mercoledì 22 giugno 2011

Catricalà: Liberalizzazioni ferme, ripresa debole


Dalla redazione ROMA Ironia della sorte, o semplicemente del calendario. Qualche ora prima che il presidente del Consiglio esponesse ai senatori l'azione di governo in termini di politica economica e ricordasse quanto fatto dall'esecutivo in questi tre anni di crisi, il numero uno dell'Antitrust Antonio Catricalà metteva a nudo lo stato concorrenziale dell'economia. «Senza concorrenza è a rischio la vitalità, già compromessa, del sistema economico»: poche parole per rimarcare la mancanza di liberalizzazioni. Nel settore assicurativo, dei carburanti, dei trasporti, dei servizi postali, bancari e di quelli pubblici. Nervi scoperti dell'economia italiana. Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, ha garantito: «Nelle prossime settimane arriveranno i provvedimenti a favore della concorrenza». Sarebbero quindi allo studio del Governo, ma con la manovra alle porte e una riforma fiscale da mettere in piedi prima dell'estate, il condizionale è d'obbligo.
ASSICURAZIONI Due fattori sensibili (per il portafogli): sono le assicurazioni e la benzina. Dalla relazione Antitrust si evincono due fenomeni distorsivi. Sono enormi le differenziazioni tra le aree geografiche del Paese, ha detto Catricalà, con gli assicurati del Sud costretti a corrispondere premi nettamente superiori, fino al 20%, rispetto al resto d'Italia. Aumenti dei premi che nel 2010 sono risultati anche del 25% per assicurare un'auto e oltre il 35% per un motociclo. «È vero che in Italia è aumentato il costo medio dei risarcimenti - ha detto Catricalà - ma il quadro che risulta è un mercato in cui le compagnie riversano sui consumatori le maggiori spese derivanti dall'inefficienza». In sintesi: «Il meccanismo dell'indennizzo diretto non ha funzionato, serve una riforma di sistema che rilanci la competizione tra le imprese». CARBURANTI E che dire dei carburanti? L'Italia non è un Paese a misura di automobilista: i prezzi sono allineati, ma il sistema distributivo è poco efficiente e caratterizzato da un eccesso di impianti (con erogazioni ridotte), forti vincoli alla redditività dovuti al divieto di vendere altri prodotti, scarsa diffusione di pompe bianche, normativa di competenza regionale che accresce i costi per aprire nuove stazioni di servizio. Quattro punti che fanno la differenza rispetto agli altri Paesi. BANCHE Dopo che l'Antitrust ha acquisito la competenza in materia di concorrenza bancaria, sotto la lente dell'Autorità sono passate grandi e piccole operazioni. Oggi l'Antitrust sta indagando su istituti bancari «sospettati di subordinare nei fatti la concessione dei mutui alla sottoscrizione di polizze vita costose». È l'ennesima stortura. Emanuela Zoncu


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