temporaneo per i tunisini sbarcati a Lampedusa. Concretamente, spiega il quotidiano citando fonti del gabinetto del segretario di Stato alla politica di asilo, Melchior Wathelet, il Belgio rafforzerà i controlli all'aeroporto di Bruxelles-Zaventem. Oltre ai visti, saranno verificate le risorse della persona e i motivi del viaggio. Se la persona non offrirà garanzie, «sarà rispedita immediatamente in Italia».

Ovviamente non ha tardato la reazione da Roma. «Ventimila tunisini giunti nelle scorse settimane - ha commentato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni -possono circolare liberamente nell'area di Schengen con i permessi di soggiorno temporaneo che stiamo rilasciando. L'unico modo per bloccarli sarebbe sospendere Schengen, mi auguro che non si arrivi a questo. Quella sarebbe la fine dell'Europa».

«Anche questa dimostrazione di forza muscolare che stanno facendo Francia e Belgio - ha aggiunto Maroni - dimostra che i tunisini possono circolare nel territorio dell'Unione Europea». Ai giornalisti che gli chiedevano a che punto fosse l'iter per il rilascio dei permessi per i migranti del paese nordafricano il ministro ha risposto: «Stanno facendo le domande. A poco a poco stiamo rilasciando i permessi elettronici e i titoli di viaggio. Appena li riceveranno potranno circolare». «Ci sono delle regole precise - ha concluso - sulla libera circolazione i nostri documenti la consentono».

Anche il presidente del Consiglio ha sottolineato che «la Commissione europea ha certificato, come dimostrano le dichiarazioni di Cecilia Malmstrom, che i permessi di soggiorno temporanei funzionano». Il premier ha ricordato, durante la conferenza stampa congiunta a Palazzo Chigi sul Piano delle riforme, che vengono «valutate le identità e quando non vi è pericolosità, diamo i documenti» e gli immigrati «possono raggiungere i parenti e gli amici che dicono di avere» in altri Paesi.
13 aprile 2011

Aoste'. Emergenza immigrati: nel pomeriggio incontro tra i soggetti interessati nell'accoglienza
13/04/2011   
AOSTA. Continuano le operazioni per organizzare l'accoglienza dei profughi provenienti dalla zona del Maghreb in Valle d'Aosta. Questo pomeriggio il presidente della Regione e prefetto Augusto Rollandin ha convocato un incontro con forze di polizia, comitato permanente degli Enti locali, Caritas diocesana, Centro di servizi per il volontariato, Direzioni regionali interessate e la Cooperativa "La Sorgente" per "un primo raccordo tra tutti i soggetti interessati alla gestione dell'emergenza immigrazione, a seguito della definizione del piano nazionale per l’accoglienza dei migranti".

Trento. Dorigatti: «In Trentino arriveranno 225 profughi»
 13/04/2011 15:21
TRENTO -  Il presidente Bruno Dorigatti ha ricordato la seduta del Consiglio provinciale del tre maggio quando il Governatore Lorenzo Dellai riferirà in aula in merito a tutte le misure, tempistica e logistica legate all'accoglienza ai profughi in Trentino. "Il loro numero - ha detto Dorigatti - è confermato in 225 in tutto".

"Non si sa ancora quando arriveranno i profughi in Trentino - ha aggiunto -, ma noi siamo pronti ad accoglierli, è arrivato il momento di far capire alla gente che i flussi migratori non sono un'emergenza del momento e che dobbiamo essere pronti a gestire l'integrazione, certo con le nostre regole, ma senza discriminazioni. In questo senso la corretta informazione è importante".

E per quanto riguarda il ruolo dell'Ue in questo ambito, per Dorigatti "non possiamo usare l'Europa solo quando ci fa comodo, come fosse un bus". "Quello che mi preoccupa è invece questo arretramento delle nazioni dal progetto di costruzione di un Europa unita - ha concluso Dorigatti -. Invece l'immigrazione va gestita creando le condizioni per la crescita e lo sviluppo con la cooperazione. Dobbiamo vedere in questo non solo il vantaggio umanitario ma anche economico".

Ferrara. Pronti a riceverne 40 da stasera
Sono tunisini, eritrei e somali, liberi di muoversi. Sicurezza rafforzata
FERRARA. Nel primo pomeriggio di ieri c'era ancora un gran movimento di Tir nel piazzale ex Acosea di via Marconi, dietro i capannoni della protezione civile. Stavano scaricando i "moduli abitativi", autentiche case-container tutto compreso, destinate ai profughi nordafricani: da stasera sarà tutto pronto accoglierli. E' in arrivo la prima trance di 40 persone, ne seguiranno altre 80.

 Questi immigrati resteranno in via Marconi per qualche giorno, poi verranno redistribuiti in agriturismi, edifici privati e strutture di accoglienza dell'intera provincia che sottoscriveranno un vero e proprio contratto con la Protezione civile, per i rimborsi.

 «Il meccanismo è in moto, entro lunedì i Comuni ci indicheranno quali strutture vogliono utilizzare, dalla lista di quelle disponibili per le emergenze. Devo dire che siamo il territorio più avanti in questa operazione, verificheremo che anche tutti gli altri abbiano fatto il loro prima di accogliere anche il secondo contingente» ha puntualizzato Marcella Zappaterra, presidente della Provincia, di ritorno dal vertice bolognese.

 Dei teorici 3.000 rifugiati destinati all'Emilia Romagna, siamo per ora a 500 arrivi nelle prossime ore e altri 1.000 in una fase successiva. Circola già la tabella della quota d'immigrati da destinare ai singoli comuni, del resto basta applicare al numero degli abitanti la proporzione "1 ogni 1.000". Ne vengono fuori 135 a Ferrara, 36 a Cento fino ai 2 di Migliaro e Masi Torello: non sarà proprio così, in realtà, perchè la gestione avverrà per unioni e coordinamenti di Comuni, per evitare situazioni troppo parcellizzate e sfruttare gli edifici più adatti.

 Inutile fare previsioni su quando arriveranno i primi 40: «Potrebbe essere giovedì, venerdì o la prossima settimana (in serata quest'ultima ipotesi è balzata al primo posto, ndr), manca un piano nazionale» hanno detto Zappaterra e Chiara Sapigni, l'assessore comunale.

 Non vi sono nemmeno i soldi sul tavolo, anche se Regione e Protezione civile anticiperanno e il governo ha garantito la copertura almeno fino al 31 dicembre.

 Manca perfino la conferma che queste persone, «tunisini ma anche somali ed eritrei», ha detto Alceste Zecchi (Protezione civile), quindi candidati allo status di rifugiato, saranno già dotati del permesso di soggiorno di sei mesi, rinnovabile per altri sei.

 In caso contrario, la Questura è pronta a regolarizzarli, se rientreranno nelle categorie previste dal decreto (ingresso dall'1 gennaio al 5 aprile, no pericolosi, espulsi e denunciati per certi reati). «Vi sarà una sorveglianza» ha garantito Zappaterra, anche se queste persone sono libere di andarsene e rientrare quando vogliono, pure di lavorare.

 «Penso che nessuno sul globo terracqueo sia felice di averli in casa, saranno difficilmente controllabili - è la chiosa ispida dell'assessore Aldo Modonesi - Però arriveranno e noi abbiamo deciso di gestirli qui, in una struttura dove lavorano dipendenti comunali, a 150 metri da casa mia».

Bologna. Profughi, Piazza Grande: «Una trentina già in strada»
«Sono arrivati tra giovedì e venerdì, sono soprattutto tunisini, molti giovani e disorientati, e hanno fame»
 Gli sbarchi a Lampedusa cominciano a farsi sentire anche a Bologna. Mentre si attendono gli arrivi «ufficiali» del piano messo a punto dal governo con le Regioni, in strada si contano già fra i 20 e i 30 profughi: li ha incrociati il servizio mobile di Piazza Grande durante le distribuzioni di cibo e coperte alla stazione centrale. «Sono arrivati fra giovedì e venerdì - spiega il responsabile del servizio Alessandro Tortelli - e sono per la maggior parte tunisini: le prime cose che si notano è che sono molto disorientati e hanno fame, tanto che durante la distribuzione si verifica un vero assalto ai panini».

Chi siano esattamente e quali storie abbiano alle spalle è ancora difficile da capire. «Molti sono giovani e parlano solo frances e- continua Tortelli - ancora non siamo riusciti a farci raccontare qualcosa, non si aprono con i nostri operatori. Però chiedono aiuto per il permesso di soggiorno». Difficile prevedere se rimarranno in città oppure no. Di certo questa nuova presenza sta creando tensioni fra chi vive in strada. «La situazione è sempre delicata e fragile - spiega il responsabile- è chiaro che l’arrivo di persone disperate, a volte rancorose e soprattutto isolate dai servizi di accoglienza, causa dei problemi in più». Presumibilmente però questa presenza è destinata a crescere, motivo di più, secondo Tortelli, «per rafforzare la prima e immediata accoglienza».

Bologna. Emergenza profughi: nel fine settimana 173 arrivi
A regime 70 verranno accolti dal Comune di Bologna e 100 dai Comuni del territorio
Bologna, 13 aprile 2011 - Si è concluso oggi pomeriggio in Provincia il primo incontro del Tavolo tecnico di coordinamento provinciale per l'accoglienza dei profughi provenienti dai Paesi del Nord Africa. All'incontro erano presenti l'assessore provinciale alla Protezione civile Emanuele Burgin e i rappresentanti dei sette distretti (Comune di Bologna, Pianura est, Pianura ovest, Imolese, San Lazzaro di Savena, Casalecchio di Reno e Porretta Terme).

I primi 173 profughi sono attesi tra venerdì e sabato prossimo: a regime 70 verranno accolti dal Comune di Bologna e 100 dai Comuni del territorio. Il nucleo operativo che si è riunito oggi dovrà indicare, quanto prima, le strutture individuate, il numero e la tipologia (famiglie, singoli...) di persone che è possibile accogliere in ciascun distretto.

La distribuzione numerica sul territorio rimane proporzionale al numero di residenti nel distretto, saranno accolti i cittadini appartenenti ai paesi del Nord Africa in possesso dei requisiti per l'ottenimento del permesso di soggiorno per motivi umanitari (DPCM 5 aprile 2011).
“L'obiettivo – ha sottolineato Burgin – è quello di non creare dei lager ma di individuare strutture, anche appartamenti, in grado di accogliere al massimo 10/15 persone”.

Genova. Profughi, Burlando al governo: «Rivediamo i numeri»
 13 aprile 2011
Sampierdarena Genova - Dalla molotov nel quartiere di Genova Sampierdarena alle scritte minatorie a Quarto passando dalla tensione percepibile e a Ventimiglia. Si respira aria tesa in Liguria per l’arrivo dei migranti. Genova dovrebbe ospitarne 345. E gli ultimi episodi hanno portato il presidente della Regione Claudio Burlando a scrivere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri . «La Liguria è disponibile ad ospitare, nella prima fase del piano di accoglienza, 273 migranti come stimato nel piano di accoglienza presentato oggi dal Governo, ma in questa disponibilità vanno ricompresi i 150 posti di accoglienza già attivati a Ventimiglia presso il Centro gestito dalla Croce Rossa Italiana» ha detto Burlando a seguito del piano per l’accoglienza dei migranti presentato quest’oggi dal Governo che su una disponibilità nazionale di 10.000 presenze in una prima fase, assegna alla Liguria, come quota di accoglienza 273 migranti che devono essere accolti a partire da venerdì 15 aprile.

Nella lettera che il presidente Burlando ha inviato al Governo si sottolinea che “come da accordi registrati nella riunione del 7 aprile scorso svoltasi presso il dipartimento della Protezione civile nella disponibilità della Liguria ad ospitare 273 persone deve essere considerata la situazione di Ventimiglia dove sono presenti 150 posti”.

«Questo significa – ha ribadito l’assessore alle politiche sociali e coordinatrice del piano profughi, Rambaudi – che da venerdì 15 quando prenderà il via la prima fase del piano nazionale la Liguria sarà disponibile ad accogliere 123 persone».

Il totale degli immigrati che il piano del Governo assegna alla Liguria sulla base della popolazione ammonta a 1.367 persone, pari al 2,73% dei residenti. Una quota che dovrà essere raggiunta a step a partire da questo venerdì fino ad arrivare alla cifra globale nazionale di 50.000 immigrati. «Nella quota assegnata per questa prima fase alla Liguria – continua Rambaudi – il Governo non ha considerato la situazione di criticità di Ventimiglia per questo non siamo d’accordo con i numeri della prima fase di accoglienza che l’esecutivo ha assegnato alla nostra regione, perché riteniamo che la nostra regione sia da considerare alla stregua dei territori più critici».

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