domenica 3 luglio 2011

Federali.Mattino_3.07.11. Fa sentire la sua voce il senatur in prima persona: ieri durante un comizio nel suo paese natale, Cassano Magnago, in provincia di Varese, ha detto: I rifiuti se li tengano a Napoli. Anche se il presidente della Repubblica ha detto che il decreto è insufficiente lo capisco perchè lui è originario di Napoli... però la gente del nord non vuole i rifiuti di Napoli.

Lauria. Rifiuti: sito ipertecnologico non parte. 7milioni al vento?
Rifiuti da Napoli pronti a partire
Rifiuti, Calderoli annuncia: pronto a fare il commissario, ma con il lanciafiamme


Lauria. Rifiuti: sito ipertecnologico non parte. 7milioni al vento?
di PINO PERCIANTE
LAURIA - Sette milioni di euro per la supertecnologica discarica di Lauria rischiano di finire buttati al vento. C’è un problema col percolato. «Arrivava alla vasca di raccolta da un pozzetto attraverso dei tubi mentre doveva essere aspirato dalle pompe – spiega il vice sindaco con delega all’ambiente Rosario Sarubbi -. Questo blocca il collaudo dell’opera e noi abbiamo avviato la procedura in danno dell’impresa esecutrice perché l’impianto non è stato realizzato come da progetto, ossia con le pompe». Ecco perché la discarica, o meglio l’impianto di trattamento dei rifiuti, che doveva partire il primo marzo scorso è ancora al palo. Quello che doveva essere un impianto del futuro, produrre eco balle, in realtà non ne ha confezionato neppure una. E, addirittura, da ieri non può funzionare più neppure come semplice discarica perché il sindaco, Gaetano Mitidieri, l’ha chiusa con u n’ordinanza. Il provvedimento, a sentire il Comune, si è reso necessario per consentire i lavori di ripristino del pozzetto (con le pompe al posto dei tubi) ma anche per verificare se, nel frattempo, ci sono state fuoriuscite all’esterno di percolato e quindi inquinamento. Per scongiurare fuoriuscite di percolato era stato apposto un tappo di calcestruzzo nel pozzetto. «Solo che non potevamo essere certi della tenuta nel tempo di questo tappo – spiega Sarubbi - perché l’acidità del percolato avrebbe potuto corroderne l’efficacia. Contemporaneamente ai lavori partirà l’attività di monitoraggio per il controllo del grado di sicurezza igienico sanitario sia all’interno che all’esterno della discarica».

A sentire sempre il Comune, la discarica dovrebbe rimanere chiusa un paio di mesi e i lavori cominciare già da lunedì prossimo 5 luglio. Intanto, il capogruppo di Lauria Libera Italia dei Valori, Angelo Lamboglia, chiede comitati di controllo, l’esame dei terreni nell’a re a sottostante e una visita guidata all’interno dell’impianto. «Vogliamo – dice - che la discarica funzioni con regolarità. Se c’è un problema va risolto». E’ solo l’ultimo atto di una storia tormentata che rischia di mettere in crisi l’intero sistema rifiuti in Basilicata dal momento che a Lauria conferiscono 19 comuni dell’area più una parte di Potenza (3700 tonnellate in sei mesi). La domanda ora è: questi rifiuti dove andranno? Forse a Sant’Arcangelo.

Rifiuti da Napoli pronti a partire
 02 luglio 2011 Daniele Grillo
I primi camion a Scarpino l’11 luglio ma la nuova strada non sarà ancora pronta
La discarica di Scarpino Genova - I primi camion di rifiuti solidi da Napoli potrebbero arrivare lunedì 11 luglio, a meno che non si opti per un paio di “prove-percorso” da effettuarsi già tra giovedì e venerdì prossimo. Prospettiva piuttosto remota, la seconda, dal momento che sul trasferimento dei primi mezzi pesanti manca ancora l’accordo tra le Regioni interessate, Liguria e Campania. Certo è che a Scarpino arriveranno 20 mila tonnellate di rifiuti solidi urbani in sei mesi, il quantitativo più grande mai ricevuto dalla Liguria in un lasso di tempo così ristretto. Un sacrificio comunque sopportabile, dal momento che i camion previsti per ogni giorno, dal momento del via, sono otto. Amiu tenterà di fare di tutto per rispondere all’emergenza campana anche con un gesto di natura più simbolica che strategica: inaugurare, così come richiesto dal comitato Per Scarpino, la nuova strada alternativa per il colle della discarica. «Questioni distanti e separate - spiega Carlo Senesi, assessore comunale ai Rifiuti-la strada è pronta, ma mancano ancora alcune valutazioni di carattere tecnico che potrebbero non renderla disponibile prima di fine mese». Ma che tipo di “materiale” arriverà? Si tratta di normali rifiuti solidi urbani, quel che rimarrà di “indifferenziato” dalla raccolta differenziata condotta in alcuni quartieri del capoluogo partenopeo con l’aiuto di squadre di volontari.

Intanto ieri per la Liguria e Genova è stato il momento dei complimenti. Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha accolto «con soddisfazione la decisione presa dalla città di Genova, la cui amministrazione ha compreso la difficoltà del nostro Comune e si è attivata per aiutarci». Il messaggio è apparso in una nota sulla pagina di Facebook del primo cittadino partenopeo. Anche il presidente regionale Claudio Burlando è stato personalmente ringraziato dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. A riferirlo l’assessore all’Ambiente Renata Briano. L’adesione di Genova, d’altra parte, rappresenta una breccia nel muro delle regioni contrarie ad accogliere un quantitativo di rifiuti definito comunque «modesto». «Da altre 7 regioni - ha detto ieri Prestigiacomo - si attende un analogo nulla osta per avviare i trasferimenti in altri 16 impianti fuori dalla Campania».

Rifiuti, Calderoli annuncia: pronto a fare il commissario, ma con il lanciafiamme
Con la Liguria il primo accordo per trasferire la spazzatura
NAPOLI - Dopo i rilievi al decreto rifiuti mossi dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, la Lega non perde tempo e ritorna alla carica. Fa sentire la sua voce il senatur in prima persona: ieri durante un comizio nel suo paese natale, Cassano Magnago, in provincia di Varese, ha detto: «I rifiuti se li tengano a Napoli. Anche se il presidente della Repubblica ha detto che il decreto è insufficiente lo capisco perchè lui è originario di Napoli... però la gente del nord non vuole i rifiuti di Napoli».

Calderoli: userò i lanciafiamme. Il ministro delle Riforme Roberto Calderoli dice invece di essere «pronto» a fare «il commissario per l'immondizia a Napoli» ma «armato» e «senza porgere l'altra guancia»: se non si riescono a fare i termovalorizzatori userà «i lanciafiamme». Calderoli illustra poi il suo punto di vista sul decreto rifiuti e sulle osservazioni del Quirinale. «Non credo - spiega - che la richiesta del capo dello Stato fosse rivolta alla Lega, che quel decreto non lo ha sottoscritto, ma a chi ha la competenza costituzionale sui rifiuti, ovvero comune, provincia e regione».

Calderoli è netto: l'unico «intervento risolutivo» a Napoli è «quello di stampo europeo secondo il quale ognuno risolve i problemi a casa propria. Che scavino i buchi e facciano le discariche e i termovalorizzatori come nel resto del mondo». Comunque, aggiunge, «non ho tutelato solo gli interessi del Nord, ma anche quelli dei napoletani che altrimenti avrebbero dovuto pagare in bolletta lo smaltimento dei rifiuti resi speciali nell'interesse della camorra e della 'ndrangheta».

Caldoro: d'accordo con Napolitano. In casa Campania il governatoe Stefano Caldoro cavalca le dichiarazioni di Napolitano: «Condivido le parole del Capo dello Stato, c'è bisogno di iniziative più forti per la situazione di crisi difficile e dura. Ci vogliono provvedimenti risolutivi - ha aggiunto Caldoro - e il governo credo fara di più, viste le dichiarazioni. Questa è la prima risposta, quella che mi convince di più è quella di maggiori poteri per aprire discariche. È opportuno che la provincia di Napoli abbia le sue discariche, in attesa del ciclo completo con la realizzazione dei termovalorizzatori».

Accordo con la Liguria. Ma le regioni non confinanti non sembrano tener conto dei diktat leghisti. «Un primo nulla osta per il trasferimento di circa 20 mila tonnellate di rifiuti campani al di fuori della regione è giunto stamattina dalla Liguria». Lo conferma il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, che annuncia: «da altre 7 regioni si attende un analogo nulla osta per avviare i trasferimenti in altri 16 impianti fuori dalla Campania, in base alle intese che sono state già raggiunte a livello di enti locali preposti allo smaltimento dei rifiuti».

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