giovedì 16 giugno 2011

Federali.Mattino_16.6.11. Basilicata. Salvatore Santoro: Un pugno nello stomaco. Improvviso. Di quelli che annebbiano la vista e rischiano di far spegnere la luce. E’ accaduto però nell’aula del consiglio regionale e non su un ring di pugilato. E non se l’aspettava nemmeno il presidente della giunta Vito De Filippo che appena registrato il risultato a sorpresa a favore di Franco Mollica dell’Mpa e a sfavore di Mariano Pici del Pdl ha lasciato il proprio posto per avvicinarsi ai banchi del Pd e chiedere spiegazioni. In maniera dura e scuro in volto.

Napoli sarà sede del Congresso mondiale della stampa in lingua russa nel 2012
Nel Foggiano «supermercato» di beni archeologici
Potenza. Caos in consiglio regionale per una "poltroncina"
Lombardo vs Centorrino uno elargisce, l’altro taglia
Bozen. Euregio: Durnwalder primo presidente


Napoli sarà sede del Congresso mondiale della stampa in lingua russa nel 2012
Il Velino: la decisione adottata a Kiev dalla World association russian press. Si svolgerà dal 17 al 21 giugno
NAPOLI - Napoli sarà sede del Congresso mondiale della stampa in lingua russa nel 2012. A quanto apprende il Velino, la decisione ufficiale è stata adottata a Kiev dalla Warp (World association russian press) che ha assegnato al capoluogo partenopeo l'organizzazione dell'edizione del prossimo anno. L'evento, tenutosi a Tel Aviv nel 2010 e in Ucraina quest'anno, si svolgerà dal 17 al 21 giugno tra Roma, Capri e appunto Napoli. Sono attesi centinaia di giornalisti di lingua russa desiderosi di conoscere le bellezze artistiche del Golfo di Napoli oltre che gli scavi archeologici. Interpellato sul tema, si è detto molto soddisfatto il presidente del Forum delle Culture, Nicola Oddati: “Si tratta di un grande evento internazionale da legare in prospettiva al Forum delle Culture 2013: si inserisce tra gli importanti appuntamenti che la città ospiterà nel 2012 a partire dal World Urban Forum in programma a settembre. L'obiettivo è far conoscere Napoli e tutta la Campania nel mondo – ha aggiunto Oddati -. Il tutto in accordo con la Regione Campania: abbiamo constatato grande amore per la città, ora dobbiamo continuare a promuoverla la nostra immagine senza dimenticare i tanti problemi che ci assillano”. Responsabile dell'organizzazione del Congresso sarà il napoletano Carmine Zaccaria, membro del Consiglio mondiale della stampa russa: «Un onore per noi sentire l'acclamazione che ha ricevuto Napoli», ha commentato nell'immediatezza dell'assegnazione.

Nel Foggiano «supermercato» di beni archeologici
SAN SEVERO (FOGGIA) – L'idea era stata abbastanza ben realizzata: allestire in un casolare una sorta di "supermercato" di beni archeologici, dove nel periodo estivo, e quindi di frequentazione di turisti, venivano praticati anche "saldi". Lo hanno scoperto nel territorio di San Severo i militari della Guardia di finanza, che hanno smantellato un traffico di beni archeologici di grandissimo valore storico-culturale (molti risalenti al quarto secolo avanti Cristo) e che rappresentavano una notevole fonte di arricchimento per i 'venditorì. Sono stati recuperati più di 80 reperti (olle, crateri, anfore) di varia grandezza e valore, 12 monete “che – ha dichiarato il comandante delle Fiamme gialle, Riccardo Brandizzi, nel corso di una conferenza stampa – ci consentono una datazione certa del periodo storico”.

L’individuazione del casolare nel quale erano esposti i pezzi da vendere ha consentito anche di scoprire i presunti responsabili del traffico, due tombaroli con precedenti specifici che sono stati denunciati a piede libero alla magistratura. Secondo quanto accertato dai militari, i prezzi variavano a seconda del tipo di reperto, della grandezza e della quantità di pezzi che venivano comprati dallo stesso acquirente. “I reperti più pregiati – risalenti al IV secolo a.C. – venivano pagati anche 7-8 mila euro a pezzo”. Salvo usufruire dei "saldi" in periodo vacanziero.
15 Giugno 2011

Potenza. Caos in consiglio regionale per una "poltroncina"
Quattro franchi tiratori del centrosinistra creano lo strappo istituzionale con il Pdl che lascia tutte le cariche. Viti (Pd) offeso si dimette da capogruppo.
15/06/2011 POTENZA - Un pugno nello stomaco. Improvviso. Di quelli che annebbiano la vista e rischiano di far spegnere la luce. E’ accaduto però nell’aula del consiglio regionale e non su un ring di pugilato. Si votava per il rinnovo dell’Ufficio di presidenza. Una prassi annuale. Di solito un passaggio istituzionale automatico e di ratifica degli accordi precedentemente raggiunti all’interno dei gruppi consiliari. L’ufficio di presidenza del consiglio è il massimo organo di garanzia per il rispetto delle norme interne al Palazzo.
 Ma ieri dopo le 14 è accaduto tutto e il contrario di tutto. Proprio sulla designazione di quelli che dovrebbero garantire l’aulicità dell’aula legislativa regionale. O meglio sulle due postazioni minori di tutto l’ufficio di presidenza. Quella dei consiglieri segretari. In precedenza infatti l’elezione del presidente (è stato riconfermato Vincenzo Folino) e dei due vicepresidenti (eletti Enrico Mazzeo per la maggioranza e Franco Mattia per la minoranza) si è svolta con scioltezza. E non c’erano segnali che da lì a poco sarebbe esploso il finimondo.
 Tanto che il capogruppo del Pd, Vincenzo Viti  al cronista, attraverso la vetrata che delimita lo spazio dei consiglieri da quello dello stampa e del pubblico, aveva fatto segno di avere tutto sotto controllo.
 Non si aspettava evidentemente il colpo “gobbo” (o come si usa dire in gergo il voto dei franchi tiratori) di alcuni esponenti del centrosinistra e probabilmente del suo stesso partito.
 E non se l’aspettava nemmeno il presidente della giunta Vito De Filippo che appena registrato il risultato a sorpresa a favore di Franco Mollica dell’Mpa e a sfavore di Mariano Pici del Pdl ha lasciato il proprio posto per avvicinarsi ai banchi del Pd e chiedere spiegazioni. In maniera dura e scuro in volto.
 Da lì in poi la confusione ha regnato sovrana in aula. I consiglieri del Pdl guidati da Nicola Pagliuca hanno abbandonato l’aula. Senza una parola. L’ultimo a lasciare il proprio scranno è stato Mario Venezia. Una protesta verbale avrebbe fatto meno effetto. Il tutto sotto lo sguardo preoccupato degli assessori e del presidente Vincenzo Folino appena rieletto (De Filippo era di lato a chiedere spiegazioni).
 Il più lucido è sembrato Marcello Pittella del Partito democratico che immediatamente ha chiesto un a sospensione momentanea dei lavori «per una riuione del nostro gruppo». Accordata.
 E intanto è partita la “caccia” ai franchi tiratori. L’aria di sospetto ha iniziato a pesare su tutti i consiglieri di maggioranza. Qualcuno non c’è stato al gioco è ha chiarito a muso duro. Come Rocco Vita del Psi che ha invitato il Pd stesso a considerare la questione al proprio interno e a constatare il problema in termini politici. Giannino Romaniello della Sel ha fatto lo stesso parlando senza mezzi termini di «una brutta pagina di questo consiglio» e ha rincarato: «Stiamo offrendo un pessimo spettacolo».
 Anche il neo capogruppo dell’Idv (per staffetta interna Antonio Autilio è passato alla presidenza della seconda Commissione permanente e Mazzeo alla vicepresiden za dell’assemblea) Nicola Benedetto ha espresso «il voto coerente dell’Italia dei valori rispetto alle decisione del centrosinistra» rimandano il sospetto ad altri.
 Ma il peggio doveva ancora venire. Al rientro in aula infatti, Vincenzo Viti ha preso la parola invitando i franchi tiratori a uscire allo scoperto. Poco dopo avrebbe anche parlato alla televisione di «mal di pancia che vanno curati con le purghe».
 Ma questo ha provocato la reazione prima di Franco Mollica che con otto voti (il suo, quello di Falotico, di Navazio e di Singetta più 4 “anonimi”) è il nuovo segretario consigliere per l’opposizione e che ha chiesto «rispetto per la votazione» e per il ruolo di esponente della seconda opposizione consiliare.
 Screzi quindi prima con Pittella e poi con lo stesso Viti. Ma la tensione non è scesa. Anzi. Fino a quando Roberto Falotico ha sbottato nei confronti dello stesso Viti accusandolo di volersi sostituire anche all’opposizione del Pdl. Rosso in viso Viti ha provato una reazione, stoppata dalle urla di Falotico: «Sei una vergogna, sei vergognoso...».
 Intanto i pidiellini in un’altra sede decidevano per protesta di non partecipare più ai lavori del consiglio fini a quando «non sarà sanato questo gravissimo strappo istituzionale». In aula comunque con l’abbandono degli scranni anche da parte di Mollica, Falotico e Navazio mancava il numero legale per proseguire. Visto il clima forse è stato meglio così anche se non è stata affrontata la delicata questione dell’Agrobios e della Cutolo.
 Ma la delicatezze della vicenda si è trasferita in altre sedi. Verso le 18 attraverso una nota, Vincenzo Viti ha comunicato le proprie dimissioni da capogruppo mentre quelli del Pdl hanno fatto sapere di abbandonare tutte le cariche istituzionali riservate all’opposizione, compresa quella dell’appena eletto vicepresidente del consiglio Mattia.
 Quello che è emerso in ogni caso è stata la volontà da parte del presidente della giunta De Filippo e del presidente del consiglio Folino di cominciare già da oggi a mettere la discussione sul piano della politica.
 In serata infine è arrivata la blindatura di Viti da parte del segretario regionale del Pd, Roberto Speranza che è all’estero: «Le dimissioni di Vincenzo Viti da presidente del gruppo del Pd sono un atto forte che deve indurre tutte le forze politiche ad una seria riflessione. Un atto che richiama al più leale e vero confronto tra le forze politiche consiliari nel pieno rispetto delle istituzioni regionali. A Viti rinnovo la mia piena fiducia, nella sicura convinzione che il suo operato di presidente del gruppo Pd in consiglio regionale è indispensabile per dare qualità e rigore alla nostra azione consiliare».
 Tornando al voto, per la carica si segretario consigliere del centrosinistra è stato riconfermato Luigi Scaglione dei Popolari uniti con 13 voti.
Salvatore Santoro

Lombardo vs Centorrino uno elargisce, l’altro taglia
Che il nodo della formazione arrivasse al pettine, non c’era dubbio. Centinaia di milioni l’anno elargiti a enti fantasma e ad altri che non hanno mai prodotto un formato pronto per il mercato del lavoro, sono stati un prezzo altissimo che i siciliani hanno pagato per l’inqualificabile comportamento di un ceto politico che ha occupato in modo immeritevole i vertici istituzionali in questi decenni.
 Il Governo regionale ha preso una posizione netta: ridurre progressivamente la spesa eliminando gli enti parassiti che hanno speculato sulle casse regionali. Lombardo ha scelto una persona onesta e integerrima come Mario Centorrino per un compito difficile e impopolare.
 Il professore di Messina ha messo mano alla riorganizzazione e ha tagliato i primi 60 milioni di euro di sprechi. Apriti cielo: i parassiti hanno reagito. Al contrario, i sindacati si sono dimostrati responsabili e alcuni di essi hanno prontamente dichiarato che avrebbero chiuso il loro ente di formazione, consapevoli che in un momento di difficoltà ognuno deve mettere una porzione di sacrificio.

 Sorpresa ha destato la giravolta del Presidente dei siciliani quando ha detto che avrebbe trovato i 60 mln € per foraggiare gli incapaci, gli inetti e persino i disonesti, perché chi fa un lavoro senza alcun risultato danneggia la collettività. Si tratta quindi di disonestà etica.
 Lombardo, con questo suo annuncio peraltro non trasformato in provvedimento amministrativo, ha commesso due errori: il primo, consistente nello smentire la corretta posizione del suo assessore; il secondo, consistente nel far capire agli approfittatori che la festa non è finita e possono continuare nella loro nefanda azione.
 Esprimiamo la nostra solidarietà a Centorrino e invitiamo il Presidente a ritornare sulla sua decisione che dimostri come l’autonomia dal Governo nazionale voglia significare buona e sana amministrazione, non sperpero di risorse com’è accaduto fino ad oggi.
 Il Presidente è persona intelligente e deve capire, una volta per tutte, che non può più continuare nel solco dei suo predecessori, uno dei quali è in galera.

Lombardo deve tagliare tutti gli sprechi più volte elencati con due obiettivi: primo, risanare il bilancio eliminando la necessità di ricorrere ancora a un mutuo per il corrente anno e rinegoziando i tassi dei mutui esistenti; secondo, tagliare dal bilancio 2011 tre miliardi di spesa corrente, il cui elenco è stato più volte da noi pubblicato e, con le somme risparmiate, cofinanziare i progetti con fondi europei, utilizzare i Fas e, con bando internazionale, chiedere l’intervento di gruppi imprenditoriali internazionali mediante il project financing.
 La Sicilia deve diventare, subito, un cantiere aperto che costruisca tutte le infrastrutture necessarie, per rendere l’economia dell’Isola competitiva. Lombardo, in questi ultimi due anni che gli restano per completare la legislatura, deve rimediare al malfatto del precedente triennio consistente in un vivacchiare senza respiro, asfittico, che ha mantenuto inchiodato il Pil dell’Isola senza alcuna crescita, con riflesso nell’aumentata disoccupazione.

 Quando i sindacati chiedono lavoro, commettono un errore di percorso: il lavoro è un effetto, non una causa. La causa, cioè la fonte, è l’insieme degli investimenti in opere pubbliche e in attività produttive che aprono le porte al lavoro produttivo. La capacità di attivare questo meccanismo virtuoso consentirebbe lo sbocco naturale non solo per i disoccupati, ma anche per i formatori che finalmente potrebbero andare a lavorare anziché far nulla (non tutti) ricevendo un compenso, per i dipendenti della Resais che non fanno nulla ricevendo un compenso e per altre migliaia di pubblici dipendenti che continuano a non fare nulla ricevendo uno stipendio.
 Lombardo ha concordato con il ministro Fitto finanziamenti per oltre due miliardi di euro, indirizzati alle opere pubbliche. Se rinunzia alla folle idea di destinare i Fas alla spesa corrente e punta i piedi per ottenere le risorse indirizzate ad attività produttive e opere pubbliche, ilGoverno nazionale sarà messo in mora. Ma deve avere la forza di tagliare gli sprechi e i parassitismi. Se lo farà, noi lo sosterremo con convinzione. Se continuasse a cincischiare, noi continueremo a testimoniarlo.

Bozen. Euregio: Durnwalder primo presidente
I 3 governatori firmano lo Statuto: sinergie in campo energetico e nella sanità
BOLZANO. Entro l'estate diventerà operativa l'Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino, il nuovo organismo di collaborazione transfrontaliera attorno all'area del Brennero. Come previsto dall'Ue i tre governatori Luis Durnwalder, Lorenzo Dellai e Günther Platter hanno infatti siglato ieri a Castel Thun in val di Non la convenzione e lo statuto del Grppo europeo di collaborazione transfrontaliera (Gect). I primi progetti: approvvigionamento di energia e istituzione del «Corridoio verde» lungo l'asse del Brennero (ambiente e energia), libera circolazione nelle strutture sanitarie dei tre territori, centri di ricerca specifici, offerte di studio sul web, cooperazione tra aziende.
 Le giunte hanno sottoscritto tutti gli atti di loro competenza, entro l'estate i rispettivi consiglio provinciali approveranno la specifica legge che autorizza l'operatività del Gect. "Assieme possiamo fare molto di più - ha sintetizzato Durnwalder, che sarà il primo presidente dell'Euregio - cercando soluzioni fattibili e pragmatiche alle questioni che lungo l'asse del Brennero interessano le nostre popolazioni". Durnwalder ha ribadito che "il Gect non sposta i confini e non fa miracoli, ma può proporre una regione europea che offre prospettive ai giovani e si fa sentire anche a Bruxelles".
 Nel settore della sanità le tre giunte intendono rafforzare la collaborazione nel settore sanitario, in particolare con la stesura di una convenzione per aumentare la libertà di scelta sanitaria dei cittadini dei tre territori, favorendo la libera circolazione nel rispetto delle norme vigenti. Tra le proposte accolte figurano anche la cooperazione comune nel progetto di ricerca oncologica «Oncotyrol», un impegno nella messa in rete delle banche dati elettroniche dei rispettivi sistemi, l'acquisto comune di attrezzature e la manutenzione delle apparecchiature in ambito clinico. "E se sussiste fabbisogno di medici di base - ha fatto un altro esempio Durnwalder - perchè non coinvolgere in uno schema unico le strutture specialistiche dei tre territori?" Sul piano della ricerca, si punta a istituire un Comitato strategico per sviluppare attività di ricerca congiunte e giungere alla costituzione di centri di ricerca secondo tematiche specifiche. Con il Gect si vogliono potenziare anche gli scambi di docenti e studenti delle tre università e offrire un sistema integrato dell'alta formazione, con la presentazione in internet di tutte le offerte di studio di Alto Adige, Trentino e Tirolo (possibile voce: "Università dell'Euregio"). Da verificare, secondo quanto recita il documento finale, la presenza di offerte di studio uguali o analoghe, in modo da poter proporre singoli corsi di studio insieme o solo in determinate sedi. Sul fronte economico, le tre giunte chiedono alle imprese una più stretta collaborazione transfrontaliera, necessaria per essere competitivi a livello internazionale. Attenzione massima, nelle intenzioni dei tre governi, anche alle collaborazioni in campo culturale, puntando ad accrescere la conoscenza delle lingue parlate nell'area euroregionale, a mettere in rete le istituzioni culturali più importanti di Alto Adige, Tirolo e Trentino, a sviluppare iniziative di valorizzazione della cultura giovanile.
 Il presidente Durnwalder ha ricordato come «il Tirolo sia stato diviso contro la sua volontà e c'è voluto molto tempo per correggere gli errori del passato. Quello che abbiamo realizzato oggi è già un miracolo e può essere un esempio per altre regioni del mondo. L'Unione europea non ha spostato i confini ma li ha resi più umani. Oggi rappresentiamo una "piccola Europa" abbiamo lingue e storie diverse ma ci accomuna la volontà di unire le forze. Dobbiamo entusiasmare i giovani, facendo qualcosa di europeo ma anche di squisitamente tirolese». "Di certo nell'ambito delle competenze affidate al Gect, l'Euregio dovrà facilitare il riconoscimento, dato oggi con il patentino A, della lingua tedesca", chiude Durnwalder.

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