venerdì 22 luglio 2011

La defunta Grecia il defunto Generale Marshall e la mummia di Lenin; ovvero come d’un colpo ti salvo l’euro, le banche di diritto franco-tedesco e ti creo il Protettorato UE. La Storia peggiora, perche’ in economia la speranza nel futuro e’ quasi tutto. Ed il Protettorato mummifica la coscienza dei protetti.

Efsf, ovvero «piano Marshall»
Isabella Bufacchi
Un piano Marshall da 160 miliardi per Atene
Beda Romano


Efsf, ovvero «piano Marshall»
Isabella Bufacchi
BRUXELLES. Dal nostro inviato
Musica per le orecchie del mercato, dopo mesi di stonata cacofonia politica. Il veicolo Efsf, creato nel maggio 2010 per preservare la stabilità finanziaria dell'Eurozona, è stato promosso ieri da semplice comparsa a protagonista nella risoluzione della crisi del debito sovrano europeo.
 La potenza di fuoco, gli strumenti, il campo di azione, gli interventi dell'Efsf sono stati estesi e rafforzati per trasformare questo veicolo garantito dagli Stati dell'Eurozona da mero erogatore di prestiti con il contagocce in prestatore di ultima istanza: un colosso con le spalle talmente larghe, si augurano i politici europei, da riuscire a mettere in fuga e spaventare la speculazione e rassicurare, agendo da guardiano della moneta unica, gli investitori che detengono titoli azionari e obbligazionari denominati in euro.
 I nuovi compiti assegnati all'Efsf, che fino a ieri ha finanziato il Portogallo e l'Irlanda concedendo prestiti con durata media di 7,5 anni assieme all'Efsm (European financial stabilization mechanism della Commissione europea in rappresentanza dei 27), spaziano ora dal sostegno diretto alla Grecia con prestiti da un minimo di 15 anni fino a 30 anni con un periodo di grazia di dieci, alla ricapitalizzazione delle banche fino agli acquisti sul mercato secondario dei titoli di stato emessi da qualsiasi Paese, non solo quelli aiutati finanziariamente nell'ambito di un piano di risanamento dei conti pubblici concordato con Ue e Fondo monetario internazionale. Quindi anche Italia, Spagna e Belgio.
 Le novità annunciate ieri sera dopo il vertice riguardano sia l'Efsf che il nuovo veicolo Esm (il cui avvio è previsto dalla seconda metà del 2013). Gli interventi saranno basati su un programma "precauzionale" e gli Stati dell'Eurozona si sono impegnati ad avviare l'implementazione delle loro decisioni «il più presto possibile». Un passaggio fondamentale per tranquillizzare i mercati che temono tempi lunghi e ancora incerti. Un altro aspetto importante dell'annuncio ha riguardato la collaborazione tra la Bce e i veicoli Efsf-Esm: spetterà alla Banca centrale stabilire l'esistenza di «circostanze eccezionali» per consentire l'acquisto di titoli di Stato sul mercato secondario al fine di evitare il contagio.
 Tra le ipotesi allo studio ieri c'è stata anche quella di abilitare l'Efsf ad acquistare al prezzo di acquisto i titoli di Stato greci detenuti dalla Banca centrale europea, per evitare che la Bce rischi di accollarsi perdite nel caso di ristrutturazione dei titoli di Stato greci. Ma questo non trova riscontri nel documento. Importante infine la riduzione del tasso di interesse sui prestiti concessi dall'Efsf ai Paesi in difficoltà che possono scendere fino al 3,5 per cento.
 L'Efsf al momento ha prestato finora 5,9 miliardi di euro al Portogallo e 3,6 miliardi all'Irlanda collocando tre bond con rating AAA/Aaa da parte di Moody's, S&P's e Fitch: il mantenimento del massimo rating tripla A è fondamentale in futuro per consentire al veicolo di finanziarsi a un costo di raccolta basso per poter prestare agli Stati in difficoltà a tassi vantaggiosi.
 Resta da vedere come e fino a che livello la potenza di fuoco dell'Efsf verrà aumentata: al momento il veicolo può emettere fino 255 miliardi di euro in virtù delle garanzie concesse dagli Stati membri dell'Eurozona che ammontano a 440 miliardi (di cui il 19% circa a carico dell'Italia). Per poter emettere fino a 440 miliardi, l'Efsf ha bisogno di rimpolpare le garanzie fino a 750 miliardi: un passaggio già deciso dall'Eurogruppo che si è tenuto a Lussemburgo lo scorso 20 giugno ma non ancora attuato. Se l'Efsf opererà con una capacità tra i 1.000 e i 2.000 miliardi di euro, le garanzie dovranno essere ulteriormente ritoccate all'insù.
 L'Italia, stando a fonti bene informate, è pronta a fare la sua parte con integrazione di garanzia senza un ulteriore passaggio in Parlamento. Il Dl del 31 maggio 2010 n.78 recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica stabilisce all'articolo 17 sulla salvaguardia dell'euro, comma 2, che il ministro dell'Economia e delle Finanze è autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passività del veicolo Efsf emesse al fine di costituire la provvista finanziaria per concedere prestiti agli Stati «e le conseguenti decisioni che verranno assunte all'unanimità degli Stati membri dell'area euro». Il documento approvato ieri prevede misure collaterali per coprire i Paesi coinvolti nell'Efsf dai rischi collegati alle garanzie del fondo.
La rete di salvataggio europea

 La European financial stability facility, in sigla Efsf, è il fondo di stabilità varato nell'Eurozona nel maggio del 2010 e istituito il 7 giugno successivo. Dopo che la crisi di Atene ha costretto i Governi a dotarsi di una rete di sostegno finanziario per i casi di emergenza di liquidità o di difficile ricorso ai mercati di singoli Stati
 L'Efsf è una società con base in Lussemburgo fondata dagli Stati membri dell'Eurozona (16 nel 2010 ai quali si è aggiunta nel 2011 l'Estonia che ancora non fa parte dell'Efsf). È un emittente di obbligazioni e altri strumenti di debito. La raccolta tramite il collocamento sui mercati degli Efsf-bond con rating AAA viene utilizzata unicamente per aiuti temporanei agli Stati in difficoltà. L'Efsf è guidato dal tedesco Klaus Regling, già direttore generale per gli Affari monetari della Commissione Ue
 L'Efsf non va confuso con l'Efsm, lo European financial stabilization mechanism, che mette a disposizione degli Stati in difficoltà 60 miliardi di euro della Commissione, garantiti dal budget della Ue
L'Efsf interviene nelle crisi di liquidità o quando uno Stato dell'Eurozona non riesce a rifinanziarsi sui mercati. Il salvataggio viene chiesto dal Governo del Paese in difficoltà
 I bond emessi dall'Efsf godono delle garanzie irrevocabili e incondizionate fornite dai singoli Stati membri dell'Eurozona per un totale di 440 miliardi di euro ripartiti in base alla partecipazione al capitale della Banca centrale europea Utilizzato nei salvataggi di Irlanda e Portogallo per 43,7 miliardi totali
 L'Efsf nasce quando la crisi del debito è già esplosa in Europa, dopo il prestito da 110 miliardi di euro a favore della Grecia concesso da Ue e Fmi per scongiurare il default nel maggio del 2010. Ha garanzie per 440 miliardi ma per mantenere la tripla A la sua capacità effettiva di azione non può superare i 255 miliardi
 Il primo intervento dell'Efsf viene deciso dal direttore Klaus Regling (nella foto) a favore dell'Irlanda nel novembre del 2010: il fondo salva-Stati partecipa con 17,7 miliardi di euro al pacchetto complessivo di 85 miliardi che comprende anche le quote di Fmi, quelle dell'Efsm e i finanziamenti bilaterali
 Il secondo salvataggio dell'Efsf è a favore del Portogallo e risale al marzo scorso. Il fondo di stabilità contribuisce con 26 miliardi di euro al prestito di 78 miliardi concesso a Lisbona Prestiti più lunghi, aiuti alle banche e acquisti sul mercato secondario
 Il summit dell'Eurogruppo di ieri a Bruxelles ha ampliato notevolmente la capacità di intervento dell'Efsf. Il fondo salva-Stati che ha concesso a Irlanda e Portogallo prestiti con durata media di 7,5 anni potrà concedere linee di credito fino a 30 anni con tassi che potranno scendere fino al 3,5 per cento. Potrà inoltre sostenere la ricapitalizzazione delle banche
 L'Efsf potrà anche muoversi sul mercato secondario per acquistare titoli di Stato emessi da qualsiasi Paese: non solo quelli aiutati nell'ambito di un piano di risanamento concordato con Ue e Fmi (quindi anche Italia, Spagna e Belgio). Spetterà alla Bce stabilire l'esistenza di «circostanze eccezionali» per consentire l'acquisto di titoli di Stato sul mercato secondario al fine di evitare il contagio
 Gli interventi saranno basati su un programma «precauzionale» e gli Stati dell'Eurozona - con l'obiettivo di tranquillizzare i mercati - si sono impegnati ad avviare azioni concrete per rendere effettive le loro decisioni «il più presto possibile» Un fondo permanente più grande che coinvolge i creditori privati
 Dalla seconda metà del 2013 l'Efsf verrà sostituito dall'Esm, European stability mechanism, che avrà una capacità di intervento di 500 miliardi di euro
 Il sostegno sarà condizionato a un programma di risanamento e prevede il coinvolgimento dei creditori privati. L'Esm avrà lo status di creditore preferenziale. Previsto anche un sistema di clausole di azione collettiva sulla ristrutturazione del debito.

La rete di salvataggio europea
1 CHE COS'È E QUANDO È STATO CREATO IL FONDO SALVA-STATI EUROPEO? Dalla crisi della Grecia uno strumento per garantire la stabilità nell'Eurozona
 La European financial stability facility, in sigla Efsf, è il fondo di stabilità varato nell'Eurozona nel maggio del 2010 e istituito il 7 giugno successivo. Dopo che la crisi di Atene ha costretto i Governi a dotarsi di una rete di sostegno finanziario per i casi di emergenza di liquidità o di difficile ricorso ai mercati di singoli Stati
 L'Efsf è una società con base in Lussemburgo fondata dagli Stati membri dell'Eurozona (16 nel 2010 ai quali si è aggiunta nel 2011 l'Estonia che ancora non fa parte dell'Efsf). È un emittente di obbligazioni e altri strumenti di debito. La raccolta tramite il collocamento sui mercati degli Efsf-bond con rating AAA viene utilizzata unicamente per aiuti temporanei agli Stati in difficoltà. L'Efsf è guidato dal tedesco Klaus Regling, già direttore generale per gli Affari monetari della Commissione Ue
 L'Efsf non va confuso con l'Efsm, lo European financial stabilization mechanism, che mette a disposizione degli Stati in difficoltà 60 miliardi di euro della Commissione, garantiti dal budget della Ue

2 COME FUNZIONA E QUALI SONO LE RISORSE DELL'EFSF? Prestiti d'emergenza con garanzie dei Governi per 440 miliardi di euro L'Efsf interviene nelle crisi di liquidità o quando uno Stato dell'Eurozona non riesce a rifinanziarsi sui mercati. Il salvataggio viene chiesto dal Governo del Paese in difficoltà. I bond emessi dall'Efsf godono delle garanzie irrevocabili e incondizionate fornite dai singoli Stati membri dell'Eurozona per un totale di 440 miliardi di euro ripartiti in base alla partecipazione al capitale della Banca centrale europea

3 IN QUALI OCCASIONI È GIÀ INTERVENUTO IL FONDO SALVA-STATI? Utilizzato nei salvataggi di Irlanda e Portogallo per 43,7 miliardi totali
 L'Efsf nasce quando la crisi del debito è già esplosa in Europa, dopo il prestito da 110 miliardi di euro a favore della Grecia concesso da Ue e Fmi per scongiurare il default nel maggio del 2010. Ha garanzie per 440 miliardi ma per mantenere la tripla A la sua capacità effettiva di azione non può superare i 255 miliardi
 Il primo intervento dell'Efsf viene deciso dal direttore Klaus Regling (nella foto) a favore dell'Irlanda nel novembre del 2010: il fondo salva-Stati partecipa con 17,7 miliardi di euro al pacchetto complessivo di 85 miliardi che comprende anche le quote di Fmi, quelle dell'Efsm e i finanziamenti bilaterali
 Il secondo salvataggio dell'Efsf è a favore del Portogallo e risale al marzo scorso. Il fondo di stabilità contribuisce con 26 miliardi di euro al prestito di 78 miliardi concesso a Lisbona.

4 QUALI SONO LE MODIFICHE INTRODOTTE IERI ALLE REGOLE DELL'EFSF? Prestiti più lunghi, aiuti alle banche e acquisti sul mercato secondario.
 Il summit dell'Eurogruppo di ieri a Bruxelles ha ampliato notevolmente la capacità di intervento dell'Efsf. Il fondo salva-Stati che ha concesso a Irlanda e Portogallo prestiti con durata media di 7,5 anni potrà concedere linee di credito fino a 30 anni con tassi che potranno scendere fino al 3,5 per cento. Potrà inoltre sostenere la ricapitalizzazione delle banche
 L'Efsf potrà anche muoversi sul mercato secondario per acquistare titoli di Stato emessi da qualsiasi Paese: non solo quelli aiutati nell'ambito di un piano di risanamento concordato con Ue e Fmi (quindi anche Italia, Spagna e Belgio). Spetterà alla Bce stabilire l'esistenza di «circostanze eccezionali» per consentire l'acquisto di titoli di Stato sul mercato secondario al fine di evitare il contagio
 Gli interventi saranno basati su un programma «precauzionale» e gli Stati dell'Eurozona - con l'obiettivo di tranquillizzare i mercati - si sono impegnati ad avviare azioni concrete per rendere effettive le loro decisioni «il più presto possibile».

5 COME CAMBIERÀ NEL 2013 IL MECCANISMO DI STABILITÀ IN EUROPA? Un fondo permanente più grande che coinvolge i creditori privati.
 Dalla seconda metà del 2013 l'Efsf verrà sostituito dall'Esm, European stability mechanism, che avrà una capacità di intervento di 500 miliardi di euro
 Il sostegno sarà condizionato a un programma di risanamento e prevede il coinvolgimento dei creditori privati. L'Esm avrà lo status di creditore preferenziale. Previsto anche un sistema di clausole di azione collettiva sulla ristrutturazione del debito.

Un piano Marshall da 160 miliardi per Atene
Beda Romano
 BRUXELLES. Dal nostro inviato
 I 17 Paesi della zona euro hanno trovato ieri sera un accordo dell'ultima ora per salvare (nuovamente) la Grecia dal tracollo. L'intesa non è quel salto verso un bilancio federale chiesto da molti, ma è comunque il tentativo di creare intorno al Paese mediterraneo un cuscinetto sanitario per evitare un effetto domino (anche se potrebbe scatenare agli occhi delle agenzie di rating un fallimento selettivo).
 «Abbiamo deciso una comune risposta - ha detto ieri sera il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy - il nostro obiettivo è migliorare la sostenibilità del debito greco, fermare il rischio contagio, rafforzare gli strumenti nella gestione delle crisi». L'operazione per la mano pubblica ha un valore di 109 miliardi da qui al 2014; il contributo netto del settore privato è di 37 miliardi; viene anche citato un buy-back da 12,6 miliardi, per un totale complessivo di circa 160 miliardi. Secondo un comunicato particolarmente confuso, il contributo totale netto dei privati è stimato a 106 miliardi nel periodo 2011-2019.
 La partita negoziale ha riguardato la partecipazione del settore privato, una richiesta sostenuta dalla Germania per tranquilizzare un'opinione pubblica preoccupata all'idea di pagare per gli errori altrui. Proprio il contributo "volontario" degli investitori avverrà «sulla base di un menu di opzioni», che comprenderà, secondo l'Institute of International Finance, l'associazione bancaria, un rinnovo dei prestiti, uno scambio obbligazionario, e la vendita di titoli a prezzi scontati.
 Il pacchetto presentato ieri alla fine di nove ore di intense discussioni tra i capi di Stato e di Governo della zona euro prevede una lunga serie di misure. In primo luogo il fondo europeo di stabilità finanziaria Efsf verrà riformato per permettergli di acquistare obbligazioni sul mercato. L'Efsf potrà anche comprare titoli di Paesi non necessariamente oggetto di un aggiustamento dei conti pubblici.
 Il tentativo dei governi è triplo: ridurre l'ammontare del debito pubblico greco, diminuire il costo di servizio del debito e aiutare l'economia. La speranza è che questa strategia, più decisa di quella precedente basata su linee di credito al Paese mediterraneo, si riveli abbastanza convincente agli occhi di mercato ed eviti un effetto contagio che nelle ultime settimane ha sfiorato anche l'Italia.
 A complicare i negoziati è stata la necessità di fare quadrare il cerchio: prevedere il contributo dei privati senza provocare quel fallimento sovrano della Grecia respinto da molti Paesi e dalla stessa Banca centrale europea. Ieri sera il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso non ha voluto rispondere a una domanda specifica sulla possibilità che il pacchetto possa scatenare un fallimento selettivo.
 In realtà, fonti europee ammettevano ieri che questa eventualità è possibile. Dipenderà dal modo in cui le agenzie di rating valuteranno il buy-back delle singole obbligazioni greche. Non è un caso se ieri durante una rapidissima conferenza stampa, Barroso ha precisato: «Questo pacchetto non è stato messo a punto contro il mercato, ma con il mercato. Solo la Grecia potrà beneficiare di questo coinvolgimento del settore privato».
 Più esplicito è stato il presidente della Banca centrale europea che per mesi ha cercato a gran voce di opporsi alla possibilità di un qualsiasi fallimento sovrano. Jean-Claude Trichet ha spiegato che la complessa operazione annunciata ieri sera non prevederà «un evento creditizio». Ma al tempo stesso ha aggiunto: «Non voglio anticipare un giudizio se sui titoli greci scatterà il fallimento» agli occhi delle agenzie di rating.
 Sarà questo il pacchetto definitivo che salverà la Grecia dal tracollo e metterà al riparo la zona euro da ulteriori turbolenze? Ieri qui a Bruxelles le delegazioni nazionali lo speravano fortemente. L'insieme delle misure ha il merito di mettere mano sia ai nodi economici che alle urgenze finanziarie. La sfida sarà di convincere i mercati che l'eventuale fallimento selettivo del Paese mediterraneo sarà l'eccezione, e non il primo caso di una serie.

PIANO MARSHALL
Nuovi aiuti
 L'accordo prevede nuovi aiuti per circa 109 miliardi di euro
 La durata dei prestiti sarà portata dagli attuali sette anni e mezzo a un minimo di 15 anni e il tasso d'interesse potrebbe attestarsi intorno al 3,5%
 Fonti strutturali
 I leader dell'Eurozona hanno anche deciso di dare vita a un piano Marshall per sostenere la crescita della Grecia, basato sui fondi strutturali europei. Inoltre, forniranno assistenza tecnica sulle riforme di cui la Grecia necessita
 Banche
 Il settore finanziario sosterrà Atene su base volontaria con tre opzioni: swap sui titoli in portafoglio, rinnovo automatico di quelli che arrivano a scadenza, buy-back. Il contributo del settore è di 37 miliardi di euro
 Efsf
 Potrà intervenire a sostegno della ricapitalizzazione delle banche prestando fondi ai Governi e acquistare titoli pubblici dei Paesi in difficoltà intervenendo sul mercato secondario.

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