sabato 11 giugno 2011

Federali.Mattino_11.6.11. La nuova Costituzione dell’Islanda, la piccola isola dei ghiacci travolta dalla Grande Crisi, sta nascendo grazie a internet e ai social network. Il lavoro della commissione costituzionale viene infatti condiviso quasi in tempo reale attraverso Facebook, YouTube e altri Social Network così che ogni articolo della bozza possa ricevere input e correzioni dal popolo della rete. Che in un Paese di 320 mila persone dove due terzi degli abitanti possiede un profilo su Facebook equivale più o meno al popolo tutto.----L'Austria è rispettosa degli accordi presi e la strada giusta è quella intrapresa, quella dell'autonomia, ha detto Fischer sottolineando che l'Alto Adige gode sempre di grande simpatia in Austria.----Genova. Noi - ha aggiunto l’assessore - seguiamo circa 28mila persone, tra cui anziani, 7mila minori, il mondo della disabilità e poi questa fascia molto marginale di povertà che è fatta di persone senza dimora ma non solo.

Forza Oltrepadani:
Il presidente austriaco: autonomia strada giusta per l'Alto Adige
Islanda, la nuova Costituzione nasce da Internet

Mezzogiorno:
Sicilia. 2009: fatturato in calo dell’8,6%. Un anno orribile per l’Isola
Bisceglie. «Pescarono nelle acque della Croazia» Confiscata la barca e multa di 21mila euro
Puglia. Trivelle in Adriatico. Regione parte civile

Padania:
Padova, padania. Alluvione, Zaia rassicura tutti: "Contributi al 75%"
Genova. L’assessore Papi: «I nuovi poveri  non si possono aiutare»


Il presidente austriaco: autonomia strada giusta per l'Alto Adige
"La via giusta è quella dell'autonomia, che potrà essere ulteriormente sviluppata". Lo ha detto il presidente austriaco Heinz Fischer, interpellato dai cronisti sulle recenti richieste di autodeterminazione per i sudtirolesi, al termine di un incontro, a Bressanone, con il presidente della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder sullo stato dell'autonomia altoatesina e sui rapporti tra Bolzano e Vienna. «L'Austria è rispettosa degli accordi presi e la strada giusta è quella intrapresa, quella dell'autonomia», ha detto Fischer sottolineando che "l'Alto Adige gode sempre di grande simpatia in Austria". La situazione ottimale dei rapporti tra Bolzano e Vienna è stata confermata da Durnwalder: "Sono rapporti ottimi", ha detto il presidente della Provincia, sottolineando il costante scambio di informazioni che è in atto. In merito alle richieste di una doppia cittadinanza (Italia-Austria) per i sudtirolesi, il presidente austriaco ha osservato:: "La questione è al momento al vaglio dei responsabili in Austria ed al momento non è il caso di dare risposte precipitose". Guardando invece alle relazioni tra Roma e Vienna, il presidente Fischer le ha definite "ottime". «Lo conferma - ha rilevato - il consolidato rapporto tra me ed il presidente Giorgio Napolitano». 10 giugno 2011

Islanda, la nuova Costituzione nasce da Internet
 10 giugno 2011 di Mattia Bernardo Bagnoli (Ansa)
La pagina del sito ufficiale del Governo Londra - La nuova Costituzione dell’Islanda, la piccola isola dei ghiacci travolta dalla Grande Crisi, sta nascendo grazie a internet e ai social network. Il lavoro della commissione costituzionale viene infatti condiviso quasi in tempo reale attraverso Facebook, YouTube e altri Social Network così che ogni articolo della bozza possa ricevere input e correzioni dal popolo della rete. Che in un Paese di 320 mila persone dove due terzi degli abitanti possiede un profilo su Facebook equivale più o meno al popolo tutto.

«Credo che questa sia la prima volta che una Costituzione viene stilata praticamente attraverso internet», ha spiegato al Guardian Thorvaldur Gylfason, membro della commissione costituzionale. «L’opinione pubblica può così assistere alla nascita del nuovo documento. È un procedimento molto diverso rispetto ai vecchi tempi, quando i padri costituenti preferivano rinchiudersi in un luogo fuori mano, privo d’influssi esterni».

La riforma si è imposta in seguito alla Grande Crisi, che sotto i suoi colpi ha spazzato via l’infrastruttura finanziaria della nazione - spingendola di fatto alla bancarotta - e, di conseguenza, l’intero governo. L’Islanda ha deciso quindi di tracciare una riga e ricominciare dall’inizio. L’attuale Costituzione, d’altra parte, risale al 1944, l’anno dell’indipendenza dalla Danimarca. In pratica è la Carta danese rivista e corretta alla bisogna - il termine «re» è sostituito con «presidente» e così via.

Per rinascere, dopo il disastro, serviva insomma una bella inversione a U. L’operazione `crowdsourcing´ - ovvero condividere un progetto con più persone attraverso Internet - fa seguito al forum dello scorso anno dove 950 cittadini sono stati selezionati a caso per partecipare a una giornata di dibattito sulla futura Costituzione.

Se la commissione la spunta, la nuova carta, pronta entro luglio, verrà sottoposta a referendum confermativo senza correzioni da parte del Parlamento, l’Althing. Sarà insomma, genuinamente, un documento scritto dai cittadini per i cittadini. Un lusso, certo, permesso in parte dai piccoli numeri.

L’idea che sta alla base è comunque rivoluzionaria: coinvolgere fin dall’inizio il pubblico e non solo alla fine, attraverso il referendum. Il risultato, secondo Gylfason, ha superato le aspettative. «Vi è molto entusiasmo per quello che stiamo cercando di fare», ha dichiarato. «La gente ha aggiunto parecchio al nostro dibattito: i commenti sono stati d’aiuto e hanno avuto un effetto positivo». Gylfason ha infine spiegato che la nuova costituzione introdurrà nuovi controlli e responsabilità per il Parlamento nonchè misure di separazione dei poteri per evitare una nuova Grande Crisi. In più saranno profondamente rivisti i criteri d’elezione dei deputati e di nomina dei giudici. Un documento radicale, insomma. Come piace alla rete.

Sicilia. 2009: fatturato in calo dell’8,6%. Un anno orribile per l’Isola
Analisi della Banca d’Italia sui bilanci di un campione di 4.400 imprese in Sicilia. A salvarsi solo le aziende ad alta tecnologia. Debiti incidono sempre più
PALERMO - Ricavi a picco, redditività in calo, vendite al collasso, debiti in aumento. Somiglia a un bollettino di guerra l’indagine che la Banca d’Italia ha effettuato su un campione di 4.400 imprese in Sicilia, prelevando informazioni dalla centrale dei bilanci. I dati indicati negli esercizi finanziari chiusi dalle aziende nel pieno della crisi economica danno la misura del “big bang”. A “salvarsi” sono soltanto le imprese ad alta tecnologia.

 Nel complesso, il fatturato è diminuito dell’8,6%. Hanno sofferto di più le imprese metallurgiche con un calo dei ricavi del 23,4%, seguite dalle aziende meccaniche che hanno registrato una riduzione del 18,4%, da quelle tessili (-18,2%) e le ditte impegnate nella lavorazione di minerali non metalliferi (-16,2%).
 Dal 2007 al 2009, il 64,8% delle imprese ha fatto i conti con la contrazione del fatturato (era il 42,6%), in particolare è raddoppiato il numero di aziende ha subito una flessione dei volumi di vendita maggiore del 25% (12,9% nel 2007, 25,3% nel 2009).

 Il calo si è abbattuto sulla redditività aziendale: quella aziendale (rapporto tra Mol e attivo), è scesa di 2,9 punti (4,6%) mentre il rendimento del capitale proprio (Roe) è diminuito del 3,1% (dal 4,9% del 2008 al 10,2% del 2007).
 Il rapporto tra i debiti finanziari e la somma dei debiti stessi e del patrimonio netto (leverage) è calato dell’1,8% rispetto all’anno precedente, attestandosi a quota 52,2%. L’incidenza dei debiti in rapporto al volume di attività è cresciuto sia rispetto al valore aggiunto (dal 190,6% del 2008 al 210,7% del 2009), sia rispetto ai ricavi (dal 37,5% al 40,8%).

 Pur tra luci e ombre, gli imprenditori mostrano un cauto ottimismo per i prossimi mesi. Secondo un campione di 2.809 aziende con almeno 20 addetti, interpellato da Bankitalia tra marzo e aprile di quest’anno, il quadro congiunturale appare in parziale ripresa; in particolare il fatturato delle imprese è aumentato del 2,2% in termini nominali (-3,4% l’anno precedente), mentre il valore degli investimenti è sceso del 2,4% dopo due anni di forti contrazioni (-6,1% nel 2009, -8,5% nel 2008). Il 61% delle imprese ha chiuso l’esercizio in utile, mentre gli addetti sono diminuiti del -1,1%.

Bisceglie. «Pescarono nelle acque della Croazia» Confiscata la barca e multa di 21mila euro
L'equipagio del biscegliese «Mavelik»bloccato nei balcani
Per la legge non può tornare se non si paga sanzione
BISCEGLIE - Resta in Croazia, con i suoi cinque membri di equipaggio, il «Maverik», peschereccio biscegliese di proprietà di Mauro Mastrapasqua, che ne è anche l’armatore, trattenuto dal 7 giugno scorso dalle autorità di quel Paese con l’accusa di aver superato il limite delle acque internazionali e aver pescato in quelle croate.

IL PROCESSO - Oggi è stato celebrato il processo e il peschereccio è stato confiscato. «Il tribunale croato - ha spiegato il comandante dell’ufficio circondariale marittimo di Bisceglie, Pasquale Brescia - non ci ha ancora inviato il suo decreto, ma sappiamo che il ’Maverik’ dovrà pagare una sanzione pecuniaria di 21.000 euro e che il peschereccio è stato confiscato». Per la legge croata, inoltre, l’equipaggio va trattenuto fino a quando la sanzione non viene pagata, ipotesi difficile da concretizzare se i marinai restano in Croazia. Per questo motivo si sta cercando un accordo attraverso il consolato italiano. L’avvocato difensore dell’equipaggio del ’Maverik’ ha presentato ricorso e ci sarà il processo d’appello, mentre una indagine parallela sull’accaduto verrà svolta dall’ufficio circondariale marittimo di Bisceglie che depositerà gli atti al Tribunale di Trani. A fini dell’indagine sarebbe essenziale poter utilizzare la strumentazione di bordo del ’Maverik’ per capire cosa sia accaduto la mattina del 7 giugno scorso: se cioè, come dice la polizia croata, il peschereccio abbia realmente oltrepassato di un miglio il limite massimo di 12 miglia dalla costa croata per pescare, o se, come sostengono i marittimi biscegliesi, il peschereccio si trovasse invece a 13 miglia da quella costa.

Puglia. Trivelle in Adriatico. Regione parte civile
BARI – La Regione Puglia si costituirà in giudizio dinanzi al Tar territorialmente competente contro il decreto dei ministri dell’ambiente e dei beni culturali che autorizza l’avvio delle attività di ricerca di giacimenti di petrolio al largo delle coste molisane ed abruzzesi, a poca distanza dall’area protetta delle Isole Tremiti.

Lo annuncia l'assessore all’ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro, che intende far valere le regioni del governo regionale “che sono quelle – afferma – della tutela ambientale, della salvaguardia della salute e dell’ecosistema”.

“Il riferimento – dice l’assessore – è al decreto del 29 marzo scorso, con il quale il ministero dell’Ambiente, di concerto con il ministero per i Beni e le attività culturali, ha espresso giudizio positivo sulla compatibilità ambientale del programma dei lavori relativi alla ricerca sismica con la tecnica di Air Gun, presentata dalla società Petroceltic Italia srl” al largo delle coste abruzzesi e molisane.

“L'autorizzazione, come già successo in altre circostanze analoghe – continua l’assessore – ci sembra carente di motivazioni e risulta espressa solo su una delle numerose istanze presentate dalla società Petroceltic in quella porzione di mare, in aperto contrasto con l’esigenza di una valutazione complessiva delle proposte che tenga conto degli impatti cumulativi che queste potrebbero avere sul sistema marino-costiero e sulle numerose attività economiche del territorio prevalentemente incentrate su turismo e pesca”.

“Il ministero – prosegue – non ha inteso coinvolgere la Regione Puglia nel procedimento sul falso presupposto che l'intervento avviene al largo delle coste dell’Abruzzo e del Molise. Tuttavia, l’attività ricade in un’area posta nelle immediate vicinanze delle coste pugliesi e, in particolare, dell’area marina protetta delle Isole Tremiti e, pertanto, è nostra intenzione intervenire nella valutazione dei possibili impatti connessi alla realizzazione” delle attività autorizzate.
10 Giugno 2011

Padova, padania. Alluvione, Zaia rassicura tutti: "Contributi al 75%"
Il governatore convoca una conferenza stampa per smentire le voci di un dimezzamento dei risarcimenti: "Sempre a fianco dei cittadini".
PADOVA. "Cittadini e imprese colpite dall’alluvione riceveranno come previsto il 75 per cento del danno ammissibile". E' l'impegno di Luca Zaia, che questo pomeriggio nella sede della Protezione Civile del Veneto ha snocciolato cifre e dati per smentire le voci di un dimezzamento dei contributi disponibili. "Semplicemente non è vero. Non solo: quasi certamente entro giugno potremo informare ciascuno dei 10.040 soggetti che ne hanno diritto, tra famiglie e imprese, quale è la somma che spetta a ciascuno in base ai danni dichiarati. Da qui – ha detto ancora Zaia – potremo procedere all’e rogazione di un acconto complessivo del 50 per cento 'sulla parola', comprensivo di eventuali quote d’acconto già date. La liquidazione avverrà invece su presentazione di tutte le pezze giustificative".

 "Siamo finalmente in grado di fare questa operazione proprio perché la nuova ordinanza del presidente del Consiglio dei Ministri – ha sottolineato Zaia – ha eliminato la franchigia minima di 1000 euro per ciascun bene mobile o immobile dei privati e quella di 3.500 per ogni singolo bene mobile registrato delle imprese, fissando una soglia minima complessiva di 500 euro in entrambi i casi per i beni mobili in generale, registrati e non. Per i privati c’è il tetto di erogazione di 30.000 euro per i beni mobili e di 30 mila euro per gli immobili, con copertura fino al 75% di un danno dimostrato di 40.000 euro per ciascuna di queste voci. Per le imprese il tetto di 30 mila euro riguarda solo arredi e veicoli, ma non macchinari attrezzature, mezzi d’opera e così via".

 "A conti fatti – ha aggiunto Zaia – non derivano problemi per la divisione in due del contributo complessivo di 300 milioni di euro già assegnato: 150 milioni per privati e imprese, 150 milioni per opere pubbliche. La cifra che serve per erogare il contributo a privati e imprese, tenuto conto della quota massima del 75 per cento del valore del danno e del tetti massimi di 30 milioni, ammonta infatti a 158.166.332 euro, rispetto ad un danno complessivo segnalato di 249.097.160,12. Già così siamo su una quota di copertura che si aggira sul 70 per cento ma sono più che certo che, alla luce delle pezze giustificative, arriveremo a garantire il 75 per cento e anche eventuali deroghe in particolari situazioni segnalate dai sindaci. Ci scommetto che a 150 milioni non ci arriviamo".

 "Ricordo inoltre che il cosiddetto Milleproroghe ha previsto l’e rogazione di 60 milioni ulteriori in due annualità e che ci sono più di 5 milioni di contributi di solidarietà. E ricordo che il Governo ha fatto slittare a giugno il pagamento dei contributi INPS e IRPEF. Insomma l’ultima è stata una buona ordinanza, che ci permette di procedere con i pagamenti. Vero che per portarcela a casa abbiamo dovuto sottostare all’imposizione delle due voci di spesa distinte. Ma avevamo fatto i nostri conti".

 "Ho convocato questa conferenza stampa – ha concluso Zaia – perché in questi giorni mi sono arrivate molte segnalazioni di cittadini, preoccupati dalle notizie diffuse dai mass media. Voglio che sappiano che tutta la squadra sta lavorando a pieno ritmo, bene e gratis, e che noi siamo sempre al loro fianco: non li abbiamo mai abbandonati".10 giugno 2011

Genova. L’assessore Papi: «I nuovi poveri  non si possono aiutare»
 10 giugno 2011
 Roberta Papi Genova - Dopo il viaggio di un giornalista di Radio19 fra i senzatetto che vivono per le strade di Genova, questa mattina l’assessore alle politiche sociali Roberta Papi è stata ospite sulla emittente del Secolo XIX. L’assessore ha fatto un quadro della situazione in base agli aiuti a disposizione del Comune nonostante i tagli. «Ci sono molte famiglie che da una situazione per così dire “normale” cadono in una situazione di difficoltà temporanea.

Il Comune di Genova sta aiutando 1680 persone che hanno questo tipo di problema ma, anche se si tratta di un numero serio, più di questo non riusciamo a fare», ha detto l’assessore. «Una delle urgenze di questo Paese è il fatto di non avere nessuna forma di sostegno al reddito, il problema della casa sta diventando esplosivo perché il numero degli sfratti sta diventando serissimo. Noi cerchiamo di fare il possibile ma non abbiamo strumenti in mano per poter ridare veramente dignità a queste persone. Va rivista la politica della casa. Inoltre, si dovrebbero prevedere delle forme di sostegno al reddito per alcune fasce».

«Noi - ha aggiunto l’assessore - seguiamo circa 28mila persone, tra cui anziani, 7mila minori, il mondo della disabilità e poi questa fascia molto marginale di povertà che è fatta di persone senza dimora ma non solo».

Per quanto riguarda le persone che vivono in strada, l’assessore ha detto: «insieme alle associazioni che collaborano con il Comune e che sono impegnate in questo campo abbiamo organizzato anche un sistema di accoglienza che si intensifica durante l’inverno con strutture dove le persone possono dormire. Abbiamo realizzato due novità: la prima, copiata da Madrid, si tratta di un luogo che si chiama Caffè Caldo e si trova in vico Stoppieri. Non il classico dormitorio ma una struttura di accoglienza dove poter ripararsi e riposare, dotato di servizi igienici e docce e distribuzione di bevande calde. L’altra struttura, realizzata in collaborazione con la Regione Liguria, si trova all’interno dell’ospedale San Martino e permette di far fare una convalescenza ai clochard malati che arrivano in pronto soccorso».

Sui tagli e le risorse a disposizione de Comune, l’assessore Papi ha detto: «la preoccupazione rispetto alla tenuta di un modello di welfare nel nostro Paese non è data solo dai tagli che sono pesantissimi perché in un solo anno dei vari fondi sociali è stato tagliato il 75 per cento, ma è la filosofia che c’è dietro a questi tagli». «Abbiamo 41 milioni di euro per i servizi: solo per i minori che il Tribunale affida al Comune noi spendiamo 21 milioni l’anno, accompagnati ai 5 milioni e mezzo che vanno alle attività educative, ai centri post-scolastici e ad altre attività - ha detto ancora l’assessore Papi - Noi seguiamo complessivamente 7 mila minori e famiglie. Da questo punto di vista si capisce che metà del bilancio è concentrato su questi aspetti, quello che rimane lo abbiamo fatto mettendo in campo nostre risorse».

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