martedì 10 maggio 2011

Federali Sera-10 maggio 2011. Sud Tirolo. L'Alto Adige è considerata una regione modello nella tutela delle minoranze. Magnago aveva l'obiettivo dell'autonomia, Durnwalder quello di usare al meglio le nuove competenze e le tante risorse. Il caso politico nato attorno al bassorilievo del duce rischia di essere un groviglio nel quale potremmo finire per perderci. Merano. Bilancio: ci sono 6 milioni in più. Sei milioni da investire, una lista dei desideri lunga almeno cinque volte tanto. Cosa scegliere e cosa rinviare? Questo il duro compito che nelle prossime due settimane attende sindaco, assessori e partiti che compongono la coalizione di giunta.

Bozen. Duce e dintorni: i compromessi al ribasso dei due italiani
Bozen. Osce a Bolzano, il 20 maggio summit su tutela minoranze
Bozen. Svp e temi etnici: «Voltare pagina»
Merano. Bilancio: ci sono 6 milioni in più
Merano. MeranArena, conti in pareggio grazie al Comune
Bozen. Duce e dintorni: i compromessi al ribasso dei due italiani
di Sergio Baraldi
 Il caso politico nato attorno al bassorilievo del duce rischia di essere un groviglio nel quale potremmo finire per perderci. Nella vicenda s’intersecano diversi piani, dalla ricerca di una soluzione per il bassorilievo ai rapporti tra Provincia e Comune; il rischio è di spingere gli italiani a discutere se oscurare o meno il duce, invece di affrontare la questione fondamentale. Qual è questa questione? La democrazia che vogliamo in Alto Adige. Come sempre i cittadini hanno colto subito il tema essenziale. Interpellati dal nostro giornale, hanno risposto: la questione identitaria serve più ai politici che ai nostri problemi reali, che sono diversi dalla sistemazione dei monumenti fascisti.

 Nel caso del bassorilievo in piazza Tribunale non è in discussione il duce, la vera posta in gioco è il tipo di democrazia che ci governa. Il duce si può rinchiudere anche in un museo, ma questa decisione deve essere presa “con” gli italiani, non “senza” o persino “contro” di loro. La regola dovrebbe valere per tutta la partita identitaria, che qui in Alto Adige ha il valore di questione costituzionale, vale a dire di principi che disegnano la cornice sociale della convivenza e che vanno decisi con il concorso di tutti.

 Quindi, su questi temi o c’è una co-decisione in un gioco a somma positiva, nel quale tutti vincono, o l’equilibrio s’infrange. Da tempo, invece, Durnwalder sembra voler decidere da solo, senza tenere nel dovuto conto la parte italiana, come se non esistessero regole, come se potesse dipendere tutto dai suoi umori o dai suoi timori. Il caso del duce è esemplare: è stata la Provincia con il Comune a volere il concorso al quale hanno partecipato italiani e tedeschi. Ora un colpo di spugna lo ha annullato. Un concorso inutile? L’idea aveva i suoi punti deboli, perché le soluzioni possono non essere state le migliori possibili, ma aveva un pregio: far partecipare alla scelta cittadini di ogni gruppo linguistico. Chi l’ha revocato senza spiegazioni convincenti? Durnwalder. E gli assessori, che si erano sprecati nel giudicare le soluzioni, hanno alzato la mano disciplinati.
Purtroppo, anche Tommasini e Bizzo.  In un’intervista al nostro giornale, l’on. Brugger ha spiegato: la Svp deve tornare a dare ampio spazio ai temi “tradizionali”, cioè nel loro vero nome, etnopopulisti. Posso comprendere le preoccupazioni elettorali di Brugger e di Durnwalder: la Svp sente il morso della concorrenza da parte della destra radicale tedesca o di quella sociale come gli Schutzen, è disorientata, sempre più spesso si fa dettare l’agenda dall’esterno. Lo spaesamento della Svp ha spinto Durnwalder a reagire nell’unico modo che conosce: far sentire il suo comando per semplificare una situazione che si fa complessa, e che non riesce a padroneggiare. Durnwalder è diventato così l’elemento destabilizzatore del sistema invece che stabilizzatore. Le sue decisioni invece di essere espressione di forza, sono apparse come una difesa scattata per debolezza, per vulnerabilità.

 Si è rivelato il fondo d’insicurezza dell’uomo sul suo destino personale e soprattutto sulla sua eredità politica. Il prof. Fazzi torna oggi sull’argomento con un’analisi lucida sulle difficoltà del mondo tedesco. Qui vorrei sottolineare che di fronte alla paura di scendere sotto la traumatica soglia del 50% alle elezioni del 2013, la Svp corre ai ripari sotto la frusta dell’istinto, che la spinge a cavalcare l’etnopopulismo, i temi identitari, le vecchie furbizie per guadagnare spazi a Roma come a Bolzano. La crisi della Svp è raccontata dal suo vuoto progettuale, dall’economia alla sanità, e dalla difficoltà a scrivere i capitoli di un progetto per l’Alto Adige nell’Europa di domani e nel mondo globalizzato di oggi. La Svp diventa sempre meno la soluzione, sempre più il problema. Proprio la storia del duce è il racconto di questa inversione delle parti. Va detto che Durnwalder, con la sua rinuncia a essere un presidente imparziale non solo riporta l’o rologio indietro al passato, ma delegittima la sua azione governativa oltre che la sua figura. Durnwalder non è più il definitore primario della situazione, non riesce a dare forma al dibattito pubblico cioè a darle una prospettiva, non può offrire una sintesi che fornisca ambiti di condivisione e comprensione. In poche parole, Durnwalder paga la sua parzialità con l’impossibilità di dare una rappresentazione della realtà che sia ampiamente accettata. 8 maggio 2011

Bozen. Osce a Bolzano, il 20 maggio summit su tutela minoranze
L'Alto Adige è considerata una regione modello nella tutela delle minoranze. A ribadire questo ruolo c'è la decisione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), che ha scelto Bolzano per organizzare un seminario internazionale
BOLZANO. L'Alto Adige è considerata una regione modello nella tutela delle minoranze. A ribadire questo ruolo c'è la decisione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), che ha scelto Bolzano per organizzare un seminario internazionale. L'appuntamento, in programma il 20 maggio, è stato presentato oggi pomeriggio, 9 maggio, dal presidente Luis Durnwalder e dal presidente della delegazione italiana dell'Osce Riccardo Migliori. L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) è stata creata agli inizi degli anni'70 come foro multilaterale di dialogo, per ricercare una stretta cooperazione tra l'Est e l'Ovest e favorire la sicurezza del continente.

Nel 2008 l'Osce, di cui fanno attualmente parte 320 parlamentari di 56 Paesi, dal Canada alla Russia, ha elaborato i "19 punti di Bolzano", sorta di manifesto sulle minoranze nazionali. "Grazie all'accordo De Gasperi-Gruber - ha sottolineato il presidente Durnwalder - e alla lungimirante applicazione da parte di Italia e Austria, l'Alto Adige è diventato uno degli esempi di come può funzionare un'autonomia in grado di garantire la pacifica convivenza e la tutela delle minoranze". "Purtroppo - ha aggiunto l'onorevole Migliori - quello della tutela delle minoranze è un tema ancora molto'caldo' in diversi paesi dell'area Osce, e i fatti avvenuti lo scorso anno in Kirghizistan, dove sono stati uccisi 400 uzbeki, dimostrano quanto pericoloso sia non governare in maniera intelligente questo problema. L'Alto Adige è spesso preso a livello internazionale come esempio concreto di soluzione positiva delle questioni relative alle minoranze".9 maggio 2011

Bozen. Svp e temi etnici: «Voltare pagina»
Steger: il mondo è cambiato, sono battaglie vecchie. L'ala sociale: torniamo a fare politica
di Mirco Marchiodi
  BOLZANO. Lezioni dal Pd non le accettano: «In giunta provinciale ci sono anche loro e finora non hanno mai alzato la mano per dire di no». Ma nella sostanza la critica arrivata dal segretario Antonio Frena trova d'accordo diversi esponenti Svp: «Basta rincorrere la destra sui temi etnici».  Christof Gufler, capo dell'ala sociale. Oskar Peterlini, senatore eletto grazie all'alleanza col centrosinistra italiano. Dieter Steger, Obmann cittadino del partito. Tre visioni diverse della politica, tre voci non sempre concordi all'interno dell'Svp: su una cosa però sono d'accordo. «I temi etnici - ribadiscono tutti e tre - appartengono al passato; la giunta provinciale deve finalmente occuparsi anche di altro».  LA REPLICA A FRENA. Sabato l'assemblea programmatica del Pd ha fatto notizia soprattutto per l'attacco del segretario Antonio Frena all'Svp: «La Volkspartei rincorre la destra sui temi etnici e la giunta provinciale è bloccata da mesi», l'accusa lanciata dal Pd. La risposta Svp non si fa attendere. Così Steger: «Vero che si parla ormai da troppo tempo di questioni etniche, ma in giunta provinciale siede anche il Pd. I temi diversi di cui parlano, loro li hanno mai messi all'ordine del giorno?». E Peterlini: «Io lo dico da tempo che l'Svp si sta spostando a destra. Però il Partito Democratico, se vuole davvero dare una svolta, deve anche sapersi contrapporre, non subire ogni volta le delibere imposte dal presidente». E Gufler: «Chiaro che ci sono temi più importanti di quelli etnici. In particolare ci aspetteremmo qualcosa di concreto sull'edilizia sociale, che è competenza dell'assessore Tommasini e non dell'Svp».  LA SOSTANZA. Fatta questa premessa, nella sostanza la critica viene condivisa. «Le questioni etniche - spiega Gufler - devono essere finalmente risolte. Però è troppo tempo che ci stiamo discutendo attorno. Ho l'impressione che manchino delle visioni e che si cerchi di colmare questo vuoto puntando sui temi identitari. Magnago aveva l'obiettivo dell'autonomia, Durnwalder quello di usare al meglio le nuove competenze e le tante risorse. In questi anni abbiamo lavorato benissimo, ma questi cicli si sono conclusi. Adesso c'è bisogno di un nuovo obiettivo a lungo termine. Durnwalder lo ha detto nella sua dichiarazione programmatica del 2008: passare dall'hardware al software. Giustissimo, ma dalle parole si passi ai fatti». E Steger: «Su una cosa Frena ha ragione. Non è con le discussioni attorno al Duce, ai toponimi, ai cartelli o ai festeggiamenti per l'unità d'Italia che portiamo avanti l'Alto Adige. C'è bisogno di una fase nuova, i temi di cui discutere sono quelli della scuola. Non dobbiamo rimanere ancora sulla difensiva, ma aprirci al nuovo, anche se questo significa ritoccare lo statuto di autonomia. Dobbiamo farlo assieme, tedeschi e italiani. Sono convinto che tra 20 anni i temi etnici apparteranno al passato. Ma lo sapete che allora a Bolzano vivranno più cittadini stranieri che tedeschi? Basta rincorrere le destre, perché sui temi dell'estremismo saranno comunque sempre avanti. Dobbiamo fare il contrario, riposizionarci al centro. Spero che il mio partito lo capisca, a partire dalla richiesta sulla doppia cittadinanza: non serve a niente, siamo in Europa, i confini esistono solo nelle nostre teste». Chiude Peterlini: «La gente è molto più avanti di quanto non pensino i partiti. Anche noi come Svp non siamo finora stati capaci di imprimere una svolta, per via della pressione che arriva dai partiti di destra».   DIALOGO. Si discute di temi etnici per via del vuoto di idee, dice Gufler. Ma anche per una questione di opportunismo, aggiunge Steger: «A seconda del momento, a parole prima ci definiamo grandi amici poi ci prendiamo a bastonate. Ma se vogliamo davvero collaborare, allora c'è bisogno di convinzione. Forse è anche una questione genrazionale: chi ha vissuto il vero conflitto etnico in prima persona vede le cose in maniera diversa da chi, come me, è cresciuto in un contesto molto più tranquillo». Anche Gufler apre al dialogo: «Abbiamo chiuso una fase importante dell'autonomia, dal 1972 sono passati ormai 40 anni. È arrivato il momento di fare un passo in più, tutti assieme: tedeschi, italiani e ladini. Anche discutendo di temi difficili come quello del disagio degli italiani, un argomento che dobbiamo finalmente affrontare per non permettere più a certi partiti di cavalcarlo». 

Merano. Bilancio: ci sono 6 milioni in più
Januth punta a completare le grandi opere: museo, lido, Combi e scuole
di Giuseppe Rossi
  MERANO. Sei milioni da investire, una lista dei desideri lunga almeno cinque volte tanto. Cosa scegliere e cosa rinviare? Questo il duro compito che nelle prossime due settimane attende sindaco, assessori e partiti che compongono la coalizione di giunta. Sopra tutti, con i cordoni della borsa da governare, per la prima volta ci sarà l'assessore al bilancio Nerio Zaccaria.  Entro la metà del mese di giugno la maggioranza dovrà portare in aula l'approvazione del bilancio consuntivo del 2010 e di conseguenza destinare l'avanzo di amministrazione che ne risulta. Già in dicembre la giunta aveva ipotizzato di poter contare su 3,2 milioni, ma ora quell'importo è cresciuto fino a 5,6 milioni. Il risultato è che con l'assestamento nella cassaforte di via Portici restano ancora 2,4 milioni da destinare.  Ma questa non è l'unica buona notizia in arrivo per la ragioneria comunale e per quelle forze politiche che spingono per realizzare opere pubbliche, ognuno nella propria ottica. A fine maggio si sapranno anche le cifre del bilancio di Ae e anche in questo caso i due Comuni, Bolzano e Merano, si aspettano di incassare l'utile prodotto sottoforma di dividendo. A dicembre, quando il consiglio comunale aveva approvato il bilancio di previsione 2011, sindaco e assessori avevano inserito tra le voci d'entrata tre milioni e mezzo di dividendo presunto. Ora pare che l'utile che Ae devolverà ai propri due soci sarà pressochè identico a quello dell'anno precedente, ovvero sette milioni per il Comune di Bolzano e altrettanti per quello di Merano. A questo punto la maggioranza avrà da giocarsi in investimenti altri tre milioni e mezzo di variazione al bilancio. Anche se si trattano di due operazioni di tecnica contabile separate, pare che l'indirizzo politico sia quello di mettere sul piatto tutti assieme i sei milioni in arrivo e di trattare la loro destinazione. Se le priorità rimarranno quelle che il sindaco Günther Januth aveva annunciato nel suo discorso di accompagnamento al bilancio, i sei milioni serviranno a completare i cosidetti cantieri aperti, ovvero il museo di piazza Duomo, edifici scolastici, campo sportivo Combi e Lido comunale. Ma le richieste che arrivano dalle varie lobby che circondano i partiti sono anche altre, a partire ad esempio dalla proposta di rifacimento di Corso Libertà superiore o di piazza Teatro, per non parlare della circonvallazione, del futuro del cantiere comunale e degli svincoli per il parcheggio in caverna. A premere però c'è anche la periferia con le scuole di Sinigo, l'area ex canile di rione Santa Maria Assunta, la zona artigianale di Maia Bassa che chiede parcheggi, l'ippodromo. 

Merano. MeranArena, conti in pareggio grazie al Comune
Il contributo pubblico è di 1,26 milioni per assicurare tariffe sociali
MERANO. Per il quarto anno consecutivo Meranarena, grazie al contributo di 1,26 milioni garantito dal Comune, riesce a chiudere il bilancio d'esercizio in pareggio. Nei giorni scorsi la giunta comunale ha esaminato il documento contabile redatto dalla società guidata da Stefano Crespi e ha dato incarico a sindaco di approvarlo in sede di assemblea ordinaria. Meranarena per il 2010 presenta un utile di 1.665 euro, praticamente un pareggio. Il bilancio quadra a 2,4 milioni di euro e metà dei costi sopportati vengono integrati con il contributo comunale che consente di mantenere le tariffe di ingresso a palaghiaccio, piscina coperta, lido e tennis a livelli sociali. Le due voci di spesa maggiori anche lo scorso anno sono state quelle dell'energia e del personale. Nel primo caso 240 mila euro sono stati spesi per la bolletta del gas, altri 281 mila per l'energia elettrica e 121 mila euro per l'acqua, bene prezioso per la creazione del ghiaccio da luglio a maggio inoltrato sulle due piste, interna ed esterna. I costi del personale messi a bilancio raggiungono quota 600 mila euro mentre per quanto riguarda i servizi appaltati all'esterno c'è da registrare un calo dei costi. In particolare il servizio di assistebnza bagnanti al lido durante l'estate è stato ridotto a causa del maltempo da 142 a 113 mila euro.  Rispetto al passato con la firma del nuovo contratto di servizi il contributo garantito da Comune rimarrà anche per il 2011 fissato a 1,26 milioni di euro, ma verrà versato in sole due rate, una d'acconto pari al 70% del totale già in primavera, una seconda a saldo in autunno. In questo modo Meranarena sarà svincolato dai problemi di liquidità che avevano caratterizzato le gestioni passate. A spingere per questa soluzione è stato in particolare l'assessore Andrea Casolari, che proprio negli ultimi tre anni aveva vissuto dall'altra parte della barricata il problema liquidità, essendo stato presidente di Meranarena. «Con questa soluzione - ha detto Casolari - potremo evitare problemi di liquidità e ritardi nei pagamenti dei fornitori ma anche di pagare interessi passivi sulle inevitabili esposizioni sui fidi». (rog)

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