venerdì 5 agosto 2011

Federali.Mattino_5.8.11. Costi controproducenti: Le famiglie altoatesine hanno un reddito annuo medio di 21.465 euro, il più alto di tutte le regioni italiane. Trieste. Ci risiamo. Il Cipe stanzia 7 miliardi di euro per Puglia, Sicilia, Sardegna, Lombardia, ma tra gli assegni, accolti con clamorosa soddisfazione in questo momento di smottamento economico e politico, e che promettono soldi per infrastrutture (ma in Sicilia anche per coprire il deficit della Sanità) ancora una volta è assente quello da 30 milioni per l’ampliamento del Porto di Trieste.----Venezia, padania. La guardia di finanza di Catanzaro ha sequestrato 90 milioni di euro nei confronti di imprenditori che operano nel settore della gestione dei rifiuti e dei vertici dell'ufficio del commissario per l'emergenza ambientale della regione Calabria. Nell'inchiesta della guardia di finanza sono coinvolte sei persone accusate di sottrazione fraudolenta di imposte.----Roma. Il 96 per cento di alberghi, campeggi e strutture ricettive non paga il canone Rai, per una evasione che, negli ultimi 10 anni, ha raggiunto i 2,3 miliardi di euro. Tra gli evasori anche istituti religiosi, partiti politici e scuole.

SARDEGNA QUOTIDIANO - Economia: La polemica il botta e risposta sulle opere tra il segretario Cisl e il coordinatore Pdl
SARDEGNA QUOTIDIANO - Economia: Un miliardo dal Governo per strade, porti e ferrovie
Bari. I muri della città affidati a writers esperti
Camere commercio: reddito delle famiglie dell'Alto Adige è più alto d'Italia
Rifiuti, società evade il Fisco imprenditori veneti nel mirino
Calabria, indagato assessore all'Ambiente per frode fiscale sui rifiuti
L’espulso Filippi mostra le carte «Spese folli approvate dalla Lega»
E' allarme nel pubblico: il 96% delle strutture non paga il canone Rai
Trieste, oltrepadania. Il Cipe assegna 7 miliardi. Al Porto neanche un euro


SARDEGNA QUOTIDIANO - Economia: La polemica il botta e risposta sulle opere tra il segretario Cisl e il coordinatore Pdl
04.08.2011
Botta e risposta tra il coordinatore regionale del Pdl, Settimo Nizzi, e il segretario regionale della Cisl, Giovanni Matta, sulla delibera del Cipe. «Non so dove Matta abbia preso i dati che lo spingono a dire che nel provvedimento ci sono solo tre opere - dice Nizzi - sono 19 quelle finanziate e meglio farebbe Matta a documentarsi». «Forse il coordinatore non ha letto bene - replica Matta - le opere immediatamente cantierabili sono tre, mentre le altre sono ancora a livello di progetti preliminari».

SARDEGNA QUOTIDIANO - Economia: Un miliardo dal Governo per strade, porti e ferrovie
04.08.2011
Per la Sardegna arriva poco più di un miliardo di euro, ossigeno per il settore delle infrastrutture. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica ieri mattina ha finalmente sbloccato parte dei fondi Fas (all'appello manca ancora oltre un miliardo per l'Isola), per interventi che riguardano la statale Sassari-Olbia ma anche l'adeguamento della 554, il completamento della Cagliari-Tortolì e quello della metropolitana dell'area vasta di Cagliari. Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, esulta, insieme ai consiglieri regionali e ai parlamentari del centrodestra. Per l’oppo - sizione il bicchiere è mezzo vuoto.
TUTTI GLI INTERVENTI Gli interventi finanziati riguardano la Sassari-Olbia, la predisposizione del progetto definitivo per l’a m m o d e r n amento della Statale 131 (dal chilome - tro 146 al 209), il completamento del - la nuova Statale Cagliari-Tortolì, i lavori di adeguamento della Statale 554, con l'eliminazione degli svincoli a raso e l’adeguamento dell ’asse viario. Ci sono poi gli interventi per il porto di Porto Torres e per gli aeroporti di Cagliari e Alghero, soprattutto dal punto di vista tecnologico e della sicurezza della navigazione. Sul fronte ferroviario il programma approvato dal Cipe prevede il miglioramento tecnologico del sistema per passeggeri e merci, così da arrivare alla riduzione dei tempi di percorrenza dei treni, aumento della competitività del trasporto ferroviario rispetto al trasporto su gomma e contestuale contenimento dell’emissione di anidride carbonica. Per Cagliari, città e area vasta, arriverà il completamento della metropolitana e un collegamento filoviario con il Poetto. Infine sono previsti interventi che migliorino il sistema idrico e le reti. «La delibera assunta dal Cipe costituisce la prima concreta attuazione della collaborazione avviata in questi mesi con tutte le Regioni meridionali nell’ambito dell’attuazione delle politiche di sviluppo e di coesione». Lo affermano il ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione terri - toriale, Raffaele Fitto, e il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, secondo i quali «il provvedimento rappresenta un esempio, insieme, di buona politica e di buona ammini - strazione». Per il governatore il risultato è importante, nasce «dalle forti rivendicazioni della Sardegna, che proseguono con la massima risolutezza su tutti i fronti». La delibera del Cipe viene accolta positivamente anche dalle opposizioni, che sottolineano però il ritardo e il mancato sblocco di un altro miliardo per la Sardegna. «Il Governo – p re c i sa il parlamentare gallurese del Pd, Giulio Calvisi - ha finalmente sbloccato risorse che tratteneva indebitamente e inspiegabilmente da tre anni. Non è il regalo di un Governo magnanimo e benevolo, ma un atto dovuto e par - ziale». Quanto alla Sassari-Olbia, «viene restituito il maltolto, visto che su quell'opera vi era un impegno a finanziarla tra le opere collaterali del G8 preso dal Governo Prodi e poi smentito nell’ottobre del 2008 dal Governo Berlusconi». Per Adriano Salis (Idv) «gli entusiastici commenti del presidente Cappellacci sono francamente insopportabili. La verità vera - afferma - è che il governo Berlusconi ha restituito alla Sardegna meno della metà dei fondi Fas che ci aveva scippato negli anni scorsi». Il piatto piange anche per il coordinatore regionale dell'Api, Roberto Capelli, che comunque sottolinea che «si è fatto un piccolo passo avanti che non deve far abbassare la guardia del Consiglio regionale e dei sardi tutti». Per Capelli «è doveroso perseguire il dialogo con tutte le parti sociali e politiche, anche le più integraliste e intransigenti che, bisogna riconoscerlo, non possono dimenticare i 28 mesi passati. Sta al Governatore “senza tessera” convincere i più scettici». Francesca Zoccheddu

Bari. I muri della città affidati a writers esperti
Emiliano: «Nuova vita a spazi degradati» «Chiunque potrà proporre al Comune un'iniziativa»
Tra gli spazi individuati le pareti del mercato a Carrassi
BARI - Riportare a nuova vita muri e spazi degradati della città «affidandoli» ai writers per consentire loro di lavorare in tranquillità e aprire un dialogo con la gente.
È lo scopo del progetto «muri legali» approvato dal Comune di Bari in collaborazione con l'associazione V-Roots e presentato ai giornalisti dal sindaco del capoluogo pugliese, Michele Emiliano, sotto il cavalcavia di Corso Cavour dinanzi al primo esempio di arte grafica metropolitana. «Chiunque potrà proporre al Comune - ha spiegato il sindaco - muri e spazi da far rivivere attraverso pitture o installazioni grafiche o altro, diventandone responsabile a tutti gli effetti; in questo modo, tolta l'ansia da prestazione, l'arte con cui i ragazzi si esprimeranno sarà meno rapida e terroristica, più consapevole e artisticamente più valida nell'abbellire la città . Anche questo argomento d'ora in poi - ha annunciato Emiliano - sarà oggetto di discussione tra i cittadini anche su Facebook e speriamo che la sfida provochi e coinvolga davvero tutti in un concetto di bellezza nuova. Il nostro obiettivo infatti - ha riferito Vittorio Parise dell'associazione Verruzze - è aprire una comunicazione costante con la gente che speriamo comprenda la nostra attività a partire dal titolo del progetto «Cap 70100» laddove «cap» è anche il tappino delle bombolette spray». Tra i primi spazi individuati, i muri dei bagni di piazza Garibaldi, del mercato di Carrassi e di via Nazionale a Palese, mentre il sindaco auspica che sotto il cavalcavia di Corso Alcide De Gasperi possa nascere un vero museo dell'arte di strada.

Camere commercio: reddito delle famiglie dell'Alto Adige è più alto d'Italia
Le famiglie altoatesine hanno un reddito annuo medio di 21.465 euro, il più alto di tutte le regioni italiane. Lo riferisce l'Istituto di ricerca economica della Camera di commercio
BOLZANO. Le famiglie altoatesine hanno un reddito annuo medio di 21.465 euro, il più alto di tutte le regioni italiane. Lo riferisce l'Ire, l'Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano, che ha elaborato dati Istat relativi al 2009. Da questi risulta che il reddito disponibile dei nuclei famigliari dell'Alto Adige è più alto del 23% rispetto alla media nazionale pari a 17.433 euro.
Il Presidente della Camera di commercio Michl Ebner constata con piacere che "le famiglie altoatesine sono riuscite anche in tempi difficili a mantenere l'alto livello di reddito". "Per assicurare anche in futuro i posti di lavoro e quindi il potere di acquisto delle famiglie altoatesine, è indispensabile migliorare le condizioni generali
dell'Alto Adige come localizzazione economica, aumentando la competitività", conclude Ebner. 4 agosto 2011

Rifiuti, società evade il Fisco imprenditori veneti nel mirino
Coinvolti nelle indagini il trevigiano Stefano Gavioli e il veneziano Loris Zerbin
VENEZIA - La guardia di finanza di Catanzaro ha sequestrato 90 milioni di euro nei confronti di imprenditori che operano nel settore della gestione dei rifiuti e dei vertici dell'ufficio del commissario per l'emergenza ambientale della regione Calabria. Nell'inchiesta della guardia di finanza sono coinvolte sei persone accusate di sottrazione fraudolenta di imposte. Il sequestro dei beni è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Maria Rosaria Di Girolamo, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Carlo Villani che dirige le indagini della guardia di finanza.

I tre imprenditori coinvolti nelle indagini sono Stefano Gavioli, 64 anni, di Treviso; Loris Zerbin 50 anni, di Campolongo Maggiore (Venezia) e Giovanni Faggiano, 52 anni, di Brindisi. I finanzieri hanno scoperto che i tre imprenditori, titolari della società che gestisce la discarica di Alli di Catanzaro, avevano costituito una serie di nuove aziende per evitare di pagare le imposte all'erario. Alle nuove società venivano ceduti crediti e le attività da svolgere mentre i debiti restavano nelle vecchie aziende. Alle nuove società, pur non avendo le specifiche competenze, l'ufficio del commissario per l'emergenza ambientale ha comunque liquidato ingenti somme di denaro. (Ansa)

Calabria, indagato assessore all'Ambiente per frode fiscale sui rifiuti
ROMA - L'assessore regionale all'ambiente, Francesco Pugliano, è indagato nell'ambito dell'inchiesta della Guardia di finanza che ha portato al sequestro di 90 milioni di euro nei confronti di imprenditori e dei vertici dell'ufficio del commissario per l'emergenza ambientale. Nell'inchiesta oltre a Pugliano, che è indagato in qualità di ex sub commissario delegato per l'emergenza ambientale, è coinvolto anche l'attuale commissario per l'emergenza ambientale in Calabria, Graziano Melandri.
 In particolare l'accusa contesta a Pugliano di aver emesso una serie di ordinanze con le quali ha liquidato alla società Enertech, che gestisce la discarica di Alli di Catanzaro, la somma complessiva di 1 milione e 642mila euro. La società avrebbe incassato i fondi pur non avendo alcuna competenza per la gestione della discarica. La Enertech, secondo l'accusa, era una delle società costituite per consentire evadere le imposte.
Al commissario per l'emergenza ambientale della Calabria, Graziano Melandri, viene contestato di aver emesso quattro ordinanze con le quali ha liquidato sempre alla società Enertech la somma complessiva di 1 milione e 335mila euro.
Nell'inchiesta è coinvolto anche un funzionario dell'Ufficio del commissario per l'emergenza ambientale, Domenico Richichi. A quest'ultimo la procura contesta, nella qualità di responsabile unico del procedimento della gestione della discarica di Alli (Catanzaro), di aver proposto l'adozione delle ordinanze firmate da Pugliano e Melandri. I tre imprenditori coinvolti nelle indagini sono Stefano Gavioli, 64 anni, di Treviso; Loris Zerbin 50 anni, di Campolongo Maggiore (Venezia) e Giovanni Faggiano, 52 anni, di Brindisi. L'accusa sostiene che i tre imprenditori hanno costituito una serie di società attraverso le quali evadevano il pagamento delle imposte.
 Nell'ambito dell'inchiesta la Guardia di finanza ha sequestrato una villa a Cortina d'Ampezzo, una barca a vela, automobili di grossa cilindrata e quote societarie. I particolari dell'inchiesta sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, l'aggiunto, Giuseppe Borrelli, e i vertici della Guardia di finanza. Il sequestro dei beni è stato eseguito in esecuzione di una ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Abigail Mellace, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore, Carlo Villani. Il sequestro dei beni si è reso necessario perché «uno degli imprenditori - ha detto Borrelli - e più precisamente Stefano Gavioli, stava per alienare tutti i suoi beni per portare il denaro all'estero».
Dall'inchiesta è emerso che inizialmente la discarica di Alli di Catanzaro era gestita dalla società Slia spa riconducibile a Stefano Gavioli, Loris Zerbin e Giovanni Faggiano. Improvvisamente la Slia cede ad una nuova società, la Enerambiente, la gestione della discarica di Catanzaro e tutti i crediti vantati. Alla Slia, che viene messa in liquidazione, rimangono i debiti nei confronti dell'erario. Con il passare degli anni è stata costituita una nuova società, la Enertech, alla quale, così come era accaduto precedentemente, vengono ceduti i crediti e la gestione della discarica. Anche in questo caso alla Enerambiente restano i debiti. Tra la costituzione delle due nuove società è intervenuta anche Equitalia che ha cercato di recuperare le somme dovute allo Stato. Equitalia ha inviato anche all'ufficio del commissario per l'emergenza ambientale una comunicazione nella quale si segnalava che le società Slia e Enerambiente erano debitrici nei confronti dell'erario di ingenti somme di denaro. «Nonostante la comunicazione di Equitalia - ha detto Lombardo - l'ufficio del commissario per l'emergenza ambientale ha comunque liquidato somme di denaro alla Enertech. La società, inoltre, era priva di garanzie e di autorizzazione per la gestione della discarica».

L’espulso Filippi mostra le carte «Spese folli approvate dalla Lega»
Senato, l’imprenditore vicentino serve la sua vendetta. «Spendono 50mila euro per le posate. Quella volta che non votai Bricolo si arrabbiò»
VICENZA — «Alberto Filippi non è più una questione della Lega», aveva detto il senatore Paolo Franco all’indomani dell’espulsione dal partito del collega vicentino il cui nome era stato tirato in ballo nell’inchiesta sulle false sponsorizzazioni al Grifo e nel cambio di destinazione d’uso di parte del Cis. Queste le accuse ufficiali, anche se per molti la sua colpa è di aver spalleggiato l’ascesa alla segreteria veneta del sindaco di Verona Flavio Tosi a discapito di Gian Paolo Gobbo. Eppure Franco si sbagliava. Perché se la vendetta è un piatto che va servito freddo, Filippi ha atteso solo qualche giorno per sferrare il suo attacco. Lo fa denunciando i privilegi del Senato, contenuti nel bilancio approvato ieri. «Mi sono chiesto chi ha il fegato di presentare questa schifezza, e la risposta è facile: sono i tre questori del senato, e uno di loro è Paolo Franco». Gli sprechi denunciati dal senatore Filippi, hanno dell’incredibile. «Sfogliando il faldone, ho scoperto che per "facchinaggio e traslochi" si spende un milione e mezzo di euro. Pensavo ci fosse un trasferimento in atto, ma poi ho notato che questo accade tutti gli anni ». Ma è solo la punta dell’iceberg. Ci sono le spese per l’abbigliamento: «Ogni anno 340mila euro in vestiario di servizio, costerebbe meno farsi fare l’abito da Armani. Ma lascia senza parole anche il costo delle posate: 40mila euro all’anno». E poi c’è il costo delle vetture: 61mila euro. «Ma non è il denaro speso per le auto blu: sono i costi del lavaggio delle macchine», spiega il senatore. Troppi? Stando alle cifre denunciate da Filippi, tabelle alla mano, non sono neppure tanti se paragonati ai 50mila euro che ogni anno vengono spesi per stampare le tesserine di riconoscimento. «In una legislatura portano la cifra spesa per i cartellini a 250mila euro».

E sono solo alcuni esempi. Perché spulciando tra le pieghe del bilancio, si scopre che si spendono «355mila euro per fare la manutenzione alla tappezzeria». E per garantire ai circa trecento senatori una temperatura adeguata all’interno dei palazzi, si spendono 750mila euro. Filippi snocciola cifre da capogiro: quasi 300mila euro per la manutenzione dei video («Comperarli nuovi costerebbe meno», assicura), 240mila per la manutenzione della rete informatica, 400mila per gli ascensori. Finito? Macché. «Queste sono le manutenzioni ordinarie, ma ci sono anche quelle straordinarie, che si ripetono tutti gli anni. E quindi alle famose spese ordinarie di tappezzerie vanno aggiunti un milione e 125mila euro di "manutenzioni straordinarie in arredi e tappezzerie", e altri 500mila di acquisto di arredi e tappezzeria. E lo stesso vale per i condizionatori: ci vuole un altro milione e 610mila euro. Quando ho visto 625mila euro per la manutenzione straordinaria degli ascensori ho alzato bandiera bianca», ammette il senatore. Nel mirino c’è sempre lui: Paolo Franco. «Mi chiedo i tre questori che tagli hanno fatto ai loro costi. Hanno l’auto blu, un’aggiunta di segretarie pagate e una dotazione speciale da usare a natale per fare regalini agli amici, oltre a uno stipendio maggiorato e un appartamento arredato nel cuore di Roma. Gratis, naturalmente ». Filippi racconta che in passato, messo di fronte agli sprechi del Senato, aveva provato a ribellarsi. «Nel 2008 votando il bilancio, mi accorsi che tra le spese del senato c’era l’affitto di un’Ape Car per trasportare i libri della biblioteca: spesero seimila euro. Aggiungendo qualcosa avrebbero potuto comprarne una nuova. Così mi astenni dal voto. Ovviamente il capogruppo Bricolo si arrabbiò molto...». Ma oggi, che appartiene al gruppo Misto, è tutto diverso: «Ora che alcuni vertici veneti della Lega mi hanno fatto fuori, posso ancor di più comportarmi secondo coscienza». E così, per protesta, ieri non ha neppure partecipato al voto: «Se lo approvino loro questo bilancio».
Andrea Priante

E' allarme nel pubblico: il 96% delle strutture non paga il canone Rai
Roma - Il 96 per cento di alberghi, campeggi e strutture ricettive non paga il canone Rai, per una evasione che, negli ultimi 10 anni, ha raggiunto i 2,3 miliardi di euro. Tra gli evasori anche istituti religiosi, partiti politici e scuole. La denuncia arriva dal Codacons che per questo ha presentato un esposto in 104 procure della Repubblica di tutta Italia e alle procure regionali della Corte dei Conti.

La denuncia del Codacons L'inchiesta dell'associazione nasce a seguito della segnalazione di un pensionato invalido e nullatenente di 73 anni che non vede la televisione, ma si è visto recapitare una comunicazione che intimava il pagamento del canone Rai. "E' emerso che il 96 per cento di alberghi, residence, campeggi, ospedali, case di cura, uffici, negozi, navi di lusso, circoli, associazioni, locali pubblici, sedi di partiti politici, studi professionali, mense aziendali, scuole e persino istituti religiosi, non paga il cosiddetto 'canone speciale' - spiega il Codacons - che a seconda delle categorie varia da 6.603,22 euro a 198,11 euro. Il mancato introito che si è determinato per le casse della tv di Stato è pari a 230 milioni di euro all'anno (2,3 miliardi in 10 anni)".

L'accertamento dei contratti "Trattandosi di strutture pubbliche, l'accertamento ad opera dell'Agenzia delle Entrate potrebbe essere eseguito con facilità recandosi direttamente in loco - spiega il presidente Carlo Rienzi - Si preferisce invece assillare i singoli cittadini che magari non hanno la televisione o non la vedono, lasciando impunite tutte le altre categorie pur soggette al pagamento del canone. Per tale motivo abbiamo presentato una diffida all'Agenzia, affinché ci dica quanto spende ogni anno per le attività di lotta all`evasione del canone nei confronti degli utenti, e per sapere quali azioni abbia intrapreso verso quel 96 per cento di strutture pubbliche che risulta evasore. Con il ricavato di un anno di canone speciale - prosegue Rienzi - la Rai potrebbe assumere tutti i 1.700 precari ultradecennali che stanno per fare causa in base alla legge del collegato lavoro". Il Codacons ha inviato dunque oggi un esposto a 104 procure della Repubblica di tutta Italia per verificare se nell'omissione di percezione dei canoni speciali sia ravvisabile il reato di omissione e abuso di atti di ufficio. Esposto inviato anche ai 20 uffici regionali della Corte dei Conti, per verificare le responsabilità per danno all’Erario dei 230 milioni di euro annui di mancato incasso per la Rai.

Trieste, oltrepadania. Il Cipe assegna 7 miliardi. Al Porto neanche un euro
Piastra logistica, saltati ancora i 30 milioni. Tondo: qualche ministro non mi ama Rosato: ma altri governatori prendono i soldi. Cosolini: Berlusconi promise i fondi
di Gabriella Ziani
Ci risiamo. Il Cipe stanzia 7 miliardi di euro per Puglia, Sicilia, Sardegna, Lombardia, ma tra gli assegni, accolti con clamorosa soddisfazione in questo momento di smottamento economico e politico, e che promettono soldi per infrastrutture (ma in Sicilia anche per coprire il deficit della Sanità) ancora una volta è assente quello da 30 milioni per l’ampliamento del Porto di Trieste.
Viene promesso dal 2008, e ultimamente è stato evocato in campagna elettorale: «L’ultimo giorno prima del ballottaggio - ricorda il sindaco Roberto Cosolini - il ministro Frattini venne a Trieste a dire che Berlusconi aveva trovato i soldi per la piattaforma logistica. Si vede che nel giro di due mesi li ha persi. È una battuta triste, la verità è che non c’è politica del governo nazionale nei confronti di quest’area, che i parlamentari di centrodestra non riescono a incidere. Col dubbio che per qualche ragione l’infrastruttura del Porto di Trieste dia fastidio a qualcuno. Altrimenti non si può capire una simile assenza».

Protesta subito il presidente della Regione, Renzo Tondo: «Il presidente non ha gradito le decisioni del Cipe, evidentemente ci sono ministri commissariati dal ministro dell’Economia». Ribatte durissimo Ettore Rosato, parlamentare Pd: «Tondo dovrebbe riconoscere e denunciare che mai come ora il maggiore porto del Friuli Venezia Giulia è completamente abbandonato e fuori da qualunque progetto di valorizzazione nazionale, di cui ci si ricorda solo quando si tratta di fare nomine. Ministri commissariati da Tremonti? Mi chiedo - prosegue Rosato - se Tremonti non tenga in pugno gli altri ministri per un commissariamento ad hoc in funzione anti-Tondo, dal momento che altri presidenti di Regione portano a casa cospicue risorse, come quelli di Sardegna e Puglia, che festeggiano 2 miliardi abbondanti, mentre per noi i 30 milioni della piattaforma logistica rimangono un miraggio».

Nella conferenza stampa sulle variazioni di bilancio regionali Tondo ha difeso la stabilità del governo prima di tutto, «anche se qualche ministro non mi ama» ha aggiunto. Ma Rosato lo accusa di «difendere un governo incapace e agonizzante». L’assessore alle Infrastrutture, Riccardo Riccardi, si limita ad alcune constatazioni: «C’è anche la mia contrarietà, non posso ritenermi soddisfatto, ma non conosco le ragioni di questo ennesimo rinvio. Rilevo tuttavia che per la piattaforma c’è già un bando di gara, e non può che avere copertura finanziaria per essere legittimo. Vedremo quale sarà l’esito».

Che sia l’ombra vagante, mai concretizzata, del progetto Unicredit per Trieste-Monfalcone ad aver sepolto i finanziamenti statali? Riccardi non lo dice, ma il sospetto di una valutazione delle opportunità da parte del governo c’è, anche se manca la verifica. In ogni caso, se lo sblocco di tanti fondi, che il Pd a livello nazionale già accusa di formalità perché le varie poste non sarebbero di fatto coperte, è anche un segnale politico, a Trieste non arriva. Nel frattempo tra i più felici c’è Nichi Vendola, presidente della Puglia, politicamente agli antipodi del governo (Sel), che ieri raccontava di aver lavorato viso a viso coi ministri sui premiati progetti strategici della sua regione.

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