giovedì 15 settembre 2011

Al Sud i bambini soffrono per mano dello stato, non per quella di papa'. E per favore, lasciate stare la cultura, che per voi e' il nominativo di un vago indirizzo, privo di codice d'avviamento postale.

Scontro culturale – Picchiare i bambini desta un dibattito in Italia
di Anna Gustafsson – 7 settembre 2011
Pubblicato in: Svezia
Traduzione di ItaliaDallEstero.info
Anche in Italia si è sollevato un dibattito quando un papà italiano è stato portato a giudizio in Svezia per il maltrattamento del figlio per strada. Alcuni ritengono la Svezia un paese in decadimento morale, mentre altri difendono il sistema svedese, che in quanto a rispetto sociale “è molto più avanti di quello italiano”.


In Italia si è sollevata una gran discussione quando un padre di famiglia italiano in vacanza a Stoccolma è stato arrestato dalla polizia per maltrattamento di minore, e costretto a passare diversi giorni in carcere in attesa del processo. In questi giorni diversi media italiani riferiscono sul processo di ieri al tribunale di Stoccolma, in cui questo papà italiano è stato portato a giudizio per aver picchiato il figlio, e giudicato secondo la legge svedese. Il quotidiano La Stampa, sulla sua edizione on-line, pubblica ben in vista un vivido reportage sui dibattimenti di ieri in tribunale.
“Ma quindi nel vostro paese, in Italia, è giusto picchiare i bambini?”
La domanda, posta dal pm, viene riportata dall’inviato de La Stampa in loco.
Era il 23 agosto quando il consigliere comunale Giovanni Colasante è stato arrestato dalla polizia svedese a Gamla Stan [zona centrale di Stoccolma, n.d.t.], dopo essere stato visto da alcuni testimoni maltrattare il figlio di dodici anni, per poi portarlo con la forza in un ristorante dove la famiglia avrebbe pranzato.
In un articolo del quotidiano Corriere del Mezzoggiorno, viene spiegata la differenza di visione sul picchiare i bambini tra il sistema italiano e quello svedese; secondo quello svedese “non è ammesso l’uso di una leggera violenza nemmeno per scopi educativi. In questo caso verrebbe considerato maltrattamento”.
Molti media, come ad esempio la Rai, descrivono l’accaduto come “un papà in un carcere svedese per una sberla al figlio”.
Tuttavia al processo di ieri al tribunale di Stoccolma diverse persone hanno testimoniato di aver reagito e di essere intervenuti di persona, vedendo come Colasante tra l’altro avesse preso il figlio dodicenne per i capelli.
La notizia ha anche scatenato un dibattito nei talk-show italiani, così come tra i commenti sulle pagine internet dei quotidiani.
Molti lettori del Corriere del Mezzogiorno vedono il caso giudiziario e l’arresto in pubblico di Colasante come un’ingiustizia non solo verso il politico come persona, ma anche verso la famiglia italiana come istituzione:
“Mio padre mi ha dato qualche sberla quand’ero piccolo, e adesso all’età di quarantaquattro anni non ci trovo nulla di sbagliato. Però sono cresciuto in un’epoca in cui a scuola era permesso bacchettare i bambini sulle dita. E guarda ora dove stiamo andando… tutti i valori sono spariti. In Svezia le famiglie sono un caos totale. Non conosco nessuno che non sia separato, e i figli crescono con due o tre famiglie, una settimana con ciascuna…”, commenta il lettore “Peppard”.
Altri, come il lettore che si firma “wallywally”, propendono invece per la difesa della società e della giustizia svedesi:
“Ho abitato in Svezia diversi anni, e in ambito sociale loro sono cinquant’anni davanti a noi. Il problema è che l’italiano medio considera la famiglia come un qualcosa di suo, di privato, e ciò che si trova all’esterno, cioè lo stato e l’impegno sociale, è visto come un nemico, come un limite alla libertà individuale”, scrive “wallywally”.
Ad essere giudicato secondo la legge svedese non è nemmeno un italiano qualsiasi, ma una persona rispettata, consigliere comunale, e capo di un’azienda di informatica di Canosa, in Puglia.
Nell’articolo del Corriere del Mezzogiorno si esprime Francesco Ventola, sindaco di Canosa, la città di Colasante, e garantisce l’onorabilità di Colasante come cittadino:
“Giovanni Colasante è un ottimo padre di famiglia. Queste accuse sono scioccanti.”
[Articolo originale "Kulturkrocken – Barnaga väcker debatt i Italien" di Anna Gustafsson]


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