martedì 16 agosto 2011

Federali.Mattino_16.8.11. La scure romana sulle storiche vittime.----E’ così, stando a quanto reso noto nei giorni scorsi dalla Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, il 2011, ed in particolare l’estate, sarà per la macchina del turismo in Italia, in tutto e per tutto, un anno orribile.----A pochi mesi dalle elezioni, l’economia svizzera vanta un ottimo stato di salute: la crescita è superiore alla media europea, la disoccupazione è in calo e le casse statali registrano eccedenze. Un quadro troppo positivo per far leva sui voti di malcontento e alimentare la campagna elettorale.


Trst, Oltrpadania. Sparisce Monrupino. Il sindaco Pisani: siamo le vittime
Ferragosto 2011: estate orribile per la macchina del turismo
Svizzera. Un’economia troppo sana per la campagna elettorale.


Trst, Oltrpadania. Sparisce Monrupino. Il sindaco Pisani: siamo le vittime
Monrupino addio. «Noi siamo la vittime» attacca il sindaco Marko Pisani. A Monrupino mancano 140 abitanti per raggiungere la soglia salvezza dei mille. Quella che, stando alla manovra di riordino...
Monrupino addio. «Noi siamo la vittime» attacca il sindaco Marko Pisani. A Monrupino mancano 140 abitanti per raggiungere la soglia salvezza dei mille. Quella che, stando alla manovra di riordino degli enti locali varata dal governo Berlusconi, garantirà d’ora in poi lo status di Comune. «Siamo attualmente circa 860 abitanti» censisce a memoria il primo cittadino. Difficile immaginare iniziative immediate per accrescere la popolazione del piccolo comune carsico.

Non basteranno le Nozze Carsiche in programma il 24 agosto. L’unica speranza fa capo alla Regione Friuli Venezia Giulia e al suo statuto di autonomia. «Aspettiamo di vedere come intende muoversi la Regione. In teoria potrebbe modificare questa disposizione» spiega Pisani. L’ultima speranza per evitare la scure romana.

La logica dei risparmi, in questo caso, sembra centrare poco. «È sbagliato equiparare l’esistenza di un comune piccolo agli sprechi - continua Pisani -. Spesso è vero il contrario. I comuni piccoli con le convenzioni, gli ambiti e i consorzi con gli altri comuni sono i più virtuosi. Si riesce ad produrre autentici risparmi, abbassando i costi e garantendo i servizi indispensabili che il nostro territorio richiede». Monrupino poi riesce, grazie alla sua posizione, ad attuare una politica di alleanze variabili. Nell’ambito socio assistenziale è con Duino Aurisina e Sgonico. Nell’associazione “Mare Carso” è assieme a Muggia e San Dorligo. «Noi siamo ancor oggi il Comune che offre il servizio scuolabus gratuito ai suoi ragazzi» tiene a precisare il primo cittadino. «Proprio il Comune piccolo ha più possibilità di controllare e razionalizzare la spesa.

E le indennità dei consiglio comunale? «Sono irrisorie. Non è questo il risparmio che serve». E il personale? «Noi siamo già ridotti all’osso. Le economie di scala sul territorio sono già state fatte con le convenzioni e gli accordi con gli altri che vanno dalla raccolta dei rifiuti alla mensa scolastica». Ma non basta. «Il vantaggio di essere piccoli è quella di muoversi in modo più agile e scegliere sul mercato gli accordi migliori. A noi, per fare esempio, non interessano le docce sulla spiaggia».

Nel taglio dei Municipi il comune di Monrupino è in buona compagnia. A rischio fusione ci sono i comuni di Sestriere, Toritta Tiberina, Lorenzago di Cadore, Corvara e via andare. In totale 1970 sparsi lungo tutta la penisola, molti comuni di montagna.

Ferragosto 2011: estate orribile per la macchina del turismo
Per le vacanze estive 2011 in Italia le strutture ricettive hanno fatto e continueranno per le prossime settimane a fare affidamento sui flussi di stranieri. Questo perché milioni di italiani, non per scelta, ma per necessità legate allo scarso budget, faranno vacanze mordi e fuggi che assomigliano a mere gite fuori porta. Così come ci sono parecchi milioni di italiani che, con un occhio alle bollette arretrate, e l’altro alla rata del mutuo, in vacanza neanche pensano di andarci. E’ così, stando a quanto reso noto nei giorni scorsi dalla Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, il 2011, ed in particolare l’estate, sarà per la macchina del turismo in Italia, in tutto e per tutto, un anno orribile.
In particolare, da una ricerca che la Federazione ha commissionato ad Axis Research, è emerso che rispetto allo scorso anno ci sono ben 3,5 milioni di italiani che non andranno in vacanza. Ed il tutto a fronte di un calo delle presenze a ferragosto, ed al ritorno della vacanza unica quando in passato invece le famiglie si facevano tre settimane di vacanze “spezzate” privilegiando magari una volta il mare, l’altra la montagna, e per finire una città d’arte.

Secondo quanto dichiarato da Lino Enrico Stoppani, il presidente della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE), la crisi finanziaria ed economica ha profondamente modificato in Italia la domanda di turismo, con il consumatore che è più attento e razionale sia nella ricerca del proprio benessere, sia nel rapporto tra la qualità ed il prezzo dei servizi offerti.
Filadelfo Scamporrino

Svizzera. Un’economia troppo sana per la campagna elettorale.
Di Armando Mombelli, swissinfo.ch
A pochi mesi dalle elezioni, l’economia svizzera vanta un ottimo stato di salute: la crescita è superiore alla media europea, la disoccupazione è in calo e le casse statali registrano eccedenze. Un quadro troppo positivo per far leva sui voti di malcontento e alimentare la campagna elettorale.
 Dopo la recessione del 2009, l'economia elvetica si è già notevolmente risollevata ed oggi la Svizzera si ritrova in una situazione invidiabile rispetto a molti altri paesi europei, che stentano ad uscire dalla recente crisi economico-finanziaria e si sono pesantemente indebitati.
I principali indicatori economici parlano chiaro. Il Prodotto interno lordo (Pil) elvetico è cresciuto del 2,6% l’anno scorso, contro l'1,8% in media per i membri dell'Unione europea. Il debito pubblico non supera il 40% del Pil (UE: 80%) e la disoccupazione è scesa nel maggio scorso al di sotto del 3% (UE: 9,5%).
Nonostante alcune nubi all'orizzonte – a cominciare dalla forza del franco che minaccia in particolare le esportazioni – il quadro economico è piuttosto rassicurante. Così rassicurante che, a differenza di quanto succede in quasi tutti gli altri paesi, in Svizzera l'economia non predomina i dibattiti della campagna elettorale.

Visioni diverse
 Ciò non significa però che le forze politiche di destra, centro e sinistra abbiano raggiunto una concordanza in ambito di politica economica. I maggiori partiti si mostrano già divisi nell’interpretare le ragioni che sono alla base del buon andamento economico. Il Partito liberale radicale (PLR) e il Partito popolare democratico (PPD) – i due schieramenti del centro che hanno determinato più di tutti la politica svizzera degli ultimi decenni – se ne attribuiscono in buona parte i meriti.
“Siamo riusciti da molto tempo a costruire uno Stato che offre un’immagine di stabilità e di affidabilità. Queste qualità sono sicuramente le ragioni principali del successo duraturo dell’economia svizzera, che si basa sulla pace sociale, una solida economia di mercato e condizioni quadro favorevoli alle aziende straniere interessate ad investire nel nostro paese”, afferma Pirmin Bischof, deputato del PPD.
“Abbiamo seguito anche in questi ultimi anni una politica dettata da una chiara volontà di moderazione e di equilibrio. A differenza di molti altri paesi europei, non abbiamo varato dei programmi smoderati di rilancio congiunturale e non ci siamo indebitati oltre misura per coprire le debolezze del settore finanziario”, gli fa eco Philipp Müller, consigliere nazionale del PLR.

Programma di rilancio moderato
 Una visione in parte relativizzata dai partiti di destra e di sinistra. “Sicuramente la Confederazione è intervenuta intelligentemente, evitando di indebitarsi in modo sconsiderato. La crescita economica di questi ultimi anni va però attribuita anche all’incremento dell’immigrazione: se il numero degli stranieri cresce ogni anno dell’1% è chiaro che anche il Pil aumenta nella stessa misura, ma si tratta di una crescita artificiale”, dichiara Hans Kaufmann, deputato dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice).
“Probabilmente la Svizzera ha anche approfittato in questa ultimi crisi dei massicci programmi di rilancio economico varati dagli altri Stati europei. Siamo un paese esportatore: molte aziende svizzere hanno quindi tratto vantaggio della ripresa congiunturale nei paesi vicini”, afferma Hans-Jürg Fehr, consigliere nazionale del Partito socialista (PS).
Mentre diversi Stati europei hanno stanziato decine e, in alcuni casi, centinaia di miliardi di franchi per rilanciare le loro economie, negli ultimi tre anni la Confederazione ha impiegato soltanto poco più di 3 miliardi per i suoi programmi di stabilizzazione congiunturale. Già troppo per la destra e troppo poco invece per la sinistra.
“Abbiamo lanciato dei programmi di sostegno congiunturale totalmente inutili, soltanto perché tutti volevano dei soldi dallo Stato. Ora se ne vedono le conseguenze: il settore immobiliare, che ha beneficiato più di tutti di questi aiuti, è attualmente surriscaldato”, ritiene Hans Kaufmann. Per Hans-Jürg Fehr, invece, la Confederazione avrebbe potuto fare di più, ma “i programmi si sono rivelati comunque utili, in particolare per sostenere il settore turistico e ridurre la disoccupazione giovanile”.

Posizioni tradizionali
 Il buon andamento economico non stimola lo spirito innovativo da parte dei partiti in campo economico. L’unico elemento nuovo è la promozione delle tecnologie cleantech, per creare posti di lavoro, sostenuta dai Verdi e da altri schieramenti. Per il resto, nei loro programmi elettorali i maggiori partiti si limitano a ribadire le loro tradizionali posizioni in campo economico.
I socialisti chiedono l’introduzione di un salario minimo, un servizio pubblico universale e il rafforzamento della piazza economica, per garantire posti di lavoro in Svizzera. “Le continue crisi dei mercati finanziari hanno evidenziato la necessità di rafforzare l’economia reale – ossia l’industria, il commercio, i turismo – rispetto al settore bancario, che ha assunto un peso troppo grande in Svizzera”, spiega Hans-Jürg Fehr.
Per l’UDC – che vorrebbe rinegoziare gli accordi sulla libera circolazione delle persone conclusi con l’UE – l’economia svizzera deve rimanere innanzitutto indipendente nei confronti dei Ventisette. “Ci siamo avvicinati troppo ad alcuni mercati, in particolare a quello dell’UE, ed ora ne risentiamo subito ogni crisi. In futuro l’economia svizzera dovrà ridurre questa dipendenza, concludendo accordi di libero scambio con altri paesi, ad esempio le economie emergenti”, indica Hans Kaufmann.
Tra le priorità dei due partiti di centro, PLR e PPD, figurano i posti di lavoro, le piccole e medie imprese e condizioni quadro favorevoli per attirare investimenti e aziende straniere. “Vogliamo continuare a garantire un’economia di mercato libera e nel contempo sociale. Questo equilibrio ha rappresentato finora la ricetta di successo della Svizzera e va protetto anche in futuro dalle pretese dei due poli estremi, che minacciano la nostra stabilità”, dichiara Pirmin Bischof.
 Armando Mombelli, swissinfo.ch

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