sabato 16 aprile 2011

Federali-Mattino. 17 aprile 2011. Zaia. Clima politico irrespirabile dove al normale se pure duro dibattito spesso prende il sopravvento lo scontro personale basato sulla cattiveria che nei casi estremi può avere effetti dannosi su qualche mente malata.--- Attesi da settimane, appena arrivati hanno ringraziato, salutato e se ne sono andati. I profughi che dovevano essere ospitati nelle strutture messe a disposizione dalla Caritas appena arrivati in Questura a Marghera hanno preferito salutare e ringraziare per la disponibilità il nostro Paese e a piedi si sono diretti in stazione a Mestre per salire sul primo treno in partenza verso la Francia.

La famosa efficienza asburgica, di Trieste:
Trieste. Pullman si guasta, i turisti lo spingono. Traffico in tilt a Trieste
Trieste. L’Ue punta su Capodistria, addio al superporto
Trieste. Trenitalia, l’ad Moretti: “In Fvg c'è poco mercato e non investiamo”
Trieste. Migranti in Fvg, la Caritas frena: "Istituzioni disorganizzate"

Arrivati nella notte, se ne vanno di giorno:
La Francia apre: via libera ai tunisini con permesso
Bozen. Arrivati a Bolzano i primi 10 profughi tunisini
Belluno. I profugli tunisini preferiscono Nizza a Feltre
Treviso. Ressa all'ufficio stranieri, poliziotto feriti
Lignano. I primi 25 migranti a Lignano
Carpi, sono arrivati i dieci profughi nordafricani
Verona. Arrivati gli immigrati per il Veneto
Venezia. I profughi tunisini arrivano e se ne vanno, destinazione Francia
Bologna. Profughi, ecco i primi arrivati
Venezia. Ventenni tunisini: da Lampedusa allo spaccio a Mestre
Imperia. Permessi, migranti in coda

Chi spara non avvisa:
Venezia. Busta con proiettili per il governatore Luca Zaia


Trieste. Pullman si guasta, i turisti lo spingono. Traffico in tilt a Trieste
E’ successo nella centralissima via Canalpiccolo. Coda chilometrica e ingorghi

Trieste. L’Ue punta su Capodistria, addio al superporto
 Lettera di Tondo a Matteoli. In bilico il progetto Unicredit per Trieste-Monfalcone
 di Giovanni Tomasin
 TRIESTE Il progetto del superporto Unicredit a Monfalcone e Trieste ha le ore contate. La Direzione generale per la mobilità e i trasporti della Commissione europea avrebbe di fatto già deciso di far terminare a Capodistria il Corridoio 23, il cosiddetto asse Baltico-Adriatico, aggirando di fatto i porti del Nordest italiano. Una scelta che priverebbe l'ipotesi del superporto in Friuli Venezia Giulia del suo presupposto essenziale: un'adeguata rete di infrastrutture per il trasporto delle merci verso l'Europa centrale e settentrionale.

 La notizia era nell'aria da tempo, ma diversi segnali fanno pensare che ormai non si tratti più di una semplice voce. Proprio ieri il presidente della Regione Renzo Tondo, assieme al collega veneto Luca Zaia e al governatore dell'Emilia Romagna Vasco Errani, ha scritto al ministro dei Trasporti Altero Matteoli una lettera in cui chiede un impegno forte per scongiurare la possibilità che l'Italia si lasci "scippare" l'asse Baltico-Adriatico dall'intraprendente vicino sloveno: «L'attività finora svolta con impegno ha bisogno di uno sforzo finale e sinergico - scrivono i presidenti - dal momento che la Commissione europea sembra persuasa a istituire il corridoio Baltico-Adriatico solamente nei collegamenti fra l'Austria e la Slovenia, non includendo in tale visione l'Italia e il Nord-Est italiano».

 Da qui la richiesta a Matteoli, che Tondo ha esteso anche ai parlamentari europei, di lottare per «l'inserimento della sezione Vienna-Graz-Klagenfurt-Udine-Trieste/Venezia-Bologna-Ravenna come estensione dell'attuale progetto prioritario 23, conosciuto come asse Baltico-Adriatico». La deviazione sulla Slovenia, aggiungono i presidenti, sarebbe una «scelta poco comprensibile che estromette i nostri sistemi economico-territoriali e le nostre imprese da un asse di penetrazione trasportistica vitale per i porti di Trieste, Monfalcone, Venezia e Ravenna».

 E che la situazione a Bruxelles sia tesa pare certo, visto che perfino l'europarlamentare del Pd Debora Serracchiani ha deciso di prendere carta e penna e scrivere una lettera al presidente Silvio Berlusconi, in cui lo informa di aver fatto pervenire una nota al commissario europeo ai Trasporti, Siim Kallas. «La gravità della situazione - scrive Serracchiani -, il rischio cui sono sottoposte le opportunità di sviluppo di un'area economicamente decisiva per tutto il Paese com'è il Nordest, impone l'intervento del Governo italiano al massimo livello, mettendo sul piatto della bilancia tutto il suo peso di Paese fondatore». Secondo Serracchiani «questa è una partita che deve vederci tutti uniti, senza distinzione di casacca, in difesa dell'interesse nazionale».

 Secondo alcuni operatori del settore, l'architetto di questo "schiaffo portuale" all'Italia sarebbe il ministro dei Trasporti sloveno Patrick Vlacic. Mentre il Napa, l'associazione che riunisce i porti dell'alto Adriatico di Trieste, Ravenna, Venezia e Capodistria, accarezzava il sogno di una cooperazione "da costa a costa", pare che il ministro sloveno abbia intrapreso una efficace azione di lobbying per convincere la Commissione europea a terminare il Corridoio 23 a Capodistria. E a questo punto Unicredit, che oltreconfine ha già consolidati interessi, potrebbe definitivamente archiviare l'idea del superporto "giuliano" in favore dei più scaltri vicini sloveni.

Trieste. Trenitalia, l’ad Moretti: “In Fvg c'è poco mercato e non investiamo”
 “Le piccole stazioni sono antieconomiche. Sulla Venezia-Trieste meno profitti che in Repubblica Ceca”
 di Piercarlo Fiumanò e Nicola Comelli
TRIESTE. «Il business dei viaggiatori in treno nelle piccole stazioni di provincia è antieconomico»: ne è convinto Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato. Moretti, a Praga per inaugurare la rinnovata stazione di Praga centrale, alla presenza del presidente Napolitano, spiega così il motivo delle oltre due ore necessarie per percorrere la tratta ferroviaria fra Venezia e Trieste. L'azienda Trenitalia, in questo momento, sta investendo molto nel business internazionale del Centro Est Europa verso Germania, Cechia, Slovacchia, Polonia fino ai Balcani: «Da tre anni la nostra azienda è in utile - incalza Moretti - e dobbiamo sottostare alle leggi del mercato». Nulla di strano quindi che nell'Italia del Nordest percorrere il tratto fra Venezia e Trieste per un pendolare significhi sopportare un'attesa pari almeno a quella necessaria per arrivare da Venezia a Milano con il Frecciabianca. Moretti non si stupisce: «Anche a Trieste state sperimentando la logica di mercato. Le piccole stazioni non sono redditizie. Le città medio-piccole non riescono a creare mercato perchè non riescono ad attrarre sufficienti passeggeri».

 In altre parole, il milione e 200mila abitanti del Friuli Venezia Giulia non giustifica investimenti funzionali a un miglioramento sostanziale dei collegamenti con l'area della pianura Padana, del centro Italia e del Nord ovest. L'idea di fondo è quella di far arrivare a Mestre i passeggeri friulani e giuliani. E, poi, attraverso questo hub fare sì che possano prendere i convogli dell'alta velocità verso le maggiori città del Paese.

 Fa eccezione - l'unica al momento -, come detto, è quella del Frecciabianca, che collega Trieste e Monfalcone direttamente a Milano in circa 4 ore, senza imporre ai passeggeri di cambiare a Mestre. Anche se, chi lo prende, non può non accorgersi del fatto che il tempo impiegato da Trieste per raggiungere Mestre (1 ora e 40 minuti) è lo stesso - più o meno - che si impiega dalla stessa Mestre per arrivare sotto le grandiose volte in acciaio e vetro della Centrale di Milano (2 ore e 20 minuti). Per il resto, la soluzione è sempre la stessa: interregionale fino a Mestre e poi un Eurostar verso Roma o la stessa Milano. «Il mercato deve essere regolato e compensato - spiega Moretti -. Per contratto siamo costretti a prevedere treni nelle ore in cui ci sono soltanto tre-quattro passeggeri. Non si può sempre avere tutti i vantaggi e allo stesso tempo il ritorno economico. Il guadagno per ogni passeggero al chilometro, nel tragitto Venezia-Trieste, è addirittura inferiore a quello dell'azienda dei treni nella Repubblica Ceca».

 E quando sulle rotaie italiane sbarchera Ntv, il nuovo vettore privato di Montezemolo e Della Valle, l'attenzione di Trenitalia verosimilmente si concentrerà ancora di più sulle direttrici Venezia-Roma-Napoli e Venezia-Milano-Torino (per citare le due che fanno capolino a Nordest), dove si giocherà la partita per la conquista di quel mercato che invece in Friuli Venezia Giulia non ci sarebbe. Moretti, infine, mette in evidenzia come «nelle gare fatte in Veneto e Emilia Romagna Trenitalia ha sempre vinto. Le regioni possono indire gare per migliorare la qualità del trasporto ma se non lo fanno significa che non trovano nessun privato in grado di sostenere un simile rapporto qualità-prezzo».

Trieste. Migranti in Fvg, la Caritas frena: "Istituzioni disorganizzate"
 Il direttore: “Le istituzioni non hanno preparato il campo”. I primi 25 migranti diretti in pullman da Caserta a Lignano
 TRIESTE La Caritas del Friuli Venezia Giulia dice no. Un no secco e irritato alla Regione, non ai venticinque tunisini sbarcati a Lampedusa che stanno raggiungendo il Friuli Venezia Giulia con un pullman partito da Caserta. Il gruppo, si è saputo in serata, dovrebbe essere preso in carico dal centro Getur di Lignano. La Caritas, invece, ha preferito tenersi fuori: «Non siamo disponibili ad accoglierli perché manca un progetto specifico», accusa don Roberto Pasetti, direttore a Trieste e portavoce dei colleghi responsabili nelle tre province. Le Caritas sono enti diocesani e dunque il loro no è, di fatto, un no della Chiesa. Un rifiuto che pesa e che assume i connotati di un giudizio su come la Regione sta gestendo il piano imposto da Palazzo Chigi.

 Il sacerdote ha partecipato al tavolo che la Prefettura ha convocato per risolvere l'emergenza. All'incontro c'era il vice-presidente della giunta Luca Ciriani, il Commissario di governo Alessandro Giacchetti, la presidente dell'Upi Fvg Maria Teresa Bassa Poropat e alcune onlus. Serviva trovare subito un tetto per i venticinque immigrati in arrivo e a cui è stato concesso il permesso di soggiorno temporaneo. Ma le Cartitas e le onlus non hanno dato la loro disponibilità. Il perché di questa decisione lo spiega ancora don Roberto Pasetti: «La situazione non è di emergenza, è da più di un mese e mezzo che parliamo con la Prefettura, però non si è costruito né un progetto né una convenzione. Il nostro modo di intervenire - ha aggiunto - non è quello di offrire un luogo come fosse un albergo, ma piuttosto di costruire un percorso di accoglienza e di integrazione. Abbiamo colto le istituzioni impreparate, forse non avevano ben presente come intervenire. Abbiamo l'impressione che la Regione aspetti che questi tunisini se ne vadano all'estero, ma allora per questo non serve la Caritas, basta un albergo».

 La presidente Poropat propone la convocazione immediata di un tavolo tecnico: «Ciriani ha detto che potrebbe arrivare un massimo di duecento immigrati, quindi è necessario programmare l'accoglienza e non cercare solo dei luoghi dove mangiare e da dormire come vorrebbe il vice-presidente della Regione. La Caritas ha ragione, così non si lavora, serve un vero progetto di integrazione, altrimenti poi dove vanno queste persone?». Sui siti selezionati dalla Prefettura, ieri, per tutta la giornata è calato il buio. Forse alberghi. Forse altro, si diceva. Il Palazzo del governo, in un comunicato diffuso nel pomeriggio, si limitava a parlare di «un'apposita accoglienza, sulla base delle disponibilità comunicate dagli interpellati del terzo settore. I luoghi saranno scelti secondo l'idoneità all'immediata fruibilità».

 Il caso si sblocca in serata. Il centro Getur di Lignano Sabbiadoro è stato allertato ed è pronto ad accogliere i primi venticinque immigrati tunisini che da Lampedusa arriveranno in Friuli Venezia Giulia. Lo ha riferito il direttore della struttura, Enrico Cottognoli. «Abbiamo ricevuto un pre-allarme - ha spiegato - e abbiamo allestito tutta la struttura, le cucine e preparato gli spazi. Al momento - ha aggiunto - non è arrivato nessuno».

La Francia apre: via libera ai tunisini con permesso
 16 aprile 2011
Ventimiglia - Dopo un lungo braccio di ferro, la Francia cede sulla questione immigrati. Hanno infatti passato i controlli della polizia francese, alla stazione di Mentone, i tunisini che questa mattina hanno ritirato i permessi di soggiorno temporaneo al commissariato di Ventimiglia. La gendarmerie è salita sul treno, ha controllato i documenti e ha fatto proseguire i migranti verso Nizza. I tunisini, una ventina in tutto, sono stati controllati due volte dalla polizia francese, a Garavan e a Mentone. Ma subito dopo il ministero degli interni francese ha precisato: «Non è cambiato niente nelle disposizioni per i migranti alla frontiera con l’Italia. Le regole contenute nella circolare del ministro Gueant sono immutate»

 E intanto sono una ventina gli immigrati nord-africani che per primi, questa mattina, si sono presentati al commissariato di polizia di Ventimiglia per ottenere il permesso temporaneo di soggiorno. Per avere il sospirato documento, che dovrebbe consentire loro di oltrepassare il confine con la Francia senza temere di essere respinti, ci vorranno però ancora alcuni giorni.

 Per evitare eccessive code e disordini, il commissariato ha stabilito, d’accordo con la Croce Rossa che gestisce il centro di accoglienza, che i migranti si presentino negli uffici a gruppi di dieci. Una volta compilati i moduli ed effettuate le fotografie, è stata consegnata loro una ricevuta, che dovranno poi presentare al momento del ritiro del permesso. Per dare assistenza legale ai migranti, la Cgil ha organizzato un punto informativo presso la stazione di Ventimiglia. Intanto i controlli francesi alla frontiera di Ponte San Ludovico, nonostante la linea dura del governo d’Oltralpe, sembrano essere diminuiti. Questa mattina gli stranieri respinti sono stati sei; la media, nei giorni scorsi, era di 15-20 respingimenti al giorno

Bozen. Arrivati a Bolzano i primi 10 profughi tunisini
E' arrivato la scorsa notte, intorno alle 3 presso la Caserma Gorio ai Piani di Bolzano, il primo gruppo di profughi tunisini assegnato alla Provincia di Bolzano. E' composto di dieci persone
BOLZANO. E' arrivato la scorsa notte, intorno alle 3 presso la Caserma Gorio ai Piani di Bolzano, il primo gruppo di profughi tunisini assegnato alla Provincia di Bolzano. E' composto di dieci persone, tutti maschi tra i 18 ed i 36 anni e tutti in buone condizioni di salute. Partiti nella serata di venerdì in pullman dal centro di raccolta di Santa Maria Capua Vetere, sono stati accolti nella struttura predisposta dalla Protezione civile della Provincia di Bolzano e gestita con la collaborazione dell'associazione Volontarius. Ai dieci profughi tunisini - i primi del contingente di 21 assegnato all'Alto Adige - è stato rilasciato un permesso di soggiorno per
motivi umanitari che consente loro di circolare liberamente e anche di esercitare un'attività lavorativa. 16 aprile 2011

Belluno. I profugli tunisini preferiscono Nizza a Feltre
 I profughi tunisini ringraziano ma vanno altrove. A Feltre non ne sta arrivando neppure uno. Quello che sta accadendo in tutta Italia si è ripetuto anche per il Bellunese. Arrivati a Verona da dove dovevano poi essere smistati nella regione, e anche a Feltre, i tunisini hanno detto «no grazie» e sono partiti alla volta del confine con la Francia, sperando di poterlo passare. A Feltre era tutto pronto per accoglierli, i volontari avevano lavorato per preparare l'accoglienza ma i tunisini, tutti con il permesso di soggiorno temporaneo, arrivati a
Verona in pullman hanno chiesto dove era la stazione e sono saliti sui treni con direzione Nizza. 16 aprile 2011

Treviso. Ressa all'ufficio stranieri, poliziotto feriti
Un poliziotto è rimasto leggermente ferito all'interno dell'ufficio stranieri della Questura di Treviso nel trambusto che ha accompagnato il sovraffollamento dei locali per un errore nelle prenotazioni determinato da un disguido tecnico.
Secondo quanto si è appreso, infatti, il sistema informatico avrebbe convocato per la stessa data di oggi anche gli immigrati in attesta di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno previsti per lunedì.  Anzichè 400 persone circa, in pratica, nelle stanze se ne sono accumulati 700, fra cui anziani e bambini.
Il tentativo di spiegare e rassicurare i presenti da parte del personale non è stato sufficiente a rasserenare gli animi e le spinte seguite alle proteste hanno cagionato il lieve incidente.
Il servizio è stato sospeso e tutti gli stranieri sono stati invitati a presentarsi in date successive. 16 aprile 2011

Lignano. I primi 25 migranti a Lignano
di Beniamino Pagliaro
I primi venticinque saranno alloggiati nella struttura della Gestioni Turistiche assistenziali. E lo Ial mette a disposizione le proprie sedi per i minorenni. Nei prossimi giorni, potrebbero arrivare altri stranieri: saranno ospitati a Magnano in Riviera e Aviano
 UDINE I primi 25 immigrati saranno alloggiati a Lignano Sabbiadoro, nella struttura della Ge.Tur - Gestioni Turistiche assistenziali -. L'arrivo è previsto per stamattina, quando dal pullman partito ieri dalla Puglia scenderanno i tunisini muniti di «regolare permesso di soggiorno umanitario». Nei prossimi giorni, potrebbero arrivarne altri: tutti minori non accompagnati e inseribili in un processo di formazione. Per questi ultimi ha dato disponibilità lo Ial nelle sedi di Magnano in Riviera e Aviano. Sono queste la prime destinazioni scelte in Friuli Venezia Giulia dal Prefetto e Commissario di governo, Alessandro Giacchetti, che ieri ha riunito a Trieste l'assessore regionale Luca Ciriani, la Protezione civile, la presidente dell'Upi regionale, Maria Teresa Bassa Poropat, il direttore dell'Istituto regionale per l'addestramento al lavoro, esponenti del privato e sociale attivi nel settore e la Caritas, quest'ultima, particolarmente critica (come riferiamo nell'articolo pubblicato a fianco) nei confronti del piano di intervento. «In questo fine settimana - ha spiegato la Prefettura - saranno 25 gli immigrati trasferiti dalla Puglia al Friuli Venezia Giulia. I siti sono stati individuati secondo l'idoneità all'immediata fruibilità».

 La scelta della Ge.Tur era già stata ipotizzata circa un mese fa, quando la prefettura di Udine aveva chiesto una disponibilità di massima ai vertici della struttura che avevano dato parere favorevole: tra le finalità della Ge.Tur, infatti, c'è anche l'accoglienza a persone in stato di svantaggio, quella che si compie attraverso il cosiddetto "turismo sociale", come accadde nel 1989, quando fu concessa ospitalità a un gruppo di albanesi. Da settimane, però, più nessuna comunicazione aveva raggiunto la cooperativa. Almeno fino a ieri. Quando sono stati il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, e il direttore regionale della Protezione civile, Guglielmo Berlasso, a comunicare al consiglio di amministrazione l'arrivo dei primi venticinque profughi tunisini.

 La Ge.Tur gestisce due villaggi turistici, quello di Lignano e quello di Piani di Luzza, ma la scelta è caduta sulla cittadina balneare anche perché la "casa" di Forni Avoltri non è ancora aperta: la stagione è stata chiusa in marzo e ripartirà a maggio. I 25 profughi saranno ospitati in camere da 2 a 6 persone, in base anche alle esigenze familiari, e le stanze individuate sono quelle del personale Ge.Tur, momentaneamente trasferito in spazi di solito riservati agli ospiti. Dichiarazioni ufficiali ieri non sono arrivate, ma trapelano le richieste che sarebbero giunte dalla cooperativa.

 Come il periodo di accoglienza, che secondo i desiderata della Ge.Tur dovrebbe essere breve, cioè non più di un mese, vista anche l'imminente apertura della stagione turistica. Un richiesta che la Prefettura avrebbe accolto, senza però specificare i giorni di permanenza dei profughi. L'altra istanza riguarda la sorveglianza, che non sarà a carico della Gestioni Turistiche assistenziali, bensì di prefettura e questura. E che, secondo alcune indicazioni, sarà discreta. Da quanto è dato sapere i venticinque profughi in arrivo stamani "sognano" di raggiungere la Francia. Nessuno parla, l'unico che si fa "sfuggire" qualcosa è il direttore del villaggio di Lignano, Enrico Cottognoli. «Abbiamo ricevuto un pre-allarme per 25 persone e allestito la struttura, allertato le cucine e preparato gli spazi».

Carpi, sono arrivati i dieci profughi nordafricani
Questa mattina è arrivato l'atteso gruppo dei tunisini. Sono alloggiati alla ex scuola di Cortile, trasformata in un centro di prima accoglienza
CARPI. Sono arrivati questa mattina i dieci profughi nordafricani attesi a Carpi. Si tratta per ora dell'unico contingente previsto per la nostra provincia, a fronte di una più ampia disponibilità. I dieci, arrivati in Italia a Lampedusa e smistati al centro di Santa Maria Capua Vetere, sono stati accompagnati e alloggiati nella vecchia scuola di Cortile, ora in disuso, diventata per l'occasione un centro di prima accoglienza. Saranno seguiti dalla cooperativa sociale Il Mantello. 16 aprile 2011

Verona. Arrivati gli immigrati per il Veneto
I pullman hanno accompagnato 106 adulti alla base militare di Caluri a Villafranca. Hanno il permesso di soggiorno temporaneo e saranno ospitati in tutta la regione
VERONA - Sono arrivati in pullman alla base militare di Caluri, a Villafranca (Verona), i 106 immigrati, tutti muniti di permesso di soggiorno temporaneo, destinati al Veneto. Di questi. 34 troveranno ospitalità nel Veronese, mentre gli altri in alcune delle altre province venete. «Si tratta - ha detto il prefetto di Verona Perla Stancari - di adulti in possesso del permesso di soggiorno umanitario e quindi con piena facoltà di libera circolazione». (Ansa)

Venezia. I profughi tunisini arrivano e se ne vanno, destinazione Francia
I profughi che dovevano essere ospitati nelle strutture messe a disposizione dalla Caritas appena arrivati in Questura a Marghera hanno preferito salutare e dirigersi verso la stazione: direzione Oltralpe
MESTRE. Attesi da settimane, appena arrivati hanno ringraziato, salutato e se ne sono andati. I profughi che dovevano essere ospitati nelle strutture messe a disposizione dalla Caritas appena arrivati in Questura a Marghera hanno preferito salutare e ringraziare per la disponibilità il nostro Paese e a piedi si sono diretti in stazione a Mestre per salire sul primo treno in partenza verso la Francia.

Sorridenti e felici del loro permesso di soggiorno temporaneo che gli consente di muoversi in lungo e in largo per l'Europa, hanno deciso che il Veneziano non sarà la loro terra di adozione e hanno continuato il viaggio verso il sud della Francia, dove tra Nizza e Marsiglia la gran parte di loro ha parenti e amici.

Dei 24 che dovevano essere ospitati in porto a Marghera e a Bibione solo uno ha preferito prendere fiato e riposare qualche giorno a Mestre prima di riprendere il viaggio. Sono arrivati verso le 14 con pullmini provenienti da Napoli. Tutti erano sbarcati alcune settimane fa a Lampedusa.

Zaia: "E' accaduto quello che immaginavo". ''Nel Veneto sono arrivati 106 immigrati, tutti tunisini e tutti col permesso di soggiorno temporaneo: si è verificato quello che immaginavamo, sono scesi dal pullman, hanno chiesto dov'è la stazione e si sono avviati verso Nizza''. Lo dice il governatore del Veneto Luca Zaia. ''Dei 106 - precisa Zaia - la quasi totalità è partita, ad eccezione di qualcuno che ha chiesto, questa notte, di ristorarsi''. Parlando della distinzione tra profughi ed immigrati, Zaia sottolinea che ''non ci deve essere alcuna 16 aprile 2011
discrezionalità nell'applicazione della legge''

Bologna. Profughi, ecco i primi arrivati
Per loro panini e scarpe
Partiti in un centinaio in pullman dai centri di accoglienza di Manduria e Santa Maria Capua a Vetere, sono arrivati alle 8 a Bologna
Sono arrivati a Bologna questa mattina alle 8, in un centinaio, i primi profughi destinati all'Emilia-Romagna secondo il piano che la Regione ha concordato con il governo.
Gli stranieri, partiti dai centri di accoglienza di Santa Maria Capua a Vetere e di Manduria, sono arrivati in pullman davanti alla sede della Protezione civile di via Agucchi. Appena scesi dai mezzi, ad ognuno di loro è stata data una busta con panino al formaggio e galantina di pollo. Organizzata anche una distribuzione di scarpe, visto che molti erano scalzi. Ad accoglierli c'erano anche la presidente della Provincia, Beatrice Draghetti, il direttore della Protezione civile regionale Demetrio Egidi e l'assessore provinciale Emanuele Burgin.

Verso le 9 i profughi sono ripartiti verso le varie destinazioni nelle province dell'Emilia-Romagna: 17 resteranno a Bologna, accolti nella struttura di via Sabbatucci, a Villa Pallavicini e alla parrocchia Dozza. Per prima cosa, però, sono stati accompagnati al Maggiore per un controllo.

Per alcuni di loro il viaggio non finisce qui: vorrebbero andare in Francia. Ma diversi pensano di restare in Italia. Si cercheranno un lavoro, dicono: tra di loro ci sono, per esempio, elettricisti, cuochi, operatori del turismo.
Sarah Buono

Venezia. Ventenni tunisini: da Lampedusa allo spaccio a Mestre
Arrestati mentre spacciavano nell'area verde di via Galluppi a Mestre: uno aveva ancora le infradito
MESTRE. Li hanno sorpresi in flagranza di reato mentre cedevano una dose a una tossicodipendente. Uno aveva i soldi e il bilancino di precisione, l'altro la droga. Sono due giovani tunisini appena ventenne che sono stati arrestati dagli agenti del Commissariato di Mestre nell'area verde di via Galluppi.

I due erano arrivati a Lampedusa all'inizio di marzo. Addosso gli sono stati trovati i tesserini sia dell'isola siciliana sia del campo di Bari, dove sono stati per un periodo. Poi sono scappati e arrivati a Mestre. Uno aveva ancora ai piedi le ciabatte infradito con cui era arrivato. 16 aprile 2011

Imperia. Permessi, migranti in coda
Rezzoaglio, arrivati i primi
 16 aprile 2011
Imperia - Una fila ordinata si è formata questa mattina davanti al commissariato di Ventimiglia per il ritiri dei permessi di soggiorno che dovrebbero permettere poi di raggiungere l’agognata Francia: è iniziata verso le 9.30, nella città di confine, la distribuzione dei documenti tanto attesi tra i migranti, che da settimane ormai affollano la cittadina ligure.
I primi dieci migranti sono entrati negli uffici di via Aprosio poco prima delle 10, con gli altri che attendono ordinati il loro turno all’esterno: «Appena ho il permesso parto per la Francia», «Era ora», «Finalmente» sono i commenti degli stranieri.

Al centro di accoglienza hanno trascorso la notte circa 150 migranti, mentre altri 60 sono stati costretti a dormire in stazione.

Liguria, primi arrivi nel Levante
Intanto, sono arrivati a Rezzoaglio, nella val D’Aveto, i 33 migranti tunisini partiti nella notte dal centro di accoglienza di Castelvolturno, in Campania: scortato da un contingente di carabinieri, il pullman con a bordo i migranti ha superato il casello autostradale di Sestri Levante poco prima delle 10.30, per dirigersi verso l’albergo Americano, dove gli stranieri - tutti uomini - soggiorneranno per alcune settimane.

Sono state messe a loro disposizione camere singole, doppie e triple: la struttura, che può ospitare circa 35 persone, sarà dunque occupata esclusivamente dai tunisini.

Venezia. Busta con proiettili per il governatore Luca Zaia
All'interno solo due proiettili calibro 22 LR e un ritaglio di un giornale con la foto del governatore leghista
VENEZIA. Una lettera contenente due proiettili e un ritaglio di giornale con una foto del presidente della Giunta regionale del Veneto, Luca Zaia, è stata inviata alla redazione di un giornale locale. La missiva risulta spedita da Bologna. Dell'accaduto è stata avvertita la Digos di Venezia, che sta compiendo accertamenti.

 Nella busta non c'era alcuno scritto ma solo due proiettili calibro 22 LR e un ritaglio di un giornale con la foto del governatore leghista del Veneto. Sulla busta l'indirizzo scritto con una penna blu e due francobolli che risulterebbero annullati dal Centro Meccanografico Postale di Bologna mercoledì scorso.

Zaia: "Male non fare, paura non avere". ''Si può pensare che a qualcuno possa dar fastidio il mio modo di amministrare, ma vado dritto per la mia strada''; il governatore del Veneto Luca Zaia, commenta così le minacce di morte ricevute. ''I miei genitori mi hanno insegnato che 'male non fare paura non avere', ma queste cose ti lasciano sgomento: ti chiedi, sul piano umano, cosa puoi aver fatto che possa aver portato qualcuno a mettere due proiettili in una busta. Non trascurerei, poi, il clima politico irrespirabile dove al normale se pure duro dibattito spesso prende il sopravvento lo scontro personale basato sulla cattiveria che nei casi estremi può avere effetti dannosi su qualche mente malata''. Il governatore ha espresso quindi un ringraziamento ''alle molte persone che stamane mi hanno manifestato solidarietà con telefonate e messaggi''.

 E' la seconda volta all'indirizzo di Zaia viene inviata una lettera contenente proiettili; la prima, quando era ministro per le politiche agricole.

La Digos: alzato il livello di attenzione. La Digos veneziana ha avviato subito le indagini e cercherà di comprendere da dove la missiva possa essere stata inviata. Gli investigatori hanno messo sotto la lente la lettera con l'obiettivo, tra l'altro, di accertare se siano state eventualmente lasciate delle impronte. La Questura lagunare ha informato la scorta che tutela il governatore per alzare eventualmente il livello di guardia.

Errani (Emilia-Romagna): "Solidarietà a Zaia". Il presidente dell'Emilia-Romagna, Vasco Errani (Pd), ha inviato un messaggio di solidarietà e vicinanza al presidente del Veneto, Luca Zaia, cui è stata indirizzata una lettera contenente due proiettili. "Personalmente e a nome della Regione - ha scritto Errani - ti invio un segno di solidarietà e vicinanza, nella convinzione che questo gesto intimidatorio non potrà turbare in alcun modo il tuo lavoro e la forza della convivenza civile in cui tutti noi siamo chiamati a operare''.

Martini: "La sua azione non si fermerà".  ''Non si fermerà l'azione riformatrice del governatore Zaia che sta riportando la centralità del cittadino'': così si è espressa il sottosegretario alla Salute Francesca Martini per l'arrivo di una lettera contenente due proiettili e un ritaglio di giornale con la foto del presidente della Giunta regionale. Martini ha anche espresso la sua solidarietà a Zaia condannando l'atto. 16 aprile 2011

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