mercoledì 3 agosto 2011

Federali.Mattino_3.8.11. A Parma, padania, c’e’ il distretto del pomodoro, della pasta ed altre robe, del Sud; nel Mezzogiorno lo Stato italiano impedisce, da sempre, molte tipologie di attivita’ private gia’ presenti in padania.----L'evasione fiscale in Italia è cresciuta del 27,6%, confermandosi al primo posto in Europa con il 54,5% del reddito imponibile evaso. I principali evasori sono gli industriali (32,8%) seguiti da bancari e assicurativi (28,3%), commercianti (11,7%), artigiani (10,9%), professionisti (8,9%) e lavoratori dipendenti (7,4%). A livello territoriale l'evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (29,4% del totale nazionale), seguito dal Sud (24,5%), dal Centro (23,2%) e dal Nord Est (22,9%).----In Italia abbiamo due problemi: la credibilità del governo che è finita sotto le suole delle scarpe e poi c'è rimasto poco tempo. Senza nuovi interventi già da agosto, potremmo rischiare di prendere quella medicina amara che hanno già preso Grecia, Irlanda e Portogallo.

Evasione fiscale, contribuenti.it: crescono a dismisura le "teste di legno".
Pomodoro, in calo la produzione. Ma è un dato positivo
Btp in sofferenza, mercato guarda a politica
Micossi: Governo non credibile, a rischio effetti manovra


Evasione fiscale, contribuenti.it: crescono a dismisura le "teste di legno".
ROMA - Un fenomeno molto allarmante si sta registrando in Italia. Crescono a dismisura le società di capitali aventi delle "teste di legno" come soci ed amministratori. Nei primi 6 mesi del 2011 le Newco costituite sotto forma di srl e spa società di capitale aventi nella compagine "teste di legno" senza alcun reddito ne' competenze, sono cresciute del 58%. Tutto ciò per evadere il fisco, e sfuggire al principio della ristretta base azionaria, introdotto di recente dalla Corte di Cassazione, che consente di recuperare le tasse evase direttamente in capo ai soci di capitale, o per commettere truffe on line. Il fenomeno coinvolge soprattutto i giovani, per di più donne, che non trovano sbocco nel mondo del lavoro e che, ignari delle conseguenze, accettano di diventare soci e amministratori di facciata di gente senza scrupoli che cercano di ripulirsi da fallimenti, truffe e reati economici.
La denuncia arriva da Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani che con Lo Sportello del Contribuente monitora costantemente l'evasione fiscale in Italia. Nel 2011 sono state costituite ben 2850 società di capitali, in sostituzione di quelle precedenti, aventi come amministratori e soci giovani, per lo più donne, privi di qualunque competenza e soprattutto nullatenenti.
L'evasione fiscale in Italia è cresciuta del 27,6%, confermandosi al primo posto in Europa con il 54,5% del reddito imponibile evaso. In termini di imposte sottratte all'erario siamo nell'ordine dei 169 miliardi di euro l'anno.
Nella speciale classifica degli evasori, l'Italia è seguita da Romania (42,4% del reddito imponibile non dichiarato), da Bulgaria (39,8%), Estonia (38,2%), Slovacchia (35,4%).
In Italia i principali evasori sono gli industriali (32,8%) seguiti da bancari e assicurativi (28,3%), commercianti (11,7%), artigiani (10,9! %), professionisti (8,9%) e lavoratori dipendenti (7,4%).
A livello territoriale l'evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (29,4% del totale nazionale), seguito dal Sud (24,5%), dal Centro (23,2%) e dal Nord Est (22,9%).
Tra le categorie di evasori emergenti figurano le Web Marketing, Market Company e le Mark-Agency Web che nel 2011 hanno superato le pompe funebri. Il 58% chiude il bilancio in perdita ed un ulteriore 24% dichiara un reddito non superiore a 10 mila euro senza pagare le tasse. Caso record una Mark-Web Agency operante nel napoletano che, con con uno staff di 5-6 persone, e proprietaria di decine di siti internet su cui sviluppa progetti, dichiara al fisco meno di 3mila euro l'anno.
«Di fronte a un fenomeno così crescente - conclude Carlomagno - chiediamo ai notai di rifiutarsi di costituire società con nullatenenti e segnalare l'accaduto alla Guardia di Finanza. È necessario, inoltre, puntare sui Social Network per individuare gli evasori fiscali! e le società di fatto che spopolano su internet ».
Per contrastare l'evasione fiscale e le truffe on line, Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani promuoverà il progetto ADB certificando gratuitamente le Aziende del Bene che operano correttamente su internet e rispettano i diritti dei consumatori.
Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani
L'ufficio stampa Infopress 3314630647

Pomodoro, in calo la produzione. Ma è un dato positivo
di Mara Troni
I quantitativi di pomodoro contrattati e le superfici effettivamente coltivate per la campagna di raccolta e trasformazione 2011 sono stati resi noti durante l’assemblea del Distretto del pomodoro del Nord Italia.
 L’analisi dei dati ha messo in luce un quantitativo di pomodoro contrattato, al 15 marzo 2011, di 2.741.690 tonnellate, a fronte di una superficie di 38.578 ha, corrispondente ad una resa di 71,1 t/ha. Dalla successiva verifica compiuta a fine giugno si è evidenziata una contrazione delle superfici realmente impiantate del 3,5% rispetto a quelle contrattate, e dell’8,3% rispetto alle superfici coltivate nel 2010.
 Secondo gli esperti se si considera la produzione media degli ultimi cinque anni e l’avverso andamento stagionale che ha colpito, nelle prime fasi di coltivazione, soprattutto gli impianti medio-precoci, si può stimare una riduzione complessiva della produzione variabile tra il 12 e il 15% rispetto alla campagna 2010. Una contrazione di superficie vista con favore dalla filiera perché in essa si racchiude la volontà, l’impegno e la coesione di tutti gli associati nel tentativo di riportare in equilibrio il mercato valorizzando al meglio la qualità e le peculiarità delle produzioni del territorio del Distretto. Ciò anche in considerazione della pesante situazione di mercato venutasi a creare in questi ultimi anni, soprattutto per il concentrato di pomodoro, pesantemente condizionato dalle crescenti importazioni dai paesi terzi ed in particolare dalla Cina. A questo proposito il Distretto del Pomodoro ha espresso ancora una volta l’assoluta necessità di arrivare, nel più breve tempo possibile, all’approvazione di una norma europea che imponga l’etichettatura di origine con l’indicazione del luogo di coltivazione e di trasformazione della materia prima, in modo da poter valorizzare nella massima trasparenza per il consumatore, un prodotto ottenuto seguendo rigidamente i metodi di coltivazione integrata a tutto vantaggio della sicurezza alimentare e della salubrità, nel rispetto dell’ambiente e dei principi etici. Le posizioni comuni finora raggiunte riguardano l’approvazione del nuovo statuto e la definizione delle «regole condivise» che definiscono il comportamento degli operatori dalla campagna 2011. L'assemblea del Distretto del Pomodoro ha inoltre deliberato di richiedere il riconoscimento quale organizzazione interprofessionale interregionale ai sensi della legge Regionale dell’Emilia Romagna n. 24/2000 e della regolamentazione comunitaria in materia. Il presidente del Distretto, Pier Luigi Ferrari, dopo l’approvazione del documento sulle «regole condivise» per la gestione della campagna del pomodoro 2011 ha dichiarato: «con soddisfazione vediamo il proseguimento della attività del Distretto con l’obiettivo di essere il riferimeto territoriale di qualità e competitività. Solo con una logica di coesione è possibile confrontarsi con le attuali logiche di mercato ». Sull'operato del Distretto si è espresso con favore anche Gianni Brusatassi presidente di Asipo che ha così commentato: « Con piacere osserviamo che i dati divulgati sono in sintonia con quanto concordato tra gli operatori dell’intera filiera, questo significa che, se si vuole è possibile programmare le azioni, il Distretto è un esempio da seguire per molti settori agricoli perché in esso è stata massimizzata l’unitarietà e minimizzato l’interesse di speculazione delle differenti parti, si è intrapresa la strada corretta».

Btp in sofferenza, mercato guarda a politica
Ennesima giornata di passione sul mercato obbligazionario italiano, con i Btp colpiti da vendite che hanno fatto schizzare i rendimenti del titolo a 10 anni ai massimi dal 1997, mentre lo spread sulla Germania ha segnato un nuovo record dall'introduzione dell'euro, volando a 385 punti base, per poi terminare la seduta a 374 punti base contro i 354 punti di ieri pomeriggio.

"La parte breve della curva, tra i 3 e i 5 anni, è quella più colpita. I volumi sul cash restano limitati, anche se oggi sono stati un po' superiori rispetto a lunedì" spiega un dealer. "A orientare il mercato sono le vendite sui future del Btp, lo strumento più agevole per chi vuole stare corto sull'Italia" aggiunge l'operatore. Sull'Italia e sulla Spagna, il cui spread nei confronti della Germania si è ampliato fin sopra i 400 punti base, pesano i timori di una nuova recessione globale, che avrebbe pesanti ripercussioni sui mercati periferici europei, già sotto pressione per la crisi dei debiti sovrani.

"Nella zona euro, la Spagna - per il suo elevato tasso di disoccupazione - e l'Italia - per il suo enorme debito pubblico - sono quelli più esposti agli effetti di una riacutizzazione della crisi" spiega Alessandro Giansanti, strategist di Ing. A innescare le vendite sull'Italia, che hanno colpito ancora una volta anche la Borsa, sono, dunque, cause esogene (la debolezza dell'economia Usa e i timori di una recessione globale) che aumentano i timori su fragilità strutturali (l'elevato debito pubblico italiano), ma la gestione politica di questo contesto amplifica il rischio Paese all'estero.

Micossi: Governo non credibile, a rischio effetti manovra
In Italia abbiamo due problemi: la credibilità del governo che è finita sotto le suole delle scarpe e poi c'è rimasto poco tempo. Senza nuovi interventi già da agosto, potremmo rischiare di prendere quella medicina amara che hanno già preso Grecia, Irlanda e Portogallo. L'economista Stefano Micossi, direttore generale di Assonime, non usa mezzi termini per definire la situazione critica dell'Italia e invita a cambiare rapidamente passo: "la manovra economica non basta - afferma in un'intervista a La Stampa - bisogna accelerare le privatizzazioni, vendere le partecipazioni pubbliche, riformare il mercato del lavoro e semplificare la burocrazia". Interventi da compiere subito perchè "così non possiamo più andare avanti. Temo - prosegue - che questo governo non abbia più le risorse politiche e la credibilità per attuare gli interventi necessari a fermare la speculazione sui nostri titoli di Stato". Il rischio, spiega ancora Micossi, è di bruciare parte dei soldi della manovra. "Il prossimo anno andranno in scadenza titoli di Stato per oltre 400 miliardi di euro e il Tesoro dovrà pagare interessi molto più alti".

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