sabato 16 aprile 2011

Mezzogiorno-Sera. 16 aprile 2011.

Bari. Piano emergenza, arrivano 79 migranti

Rifiuti Napoli, allarme delle agenzie di viaggio per Pasqua

Sanità, nessun taglio per la Basilicata

“Un partito nuovo che costruisca una nuova classe dirigente”

È dura per Lombardo fare un quinto governo regionale in Sicilia

Potenza. Usura bancaria: giudizio per sei direttori di Mps


Bari. Piano emergenza, arrivano 79 migranti
La Puglia risponde con l'accoglienza
Lo smistamento dal Polifunzionale della polizia di Bari
Trasferimenti da Gravina e Molfetta a Torchiarolo
BARI - I primi 79 migranti destinati alla Puglia, in base al Piano di emergenza sull’immigrazione varato dal governo, stanno arrivando al Centro polifunzionale della polizia, al quartiere San Paolo di Bari. Per loro sono state già individuate strutture di accoglienza. Lo riferisce l’assessore regionale alla Protezione civile, Fabiano Amati, aggiungendo che gli immigrati saranno subito affidati a responsabili del Dipartimento regionale di Protezione civile e accompagnati nelle strutture.

I LUOGHI - In particolare, 14 immigrati saranno accolti a Gravina in Puglia (quattro nella struttura privata Cooperativa accoglienza «San Sebastiano», cinque nella struttura privata alberghetto «Zia Rosa», cinque nella privata «Villa del Sol»), altri 14 a Molfetta (alla Casa di accoglienza «Don Tonino Bello», gestita dalla diocesi), 25 ad Andria (cinque al convento dei Padri Agostiniani, 20 alla Casa di accoglienza «Santa Maria Goretti», gestita dalla diocesi), 10 a Minervino Murge (tre alla Casa «Sant’Andrea», gestita dalla diocesi, sette al «Centro Emmaus» della parrocchia San Michele Arcangelo), 10 a Fasano (nella Casa di accoglienza «Madre Teresa», gestita dalla parrocchia Sant’Antonio Abate) e sei a Torchiarolo (nella struttura pubblica «Masseria Santa Barbara»).

L'ASSESSORE - «È la prova che il modello Puglia - dichiara nella nota Amati - non è retorica ma fatti. Non appena ci è stato comunicato l’arrivo in Puglia di 79 immigrati abbiamo provveduto ad individuare le strutture che già da stasera provvederanno all’accoglienza, scelte all’interno del piano regionale d’emergenza, predisposto nei giorni scorsi senza fare ricorso ai piani comunali di Protezione civile».

Rifiuti Napoli, allarme delle agenzie di viaggio per Pasqua
Napoli, 15 apr (Il Velino/Il Velino Campania) - Hanno fotografato per ore le piccole montagne di spazzatura sparse per le vie del centro antico di Napoli. Così alcuni turisti hanno rapito l’attenzione dei passanti nella zona del Museo Nazionale, un gruppetto misto di inglesi e coreani sono rimasti incuriositi dai sacchetti sparsi sulla strada, tanto da fotografarli come un monumento da ricordare. “È tutto da vedere qui a Napoli”, hanno cercato di spiegare alla loro maniera i coreani e gli inglesi al VELINO. “Noi sapevamo da tempo del problema della spazzatura di Napoli, ma questa città ha pure il problema della delinquenza da sempre, ma la sua bellezza supera le difficoltà: per noi è irresistibile e per questo motivo abbiamo deciso di trascorrere le vacanze pasquali proprio qui”. Poco distanti da loro, una coppia di venezuelani ha giurato di non ritornare nella città più bella del mondo considerata “troppo sporca, con troppi ladri e poca polizia in giro”. Aumentano così le preoccupazioni di chi lavora nel settore dei Beni culturali partenopei, dagli enti di categoria ai siti storici quali la cappella di san Severo, il Tetro San Carlo, il Palazzo Reale. “Dal 2008 ad oggi si sono persi 22 milioni di euro”, è l’allarme lanciato nei giorni scorsi proprio da Federalberghi.

 Secondo un'analisi pubblicata sul sito Tripadivisor, il 60 per cento dei turisti rifiuta di passare le vacanze a Napoli per la preoccupazione di effetti negativi sulla salute, adducendo come probabili cause i rifiuti non smaltiti. Dati che bocciano Napoli sul fronte turistico, nonostante la Campania abbia aperto le sue porte alla settimana della cultura in cui i siti archeologici e i musei statali possono essere visitati gratis. “Anche con questa iniziativa della cultura, il calo di visitatori stranieri è un dato certo”, dice dal Teatro San Carlo Umberto Liberti responsabile delle visite guidate. “Ogni giorno sono a contatto con i turisti e noto pure che i pochi visitatori che vengono si lamentano di tante cose, quali la mancanza di civiltà e le strade sporche”. Dal canto loro, le agenzie di viaggi del centro storico lasciano già intendere che si sono registrate pochissime prenotazioni per i giorni di Pasqua.
(rep/mp) 15 apr 2011 18:50

Sanità, nessun taglio per la Basilicata
La Regione Basilicata potrà contare su 1.024 milioni di euro per il 2011. Quindi nessun taglio di risorse rispetto allo scorso anno. La decisione è stata presa a Roma nel corso della conferenza Stato-Regioni
15/04/2011  La Basilicata otterrà dal fondo sanitario nazionale 1.024 milioni di euro per il 2011, ovvero quanto ricevuto per il 2010 «nonostante un calo di 1.800 residenti e le inevitabili ripercussioni legate al principio della suddivisione procapite»: lo ha annunciato, in una nota dell'ufficio stampa della giunta regionale, l'assessore alla salute, Attilio Martorano. Il riparto del Fondo nazionale è stato l'argomento alla base della riunione della Conferenza delle Regioni: in un primo momento era stato previsto un taglio di 13 milioni alla quota lucana: «Abbiamo ottenuto un grande risultato - ha detto Martorano - che non riteniamo essere un risultato di parte perchè siamo convinti che il solo criterio della ripartizione procapite non sia sufficiente ad assicurare ugualmente il diritto alla salute su tutto il territorio nazionale». L'accordo firmato dalle Regioni «è soggetta alla richiesta di un'ulteriore dotazione del Fondo nazionale di 70 milioni di euro e all'effettiva disponibilità di tutte le risorse indicate nella programmazione per l'anno corrente».

“Un partito nuovo che costruisca una nuova classe dirigente”
 di Antonella Folgheretti 15 aprile 2011 -
 La società civile scioglie le riserve sul documento programmatico stilato durante l’ultima riunione di maggioranza del Movimento per l’Autonomia. Ovvero, le linee programmatiche per la creazione di un “nuovo soggetto di rappresentanza politica dei Meridionali nel Paese”.

Grande attenzione verso un soggetto politico che sia dei meridionali e che, soprattutto, viva le alleanze finalizzate agli interessi della Sicilia è stato manifestato dal professore di Economia Politica all’Università di Catania Maurizio Caserta, che ha sottolineato come “La naturale evoluzione” rappresenta un fatto di rilevante discontinuità col precedente sistema.

 E sul manifesto della costituente Mpa: “Sì, è un bellissimo manifesto. E penso, soprattutto, che sia un bell’invito. Devo dirlo, mi ritrovo in tutte le sue affermazioni. Ed è l’opportunità per costruire una nuova ‘passione’ politica che influisca positivamente sul territorio. Lo è soprattutto per i giovani, ai quali sono rivolti gli ultimi due passaggi in particolare, ovvero quando si sottolinea la possibilità di costruire una società aperta. Sono infatti profondamente convinto che occorrono oggi più coraggio e più apertura”.

Con riferimento alle vicende che hanno attratto l’attenzione del pubblico in questi giorni dice a Blogsicilia che è “necessario tenere distinte la vicenda giudiziaria da quella politica. E’ possibile che in futuro esse debbano incontrarsi. Adesso la vicenda giudiziaria deve proseguire con tutte le garanzie previste dall’ordinamento e la vicenda politica pure”.
 Maurizio Caserta sottolinea quindi: “Per ciò che concerne la vicenda politica, io credo che la Sicilia sia davanti ad una svolta cruciale. Sono possibili due percorsi: il regresso totale o il progresso. Finora la Sicilia ha ‘galleggiato’, mantenendo pressoché intatta la distanza con le altre regioni. Un percorso politico e culturale è partito: questo governo regionale ha impresso cambiamenti interessanti su: sanità, energia, rifiuti, ma soprattutto ha avviato un rapporto nuovo col governo nazionale. Quest’ultima è la vera novità”.

Una premessa che induce Caserta ad una conclusione cauta ma fondamentalmente ottimista.
“Dati questi fatti – afferma infatti -, oggi più che mai occorre verificare se ci sono quelle condizioni perchè il percorso già avviato si consolidi. I protagonisti di questo percorso devono prendersi le proprie responsabilità. Il Partito Democratico in particolare non ha alcuna ragione per modificare adesso le sue posizioni. Forse non vuole rischiare. Ma il momento invece esige una assunzione di responsabilità, coerenza e rafforzamento delle iniziative di governo, che occorre garantire. Con riferimento al movimento politico de La Naturale evoluzione – aggiunge -, è importante che quello che nasce faccia una cosa fondamentale: ovvero, porti avanti la battaglia affinchè la politica si ridimensioni. Negli ultimi quaranta anni la società politica ha assorbito risorse in eccesso, distraendole da fini produttivi che avrebbero consentito all’Isola di progredire. Quindi, è ora necessario un forte ridimensionamento delle risorse destinate alla politica rispetto al passato”.

Maurizio Caserta, però, è scettico sul federalismo alla Bossi. “Il federalismo fa riferimento alla responsabilità della spesa – spiega -, alla capacità degli enti locali di riconoscere le reali esigenze del territorio. Si tratta di capire se questo principio di efficienza è coerente con un disegno di sviluppo dell’ intera Italia. Non è possibile in tempi brevi modificare una realtà come quella siciliana. E’ evidente. Il passaggio deve essere dunque fatto con grande cautela perchè altrimenti si mette in crisi il nucleo di dignità e di civiltà che il paese si è impegnato a garantire a tutti a prescindere dalla loro collocazione geografica”.

È dura per Lombardo fare un quinto governo regionale in Sicilia
 di Cesare Maffi  
Crescono le difficoltà per Raffaele Lombardo. Continua a restare incerta l'adesione di qualcuno dei soli quattro deputati rimastigli, sugli otto eletti tre anni fa: i sussurri di Montecitorio dànno, a giorni alterni, il passaggio di uno o due parlamentari nel centro-destra, via “responsabili” o in altro modo, per esempio tramite Forza Sud di Gianfranco Micciché. Più grave, però, perché potrebbe intaccare il suo vero, grande punto di forza, cioè la presidenza della Regione siciliana, è la minaccia proveniente dal Pd di togliergli l'appoggio.

La maggioranza milazziana che regge ora l'isola si sfalderebbe, qualora i deputati regionali democratici passassero all'opposizione. Gli ultimi annunci derivano da una vicenda giudiziaria che da mesi insegue il presidente Lombardo. I precedenti relativi al caso Cuffaro rendono arduo, per il Pd, far finta di niente, nel caso di rinvio a giudizio dell'esponente del Mpa. Avendo sostenuto a suo tempo l'esigenza di una legalità esasperata, i democratici, per coerenza, dovrebbero ora mettersi lancia in resta contro Lombardo, ove fosse rinviato a giudizio. Il presidente regionale, con indubbia fondatezza, si difende parlando di «presunzione di colpevolezza» emessa nei propri riguardi. Tuttavia, il fatto è che almeno alcune delle correnti del Pd regionale ostili all'appoggio a Lombardo vengono ora fuori alla grande, trovando sponda in settori nazionali.

Una nota congiunta, un po' imbarazzata, emessa dal segretario nazionale Pier Luigi Bersani e dal segretario regionale Giuseppe Lupo, ha annunciato la convocazione, «a breve, degli organismi dirigenti siciliani con la partecipazione della segreteria nazionale». Sarà una lotta non da poco, di cui già si sono sentiti gli annunci, per esempio, in un'intervista di Beppe Fioroni al Giornale di Sicilia. Con i popolari del Pd stanno personaggi di primo piano della politica siciliana, come l'ex sindaco di Messina, Francantonio Genevese. La richiesta è di un referendum tra gl'iscritti democratici per valutare l'appoggio esterno finora concesso a Lombardo. In tale direzione va altresì un consolidato avversario della presenza democratica nella maggioranza, quale Enzo Bianco, che è un altro ex sindaco, di Catania.

Nel Pd siciliano si contrappongono posizioni inconciliabili, che spaziano dalla totale opposizione a Lombardo fino alle pressioni per un ingresso formale e a pieno titolo nella giunta regionale (ove per ora siedono assessori “tecnici” o di area). Ci vorrà tempo, ma le premesse per un ritiro dei voti democratici all'Assemblea regionale ci sono. Si vedrà allora se Lombardo riuscirà, confermando ancora una volta un'indiscussa abilità di conservazione del potere, a inventarsi un suo quinto governo regionale, con una maggioranza per la quinta volta diversa.

Potenza. Usura bancaria: giudizio per sei direttori di Mps
Pm: «Tassi fuori legge»
di FABIO AMENDOLARA
POTENZA - Il tasso era del 22 per cento all’anno, ma con gli interessi arrivava al 47 per cento. «Tassi usurai», li definisce il sostituto procuratore Annafranca Ventricelli che, ieri mattina, ha chiesto al gup Rosa Larocca il rinvio a giudizio di sei direttori della banca Monte dei Paschi di Siena in servizio a Potenza. Ignazio D’Addario, Carlo Desiderio, Dino Landi, Luciano Apicella, Antonio Mazzucca e Giancarlo Russo, andranno alla sbarra il 6 luglio davanti ai giudici del Tribunale di Potenza.

L’accusa: «In qualità di titolari e direttori e per i periodi di riferimento (tra il 1999 e il 2006 ndr), in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, richiedevano a Michele Satriani, rappresentante della Socitel, tassi usurari».

LA PARTE OFFESA - Satriani, imprenditore, difeso dall’avvocato Luigi Pisati, si è costituito parte civile. Aveva un conto corrente «ordinario» alla Monte dei Paschi di Siena su cui gli era stata concessa un’apertura di credito, il cosiddetto fido, per l’importo di 20mila euro. Ma anche tre conti corrente per anticipo fatture, «i cui effetti economici - secondo il pm Ventricelli - confluivano sul conto corrente ordinario».

L’ACCUSA -Secondo gli investigatori «gli imputati concedevano erogazioni e agevolazioni sul conto corrente ordinario per le quali Satriani era indotto e costretto a corrispondere all’istituto di credito interessi usurari pari al 22,07 per cento annuale, quindi superiore al tasso riconosciuto dal ministero del Tesoro fissato nel periodo di interesse nella misura del 14,73 per cento, saggio che giungeva alla misura finale del 47, 73 per cento in considerazione degli interessi generati dai tre conti anticipi per sconto fatture, confluiti nel conto corrente ordinario, e a quella del 42,52 per cento al netto delle commissioni di massimo scoperto».

LE INDAGINI - Il sistema usuraio che la Procura ritiene di aver accertato sarebbe aggravato «dall’aver commesso il fatto - si legge nella richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pm Ventricelli - nell’esercizio di un’attività bancaria». Non solo. Avrebbero approfittato dello stato di bisogno del debitore, titolare dell’esercizio di un’attività imprenditoriale, che per evitare il fallimento della propria attività, fino a quando ha potuto, ha cercato di coprire i debiti. Dopo otto anni è crollato. E ha deciso di denu nciare.
12 Aprile 2011

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