lunedì 13 giugno 2011

Noi meridionali abbiamo questo di bello: ci acquietiamo con poco e niente, basta una previsione positiva, anche se fatta dal cavolfiore del bancolotto. Viviamo di speranze e prospettive, puntualmente disattese. Basta tirare avanti, no? Si ma verso dove? non l’ho ancora capito.


Previsioni positive: al Sud si ritorna ad assumere, servono 100mila lavoratori
In sei mesi 18.000 contratti. In Puglia sono richiesti muratori ed elettricisti. In Campania, invece, impiantisti


NAPOLI — Il Sud come Giano bifronte. Dove si alternano interessanti e per molti versi inaspettate sorprese alle rituali denunzie di inefficienze, incapacità e ritardi. Nelle aree meridionali si ricomincia ad assumere. Incredibile a dirsi. Eppure non è l’auspicio di qualche buontempone ma una previsione oggettiva, perché basata su numeri e dati, fatta dall’Unione delle camere di commercio italiane utilizzando e incrociando le stime che periodicamente elabora un qualificato osservatorio sul mercato del lavoro qual è Excelsior.

LE CIFRE - Analizzando queste cifre, si vede che di qui a fine anno il sistema produttivo italiano avrà bisogno, nelle aree meridionali, di quasi 100mila persone, 98.200 per la precisione: non solo, perché in oltre 64mila casi si tratta di assunzioni vere e proprie e non di attività stagionali. Basta confrontare questa stima con quanto è avvenuto nel secondo semestre del 2010 per toccare con mano la differenza: si tratta, infatti, di quasi 18.600 lavoratori in più. La maggior parte delle richieste di lavoro viene dalle piccole imprese, ma se non mancano quelle delle medie e delle grandi.

I MESTIERI PIU' RICHIESTI - Già, ma quali sono i mestieri più richiesti, quelli che oggi sono più appetibili sul mercato? Muratori, parrucchieri, elettricisti, meccanici, idraulici, installatori, montatori, manutentori, addetti agli impianti, pavimentatori. Eppure di muratori, di impiantisti civili e di elettricisti è carente soprattutto la Puglia, a fronte di una richiesta sempre più elevata. Mentre in Campania servirebbero più installatori di quelli che attualmente offre il mercato. Accanto a queste specializzazioni, in gran parte legate all’edilizia ma non solo, giungono richieste di addetti al marketing, farmacisti, infermieri, sviluppatori di software, venditori. Tra i mestieri stagionali al Sud c’è anche un’interessante ripresa di domanda per attività legate al turismo, in particolare camerieri e cuochi, conseguente al fatto che già a giugno le mete dell’Italia meridionale e insulare hanno fatto registrare un aumento delle prenotazioni pari al 3,3%rispetto allo stesso periodo del 2010. E questo è un altro aspetto positivo e interessante del Mezzogiorno: A livello territoriale è la Basilicata ad aver avuto la migliore performance su base annua (+25,5%), seguita dal Molise 18,4%) e dalla Calabria (+17,4%).

LA PROMOZIONE TURISTICA - Mentre sta per essere trasmesso dalla Rai uno spot per la promozione turistica del Mezzogiorno, della durata di 30 secondi, puntato su tredici località di grande attrattiva, tra cui Ischia, Ostuni, Manduria, Lecce e Capri. Stranamente non ci sono i siti archeologici di Pompei e dell’area flegrea, forse perché si aspetta di averli in perfetta efficienza: non a caso il Consiglio superiore dei beni culturali ha varato un piano che prevede complessivamente uno stanziamento nel triennio 2011/2013 di 105 milioni, impiegando soprattutto risorse europee, così come ha proposto il vicepresidente della regione Campania Giuseppe De Mita dopo l’incontro con il ministro dei Beni culturali Giancarlo Galan e con il commissario europeo alle politiche regionali Johannes Hahn. Insomma esiste e si afferma anche un Mezzogiorno che vanta alcune significative eccellenze, accanto a un Sud che fa acqua da tutte le parti. Per cui ha ragione chi realisticamente sostiene che le aree meridionali hanno contemporaneamente un doppio volto, capace di mettere in mostra aspetti positivi e negativi. Questi ultimi, purtroppo, non sono mai mancati e non mancano anche in questa fase. Il primo riguarda la non solvibilità di tanti operatori meridionali ed è reso noto dai distretti della corte d’appello delle città del Mezzogiorno: aumenta esponenzialmente il numero dei protesti su cambiali e assegni. Il triste primato lo detiene Napoli con quasi 165mila casi, per un ammontare complessivo di 441 milioni. Ma anche a Bari e Salerno, se pur con un forte distacco dal capoluogo campano, si contano rispettivamente 147mila e 144mila protesti, per un valore globale di oltre 62 milioni nella città pugliese e di quasi 49 in quella campana. Il secondo dato preoccupante va letto in controluce con l’approssimarsi del federalismo fiscale: mentre nel ricco nordovest si produce il 43,62%dell’Iva, al Sud e nelle isole l’incidenza di coloro che dichiarano l’imposta sul valore aggiunto non raggiunge neppure il 10%del totale.
Emanuele Imperiali


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